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Autore: Blue_Wander    03/12/2019    3 recensioni
"XANA aveva scoperto dalla rete che c'era solo una cosa in grado di distruggere per sempre il bene: l'amore del male. E quale migliore simbolo d'amore se non un figlio? Il problema era che lui non sapeva amare, non poteva nemmeno provare sentimenti. Questo gli ha sempre impedito di vincere[...]. Però, per ANAX, il tempo era passato e questo andava contro ogni regola del mondo virtuale."
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ulrich non voleva assolutamente farlo, ma probabilmente Jeremy lo avrebbe ucciso se non avesse portato a termine la missione. “Per gli amici, Ulrich” si disse come incoraggiamento, anche se faceva davvero poco effetto. Stava giusto per raggiungere la stanza di Sissi, quando vide Emy, con un faccino triste e bianco come un lenzuolo, entrare nella stanza di Aelita (il giovane non aveva ancora fatto l'abitudine al fatto che, ormai, condividessero la stanza).
Certo, non erano affari suoi.
Ma Ulrich non era mai stato bravo a lasciare perdere.
Ripensò a quello che si era detto per trovare il coraggio di compiere la sua missione super segreta. Emy era un'amica, no? Quindi aveva il dovere di andare a controllare perché avesse quel muso lungo. Dopo un pesante respiro, fatto più per se stesso che per qualcos'altro, si incamminò verso la porta della camera della mora, bussando leggermente. -Ciao Emy, sono Ulrich, posso...?
-Entra.- rispose la voce flebile della ragazzina dopo qualche secondo. La porta si aprì, rivelando il ragazzo castano che, come se fosse stato a casa sua, prese una sedia, mettendosi davanti all'amica.
-Che è successo? Hai una faccia sconvolta.- le sorrise.
Emy lo guardò scioccata. Da quando Ulrich era invadente? Solitamente era sempre stato riservato e, sotto sotto, anche un po' cinico. In ogni caso la mora decise di non darci troppo peso. -Tranquillo, sono solo stravolta dallo studio e dalla ricerca che ci ha assegnato la Hertz.- fece una piccola pausa, sorridendo leggermente, quando si rese conto che aveva qualcosa di molto importante da dire. -Oh, sì, giusto.- si agitò. -Devo assolutamente dirvi una cosa, ragazzi!- esclamò, con gli occhi spalancati, calmandosi di botto un secondo dopo e accigliandosi. -Ma tu che cosa ci facevi nel dormitorio femminile?
Lui sospirò pesantemente, decidendo di dirle la verità visto che, per come la vedeva lui, non c'era nulla di male nel farlo. -Jeremy mi ha chiesto di controllare in camera di Sissi se ci fosse uno dei suoi hard disk dove dentro c'è un programma da stramboide o qualcosa del genere.
Emy sembrò pensarci un po'. -Perché lo cerca lì?
-Visto che lei ha rubato diverse cose e Jeremy non lo trova più, pensa che lei si sia messa a spulciare nella sua borsa.- Ulrich scosse le spalle. -In ogni caso, grazie a te, ho un motivo per non farlo.

Quando Emy entrò nella stanza di Jeremy, scortata da Ulrich e da Aelita, incontrata durante il tragitto tra le due stanze, trovò lì tutti i suoi amici tranne Yumi che, vista la tarda ora, era tornata a casa.
-Finalmente!- esclamò Jeremy. -Il mio hard-disk?
-Non l'ho preso, Emy ha detto che aveva un annuncio importante da fare.- rispose l'amico, mentre Teo guardava la chiamata persa della cugina che compariva solo in quel momento sul suo dispositivo. La ragazza in questione si sedette vicino a lui, mettendogli una mano sulla spalla, come se fosse dispiaciuta per quello che stava per dirgli. Il ragazzo la guardò con occhi stanchi: anche lui aveva lavorato ad alcune ricerche, purtroppo però non aveva avuto successo e, una pista che credeva lo avrebbe reso quasi onnisciente, si era rivelata un totale fiasco.
Emy fece un respiro profondo, quello che stava per dire avrebbe cambiato tutto. -Oggi, mentre facevo qualche ricerca per conto della Hertz, mi sono imbattuta in Clarissa Beecher.
-Studia qui?- la interruppe Odd, pensando ad una nuova possibile fiamma.
Jeremy gli riservò un'occhiataccia raggelante. -No, idiota. Era la compagna di un famoso chimico.- dopo si rivolse ad Emy. -Non capisco, che cos'ha a che fare la moglie di Charles Goodyear con i nostri problemi? Lei è morta più o meno due secoli fa.
Emy si massaggiò le palpebre con l'indice e il pollice, sbavando leggermente l'eyeliner. -Nulla, appunto.- rispose, confondendo ulteriormente il suo pubblico. -Quando ho fatto una ricerca su di lei era solo per pura ammirazione, ma poi ho trovato uno stano paragrafo: descriveva una piccola Clarissa che era obbligata a nascondersi da questi Faragok.- mimò le virgolette. -Degli uomini di un gruppo segreto che, in seguito, si era scoperto essere un'organizzazione criminale che rapiva i bambini a cui incidevano la carne per avere riposte alle loro domande.- in quel momento Teo aveva già capito dove Emy volesse andare a parare. -Il problema è che Faragok vuol dire “Colui che intaglia” che, in altre parole, corrisponde al nome dei criminali che ci girano intorno adesso, gli Intagliatori.
-Ma sei sicura?- chiese Jeremy, senza scomporsi. -Siamo sempre stati convinti che loro fossero alleati di ANAX, ma questi Faragok avranno vissuto nell'ottocento, quando non esisteva nemmeno la tecnologia in cui oggi alberga la nostra nemica.
-Quindi se quelli attuali sono collegati a loro, vuol dire che non possono essere in combutta con ANAX.- ribadì Aelita, toccandosi il mento.
Emy però riprese parola. -Questo è il vero problema: non lo so. Ma una cosa è certa, i nostri Intagliatori conoscono il passato e ciò che successe anni fa. C'è solo da capire perché hanno usato il marchio di XANA sulla pelle delle vittime. Se non sono alleati, come conoscono Lyoko?
-E soprattutto cosa centra mia madre con loro?- ribatté Teo, sconsolato.
L'orologio batté le sette, segno che dopo mezz'ora sarebbe stata servita la cena.
-In ogni caso.- iniziò il biondo. -Niente panico e, soprattutto, non facciamoci condizionare dalla cosa. Sicuramente non è una coincidenza, ma è altrettanto chiaro che non troveremo facilmente informazioni su questi Faragok. Dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo, temo.
-Ma Jeremy! Abbiamo bisogno di più informazioni; ci sarà in quel tuo computer qualcosa che...- Emy non terminò la frase.
Il leader si schiarì la voce, interrompendola. -Emy, noi non siamo guerrieri sulla terra. Siamo mortali, vulnerabili e senza una singola speranza contro degli uomini che esistono da due secoli. Sono sempre stato il primo a volermela cavare da solo e continuerò a pensarla così, solo non oltrepassare il limite.- Emy abbassò la testa, ascoltando le parole dell'amico. -Non credo che nessuno qui dentro abbia voglia di perderti solo per il tuo essere troppo curiosa. Certe cose sono off-limits, anche per te.
Jeremy avrebbe senza problemi aggiunto che Lukas li avrebbe uccisi tutti pur di vendicarla, ma stette in silenzio.
Dopo una battuta di Odd per smorzare la tensione e un colpo di Ulrich sulla spalla della mora, tutti andarono nelle proprie stanze per prepararsi alla cena e, finalmente, mettere la parola fine a quella giornata tutt'altro che tranquilla.

-Arrivederci, professore.- cantilenò Cher, uscendo dalla classe di Lukas, lanciandogli un'occhiata languida.
Cielo, ma questa non è una delle classi prime?” si chiese Emy, guardando da fuori quella smorfiosetta di undici anni provarci con il suo uomo. Se la loro relazione non fosse stata segreta, sarebbe entrata nella classe senza alcun problema e lo avrebbe baciato davanti a quell'antipatica. O forse, le avrebbe dato una piccola lezione che non avrebbe mai dimenticato, aprendole i palmi delle mani e cucendole le labbra, cavandole gli occhi e tranciandole le dita dei piedi.
-Emy, sei arrivata, finalmente.- le sorrise lui, scacciando ogni pensiero diabolico dalla mente dell'amata. -Forza, entra.- continuò, facendole segno di accomodarsi, per poi chiudersi la porta alla spalle. -Questa sera andiamo a casa mia.
-Non è una domanda, vero?- si accigliò Emy, per poi realizzare interamente. -Aspetta, come farai con il preside. Ti ho proibito di usare la tua magia.
Lukas evitò il suo sguardo, stringendosi leggermente nelle spalle. -Volevo solo passare un po' di tempo insieme, come una coppia normale. E...poi vorrei parlarti del mio passato.
La giovane si avvicinò, accarezzandogli una guancia. -Mi fido di te, amore mio.
Lukas stampò un bacio delicato sulle labbra della mora, piegandosi appena. Lei appoggiò le braccia sulle spalle larghe di lui, affondando le mani nei suoi capelli folti e morbidi, leggermente ispidi, ricambiando il bacio, quando, timidamente, chiese il permesso di approfondire quel contatto che mancava ad entrambi da così tanto tempo. Una volta accontentata la sua richiesta, il giovane prese il controllo sulla situazione, sentendo il corpo della ragazzina sciogliersi sotto al suo tocco bisognoso e romantico.
Anche se controvoglia, Emy mise fine a quel magico momento che stava coinvolgendo entrambi, un po' per riprendere fiato, un po' perché se non lo avesse fatto probabilmente non sarebbe riuscita a fermarsi.
-Quindi, andiamo?- chiese Lukas una volta ricompostosi, ricevendo un accenno positivo dall'amata che gli prese la mano, dirigendosi con lui verso il parcheggio riservato agli insegnati fuori dalle mura del collegio.
Il ragazzo era convinto che con lei sarebbe dovuto andare piano. Non solo perché era più piccola di lui, avrebbe dovuto anche sistemare le cose con ANAX e dirle la verità su di se. Lukas sapeva che i sentimenti che provava per lei erano condivisi anche da Ethan e che, di conseguenza, dovevano per forza essere veri e duraturi, ma sapeva anche che sarebbe stato davvero difficile convivere con quella assurda situazione. Perché lui ed Ethan amavano ANAX allo stesso modo.
-Va tutto bene?- chiese la giovane. -Stai diventando pallido.- andò avanti, poggiando il palmo della mano destra sulla fronte dell'uomo che, a quel contatto, sorrise, prendendole il polso senza forzare la presa, portandosi la mano della mora alle labbra, lasciando un tenero bacio sulle nocche.
-Come potrei stare male con te al mio fianco?

Emy sentì Lukas aprire la porta del bagno mente lei si faceva la doccia, benedicendo il vetro e il vapore che impedivano ad entrambi di vedersi. Era entrato per metterle su un ripiano vuoto del mobile in legno laccato bianco degli asciugamani una maglietta grigia che solitamente usava per stare comodo. Le disse anche che poteva tenerla visto che ne aveva diverse e, poi, così come era entrato, se ne andò, chiudendo la porta e facendosi strada verso la camera da letto, tirando fuori un vecchio libro impolverato e rovinato. Si sedette sul letto, cercando di togliere il grosso dello sporco con la mano, soffiandoci sopra, facendo cadere tutti grumi per terra. Sorrise, accarezzando lentamente la copertina.
Emy, uscita ormai dalla doccia con due trecce fatte con i capelli ancora bagnati, lo raggiunse, accoccolandosi al suo petto, osservando anche lei l'enorme libro tra le sue mani, ancora chiuso. La giovane ragazzina lo guardò meglio, scoprendo che non era affatto un semplice volume, bensì, un album di fotografie che, sulla copertina, aveva scritto in un carattere corsivo “Ethan Werner”.
Lukas, una volta accorto che, nonostante le parole rovinate, Emy era riuscita a leggere, le riservò uno dei suoi migliori sorrisi, poggiando quello che aveva tra le mani sul comodino, sdraiandosi sulla sua parte di letto e invitando la mora ad accomodarsi tra le sue gambe, poggiando la schiena al petto di lui. L'uomo riprese in mano l'album, saltando solo le primissime pagine, finendo su una dove una donna giovanissima stringeva a se un bambino avvolto in un panno rosso con un nome ricamato sopra: Ethan. Nella pagina accanto un uomo visibilmente più grande rispetto alla donna, piangeva e stringeva tra le braccia la sua famiglia.
-Questi sono i tuoi genitori?- chiese Emy, anche se la risposta era evidente. Lukas, infatti, annuì, sorridendo, anche se sapeva che la ragazzina non poteva vederlo e, quindi, mormorò un verso di assenso.
-Promettimi che, prima di fare qualsiasi domanda, aspetterai la fine.- lei fece un cenno positivo con il capo. -Cominciamo dal principio.- sospirò. -Il mio vero nome è Ethan Werner. Mio padre era a capo di un'importante azienda tedesca e per questo aveva molti anni di differenza con mia madre. Non si erano sposati per amore, ma con il tempo avevano imparato a volersi un gran bene.- il moro girò una pagina a ritroso, mostrando una foto molto vecchia dei suoi genitori il giorno del matrimonio. Era fin troppo vecchia per i gusti di Emy, ma non disse niente. Le pagine ingiallite dagli anni continuarono a scorrere, mostrando alcuni momenti dell'infanzia dell'uomo che amava. -Fino al giorno in cui mia madre diede alla luce una bambina. Io avevo appena cinque anni e...- fece una piccola pausa, cercando di trovare la forza per andare avanti, mostrando una bimba di circa tre anni, con lunghi capelli scuri ed occhi neri come pece. -Scoprii solo poco dopo che non era figlia di mio padre. Ero molto piccolo e non potevo capire queste cose, ovviamente. Non sapevo nemmeno cos'era una gravidanza, quindi non mi ero reso conto della stranezza: la mia dolce sorellina era nata senza che mia madre rimanesse incinta di lei.- il ragazzo scorse sul volto di Emy la più totale confusione. Non avrebbe voluto dirglielo così in fretta, ma, tanto, prima o poi, avrebbe dovuto farlo. -Vedi, in quel periodo mio padre era all'estero per lavoro e mia madre aveva conosciuto un certo signor Hopper, un nome in codice che, in realtà serviva a nascondere quello di Waldo Schaeffer. Lei aveva bisogno di qualcuno che la difendesse, perché un pericoloso criminale dell'epoca l'aveva presa di mira per via della reputazione di papà. Così, quest'uomo la nascose su un mondo nuovo creato da egli stesso, un mondo dove il tempo non esiste. Mia madre incontrò un essere più grande di lei solo di qualche anno e con interessi simili ai suoi. Inutile dire che se ne innamorò.- sospirò, accarezzando con il dito la guancia stampata della sorellina, cercando di non piangere. -Quest'uomo si presentò con il nome di XANA. Come avrai già capito, lui aveva ingannato mia madre, ma sarebbe stata una sciocchezza se si fosse fermato a questo. Il giorno in cui lei gli confessò il suo amore, l'aitante creatura si trasformò in un mostro di fumo e si inoltrò nel ventre di mia madre, formando velocemente una bambina che nacque solo dopo pochi secondi.
-Quindi...la sorella di cui parli è...- lo interruppe Emy, allarmata, venendo meno alla promessa fatta solo poco prima, guardando l'uomo negli occhi scuri.
Lukas si portò un dito alle labbra, indicandole di fare silenzio fino a che lui non le avesse dato il permesso di parlare. -Erano passati solo dieci giorni terrestri in cui mia madre era stata portata su Lyoko e solo pochi istanti dopo la nascita della mia sorellina, Waldo la riportò indietro, giurando che avrebbe trovato un modo per devirtualizzare anche la nuova creatura. Nel frattempo però, fu XANA, a questo punto il padre della bimba, a crescerla. E le diede anche un nome, ma essendo uno stupido programma digitale non aveva fantasia. Optò per un anagramma del nome che gli aveva dato il suo creatore: ANAX.- Emy si chiese per quale diavolo di motivo XANA volesse fare il padre e il moro se ne accorse, ridacchiando per quanto trovasse la giovane esplicita come un libro aperto. -Il vostro vecchio avversario aveva scoperto dalla rete che c'era solo una cosa in grado di distruggere per sempre il bene: l'amore del male. E quale migliore simbolo d'amore se non un figlio? Il problema era che XANA non sapeva amare, lui non poteva nemmeno provare sentimenti. Questo gli ha sempre impedito di vincere, nonostante la mia giovane sorella che, quasi un anno dopo, venne portata, finalmente sulla terra. Però, per lei, il tempo era passato e questo andava contro ogni regola del mondo virtuale.- il moro fece notare ad Emy che, in quell'album c'era effettivamente solo un'unica foto della bambina.

-Ora però, vorrei parlarti davvero di me.- continuò, dopo aver fatto una piccola pausa, riempiendo la sua piccola di baci e coccole, poggiando per un po' il vecchio album sulle coperte scure. -Apri l'ultimo cassetto del mio comodino, ci sarà solo una cosa dentro e voglio che tu la prenda.
Emy si sporse fin troppo dal letto per arrivare al terzo e ultimo cassetto, rischiando di cadere, sentendo le mani forti dell'uomo prenderle i fianchi, evitando di farle sbattere la testa. -Grazie- mormorò, seguendo finalmente le indicazioni dell'amato. Dentro al comodino c'era una fotografia delle dimensioni di quelle dell'album: probabilmente Lukas l'aveva staccata perché guardarla lo faceva stare male.
Emy si ricompose, ma rischiò di svenire alla vista di quella foto se non ci fosse stato lui dietro di lei. -Ecco perché indosso sempre le maniche lunghe. Per quanto riguarda il cranio, beh, essendo stato il primo a venire marchiato non avevano ancora messo appunto un colorante così indelebile da rimanere per sempre, quindi la mia era solo una semplice tinta rossa, scolorita nel tempo.
La fotografia ritraeva un giovanissimo Werner Ethan con i capelli rossi e con l'occhio di XANA inciso nella carne appena sotto la spalla sinistra, la manica della camicia strappata proprio per rendere possibile la creazione del marchio, ancora non impresso con il ferro bollente.
L'espressione del ragazzino di appena dieci anni, era fredda, priva di qualsiasi emozione, compresa la paura.
-Lo vedi? Vedi il gelo nei miei occhi? È quello che ci sarebbe ancora adesso se non ci fossi tu al mio fianco, è quello che mi ha spinto a fare tutte le crudeltà che ho fatto.- Lukas sospirò per l'ennesima volta, quella serata. -E, soprattutto, è il motivo per cui, quando su Lyoko indossavo quella maschera, il mio alter-ego, prendeva il sopravvento. Io e l'Ethan che conosci tu, anche se siamo essenzialmente la stessa persona, non riusciamo a controllare le azioni che compie l'altro e, in più, l'Ethan mascherato non aveva memoria di quello che facevo io, fino a che tu non l'hai distrutto, gettando la maschera nel mare digitale. Oltre ad avermi salvato, sei riuscita a farmi ritornare semplicemente me stesso. So che lui è parte di me ed è rimasto qui, lo sento. Dorme adesso.- sorrise, stringendo Emy come non aveva mai fatto. -Mio padre mi ha marchiato, sai? Lui è il capo degli “Intagliatori” o qualsiasi sia il nome che usate per descrivere la sua organizzazione. Beh, era. È morto in galera, quando lo hanno arrestato. Ma tu lo sai già, visto che tu e tuo cugino avete fatto la foto all'articolo di giornale che tenevo nel mio studio al Kadic.- il moro guardò la ragazza girarsi verso di lui, con uno sguardo che chiedeva come facesse a sapere tutte quelle cose. -Sono un buon osservatore.- sorrise, baciandola teneramente, staccandosi subito dopo. -Ora viene la parte difficile.- sussurrò. -Tu sai bene che ho compiuto da poco ventun'anni, no?- la guardò annuire, anche se non poteva vedere il suo volto. -In realtà sono rimasto su Lyoko tre anni, quindi ne ho ventiquattro.- si accarezzò lentamente il marchio, ormai ridotto ad una cicatrice, per poi tornare a stringere entrambe le mani della ragazza. -Inizialmente, mio padre, non marchiava le persone con il segno del ferro ustionante perché non aveva nessuno scopo per farlo. Egli si rivolse ad una specie di mago, un ciarlatano, che diceva di vedere qualcosa di diverso in lui, qualcosa che lo avrebbe portato ad essere un capo. Come di certo avrai inteso, quello che quell'imbroglione voleva erano solo i soldi di mio padre e, quando capì che invece lui l'aveva preso fin troppo alla lettera, gli rivelò che tutto ciò che aveva detto era solo una delle storie di terrore per bambini che aveva sentito. Eppure, mio padre, non gli diede retta.- Lukas fece un respiro profondo, quasi vergognato. -Il mago gli aveva detto di prendere una delle persone a lui più care, imponendogli un sigillo, un simbolo che lo aveva portato alla deriva. E sai cos'era successo poco prima? Mio padre scoprì dell'esistenza di ANAX e, la prima volta che la vide, negli occhi della bambina si rifletteva l'occhio di XANA. Per questo scelse me: ero l'unico che lui amava, nemmeno mia madre poteva considerarsi più sua moglie. Quando mi...beh...fece questo, il suo scopo era quello di racchiudere tutto il male dentro alla persona marchiata, per liberarsene egli stesso.- continuò, indicando il disegno intagliato poco più sotto della sua spalla sinistra. -Ma, come disse quella sottospecie di indovino, questo non successe mai. Sorprendentemente, però, qualcosa accade comunque: dopo pochi attimi silenziosi che seguirono questa fotografia ci fu un violento terremoto e scoppiò un incendio in cui tutti riuscirono a mettersi in salvo, tutti tranne me. Stavo perdendo troppo sangue e la testa mi girava, non potevo continuare in quello stato e avevo solo dieci anni, non avevo nessuna forza.- il giovane percepì l'ansia nel corpo dell'amata. -Eppure, non sono morto: nessuna delle due catastrofi naturali ce l'aveva con me. Ma, comunque, ho salvato tutti dalle fiamme, racchiudendoli dentro a prigioni provvisorie di cristallo e facendo scendere una leggera pioggerellina che, immediatamente fece spegnere il fuoco che aveva scelto di risparmiarmi. Quelle due sono state le uniche due formule magiche che ho imparato da solo, sentendole nella mia testa, come se ci fosse qualcuno che continuava a ripeterle all'infinito.
-Perciò la tua magia non ha niente a che fare con Lyoko...- sussurrò la ragazzina, in modo dolce e comprensibile. -È stato tuo padre a...- non terminò volontariamente, sapeva che per Lukas sarebbe stato doloroso.
-Il resto dei miei poteri si è sviluppato con il tempo, ma mio padre ha cominciato ad avere paura di me da quella volta. Pensava che sarei diventato più forte di lui e questo lo spaventava.
-Tu sei più forte di lui, Lukas.- bisbigliò Emy al suo orecchio, girandosi per stare più comoda, accarezzandogli una guancia e appoggiando la testa alla sua spalla. -Il solo parlarne con me, il solo fidarti di me ti rendono più forte di lui. Con o senza poteri tu sei e sarai sempre meglio di lui.
-Lukas.- ripeté l'uomo, sorridendo. -Non è il mio vero nome, ricordi?
La mora scosse la testa in segno di negazione. -Per me tu rimarrai Lukas, perché è di lui che mi sono innamorata. Questo è l'uomo che sei adesso e che sarai per il resto della tua vita. E di certo non starò qui ad elencarti quel che hai di positivo anche senza essere Ethan. Lui sarà anche parte di te e ora che lo so vi amo entrambi, ma non è lui che ho conosciuto senza maschere e senza guerre. Quello da cui andavo e da cui sono sempre andata perché mi sentivo protetta e amata come mai prima d'ora era sempre stato Lukas, anche se so bene che pure Ethan darebbe la vita per me.
Lukas si asciugò una sola lacrima sfuggita al suo controllo. -Era il nome di mio padre, Lukas Werner. Vuol dire “Illuminato dalla luce” e si riserva per chi è destinato a fare grandi cose.
-Ecco perché ti sta a pennello.- gli rispose, sorridendogli appena.
-Perché mi ami ancora dopo tutte le bugie che ti ho detto all'inizio? Ti ho persino ingannata facendoti credere in un amore senza sentimento. Ho cercato di ucciderti diverse volte e ti ho soggiogata con la mia magia per farti innamorare di me. All'inizio per me non eri niente se non un target che mia sorella voleva morto.
Emy si accigliò. -Effettivamente hai fatto tante cose terribili e una volta scoperte ti odiavo.- ridacchiò. -Eppure, hai fatto di tutto per farmi innamorare un'altra volta di te e ci sei riuscito. Senza magia e incantesimi, mi auguro.- rise di nuovo.
-Emy, c'è un ultima cosa che devo confessarti: Aelita conosce la mia storia. Mentre avevi il cuore spezzato per aver appena scoperto della mia vera identità, lei è venuta a parlarmi, affrontandomi e dicendo che non le importava di quanto potente potesse essere la mia magia. Voleva che io venissi a parlare con te per scusarmi, perché aveva capito subito che tra noi due ci fosse qualcosa. Però, appena mi guardò per bene, mi riconobbe. Io conosco Aelita da tantissimi anni, Emy, ma non ho mai voluto che lei te lo dicesse perché sono sempre stato convinto di dover essere io a farlo.- si grattò in testa, chiudendo per qualche istante gli occhi e facendo capire alla minore che non aveva finito. -Aelita non è l'unica ad avermi riconosciuto. La professoressa Hertz mi guarda sempre dall'altro in basso, spesso la intravedo davanti al mio ufficio e una volta ho visto che stava leggendo un libro sui Faragok, un'organizzazione criminale simile a quella di mio padre.
La ragazzina spalancò le labbra, sgranando gli occhi. -C'è un libro che parla dei Faragok?
Il moro annuì. -So che ne sei a conoscenza, ma adesso ascolta. Lei potrebbe fare parte delle persone malvagie che stanno uccidendo tutti quelli marchiati.
-Mi dispiace.- rispose lei. -Non ce la vedo la Hertz vestita da mercenaria, brandendo pistole o coltelli.
-In ogni caso voglio che tu faccia attenzione a scuola. Se solo potessi potarti qui ogni notte...
Emy sorrise. -Questo sa un po' di molestatore.
-Sto solo cercando di proteggerti!
L'affermazione amplificò la risata della minore. -Grazie per avermi raccontato la tua storia.- concluse, baciandogli le labbra leggermente imbronciate.

  
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