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Autore: Star_of_vespers    19/03/2020    1 recensioni
Adesso che siamo tutti dentro casa un sorriso dobbiamo cercalo in ogni angolo, io spero che questa mia idea possa farvi sorridere. Dal testo:
Andrà tutto bene di Star_of_vespers
-Essere italiani significa essere così positivi?!- era incuriosito da quella deliziosa dottoressa. Continuava a stringerle le mani, osservando quei suoi bei occhioni.
-Si si… noi italiani vediamo sempre il bello nelle cose, sempre…- sorrise al ragazzo stringendo la sua mano... -Noi italiani non ci arrendiamo mai!-
Un vento tiepido d'amore di Golden locks:
Si ritrovò in un bel paesino di mare, e presto lesse su un cartello che si chiamava Cefalù.
“Ciao Matty, ben svegliato.”
Matt non rispose a voce, ma rispose ai suoi baci quando le labbra di Mello si posarono sulle sue.
Ringrazio chiunque voglia aderire... aspetto le vostre os e i vostri commenti.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: L, Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un vento tiepido d'amore



 

Matt guardò l'orizzonte, incantato dalla bellissima vista del mare davanti ai suoi occhi e respirando a pieni polmoni il profumo del mare.

Si girò a guardare Mello. Anche lui guardava il mare, sorridendo rasserenato da quel meraviglioso panorama, nella sua solita posa composta ed elegante: gambe divaricate e gomiti poggiati sulla spalliera.

Erano seduti su una panchina sul lungomare di Trieste. Era quasi il tramonto e le nuvole cominciavano a tingersi di rosa.

“Perché hai insistito tanto per venire qui Mels?”

Mello allargò il suo sorriso e prese la mano di Matt.

“Per due motivi. Il primo è che tra poco, Matty, dovremo partire.”

Matt si girò a guardarlo di scatto.

“Partire?”

“Sì. Dobbiamo andare in America.”

Matt aprì leggermente la bocca per lo stupore.

“Ma...”

“Perché è solo lì che posso realizzare il mio piano, capisci? Non potevo farlo dopo.”

Matt arricciò le labbra e tornò a guardare il mare. Certo che capiva.

“E il secondo?”

“Il secondo è che mia madre era slovena e, quando vivevamo ancora in Germania, qualche estate mi ha portato qui in vacanza quando ero piccolo. Non ricordo bene, ma l'ultima volta che ci venni me la ricordo meglio. Era bellissimo. Mi portava qui perché lei veniva da un paese non molto lontano da qua, e a sua volta ci veniva da piccola.”

Matt strinse la mano di Mello forte. Non era facile che si aprissero parlare del loro passato, ma in quel momento Mello lo stava facendo con naturalezza e Matt si sentì fortunato ad essergli vicino.

“Per questo ti ho voluto portare qui. Volevo che vedessi almeno uno dei posti in cui sono stato da piccolo, oltre alla Wammy's. Un posto felice. Volevo starci un po' con te.”

Matt si sporse verso Mello e lo abbracciò stretto.

“Grazie.” gli sussurrò da dietro la spalla.

Si staccò dall'abbraccio per guardare Mello negli occhi. Il suo sguardo trasmetteva felicità, e Matt pensò che era così bello e contagioso che avrebbe trasmesso felicità a chiunque l'avesse guardato, non solo a lui. Ma intanto, era lui a goderne e a sentirsi felice.

Mello gli poggiò una mano sui capelli, si avvicinò e lo baciò dolcemente sulle labbra. Fu un instante intenso in cui entrambi si persero.

Quando le loro labbra si divisero, Matt inclinò la testa da un lato, guardò di nuovo Mello e poi di nuovo il mare. Si accarezzò il mento, e poi, sempre guardando il mare, si alzò e disse:

“Sai Mels, questo posto è una figata. Ma visto che tra poco dovremo andarcene e partire, ho avuto un'idea.”

Mello lo guardò incuriosito.

“Cioè?”

“Beh, siamo in uno dei paesi più belli del mondo, no? Quindi non mi lascerò sfuggire l'occasione. Non so se ci ricapiterà più di tornare qui. Voglio fare una cosa con te. ”

“Cosa?” chiese Mello alzandosi anche lui, sempre più impaziente di sapere.

Matt lo prese per mano e lo condusse verso la macchina che avevano noleggiato con i loro documenti falsi. Arrivati alla vettura Matt fece appoggiare Mello contro la portiera chiusa del guidatore e gli si mise davanti.

“Voglio scendere giù” disse Matt suadente, facendo camminare l'indice e il pollice sul petto di Mello verso la sua pancia, “giù...” le due dita arrivarono fino all'ombelico, “...e ancora giù.”

Mello seguì la sua mano con lo sguardo e la bloccò, poi alzò il viso, lo guardò estasiato e gli brillarono gli occhi.

“Vuoi fare un viaggio fino al sud?”

“Ovvio che sì.”

Mello lo baciò.

“Ti adoro. Con te andrei in capo al mondo.”

Matt gli posò le mani sui fianchi. “Sarà sempre tutto bene finchè restiamo uniti. Entriamo dai” gli disse, e aprì la portiera.

“No no, non se ne parla. Guido io!”

“Mels, non fare il coglione, guido io, l'idea è mia.”

Mello strinse gli occhi, come a sfidarlo.

“Tu devi solo rilassarti e goderti il viaggio. Se mi stancherò allora faremo cambio. Ok?”

Mello non poté resistere al sorriso che Matt gli rivolse, quel bastardo sapeva sempre come farlo cedere.

“E va bene.”

Entrarono in auto e Matt mise in moto a partì.

“Visto che tu mi hai raccontato quell'episodio di te, te ne racconto anch'io uno di me.”

Mello fece un lieve sorriso. Gli sembrò che l'abitacolo di quell'auto fosse il posto più bello del mondo, la sua casa. Lì con Matt, tutto era casa.

“Ti ho raccontato che quando ero piccolo vivevo in una roulotte e che c'era un signore che mi ha insegnato a leggere e a scrivere, ricordi?”

“Certo che ricordo Matty, che domande fai? È quello che ti ha trovato per strada a ti ha portato...da me...”

Matt sorrise a quel “da me”.

“Sì, esatto. Allora, questo tipo voleva che studiassi, e lui aveva un sacco di libri, mi insegnò l'alfabeto e poi ogni tanto mi faceva leggere qualcosa dai suoi libri. Ma nella sua roulotte c'era un poster, una cosa bellissima.”

Matt ingranò la quarta.

“Era l'immagine di una spiaggia stupenda, non come quelle che abbiamo in Inghilterra, una più bella. Gli chiesi che posto fosse e lui mi disse che era un posto nel sud Italia dove era stato anni prima e che il poster lo aveva preso lì. C'erano anche delle scritte sopra, ma erano in italiano e io non le capivo, e forse neanche lui.

“Quindi stiamo andando lì?”

“In realtà non ricordo come si chiamasse quel posto, ma sono sicuro che lì è tutto bello.”

Mello rise. “Ok, andiamo a vedere cosa troviamo.”

Matt mise la musica e continuò a fare strada. E guidò per diverse ore.

Arrivato al punto in cui non ce la faceva più poiché aveva guidato tutta la notte mentre Mello dormiva profondamente con la testa appoggiata allo sportello. Matt ripensò a quel “guido io!” che il suo ragazzo gli aveva detto con tanta convinzione e sbuffò.

“Guido io, come no. Guarda come se la dorme beato.

Si accostò a un marciapiede e si fermò. Non aveva idea di dove fosse. Il silenzio avvolgeva la notte, quieta e misteriosa. La strada era illuminata dalla luce arancione dei lampioni, l’aria era mite e dolce.

“Mels.”

Lo scosse leggermente da una spalla. Niente, Mello era completamente immerso nel mondo dei sogni. Lo scosse di nuovo, più forte stavolta.

“MELS!”

Mello sussultò e aprì gli occhi.

“Mnh, cosa c'è??” disse alzando la testa, confuso.

“Sono stanco.”

“Ok, bravo.”

“No Mels, non hai capito, ora tocca a me dormire. Devi guidare tu.”

“Eh? Ma io sto dormendo.”

Si appoggiò nuovamente allo sportello, per riabbandonarsi tra le braccia dell'unico a cui voleva concedersi quella notte: Morfeo.

Matt uscì dalla macchina, rapidamente andò ad aprire la portiera del lato passeggero e afferrò un braccio di Mello, tirandolo con forza.

 

“Matt! Sei un animale!”

“Non rompere e sta zitto. È notte, vuoi svegliare tutti?"

"Ma tutti chi?"

"Che ne so, quelli che vivono qui."

Mello scese dall'auto più scazzato che mai e si stiracchiò. Si guardò intorno e poi guardò Matt stropicciandosi un occhio.

"Va bene, fammi svegliare e guido, ok?"

"Ok, principessa."

E detto ciò, ebbe il tempo di schivare un calcio agli stinchi.

"Non ricominciare con la storia della principessa o giuro che ti possiedo qui, per strada."

"Si sì, ok." disse Matt scuotendo la testa.

"Almeno sai dove siamo?"

"No."

"Matt, ma come sarebbe no?"

"Ti giuro che non ne ho idea. Credo che siamo in una regione che si chiama Calabria."

Mello alzò gli occhi al cielo.

"Matt, avresti dovuto stare attento a lezione di geografia. Non so come hai fatto a guidare fin qua in un'unica tirata, ma siamo già al sud."

"Ah ok. Ma non siamo ancora arrivati. Io voglio andare in Sicilia."

"Ok." disse Mello scrollando le spalle. Diede un'altra occhiata in giro.

"Hey Matty, guarda c'è qualcuno. Voglio chiedere come si chiama questo posto."

Mello prese dall'interno del portaoggetti dell'auto la cartina dell'italia che aveva comprato qualche giorno prima, fece una piccola corsa e si avvicinò al signore stava passando, probabilmente per andare al lavoro molto presto. Dopo due-tre minuti tornò, con in viso un'espressione piuttosto contrariata.

"Allora? Hai scoperto dove siamo?"

"No, lui mi non capiva e io non capivo lui."

Matt fece un sorriso sghembo. "Bravo Mels. Complimenti."

"Cretino, guarda che so che siamo in paesino vicino a una città che si chiama Reggio Calabria e comunque ho capito dove dobbiamo andare. Gli ho detto 'Sicilia' e lui me lo ha indicato sulla cartina."

"Ah perfetto. Allora andiamo, non perdiamo tempo."

Entrarono nuovamente nella macchina stavolta a posti invertiti.

Matt si addormentò in meno di un minuto e Mello guidò fino al porto. Arrivò fino alla punta estrema della Calabria e imbarcò la nave sul traghetto. Matt aveva bisogno di dormire e non volle svegliarlo, ma lui era curioso e uscì, andò sul ponte della nave e si godette quel panorama magnifico: era l'alba, il cielo si era rischiarato e la punta della nave solcava le acque dello stretto rendendole di un intenso color smeraldo con sfumature più chiare che si fondevano con il bianco della schiuma che la nave produceva scontrandosi con l'acqua al suo passaggio. Mello, che non era mai stato su una nave prima di allora, comprese il significato delle parole “verde acqua” e restò a fissare l'acqua dai colori cangianti per un po'. I gabbiani volavano in cielo urlandosi chissà cosa e l'aria era così fresca e salutare che Mello si sentì rigenerato. Era un peccato che Matt se lo stesse perdendo, ma Mello si ripromise di farglielo vedere al ritorno. Sì, al ritorno se lo sarebbero goduto insieme, mano nella mano.

Quando la traversata finì, Mello tornò in macchina, si perse incantato a guardare i treni che come la loro auto volevano giungere sull'isola e, trovata la macchina, si rimise al posto di guida, diede una carezza con le mani salmastre ai capelli di Matt ancora addormentato, e appena uscito dal traghetto riprese a guidare.

Dopo un paio d'ore di guida, ringraziò il cielo per essere capitati in Sicilia in primavera e non in estate, dato che la temperatura, sotto il sole a picco, si era fatta rovente. Stremato dal caldo asfissiante, ben diverso dal fresco che avevano lasciato a Trieste, prese uno svincolo qualunque e seguì il mare. Da qualche parte sarebbe arrivato.

Si ritrovò in un bel paesino di mare, e presto lesse su un cartello che si chiamava Cefalù. Parcheggiò l'auto, si avvicinò a Matt e gli riempì il viso di baci.

“Ciao Matty, ben svegliato.”

Matt non rispose a voce, ma rispose ai suoi baci quando le labbra di Mello si posarono sulle sue. Non era male come risveglio. Il suo primo istinto fu afferrare Mello dai fianchi, com'era solito fare, e spupazzarlo. Mello rispose con una dolce risata.

“Siamo arrivati?”

“E chi lo sa? Ma credo che qui ti piacerà.”

Dopo qualche minuto passato a baciarsi in macchina, scesero e si avviarono verso la spiaggia. Tolsero le scarpe e si incamminarono sulla sabbia fino a riva.

Restarono a guardare la bellezza di quel posto, ad ascoltare il mare che si infrangeva contro le rocce, ad osservare le onde pigre che si dissolvevano lente sul bagnasciuga e poi si sorrisero di nuovo a vicenda.

“Allora, ne valeva la pena?” chiese Matt.

“Direi di sì.”

Trascorsero la giornata a giocare in spiaggia e in acqua, facendo il bagno in biancheria intima, mangiarono e quando calò la sera trovarono un angolino deserto, vicino al mare, in cui poter stare da soli.

“Matty...” sussurrò Mello facendo entrare la sua mano sotto la maglietta a righe del compagno, “...non credi che ci meritiamo una ricompensa?”

“Per cosa...” chiese piano, mordendogli lievemente la pelle candida della curva tra la spalla e il collo.

“Per...ah...” sospirò, mentre la mano di Matt si insinuava dentro i suoi pantaloni “...essere giunti fin qui...”

“Mi pare un'ottima scusa...” rispose Matt prima di baciarlo con ardore.

Non fu mai così bello come quella notte fare l'amore, fare l'amore in riva al mare sotto le stelle.




 

In un mondo che

Non ci vuole più

Il mio canto libero sei tu

E l'immensità

Si apre intorno a noi

Al di là del limite

Degli occhi tuoi

Nasce il sentimento

Nasce in mezzo al pianto

E s'innalza altissimo e va

E vola sulle accuse della gente

A tutti i suoi retaggi indifferente

Sorretto da un anelito d'amore

Di vero amore

In un mondo che

Prigioniero è

Respiriamo liberi, io e te

E la verità

Si offre nuda a noi

E limpida è l'immagine

Ormai

Nuove sensazioni

Giovani emozioni

Si esprimono purissime

In noi

La veste dei fantasmi del passato

Cadendo lascia il quadro immacolato

E s'alza un vento tiepido d'amore

Di vero amore

E riscopro te

Dolce compagna che

Non sai domandare ma sai

Che ovunque andrai

Al fianco tuo mi avrai

Se tu lo vuoi.

(Il mio canto libero, Battisti, Mogol)



 

Nota dell’autrice:

Ciao a tutti, sono Golden Locks!  ebbene sì, dall’account di Star of Vesper, sono anche qui eheheh

Questa one shot si ricollega all’infanzia di Mello e Matt narrate nella mia raccolta “Inter sidera versor” e vuole essere un omaggio senza pretese alla bellezza dell’Italia e vuole  ricordare che, finché si resta uniti, andrà tutto bene. Aspettiamo anche le vostre OS e i vostri commenti! 

 
   
 
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