Film > Re Leone
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Autore: PaikeApirana    22/03/2020    1 recensioni
Durante Siku Ya Oracle, il Giorno dell'Oracolo, a Rafiki viene concesso dagli antenati di vedere il destino del sovrano e il futuro del regno. Durante la reggenza di Scar, tuttavia, le sue parole non avrebbero potuto essere più terribili per le leonesse: la stirpe del secondogenito di Ahadi è infatti destinata a grandezza e gloria.
"Quando il Re Polvere siederà a fianco della Luna, scesa sotto forma di leonessa, le loro terre non temeranno né nemici, né carestia. La loro discendenza regnerà nei secoli".
Dopo il ritorno di Simba, però, le ambizioni di Scar, che viene esiliato assieme ai suoi seguaci, sembrano infrangersi per sempre. Ovviamente Zira, la sua compagna, non è la luna scesa in terra e Nuka, un erede debole secondo lui, ne è la prova vivente. Eppure è proprio quel figlio che fa di tutto per ottenere un minimo di affetto dai genitori a incontrare, mentre vagabonda da solo nelle terre esterne, una giovane leonessa dal manto candido come la luna.
Scar è davvero il Re Polvere, destinato a regnare per secoli? O la profezia si riferisce a qualcun'altro? E quale sarà la scelta di Nuka quando si troverà diviso tra la fedeltà a suo padre e l'amore?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuka, Scar, Zira
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sole sorgeva sempre prima, man mano che l’equinozio, insieme al matrimonio dei suoi due migliori amici, si avvicinava sempre di più. Durante la sua ronda notturna, Asante aveva sentito i ruggiti di Nuka riecheggiare bassi ma possenti come tanti tuoni fino al confine della terra arida.

Guardando la distesa desolata, che si estendeva per miglia e miglia al confine del regno, alla giovane iena tornarono in mente tutti i giorni in cui, da cuccioli, lui e Mwezi erano andati lì per incontrarsi con il loro amico reietto. Beh, ora non lo sarebbe stato più! Finalmente si era staccato da suo padre ed entro poco tempo sarebbe diventato re.

Il futuro delle terre alluvionali si annunciava prospero come non mai, ricolmo di tutte le speranze maturate ormai da anni. Eppure, Asante non riusciva a godersi appieno quei momenti. Un pensiero insistente lo tormentava da quando Nuka era tornato nelle terre alluvionali: sua zia Shenzi.

Nuka gli aveva portato i suoi saluti, ma la giovane iena era in conflitto. Dal poco che si ricordava di lei, sua zia gli era sembrata una iena premurosa e una matriarca attenta ai bisogni del suo branco… Ma dall’altro lato, aveva i racconti di sua madre i quali affermavano che Shenzi fosse stata corrotta dalla follia di Scar e che avesse compiuto i peggiori crimini in suo nome. Ma lo aveva fatto per il suo branco no?

“Ciò però non cambia i fatti. Un crimine contro il Cerchio della Vita è sempre uno dei più gravi. Io non volevo più sopravvivere grazie a queste ignominie, per questo me ne sono andata assieme ad altri” gli aveva sempre rammentato sua madre. Quali fossero però questi crimini non glielo aveva mai detto, nonostante da cucciolo l’avesse più volte pregata.

-Asante – lo chiamò improvvisamente la voce di Kamaria, come se con la mente suo figlio l’avesse evocata. Era sdraiata sotto un albero, a godersi la frescura della mattina anche se il sole non era ancora sorto.
Gli rivolse un sorriso complice, come succedeva spesso quando erano soli. -Sai che non dovresti dormire a occhi aperti mentre sei di pattuglia- gli disse.

-Non stavo dormendo- la corresse lui dandole un buffetto col muso -Tu piuttosto dovresti cominciare a farti da parte. Stai diventando vecchia per fare la guardia.

Kamaria ringhiò appena, ma non in modo minaccioso, anzi quasi scherzando. -Smetterò di essere la guardia di Furaha solamente quando lei cederà la corona- rispose la matriarca alzandosi -E tu non sei ancora pronto per servire Mwezi-.

-La sorveglio e proteggo da prima che sapesse camminare- rispose il giovane. Quando era arrivato nelle terre di Furaha, Mwezi era una cucciola di poco più di una settimana. Mentre Kamaria chiedeva asilo a Furaha l’intransigente, lui era sgattaiolato nella tana delle leonesse trovando quella pallina bianca rannicchiata a terra. Lei era subito strisciata incuriosita verso il piccolo di iena, il quale, per ricambiare, aveva subito iniziato a spaventare i ratti che annusavano fin troppo curiosi quella tenera pallina di pelo.
Era stato grazie a quel piccolo gesto di amicizia che la regina aveva accettato di accogliere tante iene nel suo territorio. Sembrava passata una vita da allora.

-Può darsi, ma io sono sempre tua madre quindi decido io- sentenziò la iena scompigliando la criniera del figlio. Ridacchiò non poco quando suo figlio borbottò un “mamma, ti prego!”. La loro felicità tuttavia fu spezzata quando un coro di ululati risuonò nella direzione del confine settentrionale. Come avevano fatto ad avvicinarsi così tanto senza essere notati da nessuna delle guardie?

Asante fece per mettersi a correre in direzione del nemico, assieme a tutte le altre iene circostanti che avevano udito quel richiamo poco familiare, ma sua madre gli si parò davanti.

-Va’ ad avvertire Mwezi e Nuka e portali dalle leonesse di Furaha- gli ordinò con un tono che non ammetteva repliche, anche se i suoi occhi ambrati erano velati da una patina di paura. La giovane iena esitò, riluttante a lasciare la madre con i lacchè di Scar, ma questa gli urlò: -Muoviti! Io cercherò di bloccarli ma i tuoi amici da soli sono vulnerabili!-.

Inavvertitamente Kamaria aveva scoperto le zanne, preparandole per lo scontro. Asante poteva sentire ogni muscolo della madre fremere, mentre aspettava solo che lui le obbedisse per gettarsi nella mischia. Alla fine, annuì, per poi mettersi a correre verso la roccia degli amanti. Non conosceva molte altre iene brave a combattere come sua madre e spesso bastava questo a mettere in fuga gli invasori. Poteva solo pregare gli spiriti che la proteggessero e che riuscissero a scacciare Scar dalle loro terre.
 
 
Nuka si era svegliato con Mwezi che lo coccolava teneramente, leccandogli la fronte e sfregandosi nella sua criniera. Aveva subito accolto la sua richiesta di attenzioni stringendola a sé con una zampa. Dopo una breve e giocosa lotta, si era ritrovato a guardarla negli occhi mentre lei era sdraiata sulla roccia. Un breve tocco dei loro nasi e poi aveva ricominciato la toeletta della sera prima, accucciato accanto a lei. Aveva un odore ancora più buono in quel momento, persino più invitante.

-Sei il re del mio cuore, Nuka- gli disse nell’orecchio, come se fosse un segreto. -Tu regni su ogni briciolo della mia anima…-sussurrò lui con voce appena più roca.
Immersi nel verde, lontani da tutto e da tutti, i due leoni non si accorsero del pericolo incombente su di loro, finché il vento non cambiò direzione.

Immediatamente cessarono tutte le effusioni. Dalla base del promontorio su cui si stagliava la roccia degli amanti giunsero gli odori di due leoni. Nuka non impiegò molto a riconoscerli e balzò subito in piedi per vedere bene. Dall’alto scorse due figure serpeggiare tra gli steli d’erba quasi sotto di loro.

Ringhiò debolmente per apparire minaccioso, ponendosi davanti a Mwezi, ma i suoi genitori sembrarono non sentirlo affatto. La principessa affiancò immediatamente il suo promesso, proprio mentre Scar e Zira uscivano dal folto dell’erba. Il primo aveva un ghigno compiaciuto sul muso e piantò subito il suo sguardo su Mwezi, uno sguardo che la fece sentire subito a disagio.

Nuka scoprì i denti, ruggendo sommessamente come aveva fatto la sera precedente. Per tutta risposta sua madre fece schioccare le mascelle verso di lui, grattando il terreno con gli artigli.

-Ti consiglio di farti da parte e lasciare queste terre, Nuka- esordì Scar, sfoggiando la sua voce più affabile -Togliti di mezzo finché te lo permetto e allontanati dalla mia…-

Il suo discorso fu interrotto quando Asante sbucò dal nulla, balzando su Zira. Si attaccò al suo orecchio come una sanguisuga, cercando nel frattempo di rimanere fuori dalla portata dei suoi artigli.

-Scappate!- gridò lasciando l’orecchio della leonessa. Quando Nuka vide sua madre spalancare le fauci e gettarsi sul suo amico con un ruggito rabbioso, fu sul punto di correre in suo aiuto, così come Mwezi.

Tuttavia, nella piana erbosa alle spalle di Scar, come uno sciame di mosche, comparvero altre iene. Un nutrito nugolo galoppava verso di loro latrando sguaiatamente. Fu abbastanza per il leone per spingere la compagna giù dalla roccia ed esortarla a correre. Dovevano arrivare dalle leonesse, avvertire Furaha e le guardie più forti del regno!

Mentre Scar lanciava un ruggito possente per incitare le iene alla carica, i due leoni si lanciarono giù per il pendio, correndo a perdifiato.
Mwezi suggerì di andare dagli elefanti a chiedere protezione e Nuka annuì. Il branco di iene però li tallonava come se fossero state due succose gazzelle. Correvano con la lingua penzoloni e le bocche grondanti di saliva. Quando raggiunsero il fiume, quasi tutte si spostarono alla loro destra, riuscendo a superarli e chiudendosi sui due leoni come una falce.

Si ritrovarono bloccati, stretti tra le iene e il fiume, troppo profondo per essere guadato. Indietreggiarono fino a sentire il bordo dell’argine alle zampe, mentre Scar avanzava compostamente in mezzo alla schiera di iene.

Istintivamente Nuka si parò davanti alla compagna, ringhiando sommessamente e scoprendo gli artigli.

-Vattene, padre- gli disse, cercando di mantenere salda la voce -Non hai il diritto di stare in questo regno. Prendi le tue iene e vattene finché Furaha…-

-Non prendo ordini da te, miserabile palla di pelo!- ruggì Scar -Ora allontanati dalla mia regina.

Nuka lo guardò sbalordito, quando capì che si riferiva a Mwezi. Non aveva senso, suo padre aveva già una compagna e la principessa era di gran lunga più giovane di lui… Tuttavia, in quel momento molte cose gli sembrarono più chiare. Ecco il vero motivo per cui aveva cercato di allontanarlo da lei, dicendogli tutte quelle falsità.

Fu attraversato da un moto di disgusto quando vide gli occhi di suo padre guizzare famelici verso la leonessa dietro di lui, ma non abbandonò la sua posizione, scoprendo i denti.

-Non voglio combattere con te, padre. Ti prego vattene- tentò un’ultima volta, distraendosi per un istante.  

Scar sembrava non aspettare altro. Balzò addosso al figlio, il quale dovette alzarsi sulle zampe posteriori per contrastare il colpo. Caddero in terra, con Nuka schiacciato dal peso del leone più vecchio, che tentava di afferrargli la gola. Nuka gli graffiò le cosce e l’addome con gli artigli posteriori, mentre con le zampe tentava di scacciare le zanne di Scar. I suoi colpi però non sembravano mai abbastanza forti, come se ci fosse qualcosa che lo frenava.

Mwezi accorse in suo aiuto colpendo Scar al fianco in modo da fargli mollare la presa su Nuka. Fu lei ora a pararsi davanti a lui contro l’invasore, ma bastò un cenno del leone perché le iene la accerchiassero, facendo schioccare le mascelle a un pelo da lei. Mwezi provò a colpirne alcune, ma sempre di più accorrevano a circondarla.

-Tenetela a distanza ma non fatele male- disse Scar rialzandosi e guardando Nuka che faceva lo stesso -Mi serve viva e indenne-.

-No!- ruggì il giovane leone. Con un moto di disperazione, fece per correre in aiuto della promessa sposa, ma Scar lo intercettò a metà della corsa. Lo spinse di nuovo verso l’argine del fiume, scavando con gli artigli nella sua carne. Nuka riuscì a liberarsi e retrocedere di qualche passo, tenendosi in equilibrio su tre zampe. Un torrente vermiglio correva giù dalla sua zampa anteriore destra.

-Lasciala stare…!- ansimò dolorante, ma suo padre sembrò non sentirlo, mentre faceva un passo verso di lui con disinvoltura.

-Non sei mai stato mio figlio- gli disse, come se fosse stata la cosa più normale del mondo -Fin dalla tua nascita non sei stato altro che un fallimento, una delusione… Non ti avrei scelto come erede nemmeno se fossi stato l’ultimo leone sulla faccia della terra e sai perché Nuka? Perché sapevo che saremmo arrivati a questo giorno-

-Cosa?- chiese il giovane senza capire. Suo padre fece un altro passo verso di lui, ormai erano a un soffio di distanza.

-Sapevo che non saresti mai stato all’altezza dei miei insegnamenti- disse, preparando gli artigli -Guardati, la leonessa a cui tieni tanto e il suo regno sono in pericolo e tu cosa fai? Mi chiedi di andarmene. Lasci sempre che i tuoi sentimenti prevalgano sui tuoi obbiettivi. Un vero re, brama e prende senza aspettare.

-Nuka!- chiamò Mwezi riscuotendo il leone. Le parole di suo padre e le ferite smisero di dolere un solo istante, mentre guardava una iena tentare di mordere la leonessa vicino al fianco. Non poteva arrendersi!

Fece per ritentare un attacco contro suo padre, ma lui fu più veloce. Una violenta zampata colpì Nuka proprio sul muso, facendogli perdere il suo precario equilibrio. Cadde nel fiume. L’acqua lo avvolse in un abbraccio fresco e gentile appena prima che battesse la testa contro una delle rocce del fondale. L’ultima cosa che ricordò prima di perdere conoscenza, era la voce ovattata di Mwezi che lo chiamava.

Spazio autrice: EHI! Sorpresa sorpresa! Non odiatemi per il finale aperto ci sono ancora tre capitoli da fare. Siccome però voglio finire questa storia ho colto l’occasione e sfruttato un po’ della quarantena. Colgo l’occasione per dirvi tre cose:
1) STATE A CASA e non andate in giro a vanificare lo sforzo dei nostri medici.
2) LE MASCHERINE NON SERVONO A UN TUBO SE SIETE SANI, lasciatele per gli operatori sanitari, gli infetti e chi si prende cura dei malati (DOTTORI).
3) Volete una piccola anteprima della prossima storia?
Fatemi sapere e ci vediamo al terzultimo capitolo!
   
 
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