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Autore: heliodor    03/02/2020    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Buona notte Strega Dorata
 
Bryce atterrò sui gomiti, sbucciandoseli. Morse la polvere e strinse i denti per il dolore e il bruciore.
“In piedi” disse Marq con tono perentorio.
“Voglio restare qui” rispose.
“Se resti qui morirai.”
“Bene.”
Marq l’afferrò per un braccio e la tirò su. Lei cercò di divincolarsi ma la sua presa era ferrea. Evocò la forza straordinaria per liberarsi, ma lui la trattenne lo stesso.
“Lasciami” esclamò disperata, le lacrime che le scendevano lungo le guance. “Lasciami.”
“No” fece Marq trascinandola verso i cavalli. Li aveva nascosti dietro la parete crollata di un palazzo. C’era ancora l’insegna di un panettiere che pendeva sbilenca sopra una porta che adesso era diventata una voragine.
“Perché non mi uccidi e basta?” chiese.
“Vuoi morire?”
“Sì” rispose senza esitare.
“Allora farò in modo che tu viva il più a lungo possibile.”
“Perché? Tu volevi uccidermi, no?”
“Avrei dovuto farlo e mi pento di averci ripensato” disse Marq afferrando con la mano libera le redini del cavallo. “Se ti avessi piantato un dardo nel petto, ora sarei in viaggio verso nord e Brun sarebbe ancora con noi.”
“Allora uccidimi, che aspetti?”
Lui scosse la testa. “Mi servi.”
“Per cosa?”
“Voglio liberare Brun.”
Lo stregone dal viso devastato dalle ustioni era stato catturato dai soldati di Orfar di pattuglia. Secondo Marq, l’aveva fatto per distrarre i soldati da Bryce e darle una possibilità di fuga.
Che lei aveva sprecato restando a disperarsi tra le macerie del palazzo di Malinor. Il luogo dove aveva passato alcuni dei momenti più belli con Vyncent. E adesso lui era morto, sepolto sotto quelle macerie annerite dagli incendi.
“Allora vacci da solo” disse Bryce. “Io non ti servo.”
“Non posso affrontare da solo l’esercito di Orfar. Ma con la strega dorata potrei anche riuscirci.”
Bryce fu tentata di ridergli in faccia. “La strega dorata è morta. Bryce è morta. Tutta questa città è morta, non lo vedi?”
Marq la fissò con sguardo truce.
“Niente ha più senso” sussurrò.
“Brun si è sacrificato per te. Poteva lasciarti alle guardie di Orfar e mettersi in salvo, ma ha preferito sacrificarsi. Questo non conta niente per te?”
Bryce scosse la testa. “Il tuo stupido amico avrebbe fatto meglio a scappare.”
Marq le tirò uno schiaffo.
La testa di Bryce girò di scatto, la guancia che subito le arse come se vi avessero poggiato sopra un ferro rovente. In tutta la sua vita, solo due volte era stata schiaffeggiata, entrambe da suo padre.
“Si è sacrificato per niente” disse con labbra tremanti, come una bambina punita per aver fatto una marachella.
Marq le tirò un altro schiaffo.
Le lacrime le rigarono il viso. “Per niente” sussurrò.
Marq alzò la mano ma Bryce gliela afferrò prima che potesse colpirla. Strinse il polso di lui, affondando le dita nella carne fino a sentire le ossa scricchiolare.
“Per niente” ringhiò.
Marq non tentò di liberarsi. “Avanti” la sfidò. “Spezzami il braccio se ti fa sentire meglio.”
Potrei strappartelo anziché romperlo, pensò.
“Non servirebbe a niente e non mi farebbe stare meglio” disse lasciando la presa.
Marq si massaggiò il polso. “Scommetto che hai ancora tanta di quella forza da poter distruggere Orfar da sola.”
“E a cosa servirebbe?”
“Skeli ti ha fatto questo. Non vuoi vendetta?”
C’erano molte cose che voleva, ma nessuna sembrava avere senso quando ripensava al palazzo di Malinor in macerie.
“Per tutta la vita” disse. “Mi hanno addestrata per un’unica cosa. Vincere la guerra contro Malag. Ma la verità è che non ho mai avuto un motivo per cui combattere, fino al giorno in cui non ho incontrato Vyncent.”
“Anche se non lo condivido, non ti sto chiedendo di battere Malag e la sua alleanza, né i Colossi di Persym. Tutto ciò che ti chiedo è di aiutarmi a salvare una persona. Una sola. Per te non dovrebbe essere difficile.”
“Una sola?”
Marq annuì.
“E poi mi lascerai andare?”
“Potrai andare dove vuoi.”
“E dove vuoi che vada? Io non ho più niente. Ho perso i miei fratelli, ho perso Joyce e Vyncent. Ho perso il rispetto di mio padre e la fiducia dei miei migliori amici. Persone che contavano su di me. Sono diventata una rinnegata e per cosa? Tutto ciò che ho ottenuto sono macerie.”
“Anche io non ho più niente” disse Marq sorridendole per la prima volta. “Ho perso tutto per un errore, uno sbaglio. Pensavo di non avere più un motivo per vivere e invece eccomi qui, a cercare di salvare un nuovo amico mentre sono alla ricerca di un’altra persona.”
“La strega rossa?”
Lui annuì con forza. “Proprio lei.”
“È una stupida e una incapace. Potresti avere di meglio.”
“Lo so, ha dei limiti tremendi, ma forse tu lo sai meglio di me, l’hai conosciuta bene a Malinor.”
“In verità non le ho mai parlato, credo. L’ho sgridata, rimproverata e minacciata qualche volta, questo penso di averlo fatto.”
“Davvero? Credo che lei ti ammiri, in un certo senso. Quando mi propose di confessare per avere la libertà, mi disse che potevo fidarmi della sua parola perché tu avevi garantito di liberarmi. Diceva che se c’era una persona di cui si fidava, questa eri tu.”
“Pensi che l’abbia giudicata male?”
“Penso che tu sia solo una persona, con i suoi limiti e i suoi pregi. D’altronde, combatti contro Malag. Sei forte, questo devo ammetterlo, forse anche più di me, ma non sei più furba o intelligente o scaltra. Skeli ti ha quasi uccisa, quando nemmeno Malag c’è riuscito.”
“È scappato via” disse con una punta di orgoglio.
Marq sorrise. “Resta il fatto che hai bisogno del consiglio di persone fidate, che ti guardino le spalle quando dormi o mangi o sei troppo innamorata per renderti conto di cosa ti sta accadendo attorno.”
“Ti stai proponendo come mia guardia del corpo?”
“Ti sto offrendo un’alleanza. Temporanea ovviamente e che terminerà non appena avremo salvato Brun.”
“Hai detto che potrei distruggere da sola Orfar.”
“E ne sono tutt’ora convinto, ma tutto il potere che hai sarà inutile se ti tagliano la gola mentre dormi o ti avvelenano l‘acqua che ti viene offerta. Non puoi vincere questa guerra da sola.”
Una volta ne era convinta e avrebbe riso in faccia a Marq e chiunque le avesse detto una cosa simile. Invece gli porse la mano.
Lui la strinse con forza.
“Adesso siamo alleati” disse Marq.
Bryce annuì. “Dimmi solo una cosa.”
“Chiedi pure.”
“Hai lasciato l’orda per cercare la strega rossa? Solo per quello? Ora che siamo alleati dovresti rispondermi senza mentire.”
“Cerco anche informazioni sui Colossi.”
“E cos’hai scoperto?”
“Sono armi create dai maghi supremi. Persym sembra averle ritrovate a Krikor e le ha portate qui. O forse le aveva già e aspettava solo il momento giusto per usarle.”
“E riguardo la strega rossa? Dove speri di trovarla?”
“In verità, pensavo di trovarla proprio qui, a Malinor.”
Bryce si accigliò.
“L’ultima volta che l’ho vista, stava tornando in città, poco prima che venisse distrutta.”
“Forse è andata via prima dell’attacco.”
“Non credo. Sembrava piuttosto decisa a restare per combattere.”
“Mi spiace per la tua perdita” disse dopo qualche istante di silenzio.
Marq riuscì a sorridere. “Non è detto che sia morta, così come non è detto che Vyncent sia morto.”
“E se invece lo fosse?”
“Allora la vendicherò.”
 
Vendetta, pensò Bryce mentre cercavano un posto sicuro dove fermarsi e far riposare i cavalli. E anche loro due. Cavalcavano da giorni lungo l’altopiano, spostandosi in direzione di Orfar. Fino a quel momento non avevano trovato traccia di Brun e dei suoi carcerieri.
“Devono aver preso una strada diversa” aveva detto Marq il secondo giorno. “Qui è pieno di sentieri secondari che girano attorno alle colline.”
“Vuol dire che li abbiamo persi?”
Lui aveva scrollato le spalle. “Vuol dire che andremo a Orfar.”
“Io non sarò bene accolta. E se mi accompagnerai, nemmeno tu riceverai una buona accoglienza.”
“Dimentichi che sono un rinnegato da qualche anno. Non sono il benvenuto da nessuna parte in questa metà di mondo.”
Vendetta, si disse di nuovo mentre Marq legava i cavalli a una roccia. Da quel punto, in cima alla collina, potevano dominare quel tratto d’altopiano.
Sedettero in silenzio mentre mangiavano la carne secca che Marq aveva tirato fuori dalla sua sacca da viaggio.
“Sarebbe meglio mangiare della carne fresca” disse lui masticando a fatica un boccone. “Ti aiuterebbe a recuperare prima le forze.”
“Mi sento già abbastanza forte” disse Bryce. Ma era vero? Si stancava presto di cavalcare mentre ricordava di non aver mai sentito il peso dei lunghi viaggi con Vyncent e gli altri.
Allontanò subito quel pensiero per non ricadere nella tristezza.
“Parlami del tuo piano” disse per cambiare discorso.
Marq si accigliò.
“Avrai pensato a come liberare Brun una volta giunti a Orfar, vero?”
“In realtà, no” ammise. “Non ho un piano.”
“Almeno sei sincero.”
“Siamo alleati. Devo essere onesto.”
Bryce sospirò. “D’accordo. Non possiamo presentarci ai cancelli della città e chiedere di entrare.”
“Concordo. Penso che dovremo abbatterlo, quel cancello.”
“Quello è il piano di riserva. Hai idee migliori di questa?”
“Io no e tu? In fondo sei quella che conosce meglio Orfar. C’è un passaggio segreto, un condotto che ci permetta di passare dalle fogne ed entrare nel castello indisturbati?”
Bryce sorrise. “Nei romanzi della Stennig, forse.”
Quelli che tanto piacevano a Joyce, pensò.
Marq dovette cogliere il mutamento nel suo sguardo. “Sembra che ti abbia ricordato qualcosa di spiacevole.”
“Pensavo a cose che ora non hanno più importanza.”
“Forse dovresti parlarne.”
“Con te?”
“Con chiunque, ma visto che qui ci sono solo io, non hai molta scelta.”
“E a cosa servirebbe?”
“Non lo so, ma di sicuro tenerti tutto dentro non ti sta aiutando.”
Bryce sospirò di nuovo. “La Stennig era la scrittrice preferita di Joyce.”
“Tua sorella? La principessa?”
Annuì.
“Perché ne parli al passato?”
“Perché è morta” disse brusca.
Marq esitò. “Parlami della Stennig. Che libri ha scritto?”
“Romanzi d’avventura, per lo più. Biografie romanzate di grandi personaggi del passato. Mio padre diceva che erano opere da due soldi piene di oscenità.” Fece spallucce. “Non so che cosa ci trovasse Joyce in quelle storie. Dico sul serio, sono atroci.”
“Tu ne hai letta qualcuna?”
“Un paio. Solo per fare contenta Joyce. Cercava in tutti i modi di coinvolgermi nella sua passione.”
“Forse cercava solo qualcuno con cui condividerla. Mio padre mi portava spesso a pescare, anche se odiavo farlo. Pur di stare qualche giorno con lui non me ne sono mai lamentato. Ora rimpiango di non esserci andato qualche volta di più.”
“Per Joyce è più di una passione. È una vera ossessione. Non sai di cosa è capace. Una volta mi ha persino strappato la promessa che l’avrei portata a teatro.” Ridacchiò a quel ricordo. “Per assistere a un’opera tratta da uno dei suoi libri preferiti, la Dama del Lago Perduto. Ne ricordo ancora il titolo.”
Marq si accigliò. “La Dama del Lago Perduto, hai detto?”
“Sì.”
“Per caso è di una certa Cora Anell?”
“Il nome dell’autrice non lo ricordo. Non dirmi che anche tu sei ossessionato da queste opere.”
Marq scosse la testa. “No, per niente.”
 “Cosa c’è allora? Sembravi turbato.”
“Piaceva a mia madre, se non ricordo male” si affrettò a dire. “Forse è per questo che sentirla nominare mi ha colpito così tanto.”
Stavolta fu Bryce ad accigliarsi.
Marq sorrise imbarazzato. “Che c’è di tanto sorprendente? Ho avuto anche io una madre e un padre. E mi volevano bene, nonostante non fossi un figlio molto devoto.”
Bryce scosse la testa. “Li hai mai più rivisti dopo quello che sei diventato?”
“Mia madre è morta quando avevo dodici anni e mio padre non so che fine abbia fatto. Probabilmente ha seguito l’alleanza di re Andew a nord.”
“Un giorno potresti dover combattere contro di lui.”
“Me ne preoccuperò quando accadrà. Ora se non ti spiace vorrei provare a dormire. Fai tu il primo turno di guardia o scapperai lasciandomi qui da solo?” chiese con tono scherzoso.
“Non sono fuggita giorni fa, perché dovrei farlo adesso?”
“Perché no?” Marq si avvolse nella coperta di lana. Bryce attese che il suo respiro si facesse regolare e il suo corpo restasse immobile prima di alzarsi e andare ai cavalli.
Poteva prenderne uno e liberare l’altro a decine di miglia di distanza. Marq era pieno di risorse e sarebbe riuscito a raggiungere Orfar anche a piedi. Magari, con un po’ di fortuna, avrebbe salvato il suo amico e ritrovato la strega rossa.
Fantasie degne di chi ama leggere la Stennig, si disse. Senza un cavallo Marq morirà. E se dovesse sopravvivere fino a Orfar ci penseranno Skeli e i suoi soldati a seppellirlo senza tanti complimenti. In quanto a me, posso solo scappare ormai. Se torno a nord mio padre mi farà giustiziare. Posso solo dirigermi a oriente e rifugiarmi nelle terre desolate, dove attenderò la morte per vecchiaia o quella per mano di un inquisitore.
Accarezzò il muso del cavallo.
“Prendi il pezzato di destra, se proprio devi” disse una voce alle sue spalle. “Quello a sinistra non reggerebbe fino al posto dove vuoi andare.”
Bryce non si voltò. “Ti avevo avvertito che non potevi fidarti di me.”
“Non sei andata via” disse Marq. “Non ancora. Forse c’è speranza anche per te, principessa Bryce.”
“Bryce di Valonde è morta. Ora esiste solo la strega dorata. Una rinnegata senza patria né onore né un posto dove andare.”
“Allora vai e seppellisci la principessa, se proprio devi. Ma a me serve la strega dorata.”
Marq si voltò e tornò alla sua coperta.
Bryce accarezzò ancora un po’ il muso del cavallo, poi staccò la mano e si allontanò dalla bestia, tornando a sedersi di fronte a Marq.
“Hai deciso di restare?” le chiese Marq ancora avvolto nella coperta.
“Per il momento.”
Lui ridacchiò. “Buona notte Strega Dorata.”
“Buona notte a te Occhi Blu.”

Note
Annuntio vobis gaudium magnum... ehm, no, ricominciamo.
E' con grande piacere che vi annuncio che ho terminato Joyce!
Se prima questa follia aveva un fnale solo nella mia mente, ora ne esiste uno scritto nero su bianco.
Ovviamente ci sono ancora un mucchio di cose da fare, da correggere, aggiungere o sottrarre, ma il più è fatto.
Noterete subito un aumento della cadenza nell'uscita dei capitoli (mica vogliamo stare qui un altro anno, vero?).
Spero di riuscire a mantenere il nuovo ritmo, così da poter chiudere questa storia in tempi non biblici.
Che altro aggiungere? Niente, se non che il prossimo Capitolo è per Mercoledì 5 Febbraio.

 
  
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