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Autore: reylomine    17/01/2020    3 recensioni
(Retelling di Star Wars: The Rise of Skywalker)
Dopo la disfatta della Battaglia di Crait, le forze della Resistenza ribelle si sono disperse: gli alleati sembrano svaniti e ogni speranza perduta. Il Generale Leia Organa ha in mente di richiamare a sé vecchi amici ma per farlo ha bisogno di Rey, l'Ultimo Jedi, capace di ridare speranza alla Galassia dopo il sacrificio del fratello, Luke Skywalker.
Ma Rey non è il Jedi di cui tutti hanno bisogno: il suo addestramento non è completato e per lei le vie della Forza sono ancora impervie e piene di ostacoli. Ma c'è ancora qualcosa che non le torna, e sarà meglio sistemarla alla svelta prima della battaglia finale contro il malvagio Primo Ordine...
Intanto, il nuovo Leader Supremo Kylo Ren è alle prese con le tensioni interne al Primo Ordine: il Generale Hux ha molti dubbi circa la morte del Leader Supremo Snoke. A complicare la situazione è l'arrivo dei Cavalieri di Ren, che nutrono dei dubbi circa la fedeltà di Kylo al Lato Oscuro.
Ma una nuova minaccia si profila all'orizzonte: un misterioso segnale porta il messaggio di una forza armata chiamata "la Contingenza", che ha dichiarato guerra alla Galassia intera.
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Kylo Ren, Poe Dameron, Rey, Rose Tico
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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«Questa è la prigione di Rytes»

La voce di Poe, sicura e autorevole, spezzò il silenzio che regnava nella stanza. Un ologramma comparve davanti a lui, grande abbastanza da nasconderlo. Con l'aiuto del datapad appoggiato sul tavolo, Poe riuscì a girare l'immagine del gigantesco complesso spaziale di Rytes in modo che tutti potessero osservarlo bene. Lui lo aveva già fatto, e anche abbastanza bene.

«È entrata in piena funzionalità otto mesi fa, e da allora non si è più fermata» Incrociò le braccia al petto, osservando a sua volta l'ologramma. «Se conoscete dei nemici del Primo Ordine, o sono morti o sono finiti lì. E non sappiamo se sia tanto meglio».

«Il Primo Ordine ha una prigione? Da quando? E perché dovrebbe servirgli?» chiese la voce del Lungotenente Connix. «Pensavo che uccidessero direttamente tutti i loro oppositori».

«È così. O meglio, lo era» Poe fece qualche passo in avanti. «Snoke è morto da un anno. Era stato lui a cominciare la costruzione di Rytes, ma il progetto è stato abbandonato. Le fucilazioni erano più veloci e anche più sicure. Ma il nuovo Leader Supremo ha pensato bene di ultimare la costruzione della prigione e di metterla in funzione».

«Non sappiamo se sia un bene» aggiunse Finn, seduto dietro il tavolo accanto a Leia e il Maggiore Taslin Brance. I suoi occhi neri erano puntati su Poe e i due si scambiarono un lungo sguardo. «Non sappiamo ciò che fanno ai detenuti lì» concluse.

«Hai ragione, amico» fece Poe. «Ma meglio a Rytes che morti».

Il silenzio tornò di nuovo a regnare nella stanza. Nessuno aveva il coraggio di parlare, forse perché prima aspettavano uno stimolo da parte di Poe. La cosa lo metteva a disagio. Lui non era un leader. Leia lo era. Lui era solamente colui che doveva fare rapporto di ciò che era successo a lui, Finn e Chewie poche ore prima. Abbassò lo sguardo per un attimo, pensando alle prossime parole che avrebbe dovuto pronunciare.

«Abbiamo passato l'ultimo anno a cercare alleati, anche tra i nostri vecchi amici. Ma in un anno non è successo niente: siamo più soli che mai. Certo, qualche progresso l'abbiamo fatto – d'altronde abbiamo una flotta adesso – ma...» Sospirò. Non sapeva come dire ciò che voleva. Era un boccone difficile da ingoiare. «Non sappiamo che cosa voglia davvero la Galassia».

Silenzio. Non gli piaceva. Gli sembrava di parlare al vento.

«Non...non sappiamo se stiamo facendo la cosa giusta per le persone. Non sappiamo se vogliano di nuovo una Repubblica o preferiscano il Primo Ordine. Non sappiamo niente. Ma una speranza forse c'è: un segnale che stiamo facendo la cosa giusta potrebbe essere arrivato»

Si sentiva gli occhi di tutti incollati addosso e il peso della loro attenzione sulle spalle. Parlare davanti a loro dopo Crait era sempre un'impresa. Come ci riusciva Leia? A Poe sembrava che con i loro sguardi lo potessero mettere a nudo, vedere dentro di lui, sentire i suoi pensieri. E quel silenzio di tomba certamente non lo aiutava. «Questa mattina abbiamo risposto ad una chiamata di alcuni nuovi alleati» continuò, sperando di apparire sicuro.

Si chiedeva che cosa sarebbe successo quando lo avrebbe detto. Rey e Rose avevano reagito facendogli delle domande – Rey più scettica dell'amica. Anche gli altri avrebbero fatto così? Sarebbe stato in grado di rispondere?

«Ma quando siamo arrivati al rendez-vous dove avremmo dovuto incontrarli, non c'era nessuno. Abbiamo aspettato, fino a quando non ci è arrivato un segnale»

«Il segnale era criptato, ma R2-D2 lo ha decifrato quasi immediatamente. All'interno abbiamo trovato i piani di Rytes, la sua locazione e...altri dati sensibili» Era stato Finn a prendere la parola. Poe si voltò per guardarlo e vide che l'amico si era alzato in piedi e veniva verso di lui. Gli si mise accanto, appoggiandosi al bordo del tavolo e riservandogli un sorriso appena accennato. Non aveva rivelato chi aveva mandato il segnale e Poe ne fu contento. Lui lo aveva rivelato solo a Rose e Rey. Preferiva non discuterne, almeno per il momento.

«Che tipo di dati sensibili?» La voce apparteneva a Rose, seduta in mezzo alla folla con Rey. Li stava osservando chinata in avanti, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e il mento sulle mani.

«Il nome di un detenuto» rispose Poe. «Un nostro alleato, un vecchissimo amico. Lo avevamo contattato a Crait ma, come tanti altri, non ha mai risposto. Oggi forse abbiamo capito il perché» Poe si voltò e lanciò un'occhiata a Leia. Lei ricambiò il suo sguardo e, con un sorriso a malapena accennato, annuì. «Il detenuto in questione è Lando Calrissian» rivelò.

Poe si sarebbe aspettato qualunque reazione ma certamente non quella. Su tutti calò un silenzio gelido, glaciale, che gli fece venire la pelle d'oca. Adesso quegli occhi puntati su di lui erano spalancati, attenti, pieni di curiosità, stupore...rabbia. Rabbia contro il Primo Ordine, che aveva catturato una delle leggende della Galassia lasciandoli così da soli nel momento più disperato.

«Lando Clarissian?» chiese Rey, spezzando il silenzio. Il suo sguardo era diverso dagli altri, lo era sempre. Guardava Poe con un misto di preoccupazione e...speranza. Rey guardava tutti in quel modo. Ma quella volta era diverso: i suoi occhi tramettevano emozioni più intense, vive e vibranti. «Quel Lando Calrissian?»

«Il Lando Calrissian della Battaglia di Endor»

Non era stato Poe a parlare. Tutti gli sguardi si puntarono dietro di lui, dove il Generale Leia Organa si era alzata in piedi e lo stava raggiungendo. Nessuno avrebbe potuto sembrare più autoritario della Principessa di Alderaan, che fasciata nel suo abito scuro e con le trecce appuntate sulla nuca sembrava un faro nell'oscurità. Poe non si era mai chiesto perché Leia fosse stata scelta subito come leader della Resistenza.

«Tanti anni fa, quando cominciammo la nostra lotta contro il Primo Ordine» cominciò, con voce tranquilla. «Lando era il nostro più valido alleato. Aveva molti contatti nella Galassia ancora dai tempi di Bespin. Alcuni erano anche ricchi signori della Guerra, che accettarono di venderci le navi e le armi a costo di un pagamento dopo la nostra vittoria. Ma qualcosa andò storto...» Leia sospirò, abbassando il capo. Poe sapeva come finiva quella storia. I suoi genitori gliel'avevano raccontata tante volte, per ricordargli per cosa combattessero. «Il Primo Ordine, in qualche modo, trovò la sua famiglia. Rapirono sua figlia e uccisero la moglie, che tentava di metterla in salvo. Da allora Lando si unì a tempo pieno dentro le nostre fila, organizzando piani d'attacco e colpi»

«Che accadde?» domandò Rey. La stava guardando con un'intensità disarmante.

«Quando...quando Kylo Ren si unì al Primo Ordine, Han se ne andò e Lando partì alla sua ricerca. Non facemmo in tempo ad avvisarlo dell'attacco a Takodana e quando qualche giorno dopo arrivammo a Crait ormai era stato catturato» Leia scosse la testa. «Non avrei dovuto mandarlo da solo. Era una missione troppo rischiosa»

«Ma Lando non è morto» ribatté Rose. «È a Rytes. Possiamo farlo evadere».

«Il piano è proprio questo» aggiunse Poe, alzando un dito.

«Lando Calrissian è di vitale importanza. I suoi contatti sono ancora attivi nella Galassia, hanno solo troppa paura del Primo Ordine per rispondere ai nostri appelli. Riaverlo con noi li riporterebbe dalla nostra parte» commentò Finn.

«Ma come possiamo anche solo pensare a farlo evadere?» domandò Aftab Akbar, con una punta di scetticismo nella voce.

«Possiamo, eccome» Poe sfoggiò un sorriso malizioso, quasi furbo. «Come abbiamo detto prima, il segnale che abbiamo ricevuto conteneva i piani di Rytes e un codice di atterraggio. Entrare nella prigione dovrebbe essere relativamente facile, l'unico problema sarebbe trovare la cella di Calrissian tra le migliaia che ci sono»

«Anche uscirne vivi potrebbe essere un problema» borbottò Finn dietro di lui, con tono scherzoso, ma nessuno – per sua fortuna – fece caso a lui. Tutti erano in fermento. Si guardavano l'un l'altro, parlottando a bassa voce. Era la prima grande operazione che progettavano dopo Crait. Per un anno, tutto ciò che avevano dovuto fare era trovare alleati, reperire navi, munizioni, risorse e – ovviamente – rimanere nell'ombra. Poe non li poteva biasimare. Quell'operazione poteva riaprire il conflitto. Poteva riportare un po' di speranza.

«No no no, aspettate un attimo» se ne uscì il Lungotenente Connix ad un tratto. Guardò Poe, poi Finn. «La fonte è sicura? Sapete da dove arriva il segnale? Chi lo ha inviato?»

Poe aprì la bocca, per poi richiuderla subito dopo. Si voltò verso Finn, che alzo le sopracciglia e scrollò le spalle. Lui non avrebbe detto nulla, lo sapeva. Allora guardò Leia, che annuì.

Poe sospirò, sconfortato. Sapeva che cosa sarebbe successo. Se lo era immaginato. E anche fin troppo bene.

«Il Primo Ordine» disse, abbassando affranto il capo. «Il segnale viene dal Primo Ordine».

Intorno a lui, scoppiò il finimondo.
 

✴ ⭒ ✴ ⭒ ✴ ⭒ ✴ ⭒ ✴
 

«Non...non glielo aveva detto» La voce di Rey era un sussurro appena udibile mentre si guardava spaesata attorno.

«Non glielo aveva detto» rincarò Rose.

Attorno a loro regnava il caos. Alcune persone si erano alzate in piedi per protestare, altri ponevano domande gridando e senza ricevere risposta, sovrapponendosi a quelli che invece imprecavano sonoramente contro il Primo Ordine. Rey osservava quella confusione chiedendosi come fosse possibile che fino a un secondo prima il silenzio ingurgitasse ogni più flebile suono.

«Non possiamo fidarci di loro! Deve essere una trappola!» esclamò Aftab Akbar, schizzando in piedi. Molti attorno a lui gli diedero caldamente ragione.

«Per favore, rimanete seduti! Mantenete la calma!» tentò Leia, alzando i palmi delle mani e facendo segno a tutti di rimettersi comodi al loro posto.

Ma nessuno voleva saperne. Tutti continuavano a discorrere e gridare e, effettivamente, Rey non poteva biasimarli. Quando Poe aveva raccontato loro di come avessero trovato un contatto all'interno del Primo ordine, anche a lei erano venuti dei dubbi. Ma, d'altronde, trovava quella reazione comunque eccessiva. Forse avrebbero dovuto dare a Poe il tempo di spiegarsi meglio. Forse sarebbe stato capace di dissipare i loro dubbi. Forse...

Dall'altro lato della stanza, Rey vide Finn posare una mano sulla spalla di Poe, che aveva il viso affondato nella mano, e attirarlo leggermente a sé, in modo che la schiena del pilota sfiorasse a malapena il suo petto. Era ovvio che Poe si aspettasse quella reazione. Forse era per quel motivo che non aveva rivelato subito chi fosse l'informatore: non voleva creare degli allarmismi inutili. Ma dopotutto, Rey si chiese e fossero veramente inutili.

Pian piano, gli animi si raffreddarono. La gente tornò a sedersi una volta scaricata la tensione, dandosi nuovamente un contegno. Leia poggiò la mano sul braccio di Poe, donandogli un'occhiata rassicurante prima di tornare a sedersi accanto al Maggiore Brance. Era Poe che doveva sistemare la faccenda. Lei non poteva fare niente...oppure non voleva.

«Io lo so che sarebbe da sciocchi fidarci del nemico» cominciò Poe, dopo aver scambiato una lunga, intensa occhiata con Finn. Rey sentì una punta di amarezza infiltrarsi nel suo petto e raggiungerle il cuore, ma non si seppe spiegare il motivo. «Potrebbe addirittura essere un suicidio. Ma voglio credere che là fuori, da qualche parte, ci sia qualcuno del Primo Ordine che è nostro amico. Qualcuno che ha capito di aver sbagliato, che vuole rimediare».

«Persone così esistono» proseguì Finn, prendendo la parola. Continuava a guardare Poe, senza rivolgerlo alle persone presenti nella stanza. «Io ero uno di loro. Poi un giorno ho capito. E ho detto basta» Si voltò verso gli altri. « Voi mi avete accolto nella Resistenza nonostante fossi stato un Assaltatore. Mi avete dato la vostra fiducia. Adesso, non vi chiedo di fidarvi di questa persona. Ma vi chiedo di fidarvi di Poe Dameron».

Poe alzò lo sguardo, sorpreso, e lo puntò su Finn. Rey immaginò che non si aspettasse quelle parole. Nemmeno lei se le sarebbe aspettate.

«Però dovete comprendere il nostro scetticismo» ribatté il Lungotenente Connix. «Un segnale dal primo ordine è sospetto. È ben diverso da un Assaltatore che si ammutina»

«Il Lungotenente ha ragione» aggiunse Rose con sicurezza quasi disarmante. «Avete idea di quanto lavoro serva per creare una linea sicura all'interno del Primo Ordine che sia in grado di comunicare verso l'esterno? E per giunta senza essere intercettata? Sarebbe troppo rischioso per chiunque all'interno del Primo Ordine. E, soprattutto, tutto questo pericolo per darci informazioni del genere? Perché non comunicarci i loro piani d'attacco o il numero delle loro navi, una lista delle armi in dotazione...»

«Forse perché queste erano le informazioni in possesso dall'informatore» rispose Finn.

«Resta il fatto che tutta la faccenda è sospetta» soggiunse Akbar. Questa volta il suo tono era più disteso ma ancora carico di dubbi.

«Sentite» interruppe tutti Poe. «Questa è la nostra prima occasione dopo mesi di attesa, dopo mesi passato a riorganizzarci, a prepararci. Potrebbe essere una trappola, è vero. Ma potrebbe anche non esserlo. L'importante è agire con cautela» Indicò l'ologramma della prigione, che nel frattempo si era spostata dagli interni per mostrare nuovamente l'intero complesso dall'esterno. «Il nostro obbiettivo non è colpire tutta Rytes. Il nostro obbiettivo è intrufolarci all'interno, liberare Lando Calrissian e sgattaiolare fuori senza essere avvistati».

«Questo non è un piano» disse qualcuno. «È una condanna a morte».

«No, con le persone giuste» ribatté Poe. «Sentite, non c'è bisogno di mettere a repentaglio un anno intero di sacrifici. Non condurremo un attacco massiccio e coordinato: ci sarà una sola squadra ad eseguire l'operazione, in modo da non minare l'integrità e la sicurezza dell'intera organizzazione»

«Però se uno dei nostri venisse catturato...» fece la Connix.

«Abbiamo già predisposto un piano per quello» Poe si voltà, guardando il Maggior Brance.

Quello annuì e, alzandosi in piedi, prese la parola. La sua voce era calma, ma c'era qualcosa nel suo sguardo che tradiva una fierezza di spirito ignota, ribelle. «Abbiamo avviato le procedure di sicurezza. Ognuno dei partecipanti all'operazione sarà munito di un dispositivo che segnalerà un'eventuale cattura, dandoci così il tempo di evacuare la base alla ricerca di una più sicura. I metodi del Primo Ordine sono duri e noi non possiamo rischiare di rivelare la nostra posizione. Non ancora, almeno».

«Dunque è già deciso» si intromise Akbar. «L'operazione si farà, qualunque cosa noi pensiamo».

«Sto già facendo preparare il Falcon» gli rispose Poe, il tono duro e autoritario.

Dei mormorii si diffusero nella stanza. Accanto a sé, Rey sentì Rose irrigidirsi. Era tesa, così come lei. L'idea dell'operazione non le piaceva affatto ma doveva ammettere che un aiuto come quello che offriva Lando Calrissian sarebbe stato loro di grande aiuto. Nonostante i rischi, la posta in palio era troppo alta per farsela sfuggire tra le dita.

«Lo so che i rischi sono alti» La voce di Poe era stanca e Rey ebbe la sensazione che gli servisse una buona nottata di sonno. Si chiese da quanto tempo non dormisse come si deve. «Ma è la nostra unica occasione. E la dobbiamo cogliere al volo».

I presenti si scambiarono occhiate l'un l'altro. Alcuni annuirono, altri fecero versi d'assenso. Ma, nonostante ciò, molto avevano ancora sul volto un'aria scettica.

Il Lungotenente Connix schioccò la lingua. «Allora è deciso!» esclamò ad alta voce. «Possiamo almeno sapere chi sono i fortunati che devono partire per questa missione suicida?»

Il suo sguardo era sprezzante. Rey non l'aveva mai vista così: Kaydel solitamente era diligente e ligia alle regole, accettava gli ordini senza mai lamentarsi e, al massimo, esprimeva la propria opinione con sobrietà e veemenza. L'idea di Poe doveva proprio sembrarle brutta perché si comportasse in quel modo.

«Beh...» Poe si guardò intorno, osservando tutti i presenti. «Chewie ovviamente verrà con noi – non lascerebbe mai il Falcon. Io sarò il pilota di riserva. Finn...» Si voltò a guardare l'amico e, con un mezzo sorriso, gli mise una mano sulla spalla. «Finn ha esperienza con strutture del genere. Rytes è all'avanguardia, certo, ma rispetta comunque gli standard del Primo Ordine».

«Ci serve anche qualcuno che sappia pensare fuori dagli schemi» aggiunse Finn. Si voltò e puntò la sua attenzione prima su Rey, poi sull'amica seduta accanto a lei. «Rose, hai passato l'ultimo anno a studiare i piani informatici del Primo Ordine e comunque non sei nuova a...questo genere di operazioni. Avremo bisogno di qualcuno che sappia aprire quelle celle. Sarai dei nostri?».

Rey lanciò un'occhiata fuggevole a Rose. Aveva un minuscolo sorriso dipinto sul volto che le scaldò il cuore. «Ma certo» rispose, sicura di sé. Rey sapeva che, per quanto potesse criticare quell'idea, lei non avrebbe mai lasciato nessuno senza il suo aiuto.

«E infine...» terminò Poe. «Infine avevamo pensato a Rey».

Il gelo le crollò addosso. Qualcuno si girò verso di lei, puntandole lo sguardo in faccia. Il suo cuore fece un tuffo che quasi le fece male. Volevano lei? Anche se sapevano benissimo che il suo addestramento non era terminato? Anche se sapevano che non era all'altezza delle aspettative?

«Bene, questo è quanto» disse Leia. «La riunione è terminata, ci riaggiorneremo domattina. Tornate alle vostre mansioni serali».

«Rey?» la chiamò Rose. Lei fece quasi fatica a sentirla da tanto era il rumore che il suo sangue faceva nelle sue orecchie. «Tutto bene?»

Rey scosse la testa impercettibilmente. No, non potevano scegliere lei. Non era pronta. ci doveva essere qualcun altro, chiunque. Ma non lei. «No...» mormorò.

La gente cominciò ad alzarsi e ad uscire dalla stanza. Anche Rey si alzò in piedi e, andando nel verso opposto rispetto a tutti gli altri, si diresse verso il tavolo ignorando i richiami di Rose.

«Finn?» chiamò. «Finn!»

L'amico, che stava parlottando a bassa voce con Poe, si voltò. La guardò per un attimo con un sorriso, ma quello svanì all'istante non appena vide la maschera di tensione sul suo volto. «Rey...che succede? Qualcosa non va?» chiese, prendendole i gomiti tra le dita.

«Io...» Si guardò intorno e vide Leia, intenta a parlare con Brance e Connix. «Ti devo parlare, ma...non qui».

Afferrò Finn per un polso e lo condusse fuori dalla stanza. Poe li seguì con lo sguardo fino alla porta; una volta usciti, i due si fermarono nel corridoio. Il viso di Finn mostrava tutta la sua preoccupazione, mentre quello di Rey ne tradiva una di un altro genere.

«Perché avete scelto anche me?» buttò fuori.

Finn aggrottò le sopracciglia, confuso. «Che vuoi dire? Perché non avremmo dovuto...»

«Lo...sai il perché» Rey lo guardò, osservando quei pozzi d'inchiostro nero che erano i suoi occhi. «Sento che non dovrei venire. Dunque ti prego, lasciatemi rimanere qua. Finirò l'addestramento. Sarò più utile in un'altra occasione».

«Rey, stai scherzando vero?» Sembrava incredulo, sorpreso...ferito. «Perché dovresti essere preoccupata? Hai così tante capacità...hai ucciso Snoke, ricordi?».

Rey lo guardò e si sforzò di ricacciare indietro le lacrime. Per loro era quella la verità. Quella la bugia con cui doveva convivere ogni giorno. «Sì...» sussurrò piano. Quasi fece fatica a sentirsi. «Ma io...non mi sento pronta. Non sono ancora la Jedi che vi serve».

Una varietà di emozioni gli passarono sul volto in un istante e Rey se ne meravigliò. Non c'era dubbio che a Poe lui piacesse così tanto. «Rey, non ti abbiamo scelta perché sei una Jedi, o perché sei in grado di usare una qualunque spada laser» Le riservò un sorriso caldo, che avrebbe fatto sciogliere il cuore di chiunque. Peccato che quello di Rey fosse congelato dal dubbio e dalla...paura? «Tu abbiamo scelta perché sei...tu. Sei una forza della natura, Rey. Sei sopravvissuta su Jakku per tutta la vita. Qualcuno come te ci serve, dico davvero».

Rey aprì la bocca per dire qualcosa, forse controbattere, ma non riuscì a dire niente. Sapeva che Finn aveva ragione. Anche se lei non si sentiva ancora all'altezza di tutti i Jedi venuti prima di lei, anche se non si sentiva all'altezza di un retaggio così pesante per le sue esili spalle, i suoi amici contavano su di lei. Dopotutto, lei sapeva combattere. E se c'era una cosa che Jakku le aveva insegnato era come trovare una soluzione in ogni situazione difficile. "Ci serve qualcuno che sappia pensare fuori dagli schemi" aveva detto Finn. Forse non si limitava a parlare di Rose. Forse quel discorso poteva valere anche per lei.

Finn le mise una mano dietro il collo e la attirò a sé, chiudendola in un abbraccio. «Ti abbiamo scelta perché sei coraggiosa e intraprendente...e anche perché Chewbacca si è arrabbiato con Poe stamattina» Le posò le mani sulle spalle. «Ma in ogni caso, noi vogliamo te. Con o senza spada laser».

I due amici si guardarono negli occhi per qualche istante, prima che Rey distogliesse lo sguardo.

«Allora va bene» rispose, la voce bassa in modo che solo lui potesse sentirla. «Verrò»

   
 
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