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Autore: sangueoro    16/11/2019    3 recensioni
Le vicende si svolgono dopo il finale di The Vampire Diaries.
Nella scuola che Caroline decide di aprire, arriva una bambina speciale… che ha bisogno di “protezione e preparazione“…
Ma chi proteggerà e preparerà Caroline al ritorno di Klaus nella sua vita?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Rebekah Mikaelson | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SEI ANNI DOPO.

Damon stava sistemando la boutonnière all’occhiello dell’abito di Damien.

Oliver, Klaus ed Eric osservavano la scena sorseggiando un bicchiere di whiskey.

«Non vi sembra un po’ presto per quello?» li bacchettò Elena entrando con in braccio una bambina di poco più di un anno.

Damien fece un grande sorriso alla bimba che stava tendendo le braccia verso di lui.

«No, Jenna» scosse la testa Elena «gli stropiccerai il vestito».

«Non importa!» replicò il ragazzo sollevandola e portandosela contro «Ehi Stef! Ma sei elegantissimo!» esclamò scompigliando i capelli ad un ragazzino di tre anni che era entrato come un tornado e si era aggrappato alle sue gambe.

«Vado a compiere il mio dovere» annunciò Oliver, muovendosi per uscire dalla stanza.

«Aspetta, Mate» lo richiamò Klaus. «Ti serve un altro po’ di questo!» sogghignò riempiendogli di nuovo il bicchiere.

Il vampiro lo tracannò in un sorso solo tra le risate generali.

 

«Sei bellissima» Bonnie non riusciva a contenere le lacrime di commozione.

«Eh si… ho fatto proprio un bel lavoro» commentò Caroline aggiustando una delle peonie che adornavano il morbidissimo chignon.

«All’inizio quest’abito non ti convinceva molto» non poté fare a meno di evidenziare Rebekah, nonostante avesse la voce spezzata dall’emozione.

«E invece avevi ragione» sospirò alzando gli occhi al cielo Care. «Lo scollo così profondo e la schiena nuda mi sembravano un po’ eccessivi, ma poi lo ha indossato… e su di lei è perfetto» sussurrò asciugandosi una lacrima furtiva.

Felicity si guardò nello specchio, fece scorrere le mani sul corpetto in pizzo Chantilly che sottolineava il seno e la vita sottile, le spalle erano nude ma da sopra il gomito partiva una romanticissima ed ampia manica in tulle ricamato che si stringeva al polso sottile, lo stesso tulle che ricopriva la ricca gonna, dalla linea elegante, che terminava con uno strascino.

L’effetto era sorprendente, un misto di sensualità e innocenza.

La ragazza si girò a guardare le sue amiche che la fissavano sorridenti.

«Sei stupenda!» disse Lizzie «Assolutamente stupenda!» replicò Josie.

«A Damien gli prenderà un infarto!» sottolineò Zoe.

«Peccato che non gli possa essere fatale» arrivò subito pungente il commento di una ragazza dai lunghi capelli rossi, che era seduta su una delle poltroncine di fianco allo specchio.

Hope era diventata grande, una bellissima adolescente… ma non aveva mai smesso di punzecchiarsi con Damien!

Felicity scoppiò a ridere.

«Mio Dio…»

Tutte le donne nella stanza si girarono verso la porta.

Oliver era impalato a guardare la sorella.

Felicity abbassò lo sguardo.

L’uomo cercò di riprendersi facendo una battuta «Se non fossi sposato con la Principessa Originale» iniziò a dire con un sorrisetto ironico «direi che sei la sposa più bella che io abbia visto in vita mia…» terminò dolcemente.

«Oggi te lo concedo… senza sbranarti!» replicò Becca guardando teneramente la cognata.

«Dobbiamo andare» sorrise Oliver allungando una mano verso la sorella «Damien ti sta aspettando»

«Concedici ancora un minuto» disse Elena entrando nella stanza.

«Tu non dovresti accompagnare lo sposo?» chiese Oliver.

«Aspettaci fuori» rispose la donna mettendolo praticamente alla porta.

«Aspettate! Devo fare quella cosa!» si ribellò l’uomo.

«Anche noi!» gli rispose Rebekah «Dai su…» fece impaziente.

Oliver scosse la testa «Fel…» mormorò «a quanto mi risulta devi indossare qualcosa di vecchio…» l’uomo con un sorriso tirò fuori dalla tasca un sacchettino di velluto «si… sono quelli della mamma e della nonna prima di lei…» asserì mostrandole un paio di orecchini con il nodo celtico Trinity, dal quale pendeva una meravigliosa perla «senza inizio e senza fine… crescita spirituale, vita eterna e amore senza fine» spiegò avvicinandosi e facendoglieli indossare personalmente.

«Non piangere che Caroline ci sgrida!» sussurrò stringendo la sorella a sé, poi annuendo lasciò la stanza.

Le donne aspettarono qualche secondo poi si fecero un cenno d’intesa.

«Un qualcosa di nuovo» dichiarò Caroline andando a prendere una scatola con un fiocco enorme «questo è per stanotte» spiegò aprendola e mostrando ammiccante un negligè in candido pizzo, facendo arrossire la sposa «questa invece la indossi subito» continuò con in mano una giarrettiera.

«Qualcosa di prestato» affermò Rebekah aprendo una scatolina marrone con un fiocco panna, poi si chinò vicino a Care ed appuntò una spilla di diamanti alla giarrettiera che la vampira aveva finito di sistemare sulla gamba di Felicity.

Era una M… lo stemma della famiglia Mikaelson «Always and Forever Felicity…» sussurrò dandole un bacio sulla guancia.

«Un qualcosa di regalato» sorrise Bonnie «Un ricordo dell’incantesimo di ieri sera» spiegò un po’ emozionata mentre le metteva tra l’acconciatura uno spillone in argento al quale era assicurata una meravigliosa piuma in fili di seta.

«Io invece ho qualcosa di blu…» riferì con uno strano sguardo Elena, poi prese un bel respiro. «Ho cercato di trovare qualcosa che fosse adatto, che fosse significativo… poi ho pensato a questo» mormorò aprendo la mano.

Rebekah era andata a chiudere le tende, Elena prese per mano Felicity e la spostò in un angolo più buio della stanza.

«E’ il mio anello solare, Bonnie stamattina all’alba ha riformulato l’incantesimo… sarebbe un piacere enorme per me se da oggi lo indossassi tu»

La sposa tese una mano tremante, l’ex vampira le sfilò l’anello che portava e infilò al suo posto quello che teneva in mano.

«Grazie…» mormorò Felicity abbracciandola con le lacrime agli occhi.

«Così ti si rovina il trucco!» brontolò Caroline, nonostante stesse piangendo anche lei.

 

Damien stava attendendo Elena all’inizio del corridoio tra le sedie sistemate nel cortile di Villa Salvatore.

Alla fine della lunga guida, che era stata stesa sul terreno, c’era un gazebo adornato con peonie e ranuncoli, i fiori ideali per un matrimonio a giugno … o almeno così sosteneva Caroline!

Non era la prima volta che gli inservienti della scuola lo montavano.

Sei anni prima era servito per il matrimonio di Elena e Damon, alla fine i due ex vampiri erano riusciti ad avere la loro sfarzosa cerimonia.

Bonnie aveva accompagnato lo sposo e Jeremy aveva accompagnato la sposa.

Le damigelle avevano sfoggiato i loro abiti.

Le Angels avevano pianto in prima fila.

Tutto era andato come Caroline aveva impeccabilmente organizzato.

Dopo tutte le vicissitudini e i drammi che avevano dovuto superare, quel giorno di festeggiamenti se lo erano proprio meritato.

Se lo erano meritato tutti quanti, e per tutti era stato come l’inizio di una nuova vita.

La mattina del matrimonio, Damon era particolarmente agitato, Oliver e Klaus lo stavano prendendo bonariamente in giro.

 

«State insieme da una vita!» rideva divertito Oliver.

«Siete già sposati!» aveva continuato sarcastico l’Ibrido «è una formalità! Giusto per fare felice Elena che come ogni donna sogna questo giorno da quando vestiva da sposa le sue bambole!»

«E certo…» aveva risposto ex vampiro «In fondo su quell’altare a fare le mie promesse, davanti a tutti, ci devo andare io!»

«Anche perché se la promessa di amore eterno la dovessero fare uno di loro due, sarebbe una cosa talmente a lungo termine che farebbe tremare le ginocchia a chiunque!» aveva commentato Eric.

La sera gli sposi stavano facendo il loro primo ballo ufficiale.

«Io non ho paura…» sussurrò Oliver mentre sorseggiava il suo calice di champagne.

L’Ibrido si girò a guardare l’amico «Di cosa?»

«Di promettere davanti al mondo che sono sicuro che amerò Rebekah per i prossimi mille anni o anche di più!»

Klaus fece un sorriso beffardo «Pensi che io ce l’abbia?»

«Quando eri ad Atlanta mi hai detto una cosa… le vampire sono donne…»

«E’ così, Mate» rispose.

«Questo significa che anche loro due hanno vestito le loro bambole da sposa…» chiosò Oliver indicando con lo sguardo Care e Rebekah.

«Per Becks, era impossibile» sghignazzò l’Ibrido «le sue bambole erano di legno e gliele intagliavo io! Caroline invece avrà avuto una di quelle biondissime, super accessoriate, con la villa, la macchina sportiva…»

«Si chiamano Barbie!» ridacchiò Oliver scuotendo il capo.

Klaus annuì «Riesco quasi a vederla… gli abiti tutti sistemati per colore e con le scarpette coordinate, sempre perfettamente pettinate, l’avrà fatta sposare un centinaio di volte!»

«Sempre rigorosamente a giugno!» asserì serio l’amico.

«Migliaia di peonie, al limite qualche lilium… o delle calle» elencò l’Originale.

«Ma non le bocche di leone! Fioriscono ora… ma sono troppo delicate!» mosse un dito Oliver per dare enfasi alla sua affermazione.

I due uomini seguitarono ad elencare tutti i diktat che Caroline aveva dispensato negli ultimi mesi, facendo impazzire tutti.

Sempre più divertiti, alla fine erano piegati in due dalle risate… sotto lo sguardo attonito dei presenti che non avevano mai visto Niklaus Mikaelson ridere in quel modo.

«Non ho paura dell’impegno o della promessa di amarla per sempre» cercò di darsi un contegno l’Ibrido «temo di non sopravvivere all’organizzazione dell’evento!» mormorò ridacchiando all’amico.

«Basterebbe non coinvolgerla…» gli fece un occhiolino Oliver.


Esattamente un anno dopo, un giovedì sera, le ragazze stavano uscendo per andare in centro a Mystic Falls.

Elena aveva conseguito la sua laurea e voleva mostrare alle amiche un immobile che aveva intenzione di affittare per aprire il suo studio medico.

«Stai sbagliando strada!» la rimproverò Caroline dal sedile posteriore dove era seduta a fianco di Rebekah.

«Prima dobbiamo andare in un posto» le rispose misteriosa Bonnie.

Elena dopo pochi minuti parcheggiò davanti al locale che presto avrebbero gestito Damon e Oliver. Era parte del progetto del centro sportivo, i lavori si erano protratti a lungo, la struttura era stata modificata e ampliata più volte, ma finalmente erano quasi pronti per l’inaugurazione.

Ad attenderle c’erano Freya con Keelin, la sua compagna.

«E tu da dove spunti?» chiese entusiasta Becca correndo ad abbracciare la sorella.

«Volevamo provare la favolosa piscina naturale» sorrise la strega.

«Kol ce l’ha decantata così tanto!» aggiunse la licantropa.

«Ma certo!» esclamò Elena, sospingendo Caroline e Rebekah verso l’entrata della spa.

«Ma è chiusa!» fece Care.

«Conosciamo i proprietari!» replicò Bonnie aprendo l’elegante portone.

«Dai su… entrate» le incitò Freya.

La hall era raffinata e curata fin nei minimi dettagli, inutile dire che era stata Caroline a scegliere l’arredamento e a sovrintendere la fase di rifinitura degli ambienti.

«Da questa parte» le chiamò Felicity che era vicino alla grande scalinata in pietra che scendeva nelle grotte.

La prima volta che Klaus gli aveva mostrato i lavori del centro benessere, le ragazze erano rimaste senza parole, le ampie caverne che erano state celate nel sottosuolo per secoli sembravano create apposta per accogliere chi era alla ricerca di un po’ di pace e tranquillità.

Caroline si toccò il cerchietto dorato che Felicity le aveva messo sulla testa quando le era passata a fianco, la ragazza sghignazzando lo fece indossare anche alla cognata.

«Si chiama Kransen» le delucidò Bonnie.

«Io non sono molto convinta che lo debbano indossare» le guardò ironica Elena «Sono entrambe di buona famiglia… ma sulla verginità, avrei qualche dubbio» chiosò.

«La tradizione vorrebbe che vi strappassimo i vestiti di dosso» spiegò divertita Hayley, sbucando improvvisamente da uno degli anfratti «Ma credo che preferiate spogliarvi da sole».

«Dovete entrare in acqua per purificarvi!» chiarì Freya.

«Ma che succede?» domandò confusa Caroline.

«Il kransen veniva indossato dalle donne nubili a testimonianza della loro innocenza» rispose titubante Rebekah «un’usanza degli antichi popoli vichinghi… lo si toglie il giorno del matrimonio, per riporlo in un fazzoletto e conservarlo per poi tramandarlo alla primogenita»

Bonnie sorrise «Domani è il giorno delle vostre nozze…»

«Nel giorno di Frigga, venerdì… come vuole la tradizione» aggiunse subito Freya notando l’espressione inebetita di Caroline e Rebekah.

«Mi è stato chiesto di farvi indossare questo» gli comunicò Felicity aprendo una scatolina «un Anello di Claddagh, per ora lo dovete mettere alla mano sinistra con la punta del cuore verso le dita.

Domani i vostri sposi lo gireranno con la punta del cuore puntata verso il polso.»

Con le mani tremanti Becca prese l’anello che la ragazza le stava tendendo, poi restò incantata ad ammirarne la squisita fattura.

«Gra Dilseacht agus Cairdeas, ovvero… amore, lealtà e amicizia» le spiegò la giovane cognata «La corona simboleggia Beathauile, la vita. Il cuore rappresenta i cuori di ogni membro dell’umanità.

La mano destra che lo sorregge è di Dagda, il padre degli Dei, che aveva la capacità di far splendere il sole.

La mano sinistra è di Anu, l'antenata e madre universale dei Celti.»

L’Originale annuì ed emozionata si infilò l’anello nel verso che le era stato spiegato, imitata da Caroline che si era ammutolita.

«Ragazze!» le strattonò Bonnie «Avete compreso cosa sta per succedere?»

«Ma non me lo ha chiesto!» rispose piccata Care, che aveva riacquistato l’uso della parola.

«Come se fosse possibile dire di no a mio fratello» scoppiò a ridere Freya «forza su spogliatevi!» aggiunse iniziando a farlo a sua volta.

Becca si guardò intorno, poi con un’alzata di spalle cominciò a sbottonarsi il pantalone, anche Felicity dopo un iniziale tentennamento si stava denudando per entrare in acqua.

«Va bene…» sospirò Hayley tornando verso il bordo della piscina dove si era immersa «Con Caroline dovremmo rispettare la tradizione»

«FERMA LI’!» sgranò gli occhi la vampira, allungando una mano «questo vestito mi è costato un occhio della testa» aggiunse scoppiando in una risata cristallina.


Nel parco della Villa le attività erano frenetiche, tutti gli uomini, comandati a bacchetta dalle Angels stavano sistemando, montando, decorando, in vista del grande evento.

«Dì qualcosa a tua figlia!» sbottò Jeremy rivolto a Klaus.

«Non posso… lei è la depositaria di tutti i desideri di Caroline» sogghignò lui.

«Lei si ricorda TUTTO… tutto quello che Elena non gli ha permesso di fare per il nostro matrimonio!» rincarò Damon.

«E se non vogliamo che la sposa lo lasci da solo all’altare, solo perché abbiamo scelto la tonalità sbagliata del nastro che avvolge i fiori… dobbiamo fare come dice Hope!» continuò serio Alaric.

 

«Mi piace questa tradizione!» affermò Becca sorseggiando champagne ad occhi chiusi, rilassata tra i vapori profumati dell’acqua riscaldata della piscina.

«Dovremmo rifarlo ogni volta» annuì Elena al suo fianco «la prossima chi sarà? Bonnie?»

«Se mai Eric me lo dovesse chiedere, ammesso che io accetti» rispose la diretta interessata «scapperemo il più lontano possibile da Caroline e dai suoi album matrimoniali!»

«Ti seguirei fino in capo al mondo» la informò calma Care.

«Che cosa indosseremo domani?» domandò Becca, improvvisamente allarmata.

«Avete presente quei vestiti che avevate adocchiato e tentato di farmi provare… sapendo perfettamente che non erano adatti al mio fisico?» chiese Elena «Beh… se li ricordava benissimo anche Hope!»

Caroline sorrise.

 

La cerimonia si svolse in un’ atmosfera magica.

Mentre Caroline avanzava lentamente al fianco di Rebekah, riusciva a vedere solo l’uomo che la stava aspettando.

I fiori, la musica, le decorazioni… se il mondo fosse finito in quell’istante non sarebbe stata in grado di descriverli, neanche sommariamente…

Quando aveva raggiunto Klaus e lui le aveva fatto un elegante baciamano, avvertì vagamente la voce di Elijah che stava iniziando la celebrazione del rito.

Tornò nel mondo reale solo quando Bonnie stava legando le sue mani a quelle di lui, con un nastro e una corda intrecciata.

«È un momento di unione, quello in cui i destini di due persone si intrecciano davanti a tutti» stava dicendo il celebrante «in Irlanda, simboleggia la volontà di passare tutta la vita insieme»

Klaus la stava guardando fisso negli occhi, poi cominciò a parlare… le stesse parole che stava proclamando Oliver a Rebekah.

«Ora siamo reciprocamente legati con un laccio non facile da spezzare, prendi il tempo del rito prima dei voti finali, per imparare quello che devi sapere per crescere in saggezza e amore, affinché il matrimonio sarà forte e l'amore durevole in questa vita e oltre…»

Kol gli si avvicinò con un piccolo pugnale poi fece un piccolo taglio sui loro polsi.

«Ripetete tutti dopo di me» chiese Elijah.

«Sei sangue del mio sangue»

«Ossa delle mie ossa»

«Ti dono il mio corpo così noi due saremo uno»

«Ti dono il mio Spirito fino alla fine della nostra Vita»

«Vi dichiaro marito e moglie… Niklaus… Oliver… ora potete girare per il verso giusto l’Anello di Claddagh e baciare le vostre spose» annunciò l’ufficiante.

Caroline si rese conto in quel momento che seduti alle loro spalle c’erano parecchie persone, gli ospiti cominciarono a suonare delle piccole campanelle.

«E’ un’altra tradizione irlandese» sentì Oliver che lo stava spiegando a Rebekah «mantiene lontano gli spiriti maligni e ricorda agli sposi i loro voti nuziali».

Con una voce malferma, una cosa molto strana per l’Originale, Elijah concluse il rito con una benedizione.

«Ricorda sempre di dimenticare

Le cose che ti resero triste,

Ma non dimenticare mai di ricordare

Le cose che ti resero felice

Ricorda sempre di dimenticare

Gli amici che si dimostrarono falsi,

Ma non dimenticare di ricordare

Coloro che furono accanto a te.

Ricorda sempre di dimenticare

I problemi che hai passato,

Ma mai dimenticar di ricordare

Le benedizioni che vennero giorno dopo giorno».

 

La sera, durante i festeggiamenti, Elijah invitò Caroline a ballare.

Parlò tutto il tempo, facendole una descrizione della situazione a New Orleans.

Vincent, in quanto reggente di tutte le congreghe, guidava la loro comunità in un clima sereno e pacifico.

Anche il maschio Alfa del Bayou, riferiva di una situazione tranquilla e sotto controllo.

Qualche giorno prima c’era stata la riunione mensile, ed era stato Marcel in quanto leader della comunità dei vampiri a presiederla, lo facevano a rotazione. «E’ tutto tranquillo Caroline» le disse il cognato guardandola negli occhi «la mia presenza, quella di Hayley e di Freya, in un certo senso rassicura tutte e tre le fazioni.»

«Hanno tutti un esponente nella famiglia reale!» commentò Care ridendo sommessamente.

Elijah annuì divertito «E sono rassicurati dal fatto che Niklaus non viva a New Orleans, ma è abbastanza vicino per intervenire se e quando ce ne fosse bisogno» aggiunse più serio.

Care ricambiò lo sguardo.

«E’ giunto il momento, Caroline» continuò l’Originale «posso finalmente passare la mano, posso smettere di controllarlo e preoccuparmi per lui.
Niklaus era un ragazzo sereno e tranquillo e ora ha riacquistato parte della sua indole… e questo grazie a te. Non era fatto per combattere… checché ne dicano quelli che lo hanno conosciuto dopo la sua trasformazione» aggiunse facendole un occhiolino.

Caroline lo abbracciò forte ed Elijah ricambiò la stretta «Benvenuta in famiglia Mrs Mikaelson»

 

Damien stava diventando impaziente, nervosamente si sistemò i capelli che da qualche anno portava più corti, nel vano tentativo di sembrare un pò più grande.

«Ma che fine ha fatto Elena?» domandò a Damon che gli stava passando accanto per raggiungere il gazebo.

«Non ne ho idea» replicò l’ex vampiro.

«Si sono chiuse nella stanza e hanno lasciato Oliver ad aspettarle! Hanno chiesto qualche minuto…» gli rispose Eric che stava aspettando la sua dama insieme a Klaus e Wade.

Anche suo zio era stato nella sua stessa posizione.

Proprio qualche giorno prima, lui e Bonnie avevano festeggiato il loro secondo anniversario.

Il giorno del loro matrimonio, tra gli invitati, c’erano anche alcuni Poldark…
 

Subito dopo la trasformazione di Damien, la mattina di Natale, Eric aveva chiamato Denise e Connor Mason per ringraziarli personalmente della protezione e delle cure che avevano riservato al nipote in occasione del suo ricovero.

C’era voluto del tempo, ma da quel momento Eric aveva lentamente ripreso i contatti con le persone con le quali era cresciuto.

Un ragazzo del branco aveva da poco attivato il gene ed Eric era rimasto meravigliato quando avevano chiesto se alla Salvatore School accettassero anche i licantropi.

In effetti le iscrizioni stavano arrivando da ogni parte dell’America ed alcune anche dall’Europa… e le richieste non riguardavano più esclusivamente streghe e stregoni.

Così un giorno Eric si era deciso e aveva portato Bonnie a visitare i luoghi della sua infanzia, quando arrivarono la presentò al maschio alfa e a tutto il branco, non ci fu neanche uno sguardo di biasimo, nessuno accennò al fatto che, esattamente come il fratello, anche lui si era follemente innamorato di una strega.

Quel pomeriggio il licantropo portò la sua Bonnie sotto una vecchia quercia, il luogo dove tradizionalmente venivano celebrati i matrimoni dei Poldark.

Bonnie lo vide inginocchiarsi e aprire una scatolina, poi ascoltò con le lacrime agli occhi la sua formale proposta di matrimonio.

«Certo che ti sposo!» aveva esclamato «SI’ SI’… mille volte SI’!»

 

Elena arrivò un po’ trafelata «Finalmente!» l’accolse Damien.

«Dai su andiamo! Che siamo in ritardo» replicò la donna allacciando il suo braccio a quello che il ragazzo le stava porgendo.

Il giovane la guardò divertito.

All’apparenza Elena sembrava tranquilla e sorridente, ma lui avvertiva il battito accelerato del suo cuore e il respiro spezzato.

«Alla mamma dello sposo… è permessa un po’ di emozione» le sussurrò chinandosi.

Per tutta risposta, la donna strinse di più la presa e appoggiò la testa contro il suo braccio.

Damien li aveva sempre chiamati per nome, ma quando parlava con altre persone, a volte si riferiva a loro con: “mio padre e mia madre“

La prima volta che Elena lo aveva sentito era stata travolta dall’emozione, poi si era detta che il ragazzo semplicemente non aveva voglia di raccontare nei dettagli la sua vita.

Quando era nato Stefan, Damien si era avvicinato alla culla e aveva preso la manina del neonato.

«Ciao piccolino!» aveva mormorato «Io sono Damien, il tuo fratellone!»

Elena aveva avvertito un groppo alla gola, lo stesso che tornava ogni volta che vedeva il ragazzo con Stefan e la piccola Jenna.

Ai piedi del gazebo, l’ex vampira tenne stretto il ragazzo un pochino più del dovuto, provocando l’ilarità del marito che era già al suo posto nella parte destra della struttura, con un gesto di stizza la donna prese posto sul lato sinistro, proprio davanti a Damon che ora le stava sorridendo.

Damien si girò e guardò gli ospiti che si erano già accomodati.

Le Angels erano in prima fila, Cristina e Donna stavano sorridendo, Emma stava battibeccando con Lucy perché non aveva mai un fazzoletto quando si lasciava andare ai piagnistei!

Un fazzoletto che nella fila accanto Denise Mason stava passando a sua zia, erano sedute accanto a Maze, agli infermieri e al medico che l’avevano curato dopo l’incidente.

Un po’ emozionato, il giovane ibrido si voltò a guardare Damon che lo stavano affiancando e poi gli altri testimoni che erano in attesa delle damigelle.

Quando un adolescente perde il padre, non gli viene a mancare solo l’affetto di un genitore, ma anche una guida per affrontare gli anni più difficili per un uomo, quelli della sua maturazione…

Damien si era sentito perso dopo l’incidente… fino a quando l’uomo che ora gli stava sorridendo aveva deciso in pochissimi minuti che da quel momento in poi si sarebbe preso cura di lui.

Fino a quando suo Zio Eric era tornato nella sua vita.

Fino a quando un Ibrido millenario lo aveva guidato nella sua prima trasformazione e poi si era fatto carico del suo addestramento.

Klaus lo aveva preparato ad affrontare i cambiamenti, gli aveva insegnato a sfruttare le sue nuove capacità, e dal momento che fu palese che avesse conservato anche i suoi poteri, aveva affiancato Freya e Bonnie per valutarne le potenzialità.

Damien guardò con un sorriso anche Jeremy che si era messo in mezzo tra Emma e Lucy, per farle smettere di discutere ed Alaric che stava porgendo il suo fazzoletto alla vigilante…

Dietro di loro c’era Elijah che era accomodato vicino ad Hayley e Kol che gli stava sorridendo abbracciato alla sua Davina, c’era voluto del tempo per riuscire a portala fuori dal piano ancestrale, e avevano collaborato tutti, da Freya a Bonnie, le gemelle, Hope e anche Damien aveva aiutato.

Erano stati tanti gli uomini che lo avevano aiutato a diventare un adulto.

E uno di loro, tra qualche minuto gli avrebbe affidato sua sorella.

A Villa Salvatore aveva ritrovato il calore di una famiglia e, cosa ancora più importante, aveva avuto la possibilità di crearne una sua.

Felicity, Oliver e Rebekah erano la sua famiglia, quella che lui aveva scelto di costruire.

L’attacco della marcia nuziale, lo fece trasalire.

Lizzie e Josie procedevano fianco a fianco con in mano dei piccoli bouquet.

Dietro di loro Rebekah teneva per mano il piccolo Stefan.

Eric e Bonnie.

Klaus e Caroline.

Wade e Zoe.

Hope con in braccio Jenna.

E poi Damien la vide…

Felicity procedeva molto lentamente, elegante al braccio di suo fratello, sorridendo a destra e sinistra a tutti i loro ospiti, non lo aveva ancora guardato… anzi sembrava che stesse cercando in maniera deliberata di non farlo.

«Per fortuna mi hai ucciso sei anni fa… » mormorò lo sposo.

Felicity finalmente lo guardò.

«Mi avresti fatto venire un attacco di cuore ora… in questo preciso momento» continuò Damien in un sussurro.

La sposa sorrise e continuò a camminare guardando negli occhi il ragazzo che la stava aspettando.

Rebekah osservò commossa il momento nel quale Oliver porgeva la mano di sua sorella, poi gli sposi si girarono verso di lei.

«Esistono persone nelle nostre vite che ci rendono felici per il semplice fatto di avere incrociato il nostro cammino» iniziò a parlare Becca, «Oggi ho l’onore e il privilegio di unire in matrimonio Damien e Felicity.

Loro… che hanno incrociato il cammino di tutti noi, da oggi percorreranno il resto della loro strada insieme e con la forza e la purezza del loro amore continueranno a riempire le nostre vite di gioia e felicità.

Ragazzi…

L’amore è la forza eterna della vita.

L’amore è la forza che ci permette di affrontare la paura e l’incertezza con coraggio.

Amatevi l’un l’altro, mantenetevi fedeli al vostro impegno.

Insieme potrete condividere e crescere.»

Hope salì sul gazebo e appoggiò un’ampolla di cristallo su un tavolinetto davanti agli sposi.

Lizzie stava porgendo a Damien un flacone che conteneva sabbia di quarzo cristallino rossa.

Josie ne stava porgendo uno identico a Felicity, ma la sabbia era dorata.

Rebekah attese qualche secondo, poi tornò a parlare.

«Damien e Felicity, prima di incontrarvi avete vissuto due vite separate, avete sognato e desiderato cose differenti, poi un giorno le vostre strade si sono intrecciate, vi siete innamorati e oggi vi trovate qui di fronte a noi per iniziare un nuovo viaggio insieme.
I contenitori con la sabbia colorata che avete in mano, simboleggiano il vostro percorso di vita, la vostra unicità e tutto ciò che vi ha modellato come persone.
Questo grande vaso è la vostra vita futura, la sabbia che verserete sarà la vostra unione.
Lo strato di sabbia vi simboleggia, tutto quello che eravate, tutto quello che siete e tutto quello che potrete diventare.
Questo perché il matrimonio si basa sulla forza degli individui».

Prima Damien e poi Felicity versarono parte della loro sabbia nell’ampolla più grande.

L’Originale sorrise e poi continuò.

«Ed ora uniamo i colori, a simboleggiare due vite unite insieme per sempre.
I colori individuali non esisteranno più, ma saranno uniti insieme come una cosa sola e, come voi due, non potranno mai essere separati…»

Felicity e Damien versarono contemporaneamente il resto della sabbia, che si mescolava e formava delle onde e dei disegni.

Becca prese l’ampolla e la osservò… poi l’alzò per mostrarla a tutti.

Per qualche istante gli invitati rimasero incantati a guardare il bellissimo disegno che si era creato, poi partì un lungo applauso.

Rebekah aspettò che ci fosse di nuovo silenzio, poi prese un bel respiro

«Ci siamo ragazzi…» annuì emozionantissima «se è vostra intenzione unirvi in matrimonio, datevi la mano destra ed esprimete il vostro consenso.
Damien, vuoi prendere Felicity come tua sposa?»

«Si, lo voglio»

«Felicity, vuoi prendere Damien come tuo sposo?»

«Si, lo voglio»

Rebekah si girò a guardare prima da una parte e poi dall’altra le persone che erano ai lati del gazebo «I testimoni hanno sentito?»

«Si»

L’Originale annuì soddisfatta «Alla presenza dei vostri familiari, dei testimoni e degli amici, potete scambiarvi le vostre promesse».

«Felicity… nell'attimo in cui ti ho incontrata, la mia vita è tornata ad essere meravigliosa.
Mi hai insegnato ad esprimere il meglio di me, a non aver paura di affrontare il domani e quando ero vulnerabile tu sei stata forte.
La mia forza invece, deriva da una sola e unica consapevolezza, che tu sei l’amore della mia vita.
Prometto di amarti, di essere tuo amico e tuo complice… per tutta l’eternità.»

«Damien… quando mi sono trasformata, ho creduto che l’amore che sognavo un giorno di vivere, quello su cui fantasticavo leggendolo nei libri, non lo avrei mai potuto provare.
Poi sei attivato tu e il mio cuore ha ricominciato a battere, come se fossi di nuovo viva… è stato per il calore del tuo sorriso che mi sono immediatamente e follemente innamorata di te… ed è stato nella forza del tuo abbraccio che sono potuta crescere e diventare una donna.
Ti prometto che ti amerò, sarò tua amica e tua complice… per tutta l’eternità.»

«Dal potere conferitomi dal fatto che io c’ero quando vi siete incontrati e vi ho visto mentre vi innamoravate… vi dichiaro Marito e Moglie!
Damien… vorrei dirti di baciare la sposa, ma tu hai uno strano modo di reagire quando si tratta di primi baci!»

Damon scoppiò a ridere e anche le Angels dalla prima fila non riuscirono a trattenersi.

«Credo proprio che correremo il rischio» esclamò lo sposo stando allo scherzo «vero amore mio?»

«Assolutamente si…» rispose la sposa inclinando la testa e avvicinando le sue labbra a quelle del marito.

 

Alla fine del succulento banchetto di nozze, al momento dei brindisi, Hope colse la palla al balzo, e nel suo discorso da damigella d’onore spiegò la battuta che la zia aveva fatto sull’altare, raccontando a tutti come era andato il primo bacio tra i due sposini.

Damien scuoteva la testa divertito, se lo aspettava… il suo rapporto con Hope era sempre stato così e lui non lo avrebbe cambiato di una virgola.

«Felicity è stata da subito la mia compagna di stanza» stava continuando la strega «venivo da New Orleans, dove ero felice con la mia famiglia, ma non avevo mai avuto un’amica… qui a Mystic Falls ho trovato una sorella e le ho voluto bene dal primo istante!
Un giorno le ho chiesto se saremmo state amiche per sempre, se io sarei stata presente al suo matrimonio, lei mi ha detto di non sperarci… è evidente che si è sbagliata!»

La damigella sorrise alla sua amica, mentre intorno a loro tutti sghignazzavano.

«Quando è arrivato Damien, lo avrei strozzato volentieri! Temevo che si mettesse tra noi due, che me l’avrebbe portata via.
Invece devo ringraziarlo, perché è grazie a lui che io posso essere amica di Felicity, della vera Felicity… la meravigliosa e gentile ragazza che era arrivata dall’Irlanda.
Lui ha fatto si che lei tornasse ad essere se stessa… ovvero l’amorevole, fantastica e pazza donna, che ora mi guarda ad un passo dalle lacrime.
Credo quindi… che Damien si meriti una confessione.»

Hope si rivolse direttamente allo sposo «Sei anni fa, quando ti ho dato il mio sangue, non l’ho fatto per Felicity… l’ho fatto per me.
Non potevo sopportare di non poter più litigare con te ogni giorno!» spiegò la ragazza con un’alzata di spalle, poi fece una pausa e con un sospiro continuò. «Ok… la verità è che qui ho trovato anche un fratello!
Ma si! Visto che ci sono… ti dico una cosa che non ti ho mai detto!
Ti voglio bene…»

Damien continuava a sorridere.

«Ora non è che ti commuovi e vieni ad abbracciarmi vero?» chiese la ragazza inarcando un sopracciglio e facendo un sorrisetto ironico.

«Non ci penso proprio!» ribatté scuotendo la testa il giovane Ibrido «Il festeggiato sono io… sei tu che devi venire da me!»

«Cin Cin!» esclamò Hope esasperata, alzando il calice che teneva in mano e gli occhi al cielo, poi si scolò in un sorso tutto lo champagne.

«Vacci piano con quello!» l’apostrofò il padre.

«Ne ho bisogno!» rispose la figlia avvicinandosi a Damien, poi con una smorfia gli prese il viso tra le mani per dargli un sonoro bacio sulla guancia.

«Ti voglio bene anche io, Strega!» proclamò lo sposo attirandosela contro e stritolandola in un caloroso abbraccio.

 

Il discorso del testimone dello sposo non fu da meno, Wade fece morire tutti dalle risate, raccontando aneddoti che sarebbe stato meglio non rendere pubblici! Damien guardava, tra il divertito e il preoccupato, Klaus e Oliver che lo fissavano, non era sicuro se volessero ammazzarlo o fargli i complimenti per l’intraprendenza.

Wade stava raccontando come aveva pianificato la prima volta tra lui e Felicity.

Lui aveva un ricordo molto diverso di quel momento e in particolare dei fatti che lo avevano preceduto e c’era ben poco da ridere…


I primi tempi, dopo la trasformazione erano stati duri.

Gestire le emozioni amplificate, la sete di sangue… era stato stressante.

Imparare di nuovo ad usare i suoi poteri era stato sfiancante.

Era andata un po’ meglio quando aveva capito come poteva scaricare tutte le tensioni, le corse notturne tra i boschi erano un toccasana.

Come se le preoccupazioni non fossero abbastanza, un pomeriggio dopo gli allenamenti, Klaus sembrava molto infastidito.

«Ok!» sbottò tutto ad un tratto «Caroline mi ha detto che ti devo parlare di questa cosa! Quindi lo farò!»

Damien lo sguardò intimidito.

«Il morso di un licantropo può uccidere una vampira… lo sai vero?»

Il giovane annuì.

«Quello di un Ibrido è ancora più letale»

Damien annuì di nuovo.

«Quello di un Ibrido che è anche uno stregone, non sono sicuro di poterlo curare» Klaus diventava sempre più nervoso vedendo che il ragazzo continuava a guardalo titubante «E non ho nessuna intenzione di verificarlo!» aggiunse categorico.

Il ragazzo continuava a non capire, poi sgranò gli occhi «Non ho nessuna intenzione di mordere Caroline! O Oliver… tantomeno Felicity!» spiegò con rabbia.

Klaus prima lo guardò a bocca aperta, poi scoppiò in una fragorosa risata.

«Il fatto che non ci arrivi, da una parte mi rincuora» sghignazzò l’Originale guardandolo con scherno. «Ma vedo che ci sei arrivato…» aggiunse subito dopo notando lo sguardo basso e l’atteggiamento imbarazzato del giovane Ibrido.

«Basta un graffio, basta che inavvertitamente le mordi le labbra mentre le dai un bacio… devi stare attento» il tono dell’Originale si era fatto tutto ad un tratto affettuoso.

Damien sollevò lo sguardo «A te succede spesso?» chiese in un sussurro.

«Io non sto attento… io la posso curare immediatamente» rispose Klaus «Mi spiace immensamente, Dude… dovevo avvertirti, ma devi solo fare attenzione!
Stai tranquillo, Caroline è stata fidanzata per un lungo periodo con un licantropo e non hanno mai avuto problemi, vabbé quasi mai… ma quella volta era colpa mia!»

 

A Damien sembrava di essere tornato indietro nel tempo, quando aveva timore di fare del male alla sua fidanzatina francese, ma questa volta a rischiare non era lui… era la vita di Felicity ad essere in pericolo, quindi era ancora peggio!

Felicity in un primo momento non badò al cambio di atteggiamento di Damien, attribuendolo alla trasformazione e alle sue conseguenze.

Ma le settimane passavano e lui la cercava sempre meno, le serate nella loro soffitta si facevano sempre più sporadiche, mentre le uscite notturne con gli altri licantropi sempre più frequenti e più lunghe.

Un giorno la ragazza si sfogò con Zoe.

Laurel non era tornata a scuola dopo le vacanze natalizie e per Felicity era stato molto più semplice approfondire la conoscenza con la giovane strega.

Senza l’influenza della sua amica, Zoe era una persona del tutto differente.

«Vorrei parlarne con Rebekah» si sfogò la vampira «ma non voglio ingigantire la cosa, probabilmente è solo una cosa temporanea.»

Zoe aveva annuito e l’aveva rassicurata «Damien ti ama davvero, si è preso una cotta per te dal primo momento! La canzone che ti ha cantato il giorno della recita… se ci penso ho ancora i brividi! Vedrai che appena supera questo momento di difficoltà, tutto tornerà normale»


«Non accendi la salvia?»

«Certo…»

Quella sera Felicity aveva convinto Damien a prendersi qualche minuto di tranquillità nella loro soffitta.

«Possiamo stare poco… Zio e Klaus mi aspettano»

La ragazza annuì «Come vanno le trasformazioni? Sono meno dolorose?»

«Si… molto meglio e in ogni caso ne vale la pena, è bellissimo correre nel bosco»

«Molto bene… ne sono felice»

La ragazza si era avvicinata e Damien istintivamente si era allontanato.

«C’è qualcosa che non va?» non riuscì più a trattenersi Felicity «Se c’è qualcosa devi dirmelo, Damien»

«No va tutto bene…»

«Sei sicuro?»

Il giovane Ibrido annuì.

«Dopo che ti sei trasformato… hai capito che non mi ami più come prima?»

Il ragazzo sbarrò gli occhi «Ma che dici? Certo che ti amo! Come… se fosse possibile anche più di prima!»

«Bene… » sussurrò la ragazza prima di afferrarlo e sbatterlo violentemente contro un muro.

Damien non capì più nulla, si avventò su Felicity famelico, baciandola e toccandola ovunque, le mani scesero sulla curva rotonda delle natiche, l’afferrò e la sollevò…

Le gambe di lei si avvolsero intorno ai fianchi di lui, la ragazza si spinse in avanti e inarcò la schiena «Oh sì…» gemette, avvertendo l'erezione viva e pulsante.

Come se la voce di Felicity lo avesse risvegliato, Damien la rimise a terra.

«Devo andare!» fece con la voce strozzata, respirando a fatica «Devo proprio andare!»

La vampira annichilita lo guardò prendere le scale e sparire in un baleno.

 

Klaus si stava spogliando lentamente, in attesa che Damien iniziasse la trasformazione, lo faceva sempre prima di procedere con la sua… per valutare i progressi.

Quella sera il giovane Ibrido stava avendo molte difficoltà… era addirittura peggio della prima volta.

«FERMATI!» ordinò l’Originale.

«Come mai?» stava chiedendo Eric preoccupato.

«Cos’hai?» domandò Klaus direttamente a Damien, che si era disteso sul terreno abbracciandosi le ginocchia, in posizione fetale.

Quando il ragazzo si girò per rispondere, il volto era solcato dalle lacrime «Uccidimi ti prego…» lo implorò «Non le voglio fare del male… ti prego fallo!»

«Ma di cosa parla?» chiese Eric allarmato.

«Non mi controllo! Le zanne non le controllo!» continuò Damien guardando Klaus, ignorando lo zio «Le sto lontano… cerco di starle lontano! Lei pensa che non la amo più! Ma io preferisco morire che farle del male… quindi ti prego, uccidimi!
Puoi dire che ero impazzito! Che ero fuori controllo! Che non hai avuto scelta!»

«SI PUO’ SAPERE COSA STA SUCCEDENDO?» sbraitò Eric per attirare la loro attenzione.

«Rivestiti!» ordinò Klaus «Io e te prendiamo il primo volo per New Orleans» spiegò direttamente a Damien.

«Non farò MAI quello che mi ha chiesto!» si limitò a dire a Eric.

 

Klaus non aveva dato spiegazioni, partirono dalla scuola che doveva ancora albeggiare.

«Fidati di me…» era l’unica cosa che aveva detto a Caroline, mentre la salutava prima di entrare in macchina, la vampira aveva annuito.

«Non mi piace…» aveva mormorato tra i denti Damon abbracciato ad Elena.

Insieme a Care ed Eric erano i soli che erano stati messi al corrente del viaggio, tutti e quattro osservarono in silenzio la macchina mentre usciva dal cancello.

Felicity la mattina dopo era disperata

«Non mi ha neanche salutato!» singhiozzava abbracciata a Rebekah.

«Perché non ci avete avvertito?» chiese innervosita l’Originale.

«Non ce n’è stato il tempo» rispose Caroline.

«Cosa sono andati a fare a New Orleans?» domandò Oliver.

«Non ne ho idea» confessò Care.

 

«Dimmi cosa hanno fatto» chiese Klaus a Marcel che lo precedeva scendendo le scale.

Damien li stava seguendo e quando arrivarono in una sorta di caverna sotterranea vide delle persone incatenate.

«Lui si è introdotto a Sant’Anne e durante un rito ha ucciso due streghe» spiegò Marcel indicando un vampiro quasi completamente disidratato.

«Quello invece ha attaccato il Bayou» continuò Gerard indicandone un altro «ha stuprato e ucciso una ragazza che non era neanche una licantropa, non aveva ancora attivato il gene»

«Li voglio tutti e due! Nutrili!» ordinò Klaus.

Marcel liberò i due vampiri e li strattonò fino al centro della stanza, poi tirò loro due fiale di sangue che furono consumate con avidità.

Klaus si girò verso Damien «Vediamo quanto è letale il tuo morso!» lo pungolò esortandolo ad attaccare.

«Cosa?» replicò il giovane «Non posso farlo!»

«Puoi e devi…» lo incalzò l’Originale.

Il ragazzo si guardò intorno, c’erano altri vampiri incatenati, tutti stavano guardando Klaus Mikaelson con il terrore negli occhi.

«E’ una prigione?» chiese a Marcel.

«Una mezza specie» rispose lui con un ghigno.

«C’è un motivo valido per il quale sono qui…» continuò Damien, era più un’affermazione che una domanda.

Infatti i due Ibridi lo fissarono senza rispondergli.

Il giovane attaccò con una furia che fece rimanere interdetto Marcel, mentre lasciò Klaus assolutamente impassibile.

Il tutto terminò in pochi secondi, quando Damien sollevò lo sguardo dai corpi agonizzanti, sul suo volto non c’era nessuna traccia del solare ragazzo che tutti conoscevano.

«Dovevi solo morderli» commentò serio Klaus «Tecnicamente dovevo salvarli! Uno è senza speranza… è praticamente già morto! Marcel prendine un altro…».

L’Originale si morse un polso, fece colare un po’ di sangue in una ciotola e lo fece bere al vampiro che sembrava stesse meglio, rantolava riverso sul terreno e aveva uno squarcio che partendo dal deltoide della spalla arrivava fino al muscolo tiroideo, l’estensione della ferita era impressionante e l’Ibrido la stava osservando attentamente.

«Funziona…» commentò un attimo dopo «Il mio sangue funziona…» ribadì mentre infilava un braccio nello sterno del vampiro e gli strappava il cuore, con noncuranza scaraventò il cadavere a qualche metro di distanza e afferrò il vampiro che Marcel gli stava avvicinando.

«Solo un morso» si raccomandò allungando uno degli avambracci del malcapitato che stava urlando spaventato.

«Ma se il tuo sangue funziona…» scosse la testa Damien che stava ritornando in sé.

«MORDI!» ordinò Klaus.

Il giovane fece quello che gli era stato chiesto, l’Originale scrutò la ferita che già si stava arrossando, poi trascinò il vampiro verso le scale.

Marcel e Damien lo seguirono silenziosamente fino al cortile della residenza dei Mikaelson, dove Freya, Elijah e Kol li stavano attendendo.

Klaus prese uno dei calici che erano sul tavolino e lo porse al più giovane «Dagli il tuo di sangue» lo sollecitò.

«Non funziona» osservò Freya dopo un minuto «Prova con la magia… poni una mano sulla lesione» lo guidò risoluta.

Damien obbedì e quanto lasciò la presa notò che la ferita si stava lentamente rimarginando, stava per sorridere quando il vampiro che aveva guarito, si accasciò davanti ai suoi occhi… questa volta Klaus aveva infilato il braccio dalla schiena per strappargli il cuore.

«Perché?» domandò il ragazzo trasecolando.

«Non ci servono testimoni» fu la sua risposta lapidaria.

 

Damien si era ammutolito, non aveva detto più di una decina di parole per tutto il giorno.

Era molto tardi quando arrivarono alle porte di Mystic Falls e stavano quasi oltrepassando il cancello quando Klaus gli parlò.

«Nessuno verrà mai a sapere cosa è successo in quella grotta, sarà un segreto tra di noi… e non preoccuparti non ci chiederanno come abbiamo capito cosa puoi fare… c’era un solo modo per farlo e ne sono tutti consapevoli»

«Grazie…» si limitò a sussurrare in risposta.

L’Originale aveva ragione, erano troppo rincuorati per il fatto che fossero tornati a casa e troppo entusiastici della scoperta per fare domande.

«Era questo quindi? Avevi paura di farmi del male?» domandò Felicity con le lacrime agli occhi.

Damien annuì fissandola con gli occhi lucidi.

«Questo significa che non le starà più alla larga?» domandò Oliver divertito «Mi piaceva la cosa!»

«Non preoccuparti, Mate» lo rassicurò Klaus «Il mio morso è ancora letale per lui, ti assicuro che se mi fa innervosire non avrà la forza per curarsi!»

«Ma dai!» sbottarono in coro Caroline e Rebekah.

«E finitela!» rincarò Elena.

Anche tutti gli altri nella stanza li guardarono con biasimo, ma la verità era che si stavano trattenendo dallo scoppiare a ridere, Fel e Damien erano arrossiti violentemente ed evitavano di guardarsi.

Al giovane Ibrido servì qualche settimana per riprendersi dal viaggio a New Orleans, ma questa volta poté lasciarsi coccolare da Felicity e fu molto più gradevole!

 

«Hope vi ha raccontato il primo bacio… io invece vi dirò come Damien è riuscito ad eludere la sorveglianza di tutto il corpo docenti, parenti, amici e vigilanti, la prima volta che questi due hanno fatto sesso!» era così che aveva esordito Wade con il suo discorso del testimone.

Era per lo più una ricostruzione dei fatti fantasiosa, stava mischiando confidenze dirette di Damien, cose che aveva realmente fatto per aiutare il suo amico ad attuare il suo piano di seduzione e quello che gli aveva raccontato Zoe, derivante dalle confidenze di Felicity.

La verità era che Damien aveva atteso pazientemente il momento più favorevole, la settimana dello Spring Break, quando la scuola si era svuotata.

Tutti gli studenti erano tornati a casa, compresi Zoe e Wade.

Caroline e Klaus erano partiti insieme alle loro tre figlie per una breve vacanza a New Orleans.

Elena e Damon erano andati a New York per organizzare il trasferimento definitivo a Villa Salvatore, dovevano impacchettare le loro cose e cedere il bar a Josh che lo stava gestendo in maniera impeccabile da mesi.

Il vampiro di New Orleans si trovava benissimo nella Grande Mela ed aveva incontrato anche una persona speciale… era ben contento di rimanere lì e rilevare l’attività.

Elena doveva recarsi anche all’università e in ospedale per delle pratiche burocratiche, avrebbe terminato studi e tirocinio in Virginia a pochi chilometri da Mystic Falls.

Jeremy si era lasciato convincere da Kol ad andare a Miami, la meta più gettonata dagli studenti universitari, ed erano partiti con l’intenzione di scatenarsi durante i party sulla spiaggia e i festival musicali.

Le Angels e i vigilanti stavano sistemando il cottage che era stato ricostruito, anche il sistema di sorveglianza doveva essere ripristinato e Alaric era sempre da loro per aggiornarlo e testarlo.

Eric e Bonnie si erano appena messi insieme ed erano troppo presi per badare a cosa gli accadeva intorno…

Oliver e Rebekah la notte la passavano nella loro dependance…

Non poteva esserci un momento migliore!

Quando Felicity era entrata nella soffitta avvertì un intenso profumo di salvia, era bendata e stava sorridendo.

«Che hai fatto? La cuoca ti ha beccato a rubarla e hai deciso di coltivartela da solo?»

«La prudenza non è mai troppa!» sghignazzò Damien.

Quando il ragazzo sciolse il nodo e le tolse la sciarpa dagli occhi, Felicity sussultò.

Candele ovunque ed enormi cuscini ricoprivano il pavimento.

«Felicity vuoi fare l’amore con me?» le sussurrò abbracciandola da dietro.

«Si… » rispose immediatamente la ragazza.

Quello che era successo dopo, nella mente di Damien era un po’ offuscato, quasi si fosse trattato di un sogno, ricordava di averla spogliata lentamente… di avere baciato ogni centimetro che scopriva, il momento esatto che si era spinto dentro di lei non riusciva proprio a ricordarselo, il suo cervello era andato in tilt…

Poco male… perché ogni volta che aveva rifatto l’amore con Felicity, era sempre stato come la prima volta…

Davvero… non in senso figurato.

E ogni volta si era preso il tempo per assaporare l’istante nel quale avvertiva la lieve resistenza, quella lieve pressione in più che doveva fare per prenderla, il lieve sospiro che Felicity faceva ogni singola volta…

Avvertiva quella percezione di possesso… quella consapevolezza che lei era sua ed era stata solo sua.

Suonava un pò misogino… ma non riusciva proprio ad impedirsi di gioirne.

Una volta doveva aver detto o fatto qualcosa, perché la ragazza lo aveva guardato di traverso.

«Proprio non ci riesci a evitare di farlo vero? Non so che darei per toglierti quell’espressione compiaciuta!»

«Di che parli?» chiese con sorriso innocente.

«Parlo del fatto che è come se mi sverginassi ogni volta!»

Aveva nascosto il viso tra i suoi capelli per attutire la risata che gli era nata spontanea.

«Ti faccio sempre male?» mormorò cercando di sembrare premuroso.

Era una finta… ogni volta che Felicity sospirava, lui avvertiva un inconfessabile fremito di piacere, una sensazione di potenza e dominio.

«No, mi piace… mi piace sentire esattamente il momento che mi prendi» confessò lei con un filo di voce.

Damien aveva ringhiato, le aveva afferrato i polsi e glieli aveva fatti sollevare dietro la testa, con l’altra mano aveva afferrato un lembo della maglietta e l’aveva strappata, esponendo i suoi seni coperti dal reggiseno.

«Però mi scoccia!» aveva aggiunto, Felicity inarcandosi verso di lui.

«Che ti scoccia? Che ti ho potuto donare la mia verginità solo una volta?» sghignazzò Damien fissandole il capezzolo rosa che sbucava dal pizzo e chinandosi con l’intenzione di prenderlo tra le labbra.

Felicity lo bloccò con entrambe le mani e lo scansò quel tanto per guardarlo negli occhi «Tu non l’hai fatto! Tu non eri vergine!»

«Ma che dici? Era la prima volta anche per me!» ribatté il ragazzo aggrottando la fronte.

«Tu hai detto che la tua prima volta era stata un disastro!»

La ragazza lo guardava a bocca aperta.

«Amore mio… non mi sembra il momento, sono dentro di te e ho in mente altro!»

Damien intercettò il suo sguardo e sbuffando si scostò.

«A costo di sembrarti poco sensibile, Chérie…
Se un ragazzo riesce… ad andare fino in fondo, è andata bene!
Se si accorge che la sua “partner“ non si è divertita è andata benino.
Se ho detto che è stato un disastro… significa che non sono riuscito a farlo!»

Felicity sorrise con un lampo malizioso negli occhi.

«Ora chi è ad avere un espressione compiaciuta?» Damien le sollevò le gambe, le afferrò i polpacci e la fece voltare, coprendola col proprio corpo, usò le ginocchia per farle spalancare le cosce, poi la penetrò con forza tenendola per i fianchi «Come ben sai non mi è più successo!»


Wade era un attore nato, tutti erano rapiti dalla sua verve e dalle sue capacità comunicative, attitudini che aveva affinato laureandosi alla Yale School of Drama.


Quattro anni prima, subito dopo il doppio matrimonio organizzato da Klaus ed Oliver, erano arrivate le agognate buste grandi che contenevano l’ammissione a Yale dei quattro studenti che avevano sostenuto la severissima selezione.

Felicity si era fatta in quattro per recuperare, lei era più piccola di un anno rispetto a Damien, Wade e Zoe…

I ragazzi non lo sapevano ma Elijah era andato a parlare con il Rettore, per assicurarsi che fossero consapevoli delle capacità superlative degli studenti della Salvatore School.

«Tutto a posto» aveva confermato Klaus a Caroline un sera «ma Elijah mi ha detto che una domanda era stata già accettata»

«Chi?» aveva domandato Care.

«Felicity…»

Caroline era scoppiata a ridere «Dobbiamo dirlo ad Oliver… ma a nessun altro!»

E così i quattro ragazzi avevano cominciato la loro avventura universitaria. Si era deciso, insieme alle famiglie di Wade e Zoe, che non avrebbero potuto abitare nelle residenze studentesche, sarebbe stato troppo difficile mantenere le apparenze, la scelta era caduta su un appartamento in città.

Quattro camere da letto, un bel soggiorno, una cucina super accessoriata e due bagni… una reggia, più che un appartamento studentesco!

Klaus lo aveva scelto personalmente ed era stato irremovibile, dovevano avere tutti i loro spazi!

Anche se vivevano tutti insieme, ognuno di loro aveva scelto un percorso di studi diverso: Giornalismo per Zoe, Teatro per Wade… Damien aveva scelto Economia, Felicity Letteratura.

Durante il giorno si mischiavano agli altri, allacciando amicizie e relazioni come dei normali studenti universitari, la sera stavano insieme, a casa o in giro per locali a divertirsi e rilassarsi.

Erano stati quattro anni molto felici ed erano passati in un baleno.

 

New Haven era molto vicina a Boston, Felicity e Damian passarono molti fine settimana in compagnia di Zia Martha e Maze.

A Salem le cose erano cambiate, quando Andrew, l’unico superstite del raid a Mystic Falls, era ritornato e aveva spiegato di quali crimini si era macchiata la Reggenza della Congrega, il biasimo fu unanime e chi era rimasto fedele alle politiche di Corey era stato processato e poi cacciato.

Se non erano i ragazzi a raggiungerle a Boston, erano le due donne ad andare da loro… la scusa era sempre la stessa; quattro ragazzi lasciati a loro stessi? Mangeranno? Staranno bene? Chi si occupa di loro?

Il problema era che i quattro ragazzi non erano lasciati a loro stessi! Un pomeriggio, di ritorno da un corso, Felicity trovò una situazione surreale.

Nel soggiorno c’erano Donna e Lucy che stavano amabilmente prendendo un tè con Martha e Maze.

«Gioia!» le andò incontro con voce squillante Lucy «Siamo venute a dare una sistemata alla casa! Così per qualche settimana non dovete preoccuparvi dei lavori domestici!»

«Qualche settimana?» aveva chiesto sbarrando gli occhi la ragazza.

«Ci sistemeremo nella stanza di Damien… » aveva annuito Donna «Ha tutta l’aria di non essere mai usata» aveva aggiunto maliziosa, facendo avvampare Felicity.

Tutti erano andati più volte a far visita ai ragazzi, anche Hope li aveva raggiunti molto spesso.

Ogni anno si diplomavano sempre più ragazzi alla Salvatore School ed erano sempre di più quelli che desideravano continuare gli studi, sistemarli tutti diventava sempre più arduo.

«Servirebbe un convitto tutto nostro!» aveva detto una volta Caroline.

In una delle loro visite successive, Klaus aveva notato che il palazzo davanti al loro appartamento era abbandonato da tempo.


Durante l’estate, Damien e Felicity lavoravano al Centro Sportivo, nel locale che gestivano Damon ed Oliver.

Una sera Klaus lanciò l’idea di acquistare il palazzo a New Haven “Potremmo farci una residenza studentesca privata… ad uso esclusivo dei nostri diplomandi».

Damien lo guardava interessato.

«Ai piani superiori dei mini appartamenti e al piano terra ci verrebbe un bel locale» stava continuando l’Originale «un bar ristorante per la colazione e per gli spuntini veloci tra una lezione e l’altra… mentre di sera, cena con spettacoli e musica dal vivo, un ambiente caldo ed accogliente, ma sicuro e tutelato.»

«Un po’ lontano da Mystic Falls» aveva commentato Oliver «uno di noi due si dovrebbe trasferire» aveva affermato rivolgendosi a Damon.

«Oppure qualcuno dovrebbe restare» era intervenuto Damien.

«Tra un paio d’anni arriverà Hope» stava ponderando Felicity «e poi toccherà a Josie e Lizzie»

«La zona degli appartamenti deve essere privata» le stava rispondendo Damien «ma nulla vieta che il locale sia aperto al pubblico»

«Beh… si potrebbero avere dei vigilanti» stava riflettendo la ragazza «Come facciamo qui»

«E riservare un appartamento per un sistema di video sorveglianza» stava annuendo Damien.

«Kate e Rick sarebbero perfetti per la gestione della sicurezza» gli rispose la vampira «sono una coppia e non avranno problemi a trasferirsi insieme»

«Di certo non possiamo separare le Angels! » era scoppiato a ridere Damien.

Klaus, Oliver e Damon osservarono i due ragazzi mentre facevano piani e tiravano fuori idee.

«Era esattamente questa la reazione che mi aspettavo» commentò sorridente l’Ibrido Originale.

Il palazzo era stato ristrutturato e dopo la luna di miele in Europa, con due lunghe tappe a Monaco e in Irlanda, Damien e Felicity potevano iniziare la loro nuova avventura.

Avrebbero gestito la Residenza e il Salvatore’s, il locale che Damien aveva disegnato e progettato personalmente… era bellissimo! Il migliore di tutta New Haven.

Anche i piani superiori erano pronti per accogliere gli studenti, gli appartamenti erano moderni e spaziosi, dotati di tutte le comodità. Hope addirittura aveva già scelto l’alloggio che avrebbe usato quando li avrebbe raggiunti dopo il diploma!

I due giovani sposi avrebbero continuato a vivere dall’altra parte della strada nella loro vecchia casa e le stanze di Wade e Zoe sarebbero state sempre a loro disposizione per quando avessero avuto voglia e tempo di venire a dare una mano.

Kate e Rick, come avevano previsto, erano stati ben felici di seguirli, le Angels lo erano state un pò meno, visto che dovevano istruire dei nuovi vigilanti.

Non erano i primi e non sarebbero stati gli ultimi, in quei sei anni altri vampiri e licantropi si erano aggiunti al team di sorveglianza, la scuola diventava sempre più affollata e il personale non era mai abbastanza, inoltre Lucy si era unita a Mrs Byrne nella gestione del convitto.

Dopo che il centro sportivo era stato ultimato e Oliver, a malincuore, aveva dovuto lasciare il suo incarico di stalliere e giardiniere, il suo posto era stato preso da Owen, un vampiro molto gentile e affabile, che con un sorriso perenne sulle labbra se ne andava in giro per il parco con la sua immancabile salopette di jeans.

Tutti lo avevano adorato dal primo istante… tutti tranne Cristina.

Anche Owen, quando si era trasformato non era giovanissimo e con i suoi modi galanti, da uomo di altri tempi… la faceva impazzire!

E più Cristina lo trattava male, più lui era amabile e affettuoso, più lei gli sfuggiva e più lui si ostinava a corteggiarla.

A tutti era evidente che lei avesse capitolato da tempo! Ma guai a dirlo alla diretta interessata!

«Ma figuriamoci! Non ho tempo per certe cose!» andava rispondendo a chiunque avesse l’ardire di fare qualche illazione.

 

Era il momento della prima danza degli sposi.

«Ho una sorpresa!» stava annunciando Klaus con un sorrisetto sornione «Per cantare la vostra canzone, ho fatto arrivare un ospite d’eccezione!
Damien, tu sei stato bravissimo… ma lui la interpreta meglio!
Felicity è il mio personale regalo per te… ti posso presentare Edward Christopher Sheeran?»

«Lei può chiamarmi Ed!» proclamò un ragazzo con i capelli rossi che si stava facendo strada tra gli ospiti.

La sposa rimase a bocca aperta a fissare il suo cantante preferito.

«Credo che il posto di Felicity e Damien sia al centro della sala!» affermò il cantautore britannico salendo sul palco e sistemandosi il microfono, poi dopo qualche attimo partirono le prime note di “Perfect“.

«Sei sempre il solito megalomane!» lo punzecchiò Caroline.

«Always and forever, Love»

 

La festa era terminata, per gli ospiti che arrivavano da lontano avevano sistemato delle stanze nel convitto, la scuola era chiusa per le vacanze estive e gli studenti erano tornati a casa.

Dopo i saluti e la promessa di rivedersi la mattina dopo per fare colazione tutti insieme, ognuno si avviò verso il proprio alloggio.

Un gruppo di persone si incamminò insieme, nella stessa direzione.

«Allora Buonanotte…» salutò Damon sistemandosi meglio tra le braccia Stefan che si era addormentato esausto.

Anche Elena si era fermata davanti alla stessa villetta in stile coloniale, con in braccio la piccola Jenna.

Era una delle case che erano state costruite in semicerchio in un angolo dell’immenso parco di Villa Salvatore, ognuna circondata da un ampio giardino per garantire un po’ di privacy.

Non tutte erano ancora abitate… ma lo sarebbero state negli anni a venire.

A gruppetti si erano avvicinati alle loro abitazioni, poi si fermarono sul patio per godersi la scena.

Caroline e Klaus insieme ad Hope, e i loro ospiti Elijah, Hayley, Freya e Keelin.

Alaric con Josie e Lizzie.

Jeremy con Kol e Davina

Bonnie ed Eric.

Rebekah ed Oliver.

Anche Elena e Damon, dopo aver messo a letto i loro bambini, uscirono di nuovo.

Tutti stavano guardando Damien che si era piegato per prendere in braccio Felicity e stava salendo i gradini.

«Non ci posso credere che non abiteranno qui con noi» stava dicendo Oliver.

«Quella è la loro casa tesoro, non importa dove passeranno buona parte dell’anno… è qui che torneranno sempre»

Oliver annuì abbracciandola.

«Pronta signora Digne?»

«Certamente Signor Digne»

Damien oltrepassò la soglia, poi si chinò a baciare sua moglie.

Un lungo applauso partì dalle altre case.

Caroline si girò a guardare Klaus «Cosa c’è?» domandò incerta.

«Sono solo felice, Love»





   
 
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