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Autore: Blue_Wander    28/12/2019    2 recensioni
"XANA aveva scoperto dalla rete che c'era solo una cosa in grado di distruggere per sempre il bene: l'amore del male. E quale migliore simbolo d'amore se non un figlio? Il problema era che lui non sapeva amare, non poteva nemmeno provare sentimenti. Questo gli ha sempre impedito di vincere[...]. Però, per ANAX, il tempo era passato e questo andava contro ogni regola del mondo virtuale."
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yumi salutò Emy per ultima come aveva sempre fatto, posandole un leggero bacio sulla guancia, dato senza nemmeno troppo peso all'azione in se. -Vorrei tanto poter rimanere con voi...- disse, guardando la minore che, preoccupata, la implorava di restare. -Ma sono sicurissima che il professor Werner ti infonderà il coraggio che ti serve.- sorrise, per poi rivolgersi a tutti, seduti in modo disordinato nella stanza di Emy ed Aelita. -Mandatemi un messaggio dopo, così sarà come se ci fossi stata anche io, d'accordo?
Una volta chiusa la porta alle sue spalle, i ragazzi si guardarono tra loro e, subito dopo, spostarono lo sguardo su Lukas, finendo poi per osservare Emy che, timidamente, si stava sedendo sul proprio letto di fianco al professore. -Bene.- disse la giovane, sentendo l'uomo prenderle la mano, intrecciando le proprie dita con quelle della mora. -Abbiamo qualcosa di importante da dirvi: riguarda gli intagliatori e la loro storia.- continuò, leggendo sui volti dei compagni la più totale confusione. -Lukas la conosce e potrebbe non essere l'unico.
-Ma come fai ancora a fidarti?- chiese Jeremy, visibilmente irritato dalla presenza del professore. -Potrebbe averti mentito di nuovo.- prima che dicesse altro Aelita lo fermò, scuotendo la testa in segno di negazione, sussurrandogli nell'orecchio qualcosa che, ai presenti, non fu riferito. Jeremy arrossì senza controllo, rischiando persino di far appannare le lenti degli occhiali, appena lucidate dal maglione azzurrognolo del ragazzo.
Aelita annuì nella direzione di Lukas e, il giovane uomo, cominciò il suo discorso, prendendo fiato ed evitando lo sguardo di Teo, concentrandosi nell'oscillare da Ulrich a Odd che, al contrario del leader, sembravano felici di avere dalla loro parte uno con la sua esperienza. Prima di parlare guardò Emy, sorridendole mentre le accarezzava una guancia, intenerito dal nervosismo della mora. Si tolse la felpa, rimanendo a petto nudo, mostrando ai ragazzi la sua cicatrice, ormai raggrinzita dal tempo e ridotta semplicemente ad un segno bianco disordinato. -È stato mio padre, il capo degli Intagliatori. Io sono stato il primo a venire marchiato da lui e...- venne interrotto, ma non guardò negli occhi il suo interlocutore.
Teo si alzò in piedi, stringendo i pugni al punto da far sbiancare le nocche. -Sai che non è vero. Tu mi hai mostrato quelle visioni, non è così? I ricordi di mia madre, erano opera tua!- fece una pausa, avvicinandosi a lui. -Tu la conosci, vero? Sai perché è stata marchiata, giusto?
Emy cercò di fermarlo, ma lui non le diede retta e Lukas alzò piano gli occhi, incrociando lo sguardo del minore. -Sì.- rispose solamente. -Sì, io so perché. Ma la ragione non ti piacerà.- si girò verso Emy che lo guardava, visibilmente confusa. -Non te l'ho detto prima perché non mi riguarda e, in realtà, non riguarda neanche voi. O almeno, non vi riguarda più.
-Spiegati.- sibilò il minore.
-Mio padre ha fondato gli Intagliatori, ma non ha fatto tutto da solo, ovviamente. Aveva un numero elevatissimo di alleati, chi potrebbe mai gestirli senza un appoggio? C'era un'impresa da cui dipendevano tutti i suoi scagnozzi e vostro nonno ne faceva parte, esattamente come il mio: se mio padre era a capo di un'azienda, sicuramente non era per i suoi meriti di imprenditore, ma per una semplice questione ereditaria.- prese fiato, rivestendosi. -Mio nonno ne era il fondatore e il suo scopo era quello di vendere al pubblico prodotti che venivano descritti come medicinali miracolosi per ricavarne denaro, usato poi nelle sue ricerche. Ricerche che trattavano dati personali di cittadini che, teoricamente, non dovrebbero esistere ma che, al contrario, sono registrati e vivi.- Lukas guardò Emy. -Ad esempio Spirit e Candy, di cui solo la minore dei due è stata marchiata, poiché Spirt è sempre stato inafferrabile e, soprattutto, conosciuto per il sangue freddo con cui ha ucciso la maggior parte dei dipendenti di mio nonno, tra cui il suo stesso padre.
-Non avrei mai creduto che mio padre fosse capace di questo.- rispose Emy, interrompendolo.
-Dovresti essergli grata, sai?- le sorrise, riprendendole la mano. -È merito suo se adesso siamo qui. Se adesso sei qui.- notò lo sguardo stralunato di tutti i presenti, decidendo di andare avanti. -Non posso dirvi di più, ma non perché non voglia.- continuò, precedendo le perplessità di Jeremy e Teo. -ANAX mi ha proibito di farlo e non posso disobbedirle.
-Perché?- chiese Odd, ingenuamente, ricevendo uno sguardo assassino da parte di Aelita, ma facendo anche sorridere Lukas, mentre i due ragazzi più scettici del gruppo gli riservavano un occhiata raggelante.
-Perché è mia sorella, anche se solo da parte di madre.- disse solamente, mentre Emy gli strinse di più la mano, ricevendo uno sguardo sereno dall'uomo al suo fianco. -E non voglio tradirla. Sono l'unica famiglia che ha realmente avuto e non posso voltarle le spalle, nemmeno se lo volessi.
D'altro canto, i ragazzi presenti erano esterrefatti dalla notizia. Lukas non solo aveva ammesso che la loro nemica era sua sorella, ma aveva anche reso chiara la sua idea sulla faccenda. Non era dalla loro parte e non lo sarebbe stato. Ma perché? Non sapeva che ANAX li stava mettendo in pericolo?E perché stava dicendo loro tutte quelle informazioni preziose se non aveva intenzione di aiutarli nella distruzione di Lyoko e dell'entità che lo abita?
Ovviamente, però, Aelita ed Emy conoscevano molto bene la situazione e sapevano quanti sacrifici l'uomo avesse fatto per la sorellina e, al contempo, per i genitori, riuscendo a fare parte del vero bene, anche se, per gli altri, non era così.
-Quindi prima le persone venivano marchiate perché teoricamente non dovrebbero esistere, giusto?- chiese Ulrich, cercando di smorzare la tensione, facendo domande. -Ma perché la tua testa non è tutta rossa come quella degli altri?
-Mio nonno era l'unico a conoscenza della ricetta dell'intruglio cremisi indelebile a contatto con la pelle, insieme ad alcuni scienziati uccisi da Spirit in persona. Quando morì, il modo di creare quella strana tinta scomparve con lui e mio padre non ebbe mai modo di riprodurla, anche se passò mesi a cercare.- Lukas respirò profondamente un paio di volte. -Candy, quando è stata ritrovata dagli Intagliatori e da mio padre, era già stata tinta da qualcun altro. Credo che sia stato Spirit: il resto dell'intruglio era stato rubato dai laboratori e l'ultimo ad essere riuscito a introdursi fu lui. Mio padre credeva che lo avesse fatto per ingannarli e far pensare ai suoi dipendenti di averla già marchiata, ma la sua teoria non mi convinse mai, anche perché poi l'avevano trovata comunque e questo significherebbe una grave sconfitta per Spirit. Eppure se c'è una cosa che ho imparato è che lui non perde mai.

Teo si stava annoiando aspettando Emy, sempre in ritardo di sabato mattina, decidendo che l'ora di andarsi a prendere una buona cioccolata calda alle macchinette era arrivata. Il freddo non aiutava la sua mente a focalizzarsi su altro, perciò mise la mano nella tasca dei jeans grigi e ne tirò fuori qualche spicciolo rimasto dentro dal giorno precedente. Contò i centesimi e, per sua fortuna, arrivava ad avere abbastanza soldi per due bicchieri.
Si avvicinò al distributore, trovando davanti a lui solo una ragazza. Non l'aveva mai vista al Kadic, probabilmente era una studentessa trasferita come lui, ma pensandoci poteva anche essere una che non amava molto uscire dalla propria camera. Non poteva saperlo visto che non era al collegio da così tanto tempo da conoscere tutti. Da dietro sembrava abbastanza femminile e Teo si incantò a guardare i suoi capelli biondi che terminavano con piccole onde provocate dalla piastra per i boccoli. Lo sguardo del ragazzo scese fino alle gambe magre della giovane, fasciate da un paio di collant color carne, probabilmente per il freddo insopportabile.
-Accidenti, dovrebbero sostituirlo questo rottame.- sentì il ragazzo, mentre lei si infervorava.
-C'è qualcosa che non va?- chiese, spontaneamente, arrossendo appena, guardandola girarsi.
Lei lo guardò per qualche secondo, poi annuì. -Mi ha mangiato i soldi. Non ti consiglio di prendere qualcosa se non vuoi fare la mia stessa fine.
Teo rimase incantato per un istante: la ragazza era davvero bella. Scosse la testa appena, giusto per evitare di farle pensare che fosse un tipo strano, sistemandosi gli occhiali sul naso. -Non potrò ridarti i soldi, ma so come farlo funzionare di nuovo, posso?- chiese, visto che lei era rimasta tra lui e la macchinetta.
La giovane si spostò di lato. -Prego.
Teo tirò fuori dallo zaino il suo portatile, collegandolo tramite un cavo spesso ad una delle prese della macchinetta, smanettando un po' con un programma passato da Jeremy. Sul piccolo schermo blu del distributore apparve la scritta “In funzione” dove, una manciata di secondi prima, c'era scritto “Fuori servizio”. La giovane bionda schiuse la bocca e sgranò gli occhi, esterrefatta.
-Ecco fatto, non ci voleva molto.- concluse, mettendo via tutto il materiale usato per aggiustare l'erogatore di bevande calde.
Lei fece una smorfia triste, per poi sorridere in modo leggermente imbarazzato al ragazzo. -In ogni caso non ho più un soldo, ma grazie comunque. Chiamerò te quando avrò un problema con questi aggeggi elettronici. Io li odio, si rompono sempre quando mi avvicino a loro!- rise e Teo trovò la sua risata la più bella e cristallina tra tutte le ragazze. -Io sono Thalia.- si presentò, allungandogli la mano in modo che lui potesse stringerla.
-Matteo.- rispose lui sorridendo. -Non ti ho mai vista qui, sei nuova?
Thalia rise leggermente. -Non proprio, ma non ho molti amici, per questo non mi conosce nessuno qui.- scosse le spalle, quasi come se la cosa non la disturbasse affatto. -Ora devo proprio andare, è stato un piacere conoscerti.
La bionda cominciò a camminare verso l'entrata della scuola, ma fu in grado di fare solo un paio di passi, perché Teo la fermò, ricordandosi immediatamente di avere abbastanza soldi per pagare anche la sua bevanda. Le toccò una spalla, chiamandola per nome. Quel nome che già lo ossessionava, riempiendogli la testa per quanto bene suonasse pronunciato da lui. -Non eri in fila per prendere da bere?
Thalia si coprì le labbra con una mano per placare la sua risata. -Mi ha mangiato i soldi, ricordi?
-Ho abbastanza moneta per prendere qualcosa ad entrambi.- spiegò il castano, guardando la ragazza avvicinarsi. -Allora che cosa vuoi?

Lyoko non era mai stato un posto divertente, soprattutto perché quando i Warriors dovevano andarci significava sempre che c'erano guai in vista. Anche se, solitamente, i loro problemi non erano più grossi come un tempo e sapevano bene che, in confronto al passato, tutto quello sembrava essere solo un estenuante allenamento routinario.
Eppure, quella volta, lo era ancora meno poiché il portatile di Jeremy rilevava una torre attiva, ma appena ne comparivano sul display le coordinate, queste ultime sparivano, cambiando subito dopo, per poi dissolversi nuovamente e così via. I ragazzi avevano ipotizzato che il programma del leader si fosse rotto, ma egli sapeva che non poteva essere così semplice: aveva spiegato agli altri che probabilmente ANAX voleva confonderli, attivando e disattivando da sola tutte le torri di Lyoko in modo fortuito.
Jeremy, seduto sulla polverosa poltroncina in pelle giallognola, ancora non si capacitava di come ANAX attaccasse, visto che, in realtà, lo faceva in modo totalmente casuale, senza nemmeno scomodarsi di farlo ogni singolo giorno. Che fosse questa la prova che cercavano della sua umanità?
-Odd, hai finito di fare l'esibizionista? Il tuo giochetto ci sta solo facendo perdere tempo.- si lamentò Ulrich, adirato, attirando l'attenzione del leader con gli occhiali che si sentiva estremamente solo. Le poche volte che ANAX attaccava c'era quasi sempre Teo con lui e, se doveva essere sincero, non era più abituato alla solitudine a cui si sottoponeva quando c'era ancora XANA. Per qualche motivo il laboratorio gli faceva più paura ora, rispetto a quanto gliene facesse già in passato.
-Effettivamente non è stato molto intelligente...- rifletté Odd, atterrando di fianco all'amico castano. -Ma non puoi negare che ho stile.- concluse, facendogli l'occhiolino, prendendolo in giro.
Yumi si avvicinò ai due con un salto mortale, lanciando nel mentre uno dei suoi ventagli, facendoli abbassare di scatto, spaventati. Colpì il mostro impiccione che si stava avvicinando alle loro spalle, riprendendosi poi la sua arma, rimettendola al suo posto originale. -E questo era l'ultimo: Jeremy, anche questa zona è pulita.- comunicò, rivolgendosi poi ai suoi amici di fronte a lei in tono scherzoso. -Avete finito di fare i bambini? Guardate che se volete vi metto a letto.
-Ma ha cominciato lui!- esclamarono i due in coro, indicandosi reciprocamente e cominciando un altro bisticcio inutile.
Jeremy si avvicinò allo schermo, scontrando per sbaglio il naso contro lo stesso. Ripensò a quello che aveva detto Yumi e si lasciò andare indietro sullo schienale, buttando fuori un sospiro nervoso. -Non avete trovato nessuna torre attiva nemmeno nel settore deserto?
-Negativo.- sentì rispondere da Emy, mentre lui si poggiava due dita ai lati del ponte del naso. -Rimane solo il settore ghiaccio. Che facciamo, ci andiamo?
-Il super computer rileva ancora la torre attiva e il ricettore che fa parte dell'avatar di Aelita non funziona.- rifletté Jeremy ad alta voce. -Deve essere una trappola.
Ulrich alzò gli occhi al cielo. -Certo che lo è.- rispose, zittendo Odd con una manata sulla faccia. -Perché dovrebbe sbattersi a fare tutto questo, altrimenti?
-Effettivamente me lo chiedo anche io.- rispose una voce alle sue spalle, facendolo girare improvvisamente, vedendo Ethan finalmente senza maschera, ma con una piccola cicatrice sulla guancia dalla forma allungata. -Onestamente non sapevo nemmeno che lei sapesse farlo, visto che si è sempre limitata al minimo indispensabile per attirare la vostra attenzione.
Teo gli chiese da dove fosse spuntato, nemmeno irritato più di tanto. L'uomo gli rispose stringendosi nelle spalle, tagliando corto.
-Quindi non sai niente neanche tu.- Aelita alzò gli occhi al cielo, disperata.
Ethan si portò due dita al mento, pensando ai movimenti recenti della sorella. Improvvisamente alzò il capo verso l'alto, aprendo la bocca per dire qualcosa, capendo però che non avrebbe fatto in tempo. Scattò versò Emy, sollevandola di soli pochi centimetri, sentendola emettere un verso strozzato dalla paura, quando sentì la terra mancare da sotto i piedi. La sabbia del settore deserto cominciò a sparire in modo estremamente veloce, costringendo Ethan ad usare i suoi poteri per trasferire tutti in quello più vicino.
Jeremy emise un urlo disperato, ma nessuno riuscì a sentirlo.
Emy aprì gli occhi lentamente subito dopo l'impatto, ritrovandosi tra le braccia di Ethan, sdraiato sul terreno del settore ghiaccio come il resto dei presenti. Lo scosse leggermente, cercando di svegliarlo, guardandolo muoversi sotto di lei, come se stesse cercando di riprendere la sensibilità degli arti.
-Jeremy, come abbiamo fatto ad arrivare qui?- chiese la giovane, non ottenendo risposta, osservando come Teo aiutava Ulrich ad alzarsi in piedi, mentre Yumi faceva lo stesso con Aelita. -Jeremy?
-Vi ci ho portati io.- rispose Ethan, ormai sveglio. -Penso che il vostro amico sia KO, almeno per il momento.
Aelita, appoggiata ad una spalla di Yumi per placare il suo giramento di testa, si avvicinò ai due. -Devo andare da lui.- dichiarò, per poi rivolgersi alla sua migliore amica. -Devirtualizzami.
-Sei impazzita, abbiamo bisogno di te.
-Anche lui ha bisogno di me! Potrebbe essergli successa qualsiasi cosa
Ethan le interruppe. -Aelita, Yumi ha ragione. Jeremy se la caverà; credo sia semplicemente svenuto: ANAX non vuole che intervenga, anche se ancora non capisco bene in che cosa.
Il silenzio dopo le parole del ragazzo durò poco: una voce non per tutti familiare riecheggiò nelle loro orecchie. -Non è ovvio?

Odd e Ulrich si misero in posizione d'attacco, pronti a colpire. L'individuo incappucciato in quella mantella purpurea non poteva essere che la loro nemica che, finalmente, si mostrava. Beh, non che vedessero il suo viso, in ogni caso.
-Mamma?-chiamò Teo, facendo un passo in avanti, guardando quella figura tanto familiare. Il marchio di XANA si stagliava imponente sotto la spalla sinistra e i capelli rossi richiamavano la tinta dell'abito lungo di velluto. Vedendola sorridere mestamente, quasi come se si stesse burlando dell'intera situazione, Teo capì che non era davvero sua madre.
Ethan guardava la scena dall'esterno, impotente. Lui vedeva solo la sua dolce sorella con lunghi capelli rossi e un adorabile vestitino nero accollato, ma sapeva che ognuno la vedeva in modo diverso, quindi non si meravigliò quando Teo la scambiò per sua madre. Bensì abbassò lo sguardo quando Aelita cadde a terra, in lacrime ma senza singhiozzi, con lo sguardo fisso su ANAX.
Ricordava.
Aelita, ora ricordava di quando, molti anni prima, giocava con la dolce bimba dai capelli scuri come piume di un corvo, dagli occhi neri come il catrame e un vestito bianco come la neve. E quel ricordo, riaffiorato solo in quel momento, le portò alla mente un sogno fatto non poco tempo prima dove, la bimba, le imponeva di rimanere con lei.
Yumi si chinò immediatamente verso l'elfa dai voluminosi capelli rosa, cercando di aiutarla, asciugandole le lacrime, inutilmente visto che Aelita sembrava non dare minimamente peso alla presenza della mora. Si girò verso ANAX e tutto ciò che vide fu una giovane della loro età molto simile a Ethan, avvolta in una tunica nera uguale a quella di Emy. Al pensiero cercò l'amica con lo sguardo, trovando anche lei imbambolata a guardare il nemico. Ma era fin troppo spaventata per vedere quello che vedeva Yumi. -Emy, che diavolo fai? Vieni a darmi una mano con Aelita, presto!
Nemmeno lei le diede ascolto. Al contrario cominciò ad arretrare lentamente. Perché la giovane vedeva ANAX come se stessa, piena di graffi e tagli di ogni tipo, cicatrici e punti di sutura in diverse parti del corpo. In più, la manica sinistra era stata strappata e brillava, sotto una luce spettrale, il marchio di XANA. La ciocca blu, che faceva la sua comparsa solo su Lyoko, era sparita, come il resto dei colori: era un fantasma che la raffigurava appena dopo una morte prematura.
Ma non era quello che la spaventava di più, la sua paura era un'altra
-Non sono qui per farvi del male.- esclamò, cercando di placare gli animi dei presenti. -E non lo farò, se non per difendermi.
-Perché mai dovremmo crederti?- chiese Ulrich, continuando a puntare la propria lama contro quella figura incappucciata.
-L'alternativa è la morte.- ribatté. Il moro deglutì a fatica, abbassando la spada e indicando a Odd di fare lo stesso con i suoi colpi laser. L'entità camminò verso Aelita e Yumi si spostò dall'amica sotto consiglio di Ethan, senza però abbassare la guardia. ANAX si chinò sull'elfa, accarezzandole le guance con le sue manine da bimba di quattro anni. -Sono felice che tu ora ti sia ricordata di me. Mi mancavi così tanto...- sorrise, mentre Aelita la guardava negli occhi. -Mi sono sempre chiesta come avessi fatto a dimenticarmi, ma poi mi sono ricordata di quell'impiastro di mio padre. Anche se, da quando sono tornata indietro nel tempo, lui è stato più buono con me: ha cercato di rapirti tutte quelle volte solo per farci tornare insieme.
Ethan le poggiò una mano sulla spalla. -Adesso basta.- le ordinò, allontanandola leggermente da Aelita. -Li stai spaventando.
-Affari loro.- rispose lei, scostandosi.
Il maggiore la riprese dallo stesso punto, affondando le dita nella carne, anche se sapeva che non era in quel modo che lei avrebbe provato dolore. -ANAX, ho detto che li stai spaventando; anche Aelita ha paura di te.
La giovane si convinse, allontanandosi abbastanza per parlare a tutti, piroettando su se stessa, mostrando i denti bianchi. -È arrivato il momento per voi di conoscere la mia storia.- disse solamente, per poi cominciare a ballare sulle note di una canzone che sentiva solo nella sua testa, risultando anche poco aggraziata nei movimenti, ma nessuno si prese la libertà di farglielo notare. -Ora voi tutti dovreste avere più di vent'anni. Tranne Aelita ovviamente, per lei il discorso è diverso. Ma non li avete e sapete perché? Per merito mio.- fece una piccola pausa per riprendere fiato dalla sua danza scoordinata. -Oh, come dimenticare: gli Stairs e i Jills si sarebbero estinti se non ci fossi stata io.- ricominciò a ballare per qualche secondo, ponendo fine a quel delirio solo quando fu vicina a schiantarsi contro una lastra di ghiaccio. -Decenni fa, nessuno sapeva della mia esistenza: mio padre, XANA, mi nascose talmente bene che persino io dubitai sulla veridicitudine della mia vita. Poi, un giorno, dopo che i Warriors originari lo distrussero, scoprii un file rimasto sul super computer, ormai spento: trattava di come effettuare i ritorni al passato.- prese fiato ancora una volta. Intuirono che non era molto abituata a parlare. -Sapete, ogni individuo, umano o no, può effettuare solo un totale prestabilito di viaggi nel tempo e, dopo aver chiesto a Ethan, già nei panni di Lukas, di accendere nuovamente Lyoko, misi insieme tutte le mie possibilità di effettuarne, riuscendo ad arrivare nel momento esatto in cui Spirit Stairs si introdusse in casa sua per aiutare la sorellina, Candy Stairs. Avevo qualche secondo di tempo, prima di sparire, per cambiare le cose, per far vivere la minore tra i due così a lungo da avere un figlio e portarlo qui. Creai Matteo, ispirandomi ad un ragazzo inglese famoso degli anni che avevo appena lasciato e lo misi lì, a guardare la scena come uno spettro.- lei si rivolse a lui. -Ed effettivamente lo hai fatto, no?- non ottenne risposta e andò avanti. -Creandolo, riuscii ad evitare che il padre dei due fratelli scoprisse il piano di Spirit e feci in modo che quest'ultimo lo uccidesse. Evitando la morte del ragazzo, riuscii ad evitare anche quella di Candy che, altrimenti, si sarebbe suicidata dal troppo dolore, in seguito ad una malattia psicologica molto grave che l'avrebbe fatta rinchiudere in un manicomio. Per qualche motivo, l'esistenza di Teo tardò tutti gli avvenimenti passati di circa dieci anni, riuscendo a far sconfiggere mio padre in pochissimo tempo, senza però modificare il fondamentale corso degli eventi. Ma, ogni azione positiva ne porta dietro una negativa e viceversa. Per far nascere Teo, nacque anche Emy, la mia rovina, in quanto ha preso tutto ciò che mi era rimasto.- guardò Ethan che, nel mentre, prese la mano della mora. -Ordinai al mio caro fratellino di ucciderla, conquistando il cuore di Yumi che sapevo sarebbe diventata sua amica. Ma, a causa di un suo errore, firmò la mia condanna, continuando per la sua strada senza darmi ascolto.- il maggiore cercò di parlare, ma ANAX lo zittì. -Il resto lo conoscete.
-Perché hai avuto bisogno di me? Cosa c'entro io?- le chiese Teo, facendola sussultare.
-Ma come, Candy non te l'ha detto?- ribatté ridacchiando. -Beh, non dovrei essere così meravigliata: non è mai stata brava a spiegare le situazioni difficili.- guardò il ragazzo negli occhi, decisa a dirgli la verità, che lui la accettasse o meno. -Tua madre mi conosce e anche molto bene, direi. Mentre era incinta di te è venuta su Lyoko e, tramite i suoi occhi, hai visto anche tu ciò che vedeva lei.- fece un inquietante e goffo inchino teatrale, poi continuò. -E io ho visto te. Questo è il motivo per cui Lyoko ed Aelita ti sembrano familiari; è stato il suo marchio ad avertelo concesso. Il fatto che tu, ancora nel grembo di tua madre, vedessi Lyoko per merito di un marchio incantato, ha permesso di aprire un collegamento ultraterreno tra le nostre entità. Perciò, in qualche modo, ti avrei richiamato qui, risvegliandomi sentendoti arrivare. Tu hai sempre avuto il compito di riportarmi Aelita.
Ethan strinse di più la mano di Emy. -Dì loro perchè.
La giovane non se lo fece ripetere due volte. -Io amo Aelita.- disse, facendo una giravolta. -Voglio giocare con lei per il resto della mia vita.- continuò, girandosi di spalle, avvicinandosi alla lastra di ghiaccio su cui stava andando a sbattere in precedenza. -Per questo ve la porterò via.
Ulrich e Odd si guardarono, scambiandosi un gesto d'intesa. Velocemente il castano si posizionò alle spalle del nemico, mentre l'altro arrivò con un balzo dietro al compagno di battaglia, urlando a Yumi di procedere. La mora, infatti, mentre nessuno la guardava aveva trasportato un enorme lastra di ghiaccio sopra le loro teste. Con un veloce movimento delle dita la fece cadere perpendicolarmente al suolo, andando a creare un muro temporaneo tra i due ragazzi e gli altri Warriors.
Ulrich tenne ferma la figura misteriosa incappucciata schiacciandola contro il ghiacciaio opposto a quello messo da Yumi, mentre Odd colpiva con le sue frecce laser, lentamente e in modo accurato per stare attento a non colpire il castano, andando avanti fino a finire i colpi, mentre lei, inerme, si lasciava colpire.
Aelita cercò di correre in soccorso della bambina raggirando la lastra invalicabile, ma venne trattenuta da Yumi, la quale chiamò Teo in suo soccorso. Il ragazzo, senza aspettare oltre, diede un'ultima occhiata ai due amici al di là del muro, poi corse ad aiutare la mora, trattenendo Aelita che, invano, urlava a Odd di fermarsi.
Emy chiuse gli occhi. Preferì non guardare nonostante sapesse che quella era la decisione giusta. Lei era una novellina su Lyoko e non aveva ancora imparato ad avere lo stesso sangue freddo che avevano i Warriors originali. Forse il vero motivo per cui evitava di guardare era perché non voleva vedere Ethan soffrire ancora, per un ulteriore perdita di un caro.
L'uomo infatti trattenne le lacrime dagli occhi bagnati e spenti, facendo leggermente tremare la mano incrociata a quella di Emy. Aveva notato i tre giovani mettersi d'accordo per farlo durante il monologo della sorellina e scelse di non agire, anche se dovette trattenersi con tutte le sue forze. Fermare quei mocciosi di tredici anni sarebbe stato un gioco da ragazzi per lui, ma se lo avesse fatto avrebbe indirettamente ucciso la persona che amava di più. Si trovava nel mezzo di una scelta: salvare la sorella che non aveva mai vissuto veramente o salvare l'amore della sua vita che aveva una famiglia e che avrebbe potuto dargliene una. In ogni caso, una delle persone che più amava, sarebbe morta. -Scusami.- bisbigliò, sperando di non venir sentito da nessuno. Ormai aveva preso la sua decisione.
ANAX, delicata come un fiore sbocciato tra le avversità della neve e del ghiaccio, sorrise in modo triste e malinconico, prima di sparire priva di punti vita, mostrando un'ultima volta la perfetta dentatura.
Nonostante avesse il controllo di Lyoko, scelse anche lei di non reagire: dopotutto, quale bambina vuole essere ricordata come “la cattiva”?
-Il Male attacca.- sussurrò, allungando un braccio verso il cielo, dissolvendosi in una serie di dati.
E con ciò, Jeremy, nella sala scanner, vide, inerme dentro uno di questi, una bambina di pochi anni, dai lunghi capelli neri, dagli occhi color catrame e dal vestito candido come le piume di un angelo.

Senza che nessuno si accorgesse di niente, Ulrich e Odd avevano scavato una buca in un cimitero che distava venti minuti in autobus dalla scuola. Lukas, Emy ed Aelita avevano portato il corpo in macchina fino al campo santo e l'uomo aveva ipnotizzato le guardie, in modo tale che non gli dessero fastidio durante l'operazione. Prese in braccio il piccolo corpo inerme della sorellina, ormai ingrigito, condannata a morte dal suo stesso padre, crudele. Fredda e ormai priva di qualsiasi tipo di vita, giaceva tra le braccia dell'unica famiglia che aveva mai avuto davvero.
-Addio.- le disse, baciandole la fronte e facendo cadere qualche lacrima sulle sue labbra leggermente schiuse, stringendone il corpo minuto, avvolto ancora da quell'unico indumento concessole. Il resto dei Warriors presenti, stavano in silenzio attorno alla buca scavata appositamente da suoi assassini. Chi piangeva e chi, dispiaciuto, abbassava la testa; tutti aspettavano che Lukas parlasse. -Addio, sorellina.- continuò. -Anche se è troppo tardi, mi dispiace. La prima volta che mi avevano parlato di te, ti odiavo: avevi fatto sciogliere la mia famiglia e ti consideravo egoista. Quando ti incontrai su Lyoko volevo farti del male e vederti soffrire...ma non l'ho fatto. Scoprii che eri come me, vittima delle azioni egoistiche degli adulti, senza scrupoli e pronti a tutto pur di ottenere i loro scopi spesso infimi. Con i miei poteri potevo difenderti ed ero convinto che sarei stato in grado di farti io da genitore, portandoti con me sulla terra. In quel momento, XANA, mi disse di averti uccisa e che il tuo unico modo di vivere sarebbe stato Lyoko.- si asciugò le lacrime. -Ma che razza di vita è?
Lukas non andò avanti, si fermò a quelle parole, probabilmente per il dolore. Accarezzò un'ultima volta il viso di porcellana della bimba senza vita, poggiandole un bacio sulla guancia. Lentamente la posò all'interno del buco dalle pareti di terra bagnata e fece un gesto in direzione di Odd, il quale richiamò l'attenzione di Ulrich, imbambolato. I due, con le pale rubate dallo stanzino del giardiniere del Kadic, presero a ricoprire il buco con la terra tolta in precedenza, oscurando il corpo piccolo di ANAX.
Teo, con in mano dei fiori comprati in un supermercato nei dintorni, si avvicinò al cumulo di terriccio, poggiandoceli. -Purtroppo è l'unica cosa che abbiamo per indicare la sua tomba.- aggiunse, nell'oscurità della notte si sentiva solo la sua voce e qualche insetto volare. -Grazie di aver capito l'importanza di questo.- continuò, rivolgendosi a Lukas.
Odd e Ulrich chiesero scusa, mentre Yumi si asciugò una lacrima, rimanendo in silenzio.
L'uomo sospirò. -Non è colpa vostra, avete fatto il vostro dovere. ANAX era impazzita, sempre chiusa e cosciente dentro Lyoko, sapendo di poter uscire devirtualizzandosi ma anche di morire nel farlo. L'unico colpevole è XANA.- concluse, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni, decidendo che, a causa del freddo, era arrivato il momento di andare a casa.

  
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