Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    25/11/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Uniamo le forze
 
Corsero con i dardi e gli scudi evocati e quando raggiunsero Caldar, lo trovarono con l’espressione stravolta. Joyce non ci mise molto a capire il motivo.
Il condotto si apriva su una sala ovale che si allungava fino all’estremo opposto. Lungo le pareti erano allineati dei bozzoli fissati alla parete da filamenti color latte.
Il gromm grugniva e batteva i pugni al suolo come se stesse danzando attorno a quei bozzoli. Passava da uno a quello successivo ripetendo gli stessi gesti.
Galef fu il primo a reagire. “Forse sono ancora vivi.” Corse a uno dei bozzoli e vi posò sopra le mani. Dal lucore emanato nel punto in cui il palmo toccava la sostanza color latte, Joyce capì che stava usando il raggio magico.
Il bozzolo di aprì e ne scivolò fuori un gromm dal pelo color nero e grigio.
Il gromm giovane urlò e si dimenò mentre Galef finiva di dissolvere col raggio magico ciò che restava del bozzolo. Il gromm in esso contenuto scivolò al suolo e rimase immobile.
“Attenti” disse Halux. “Quei bestioni si agitano nel sonno.”
Galef lo ignorò ed esaminò il gromm da vicino. Gli posò l’orecchio sull’ampio petto. Quando si rialzò disse: “Non respira.”
“Forse non ha i polmoni in quel punto” disse Akil.
“Forse non li ha proprio” disse Halux.
Joyce e gli altri liberarono gli altri gromm. Dai venti bozzoli che aprirono, solo dodici gromm uscirono vivi. Gli altri erano già morti o moribondi. Due morirono poco dopo essere stati liberati.
Uno dei gromm si era ripreso abbastanza da mettersi a sedere. Si guardava attorno con aria sconcertata. Il piccolo gromm si esibì nella solita danza di grugniti, versi e pugni sferrati al suolo.
“Deve essere il modo in cui comunicano tra loro” disse Bardhian.
“Senza di te non ci saremmo arrivati” disse Halux con tono di sufficienza.
Bardhian gli rivolse un’occhiataccia.
“Non badargli” disse Joyce. “Gera fa così con tutti.
“Gromm-zu” disse la creatura issandosi sulle possenti gambe. “Gromm-zu.”
“Parlagli tu visto che sei così bravo” disse Bardhian a Halux.
L’erudito fece una smorfia. “Se volessi, potrei imparare il loro rudimentale linguaggio. Non sarebbe difficile.”
“Perché allora non lo fai?” lo provocò Joane.
“Non c’è tempo” rispose Halux. “Strega rossa. Questi selvaggi si fidano di te.”
“Non sono selvaggi” disse Joyce.
“Il fatto che si fidino di te li rende tali” rispose.
Joyce sospirò e si piazzò davanti al gromm.
“Troll-na” disse indicandosi il petto.
Il gromm la imitò. “Gromm-vi.”
“Ti chiami Vi?”
“Gromm-vi” ripeté il gigante.
Joyce annuì. “Ti chiamerò Vi, allora.”
Gli altri gromm si stavano risvegliando e a mano a mano che sembravano rendersi conto dei loro compagni che non erano stati altrettanto fortunati, si disperavano sui loro cadaveri.
Alcuni si battevano il petto piagnucolando e guaendo, altri picchiavano il suolo e ringhiavano. Vi, il gromm con cui Joyce era riuscita a comunicare, strappò le corna a un paio di suoi simili. Il cucciolo di gromm accarezzava la testa di uno degli adulti con un gesto delicato, come se avesse paura di fargli del male anche adesso che era morto.
Joyce decise di lasciarli soli mentre vegliavano i loro caduti e ritornò da Joane e gli altri, che invece stavano discutendo.
“Da qui in avanti” disse Caldar. “Potrebbe diventare davvero dura.”
“Concordo” rispose Galef. “Anche se non riconosco nessuna di queste gallerie, sono simili a quelle che ho attraversato la prima volta. E sono piene di ragni.”
“Li dobbiamo evitare” disse Joane. “O quelle bestiacce potrebbero scoprire che abbiamo un sapore migliore dei gromm.”
“Il problema è come fare a uscire senza che ci piombino addosso” disse Caldar. “Ci vorrebbe qualcosa che li distragga.”
“Usiamo i gromm” suggerì Lindisa. “Facciamo in modo che attirino l’attenzione dei ragni mentre noi passiamo da tutt’altra parte.”
“Se urlassero e si dimenassero come stavano facendo poco fa, potrebbero anche riuscirci” disse Caldar.
“Io non sono affatto d’accordo” disse Joyce facendosi avanti.
Joane ghignò. “Non so perché, ma ero sicura che l’avresti detto.”
“Volete mandare i gromm al massacro” rispose. “È ovvio che sono contraria.”
Lindisa incrociò le braccia sul petto. “O noi o loro.”
“Io non sono comunque d’accordo.”
“Eppure è una buona idea” disse Joane. “In fondo i gromm non sono altro che bestiame per i ragni. Sarebbe nella loro natura.”
“Sono intelligenti” protestò Joyce.
“Niente lo prova” si intromise Halux. “Anche se ravvedo io stesso un barlume di coscienza sotto tutto quel pelo e quei muscoli.”
Lindisa scosse la testa. “Se sono così intelligenti, perché non si ribellano?”
Joane fece schioccare la lingua. “Perché un maiale o una pecora non si ribellano al loro padrone?”
Bardhian si strinse nelle spalle. “Perché dovrebbero?”
“Bella domanda” disse Joane.
“Pecore e maiali sono animali” disse Joyce a denti stretti. “E i gromm non lo sono.”
“Questo lo dici tu, strega rossa” fece Joane con tono di sfida. “Hai mai interrogato un maiale? Gli hai mai chiesto se preferisse vivere nella natura selvaggia, dove qualsiasi altro animale potrebbe ucciderlo senza troppe difficoltà, o se fosse più contento di passare la sua vita al sicuro in un recinto, e di morire con la pancia piena?”
“Solo tu potevi dire una cosa simile” ringhiò Joyce. “Dovresti vergognarti”
“E di cosa? Solo per aver detto la verità?”
“I ragni mangiano i gromm. Li chiudono in quei bozzoli e li lasciano morire.”
“Ma per la maggior parte della loro vita se ne stanno tranquilli nella loro valle, no?” fece Joane. “Ogni tanto i ragni fanno un’incursione nel loro territorio e ne catturano qualcuno per mettere da parte un po’ di riserve di carne. In cambio li lasciano in pace per il resto del tempo. Mi sembra uno scambio equo.”
“Per te forse lo è” disse Joyce puntandole contro l’indice. “Ma non per i gromm.”
“Io appoggio l’idea di Lindisa” disse Joane. “Usiamo i gromm per salvarci.”
Caldar annuì. “Concordo.”
“Anche io” disse Bardhian.
Joyce gli rivolse un’occhiataccia.
“Sei dalla sua parte e non dalla mia? È così?”
Lui si strinse nelle spalle. “Spiace anche a me per i gromm, ma Joane e Lindisa hanno ragione. E io sto dalla nostra parte. Dobbiamo uscire di qui vivi, se possibile.”
Joyce guardò Galef. “E tu? Stai con Lindisa, vero?”
Galef fece per dire qualcosa, ma Lindisa gli strinse il braccio.
“Cerca solo di provocarti. Non risponderle.”
Galef esitò e sembrò sul punto di dire qualcosa.
“Bene” disse Joyce. Fece un rapido giro su sé stessa e marciò decisa verso i Gromm. “Vi” chiamò. “Vi?”
“Gromm” rispose il gigante.
“Dovete andare via. Adesso.”
“Gromm” fece Vi con espressione perplessa.
“Via. Scappate” disse Joyce. Indicò il gruppo con Joane e gli altri. “Vogliono usarvi come esche. Andate via. Se scappate adesso non potranno fermarvi.”
“Gromm” rispose Vi scuotendo la testa.
“Mi capisci?”
Il gromm tornò tra i suoi simili.
“Morirete tutti” disse Joyce.
Joane si avvicinò. “Sei patetica” disse.
“Tu” ringhiò Joyce. “È tutta colpa tua.”
Joane ridacchiò. “Ecco che inizi a dare la colpa agli altri per i tuoi fallimenti.”
“Se tu non avessi convinto gli altri” iniziò a dire Joyce.
“Tu hai un’idea migliore?”
“I gromm…”
“Sì, sono intelligenti, lo hai già detto. E allora? Hai un’idea migliore per salvare quelle persone?”
Joyce scosse la testa.
“Se non hai nulla da proporre, allora lasciaci tentare.”
“I gromm moriranno.”
“Prima o poi moriranno comunque.”
“Non puoi dirlo.”
“Sono bestiame” esclamò Joane con tono esasperato. “Vivono così da secoli, forse millenni. Guardali, strega rossa. Prosperano.”
“Non direi che prosperano. Sono schiavi dei ragni.”
“Ho visto di peggio” disse Joane con tono più calmo. “In alcune città gli uomini e le donne che vivono come schiavi non hanno la stessa fortuna dei gromm.”
Joyce ripensò agli albini e al modo in cui trattavano quelli che non avevano i poteri.
“I ragni sono dei buoni padroni, dopotutto” proseguì Joane.
“Ne ho abbastanza di questa storia” disse Joyce esasperata. “Volete usare i gromm? Fate pure, io non vi aiuterò.”
“Che cosa hai intenzione di fare?”
“Andrò con loro” disse. Era una decisione presa senza riflettere sulle sue conseguenze, ma in quel momento non le venne in mente altro.
Joane si accigliò. “Morirai.”
“Prima o poi moriremo comunque, no?”
La strega fece un ghigno. “Non so se sei più pazza o più stupida. Vuoi sacrificarti per i gromm? Per delle bestie?”
“Non sono…”
“E la guerra contro Malag e Persym?”
“La vincerete voi.”
Lo sto dicendo davvero? Si chiese.
“È solo un modo per costringerci a scegliere tra te e la salvezza? Te lo chiedo perché temo che quelle persone sceglierebbero sempre la loro salvezza.”
“Sono convinta di quello che faccio” disse.
No, non lo sono affatto, pensò. Lo faccio solo perché usare i gromm come esche è un’ingiustizia.
“Io sono convinta” ripeté. “E tu?”
“Io so che cosa voglio. La mia idea è buona.”
“Ne sei certa?” In quel momento voleva solo mettere in difficoltà Joane.
Lei si accigliò. “Non ha difetti. I ragni sono golosi di gromm. Non appena si addentreranno in quelle caverne correranno in massa da loro e asceranno in pace noi.”
“E se invece le cose non andassero come pensi?”
“Andranno così.”
“Non puoi saperlo.” La mente di Joyce lavorava senza sosta cercando una falla nel piano di Joane. Non era solo per salvare i gromm, ma per dimostrare che lei aveva ragione e l’altra no. “I gromm conoscono queste gallerie meglio di noi. Vedono al buio e sanno come nascondersi.” In verità non lo sapeva, ma lo sperava. “Con un po’ di fortuna potrebbero sparire e non attirare i ragni, che a quel punto darebbero la caccia a voi.”
Joane storse le labbra. “Quello che dici è possibile, lo ammetto. Che cosa faresti al mio posto?”
Era quello che Joyce voleva sentirle dire. “Uniamo le nostre forze ai gromm” disse. “Loro sono forti e conoscono questo posto. Se c’è qualcuno che può portarci fuori di qui, sono i gromm. Li abbiamo salvati, si fidano di noi. Se riusciremo a far comprendere loro che aiutandoci a vicenda ne usciremo vivi, potremo combattere insieme, se necessario.”
Joane annuì decisa. “Forse non sei così stupida come pensavo. Vieni, ripeti agli altri quello che hai appena detto a me.”
Joyce mise da parte la soddisfazione di aver salvato i gromm, almeno per il momento, e soprattutto per aver trionfato su Joane. Aveva demolito la sua idea e senza nemmeno sforzarsi più di tanto.
“La strega rossa ha una proposta” disse agli altri.
Joyce ripeté quello che aveva detto a lei.
Galef e Bardhian annuirono convinti. Caldar e Lindisa sembravano meno sicuri.
“Io continuo a credere che usare i gromm come esca sia l’idea migliore” disse Lindisa.
“Lindi…” fece Galef.
Lei fece un gesto vago con la mano e si staccò dal gruppo.
“Ora dobbiamo solo spiegarlo ai gromm” disse Bardhian.
“Quello lasciatelo fare a noi” disse Halux. “Akil e io ci siamo dedicati allo studio della loro rudimentale lingua mentre voi litigavate e siamo giunti a una conclusione.”
“E quale sarebbe?” chiese Joane.
“Forse possiamo comunicare con loro.”

Prossimo Capitolo Giovedì 28 Novembre
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor