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Autore: heliodor    23/12/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Cambiare i piani
 
Oren tornò da Shani che il sole non era ancora calato. La riunione con Roge era durata non più di un’ora, ma non voleva allontanarsi troppo dalla ragazza.
Shani era distesa sul suo giaciglio, avvolta dalle pellicce. Il viso era pallido e sofferente ma lei gli concesse comunque un sorriso.
“Forse c’è una speranza” disse inginocchiandosi al suo fianco.
Shani rispose con un mugugno.
“Che hai?”
“Non voglio che tu corra dei rischi inutili per me” fece la ragazza.
Oren cercò di restare calmo. “Farò di tutto per salvarti.”
“Pensa a salvare te stesso piuttosto. Io non ho speranze.”
“Invece sì” disse Oren stringendo i pugni. “Se riuscissimo a uccidere il negromante che ti ha maledetta, staresti bene.”
“E come sperate di riuscirci? Di certo se ne starà al sicuro tra le mura del castello.”
“Deliza ha un piano per entrarvi e uccidere Mirka.”
“Che piano?”
Deliza gli aveva raccomandato di non parlarne a nessuno, ma Shani doveva sapere quello che stavano per fare. “Roge evocherà un portale che ci porterà nella fortezza.”
“Quei portali sono inaffidabili. Ricordi che cosa è successo a noi?”
“Ce la faremo” disse Oren sicuro. “Mirka non si aspetta un attacco dall’interno.”
Shani sollevò la testa. “È una pazzia. Sarete soli in mezzo ai nemici e ai rianimati.”
“A quelli penseranno Vamyr e i suoi. Noi ci occuperemo solo di Mirka. È lui il nostro obiettivo.”
“Oren, non lo fare” disse Shani.
“Ho dato la mia parola a Deliza.”
“Vattene via senza voltarti.”
“Mai” esclamò. “Tu non mi hai abbandonato quando ero maledetto.”
“È stata la strega rossa a salvarti.”
“Ma tu mi hai salvato quando ero nel deserto.”
“Ho fatto davvero poco.”
“Ma sono qui” disse Oren. “E ora potrò pagare il mio debito.”
Shani sorrise. “Sciocco. Ora so perché piaci tanto alla strega rossa.”
Oren arrossì.
“Ti chiedi dov’è lei adesso?”
“Spero sia al sicuro” rispose. Ed era la verità. “Ma ora devo occuparmi di te.”
Shani annuì. “Lasciami risposare adesso. Mi sento molto stanca.”
Oren annuì e si alzò. “Passerò a trovarti più tardi.”
Shani voltò la testa di lato.
Fuori dalla tenda il buio stava calando sullo sperone di roccia che Vamyr aveva scelto per accamparsi. Da lì potevano osservare la valle sottostante per miglia.
In quel momento c’erano due sodati di vedetta, mentre tutti i mantelli e gli altri stavano ricevendo le ultime istruzioni da parte di Vamyr.
Deliza aveva annunciato che li avrebbe raggiunti dopo aver presenziato a quella riunione e poi sarebbero partiti.
“È importante agire al momento giusto” aveva detto. “Dovremo attendere che Vamyr abbia preso d’assalto le mura, impegnando le forze di Mirka. Solo allora potremo entrare nella fortezza.”
“Vamyr conta anche su di noi” aveva detto Oren.
“Non quanto credi. Ha deciso di lasciarci qui di guardia al campo.”
“È una buona idea” aveva risposto Roge. “Dovremmo starlo a sentire.”
“Lord Vamyr è noto per essere uno stregone esperto e un buon comandante” aveva detto Deliza seria. “Ma pensa di poter trattare i rianimati come se fossero una banda di rinnegati. Non si rende conto che quelle creature non agiscono in maniera prevedibile. Anche voi li avete visti combattere.”
“Shani la pensa più o meno come te” aveva detto Oren. “Lei dice che sarebbe meglio rinchiudersi tra le mura di una fortezza.”
“Anche quella sarebbe una buona idea” aveva detto Roge. “Perché voi due non siete altrettanto saggi?”
Deliza gli aveva sorriso. “Noi siamo saggi” aveva detto. “È solo che non ci piace farlo vedere troppo agli altri. Ora devo andare. Verrò io a prendervi dopo la riunione con Vamyr.”
Oren camminò fino alla tenda del comandante, ma senza avvicinarsi troppo. I soldati che la sorvegliavano non si mossero alla sua vista, ma sapeva di non potersi spingere più avanti. Decise di tornare indietro e dirigersi verso le vedette che stavano scrutando la valle. Uno stregone dalla barba bianca e incolta osservava in basso, gli occhi che luccicavano nell’oscurità.
Vista speciale, pensò Oren.
Con quell’incantesimo poteva davvero vedere se qualcuno si stesse avvicinando?
Oren non voleva disturbarlo e fece per allontanarsi, quando uno dei soldati, un giovane alto dai capelli color del grano e la barba lunga, gli si avvicinò.
“Nervoso per la battaglia?” chiese con tono amichevole.
Oren scosse la testa. Cercò di associare qual volto a un nome che aveva già sentito, ma non gli venne in mente nessuno. Aveva passato quasi tutto il tempo con Shani e non conosceva quelle persone.
“Mi chiamo Argrin” disse il ragazzo.
“Oren” rispose un po’ imbarazzato.
“Un nome del sud” osservò l’altro. “Da dov’è che vieni?”
“Pelyon.”
“Che posto è?”
“Vicino al mare.”
Argrin sorrise. “Davvero? Mai visto il mare in vita mia.”
“È come un lago, ma molto più grande.”
Argrin annuì solenne. “Un lago molto grande. A nord del mio villaggio c’è il Pozzo di Issidir. Noi lo chiamiamo così perché si dice che venne creato dal gigante Issidir quando venne precipitato sulla terra dai suoi fratelli.”
“Perché fecero una cosa del genere?”
“Per vendetta.”
“Tra fratelli?”
“Fu una punizione meritata.”
Oren attese che proseguisse.
L’altro ghignò. “Issidir aveva sedotto le mogli dei suoi tre fratelli ingravidandole.”
Oren annuì. “In effetti non si è comportato da buon fratello.”
“Non direi proprio. Tu hai qualche fratello?”
Scosse la testa. “E tu?”
“Cinque.”
Dalla valle giunse l’eco di un corno.
Argrin si voltò di scatto. “L’hai sentito anche tu?”
Oren si avvicinò allo sperone di roccia dove lo stregone dagli occhi luccicanti fissava il buio con espressione accigliata.
“Awrun vedi qualcosa?” domandò Argrin.
“Una figura sta risalendo il fianco della collina” disse lo stregone.
“Chi?”
“Da qui non riesco a riconoscerlo, ma direi che è Hinkal. Il corno era stato affidato a lui.”
“Hinkal è uscito in esplorazione con altri due. Dove sono?”
“Non li vedo” disse Awrun. “Solo questo posso dirti.”
Oren si sporse per guardare, ma i suoi occhi incontrarono solo il buio compatto che era calato sulla valle. Cercò di capire da che parte stesse guardando Awrun, ma scorse solo altro buio. Poi, una figura emerse dalle ombre e prese forma.
“Eccolo lì” disse Argrin. “Gli vado incontro.”
“Fai attenzione” disse Awrun.
Oren seguì il soldato lungo il leggero pendio.
“Non sei obbligato a venire.”
“E voi non eravate obbligati a salvarci.”
Argrin ghignò.
Hinkal arrancò sul pendio aiutandosi con le braccia e le gambe.
Avvicinandosi, Oren colse nei suoi occhi sbarrati e l’espressione stravolta il terrore. Hinkal si guardava indietro a ogni passo, come se temesse che qualcuno, o qualcosa, stesse per afferrarlo.
“Hinkal” fece Argrin tendendogli una mano. “Perché sei da solo?”
Hinkal si fermò di botto, come se fosse sorpreso da quella improvvisa apparizione. Aveva il fiatone e tremava. “Argrin, sei tu?”
“E chi vuoi che sia?”
“Ho raggiunto il campo? Ce l’ho fatta?”
“Sei quasi arrivato in cima. Dove sono gli altri?”
Hinkal si piegò in due e vomitò.
Oren distolse lo sguardo dal pranzo sparso sulla neve e guadò oltre le spalle dell’uomo. Il buio era fitto, ma i suoi occhi si stavano abituando all’oscurità. C’era qualcosa che si agitava tra le ombre o era suggestione?
Argrin sostenne l’altro. “Hinkal, ti ho chiesto che fine hanno fatto gli altri.”
Hinkal tossì. “Morti.”
“Come?”
“Mangiati dai rianimati” rispose l’uomo. “Ci hanno circondati. Erano ovunque. Stanno risalendo la collina e tra poco saranno qui.”
Trascinarono Hinkal per gli ultimi passi della salita, quindi Argrin lo portò verso la tenda di Vamyr. Nel frattempo, altri stavano accorrendo per guardare a valle.
“Io non vedo niente” disse una strega dai capelli neri e la mascella squadrata. Anche i suoi occhi luccicavano.
“Non puoi vedere un cadavere” disse un soldato dalla pelle raggrinzita. “I morti sono freddi e spenti e tu con la tua vista speciale puoi scorgere solo i vivi.”
Oren si sporse per guardare, ma ancora una volta vide solo il buio profondo in cui era immersa la valle.
Eppure, Hinkal sembrava sincero. Non poteva essersi inventato tutto. Per quale motivo avrebbe dovuto farlo?
“Lì” gridò la strega dalla mascella squadrata. “Vicino a quello sperone di roccia” ripeté col braccio teso.
Oren lo seguì con lo sguardo e allora vide. Nel buio, ombre si agitavano muovendosi a scatti. Un rumore simile al raschiare di passi sul legno proveniva dallo stesso punto.
“Li vedo” gridò un soldato. “Saranno almeno un centinaio.”
Ora che sapeva dove guardare, anche Oren si stava rendendo conto di quante fossero le ombre. Ne contò una trentina pria di averne abbastanza. Erano ancora a due o trecento passi di distanza e salivano lente lungo il pendio, ma stando al racconto di Roge, i rianimati compensavano la lentezza con l’essere instancabili. Non dormivano, non mangiavano, non si riposavano mai. Continuavano ad avanzare finché non prendevano la preda per stanchezza o non venivano abbattuti.
Succederà anche a noi? Si chiese mentre si sporgeva verso il basso.
Una mano gli toccò la spalla facendolo sussultare. Voltandosi di scatto, incrociò lo sguardo di Deliza.
“Sembra che dovremo cambiare i nostri piani” disse la ragazza.
 
Deliza lo trascinò verso la parte più lontana del campo. “Vamyr ha deciso di attaccare subito la fortezza” spiegò mentre si dirigevano verso la tenda di Roge.
“Con i rianimati che si stanno avvicinando?” chiese Oren. Quella mossa gli sembrava azzardata, se non assurda.
“Tu che cosa faresti al posto suo? Ha cavalli a sufficienza per spostare tutte le sue forze più rapidamente dei rianimati.”
“Non può spostare tutti” disse Oren. “Deve lasciare qualcuno a difesa del campo.”
Deliza non rispose.
“Shani non può muoversi troppo velocemente e non abbiamo dei cavalli. Non più.” Stava iniziando a realizzare cosa sarebbe accaduto. “E questo, Vamyr lo sa.”
Deliza annuì. “Non solo lo sa, ma spera che i rianimati siano attirati da voi tre.”
“Noi tre?”
“Tu, la ragazza dagli occhi obliqui e Roge.”
“Ci porti con lui allora.”
“Sareste un peso. E non si fida. Nella battaglia finale vuole contare solo su forze di cui si fida.”
“E di te si fida?”
“No, ma gli servo.”
“Allora perché non vai con lui?”
Deliza ridacchiò. “Sono io che non mi fido di lui. E voglio assicurarmi che Mirka muoia davvero, stavolta. Ne ha combinate troppe per sperare nel mio perdono.”
Roge era già fuori dalla tenda. “Che succede?” chiese preoccupato. “Dalle vostre facce sembra che stia per crollare l’intera montagna.”
“I rianimati” disse Deliza. “Stanno venendo qui.”
“Un buon motivo per andare via” disse Roge.
“Dopo che avrai aperto quel portale.”
“Vuoi davvero farlo?” chiese.
Deliza annuì decisa. “Ora più che mai. È pronto?”
Roge sospirò. “Sì, ma non è stabile. La fortezza è stata costruita in una zona dove i portali sono scarsi. Non hai idea della fatica che dovrò fare per farci passare tre persone.”
“Basterà che ne passi una” rispose lei.
“Ma tu avevi detto…”
“Lo so che cosa ho detto, ma ho cambiato idea. Oren non può venire con me e tu saresti un peso” disse Deliza.
Roge non sembrò sollevato. “Sarai da sola contro un’intera fortezza.”
“Il mio obiettivo è Mirka” disse la strega. “Ora, se possibile, dovresti evocare quel portale. Tra poco Vamyr dovrebbe notare la mia assenza e farmi cercare.”
Roge annuì. “Concedimi due minuti per concentrarmi.”
Deliza si fece da parte mentre Roge giungeva le mani e chiudeva gli occhi. “Che ci fai ancora qui?” chiese a Oren. “Vai a prendere Shani e preparala per andare via.”
“Dove? Siamo a piedi.”
“Scappate, nascondetevi. Ci sono parecchi posti dove potete trovare rifugio. I passi verso sud non sono ancora del tutto ostruiti dalla neve. Con un po’ di fortuna riuscirete a mettervi in salvo.”
“I rianimati continueranno a inseguirci” disse Oren. “E Shani sta sempre più male.”
“Se riesco a uccidere Mirka e i suoi seguaci, risolveremo per sempre anche quel problema” disse Deliza. “Se uccidi il negromante, elimini anche la maledizione negromantica. Con te ha funzionato, no?”
“Io non ero stato maledetto da un negromante.”
“Non mi piaci quando fai così” disse Deliza triste. “E voglio conservare di te un bel ricordo. Sai, nel caso tu non dovessi sopravvivere. Io sono abbastanza sicura di farcela.”
Oren la fissò con espressione dubbiosa.
Deliza ridacchiò. “Sto scherzando, sciocco. Vai a sud, salva la tua amica Shani e continua a cercare la tua principessa perduta. E quando la troverai, confessale finalmente il tuo amore.”
“Smettila” esclamò Oren, imbarazzato.
“Ci siamo” annunciò Roge.
Davanti a lui era apparso un circolo di energia azzurra che sembrava pulsare al ritmo di un respiro.
I bordi erano netti e ben visibili, tranne che in qualche punto dove sfumavano nel bianco della neve.
“È sicuro?” chiese Deliza.
Roge annuì, l’espressione tesa. “Vai. Comincio a stancarmi.”
“Vai con loro a sud” disse Deliza entrando nel circolo magico. “Ricorda che sei in debito con Oren.”
Deliza scomparve al centro del circolo e questo sparì un attimo dopo.
Roge sospirò e abbassò le braccia.
Oren vide che era sudato come se avesse compiuto uno sforzo enorme.
“È andata davvero?” chiese Oren.
Roge annuì. “Cos’è quella storia della principessa perduta alla quale devi confessare il tuo amore?”
Oren sospirò. “Ne parliamo dopo. Ora prendiamo Shani e andiamo via. Ne ho abbastanza di questo posto.”
“Per una volta concordo con te.”

Nota 1
Per il momento lasciamo Joyce e riprendiamo alcuni personaggi rimasti in sospeso per mesi.

Nota 2
Buon Natale a tutti! :D

Prossimo Capitolo Giovedì 26 Dicembre.


 
  
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