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Autore: LorasWeasley    08/02/2020    1 recensioni
AU [FACE Family|FrUK|Accenni Dennor e Spamano]
"Si fissarono per interi secondi, scrutandosi fin nel profondo, poi Arthur sussurrò –Non sei costretto a stare qui.
-Lo so.
Due semplici parole che volevano dire moltissimo altro."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, FACE Family/New Continental Family, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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14.Volergli bene

Francis sbadigliò per la milionesima volta in quella giornata mentre faceva un caffè dietro il bancone del bar.
Antonio lo vide mentre tornava con il vassoio vuoto e fece un sorrisetto mentre commentava –Arthur ti fa stancare troppo?
Francis annuì lentamente –Ma magari fosse per quello che pensi tu. Ieri mi ha chiamato alle tre di notte perché Matthew aveva la febbre altissima e gli serviva aiuto.
Gilbert si intromise nella conversazione dopo aver consegnato un panino ad Antonio per portarlo al tavolo che aveva l’ordinazione –Davvero, perché non ti sei ancora trasferito da lui?
Francis sbuffò consegnando con un sorriso di cortesia il caffè alla donna che stava ancora aspettando –è più complicato di come credi.
-Vuoi che me lo faccio spiegare da lui? Tanto ti sta chiamando in questo momento.
Francis gli lanciò un’occhiataccia e si affrettò a recuperare il suo cellulare rispondendo in fretta.
-Arthur! Come sta Matthew?
-Ciao- la voce dell’inglese era bassa, forse quasi imbarazzata –Male… e ha una mattina che siamo dal pediatra e ancora ci sono delle persone prima che venga il nostro turno…- non aspettò che l’altro rispondesse prima di continuare –Ascolta, quand’è che finisci a lavoro?
Francis portò lo sguardo al grande orologio che segnava le dodici e mezza –Fra un’ora e mezza, perché?
-Oh…- sembrava ancora più imbarazzato –Non pensavo che avrei fatto così tardi, devo andare a prendere Alfred all’asilo e speravo potessi andarci tu, ma fa nulla, magari ritorno dal pediatra di pomeriggio.
-Arthur non dire cose assurde, non puoi uscire il bambino anche di pomeriggio con questo freddo! Vado a prenderlo io Alfred, non c’è problema.
-Ma… hai detto che devi lavorare ancora fino…
-Non è un problema, chiedo un permesso, lo recupero un’altra volta senza problemi.
Arthur rimase in silenzio per diversi secondi, la sua voce si era abbassata così tanto da essere ormai impercettibile –Mi dispiace, non so a chi altro chiedere, Lukas ha Emil e io non… non… so che non volevi entrare in tutto questo casino, perdonami.
-Arthur smettila di farmi perdere tempo, non vorrai mica che Alfred si dovesse sentire abbandonato, no? Ci vediamo a casa tua!
Chiuse la chiamata e si girò verso i suoi amici, Antonio aveva già le mani sui fianchi, le sopracciglia corrugate, non lo lasciò parlare che lo precedette –No, assolutamente no Francis, io ho finito, non farò di nuovo parte del tuo turno.
Francis gli sorrise mellifluo –Perché non ti prenoti il finesettimana fuori con il tuo ragazzino e mi faccio io i tuoi turni?
Non aspettò neanche una risposta, sapeva che al suo amico andava benissimo, si tolse velocemente il grembiule e mentre ancora stava infilando il giubbotto uscì dal retro.
 
Alfred corrugò la fronte confuso quando vide che a prenderlo c’era solo Francis, ma non si fece problemi ad andare con lui e a dargli la mano.
-Dov’è il mio papà?- gli chiese poi mentre l’altro lo faceva salire in macchina.
-È ancora dal dottore con Matthew, ora ci raggiunge a casa.
Francis vide Alfred annuire dallo specchietto retrovisore, mentre si immetteva nel traffico il bambino commentò –Matt sta ancora male.
E non era una domanda.
Francis era incerto mentre chiedeva –Tu lo… senti?
Alfred annuì di nuovo, come se avesse detto una cosa normalissima, poi iniziò a raccontare a Francis di tutta la sua giornata.
Venti minuti dopo stavano ancora aspettando il ritorno dell’inglese seduti sulle scale fuori casa, perché giustamente Francis non aveva le chiavi per entrare dentro.
Alfred sbuffò lamentandosi –Io ho fame…
Francis controllò nuovamente l’orario dal cellulare sospirando –Lo so, tuo padre mi ha scritto che stavano tornando, resisti un altro po'.
-Francis, ma tu vuoi bene al mio papà?- chiese infine il bambino curioso.
Il francese strabuzzò gli occhi non aspettandosi quella domanda –Certo che gli voglio bene- sussurrò poi perdendosi nei suoi pensieri.
Alfred annuì soddisfatto della risposta, aspettò qualche secondo prima di continuare –Anche lui ti vuole bene.
Francis non poté fare a meno di ridere divertito –Dici?
Il bambino annuì serio -Prima piangeva quasi sempre la notte, lui pensa che io e Matthew non ce ne siamo mai accorti.
Il sorriso scomparve dal volto del francese e si girò a fissarlo.
-Da quando ti abbiamo conosciuto non lo fa più- concluse Alfred pensandoci per bene con le sopracciglia corrugate –Quindi deve volerti per forza bene.
Francis non sapeva come rispondere a quella rivelazione, non ne ebbe bisogno solo perché fu a quel punto che Arthur arrivò.
-Daddy!- esclamò felice Alfred mettendosi in piedi e saltellando.
Arthur non lo calcolò solo perché stava cercando di calmare Matthew che tra le sue braccia continuava a piangere e a lamentarsi, Francis si accorse che l’inglese aveva tutto il giubbotto sporco di vomito.
Arrivato alla porta cercò le chiavi in tasca e con fatica cercò di aprire.
-Vieni qui, dallo a me- Francis cercò di prendergli il bambino dalle braccia ma Arthur fece resistenza.
-No aspetta, potrebbe vomitare di nuovo, se continua a piangere la situazione peggiora.
-Non importa, tu apri e poi vai a cambiarti, io lo porto in bagno.
E a quel punto l’inglese poté solo accettare.
Francis uscì Matthew dal bozzolo di coperte ormai sporche anche quelle e iniziò a sussurrargli parole di conforto, dopo che la porta di casa venne aperta riuscì ad arrivare in bagno in tempo e posizionarlo davanti al gabinetto prima che il bambino riprendesse a vomitare.
Con un braccio continuava a tenerlo perché l’altro non aveva la forza per stare in piedi da solo, con l’altro gli scostava i capelli sudati da quella fronte caldissima.
-Tranquillo Matt, non devi preoccuparti, fra qualche giorno ti passa tutto.
Gli pulì la bocca con un po' di carta quando il bambino concluse la sua tosse.
-Non mi piace vomitare, mi sento ancora più male e mi fa male la testa…- e iniziò una serie di lamenti che si persero nei suoi singhiozzi e divennero incomprensibili.
Arthur li raggiunse, si era appena cambiato la maglia sporca e aveva portato con sé anche dei vestiti puliti per Matthew.
-Sh…- sussurrò al suo bambino prendendolo in braccio e facendolo sedere sul marmo del lavandino per lavarlo e cambiarlo –Ora ti prendi la medicina che ti ha dato il dottore e poi vai a dormire così ti passa tutto.
Ma Matthew non sembrava neanche ascoltarlo, troppo preso dal suo delirio e dai suoi lamenti.
Alfred si attaccò alla gamba di Francis attirando la sua attenzione –Ho fameee, cucini il pranzo?
Fu Arthur a rispondere in un sospiro esasperato –Alfred lascialo stare, mi ha solo fatto il favore di andarti a prendere a scuola, ora ha le sue cose da fare, lascialo andare via.
-Ma io ho fame!- strillò indisposto con i pugni chiusi e le guance rosse.
-Fammi mettere a letto tuo fratello e poi mi metto a cucinare!
Francis si intromise in quella discussione che nessuno dei due aveva intenzione di lasciar correre.
-Arthur, una volta che sono qui non mi costa nulla aiutarti, soprattutto considerando che Matthew si trova in quelle condizioni.
Arthur era combattuto, era così evidente dallo sguardo che gli lanciò.
Da un lato voleva che l’altro non se ne andasse perché aveva un estremo bisogno di aiuto.
Dall’altro si sentiva terribilmente in colpa per averlo costretto in tutta quella faccenda già dalla notte precedente.
Francis gli sorrise e avvicinandosi gli lasciò un bacio tra i capelli –Davvero, non è un problema, rilassati.
Poi prese Alfred per mano –Vieni, andiamo a preparare il pranzo.
Si misero a giocare in cucina, ma riuscirono anche a creare un pranzo decente.
-Daddy non viene a mangiare?- si informò Alfred con la bocca piena.
Poco prima Francis aveva sentito che usciva dal bagno e portava Matthew in camera, si erano chiusi la porta alle spalle e ancora nessuno ne era uscito.
-Mh... Ora vado a controllare.
Il francese si alzò e si avviò silenziosamente lungo il corridoio.
Aprì la porta della cameretta lentamente e stava per chiamare il biondo quando si bloccò di scatto.
Matthew era sotto le coperte, dormiva con la bocca aperta per respirare meglio, sembrava più tranquillo ora che riusciva a stringere il suo peluche al petto.
Arthur era al suo fianco, sdraiato sopra le coperte si era addormentato anche lui, un braccio sotto la testa e l’altro a cingere il bambino.
Doveva essere così stanco dopo la notte passata quasi insonne che si era addormentato senza neanche volerlo.
Non poté fare a meno di sorridere dolce alla vista di quella scena.
Entrò in camera solo per prendere una coperta e coprire l’inglese, si chinò e gli lasciò un bacio in fronte.
Nel sonno Arthur mugugnò di piacere.
Francis si richiuse la porta alle spalle e decise di passare tutto il pomeriggio con Alfred, Arthur meritava quelle poche ore di riposo e lui aveva tutta l’intenzione di farlo stare meglio.
  
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