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Autore: AllePanda    09/02/2020    1 recensioni
Luke skywalker è morto! Tuttavia, il sacrificio del Maestro jedi ha permesso a ciò che restava della RESISTENZA di sfuggire alla distruzione più totale per mano del PRIMO ORDINE.
Ad un anno dalla battaglia di Crait, la scintilla della ribellione brucia ancora e si espande fin dagli angoli più remoti della galassia.
Sotto la guida del Generale Leia Orana, nuove e vecchie alleanze sono state saldate.
Tuttavia le perdite subite sono state così ingenti da costringere gli eroi ribelli ad una momentanea ritirata, in attesa che i tempi si facciano maturi per tornare allo scoperto.
Intanto, il nuovo Leader Supremo Kylo Ren è alla disperata ricerca dell’ultimo dei Jedi.
Non si fermerà finché non l’avrà trovata. Incapace di sopportare che la ragazza si sia chiusa completamente ad ogni possibilità di contatto, ha inviato le sue sentinelle in ogni dove.
Rey non sembra però intenzionata a riaprire la connessione che ancora li lega. La morte di Snoke non ha infatti intaccato quello speciale legame tra loro, anzi sembra averlo a dir poco potenziato tanto da mettere la giovane ragazza in allarme...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Come ogni sera, Rey si chinò per recuperare i libri dal nascondiglio in cui era solita riporli. La piccola scatola di metallo in cui erano chiusi gli antichi testi dei Jedi serviva più da riparo contro l’umidità che imperniava l’aria della nuova base ribelle che da reale rifugio contro chi avrebbe potuto portarglieli via. Prendendolo tra le mani, Rey si rese conto che il formicolio alle dita che usava tormentarla di tanto in tanto, era tornato a farsi sentire.

Per il momento in cui si rintanò nella propria cuccetta, anche un insopportabile dolore alla testa aveva iniziato a farsi sempre più intenso. Sbuffò sonoramente, abbandonandosi sul rigido materasso della sua cabina del Falcon. Ormai la ragazza aveva fatto l’abitudine a quella stranezza. Tuttavia, se all’inizio l’aveva attribuita al lavoro o alla stanchezza, col passare del tempo aveva finito per sviluppare l’idea che quello che sentiva fosse in realtà un’eco di ciò che capitava a qualcun altro, qualcuno legato a lei attraverso la forza… Gli indizi in tal senso erano numerosi.

Per quanto si sforzasse di dimenticare o di ripetersi di si era trattato solamente del frutto della propria immaginazione, Rey poteva ricordare ancora con chiarezza il fastidioso picchiettare delle braccia robotiche dei droidi medici sulla propria guancia. Quella era stata la prima volta la forza l’aveva connessa con Kylo Ren, la stessa in cui, colta di sorpresa, si era lasciata sopraffare dall’istinto, aveva afferrato il blaster e gli aveva sparato un colpo che non sarebbe mai andato a segno.

Rey rabbrividì al ricordo e socchiuse gli occhi cercando di concentrarsi sulla propria respirazione invece di ripensare a quanto era avvenuto in seguito. Inutilmente. Lo sguardo che Kylo le aveva lanciato mentre le proponeva di allearsi con lui dimenticandosi dei ribelli, non aveva mai smesso di tormentarla. Era stata un’ingenua, si disse, ad andare da lui senza rendersi conto che ciò che la forza le aveva mostrato era solamente una delle tante possibilità che il destino aveva messo in serbo per lei. Luke aveva avuto ragione in tal senso. Tuttavia, qualunque legame Snoke avesse scelto di forgiare tra loro, questo non se n’era ancora andato.

Nemmeno dopo la sua morte. Anzi, Rey si era vista costretta ad alzare le sue barriere mentali quanto più possibile per cercare di contrastare la continua invasione dei suoi pensieri all’interno della propria mente. La ragazza sospirò e si sedette a gambe incrociate sulla sua cuccetta portandosi il libro in grembo, per aprirlo nuovamente sulla stessa pagina che ormai sembrava avere catturato la sua attenzione.

Tra tutti i testi che aveva a disposizione, quello era l’unico a contenere delle figure e non delle mere iscrizioni. Con fare reverenziale, la ragazza, passò ancora una volta la punta delle proprie dita sul bordo rugoso dalla rilegatura in pelle, per poi osservare nuovamente il disegno.

Un uomo, o forse una donna (la figura poteva essere entrambe le cose) seduto esattamente come lei, a gambe incrociate e con le braccia conserte, era profondamente assorto in meditazione e la sua immagine era colorata per metà di bianco e metà di nero. Ancora una volta, Rey non poté fare a meno di ricordare come quella stessa figura fosse presente nel tempio jedi sulla cima di Ahch-to.

Il ricco mosaico, composto a sua volta da tante pietruzze bianche e nere e si era fin da subito scolpito nella sua giovane mente, affascinata da quello che certamente, doveva essere stato un simbolo di qualcosa che i primi jedi avevano ritenuto abbastanza importante da volerlo tramandare alle generazioni successive incastonandolo direttamente nella dura pietra... La ragazza si ritrovò a sbadigliare sonoramente, una, due, tre volte.

Sapeva di avere ancora abbastanza energie per tentare di carpire qualche altro segreto da quella figura. Tuttavia la stanchezza cominciava a farsi sentire e ben presto si ritrovò preda di un sonno profondo.

 

...................................................

 

L’aria attorno a lei profumava di caf appena fatto. La sua mente era ancora annebbiata per la stanchezza.

Diversi pensieri l’avevano tenuta sveglia fino a tardi, tanto che non era nemmeno certa di essersi addormentata nella sua cuccetta. Probabilmente aveva finito col collassare sulla sua postazione nel centro di comando e Rose aveva pensato di portarle la colazione come gentilezza nei suoi confronti. La confusione durò un solo momento.

Nel momento stesso in cui si scostò i capelli corvini dal viso, Rey si rese conto che stava di nuovo avendo uno di quei sogni. Le piccole mani che avevano compiuto quel semplice movimento infatti non erano certamente le sue. Spalancò subito gli occhi, del tutto consapevole di non essere realmente sveglia. Il luogo che si ritrovò davanti le risultò immediatamente familiare sebbene non ci fosse mai stata. Non era un semplice sogno.

Rey aveva ormai imparato a riconoscere le visioni che la forza si divertiva a mostrarle. Perciò non si stupì affatto quando un droide con sette braccia meccaniche e l’aria piuttosto indaffarata piombò all’interno della stanza - la sua stanza - per ricordarle che “era tempo di lavarsi e cominciare la giornata con una buona dose di caf”.

Rey era abbastanza certa che ai bambini non fosse comunemente servito del caf, dato che, ormai per esperienza diretta, sapeva bene quanto quella bevanda potesse fare bene per riuscire ad allontanare un po’ la stanchezza e nel contempo nuocere alla distensione dei nervi. Tuttavia, per quanto bizzarra fosse la richiesta del droide, la ragazza si ritrovò a riflettere che c’erano cose peggiori che potevano capitarti di un droide balia con un sistema operativo da chef gourmet, il cui maggiore interesse era quello di serviti le migliori e più ricercate leccornie esistenti nella galassia. Rey sospirò.

Così era di nuovo quel sogno? Bene. Questo avrebbe potuto affrontarlo, si disse con una punta di amarezza, mentre scendeva rapidamente dal letto e infilava pazientemente le pantofole che il droide aveva già messo a sua disposizione. La morbidezza di tessuto non finiva mai di lasciarla a bocca aperta. Rey non aveva mai avuto niente di tanto frivolo né tantomeno così comodo. Per quanto il sogno si ripetesse ancora e ancora, lo stupore che provava a quel contatto non finiva mai di lasciarla a bocca aperta. “Avanti, non possiamo fare aspettare padron Solo ancora per molto.

Sai bene quanto detesti le attese” l’aveva infine apostrofata BX-778 con voce carica di ansia. “Già, non dirlo a me” borbottò allora Rey tra sé tentando di ignorare il peso crescente che sentiva formarsi nel proprio petto. Da quando aveva scoperto di poter ergere le proprie barriere mentali per tenere fuori Kylo Ren, i sogni come quello si erano fatti sempre più frequenti e la ragazza non ci aveva messo molto a riconoscerli per quello che erano. In fondo, non era la prima volta che la forza le mostrava qualcosa.

Rey sapeva che quella strana connessione tra loro doveva avere un significato. Snoke aveva detto di essere stato lui in persona ad unire le loro menti, tuttavia Rey era abbastanza certa lui avesse mentito. Snoke era sicuramente potente, ma lo era abbastanza da creare un legame indissolubile anche dopo la propria morte? Rey si ritrovò ancora una volta a pensare che quel legame doveva significare qualcosa di più e a desiderare di avere gli strumenti per comprenderne il funzionamento.

“Ehi…Ma guarda se non è il mio piccolo caccia stellare quello che vedo laggiù!” Rey sentì ad un tratto chiamare una voce maschile dalle note dolosamente familiari. Han Solo faceva ritorno capolino con la testa dentro la sua camera. Come sempre, a quella vista, le si formò un nodo in gola. Poi tutto avvenne come al rallentatore e le sue piccole braccia arano già avvinghiate attorno al collo di Han che sorrideva sornione fingendo di essere sopraffatto per lo sforzo di doverlo sollevare tra le braccia. Era sempre bizzarro il modo in cui le sue gambe prendevano vita senza che lei si mettesse a pensare di muoverle.

La scena si svolgeva semplicemente come da copione con lei come protagonista. Rey non sapeva dire se le emozioni provate in quel momento fossero un’eco di quelle di Ben oppure se fossero le sue. Il tenore dei sogni era comunque sempre lo stesso. Si trattava di ricordi. Non semplici frammenti, ma ricordi vividi, di quelli in cui l’esperienza che hai vissuto è talmente forte da lasciare per forza il segno. Quello che stava vivendo ora era uno dei suoi preferiti, uno che sebbene potesse essere considerato un momento felice la lasciava sempre con gli occhi pieni di lacrime. Ormai aveva perso il conto di tutte le volte in cui si era svegliata di soprassalto tra i singhiozzi. Quello era infatti il ricordo del giorno in cui Han gli aveva dato la sua prima lezione di volo.

Rey aveva percepito tutto. La leggera pressione delle dita di suo padre sulla schiena mentre lo esortava a non perdere la calma mentre tirava verso di sé la leva dei comandi, lo sguardo attento ma fiducioso che Han gli aveva lanciato con un luccichio negli occhi che non gli aveva mai visto prima. Ovviamente la nave che avevano pilotato assieme era il Millennium Falcon. Quando finalmente si svegliò, Rey sentiva ancora tra le dita il peso dei dadi dorati porta fortuna che suo padre gli aveva detto più e più volte di rimettere a posto nella cabina di pilotaggio.

Con la bocca secca e il respiro irregolare, la ragazza si tirò su, questa volta sulle sue vere gambe, per correre ad afferrare la fiaschetta con l’acqua che teneva appoggiata poco distante dal suo giaciglio di fortuna. Buttò giù tutto il suo contenuto finendo col perdere definitivamente il respiro e per un lungo istante fu come se i suoi polmoni si rifiutassero davvero di collaborare. Ma poi ecco che in men che non si dica stava tornando di nuovo a rilassarsi.

“Non angosciarti. Sono solo ricordi” si disse. “Non può comunque raggiungerti se lasci alte le tue difese. Stai andando bene” si ripeté come era solita fare per rassicurarsi. Ma in verità non sapeva se Kylo Ren fosse consapevole di quanto le stava succedendo, né tantomeno se prima o poi sarebbe riuscito ad aprire una breccia e ad arrivare a lei. Rey si affrettò a recuperare da terra uno degli antichi testi jedi caduto sul pavimento del piccolo alloggio. Doveva essersi addormentata mentre lo studiava, si disse mentre tentava di forzare lontano da sé lo spettro rappresentato da quell’ennesimo sogno. La prima volta che l’aveva sognato Rey si era svegliata ricoperta di sudore freddo dalla testa ai piedi e aveva dovuto scusarsi con Chewbecca inventando che probabilmente era stata male a causa del cibo stantio che aveva recuperato durante una delle loro ultime escursioni.

La verità era che si era dovuta rifugiare all’interno della turbodoccia del Falcon per mascherare i propri singhiozzi, sperando che venissero coperti dal rumore dell’acqua corrente. Quel suono era stranamente capace di calmarla, un po’ come una ninnananna ripetuta dalle note basse e sottili. In seguito era rimasta sveglia per almeno due giorni di fila, troppo preoccupata di rimettersi a dormire e ritrovarsi nuovamente a soffrire in quel modo per Han, con il cuore straziato e spaccato a metà. La seconda volta che aveva fatto quel particolare sogno era arrivata dopo diversi sogni dal tono decisamente più terrificante e angoscioso.

A quel punto Rey aveva quasi ringraziato di non doversi ritrovare a gridare di nuovo di dolore o paura tenendosi la testa fra le mani mentre sentiva il sapore del sangue ancora vivido nella propria bocca. La sua bocca…

La ragazza scosse la testa amareggiata, sperando di ricacciare indietro definitivamente quei pensieri. Non sapeva che cosa dovessero significare quei sogni, né tanto meno se per Kylo Ren fosse lo stesso, se anche lui stesse sperimentando cose successe a lei durante la sua spaventosa infanzia trascorsa su Jakku. La sola idea la faceva sentire vulnerabile, più di quanto avrebbe mai voluto ammettere. Rey era certa di una sola cosa: doveva trovare una soluzione e in fretta…

  
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