Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: LorasWeasley    22/02/2020    4 recensioni
AU [FACE Family|FrUK|Accenni Dennor e Spamano]
"Si fissarono per interi secondi, scrutandosi fin nel profondo, poi Arthur sussurrò –Non sei costretto a stare qui.
-Lo so.
Due semplici parole che volevano dire moltissimo altro."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, FACE Family/New Continental Family, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
16.Recita

-Come mai le due pesti non sono qui a vedere il film con noi?- domandò Francis confuso sul perché i due bambini fossero chiusi nella loro stanza da quando era arrivato in casa loro.
Arthur si sedette al suo fianco, una ciotola di pop corn in una mano e il telecomando nell’altra.
Mise play al film su Netflix che si erano scelti e lasciò correre il telecomando sul tavolino basso di fronte a loro, poi, con la mano libera, coprì entrambi con la coperta in pile che aveva posizionato li vicino e si sistemò meglio contro il suo petto.
-Stanno ripetendo le loro battute e le canzoni della recita natalizia che faranno l’ultimo giorno di scuola. Non stanno facendo casino e sono chiusi in camera perché non vogliono che ci facciamo spoiler- spiegò infine.
-Mhmm- Francis ci pensò su, poi fece un sorrisetto malizioso non visto –Quindi pensi che resteranno chiusi li dentro per un altro po'?
-Sicuramente.
La mano del francese si intrufolò sotto la coperta e con lentezza arrivò al cavallo dei pantaloni dell’altro, che trattenne il fiato quando si rese conto cosa l’altro stava facendo.
-Francis…- provò ad ammonirlo in un sussurro.
-Sh…- la mano superò la barriera dei pantaloni dopo che riuscì a slacciare il bottone, entrando direttamente a contatto con la sua pelle bollente –Hai detto che non hanno intenzione di uscire da quella stanza e se anche dovessero venire sta la coperta a coprirci, non preoccuparti.
-Mhm…- Arthur aveva socchiuso gli occhi, la testa reclinata all’indietro poggiata contro la sua spalla, la bocca semiaperta.
Ogni buon proposito di vedere e seguire quel film era stato abbandonato.
Peccato che appena dieci minuti dopo, mentre Arthur ormai boccheggiava con il volto tutto rosso e voleva solo venire, Alfred e Matthew uscirono dalla stanza urlando a gran voce “daddyy”.
Arthur urlò isterico e fece volare in aria tutti i pop corn dalla ciotola che si sparsero in modo scomposto per la stanza.
-Daddy abbiamo fame!- insistette Alfred dopo essere entrato in stanza e aver guardato con curiosità tutto intorno.
Matthew continuò –Scusate, non volevamo disturbarvi durante le coccole.
E Arthur voleva solo morire in quel momento.
Come poteva alzarsi e far finta di nulla quando la sua faccia era tendente al viola e sotto quella coperta aveva i pantaloni aperti con un’evidente erezione tra le gambe?
Fu Francis a salvarlo alzandosi di scatto e sbattendo le mani felice –Volete che ve la prepari io una super merenda?
-AAAAAH SIIII- urlarono entrambi in coro correndo in cucina per precederlo.
-Con tanta cioccolata!- aggiunse Alfred.
-E lo sciroppo d’acero!- continuò Matthew.
Arthur si era portato un braccio a coprirsi gli occhi –Ti odio- borbottò.
Francis rise –Lo so, mi spiace, non volevo interrompermi a metà.
-Cretino!- era tornato a guardarlo –Non mi riferivo a quello!
Francis gli fece l’occhiolino –Ah no?- poi seguì i bambini in cucina.
Arthur si chiuse i pantaloni e scappò in bagno, prima di chiudersi la porta alle spalle sentì Alfred chiedere –Tu vieni alla nostra recita giovedì, vero Francis?
 
Così quel giovedì Arthur si ritrovò insieme a lui ad aspettare fuori dall’auditorium che la scuola aveva prenotato per le recite natalizie.
Arthur era poggiato contro il muro e sembrava nervoso, Francis era di fronte a lui con le mani in tasca.
-Ci fissano tutti- borbottò infine l’inglese distogliendo lo sguardo.
-Stai diventando paranoico Art- rispose Francis, poi abbassò anche lui lo sguardo e la voce –Mi dispiace se la mia presenza ti crea problemi, ma i tuoi figli hanno insistito così tanto che…
Arthur non lo lasciò concludere –Sono felice che tu sia qui, Francis.
Le porte dell’auditorium vennero aperte proprio in quel momento e i genitori furono invitati a entrare dentro.
I bambini erano già tutti sistemati nella parte rialzata, ognuno al suo posto, con le mani dietro la schiena, il cappellino natalizio in testa e il maglione rosso con un albero disegnato sopra.
La maestra aspettò che tutti prendessero posto, poi brevemente si presentò per chi non la conosceva, ringraziò tutti per essere venuti e si scusò anticipatamente se qualcosa sarebbe andata male lungo la recita, erano pur sempre bambini dell’asilo.
Le persone risero, fecero un applauso e lo spettacolo iniziò.
Partirono con la prima canzone natalizia cantata in coro.
Arthur rise vedendo la reazione dei suoi due bambini, erano così uguali nei tratti ma così diversi nel carattere.
C’era Alfred che cantava a squarciagola, le manie di protagonismo abbastanza evidenti.
Matthew era riservato, apriva a stento la bocca e non riusciva a guardare in faccia nessuno.
Francis si avvicinò al suo orecchio e sussurrò –Alfred diventerà uno di quei liceali popolari e famosi, lo sai si?
Arthur rise piano –Oh si, ovvio che lo so.
A gruppi di due o tre bambini dopo ogni canzone si avvicinavano alla maestra, prendevano il microfono che questa le porgeva e recitavano una frase natalizia che ognuno aveva imparato precedentemente.
Fu dopo la quarta canzone che venne il turno Alfred e Matthew.
Il primo prese per mano il fratello e se lo trascinò al centro, perché Matthew era così terrorizzato che non sarebbe riuscito a muoversi da solo.
Alfred fu il primo a prendere il microfono in mano e con una voce forte e squillante recitò –È Natale e tutti noi bambini vogliamo passarlo insieme alle nostre famiglie con tanta gioia e serenità.
Il pubblico gli fece un applauso e quando Alfred portò lo sguardo sul padre sorrise soddisfatto nel vedere Arthur sorridente che gli aveva appena alzato i pollici in su.
Poi passò il microfono al fratello.
Matthew iniziò a balbettare –Per… Perch…- ci provò davvero, ma quando si rese conto che c’erano tutte quelle persone che stavano guardando e ascoltando solo lui non riuscì più a dire nulla.
Lasciò andare il microfono e corse dal padre piangendo.
Arthur si alzò e lo raggiunse a metà strada, inginocchiandosi per prenderlo in braccio.
Qualcuno fece partire un applauso di incoraggiamento per quel piccolo bambino e Arthur sentì anche qualcuno sospirare degli “aaw”.
Rimase stupito di come le persone stavano reagendo, diversamente dai genitori che frequentavano l’altra scuola.
Ma non ebbe tempo di pensarci, in quel momento doveva consolare il bambino in lacrime che si stringeva tra le sue braccia.
-Matt, sssh, va tutto bene tesoro, non c’è nulla per cui piangere.
Matthew tirò su con il naso –Mi… mi guardano tutti, non voglio che mi guardino tutti.
Arthur sorrise accarezzandogli i capelli –Quindi non vuoi tornare li sopra?
Matthew scosse velocemente la testa.
-Sei sicuro? Ci hai messo tanto a imparare la tua frase e le canzoni, eri così felice…
Matthew continuò a scuotere la testa con paura, un nuovo singhiozzo gli uscì dalle labbra.
-Ok, ok, non voglio costringerti. Stai tranquillo e rilassati.
Si alzò con il bambino in braccio e guardò verso il gemello e la maestra al suo fianco, stavano ancora tutti aspettando che si evolvesse la situazione.
Arthur alzò le spalle e scosse la testa, facendogli capire che non c’era nulla da fare, poi fece un occhiolino ad Alfred.
E solo a quel punto il bambino recitò anche la frase del fratello.
Un nuovo applauso partì in onore di Alfred che lo accolse tutto con soddisfazione e quasi un’aria di superiorità.
Arthur si era riseduto al suo posto e mentre partiva una nuova canzone Francis si sporse verso di lui per accarezzare una guancia a Matthew ed eliminare le lacrime dal suo volto paffutello.
Poi si avvicinò all’orecchio di Arthur e in un sussurro a mala pena udibile continuò il discorso iniziato a inizio recita –Alfred dovrà anche proteggere suo fratello da tutti quelli che al liceo vorranno bullizzarlo semplicemente per il suo carattere.
Arthur aveva lo sguardo fissò sul bambino in questione.
-Penso che lo sappia già, dopo tutto quello che è successo… Lo sa. Non lo lascerà mai solo.
Passò un’altra mezz’ora prima che la recita finisse.
I bambini vennero lasciati liberi di tornare dai loro genitori e Alfred, per prima cosa, si accertò che il fratello stesse bene.
C’era confusione all’interno dell’auditorium così quando la madre e il padre di un altro bambino li raggiunsero per parlare con loro Arthur non se ne accorse subito, era troppo strano per lui un’eventualità del genere.
-Signor Kirkland?
Fu Francis a fargli capire che stava parlando con lui dandogli una gomitata.
-Si?- chiese incerto l’inglese già subito sulla difensiva.
-Salve, sono Elizabeta e lui è mio marito Roderich. Nostro figlio va nella stessa classe dei suoi bambini e sono anche la rappresentate dei genitori. Mi sono resa conto che ancora non mi ero presentata per bene e… non per farmi gli affari suoi, ma ho saputo quello che è successo nell’altra scuola, è osceno tutto questo. Può star certo che qui non succederà mai nulla di simile.
Arthur era senza parole, si aspettava di tutto tranne questo.
L’unica frase che riuscì a dire fu –Puoi chiamarmi Arthur.
La donna sorrise stringendo la sua mano, poi fissò Francis che aveva preso in braccio Matthew –Lui è il suo compagno?
Sia Arthur che Francis si imbarazzarono per quella frase, più Arthur che il francese e velocemente portò le mani in avanti e iniziò a negare –No, no, assolutamente! Lui è… lui…
La donna rise portandosi una mano davanti al viso –Non si preoccupi, non abbiamo alcun tipo di problema con le famiglie come le vostre. I vostri bambini sono bellissimi, penso che solo un ritardato non riuscirebbe a vedere il rapporto bellissimo che c’è tra voi e loro e tra loro due in particolare.
Arthur non sapeva davvero come rispondere, non ce ne fu bisogno, la donna ormai stava facendo tutto da sola, neanche suo marito parlava.
-Ti lascio il mio numero Arthur, per qualsiasi cosa non fatevi problemi a chiamare.
E quando si allontanarono, dopo aver salutato, Francis liberò la risata che stava trattenendo per educazione già da un po'.
-Bè? Qual è il problema?- domandò Arthur con le sopracciglia aggrottate mentre teneva per mano Alfred.
-Niente, semplicemente era strano che ancora non avessi un gruppo whatsapp dei genitori.
Arthur alzò gli occhi al cielo, ma sorrise anche lui.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: LorasWeasley