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Autore: queenarya    05/12/2019    0 recensioni
Durante l'estate del suo quarto anno, Hermione Granger riceve una lettera dai gemelli Weasley. Questi le comunicano della punizione del fratello e che continueranno a scriverle al posto suo. Inizia una corrispondenza di posta tra i tre, e, quando Hermione va a casa Weasley per recarsi alla Coppa del mondo di Quidditch, si accorge di un clima diverso. L'amicizia con i gemelli è qualcosa che è evidente si possa formare nel tempo. Così inizierà il suo nuovo anno ad Hogwarts e la sue nuove amicizie.
>(Storia creata perché Hermione merita altri amici e mi piace l'idea che i gemelli, Angelina, Katie, Alice e Lee facciano parte del suo gruppo di persone preferite.)
Genere: Avventura, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina Johnson, Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger, Lee Jordan | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Quando il mattino dopo Hermione si svegliò gli altri stavano ancora dormendo, stretti tra loro per darsi conforto. Aveva sollevato lentamente la testa dalla spalla di Harry, districando la presa sulla mano di Ron, e si era alzata facendo attenzione a coprire nuovamente i due amici. Hermione aveva lanciato uno sguardo ad Harry, stretto a Ron, per assicurarsi che stesse dormendo bene e non fosse divorato dagli incubi.

Dopo essersi assicurata che anche gli altri stessero ancora dormendo uscì dalla tenda, inspirando l'aria fredda di quella mattina. Il suo sguardo si appoggiò sulle tende attorno alla loro, alcune distrutte, bruciate, i corpi che avevano visto scappando erano stati spostati dal Ministero in qualche punto lontano. Quante persone erano morte quella notte? Quanti mangiamorte erano riusciti a scappare? Hermione non lo sapeva.

Non voleva saperlo.

-Già sveglia?- 

Hermione sbuffò appena, spostando lo sguardo su Fred che si era sistemato accanto a lei, le mani infilate nei pantaloni del pigiama, i capelli rossi scompigliati sulla fronte e un'aria esausta.

-Dovresti dormire.- Aggiunse il gemello, sorridendole appena guardandola con la coda dell'occhio.

-Dovrei dire lo stesso di te.- 

Un sorriso si aprì sulle labbra di entrambi e tornarono a guardarsi attorno. Il silenzio riempì l'aria, rotto solo dai loro respiri, Hermione si sentì sollevata nel avere qualcuno accanto a fissare il disastro causato in quella notte.

-Granger.- Richiamò nuovamente la sua attenzione il rosso dopo qualche attimo di silenzio. -Grazie per esserti presa cura di Ron mentre non c'eravamo.- Disse improvvisamente, muovendosi da una gamba all'altra con aria imbarazzata. Hermione aveva avuto modo di osservare i gemelli e la sincerità era qualcosa in cui credevano fermamente, ma non aveva mai visto nessuno dei due preoccuparsi in quel modo per Ron, forse era normale per i fratelli, fingere indifferenza.

Lei rise. -In realtà è stato Ron a proteggere noi.- 

Fred assunse un'espressione sconvolta, voltandosi di scatto verso di lei. -Non ci credo! Insomma, è Ron! Lo stesso Ron che ha paura di tutto e tutti!- Aveva iniziato a dire, guardando nuovamente davanti a se, le mani aperte come a dare più peso alle proprie parole.

-Credo tu stia sottovalutando tuo fratello.- Rispose lei. Ron era coraggioso, lo era sempre stato, e Hermione apprezzava questo di lui, più di ogni altra cosa. 

Ron, che durante il loro primo anno era disposto a sacrificarsi per Harry, Ron che al secondo aveva seguito Harry nella camera dei segreti, Ron che aveva affrontato Sirius con una gamba rotta, urlando che avrebbe dovuto passare sul suo corpo per prendere Harry.

Ron che avrebbe fatto di tutto per Harry.

-Ron è sempre stato unico.- Sorrise lei spostando lo sguardo sul cielo, il buio della notte si stava sostituendo con il giorno, luci arancioni e gialle a spargersi per la tela blu. Hermione si sentì in pace, per qualche istante dimenticò l'incidente, godendosi la presenza di Fred accanto a se e del cielo sopra di loro.

-Dovrei davvero osservare meglio mio fratello.- Sussurrò Fred, annuendo. 

Un fruscio distolse entrambi dai loro discorsi e si voltarono verso la tenda, osservando Harry uscire, sbadigliando, seguito da Ron che aveva un'aria imbronciata. I due si guardarono per qualche istante, spostando poi lo sguardo su di loro con un'aria incuriosita.

-Fred, che cosa fai qui fuori con Hermione?- Chiese Ron rivolgendo un occhiataccia piena di risentimento al maggiore.

-Parlavamo di quanto tu fossi un'idiota.- 

-Hey!- Rispose Ron con aria offesa facendo scoppiare a ridere Harry.

Il corvino si scompigliò i capelli, avvicinandosi ad Hermione, fermandosi accanto a lei e sorridendo fissando i due fratelli battibeccare. Poi scoppiarono a ridere quando Ron insultò Fred, facendolo arrossire fino alla punta delle orecchie. 

Erano tutti salvi e al sicuro e lei non poteva esserne più felice.
 

/

 

Dopo aver ripiegato le tende utilizzando la magia ed aver lasciato il campeggio, il gruppo si fermò in coda per prendere una passaporta e recarsi a casa. Hermione ignorò la discussione tra il Signor Weasley e Basil, concentrandosi su Cedric ed Harry, intenti a parlare tra di loro, discutendo nuovamente della partita di Quidditch come se la sera prima non fosse accaduto nulla.

-Come tornerai a casa?- Chiese Harry improvvisamente, alzando lo sguardo sul castano, intento ad osservare la fila farsi più corta. Hermione si sistemò accanto a loro, ascoltando la conversazione in silenzio, non volendo intromettersi. Inoltre, voleva lasciare Harry alla sua calma ancora per un po'.

-So prendere la passaporta da solo.- Sorrise Cedric in risposta.

Quando fu il suo turno di prendere l'oggetto, assieme ad un altro gruppo di persone, si voltò, salutando il gruppo con un sorriso e un cenno della mano, promettendo che si sarebbero rivisti ad Hogwarts il prima possibile. Hermione aveva sorriso, restando accanto a Ron e George.

-Preparati a perdere a Quidditch, Diggory!- Esclamò Fred, seguito da un rumoroso "Ouch", per esser stato colpito al fianco da Ginny. 

-Ci vediamo Cedric.- Sorrise Harry, salutandolo a sua volta con un movimento della mano. Il moro annuì, appoggiando la mano sulla padella che reggevano altre tre persone; qualche istante dopo una luce riempì il punto in cui si trovavano e i quattro sparirono in un vortice di colori. 

Il Signor Weasley, appena tornato dalla sua discussione, sorrise, allungando uno pneumatico rosso verso il gruppo. Hermione ascoltò la risata di Ron e lo sguardo insicuro di Ginny, intenta a fissare il pneumatico. 

-Davvero?- Sussurrò lei, ma appoggiò comunque la mano sull'oggetto e così fecero gli altri.
 

/

 

Quando il Signor Weasley aprì la porta della Tana si ritrovò le braccia della moglie al collo, i capelli scompigliati della Signora Weasley erano l'unica cosa visibile tra le braccia dell'uomo.

-Grazie al cielo, state bene! Ero così preoccupata!- Aveva continuato ad esclamare, abbracciando Fred e George e poi Harry; appoggiando le mani sul volto di Ginny, baciandole la fronte, spostandosi a stringere Ron e Hermione in un caloroso abbraccio colmo di amore.

La gazzetta del profeta, che aveva rivelato le informazioni alla Signora Weasley, era appoggiata sul tavolo della cucina, assieme alla bacchetta della donna; evidentemente pronta a smaterializzarsi nel luogo indicato dalla gazzetta e andare a riprendersi la sua famiglia. Hermione osservò il titolo della gazzetta, la notizia era giunta alla stampa fin troppo velocemente, una singola notte e il giornale aveva riempito le strade del mondo magico.

-Scene di terrore alla coppa del mondo di Quidditch.- Lesse Harry a bassa voce, allungando la mano ad indicare l'immagine in bianco e nero impressa sulla prima pagina del giornale. Hermione non avrebbe mai dimenticato quel marchio, quei colori verdi che avevano illuminato il cielo, il terrore che aveva scosso il suo corpo fino alle ossa. 

-È il marchio nero.- Sussurrò Ron sistemandosi accanto a loro, spostando lo sguardo su Hermione e poi su Harry. I tre annuirono, restando in silenzio a guardarsi per un po'; poi la Signora Weasley richiamò la loro attenzione, abbracciando nuovamente stretti i gemelli, ignorando le loro lamentele. Bill superò i genitori, fermandosi davanti ai tre, allungando la mano e prendendo il giornale, osservandolo. Lo porse al padre che iniziò a leggerlo in silenzio.

Hermione sorrise ai due amici prima di scuotere la testa.

-Preparo del tè.- Sussurrò, recandosi in cucina. Harry la seguì quasi subito, dopo aver sussurrato qualcosa a Ron.

-Ti aiuto.-

Mentre Hermione metteva l'acqua a bollire e Harry prendeva le buste di tè, il resto della famiglia si sedette al tavolo. 

-Lo sapevo!- Aveva detto il signor Weasley mentre i due rientravano in cucina, appoggiando le tazze di tè sul tavolo. Hermione guardò l'uomo stringere la gazzetta tra le mani e si sedette sulla sedia, preparandosi alle notizie che avrebbe appena ascoltato. Era sicura fossero pessime, l'espressione sul volto del Signor Weasley non era delle migliori e i suoi occhi erano spenti, vuoti. -Spero non parlino del fatto che il Ministero non ha catturato nessuno.- Borbottò spostando lo sguardo sulle figure sedute attorno a lui, guardando Ginny che si era affacciata a leggere il giornale.

-Maghi Oscuri, sventura nazionale... chi ha scritto questa roba?-

Molly sbuffò stringendo la propria tazza tra le mani, bevendo un sorso del suo tè, chiudendo gli occhi. -La Skeeter.- Sotto lo sguardo confuso di Harry, Molly sorrise e spiegò: -È una delle scrittrici più famose del mondo magico.-

-Quella donna c'è l'ha col Ministero!- Si intromise Percy, colpendo il tavolo con un pugno, alzandosi di scatto, rischiando di ribaltare la propria tazza. -La settimana scorsa ha detto che stiamo perdendo tempo ad annunciare festività, quando dovremmo occuparci di marchiare i vampiri! Come se non ci fossero già degli uomini intenti a farlo!-

-Percy.- Lo richiamò Bill, appoggiando una mano sul suo braccio, tirandolo a sedere nuovamente e sistemando la tazza di tè tra le sue mani. -Stai zitto.- 

Ginny rise appena osservando lo sguardo infastidito di Percy, tornando poi a rivolgere la sua attenzione sulla gazzetta, che strappò dalle mani del padre con aria improvvisamente interessata. -Papà c'è il tuo nome qua sopra!-

Il Signor Weasley sbarrò gli occhi, pronto a riprendere il giornale per assicurarsene, Fred però fu' più veloce nel prendere l'oggetto dalle mani della sorella, improvvisamente interessato dalle faccende del Ministero.

-È vero, guarda qua George, papà è famoso!- Aveva esclamato porgendo la gazzetta al gemello, indicando un punto sulla pagina. La Signora Weasley tossì, affacciandosi velocemente verso il giornale tra le mani dei figli, cercando il nome con lo sguardo.

-Oh santo cielo!- Aveva esclamato fissando il nome. -Non posso credere di non averlo letto! Ci sono il tuo nome e il tuo cognome!-

Fu il turno di Ron di prendere il giornale, osservandolo sotto lo sguardo rassegnato del Signor Weasley, ancora seduto al suo posto, le mani aperte ad aspettare che il giornale gli venga ridato.

-Ma guarda un po'.- Ron sogghignò, sporgendosi verso Harry indicando un punto del foglio con aria soddisfatta, il corvino scosse appena la testa, sussurrandogli qualcosa che Hermione non capì. Poi, prima che il giornale potesse arrivare a lei, Fred lo riprese, portandolo davanti alla faccia e schiarendosi la gola. 

-Se i maghi e le streghe che attendevano al margine del bosco si aspettavano di ricevere qualche notizia dal Ministero Della Magia, sono rimasti amaramente delusi. Un rappresentante del Ministero ha confermato che non sono stati rinvenuti feriti, ma non ha fornito altre spiegazioni. Questa dichiarazione sarà davvero in grado di smentire le voci secondo cui parecchi corpi sono stati portati via dal bosco un'ora prima?- Lesse Fred, assottigliando lo sguardo con aria infastidita. -Che diavolo stanno dicendo, ho visto almeno sei morti con i miei stessi occhi!-  

-Fred!- Lo chiamò la signora Weasley con un singhiozzo disperato, implorandolo di zittirsi. 

-Non potevamo dire che ci sono stati dei morti, avremmo scaturito il panico!- Si intromise Percy appoggiando con forza la propria tazza, il tavolo tremò sotto l'oggetto. 

Il Signor Weasley sospirò alzandosi, prendendo finalmente il giornale dalle mani dei figli, leggendone le righe velocemente. Poi si raddrizzò, porgendolo finalmente ad Hermione, sistemandosi i vestiti sporchi della sera prima. -Molly, cara, io e il caro Percy ci recheremo in ufficio.- Iniziò, sorridendo dolcemente alla donna.

-Il signor Crouch sarà davvero soddisfatto di avermi con lui.- Aggiunse Percy sistemandosi i capelli con un movimento della mano, sorridendo soddisfatto, ricevendo un occhiataccia dai due gemelli.

Hermione conosceva quello sguardo e non portava a nulla di buono.

Osservando il giornale si chiese come questa Skeeter potesse sapere talmente tante cose della situazione; da come ne aveva parlato nelle poche righe che aveva scritto non era evidentemente stata presente alla Coppa durante l'incidente, dunque le sue fonti dovevano essere straordinarie per poterle offrire così tanti dettagli. Almeno, e di questo Hermione fu davvero grata, nessuno si era reso conto della presenza di Harry alla Coppa, meno persone si rendevano conto della sua presenza meno supposizioni sarebbero esistite.

Avrebbe dovuto davvero scrivere a Cedric assieme agli altri, almeno per assicurarsi che fosse giunto a casa sano e salvo. 

Così, ignorando il resto del discorso, Hermione si alzò, prese la sua tazza riponendola nel lavandino e si recò al piano di sopra per scrivere una lettera. 
 

/

 

Caro Cedric,

Ti scrivo questa lettera per sapere...

Hermione avrebbe davvero voluto continuare la lettera ma le parole che voleva scrivere al ragazzo sembravano improvvisamente sparire. Non aveva più scritto alcuna lettera dalla corrispondenza tra lei e i gemelli, avrebbe dovuto scrivere ai suoi genitori, rassicurarli che tutto stesse andando alla grande, mentire sull'incidente alla Coppa. Eppure nessuna frase sembrava sufficiente per descrivere la situazione in cui erano; così prese il foglio, lo stropicciò e lo buttò in un cestino lì presente, alzandosi. Ci avrebbe pensato dopo.

La porta si aprì facendola sobbalzare e si voltò guardando Harry entrare, seguito da Ron. Qualcosa non andava.

-Harry?- Hermione si alzò lentamente dalla sedia, appoggiando la mano sullo schienale, restando ferma a fissare il migliore amico.

-La cicatrice brucia.-
 

/

 

Il pomeriggio passò lento, il Signor Weasley e Percy erano partiti per il ministero prima di pranzo, promettendo di tornare il prima possibile. Hermione aveva guardato i due uscire, seduta sulle scale, le ginocchia strette al petto e lo sguardo puntato davanti a se, persa nei suoi pensieri.

Harry aveva ammesso che la sua cicatrice aveva ripreso a bruciare e ciò significava pessime notizie; l'ultima volta che la cicatrice aveva iniziato a bruciare aveva preannunciato la presenza di Voldemort e ora stava accadendo di nuovo. Se ciò che diceva Harry era effettivamente giusto, Voldemort stava programmando di uccidere qualcuno, sicuramente Harry stesso, e lo avrebbero fatto durante quell'anno scolastico. 

Hermione avrebbe dovuto provvedere nel dare più sicurezza ad Harry e stargli più accanto, controllarlo di più, di certo non avrebbe fatto l'errore di lasciarlo solo come al suo terzo anno. Se non avesse utilizzato la giratempo durante quel periodo avrebbe notato sicuramente l'effettiva innocenza di Sirius, forse avrebbe trovato informazioni nei registri scolastici dei vecchi alunni o qualcosa del genere. Ma quell'occasione era passata e non avrebbe nuovamente fatto l'errore di sottovalutare la presenza e l'importanza di Harry.

Hermione si alzò dalle scale camminando verso la cucina, dove la Signora Weasley era seduta con l'ennesimo tè tra le mani. Aprì la porta, guardando l'enorme terreno della tana aprirsi davanti a lei, lo sguardo a vagare sul bosco che circondava la proprietà, i colori arancioni delle foglie degli alberi illuminavano il posto di colori sgargianti. Hermione sorrise appena guardando le forze dell'autunno allontanare l'estate ogni giorno che passava, sentendo il freddo dell'inverno arrivare e la cara Hogwarts farsi vicina.

-Herm, giochi anche tu?- Chiese Ginny, scendendo dalla scopa davanti a lei, le sue gambe a causare un lieve rumore una volta colpito il terreno. 

-Giocare?- 

-Sì, Quidditch, con me, Harry, Ron e i gemelli.- Spiegò lei alzando la scopa con un movimento del braccio. 

Ad Hermione non piaceva volare, non perché non sapesse farlo, assolutamente, ma l'idea di alzarsi da terra e solcare il cielo su una scopa non la attirava affatto. Aveva letto di molti incidenti ne "Il quidditch attraverso i secoli" e da allora si era ripromessa di non salire mai più su una scopa a meno che non fosse una questione di vita o di morte. Quindi non si stupì quando alzò una mano, scuotendo la testa con un sorriso forzato, ignorando lo sguardo deluso di Ginny.

-Peccato.- Commentò la rossa, poi le sorrise salendo nuovamente sulla propria scopa, risalendo in cielo con una spinta delle gambe. Hermione la guardò volare dagli altri, riprendendo la pluffa dalle mani di Ron e rimettendosi a giocare con un sorriso.

Sospirò, voltandosi e rientrando in casa. Il giardino non era un opzione evidentemente, a meno che non volesse godersi loro giocare e onestamente, non voleva farlo. Così salì le scale entrando nella propria stanza. Aveva abbastanza tempo per concentrarsi sulle lettere che voleva spedire prima della settimana successiva quando avrebbe dovuto prendere il treno per Hogwarts. 

Avrebbe scritto a più persone, prima di tutto alla professoressa McGranitt per confermale di non voler avere una giratempo durante quell'anno scolastico e per ringraziarla, poi a Cedric per assicurarsi che fosse tornato a casa salvo, e poi a mamma e papà a cui avrebbe mentito sulla Coppa del Mondo di Quidditch per non farli preoccupare.

Così, presa una piuma e dell'inchiostro, iniziò a scrivere.
 

/

 

Caro Cedric,

Ti scrivo questa lettera per essere sicura tu sia tornato a casa sano e salvo dopo gli ultimi avvenimenti. Siamo tutti ancora scossi per ciò che è accaduto alla Coppa del Mondo di Quidditch e sono sicura che lo sia anche tu. Ti consiglio davvero di rilassarti in questi giorni e goderti il resto delle vacanze, per essere pronto al  nostro ritorno ad Hogwarts. Spero che questa lettera ti arrivi prima di allora e di sapere se stai bene

 Ci vediamo presto Cedric.

-Hermione

 

/

 

Cari mamma e papà,

Mi dispiace non avervi scritto in questa settimana, sono stata davvero indaffarata con la coppa del mondo. È tutto andato per il meglio, le due squadre hanno giocato seguendo le regole e ci siamo tutti divertiti molto. Ho imparato molte cose durante la mia permanenza alla coppa e sono sicura di non prendere mai più una scopa in mano. Harry e Ron stanno bene, si divertono a modo loro giocando in cortile mentre scrivo questa lettera. 

Penso di rivedere nuovamente la lista per Diagon Alley, così sarò sicura di cosa comprare; non preoccuparti mamma prenderò qualcosa anche per te. So che volevi un nuovo libro da leggere, ho qualche idea al riguardo.

Spero che questo anno sia fantastico come i precedenti e che non ci siano problemi, vi scriverò di nuovo al più presto raccontandovi tutto nel dettaglio.

Vi voglio bene,

La vostra Hermione.

 

-Che ne pensate?- Hermione abbassò la lettera, alzando lo sguardo sui due amici, intenti a mangiare un gelato. 

-Penso sia perfetta.- Bofonchiò Ron, cercando di prendere la ciliegia che era in fondo al calice, una smorfia di fastidio sul suo volto nel non riuscirci. Hermione seguì il movimento del suo cucchiaio prima di spostare lo sguardo su Harry.

-Tu che ne pensi Harry?-

Harry portò il proprio cucchiaio colmo di gelato alla bocca, alzando un sopracciglio nel venir richiamato e lasciando ricadere l'oggetto nel calice. -Secondo me dovresti parlare di più della coppa, saranno curiosi.- Commentò prima di tornare a guardare il proprio gelato.

Hermione riportò lo sguardo sulla lettera decidendo di riporla nella propria borsa a tracolla, chiudendo accuratamente l'oggetto. Ci avrebbe pensato dopo, dopotutto mancava ancora una settimana alla loro partenza per Hogwarts, aveva tutto il tempo che le serviva per terminare la lettera e spedirla. Nessuna fretta. E poi, doveva anche pensare a cosa fare durante quell'anno, pensare a come aiutare Harry con il suo problema; dopotutto la cicatrice era tornata a bruciare e ciò significava che Voldemort avrebbe presto agito. 

-Posso portarvi altro ragazzi?- La voce di Florian Fortebraccio la fece tornare dai propri pensieri e il suo sguardo si posò su quello gentile dell'uomo. -Ho sentito dell'incidente alla Coppa del Mondo, sono felice di vedere che state bene.-

-No grazie Florian, il gelato era squisito come al solito.- Sorrise Harry, prendendo un galeone e porgendolo all'uomo. -Sì, siamo fortunati ad esserne usciti intatti.- 

Florian scosse solamente la testa, allontanando la mano di Harry con un movimento gentile, rifiutando i soldi. -Lo siete stati davvero. Tieni i soldi Harry, la tua presenza qui è quello che mi aggrada!- Esclamò con un sorriso caloroso, scompigliando i capelli del ragazzo prima di prendere i calici vuoti sul tavolo. Il suo sguardo cadde su Ron, ancora intento a cercar di prendere la ciliegia.

-Ti serve ancora ragazzo?-

Ron trasalì, le punte delle orecchie ad arrossarsi mentre passava il calice con un piccolo broncio. Florian si allontanò con i calici e i tre scoppiarono a ridere. 

 

/

 

Passarono il pomeriggio a vagare tra i negozi, comprando ciò che serviva loro per il nuovo anno. Hermione si procurò nuovi libri per le lezioni, nuove pergamene e un calderone usato da poter utilizzare a Pozioni, siccome quello vecchio era stato distrutto l'anno precedente a causa di Ron. Riuscì a comprare anche alcuni ingredienti necessari per l'anno scolastico. 

Mentre tornava da Ron e Harry, intenti ad osservare le scope da Quidditch, si scontrò con Lee Jordan, appena uscito da un negozio con le braccia colme di scatoloni. 

-Oh, Hermione Granger!- Esclamò una volta che il suo sguardo si appoggiò su di lei, un sorriso a formarsi sul suo volto. -Ti saluterei propriamente se non fosse per questi.- Aggiunse, alzando appena gli scatoloni come se non fossero totalmente visibili davanti a lui.

-Ciao Lee.-

-Che ti porta a Diagon Alley?- Chiese Jordan, voltandosi verso il negozio da cui era uscito e che ora Hermione poteva vedere meglio: Gambol & Jape: Negozio di scherzi. Chissà perché se lo aspettava. Fece una smorfia tornando a guardare il ragazzo davanti a se, sollevando appena le braccia a mostrare i sacchetti colmi di libri scolastici. 

-Beh dovevo prendere il materiale per il nuovo anno.- Spiegò. Lee annuì appena non prestandole affatto attenzione mentre guardava la porta aprirsi, il campanello suonare mentre altre due figure lasciavano il negozio, altre scatole tra le braccia.

Hermione aggrottò le sopracciglia fissando le due teste rosse che uscivano da dietro gli scatoloni e che aveva il presentimento appartenessero a due gemelli che conosceva. Si schiarì la gola e le due figure trasalirono, affacciandosi da dietro le scatole.

-Hermione!- Esclamarono in coro.

-Pensavo aveste detto a vostra madre che avreste comprato un nuovo calderone.- 

I due gemelli si guardarono per un istante prima di fare qualche passo in avanti, appoggiando ulteriori scatoloni tra le braccia di Lee, che indietreggiò imprecando, rischiando di cadere a terra. 

-Ti dispiace portarli a casa tu Lee?- La testa di Lee si affacciò e sospirò prima di annuire.

-Sappiate che mi dovrete il doppio degli incassi.- Esclamò incamminandosi con un ultimo sorriso al gruppo. -Ci vediamo ad Hogwarts, Fred, George. Hermione.- Si allontanò nei vicoli bui di Diagon Alley. 

Hermione sospirò voltando la testa verso i due gemelli, alzando un sopracciglio quando i due puntarono uno sguardo colmo di speranza verso di lei. No, non stavano sicuramente pensando di-

-Non dirai nulla a mamma vero 'Mione?- La bomba era stata buttata prima che potesse formulare i propri pensieri. Hermione si morse il labbro, stringendo meglio le borse con il proprio materiale. Avrebbe davvero dovuto dire a Molly come i gemelli spendessero soldi in cose che effettivamente erano all'apparenza inutili, era giusto che lo sapesse, che sapesse dove andavano a finire i loro fondi. Sarebbe stata la scelta più giusta per tutti...

Eppure non se la sentì.

-Potete contarci, ma è l'ultima volta che vi copro.- Disse prima di incamminarsi nuovamente, sentendo sospiri di sollievo dietro di lei.

Beh quell'anno sarebbe stato più lungo del previsto.

 

/

 

La settimana successiva fu davvero lenta, il Signor Weasley e Percy tornavano a casa troppo tardi per avere notizie del ministero e Hermione, Ron ed Harry avevano iniziato a fare supposizioni su quali fossero le vere intenzioni di Voldemort. Su cosa volesse fare ad Hogwarts durante quell'anno, a cosa dovevano prepararsi. Le teorie erano tante ma nessuna era cosa certa e ciò li innervosiva e non poco; la verità era che non si poteva mai essere abbastanza pronti per le azioni del signore oscuro. 

Così in quella settimana si erano tutti concentrati sulle proprie attività, finché, la domenica sera si erano riuniti al tavolo della cucina, seduti davanti ad una tazza di tè. Percy era tornato prima del solito e la famiglia era riuscita a riunirsi per parlare. 

-È un disastro. Continuano a spedire Strillettere dove si lamentano della sicurezza alla Coppa del Mondo, dicono che dovevamo stare più attenti. Le Strillettere esplodono perché nessuno le apre e poi scoppiano incendi che distruggono documentazioni intere.- Aveva detto Percy, le mani strette attorno alla sua tazza di tè, che stava fissando con aria stanca.

-Beh non hanno tutti i torti, sono morte delle persone.- Commentò Ginny, usando uno scotch magico per aggiustare la sua copia di 76Mila Erbe e Funghi Magici, ormai distrutta dopo esser passata tra le mani dei gemelli. 

Hermione restò in silenzio dal dire la sua. Era ovvio che il Ministero della Magia non aveva prestato abbastanza attenzione ma alla fine chi diavolo si aspettava un attacco in mezzo ad una partita di Quidditch? Era improbabile, impossibile che Voldemort agisse quella notte stessa. Non potevano aspettarselo e non era giusto che fossero incolpati in quel modo. 

-Se fosse quello il problema, si stanno lamentando di voler il risarcimento per i danni dei propri beni, seriamente, sono ridicoli!- 

-Dovreste fermare l'arrivo delle poste.- Disse Ron, ingozzandosi dei biscotti che la Signora Weasley aveva preparato quella mattina. Percy sobbalzò solamente, come se Ron avesse appena insultato il suo orgoglio con quella frase, ma non disse nulla.

-Vostro padre è di nuovo in ritardo, di questo passo crollerà esausto.- Borbottò la Signora Weasley, interrompendo il discorso con aria preoccupata. Questo attirò l'attenzione di Percy che, con quel suo solito tono di superiorità si voltò verso la madre, bevendo un sorso del suo tè. 

-Beh starà sicuramente rimediando al suo errore alla partita, è stato fin troppo avventato nel fare una dichiarazione ufficiale senza prima parlare con i capi dipartimento. Onestamente penso che- 

Venne interrotto dallo sguardo colmo di rabbia che la Signora Weasley gli rivolse, alzando il proprio cucchiaino contro di lui. -Non provare a dar la colpa a tuo padre! Grazie a tuo padre non avete avuto problemi con la Skeeter!- 

-Però...-

Ron alzò lo sguardo dai suoi biscotti, guardando male il fratello maggiore, il sopracciglio alzato. -Percy, papà ha fatto il possibile. Almeno ha detto qualcosa a differenza tua.- Disse, deglutendo il cibo che aveva in bocca come un sorso di tè. Hermione alzò le sopracciglia guardando Ron con espressione scandalizzata, non si aspettava una risposta tanto diretta dal rosso.

-Come ti...- Iniziò Percy, alzandosi con aria profondamente offesa. 

-Suvvia Percy, calmati d'accordo?- Aveva detto Charlie, seduto sul divano, parlando per la prima volta in quella fredda serata. Ginny si era spostata a sedersi accanto a lui per farsi aiutare con l'aggiustare i libri. Harry a sua volta si era alzato, andando al piano di sopra dopo aver portato la sua tazza in cucina. 

Percy si lasciò cadere contro la sedia, un grugnito infastidito mentre lui e Ron si lanciavano occhiate colme di risentimento a vicenda. 

Hermione non ascoltò il resto, salutando il gruppo per andare a riorganizzare il proprio baule. 

 

/

 

Dopo aver controllato il proprio baule Hermione entrò nella stanza di Harry, vedendo il ragazzo seduto sul letto, una lettera tra le mani. Si avvicinò a lui appoggiando una mano contro la sua, sorridendo appena.

-Sirius?- Chiese per confermare i propri sospetti mentre si sedeva. Era ovvio fosse Sirius, non in molti scrivevano ad Harry, anzi, escludendo se stessa, Ron e qualche membro della famiglia Weasley, nessuno. 

Harry annuì, chiudendo la lettera, appoggiandola di lato prima di alzare lo sguardo su Hermione, gli occhi distanti e l'aria stanca. -Sono stanco di essere il prescelto Herm.-

Hermione lo guardò, rabbrividendo appena a quella dichiarazione così spontanea, sussurrata nel buio della stanza. Un lato di lei lo sapeva già, sapeva quanto era difficile per Harry parlare dei propri sentimenti, sapeva quanto Harry odiasse il suo ruolo, il suo compito, il suo essere Harry Potter. Sapeva che ad Harry sarebbe piaciuto nascere in un altro corpo, per vivere una vita normale, una vita che meritava di vivere ma non poteva. 

Eppure, Hermione sapeva anche che Harry aveva la responsabilità di tantissime persone sulle spalle, sapeva che se c'era qualcuno che poteva fermare Voldemort, poteva vincerlo, quello, per quanto fosse sbagliato e crudele, era Harry. E Hermione odiava dover pensare a come Harry dovesse continuare a combattere il signore oscuro. Lo odiava davvero.

-Lo so.- Sussurrò solamente, e le sue braccia circondarono il corpo di Harry in un abbraccio colmo di scuse sussurrate e speranze per un futuro migliore.

-Domani partiremo per Hogwarts... concentriamoci su quello per ora, okay?- 

-Okay.- 

 

   
 
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