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Autore: guimug    01/12/2019    1 recensioni
Sullo scenario della seconda guerra mondiale Terence si ritrova a dover sottostare ad un ricatto governativo e nello stesso tempo a dover gestire i turbamenti amorosi della figlia Angie, in ansia per la sorte del suo John.
Nel frattempo un mistero aleggia su una tomba vuota e su qualcuno che chiama da un lontano passato...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Candy saga'
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A call from distance

 

Prologo


Le esplosioni ed i colpi di cannone erano ormai la colonna sonora di quel mondo devastato, eppure la campagna francese ancora riusciva a mostrare le tracce della sua antica bellezza. Le colline apparivano verdi ed il sole illuminava i filari di alberi che costeggiavano i corsi d’acqua, ma a spezzare la tranquillità di quel paesaggio bucolico comparivano alte colonne di fumo che indicavano incendi e i campanili dei paesi che come mute sentinelle vegliavano su quel che restava delle case, ormai ridotte a monconi sgretolati. In una serena mattina di fine luglio nell’anno 1944 il sergente Heinz Manndorf stava pattugliando con la sua squadra le campagne della valle della Marna a nord est di Parigi, ormai da un momento all’altro si aspettava l’urto delle divisioni alleate sbarcate agli inizi di giugno in Normandia ed ogni giorno in cui il comando decideva di mandarlo un po’ più lontano sempre più sentiva che forse il suo ultimo giorno era vicino.

Un rombo gli fece alzare la testa, in lontananza distinse la sagoma di due Spitfire che stavano pattugliando la zona dall’alto, intuendo il pericolo ordinò ai suoi uomini di buttarsi a terra cercando di nascondersi il più possibile fra la vegetazione. I piloti alleati però avevano fatto in tempo a scorgere il manipolo e con una rapida scivolata d’ala si erano lanciati a bassa quota mitragliando senza pietà. La pioggia di proiettili non andò del tutto perduta e quattro soldati caddero crivellati, non ancora soddisfatti gli aviatori invertirono la rotta e si prepararono ad un secondo attacco. Manndorf ordinò ai suoi uomini di restare immobili fra le alte erbe che riuscivano a celarli ma i piloti decisero per una soluzione drastica. I due cacciabombardieri erano equipaggiati con spezzoni esplosivi che vennero sganciati sui disgraziati soldati della Wermacht. Ma se bisogna credere al motto dell’esercito tedesco quel giorno Gott, cioè Dio, era veramente con loro e le piccole bombe caddero ad una certa distanza senza ferire nessuno.

Gli aerei si allontanarono ed i soldati poterono rialzarsi. Manndorf constatò la morte dei suoi quattro compagni ma, dopo aver preso le loro piastrine di identificazione, non volle lasciarli sul terreno senza dargli una degna sepoltura. Poco lontano c’era il cratere scavato dagli spezzoni alleati ed il sergente pensò che potesse servire anche come tomba provvisoria per gli sventurati commilitoni quindi, aiutato dagli altri soldati, trasportò i corpi ma giunto sul limitare della buca un giovane caporale richiamò la sua attenzione.

“Herr sergeant, ci sono già dei corpi qui!”

Manndorf guardò nel cratere ed effettivamente si vedevano dei corpi avvolti in sacchi di tela, incuriosito scese assieme al caporale per controllare. Sui sacchi erano stati scritti con pittura nera dei nomi e delle date.
“Lt. Karl Heinz Muller 17° Fluggeschwader 09 – 05 – 1916”
“Lt. Fritz Kohl 17° Fluggeschwader 12 – 05 – 1916”
ed altri simili, date differenti ma tutte vicine. Era un cimitero improvvisato di piloti tedeschi della guerra precedente, anche loro caduti sul suolo francese, sepolti frettolosamente e poi dimenticati. Ora una nuova guerra li aveva riportati alla luce e quelle ossa gridavano al mondo il loro dolore, il giovane caporale richiamò ancora l’attenzione del suo superiore

“Herr sergeant, schauen! Das ist kein deutch! Non è tedesco!”

Manndorf si avvicinò ad un corpo che sporgeva a metà dal terreno, sul sacco non si leggeva il nome che era ancora coperto di terra ma la porzione di scritto che riusciva ad intravedere non lasciava dubbi
“Amerikanischer pilot… 11 – 06 – 1916”

“Schnell kamaraden, avvisate il comando di mandare dei camion per recuperare questi compatrioti… ed anche questo sconosciuto nemico”


Capitolo 1
 
Angie finì di rassettarsi l’uniforme, lo specchio le restituiva l’immagine di una giovane infermiera di diciotto anni con la cuffia leggermente di traverso mentre dal vano della porta qualcuno la osservava rivedendosi in lei. Candy era rimasta stupita quando Angie le aveva detto di essersi unita alle crocerossine volontarie che si occupavano dell’assistenza ai soldati reduci dal fronte, fino a quel momento la figlia non aveva mai manifestato l’intenzione di seguire le orme della madre preferendo se mai il mondo paterno del teatro. Aveva infatti cominciato a studiare all’accademia di arte drammatica con buon profitto pensando però, a differenza del padre, di dedicarsi a ruoli meno tragici. Aveva una bella voce e pensava che il musical sarebbe stato perfetto per la sua carriera.

Ma ora gli studi e la carriera erano passati in secondo piano a favore dell’opera assistenziale e sua madre aveva capito perché. John Cavendish, un vivace ragazzo di vent’anni figlio di uno dei maggiori fattori del circondario di Lakewood, era stato chiamato alle armi circa un anno prima ed ora prestava servizio in marina ma ormai da tre mesi non mandava più sue notizie. Candy, non poteva negarlo, si era accorta che fra il ragazzo e sua figlia stava nascendo qualcosa che travalicava la semplice amicizia, dopotutto Angie non era più una bambina. Aveva capito che per la figlia dedicarsi all’assistenza dei reduci era un modo per restare vicina a John, magari anche per riuscire ad avere notizie in anteprima. Si erano quindi trasferiti temporaneamente a New York dove ad Ellis Island, in quel che una volta era il centro di accoglienza per gli immigrati e dove Candy aveva trascorso una fase cruciale della sua vita, era stato allestito un ospedale militare per i soldati che rientravano dal fronte. Lì ogni giorno Angie spulciava febbrilmente gli elenchi dei soldati feriti che venivano rimpatriati e quelli dei caduti ma il nome di John, per sua fortuna, non compariva mai… ma allora perché non dava sue notizie? Di lui sapeva che aveva partecipato allo sbarco in Normandia, seppur non nelle fasi più cruciali, perché la sua nave aveva trasportato i soldati dall’Inghilterra in Francia successivamente alla prima ondata. Aveva anche letto che la stessa nave, un incrociatore pesante battezzato “Delaware”, era stata in seguito coinvolta in uno scontro con un U-boot riportando seri danni ma non figurava fra le unità affondate. L’ansia la divorava a tal punto che aveva sentito il bisogno di trovare una valvola di sfogo che potesse servire a lei ed agli altri e dedicarsi a quell’opera di assistenza la faceva sentire meglio.

“Sei pronta Angie?” chiese Candy con voce sommessa avvicinandosi alla figlia che trasalì leggermente

“Si mamma, possiamo andare.”

Quel giorno Angie, prima di prendere servizio in ospedale, avrebbe dovuto accompagnare la madre presso lo studio legale Forbes che si occupava della gestione delle proprietà Andrew. L’avvocato le aveva inviato una lettera circa alcuni problemi che si erano creati nel mausoleo di famiglia nel cimitero di Chicago. Sembrava che ci fosse la necessità di lavori urgenti e lei, in quanto erede del defunto William Albert Andrew, doveva autorizzarli. La lettera però specificava che era emerso anche un particolare strano di cui avrebbero dovuto parlare in privato, fu quindi con molta curiosità che Candy varcò il portone dell’elegante edificio di Wall Street.

“Buongiorno signora Andrew!” la salutò cordialmente l’avvocato Forbes “E buongiorno anche a lei signorina Angie!”

“Buongiorno avvocato” rispose Candy accomodandosi su una sedia davanti alla scrivania “Sono qui riguardo alle autorizzazioni ai lavori per il mausoleo degli Andrew, per lettera però mi ha accennato anche ad un altro problema…”

“Certo signora, dunque vediamo” disse Forbes prendendo un fascicolo dalla pila di fronte a lui “Purtroppo sono emerse delle infiltrazioni d’acqua dalla falda sotterranea che rischiano di danneggiare alcune sepolture, soprattutto quella del signor William Albert, e quindi si rendono necessari dei lavori di impermeabilizzazione. Il capitolato di spesa è qui” e le tese un foglio “Serve la sua firma quale legale rappresentante per autorizzare l’inizio dei lavori”

Candy diede un’occhiata al foglio ma, a parte una fila di cifre e di specifiche tecniche, non vide nulla di anomalo. Firmò in fondo e poi chiese

“Va bene, ma non vedo quale possa essere il problema di cui mi ha accennato”

“Ecco signora” riprese l’avvocato “La questione riguarda l’altra richiesta che aveva fatto. Le infiltrazioni d’acqua sono state scoperte mentre gli operai stavano preparando l’alloggiamento per la salma del defunto Alistear Cornwell che lei vorrebbe traslare all’interno del mausoleo. Ecco, quando i necrofori hanno aperto la tomba del signor Cornwell per esumarlo… ecco… non so come dirglielo…”

“Lo dica e basta!” sbottò Candy

“Sì, ecco… insomma, l’hanno trovata vuota! Vista la sua richiesta dubito che lei potesse esserne al corrente ed ho preferito avvisarla subito.”

Candy guardò prima la figlia e poi di nuovo l’avvocato con un’espressione basita, com’era possibile che la tomba di Stear fosse vuota?



 
  
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