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Autore: heliodor    19/02/2020    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Acqua passata
 
“Hai sbagliato a fidarti di lei” disse Marq sedendo sul giaciglio.
Bryce non sembrò infastidita dalla sua lamentela e si limitò a restare in piedi davanti all’ingresso della tenda. “Non dovresti parlare a voce così alta” disse. “Non sono sicura che Klarisa non ci faccia spiare.”
“E allora? Sa bene cosa penso di lei. Le ho detto come la penso.”
“E io ti ho salvato dalla morte. Klarisa voleva appenderti a un albero.”
“Tu glielo hai impedito?”
“Io e il fatto che su questo altopiano desolato gli alberi abbastanza robusti da reggere il peso di una persona scarseggiano” fece Bryce con tono ironico. “Sul serio, non sfidare la sua pazienza.”
“Non ho paura di lei, ma tu sembri intimorita.”
“Ha un esercito.”
“E questo ti spaventa? Tu sei la strega suprema o no?”
“Ho anche io dei limiti.”
Marq annuì. “Vorrei proprio conoscerli.”
“Vuoi sfidarmi, Occhi Blu?”
Lui sorrise. “Quando sarà il momento. Per ora restiamo alleati, se non ti spiace. E dimmi che cosa intendi fare con quella donna.”
Bryce incrociò le braccia sul petto e si sistemò una ciocca di capelli che le aveva coperto la spalla.
Marq non riuscì a non pensare che era una donna davvero bella. Sapeva che Marget di Valonde in gioventù era famosa per la sua avvenenza e anche re Andew era considerato un uomo dall’aspetto notevole. La loro unione non poteva che aver prodotto una figlia degna di loro.
Bryce di Valonde non era solo bella. Era anche letale quando usava i suoi poteri. Non ne era sicuro, ma sentiva che aveva ormai recuperato le forze.
Quando era ferita aveva avuto una possibilità di batterla, ora sarebbe stato molto più difficile misurarsi con lei. E sembrava migliorare di giorno in giorno. L’aveva spiata mentre si allenava e i suoi progressi erano impressionanti.
Le gravi ferite sembravano averla resa ancora più forte di prima. Klarisa doveva averlo capito e forse la temeva. A differenza di Bryce, la sua ferita l’aveva resa più debole e forse più rancorosa.
Quindi non meno pericolosa per noi, si disse.
Era certo che Klarisa non avesse buone intenzioni nei loro riguardi e che intendesse usarli per i suoi scopi.
“Questo è ovvio” disse Bryce quando la mise al corrente dei suoi sospetti. “Intende usare me o non staremmo andando a Orfar.”
“Vuole usarti per combattere contro Skeli?”
“Non credo” disse lei. “Sa bene che tra me e la regina i rapporti sono pessimi. Non avrebbe bisogno di costringermi a schierarmi contro di lei.”
Marq ci rifletté sopra, poi disse: “Allora vuole usarti come merce di scambio.”
Bryce sorrise. “Sei più intelligente di quanto pensassi.”
“Potrei offendermi.”
“Era un complimento.”
“A me non sembrava un complimento” protestò Marq.
“In ogni caso, tra due giorni lo scopriremo. Ormai siamo nel territorio di Orfar.”
“Cosa hai intenzione di fare?”
“Secondo te che cosa posso o dovrei fare?”
“Non lasciarti usare come merce di scambio” disse Marq. “A meno che non sia vantaggioso per noi.”
“Questo è quello che dovrei fare. Ma quello che posso fare?”
“Scoprire con chi o cosa vuole scambiarti potrebbe esserci utile.”
Bryce annuì. “Skeli deve avere qualcosa che le interessa. E che vuole.”
“Rifornimenti? L’esercito di Klarisa deve pur mangiare e bere.”
“Le campagne sono piene, il raccolto è stato buono” disse Bryce. “Solo con i saccheggi e le requisizioni potrebbe nutrire un’armata cinque volte più grande. No, Klarisa vuole altro. Qualcosa che si trova solo a Orfar e che Skeli custodisce.”
“Immagino che lo scopriremo una volta arrivati lì.”
“Speravo di scoprirlo prima.”
Marq si accigliò, poi trasse un profondo sospiro. “Vuoi mandare me in perlustrazione.”
“Sei molto intelligente, Occhi Blu. Ci avresti fatto comodo in questa guerra.”
“Ora che so che vuoi mandarmi incontro a una morte certa e orribile, le tue parole di adulazione hanno un altro sapore, strega dorata.”
“So che ti sto chiedendo molto.”
“Klarisa mi vuole morto. Se tentassi di andarmene, avrebbe una scusa più che valida per appendermi a un albero. Potrebbe accusarmi di essere una spia e di stare tornando da Skeli per informarla dei suoi movimenti.”
Bryce annuì. “È probabile.”
“E a Orfar non riceverei un’accoglienza migliore. Sono un rinnegato piuttosto famoso e difficilmente potrei sfuggire ai loro controlli, specie se cercassi di introdurmi nel palazzo reale.”
Bryce annuì di nuovo. “È esattamente quello che stavo per dire.”
“E nonostante questo, vuoi che vada?”
“Vedi un’altra possibilità, Occhi Blu? Dobbiamo sapere che cosa ha Skeli che interessa tanto a Klarisa.”
“E poi?”
“Poi valuteremo la situazione.”
“Intendi dire che vuoi impossessarti di quella cosa?”
“O di quella persona. Sì, proprio così. Sarebbe l’unico modo per controllare Klarisa e il suo esercito.”
“Per farne cosa?”
“Distruggere Orfar e uccidere Skeli, mi sembra ovvio.”
 
Marq non osò guardarsi indietro mentre galoppava nel buio, dirigendosi verso Orfar o una direzione a caso, in quel momento non avrebbe saputo dire quale delle due era corretta.
Mentre Bryce creava un diversivo, lui era balzato su uno dei cavalli dentro il recinto e l’aveva portato fuori.
Si erano mossi veloci, aiutati dal buio e dal fatto che l’attenzione dei soldati a guardia dei recinti fosse rivolta verso l’esterno e non l’interno.
I soldati più anziani si fidavano dei loro compagni d’armi e quelli giovani erano ancora inesperti.
Bryce aveva incendiato un paio di carri vuoti per attirare l’attenzione sulle fiamme mentre lui era scivolato tra le ombre e si era impossessato della cavalcatura.
E adesso si allontanava sempre più dal campo di malinoriani, diretto prima a occidente e poi a settentrione, dove contava di ritrovare la strada principale che divideva in due l’altopiano. Lungo quella via sorgeva Orfar.
Aveva con sé una sacca con viveri per tre giorni. L’acqua poteva trovarla nei fiumi che scorrevano da oriente verso il mare, non sarebbe stato un problema.
Alle prime luci dell’alba rallentò l’andatura permettendo al cavallo di riposare. Non c’erano boschi in quel tratto dell’altopiano ma le ampie fratture nel terreno erano un buon nascondiglio.
Ne scelse una per passarvi la giornata. Avrebbe cavalcato di notte per rendere difficile la vita agli inseguitori, anche se sperava che Klarisa ordinasse di lasciarlo andare.
Aveva concordato con Bryce una storia credibile da raccontarle. La principessa di Valonde avrebbe detto a Klarisa che Marq era irrequieto e non si sentiva sicuro al campo e che desiderava solo tornare dai suoi amici ribelli, al nord.
Che funzionasse o meno, non voleva correre rischi e per il momento avrebbe seguito la strada più sicura, viaggiando di notte e riposando di giorno.
All’alba del giorno seguente stava già percorrendo la via principale che divideva in due l’altopiano. Una volta aveva collegato Orfar a Malinor, ma ora che quest’ultima non esisteva più, doveva prendere come riferimento il suo prolungamento verso meridione.
Cosa c’è a sud di Malinor? Si domandò. Theroda? Istar? Luska? O forse devo spingermi a oriente, verso Mar Thasi, al confine col Mare di Fuoco?
Era ancora buio quando le prime fattorie sfilarono ai lati della strada. Vide poche finestre illuminate che l’aiutarono a mantenere la strada e sentirsi meno solo mentre attraversava quella zona.
Poco prima dell’alba trovò una fattoria col tetto crollato e decise di fermarsi. Legò il cavallo a un palo che spuntava dal terreno assicurandosi che non potesse liberarsi e che nessuno, passando di lì per caso, potesse scorgerlo.
Sistemata la sua cavalcatura si addentrò nella fattoria vera e propria. Anche se il tetto era crollato, restava in piedi più della metà dell’edificio, costruito con legno e mattoni come era usanza sull’altopiano.
Le stalle erano vuote e tutto quello che poteva essere preso era stato portato via o distrutto sul posto. Gli orfar dovevano aver fatto terra bruciata per rallentare l’orda, o forse era stata l’orda stessa. O chissà chi altri si era trovato a passare da quelle parti e aveva deciso che qualche stia e delle assi per contenere il bestiame potevano essere più utili a loro che a qualche contadino.
Si chiese che fine avessero fatto gli occupanti e sperò che se ne fossero andati via prima che la loro casa venisse distrutta. Non vedeva tombe né fosse o resti di cadaveri lì attorno, ma potevano essere morti nella fuga o portati altrove e uccisi. O forse erano ancora vivi e ripensavano con nostalgia alle loro vecchie vite.
Non importa, si disse. Come dicono nel continente antico, ormai è acqua passata. Solo ora comprendeva appieno il significato di quel modo di dire.
A Orvaurg avrebbero detto che ormai i fiori erano appassiti, ma il senso era sempre lo stesso. Il passato era passato e bisognava pensare al presente.
E ora aveva bisogno di un posto caldo, comodo e sicuro dove passare il resto della notte e se possibile con un tetto sulla testa.
O mezzo tetto considerando che l’altra metà era crollata.
L’ingresso era stato distrutto dal crollo, ma il focolare era stato risparmiato. Valutò se fosse il caso di accendere il fuoco per cucinare il cibo, ma decise di accontentarsi della carne secca che aveva rubato ai malinoriani.
Il pavimento era disseminato di detriti che gli occupanti, se erano ancora vivi quando erano andati via, non si erano curati di rimuovere. Un tavolo che una volta doveva aver visto una famiglia riunirsi per la cena, ora giaceva a pezzi in un angolo. I cocci di tazze e vasi erano sparsi dappertutto come se qualcuno si fosse divertito a frantumare quegli oggetti.
Sedette su una panca che era stata ricavata da un tronco e appoggiata alla parete. Una volta dovevano esserci dei cuscini o una imbottitura a rendere comoda la seduta, ma era sparita da tempo.
Nonostante ciò si lasciò cadere sulla panca, rilassando i muscoli delle gambe e della schiena. Anche se il legno era duro, lo preferiva alla terra. Avrebbe dormito lì e il giorno dopo si sarebbe rimesso in marcia, ma senza attendere la sera. Ormai era sicuro che nessuno lo stesse seguendo.
Usò la sacca come cuscino ma faticò a prendere sonno. L’ultimo pensiero fu per Brun, la cui sorte era incerta, e per Sibyl.
Ripensò alla prima volta che l’aveva incontrata, in mezzo alla devastazione di Theroda e alla strana impressione che gli aveva fatto, vederla lì, del tutto spaurita e fuori da ogni contesto, come se fosse apparsa dal nulla.
E forse dal nulla era apparsa, così come amava sparire e riapparire nella sua vita. L’aveva salvato da una morte certa, per due volte. La prima strappandolo dalle mani di Falgan e la seconda convincendo Mire e Bryce a lasciarlo libero quando aveva fatto davvero ben poco per aiutarli nella loro assurda caccia a Malag.
Ricordò che non l’aveva nemmeno ringraziata. Non ricordava le ultime parole che si erano detti, ma lei alla fine gli aveva rivelato il suo vero volto, che era quello che aveva visto la prima volta.
Chissà perché porta la maschera? Si domandò per l’ennesima volta. Deve avere un motivo più che valido se lo fa anche quando è tra amici. O alleati. Chissà se si è rivelata anche a Bryce e Vyncent, a cui sembra così legata secondo la principessa dorata. Lei sembra gelosa di questo legame.
Sorrise dentro di sé, ma poi pensò che anche lui era geloso del legame tra Sibyl e Vyncent. E Oren.
Per gli inferi, chi è Oren? Si chiese divertito. Devo chiederlo a Bryce non appena la rivedrò. Se la rivedrò. E se rivedrò la strega rossa.
Chissà dov’è ora, si disse, prima di essere vinto dal sonno.

Note
Per una volta concludo un capitolo senza il classico cliffhanger. Ma non temete, torneranno presto :)
Prossimo Capitolo Venerdì 21 Febbraio

 
  
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