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Autore: LorasWeasley    14/03/2020    5 recensioni
AU [FACE Family|FrUK|Accenni Dennor e Spamano]
"Si fissarono per interi secondi, scrutandosi fin nel profondo, poi Arthur sussurrò –Non sei costretto a stare qui.
-Lo so.
Due semplici parole che volevano dire moltissimo altro."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, FACE Family/New Continental Family, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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19.La magia del Natale

Quella mattina Arthur si svegliò presto.
Avrebbe dormito ancora se non fosse stato per qualcosa di duro che gli stava premendo sulla guancia.
Quando aprì gli occhi dopo un lungo sbadiglio, si rese conto che quella cosa fastidiosa che aveva in faccia era semplicemente il piede di Alfred.
Il bambino, durante la notte, si era mosso così tanto che si era girato di 180°.
Arthur si chiese come stesse respirando con la testa sotto le coperte, ma non si fece troppe domande quando vide il suo stomaco che si alzava e abbassava senza problemi.
Francis dormiva con un braccio fuori dal letto e il volto girato, Matthew era rimasto fermo nella sua posizione, attaccato al suo petto.
Era la vigilia di Natale.
Decise di non alzarsi, si sistemò meglio, cercò di far tornare Alfred a una posizione normale e rimase sotto le coperte.
Si stava per riaddormentare quando sentì Matthew muoversi, lo vide girarsi verso di lui, le sue palpebre tremarono piano prima di aprirsi mostrando i suoi occhi assonnati.
-Ehy- mormorò sorridendogli.
Matthew gattonò sopra il cuscino per evitare di calpestare il fratello e raggiunse il padre, gli mise le mani intorno al viso e sorrise dolce –Good morning Daddy.
Arthur sorrise stringendoselo contro –Good morning Darling.
Anche Alfred si svegliò disturbato da quei movimenti così vicini e da quelle voci sussurrate.
Studiò un po' la situazione poi sorrise birichino e si lanciò addosso al padre e al fratello facendoli ridere e urlare a gran voce.
Francis non aveva il sonno leggero, ma dopo tutto quel trambusto si svegliò anche lui.
Sorrise nel vedere Arthur soffocato da quelle due pesti e girandosi di lato, poggiando la testa sul braccio piegato, chiese con il sorriso in volto –Ma fate tutto questo casino già di prima mattina?
Allungò la mano e strizzò il fianco di Alfred facendogli il solletico, questo urlò e per riflesso involontario piantò un calcio nello stomaco di Arthur.
Risero ancora di più.
Era un’atmosfera bella, intima, dolce. Come di quelle che solitamente le si trovano in un film, magari con una bella colonna sonora di sotto.
Poi Matthew disse quella frase che portò subito il silenzio.
Gattonò verso l’altro uomo ormai sveglio, gli baciò la guancia e, come aveva fatto con il padre, disse –Buonjour Papa.
Arthur si bloccò di colpo, sentì il gelo che lo invadeva.
Si mise seduto così di scatto che Alfred rotolò dal suo stomaco per finire al centro del letto.
-Cosa hai detto, Matthew?- sussurrò pianissimo, sicuro di aver sentito bene.
Fu Alfred a rispondere come se fosse tutto normale –Francis ci ha insegnato qualche parola nella sua lingua e con Matt pensavamo che se lo chiamiamo daddy come te poi ci confondiamo, invece con papa viene meglio a tutti, tanto è la stessa cosa, no?
Arthur non aveva idea di come si stesse sentendo in quel momento, non capiva cosa provava, cosa fosse quel peso che si sentiva nello stomaco.
Reagì senza pensarci quando si alzò di scatto e urlò furioso –NON DOVETE CHIAMARLO COSÌ! LUI NON È VOSTRO PADRE!
A Matthew si riempirono gli occhi di lacrime e il suo labbro iniziò a tremare per essere stato sgridato in quel modo, Alfred strinse i pugni lungo i fianchi e gonfiò le guancie diventando tutto rosso.
-Arthur…- provò a intervenire Francis cercando di portare l’attenzione su di lui dopo che aveva visto quanto i bambini si fossero spaventati.
-TU STAI ZITTO! È TUTTA COLPA TUA! È SEMPRE TUTTA COLPA TUA! PERCHÈ FAI SEMPRE COSÌ!?
Francis non capiva di cosa stesse parlando, non aveva di certo detto lui ai due gemelli di chiamarlo in quel modo e poi che voleva dire “fai sempre così”?
-Com’è che faccio?- si era alzato anche lui dal letto, Arthur stava camminando nervosamente, le mani a scompigliarsi quei capelli già scompigliati dalla dormita.
-Questo!- e indicò tutto intorno a sé come se fosse un qualcosa di concreto –Ti prendi i cuori delle persone come se fossero giocattoli per poi buttarli quando ti stufi? È una specie di scommessa? Far affezionare più persone possibili per poi andartene via?
Francis spalancò gli occhi mormorando –Per tutti questi mesi hai solo pensato a questo?
-A cos’altro avrei dovuto pensare!? Due anni Francis, siamo stati insieme per due fottuti anni, ogni singolo giorno! E tu te ne sei andato come se niente ci fosse mai stato! Ti sei preso il mio cuore per divertimento e l’hai calpestato quando ti sei stufato. Ma non ti permetterò di fare lo stesso con i miei bambini! Non ti permetterò di deluderli quando un giorno ti stancherai e te ne andrai da quella porta.
Francis, per una delle poche volte in vita sua, si trovava senza parole.
-Tu eri… innamorato di me?
Arthur rise, una risata amara –Fuck you Francis, come se non l’avessi mai capito! Ti vanti tanto di essere nato nel paese dell’amore e poi non riesci a renderti conto di una cosa così ovvia?
Scese il silenzio per diversi secondi, poi Francis sussurrò –Ma tu non mi hai chiesto di restare.
Arthur spalancò gli occhi –Cosa?
-Hai semplicemente detto “okay”. Non mi hai chiesto di restare.
-Cosa volevi che mi abbassassi a tanto? Che sarei arrivato a pregarti quando già avevi fatto le valigie e avevi il biglietto il mano? Perché hai avuto la decenza di dirmelo solo il giorno prima!
Francis non sapeva che dire, respirava velocemente, gli occhi spalancati.
Arthur continuò –Ti voglio fuori da casa mia, vattene. E questa volta non tornare. Ti ho fatto rientrare nella mia vita perché ero preparato a questo momento, ma che tu faccia soffrire i miei bambini non lo accetto.
Francis si sentì deluso a quelle parole, tutto quello che avevano ricostruito in quei mesi per Arthur era solo una bugia.
Lui non immaginava un futuro, lui era sempre proiettato al momento in cui se ne sarebbe andato.
Era amareggiato e senza pensarci due volte iniziò a vestirsi velocemente sotto lo sguardo disperato dei due bambini e si avviò fuori da li.
Non appena era uscito dalla camera, Arthur si era lasciato cadere sul letto, le mani sul volto per nascondere le lacrime.
-Daddy…- Matthew lo abbracciò stringendosi alla sua schiena, aveva la voce più bassa del solito velata di tristezza e pentimento.
Arthur avrebbe voluto dirgli che non era colpa sua, che non ce l’aveva con lui per quello che aveva detto e che gli dispiaceva per avergli urlato contro, ma non una parola riuscì a uscire dalla sua bocca, perché se l’avesse fatto era certo che sarebbe crollato.
Erano così presi da quella scena che nessuno si rese conto che la porta d’ingresso non era stata aperta.
E quando qualche minuto dopo Francis li raggiunse di nuovo, a passo veloce e con sguardo deciso tutti sussultarono per la paura.
Alfred urlò –Sei tornato!- con un misto di rabbia e ammirazione.
Francis afferrò Arthur per la maglia con la quale dormiva e lo costrinse a mettersi in piedi.
-Ho capito qual è il tuo gioco Arthur e non funzionerà! Vuoi dimostrare il tuo filmino mentale sull’abbandonarvi mandandomi via di casa? Col cavolo. Non me ne sono mai voluto andare, mai. Non è stata una mia decisione, dovevo tornare per questioni familiari. Ma se solo tu avessi fatto un cenno, un mugolio, una qualsiasi cosa che mi avesse fatto capire che non volevi che me ne andassi, dio Arthur, ti avrei anche portato con me.
Erano quasi alla stessa altezza, l’inglese era così stupito che aveva la bocca socchiusa, gli occhi verdi contornati di rosso lo fissavano senza capire.
-Secondo te perché, nonostante dicevamo di non avere una relazione esclusiva, io non mi facessi altri ragazzi? Sono sempre stato innamorato di te. Sempre. Ma mi odiavi così tanto che non potevo dirtelo e rischiare di perderti.
Arthur gli afferrò la camicia quasi con disperazione –Sono stato malissimo quando te ne sei andato. Non voglio più provare tutto quel dolore.
-Neanche io. E farò di tutto per proteggerti, per proteggere Alfred e Matthew. Perché siete diventati la cosa più importante della mia vita. E puoi anche continuare a cacciarmi, non me ne andrò.
Una nuova lacrima riuscì a sfuggire al controllo dell’inglese, scendendo lentamente lungo la sua guancia, solo quando questa si infranse a terra parlò –Hai ancora le chiavi di casa mia?
Francis annuì lentamente, aveva paura che potesse chiedergliele indietro e buttarlo fuori di casa.
Arthur annuì a sua volta, distolse lo sguardo mentre concludeva –Forse è arrivato il momento di trasferirti qui ufficialmente, che dici?
Alfred e Matthew urlarono di gioia iniziando a saltare sul letto, avevano seguito tutta la conversazione concentrati, ogni traccia di tristezza sparita dai loro visi.
Francis rimase stupito per i primi secondi, poi sorrise e afferrandogli il viso con entrambe le mani si affrettò a baciarlo con passione, non prima di avergli sussurrato sulle labbra –Je t’aime, mon amour.
Vennero interrotti dai due gemelli quando questi, sentendosi troppo esclusi, saltarono giù dal letto e cercarono di intromettersi tra i due uomini, arrampicandosi sui loro corpi.
Arthur rise prendendo in braccio Alfred, Francis fece lo stesso con Matthew.
-Ora è il nostro Papa?- chiese Alfred per avere conferma.
Arthur si imbarazzò –Siete voi a dover decidere, se credete che siamo una… famiglia, si. Potete chiamarlo come volete.
Alfred sorrise soddisfatto, poi arrivò al punto –Quindi adesso può cucinarci solo lui le cose da mangiare?
Arthur corrugò la fronte e Francis scoppiò a ridere –Stavano aspettando solo questo praticamente.
Matthew intervenne –Tranquillo daddy, tu sei bravo in altre cose…
Arthur corrugò ancora di più la fronte –Tipo?- chiese scettico.
-Sei bravo a litigare con le mamme cattive.
Arthur divenne quasi viola e Francis stava piangendo per le troppe risate.
Poi Matthew intervenne –Sono felice della nostra famiglia- sorrise dolce –Questa è la magia del Natale.
E Arthur capì di voler passare il resto della sua vita in quel modo, provando la gioia che stava provando esattamente in quel momento.
Strinse entrambi i suoi bambini al petto e nascose il viso sul petto di Francis facendosi abbracciare a sua volta.
Sapeva che ci sarebbero stati litigi, che con Francis avrebbe litigato come minimo una volta al giorno e che Matthew e Alfred avrebbero continuato a farlo esasperare, peggiorando crescendo con l’età.
Ma il ricordo di quel momento, la felicità di quel preciso istante l’avrebbe fatto andare avanti aiutandolo giorno dopo giorno.
Perché per quanto l’esasperazione e le litigate l’avrebbero fatto impazzire, perdere quello che aveva finalmente trovato era una cosa che non riusciva neanche lontanamente a concepire.

[Fine]

 


_______________________________________________________
Ciao!
Ed eccoci qui anche alla fine di questa storia (oddio, ho detto già troppe volte questa cosa e ogni volta è una tristezza infinita).
Spero che le avventure di Francis, Arthur, Matthew e Alfred vi siano piaciute, ormai mancava praticamente la loro consapevolezza nella relazione che hanno da tipo quando andavano al liceo e la discussione su quello che era successo, perché Arthur doveva togliersi quel peso dallo stomaco.
Vorrei specificare che si, sembra un controsenso come nello scorso capitolo alla fine Arthur abbia pensato di volere quella famiglia che aveva sul letto, mentre qui appena Matthew chiama Francis "papa" esplode in quel modo, ma secondo me ci sta perchè la notte prima era assonnato (come aveva fatto presente a Francis prima di andare a letto), mentre appena si sveglia e si rende davvero conto della situazione tutte le sue paure vengono a galla. Considerando poi il suo comportamento mi sembra anche normale ahahah, voi che ne pensate?
Spero comunque che tutta la storia in generale vi sia piaciuta e spero anche che continuerete a seguirmi!
Con il fatto che siamo in quarantena senza poter fare nulla sto scrivendo un sacco di roba nuova, quindi se vi va già dalla prossima settimana mi trovate sempre sul mio profilo con una nuova storia di loro (o altre ship del fandom).
Un bacio, spero che stiate bene e grazie ancora di essere arrivati fino a qui!
Deh
  
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