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Autore: heliodor    15/02/2020    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Facciamo sul serio
 
“Come avete fatto a procurarvi dei cavalli?” domandò Gladia mentre si lasciavano alle spalle la città e si gettavano tra le campagne e le colline attorno a Orfar.
Rossim, che cavalcava al suo fianco insieme a Belyen e altri due che non si erano presentati, fece spallucce. “Orfar è nota per la sua corruzione. Non è stato difficile comprare il silenzio delle guardie.”
“Ciò presuppone che abbiate qualcosa con cui pagarle.”
“Disponiamo di risorse appena sufficienti.”
“Risorse prese a chi?”
“Ai sudditi di Skeli” disse Rossim. “Dopo che loro hanno depredato Malinor per intere Lune. Hai qualcosa in contrario, inquisitrice?”
“Chiamami pure Gladia.”
Rossim sembrò soddisfatto e lei gli concesse quella piccola soddisfazione. In fondo era da sola in mezzo a quattro tra streghe e stregoni che dicevano di far parte del circolo di Malinor.
Il problema, pensò, è che non esiste più un circolo di Malinor, volendo credere a chi dice che la città è stata rasa al suolo. Quindi, stregoni senza un circolo che cosa sono, se non rinnegati?
“Posso almeno sapere dove stiamo andando?”
“Non è lontano” disse Rossim. “Ma dobbiamo fare il giro più lungo per non imbatterci in qualche pattuglia. Gli orfar non vogliono estranei da queste parti quando fanno i loro commerci.”
“Se pensate che resti a guardare mentre depredate una loro carovana…” iniziò a dire Gladia.
“Noi non deprediamo” disse Rossim. “Ci riprendiamo solo ciò che è nostro. Ma stai tranquilla, stanotte non accadrà niente del genere. Sei qui solo per osservare. E ascoltare.”
Proseguirono fino a una macchia di alberi dove Rossim ordinò di fermarsi. Gladia smontò insieme agli altri e si guardò attorno. La radura era immersa tra gli alberi-sentinella, invisibile a chi fosse giunto dalla strada.
“È un buon punto per appostarsi e tendere un agguato” disse con tono provocatorio.
Rossim digrignò i denti. “Ti ho già detto che non accadrà niente di simile stanotte.”
“E chi me lo garantisce?”
“Hai la mia parola.”
Come se contasse qualcosa, pensò Gladia.
“Arrivano” disse uno degli stregoni che li accompagnava.
“Ne sei sicuro?” chiese Belyen.
“Cinque cavalli, arrivano da oriente.”
“Come concordato” disse Rossim. “Ora vedrai con i tuoi occhi, Gladia di Taloras.”
Cinque cavalieri entrarono nella radura al trotto leggero. Quattro di essi erano disposti sui lati e quello in mezzo procedeva a testa bassa, col corpo rovesciato in avanti sulla sella.
Rossim andò loro incontro. “E gli altri?”
“Mer e Tariv sono caduti” disse uno dei cavalieri. “Gli altri si sono fatti inseguire per farci fuggire.”
“Il loro sacrificio non sarà dimenticato” disse Rossim con tono grave.
“Spero che ne sia valsa la pena” disse il cavaliere. “È quella lì, l’inquisitrice?” chiese facendo un cenno della testa verso di lei.
“Gladia di Taloras” disse Rossim. “E parlale con rispetto.”
“Se lo deve guadagnare, il mio rispetto.”
Il cavaliere balzò giù dalla sella e avanzò con passo sicuro verso Gladia.
“Lui è Jamar Gurreli” disse Rossim. “Primo Attendente sul campo di re Alion.”
Gladia lo studiò con calma. L’uomo era imponente e si muoveva con sicurezza. Indossava un’armatura a piastre di metallo brunito con al fianco una spada la cui punta sfiorava il terreno.
“Non sei uno stregone del circolo” disse Gladia.
“Ho mai detto di esserlo, inquisitrice?” disse Jamar.
“Sei tu che comandi questo gruppo?”
“Io comando ciò che resta dell’esercito di Malinor” disse Jamar. “Fino a che il re non tornerà tra di noi, ovviamente.”
“Re Alion è morto.”
Jamar sorrise. “Ne riparleremo dopo. Ora dobbiamo interrogare il prigioniero.”
Gladia guardò oltre la spalla dell’uomo e vide che gli altri cavalieri stano trascinando giù il tizio con la testa china.
A differenza degli altri non indossava armature o mantelli ma vestiti di foggia decente, non da uomo ricco o benestante, ma da chi non aveva problemi a farsi confezionare un buon abito.
“Chi è?” domandò avvicinandosi.
Jamar la seguì. “Tra poco scopriremo il suo nome.” Fece un cenno a uno dei soldati.
Questi afferrò la testa del prigioniero e la sollevò. I pochi capelli radi incorniciavano un viso scarno, dai tratti regolari e il naso ricurvo. L’uomo li guardò con occhi sbarrati.
“Chi siete? Che cosa volete da me? Perché avete…”
Jamar gli diede uno schiaffo.
Fu così veloce che Gladia nemmeno riuscì a vedere quando partì.
Mi ha colta di sorpresa, si disse. Pochi ci riescono. Chi è quest’uomo? E perché re Alion ha così fiducia in lui da averlo messo al comando del suo esercito?
Il prigioniero scosse la testa.
“Parlerai quando te lo ordinerò io” disse Jamar.
“Perché…” iniziò a dire il prigioniero.
Altro schiaffo, stavolta sull’altra guancia.
“Io non so…”
La mano di Jamar si mosse veloce, stavolta all’altezza dell’orecchio destro.
“Basta, basta” piagnucolò il prigioniero.
Jamar sollevò la mano e l’altro serrò le labbra.
“Ora ragioniamo. Come ti chiami?”
“Bento” disse il prigioniero.
“Per chi lavori, Bento?”
“Per Shefin e Satiya.”
“E chi sono?”
“Mercanti di Orfar.”
“Cosa commerciano?”
“Cereali. Verdure. Cose da mangiare.”
Jamar annuì grave. “E cosa ci facevi sulla strada occidentale a quest’ora?”
“Portavo un carico.”
“Dove?”
Bento esitò.
Jamar gli assestò uno schiaffo sulla gola.
Bento tossì e si lamentò per quasi un minuto.
“Dove?”
“Al mercato” disse Bento. “Dove vuoi che…”
Jamar lo colpì con un pugno sul naso. Gladia sentì il rumore delle ossa che si rompevano.
Non lo ha colpito così forte, si disse. O almeno così mi è sembrato. Chi è quest’uomo?
Bento tossì sangue e muco. “Mi hai rotto il naso” disse con voce biascicata. “Mi hai rotto il naso…”
“Rompo il naso a chiunque mi menta” disse Jamar. “Ti ripeto la domanda. Dove stavi andando con quel carico di cereali?”
Bento scosse la testa. “Io non so se…”
Jamar alzò il braccio.
“Aspetta, aspetta” disse il prigioniero. “Perché lo vuoi sapere?”
“Sono io che faccio le domande. Dove stavi andando con quel carico?”
“A Leren.”
“Leren?”
“È un villaggio a una ventina di miglia da qui” spiegò Banto.
“Perché stavi andando proprio lì?”
“Per vendere il carico.”
“A chi?”
Bento esitò.
Jamar stavolta fece scattare in avanti la gamba e lo colpì al mento con la punta dello stivale.
Il prigioniero volò all’indietro e svenne.
“Rimettetelo in piedi” ordinò Jamar ai cavalieri.
Questi sollevarono Bento e gli raddrizzarono la testa.
“Chiedo pietà” disse il prigioniero.
“Te la concederò quando la smetterai di mentirmi” disse Jamar. “A chi dovevi vendere quel carico di cereali?”
“Ascoltami…” iniziò a dire Bento.
La mano di Jamar scattò in avanti e gli afferrò la gola. L’uomo venne sollevato per aria senza alcuno sforzo. “Sto iniziando ad annoiarmi.”
Bento gorgogliò qualcosa di incomprensibile.
“Vuoi parlare? Adesso? È troppo tardi.”
“Jamar” disse Gladia.
L’uomo le scoccò una rapida occhiata.
“Mettilo giù.”
“Ti infastidisce la violenza, inquisitrice?” fece Jamar ironico. “Sono sicuro che hai visto molto di peggio.”
“Ho visto di peggio, non lo posso negare” ammise lei. “Ma non è mai servito a molto uccidere un prigioniero prima di ottenere le informazioni che cercavo.”
Jamar depose a terra Bento. “Come vuoi procedere?”
“Se tu mi spiegassi che cosa stai cercando di ottenere…”
“L’hai detto tu. Informazioni.”
“Su cosa?”
“Sui traffici di Skeli con l’orda di Persym.”
Quella era una novità anche per lei. “Che genere di traffici?”
Jamar fece un cenno ai cavalieri. “Toglietemelo dai piedi.”
I soldati trascinarono via Bento per le ascelle.
“Anche se giura di essere fedele all’alleanza, Skeli in realtà sostiene l’orda di Persym.”
“Che prove hai?” chiese Gladia.
“Prove?” fece Jamar divertito. “Che genere di prove puoi sperare di ottenere da gente come quel mercante? Hanno così paura di Skeli che si farebbero ammazzare piuttosto che confessare.”
“Forse perché non ha niente da confessare.”
“È più probabile che Skeli abbia minacciato di uccidere la sua famiglia per costringerlo al silenzio. La credi capace di tanto o no?”
La credo capace anche di peggio, pensò Gladia.
“Anche supponendo che sia vero, cosa ti assicura che Bento non sia un contrabbandiere e stia agendo per conto proprio?”
Jamar fece un altro cenno ai suoi cavalieri e questi si allontanarono. Quando tornarono, avevano un fagotto ciascuno.
Gladia temette che cosa vi fosse nascosto, ma i suoi timori scomparvero quando i cavalieri rovesciarono ai suoi piedi elmi e spade.
Lei li esaminò da vicino e riconobbe subito la corona a sei punte, uno dei simboli di Orfar. “A chi li avete presi?”
“Alla scorta del mercante” rispose Jamar. “Otto soldati e due mantelli. Se te lo stai chiedendo, sono tutti morti e sepolti. Non troverai alcuna traccia di loro, tranne quello che vedi.”
“Avete ucciso dei soldati…”
“Soldati di Orfar che scortavano un mercante che trafficava con l’orda di Persym. Per qualsiasi legge meritavano la morte da rinnegati che hanno subito.”
“Senza alcuna prova…”
“Prove, prove, prove” disse Jamar. “Vuoi una prova? Allora chiediti perché Orfar si proclama alleata di re Andew ed è ancora intatta, mentre Thera, Sisurak, Nazdur, Holovot e altre sono state rase al suolo. Chiunque abbia confermato la sua fedeltà all’alleanza è stato distrutto, annientato. Malinor è stata solo la prima a cadere. Vuoi altre prove, inquisitrice?”
Gladia rifletté per qualche istante sulla risposta da dargli. “Se fosse vero, dovrei accusare Skeli di essere una traditrice e una rinnegata?”
“Sarebbe il tuo dovere di inquisitrice, visto che la regina si è schierata con dei rinnegati.”
E un attimo dopo averla accusata sarò morta, pensò Gladia. Ma se non lo faccio, sono sua complice.
“Non posso formulare un’accusa senza delle prove” disse Gladia.
Mi serve tempo, pensò. Tempo per riflettere e cercare aiuto. Da sola non potrò fare altro che farmi uccidere.
“Vuoi una prova?” fece Rossim rompendo il suo silenzio. “Forse una c’è.” Guardò Jamar. “Dille dell’ultimo livello.”
Jamar si accigliò.
“Ultimo livello?” chiese Gladia.
“Rossim si riferisce a un livello sotto la fortezza di Skeli.”
“Ci sono due livelli.”
“Tre” la corresse lui. “Ce n’è un altro, ti diremo come arrivarci senza farti vedere, ma dovrai stare molto attenta. È sorvegliato e nessuno di noi è mai riuscito a entrarvi.”
“Come fate a sapere che esiste?”
“Abbiamo corrotto una guardia che vi è entrata una sola volta.”
“Cosa troverò?”
“La prova che chiedi” disse Jamar. “Quella che ti convincerà della colpevolezza di Skeli e del suo tradimento.”
Rossim le spiegò come arrivare al livello nascosto della fortezza. Poco prima di tornare a Orfar, si rivolse a Jamar per fargli un’ultima domanda. “Perché tanti sforzi per convincermi della colpevolezza di Skeli? Potreste agire da soli, senza il mio aiuto.”
“Il tuo aiuto ci servirà” disse Jamar. “Ma solo quando sarà il momento. Per allora, spero che tu abbia ben chiaro con chi ti dovrai schierare.”
“Quando arriverà questo momento?”
Jamar sorrise per la prima volta. “Presto, inquisitrice. Ormai non dovrebbe essere molto lontana.”

Prossimo Capitolo Lunedì 17 Febbraio

Nota
Provo a vedere se questo nuovo formato risulta più o meno leggibile del precedente. Se avete difficoltà, specie da smartphone o tablet, fatemelo sapere (anche in privato ;) )

 
  
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