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Autore: la_pazza_di_fantasy    10/01/2020    1 recensioni
La nuova generazione del Seido è pronta a prendere le redini della squadra.
I figli dei grandi campioni stanno per entrare in campo e far vedere quanto valgono e per riuscire a superare i loro stessi genitori.
In America si sta svolgendo il campinato mondiale giovanile di Baseball, quale miglior occasione per far vedere il proprio talento?
Ma ci sarà qualcuno che darà del filo da torcere ai giovani campioni.
AVVERTENZE: Omegaverse accennato
Genere: Generale, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eijun Sawamura, Haruichi Kominato, Kazuya Miyuki, Satoru Furuya
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Ace of Diamond new generation'
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Alla fine la stanchezza aveva vinto e in nessuna delle camere delle ragazze erano continuati i pettegolezzi.

Anche i ragazzi erano andati a dormire abbastanza presto in previsione delle partite che avrebbero disputato il giorno dopo: due la mattina e una il pomeriggio.

Non sapevano ancora gli abbinamenti, quindi anche volendo non potevano fare previsioni.

La mattina comunque arrivò subito, come arrivò subito anche un furgoncino guidato da Yoichi pieno di bevande rinfrescanti e riso pronto per essere utilizzato per realizzare onigiri.

Yoichi non era da solo, ma aveva portato con se due aiutanti: Satoru e Haruichi. In realtà dovevano andare solo questi ultimi due a dare una mano, ma Ryosuke aveva malamente cacciato via il marito che si era trovato costretto a fare qualcosa per non morire di noia fuori casa.

I tre uomini furono subito raggiunti da Miyuki e Yuki, entrambi aiutarono a portare le casse piene di roba sul campo. Non erano tanto pesanti, ma Miyuki dopo poco iniziava già a sentire dolori atroci nella parte sinistra del suo torace. Stava sforzano troppo i muscoli. Yoichi si accorse subito della sua espressione dolorante.

- devi assolutamente farti vedere. Non puoi continuare così- disse infatti il castano poggiando a terra la sua cassa per poi prendere quella di Kazuya con uno strattone.

- ne abbiamo già parlato. Non ne ho bisogno- disse l’altro cocciuto come suo solito facendo scuotere a quello che era stato il suo vice capitano.

- secondo me fai male. Potresti trovarti a dover allenare una squadra in futuro, o a fare un lavoro dove hai bisogno di sollevare abbastanza peso al giorno. In questo stato non potrai fare assolutamente niente- continuò risoluto Yoichi.

- ci riuscirò lo stesso-

- sei troppo sicuro di te-

- conosco i miei limiti-

- quando non riuscirai a fare più niente non venire da me a piangere come un bambino. Io ti sto avvisando- finì la conversazione Yoichi visto che poco alla volta stavano entrando nel campo i ragazzi che avrebbero giocato quel giorno. Le ragazze si erano, invece, tranquillamente messe a sedere dove di solito stavano gli spettatori più assidui pensando che si sarebbero godute il loro giorno di riposo.

Povere illuse.

Kuramochi fischiò attirando l’attenzione di tutte le giovani promesse.

- le ragazze con me- gridò sempre l’uomo ricevendo come risposta sbuffi spazientiti. Sapeva perfettamente da chi provenivano.

- Akiko non sbuffare altrimenti ti tolgo il telefono per due mesi- disse l’uomo dando completamente la schiena alle ragazze e, con molta calma, incamminandosi verso la mensa dove Yuki e Satoru avevano portato tutto l’occorrente per fare gli onigiri.

La ragazza sbuffò una seconda volta, ma visto che non poteva farsi togliere il cellulare dal padre per la seconda volta in quell’anno decise di alzarsi e seguirlo di sua spontanea volontà.

Anche le altre ragazze, molto riluttanti, decisero di seguire l’uomo. Nella grande mensa, appena furono tutte entrate, trovarono Satoru e Haruichi intenti ad uscire tutti gli ingredienti necessari.

- dobbiamo farlo per forza?- chiese Sei con sguardo supplichevole in direzione dei suoi genitori.

- certo, nessuna eccezione- disse il rosato facendo un sorriso alla figlia che sapeva molto di minaccia.

Nessuno osò più parlare e le ragazze del Seido si rimboccarono le maniche e si avvicinarono al bancone.

--hai già fatto gli onigiri?-- chiese Haru a Nagi mettendole un braccio sulle spalle.

--si, quando ero più piccola ero fissata e mio padre si divertiva un mondo a vedermi tutta sporca mentre pasticciavo con il riso-- disse la castana con un sorriso sulle labbra.

Nonostante Eric passasse poco tempo in compagnia della figlia per via del molto lavoro che aveva da fare in America, riusciva sempre a trovare un po’ di tempo per divertirsi con la figlia.

--non ti ho mai chiesto come mai hai un nome giapponese-- disse ad un certo punto Haru attirando l’attenzione di Akiko, Yuya e Nene che erano li vicino.

--mio padre ha sempre detto che mia madre era giapponese--

--da chi hai imparato in giapponese? Ogni tanto lo parli tranquillamente-- disse Yuya che si era definitivamente unita alla conversazione.

--quando mio padre è veramente arrabbiato inizia a parlare in giapponese, alla fine mi sono imparata alcune parole così--

--tuo padre è stato in Giappone?-- chiese Nene.

--mi sa di si, non ho mai chiesto sinceramente-- rispose la castana mettendosi un dito sul mento pensierosa.

- ragazze meno chiacchiere e più lavoro- disse Yoichi interrompendo la conversazione delle tre che ascoltarono subito l’uomo e si misero a lavorare.

 

Nello stesso momento al Seido, precisamente nell’ufficio del preside, era stato convocato un uomo che guardava in modo sconvolto il preside della scuola che gli aveva appena dato una notizia che non voleva minimamente sentire.

Eric era arrivato da davvero pochissimo tempo in Giappone e già si era fatto riconoscere per il suo lavoro con parecchi atleti che l’avevano riconosciuto. L’associazione medica per la quale lavorava qualche giorno priva gli aveva detto che era arrivata una richiesta per lui: fare da fisioterapista fisso in una scuola superiore.

Aveva detto subito di si anche perché il suo datore di lavoro gli aveva detto un altro nome. Un nome sbagliato.

La scuola che aveva fatto richiesta era il Seido e lui aveva firmato il contratto ad occhi chiusi.

Quando era arrivato a destinazione per parlare con il preside si era quasi strozzato con la sua stessa saliva. l’unico luogo che aveva evitato il più possibile da quando era tornato in Giappone era proprio quello nel quale doveva lavorare. Aveva un contratto di ben 4 anni, non poteva di certo ritirare la domanda, anche perché il suo capo credeva in lui.

Aveva deciso che avrebbe evitato a tutti i costi la parte dove si allenavano per il baseball, dedicandosi agli altri club sportivi.

Le sue convinzioni però erano appena crollate. Era stato ingaggiato proprio per la squadra di baseball!

Gli atri club avrebbero potuto usufruire di una sua visita, ma avrebbe lavorato a stretto contatto con la squadra di baseball.

Una volta uscito dall’ufficio del preside si mise il capello con la visiera e gli occhiali da sole dirigendosi verso il campo da baseball visto che aveva già qualcuno da seguire. Maledizione!

Kazuya l’avrebbe scoperto subito e come se non bastasse era anche la scuola di Nagi.

   
 
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