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Autore: Miharu_phos    24/12/2019    0 recensioni
Gabi ha un segreto, un segreto di cui molto probabilmente neanche lui è a conoscenza.
Riccardo crede che Gabi sia un bugiardo, o forse è solo una fata che compare ogni volta in cui Riccardo lo cerca.
Dove Gabi ha paura di non conoscere se stesso perché non ricorda niente di sé.
E dove Riccardo lo aiuterà a ricostruire lentamente la triste verità sulla sua esistenza.
Dal testo:
“La sua bellezza era disarmante e quel labbro spaccato rendeva la sua figura così fragile e tenera.
In quel momento realizzò che non gli importava in fondo sapere se Gabi fosse maschio o femmina.
Era la sua fata, e questo poteva benissimo adattarsi ad entrambi i casi. Una piccola e luminosa fata comparsa per caso in un triste pomeriggio di ottobre. Un regalo che Riccardo non avrebbe dimenticato e che avrebbe custodito nel cuore preziosamente.”
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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La grande foto di Gabi svettava nel cumulo di fiori che si erano ammucchiati attorno alla bara.

 

Dopo la fuga durante la sera del ritrovamento, Riccardo era stato ulteriormente punito ma i suoi genitori gli avevano permesso di assistere almeno al funerale, al quale era stato accompagnato soltanto dall'autista di famiglia.

 

La cerimonia funebre si era tenuta circa un mese dopo il ritrovamento del corpo; dopo il riconoscimento ed uno studio sulle spoglie che aveva prodotto una descrizione dettagliata delle torture che quel povero corpo aveva subito all'epoca dell'assassinio, quel che restava del ragazzino era stato finalmente restituito ai genitori.

 

Questi ultimi avevano anche dedicato a Riccardo un ringraziamento ufficiale, accompagnato dalle loro più sincere scuse.

 

I poliziotti si erano congratulati con lui, anche se nessuno era pienamente convinto che la storia che Riccardo gli avesse raccontato corrispondesse esattamente alla verità.

 

Ma tanto a lui non importava.

 

Se ne stava seduto nel suo completo elegante, accanto all'autista che gli suggeriva di tanto in tanto di mantenersi dritto sulla schiena.

 

Se non avesse sperato fino alla fine di poter rincontrare Gabi almeno al suo funerale, di certo non ci sarebbe andato; non perché non gli importasse, era chiaro, ma di che beneficio poteva mai essere ad una persona morta, la propria presenza al suo funerale?

 

Riccardo se lo era sempre chiesto ed era per questo che ogni volta in cui i suoi genitori lo avevano obbligato ad assistere ad una cerimonia funebre per pura educazione, il ragazzino non aveva fatto altro che covare dentro di sé odio e fastidio per avvenimenti del genere.

 

Odiava vedere la gente in lacrime, persone che magari Gabi neanche lo avevano conosciuto o non lo ricordavano; all'epoca non erano state fatte abbastanza indagini e di questo si era scusato addirittura il sindaco cittadino, a nome di quello in carica a quei tempi, ormai deceduto.

 

Inoltre sentiva che nessuna di quelle persone avesse conosciuto realmente Gabi come aveva fatto lui; parlavano di un ragazzino cortese ed umile, un bambino perfetto con il sorriso sempre pronto.

 

Ma cosa ne sapevano loro? Qualcuno ad esempio lo aveva mai visto arrabbiarsi quando non era d'accordo con il suo interlocutore, o offendersi quando gli veniva rivolta una critica? Qualcuno lo aveva mai visto ridere di gusto, o piangere di disperazione?

 

Qualcuno sapeva del suo amore per il calcio, del suo debole per gli animali o della sua predilezione per i vestiti femminili? Nessuno parlava di questo, nessuno parlava di come si illuminassero i suoi occhi ogni volta in cui correva dietro ad un pallone, o di come si stendesse esausto sull'erba dopo essersi stancato.

 

Nessuno sapeva quanto bello potesse diventare il suo viso quando veniva illuminato dal sole e di come i suoi occhi si riempissero di cielo ancora di più quando guardava le nuvole.

 

E di certo nessuno sapeva quanto potesse affezionarsi a qualcuno, facendo affezionare inevitabilmente anche l'altro.

 

Gabi non era semplicemente un bambino educato, lui era molto di più, ma questo sembrava ricordarlo solamente Riccardo.

 

D'altronde dopo tutti quegli anni era assurdo pensare che qualcuno potesse ancora soffrire per la sua morte, eppure c'erano comunque i soliti soggetti bisognosi di attenzioni che non esitavano a mostrare la loro finta sofferenza.

 

A Riccardo tutto ciò dava solamente fastidio ma attese il termine del funerale educatamente, per poi ritornare a casa accompagnato dal proprio autista.

 

Passando di fianco al parco aveva guardato le altalene con sguardo malinconico.

 

Non aveva mai pensato di poter provare così tanta nostalgia eppure quello era l'effetto che l'assenza di Gabi gli faceva.

 

Sentiva ancora un vuoto nel cuore, come se fra lui e l'amico fosse rimasto in sospeso qualcosa che non avevano fatto in tempo a dirsi; eppure era assurdo, Gabi era rimasto lì per oltre trent'anni e quando finalmente aveva trovato un amico tutto era finito con un soffio di vento.

 

L'atteggiamento dei genitori nei confronti del piccolo Di Rigo era decisamente cambiato; pur non essendo molto presenti si erano accorti di come quella strana storia avesse influito sul loro figlio ed avevano allentato un po' la punizione, anche se non avevano cambiato idea sul farlo studiare esclusivamente a casa.

 

Quando Riccardo aveva chiesto loro di andare a trovare la tomba di Gabi perciò, lo avevano accontentato, pur non approvando il suo attaccamento nei confronti di un bambino morto decenni prima.

 

Come al solito al suo fianco c'era solo l'autista ma il castano aveva chiesto di restare solo, mentre contemplava la bellissima foto posta sulla lapide.

 

Era rimasto in silenzio per tanto tempo, poi finalmente era riuscito a sbloccarsi, mentre torturava le margherite che gli aveva portato per abbellire la tomba.

 

-Mi manchi tantissimo...so che non puoi più sentirmi e che essere venuto qui sia inutile, se sei sparito è perché sei finalmente libero, è quello che volevi infondo. Ma scusami Gabi, io non ci riesco ad essere contento per te, perché ti vorrei ancora qui, a chiacchierare con me, a discutere, a giocare ai detective. E scusami se ti dico questo, so che è un ragionamento egoista ma se avessi saputo che saresti scomparso così non ti avrei aiutato a farti trovare. Anzi non ti avrei mai detto nulla di quello che sapevo, mi sarei tenuto tutto per me e ti avrei assecondato nel farti vivere nei tuoi vecchi ricordi...è che mi manchi così tanto e...- si asciugò una piccola lacrima - e non sono mai riuscito a dirtelo ma sono -singhiozzò -sono innamorato di te, lo sono stato fin da subito, mi sono preso una bella cotta- mormorò, ridacchiando appena con tono triste.

 

-E lo so che sembra strano perché sei un maschio ed anche io lo sono...ed è sbagliato...ma eri così bello e stare con te mi faceva sentire così bene, come se stessimo galleggiando sulle nuvole solo noi due. Mi manchi da morire. E avrei voluto poterti dire tutte queste cose di persona ma te ne sei andato ed è stata tutta colpa mia. Ed ora non so più che fare perché stare senza di te fa troppo male-

 

Il ragazzino era scoppiato in un pianto, incapace di trattenersi oltre.

 

I suoi capelli castani ondeggiavano accarezzati dal vento mentre si teneva il viso singhiozzante fra le mani, assalito dal rimpianto e dal dolore.

 

-Io ti amo Gabi- aveva aggiunto poi con un ultimo singhiozzo.

 

Si era accucciato per terra, di fianco alla lapide, incurante del pericolo di potersi sporcare ed era rimasto lì, a soffocare le sue lacrime sulle proprie ginocchia.

 

Il suo autista lo guardava da lontano e sospirava.

 

Aveva visto quel bambino crescere completamente da solo ed ora sembrava aver perso la sua unica fonte di gioia, qualunque essa fosse stata.

 

 

 

 

Per l'ennesima volta Riccardo si addormentò in lacrime quella sera; lasciava sempre la finestra spalancata oramai, perché il vento gelido sul viso gli ricordava tanto il tocco fresco e quasi impercettibile di Gabi.

 

Misty dormiva accanto a lui ed il suo nuovo gatto, Bibi, faceva le fusa di fianco alla sua testa.

 

Lo aveva trovato per caso vicino alle altalene, le stesse dove giocavano lui e Gabi, e il micetto gli aveva miagolato contro affamato, in cerca di cibo.

 

I suoi genitori avevano acconsentito all'adozione del nuovo cucciolo, a patto che se ne prendesse cura lui stesso, come per il cane; e per Riccardo non c'era modo migliore di sfogare la sua tristezza se non abbracciando quei due animaletti, tanto bisognosi di attenzioni.

 

Lo aiutavano a sopprimere la solitudine e a farlo dormire più sereno.

 

Quella notte però Riccardo fece uno strano sogno.

 

Gabi gli veniva incontro e lo abbracciava, sorridente.

 

I suoi vestiti erano puliti e portava i capelli sciolti; era ancora più bello.

 

Il suo corpo non era più impalpabile come lo ricordava; era diventato un corpo normale, morbido, consistente, come quello di qualunque altro essere umano.

 

Riccardo lo aveva stretto a sé ed aveva sentito il suo profumo, sapeva di margherite fresche.

 

Poi Gabi si era staccato di poco, quel pò che bastava per far sì che potesse accarezzare il viso dell'amico;

 

Le sue mani erano calde, sottili, morbide.

 

-Non piangere più Ricky. Io sto bene, finalmente grazie a te sto bene- gli aveva detto con un sorriso riconoscente.

 

-Ma sono solo adesso Gabi! Mi hai abbandonato!-

 

Gabi aveva scosso la testa e gli aveva preso una mano, posando delicatamente una margherita nelle dita del castano.

 

Riccardo l'aveva stretta subito, temendo di perderla.

 

-Vedo che hai conosciuto il mio piccolo amico. Te l'ho mandato io, prenditi cura di lui, non ha più la mamma- aveva spiegato, facendo cenno al gattino che era spuntato da chissà dove e che aveva cominciato a strusciarsi fra le gambe dei due ragazzini.

 

Riccardo aveva annuito, sorridendo con sguardo rassegnato.

 

-E scusami se non te l'ho detto prima, non ho fatto in tempo. Ma anch'io ti amo, anche se siano maschi ed io non esisto più da un pezzo. Non dimenticherò mai quello che hai fatto per me.-

 

Lo sguardo di Gabi era dolce e riconoscente e spezzava il cuore solo a guardarlo.

 

Riccardo sorrise sentendo le lacrime salire con prepotenza ma l'amico gli prese il viso fra le mani, bloccando quel pianto imminente con un casto bacio sulle labbra.

 

Riccardo spalancò gli occhi mentre sentiva il cuore battergli all'impazzata.

 

-Non mi dimenticare. Io non lo farò-

 

Gabi si era allontanato ed aveva cominciato a sparire, avvolto da una nebbia calda e leggera.

 

-Te ne vai, mi lasci di nuovo?- la voce di Riccardo era talmente triste da far pena persino a se stesso.

 

Gabi gli sorrise mentre svaniva fra quelle goccioline leggere e lo salutò con la mano.

 

-Ci rivedremo, te lo prometto. Voglio vederti sempre sorridere fino ad allora però. Ciao Ricky!-

 

Riccardo non era più riuscito a trattenere le lacrime, vedeva il suo Gabi dissolversi e non poteva farci nulla.

 

Si risvegliò disturbato dall'abbaiare del suo cagnolino che si era messo in piedi sul letto mentre fissava la finestra aperta.

 

Anche il gattino era sveglio ed osservava rapito nella stessa direzione, come se qualcosa o qualcuno li avesse attirati.

 

Riccardo si alzò per andare a richiudere e notò che all'esterno la nebbia aveva invaso tutto il suo giardino.

 

Poi si toccò Istintivamente le labbra, sembravano umide ed un sorriso spontaneo vi si dipinse mentre fantasticava sul sogno meraviglioso appena fatto. Gli sembrava quasi che Gabi fosse realmente stato lì e che lo avesse baciato.

 

Guardò ancora una volta fuori dalla finestra, ammirando la nebbia che ricopriva tutto come un manto soffice.

 

Sorrise, sentendo una sensazione estremamente familiare invadergli il petto.

 

Poi guardò verso il basso ed aprì le dita della mano che teneva strette in un pugno.

 

C'era una margherita.

   
 
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