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Autore: Sanae77    28/01/2020    4 recensioni
Due premi diversi per una vacanza unica.
Chi ha vinto questo premio per meriti calcistici e chi per essersi diplomato.
Curiosi di leggere questa avventura?
Genere: Avventura, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Isola dell’oceano (sei mesi dal naufragio)
 


Finalmente ho ristretto l’area di ricerca. Ho di fronte a me la lettera dei miei superiori, non li ringrazierò mai abbastanza.
 
Gentile Capitano Ozora
La informiamo di aver accettato la sua richiesta per l’utilizzo della piccola imbarcazione in supporto alla sua nave per consentire l’avvicinamento alle isole minori da lei individuate nelle ricerche.
A fronte di tanti anni di servizio le auguriamo di ritrovare sia suo figlio che l’intera nazionale del nostro amato paese.
Buona fortuna
 
Ho individuato circa dieci isole possibili, sulle quali le correnti potrebbero averli spinti.
Con la mia nave ci stiamo dirigendo in zona, domani andiamo in perlustrazione della prima.
 
Ho la cartina di fronte, con vari cerchi rossi, non vedo l’ora di poterli spuntare uno a uno. Ho radunato tutti i migliori tecnici ed esperti per raggiungere questo livello di scrematura. Spero proprio di aver racchiuso l’isola giusta sulla quale possono essere.
 

… cinque giorni dopo


Quarta isola, è un piccolo arcipelago, pensiamo di visitarlo comunque tutto, con in gommone faremo velocemente un giro di ognuna, per essere certi. Scenderemo in quella più grande, non lo so, ma oggi sento un’aria diversa un’aria particolare, sto vibrando, sono quasi emozionato di visitare questo luogo, spero davvero che sia quello giusto.
 
 
Turno di guardia, oggi tocca a me, vedo dallo stradello che conduce alla grotta arrivare Nicole, ha due noci di cocco, sorrido. Arrivano i rinforzi.
Arriva di fronte a me, si siede porgendomi un cocco. “Anche oggi nulla?”
“Macché, comincio a temere che non andremo mai via di qua!”
“Non siamo organizzati poi così male” ammette continuando a bere il dolce succo.
“Per fortuna no, se solo Sanae non fosse incinta…”
“Già” ammette preoccupata. Il succo le cola dalla bocca finendo sul seno, alzo gli occhi al cielo.
“Mi sono sporcata, dopo vado a fare un bagno, questi cocchi hanno un foro troppo grande per la mia bocca, uffa” borbotta mentre cerca di ripulirsi, ma il liquido del cocco credo sia una delle cose più appiccicose che io abbia mai bevuto.
“Aspetta” dico afferrando un panno e imbevendolo di acqua.
Ma quando sollevo lo sguardo e incontro il suo, resto abbagliato dall’immagine di lei.
I capelli color ebano le ricadono di lato, gli occhi smeraldo, brillano alla luce del sole, la pelle dorata, sembra una fata. Una dea uscita da questa natura selvaggia, lei e Lisa si sono adattate alla situazione sembrano nate per stare qua.
Mi avvicino con il panno tra le mani, ma lo lascio cadere a terra, mentre afferro la sua nuca e avvicino al sua bocca alla mia, iniziando a leccare tutto il liquido colato.
“Taro che…”
“Shhhh…” mormoro sulla sua bocca.
Discendo piano e seguo tutta la scia lasciata dal succo mentre arrivo al suo seno, è un misto tra salato, del mare, e dolce del cocco. Continuo a pulire quel piccolo disastro, mentre la sto sospingendo verso il terreno. Lei cede sotto il mio tocco. Sento le sue mani su di me, la sua bocca, passa in rassegna ogni centimetro di pelle, mordicchiando, forse avrò un buon sapore anch’io, stamattina presto ho fatto un bagno nell’oceano, so soltanto che il suo è sublime, non riesco a fermarmi, mentre sento le mie mani trovare i suoi seni. Ansima, sollevo lo sguardo per scrutare un attimo l’orizzonte, ma non vedo nulla eccetto quel puntino grigio all’altra isola dell’arcipelago.
Di sicuro è solo un riflesso, stando tanto tempo al sole a scrutare l’orizzonte capita spesso di vedere dei luccichii che non siano reali, inoltre la voglia di vederli, te li fa immaginare, molto spesso.
Quindi non ci bado tanto, mentre torno a lei. Sento che le sue mani si sono intrufolate nel mio costume, mi dedico al collo, lo bacio, lo lambisco, ma torno di nuovo a guardare lontano. Mi sollevo sul braccio e inarco un sopracciglio, sbatto più volte gli occhi, e cazzo! Stavolta non sparisce.
“Che c’è?” chiede lei.
“Mi sembra di vedere…” non mi fa finire, che anche lei tenta di voltarsi per guardare, e quando ci riesce inizia ad agitarsi sotto di me. Quindi mi discosto veloce, ci alziamo, e pochi attimi dopo la sento gridare: “Accendiamo il fuoco, è una barca Taro: muoviti! Vado ad avvisare gli altri.”
Dopo un secondo d’incredulità, vado alla catasta e strofino il fiammifero, vedo prima del fumo, poi delle fiamme e la legna finalmente s’incendia. Nicole è già scomparsa di corsa ad avvisare gli altri, sistemo meglio il costume, e accertatomi che il falò abbia preso definitivamente raggiungo i miei amici.
 
Riusciamo a radunare tutti, e di corsa andiamo alla spiaggia iniziando a gridare tutti insieme. Siamo tutti felici, ognuno di noi sta più o meno piangendo, Sanae è proprio in lacrime, posso solo immaginare il sollievo di non dover partorire qua.
L’imbarcazione si avvicina, non posso crederci ci hanno visto, il mio cuore esplode di gioia.
 
 
 
 
Vedo un’improvvisa colonna di fumo sollevarsi dalla radura più alta dell’isola maggiore di questo piccolo arcipelago. Dico al timoniere di avvicinarci e quando finalmente la vista lo permette, non posso credere a quello che sto guardando.
Sulla spiaggia un gruppo di persone. Sì! Un gruppo, si sta muovendo con frenesia. Sono tanti, sono loro ne sono certo, urlo di far presto, mentre sento il cuore letteralmente in fibrillazione.
 
Arriviamo a pochi metri dalla spiaggia e non resisto, loro si sono avvicinati, sono immersi fino al sedere per accoglierci.
Mi do uno slancio e arrivo a loro, riconosco subito mio figlio che letteralmente travolgo. Cadiamo insieme in mare bagnandoci tutti, ma non m’importa è vivo e l’ho trovato.
Sento ride, piangere, gridare, gioire. Ritroviamo un po’ di contegno e tutti insieme arriviamo alla piaggia.
Poi la vedo, mia nuora, in piedi sulla riva, le trema la bocca, mi osserva. Vedo il suo ventre e il mio cuore sta per cedere ne sono certo, per fortuna li abbiamo trovati, è un miracolo.
Lei mi fissa e io le corro incontro, l’ho sempre adorata, mi getta le braccia al collo e piange, piange, continuando a dire “Grazie, grazie” come una cantilena continua.
Passato il momento dell’euforia e della riconciliazione, ci mettiamo tutti seduti sulla spiaggia, stanno praticamente parlando tutti insieme, chi racconta della nave affondata, chi dei giorni in mare, chi dell’isola, chi delle perdite.
Purtroppo non poche a quanto ho capito, ma devo ammettere che è già un miracolo che siano vivi in così tanti.
Ho mandato una squadra sulla nave per lanciare l’allarme, sono certo che arriveranno gli elicotteri, stanno bene, ma meglio portarli via il più velocemente possibile.
Osservo ancora mio figlio, che amorevolmente si sta prendendo cura di sua moglie. Posso solo immaginare il sollievo di non dover partorire qua da sola, solo adesso mi rendo conto che sto per diventare nonno, mi pare impossibile.
Sono tutti euforici, stanno bene, mi portano alla grotta, mi fanno vedere come si sono sistemati. Sono stati fantastici, non solo sono sopravvissuti, ma si sono mantenuti in ottima salute.
Finalmente sento il rumore degli elicotteri di salvataggio, so’ che in zona navigava un portaerei con mezzi di soccorso. Entro breve verranno portati via e fatti tornare in patria.
 
 
 
La mia mano scorre sul ventre, è teso, sento quella di Tsubasa fare altrettanto, mi volto ha gli occhi lucidi. Il rumore dell’elicottero che ci sta portando via copre ogni possibile parola, tutti osserviamo dall’alto l’isola che ci ha salvato, nutrito e accolto per molti mesi. Alla fine credo che mi mancherà. Il pilota sembra quasi leggerci nel pensiero mentre fa un giro sorvolandola tutta.
Mi volto vedo Lisa e Nicole che guardano in basso, hanno i lucciconi agli occhi, io credo che loro sarebbero pure rimaste sull’isola; si erano adattate così bene. È anche per merito loro se siamo sopravvissuti, grazie alla loro esperienza, non c’è altro da dire, sono state davvero in gamba.
Tutti abbiamo collaborato, tutti abbiamo fatto la nostra parte, ci siamo fortificati come persone e come coppie. Penso che alcune arriveranno davvero in fondo a questa storia.
Yayoi piange in silenzio, lei lascia lì il suo Jun per sempre. Lui non tornerà via con noi. Ma osservo Hikaru al suo fianco, le stringe la mano per confortarla. Supererà anche questa ne sono certa.
Adesso devo solo guardare al futuro, devo dare alla luce mio figlio o figlia, sono così curiosa, mi ero arresa all’idea di doverlo sapere alla nascita, ma credo invece che lo scoprirò prima di quanto penso. Ci hanno spiegato che i tempi di ricerca sono stati così lunghi, proprio perché, come avevamo pensato, avevano ipotizzato che fossimo tutti morti. I sospetti sono arrivati con la mancanza delle due scialuppe, ed è solo grazie all’ostinazione di mio suocero che siamo stati tratti in salvo. Riconosco lo stesso sguardo di Tsubasa quando scende in campo, nel volto di Koudai, è determinato, e lo fa per vincere. Incredibile che soltanto con delle carte nautiche abbia individuato il gruppo di isole giusto. Come potrò mai ringraziarlo?
Credo che lo sto già facendo, visto che quando ha visto il mio ventre mi ha regalato una carezza al volto con gli occhi ricolmi di lacrime.
Di felicità.
 
 
… tre anni dopo

 
 “Mi sembra di avere il cappio al collo” esclamo osservando Taro e Genzo qua al mio fianco che si stanno preparando.
“Piantala di rompere Tsubasa dovrai resistere solo un oretta, puoi farlo no?” mi rimprovera Misaki.
“Ma non potevate scegliere un semplice campo da calcio” controbatto.
“Ma piantala non pensi ad altro” mi ammonisce il portiere.
“Io sono pronto” esclama la metà della Golden Combi.
“Pure io, e poi Tsubasa di che ti lamenti con un giorno solo te ne togli due di matrimoni.”
“Ah, per questo siete stati dei grandi a decidere di sposarvi insieme, potevano farlo anche Yayoi e Hikaru, almeno ci risparmiavamo un viaggio.”
“Dai, noi è più plausibile, sono entrambe Italiane, ma Aboa che ci sarebbe entrata scusa?”
Rifletto “Effettivamente. Forza – li incito spingendoli – siete pronti a farvi mettere il cappio al collo?”
“Che bella prospettiva Ozora, non c’è che dire” mi rimprovera Genzo.
Hikaru e Aboa stanno insieme da quando hanno lasciato l’isola. Yoshiko e Kojiro appena tornati sulla terra ferma, le loro strade si sono separate, lei è tornata in America, lui ha ripreso la sua vita. Ho intuito che qualcosa fosse accaduto sull’isola, ma evidentemente non era niente d’importante.
Finalmente usciamo e vedo mia moglie che tiene per la mano, quel terremoto di mia figlia Yukiko. Sono bellissime le mie donne. Oggi la piccola ha due compiti importantissimi, spargere i petali di rosa e portare le fedi, speriamo non me combini una delle sue.
“Papà” esclama felice mentre, dopo aver la sciato la madre, corre verso di me.
“Ciao amore” dico sollevandola e baciandola sulle tenere guance.
“Spose ‘ellissime– si avvicina all’orecchio per non farsi sentire – papà, quando io grande ‘oglio ‘estito come Nicole.”
“Da grande, Yukiko, molto grande.” Preciso.
“Sei geloso Capitano?” chiede mia moglie al mio fianco, mentre ci stiamo avviando verso il giardino della villa che è stata affittata in Italia. Abbiamo dovuto blindare il doppio matrimonio, perché: se prima eravamo famosi per la nostra notorietà in campo. Essere diventati dei sopravvissuti per mesi da soli in un’isola deserta, non ha fatto che aumentare la nostra fama.
“Delle mie donne? Certo che sì!” affermo convinto.
 
Finalmente parte la marcia nuziale, le due spose stanno facendo il loro ingresso sul lungo tappeto messo sul prato.
Niky è davvero bella, in un semplice abito color avorio scivolato. Quando compare Lisa però mi muore il fiato in gola. Osservo la reazione di Genzo che prima diventa color peperone, dopo viola tendente al cianotico.
Mentalmente ripasso le manovre di primo soccorso, temo che ce ne sarà bisogno.
Dopo con occhi imploranti si volta verso Taro e lo sento bisbigliare: “Siamo sicuri che la faranno sposare così?”
“Tempo di sì, Genzo, non è un matrimonio religioso” risponde Misaki.
“Cazzo!”
Sento un borbottio provenire dalle sue spalle, lo vedo voltarsi un attimo e pronunciare delle scuse sommesse rivolte all’incaricato di celebrare il matrimonio.
Ok, non è un matrimonio religioso, ma le parolacce! Ridacchio.
 
Anche io avrei imprecato, se la mia futura moglie fosse arrivata con un abito così provocante e trasparente.
Mi volto verso Sanae che non è per nulla sconvolta, temo che le avesse già viste prima.
“Fortuna che Yukiko ha scelto l’abito di Nicole” affermo convito.
“Già” risponde mia moglie nascondendo un sorrisetto dietro le dita che ha portato alla bocca.
 
Arrivano dai futuri sposi, scambiandosi un saluto, Genzo borbotta qualcosa nel suo orecchio mentre lei sorride maliziosa.
Inclino leggermente lo sguardo, e forse si intravede la linea delle mutande. Arrossisco.
Mi sa che è un tanga, non posso crederci.
“Ozora! Piantala di guardare il sedere di Lisa” mi ammonisce mia moglie.
“C’è poco altro da guardare, stanno per sposarsi e si vede il retro; mica è colpa mia” affermo innocentemente seguito da un’alzata di spalle.
Genzo mi fulmina, Taro ride. La cerimonia inizia.
Se non altro il dietro del vestito per una volta tanto è interessante.
 
FINE


Ringrazio infinitamente tutti quelli che hanno avuto la costanza di leggere fino in fondo e di sopportare le mie pubblicazioni random.
Scusate, non è mia abitudine fare così ma ho un periodo un po' incasinato.
Alla prossima.
Sanae77
   
 
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