Fumetti/Cartoni americani > Transformers
Ricorda la storia  |       
Autore: _Cthylla_    10/11/2019    1 recensioni
|Transformers: Prime/IDW comics|Prequel a "The Specter Bros'" (non è necessario conoscerla)|
"Non è una buona idea inseguire una farfalla in luoghi che non si conoscono": una lezione che la giovanissima Spectra imparerà -o forse no?- grazie ai "maestri" più improbabili che ci siano, nonché le ultime persone che qualsiasi Autobot o Decepticon vorrebbe incrociare sul proprio cammino.
Dal primo capitolo:
"«Cosa è “Towards Peace”?»
La domanda di Spectra ebbe un impatto tale da far sì che Tarn non si curasse minimamente di essere stato interrotto.
Il silenzio che calò per qualche secondo fu abissale.
«Tu non conosci il libro scritto da Megatron in persona?!» domandò il Decepticon, più sconvolto di quanto avrebbe mai ammesso, stringendola ancora nella sua mano.
Spectra fece spallucce. «Io non so nemmeno come sia fatto Megatron. So solo che è il capo dei Decepticon e che i Decepticon portano il simbolo che avete voi sui vostri corpi e tu sul tuo viso… aspetta: per caso sei tu Megatron e hai scelto il tuo viso come simbolo?»
"
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: DJD/Decepticon Justice Division, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Transformers: Prime
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Specter Bros'- la serie'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ  Where A Butterfly Can Lead You   Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ












«Un’ora. L’ho lasciata da sola un’ora e le ho detto di non muoversi. “Stai qui”, le ho detto, “Non conosci il posto, quindi stai seduta leggi il tuo libro di fiabe”! E lei mi dà retta? No che non mi dà retta, porco Primus cieco e idiota che gorgoglia e bestemmia al centro dell’Universo!» 

  
Per quanto la voglia di mettersi a spaccare il muro a suon di pugni o colpi di spada fosse potente, Spectrus Specter aveva più di un valido motivo per restare nascosto in silenzio nel posto dove si trovava. 
  
«L’ho fatta uscire di casa una volta. Una. Volta» continuò a borbottare il mech «Mi allontano un po’ con una donna ed ecco cosa succede… di tutti quelli che potevano essere qui in giro, doveva incontrare proprio loro?!» 
  
A dirla tutta i motivi erano precisamente cinque, e il più valido di questi portava il nome “Tarn”. 
Il fatto che questi fosse grosso e dotato di una notevole potenza di fuoco non preoccupava Spectrus, anche lui era grosso, forte, veloce ed era riuscito ad avere ragione di avversari altrettanto temibili; tuttavia il leader della Decepticon Justice Division -nient’altro che un gruppo di pazzi serial killer zeloti di Megatron, secondo Specter- possedeva un’altra capacità: quella di uccidere con la propria voce. 
Era qualcosa che Tarn riusciva a fare in senso letterale. Parlava, abbassava man mano il tono di voce, ed ecco che le capacità fisiche della sua vittima venivano meno e la Scintilla si spegneva. 
  
“Potrei riuscire a riprendere Spectra con un’azione veloce e improvvisa, magari riuscirei anche a buttare giù un paio di membri dell’allegro gruppetto, ma se quello dovesse iniziare a parlare prima che io riesca ad allontanarmi sarebbe un problema. Tsk. Pensare che di solito quello con le chiacchiere letali sono io!...” 
  
Dove Spectrus  non arrivava col resto delle proprie capacità, arrivava a suon di chiacchiere, soprattutto di menzogne. Le volte in cui lo avevano salvato erano di poco inferiori alle volte in cui avevano mandato gli altri incontro alla loro dipartita e, per inciso, ne andava anche piuttosto fiero. 
Peccato solo che non esistesse menzogna che avrebbe potuto funzionare con la DJD, come lui sapeva benissimo, proprio come sapeva benissimo della probabilità che il suo nome fosse presente nella loro Lista. 
Trattavasi di uno dei documenti più pericolosi dell’Universo: avere il proprio nome nella Lista di Tarn significava trovarsi appresso cinque pazzi assassini implacabili, e per finire lì non serviva neppure commettere chissà quale crimine contro i Decepticon. 
Gli era arrivata voce che Tarn e compagnia avessero torturato a lungo e poi fatto fuori un Decepticon reo di aver dato inizio a un culto religioso… seguito unicamente dal fondatore stesso. Un culto di uno. Tanto era bastato, in virtù del fatto che qualsiasi religione facente capo a un’autorità diversa da quella di Megatron potesse essere potenzialmente pericolosa in caso di diffusione. 
Una follia pura e Spectrus, per l’appunto, si chiedeva se anche il proprio nome fosse sulla Lista, essendo reo di essere una spia Autobot che, dopo essersi infiltrato tra i Decepticon e aver scalato i ranghi, aveva mandato tutto all’aria cercando di uccidere Starscream. 
Un gesto a dir poco avventato ma non aveva potuto farne a meno: era per colpa di quel seeker se la sua famiglia era stata distrutta quasi del tutto -ufficialmente l’unico sopravvissuto era Spectrus, ufficiosamente era viva anche sua sorella Spectra. Ma lo sapeva solo lui!- e la sua vita era andata a puttane. 
  
“Forse dovrei fare almeno un tentativo. Se quella deficientella storpia si fa ammazzare dalla DJD manderà a monte i miei piani proprio ora che ho trovato il modo di usarla mandandola a spiare la gente al posto mio”. 
  
Un piano rischioso quello di Specter, ma non era nuovo a certe cose ed era anche convinto che la fortuna aiutasse gli audaci. 
  
“O magari dovrei pensare a un altro modo per continuare a fare il mio lavoro. Audacia e stupidità sono cose diverse e rischiare la mia vita per la sua, con dubbi risultati, sarebbe più stupido che audace. O non dovrei fasciarmi la testa prima di romperla dal momento che non è stata ancora parzialmente triturata da Tesarus o parzialmente fusa da Helex come invece è successo a… non ci credo, ci si è appena seduta, probabilmente nemmeno si è resa conto…” 
  
Le espressioni dei membri della DJD di cui era visibile la faccia però non avevano prezzo, doveva riconoscerlo. Se la situazione fosse stata meno tragica avrebbe potuto perfino riderne. 
  
Chi invece non aveva troppa voglia di ridere erano Vos, Helex, Tesarus, Kaon e Tarn, perché quel che stava succedendo sembrava a tutti loro piuttosto assurdo. 
  
«Non è possibile che questa qui pensi davvero quel che ha detto. Tutti ci conoscono almeno di fama. Tutti» ripeté Tesarus «Per non parlare del fatto che non capisco come possiamo sembrarle dei DJ. Abbiamo iniziato a sembrare dei discotecari e non me ne sono accorto?!» 
  
Sì perché, a sentire che erano la “DJD”, quella femme minuscola neppure entrata del tutto nella sua fase adulta aveva chiesto loro se erano dei DJ. 
“DJ- D”. 
Asserendo poi di averne visti un paio di sfuggita poche ore prima, cosa che  a dir suo le sembrava ancora incredibile perché “Non avrei mai pensato di riuscire a vedere tante cose la prima volta in tutta la mia vita in cui sono uscita da casa!”. 
  
«Sicuramente aver messo la musica non ci aiuta a farle cambiare idea» aggiunse Helex, dando un’occhiata al soggetto in questione. 
  
Seduta su un cadavere semifuso che poco e nulla aveva mantenuto della propria forma originaria, la piccola tizia strana che si era presentata loro col nome di “Spectra” stava facendo ondeggiare la testa a ritmo di musica, mentre la cyberfarfalla che apparentemente era la causa della sua presenza lì, grande come tutta la sua mano, oziava ancora pigramente sul suo ditino indice sollevato. 
  
«Quindi secondo voi sa chi siamo e fa finta di no, o non lo sa proprio?» domandò Kaon. 
  
«Verifichiamo…questo dovrebbe funzionare» disse Tarn, stringendo con una mano la vita sottile del corpicino blu di Spectra e sollevandola senza alcuna fatica «Ascoltami: vuoi dirci una buona volta come stanno le cose o devo chiedertelo abbassando la voce?» 
  
La ragazza batté le palpebre con uno sguardo vagamente confuso nei grandi sensori ottici azzurri. «Stavi urlando? Ho qualcosa che non va nei recettori uditivi mi sa…» 
  
«D’accordo, direi che non sappia davvero nulla» concluse il Decepticon. Nessuno che lo conoscesse restava mai del tutto indifferente alla sua minaccia di abbassare la voce «Non so come sia possibile ma dev’essere così per forza». 
  
Vos, nel proprio linguaggio primitivo, chiese a Tarn come intendesse muoversi. 
  
«Mettiamola così» esordì questi «Parafrasando il verso di “Towards Peace” che enuncia-» 
  
«Cosa è “Towards Peace”?» 
  
La domanda di Spectra ebbe un impatto tale da far sì che Tarn non si curasse minimamente di essere stato interrotto. 
Il silenzio che calò per qualche secondo fu abissale. 
  
«Tu non conosci il libro scritto da Megatron in persona?!» domandò il Decepticon, più sconvolto di quanto avrebbe mai ammesso, stringendola ancora nella sua mano. 
  
Spectra fece spallucce. «Io non so nemmeno come sia fatto Megatron. So solo che è il capo dei Decepticon e che i Decepticon portano il simbolo che avete voi sui vostri corpi e tu sul tuo viso… aspetta: per caso sei tu Megatron e hai scelto il tuo viso come simbolo?» 
  
«Ma dove hai vissuto finora, si può sapere?!» allibì Helex, notando il preoccupante particolare della completa fissità del suo comandante. 
  
«Ve l’ho detto, in casa mia! Sono uscita oggi per la prima volta ed ero con mio fratello, solo che lui a un certo punto si è allontanato temporaneamente e mi ha detto di rimanere lì dov’ero, cosa che ho fatto per quasi un’ora, ma poi mi è volata davanti la cyberfarfalla e io non avevo mai visto una cyberfarfalla dal vivo, quindi volendo vederla meglio l’ho inseguita e l’ho presa quando si è appoggiata lì» indicò il cadavere semi liquefatto «E poi vi ho salutati. Non mi capita spesso di vedere gente nuova, sapete? Di solito sto da sola a leggere le fiabe». 
  
Tre dei cinque Decepticon si scambiarono un’occhiata incredula, sillabando “le fiabe”, poi Kaon scoppiò addirittura a ridere. 
  
«Non è possibile! Legge le fiabe, lei! Le fiabe!» 
  
«Credo di capire perché il fratello si è allontanato “temporaneamente”» disse Tesarus «Tarn, credo che per una volta potresti fare un atto di pietà» uccidendola in modo rapido, ovviamente «Se la lasciassimo in giro da sola non sopravvivrebbe comunque». 
  
“No! Lasciatela in giro da sola, brutti idioti, così che possa riprendermela e andarcene alla svelta!” pensò Spectrus, ancora in ascolto. Non riusciva a sentire bene tutto quel che dicevano ma quel poco che aveva capito non prometteva bene. 
  
«Tarn? Ehm. Hai sentito quel che ho detto?» 
  
«Mi sa che è sconvolto, Tess» bisbigliò Kaon «Essere scambiato per Megatron non è qualcosa che capita tutti i giorni». 
  
Tarn parve finalmente riscuotersi. Si schiarì la voce. «Tu cosa sai fare? Mettiamola così: se cercassi un lavoro e ti facessero questa domanda, tu cosa risponderesti?» 
  
«Oh. Allora… so mandare avanti una casa. A quello ci penso sempre io perché mio fratello è spesso via. Ci sono cose che non riesco a fare perché ho una gamba che… che non va molto bene… ma me la cavo. So occuparmi della mia manutenzione e capita che lo aiuti con la sua. So pulire e affilare le cose e anche come si fa a rigenerare un T-Cog, lui me lo ha fatto vedere. Però la cosa che so fare meglio è cucinare, perché ho avuto tanto tempo per provare le ricette lasciate dalla mia mamma» disse Spectra «Mio fratello dice che le cose che faccio sono buone come erano le sue, sono anche molto sane perché pare che lei ci stesse molto attenta. Ho dei dolcetti di energon nel mio zaino, se avete fame ve li do volentieri». 
  
«Helex». 
  
«Subito» annuì questi e, senza che Tarn aggiungesse altro, tirò fuori due biscotti di energon dallo zaino di Spectra lanciandoseli in bocca. 
  
«Come sono?» domandò Tarn dopo qualche secondo. 
  
Per tutta risposta, l’altro Decepticon svuotò lo zaino di tutti i biscotti presenti e li trangugiò. Erano perfino più buoni del fluido craniale! 
  
«Perfetto» concluse Tarn, tornando ad alzarsi in piedi sempre con Spectra tra le mani «Qui abbiamo finito, quindi torniamo alla Peaceful Tiranny. Tutti e sei!» 
  
«Tutti e sei» ripeté Tesarus. 
  
«Diffondere la parola di Megatron in ogni modo è anch’essa una delle nostre missioni» ribatté Tarn «Questa giovane femme va istruita e alfabetizzata». 
  
«Io però so già leggere…» disse Spectra, un po’perplessa. 
  
«Non sai nulla di quel che c’è al di fuori di casa tua e hai letto solo fiabe, che è come non aver letto alcun tipo di libro. Non è concepibile che tu non sappia come sia fatto Megatron e che non ne conosca il verbo. Darà una mano a Nickel, cucinerà» stabilì Tarn, rivolto agli altri, incamminandosi verso l’astronave che non era troppo distante da lì «E nel frattempo imparerà a stare al mondo secondo la legge Decepticon. Imparerai a conoscere “Towards Peace” bene quasi quanto lo conosco io. Il bello di un cervello con poche conoscenze è poterlo riempire con le cose giuste. Altro che fiabe!» 
  
«Secondo me l’ha presa più che altro per poter parlare di “Towards Peace” a qualcuno con cui non ne ha già parlato milioni di volte» bisbigliò Kaon a Tesarus. 
  
Il compagno di squadra non rispose, ma la pensava allo stesso modo. Sì, forse un aiuto a Nickel poteva fare comodo, così come poteva fare comodo avere un cuoco a bordo, però non era qualcosa di indispensabile. 
  
“Ma che cazz… la portano via?! Ma sono seri?!” si sbalordì Spectrus “Che se ne fanno di lei?! A meno che intendano portarsela a letto tutti quanti, ma quello avrebbero potuto farlo anche qui, e comunque voci di pedofilia non mi erano arrivate”. 
  
Odiando il dover utilizzare tanta cautela, si mise a seguirli. Dubitava che avrebbe avuto l’opportunità di riprendersi sua sorella in quel frangente, quindi contava di riuscire a sparare una potente cimice sulla Peaceful Tiranny al momento del decollo, così da poter avere notizie sulla posizione e sulle condizioni di Spectra, evitando di imbarcarsi in una missione di recupero inutile. 
  
La DJD, con Spectra a rimorchio, raggiunse l’astronave in breve tempo. 
  
«Quindi pensate sul serio che mio fratello mi abbia abbandonata? Sicuri sicuri?» chiese loro la giovane. 
  
“Io mica ci credo granché” pensò. 
  
Sapeva che l’idea di Spectrus era far sì che dei Decpeticon la trovassero, le aveva parlato del suo piano: tutto quel che lei doveva fare era stare tra loro fino al momento di tornare, eseguendo eventuali ordini di suo fratello nel mentre, e infine riferirgli tutto ciò che aveva visto e sentito; dunque pensò che magari, anche se quelli in teoria non erano i soggetti previsti -lei e Spectrus si erano fermati in quel posto solo per una sosta, la destinazione finale avrebbe dovuto essere un’altra- e che difficilmente Spectrus avrebbe potuto darle direttive da lontano, essendo Decepticon magari potevano andare bene lo stesso. Doveva solo aspettare di essere ritrovata da suo fratello in futuro! 
Pensieri abbastanza ingenui ma non ci si poteva aspettare altro da qualcuno che fino ad allora non era mai uscito di casa. 
  
«Sì, è così. Non una gran perdita, dato che non ti ha insegnato niente di fondamentale» commentò Tarn, ancora esterrefatto. Spectra non conosceva il volto di Megatron! Possibile mai?! 
  
Una voce femminile abbastanza nervosa, che divenne perfettamente udibile all’apertura del portello della Peaceful Tiranny, lo distrasse dai suoi pensieri. 
  
«… “T-Cog un po’rovinati”, ha mandato a dire! Sappiamo tutti quanti cosa significa: un’altra quantità indefinita di T-Cog talmente distrutti da rendere impossibile rigenerarli! Quante volte ancora dovrò dirgli di fare attenzione? Quante volte?! Quando torna mi sentirà!» 
  
Abbassò lo sguardo e intercettò quello di Spectra. Se non altro ora a bordo avrebbero avuto anche una presenza femminile innocua. 
  
La vide sollevare una manina, bianca come il resto dei suoi arti, e indicare l’interno dell’astronave. 
  
«Si chiama Nickel. Andrete d’accordo» “O così mi auguro” pensò il mech «Farai conoscenza con lei e il cane di bordo». 
  
«Va bene» disse Spectra. 
  
Non sapeva cos’altro aggiungere, poteva solo sperare che fosse vero! 
  
Il portello della Peaceful Tiranny si richiuse e, quando decollò, Spectrus fece in tempo per un soffio a mettere in pratica l’idea di sparare quella cimice contro l’astronave. 
  
«Se non altro sono riuscito a fare questo» sbottò, con aria tutt’altro che entusiasta. 
  
“Se Spectra sopravvivrà a questi qui, sopravvivrà a qualunque cosa in futuro” pensò. 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Transformers / Vai alla pagina dell'autore: _Cthylla_