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Autore: MrVik    30/03/2020    0 recensioni
Adam, un giovane ragazzo delle strade di Chicago si troverà nel bel mezzo di un conflitto millenario tra due fazioni divise tra ombre e luci. Sono gli anni 30, gli anni della Jazz Age, del Proibizionismo e della malavita.
Genere: Avventura, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: Violenza
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Congelato, immobile.
La Polizia di Chicago era arrivata in un battibaleno sul luogo dello schianto.
Diversi agenti accorsi mi avevano accerchiato puntandomi le pistole contro.
Non potevo fare nulla, ero braccato.
 
"Alza le mani lentamente e non fare scherzi, o ti riempiamo di piombo." 
Uno degli agenti si fece avanti.
 
Iniziò a perquisirmi.
 
"Che razza di criminale sei? Sei armato fino ai denti!"
 
"Non toccarlo, lasciatemi stare!"
Stava per prendere il mio coltello.
 
Un pugno nei fianchi mi fece piegare davanti all'agente.
"A quanto pare abbiamo un tipo combattivo qui!" esclamò il poliziotto mentre se la rideva con i suoi colleghi.
 
"Stai cercando di metterti nei guai ragazzo?" 
Mi chiese l'agente. Vidi il suo distintivo.
Si chiamava Stuart J. Montano, e sembrava tutt'altro che un poliziotto.
 
"Sai, questo coltello mi ricorda molto quello di un tizio che conoscevo tanti anni fa, poi però è morto, si era ficcato in una brutta situazione" iniziò a parlare, facendosi più vicino al mio viso.
"Proprio come stai facendo tu, ragazzo."
 
Mi s'incendiarono gli occhi. 
Montano parlava di Smith, ne ero certo.
Conosceva il mio vecchio Mentore e sicuramente sapeva degli eventi del Massacro di San Valentino.
 
"Chi sei tu? Un'agente corrotto dalla Mafia?" 
Chiesi infuriato.
 
Mi arrivò un altro pugno.
 
"Brutto bastardo! Come osi rivolgerti così ad un pubblico ufficiale? Ti ammazzo se provi solo a ripeterlo"
 
"Stuart, questo qui potrebbe sapere troppo."
 
Uno degli altri agenti, un tipo alto e biondo si avvicinò a noi.
 
"Dici che appartiene anche lui a quegli smidollati? Vediamo un momento." 
Mi bloccarono e fecero vedere il mio guanto con la lama celata.
 
"Hai una lama nascosta. Mi sa che sei nella merda, mio caro assassino."
 
Montano prese il coltello.
 
"Tenetelo fermo. Donovan, Moore, controllate che nessun curioso venga qui."
 
Ero sicuro che volesse uccidermi.
Sarei dovuto morire con la lama del mio Mentore, un oggetto a cui tenevo, che stava per togliermi la vita.
 
"Salutami il tuo amico Smith dall'altra parte."
 
Il coltello partì.
 
Cercai con tutta la forza di smuovermi.
Fui colpito in faccia.
La lama mi aveva preso alla bocca. Sentivo le labbra bruciare e urlai dal dolore.
 
Gli altri agenti erano inciampati ed ero libero.
 
"Miles!"
 
Un esplosione di fumo mi investì.
Sentivo colpi e gemiti nella confusione creatosi.
Vidi il mio coltello a terra e cercai di prenderlo scappando.
 
Dopo alcuni secondi mi accorsi di ciò che era successo, mentre il fumo si dissolveva.
Scorsi due figure incappucciate, e il corpo di Montano e i due agenti a terra.
 
"Hai fatto un bel casino questa volta, Adam."
 
Harold e Julia erano arrivati in mio aiuto, mettendo fuori combattimento gli agenti.
 
"Hey, cosa succede?"
 
"Harold ci sono altri due agenti lì." gli dissi mentre la mia bocca continuava a sanguinare.
 
"Cosa diavolo è successo! Fermi tut..."
 
Come un fulmine, una figura incappucciata scese dal cielo uccidendo i due agenti con una doppia lama celata conficcata nelle loro gole.
 
I corpi dei due agenti caddero morti al suolo.
 
"Stuart Montano, un poliziotto corrotto dalla malavita di Chicago. Faceva parte del piano del Massacro di San Valentino."
 
Jeremy si mostrò a noi con il suo lungo cappotto verde scuro. 
Si tolse la bandana a coprire il viso e si avvicinò a noi.
 
"Adam, abbiamo sentito del tuo bel viaggio in auto di poco fa. Spero avrai delle spiegazioni da dare."
Mi disse mentre si avvicinava a Montano.
 
"Jeremy, ha una brutta ferita, andiamo alla Cripta e poi..."
"Certo Julia. Ma prima, finiamo questa cosa."
 
Jeremy girò il corpo ancora vivo di Montano.
 
"No. Vi prego non fatemi del male. Mi pagavano soltanto per dare informazioni e..."
 
Sangue. La lama di Jeremy si era conficcata nella gola di Montano.
 
"Requiescat in Pace."
 
Il nostro Mentore prese una piuma dal suo cappotto, e la fece impregnare del sangue della sua vittima.
 
"Ora, Confratelli, lasciamo questo posto al più presto."
 
Scappammo fino alla cripta. Sentivamo sirene di auto della polizia ovunque. La notizia di quella strage era arrivata subito all'orecchio di tutti.
 
Dopo alcune ore, alla Cripta, Julia mi chiuse la ferita con alcuni punti di sutura.
La ferita sul labbro era davvero larga, ma lei era davvero brava nel medicare.
 
"E così, il Corvo Cremisi centra in tutto questo. Rapimenti, corruzione e tanto altro.
Bisogna capire chi è questa persona, dove si trova, e sopratutto se ha la Mela."
 
Jeremy stava riepilogando la spiegazione di ciò che avevo scoperto.
La donna chiamata Corvo Cremisi era stata una figura alquanto oscura e misteriosa per molto tempo. 
Dopo la morte di Edison probabilmente ha avuto più potere dai Templari, e per questo decidemmo di mettere il Corvo Cremisi come prossimo obiettivo.
 
"Jeremy, Harold, Julia. Vi ringrazio per l'aiuto di oggi. Sarei rimasto ucciso senza di voi."
Ringraziai i miei confratelli.
 
"Dovere! Anche se hai fatto un giro in auto troppo movimentato per tutta la città, hai scoperto informazioni utili e grazie a te abbiamo tolto di mezzo uno degli agenti corrotti più fastidiosi." mi spiegò Harold.
 
"E non dimenticare che hai vendicato Smith. Come hai sentito, Montano centrava nella storia della strage."
Spiegò Jeremy.
 
"Vi ringrazio ancora di cuore, salute e pace."
 
Salutai e andai via.
 
"Adam! Cos'hai fatto al tuo viso?" 
Holly mi vide rientrare per cena. I punti di sutura erano visibili e la sua reazione era scontata.
 
Spiegai l'accaduto e tutto ciò che avevo scoperto.
 
"E quindi da una parte ho vendicato Smith, e presto anche tutti coloro che ti hanno fatto del male Holly."
 
"Adam. Amore mio, promettimi una cosa." mi disse guardandomi con i suoi splendidi occhi
"Promettimi che una volta conclusa questa storia, ti libererai di tutto questo, niente più Assassini, niente più morti, niente più sofferenze."
 
Le presi la mano.
 
"Si amore, sarà una battaglia ardua fino alla fine. Ma ti prometto, un giorno tutto questo sarà solo un lontano ricordo."
 

Era una notte come le altre nelle scure strade di Chicago. Come di mio solito ero appollaiato sul tetto di un palazzo aspettando che i criminali del Corvo Cremisi compissero una delle loro scorribande.
 
"Serata tranquilla, Adam?"
 
"Harold, da quanto tempo sei qui?"
 
Harold Stonewood, il veterano della nostra gilda, mi aveva sorpreso con il suo arrivo improvviso. 
 
"A cosa pensi Adam?"
Mi domandò.
"È tutto così confuso, il governo sta ponendo fine al Proibizionismo, ma la gente si rivolta ancora per le strade, la criminalità aumenta, e ci ritroviamo con la polizia corrotta" iniziai a spiegare.
 
"Si, questa città, e il paese tutto, stanno passando un brutto periodo. Ma Adam, che cosa ti turba personalmente?"
 
Mi guardò, capendo che era una domanda forte per me.
 
"Ho paura Harold. Ho paura per la mia ragazza, ho paura di non poter combattere i Templari, ho paura di fallire, e gettare gli Assassini in un oblio."
 
"La paura ci rende più forti, Jeremy ce ne ha parlato tante volte. Adam, sono più di 25 anni che sono devoto alla causa degli Assassini, nella mia vita ho perso molte cose e persone a cui tenevo. Ma col tempo, combattendo le mie paure e i miei timori, ho avuto la possibilità di riavere qualcosa, una famiglia, e una bellissima bambina."
Spiegò Harold.
 
"Judith? Come sta tua figlia?"
 
"Cresce, sempre di più, e più tempo passa più cresce la mia responsabilità. Adam quello che voglio dirti è che tu sei ancora giovane, hai una persona al tuo fianco che ti ama e hai degli amici che contano su di te. Fa di queste cose la tua forza."
 
"Grazie Harold, sono davvero delle belle parole"
 
"Di nulla giovane Miles, ora vai a bere qualcosa, offro io per stasera."
 
Harold mi diede il cambio della ronda. E andai verso un bar lì vicino.
 
"Signor Miles! Adam, da quanto tempo!"
Un uomo dall'aria molto familiare si avvicinò.
"Signor Fitzgerald, che piacere rivederla!"
 
"Fa una passeggiata? Vorrei invitarla al Club, stasera c'è una serata Jazz e pensavo vorreste parteciparvi."
Mi spiegò con il suo fare gentile.
 
"Certo, mi farebbe piacere" 
Gli dissi, e vidi il suo volto fermo diventare sorridente.
"Allora andiamo, potremmo perderci lo spettacolo"
 
Ci avviammo verso il locale dove il Lost Generation Club teneva i suoi incontri.
 
Entrammo, e fui investito da un'aria leggera che sapeva di tabacco e profumi vari.
 
"Ah, finalmente ci siamo, io vado a bere un goccio"
Fitzgerald andò verso il bancone, dove incontrò subito dei suoi amici scrittori.
 
"Gertrude! Ernest! Compagni di mille avventure, cosa ci fate qui a Chicago?"
Fitzgerald scattò verso di loro.
"Scott, mio caro amico, siamo arrivati da poco dalla Francia, abbiamo una rappresentazione in città, e speravamo di incontrare qualche vecchio volto come il tuo proprio qui." l'uomo iniziò a parlare, era di bella presenza, giacca classica e maglione a collo alto.
 
"Certo che se voi due ora iniziate ad ubriacarvi e cantare ancora note portoghesi vi sbatto fuori come quella volta a Lisbona"
Si introdusse nel discorso la loro amica, sembrava un maschiaccio di mezza età, capelli corti, sguardo forte e vestiti casual.
 
"Tranquilla mia cara, stasera puoi tenerti Papa quanto vuoi! Ah, ma dove sono le mie buone maniere."
Fitzgerald mi avvicinò a loro.
"Lui è il signor Adam Miles, un mio caro amico, purtroppo stasera è senza la sua signora, Holly, sono abituali del Club."
 
Vidi i loro volti studiarmi, come per capire cosa avrei saputo fare nella vita per essere nel Club.
 
"Piacere sono Adam Miles"
Porsi la mano, stretta subito dall'uomo.
 
"Piacere mio Adam, io sono Ernest, Ernest Miller Hemingway."
Dinanzi a me avevo uno dei più famosi scrittori contemporanei, uomo molto conosciuto nel mondo e nel campo artistico.
 
"Il signor Hemingway? Quale onore, ma allora lei è..."
 
"Si, Gertrude Stein, piacere mio Adam."
Lei era una delle donne più rivoluzionarie che il mondo conoscesse. Aveva una relazione pubblica da anni con una donna, era una grande scrittrice, e il suo ritratto fatto da Picasso in persona ne faceva di lei una leggenda.
 
"Sono davvero onorato di fare la vostra conoscenza, signori."
Pensavo ad Holly come mi avrebbe invidiato in quel momento.
 
Iniziammo a parlare insieme di arte, letteratura, politica e sport. Come per quando conobbi Fitzgerald, anche Hemingway e Stein erano persone molto garbate e disponibili.
 
Dopo molti discorsi e bicchieri di alcool andati, vidi sul palco salire l'annunciatore col microfono.
 
"Signore e signori, un grande applauso alla star di stasera, Robert Johnson!"
 
Con qualche applauso salí sul palco un uomo di colore, trasandato, con una feretra appoggiata di lato sulla sua testa. Posò una borsa accanto allo sgabello, si sedette, e accordò la chitarra.
 
Iniziò a suonare e quello che uscì dallo strumento fu qualcosa di indimenticabile.
La musica prodotta da quel musicista era impressionante, note forti che esprimevano mille sensazioni. 
Ad un certo punto pensai che non fosse solo sul palco dal bravura, ma sbagliavo.
 
"Robert Johnson, viene chiamato il chitarrista del Diavolo, si dice che ha venduto l'anima per diventare così bravo."
Una donna affascinante mi si avvicinò. Capelli neri, lunghi, vestito scuro lungo, e uno sguardo molto misterioso di cui rimasi colpito.
 
"Vi ho visto così interessato nell'ascoltare la musica, mi sono permessa di lasciarvi qualche curiosità" continuò a parlare.
 
"Davvero si dice tutto questo in giro di Robert Johnson?" chiesi alla donna.
 
"Si, ci sono così tante cose che le persone dicono. Sono un'amante del mistero e dell'ignoto, sa. Dopotutto lasci che mi presenti, mi chiamo Lucy." mi diede la mano.
"Io sono Adam, piacere di conoscerla."
 
"Adam Miles? Ho sentito parlare già di lei, sa."
Mi disse sorridendo appena.
"Come scusi? Come fa a conoscermi?"
 
"Come ho già detto, amo il mistero, e lei signor Miles, è un uomo molto misterioso non è vero?"
 
Se ne andò, lasciandomi un biglietto.
Rimasi fermo immobile nei miei pensieri, mentre vedevo la donna andare via lentamente con il sottofondo musicale di Robert Johnson.
 
Lessi il biglietto, c'erano dei numeri strani con la scritta "Ti Aspetto" e sotto un disegno di un corvo cremisi.
"Qualcosa la turba, Signor Miles?"
Sentivo le voci di Fitzgerald e gli altri chiedere cosa avessi.
 
Corsi fuori dal locale. La cercavo, scorsi molte teste, troppe, ma era scomparsa.
Ero rimasto solo tra mille pensieri, sconvolto, in un fiume di persone che defluiva nella serata di Chicago.
 
Tornai dentro e mi riaccomodai al tavolo con gli altri.
"Adam, cosa l'è successo?"
Mi chiese Hemingway.
 
"Pensavo di aver visto una persona."
"Quella signorina dai gusti molto affinati con il suo aspetto esteriore, che però sembra essere poco raccomandabile?"
Chiese la signora Stein.
 
"Ah, oddio amici miei, state parlando della Strega?"
Fitzgerald si alzò dalla sua poltrona.
"La strega? La conoscete?" gli chiesi all'istante.
 
"Certo Adam. Quella strega ci odia, odia ogni forma di arte a cui il Lost Generation si attiene, se fosse per lei ci avrebbe cancellato da subito!"
Spiegò Fitzgerald.
 
Mi rialzai.
 
"Dovete scusarmi, miei carissimi amici, ma devo lasciarvi." dissi ai presenti.
"Oh Adam, proprio ora che Johnson sta suonando Crossroad? Vi perderete lo spettacolo, mio caro."
Mi disse Hemingway mentre mi fece notare che Robert Johnson suonava un'altra formidabile sinfonia con la sua chitarra.
 
Salutai i presenti e scappai tra le strade rigettandomi nel fiume di persone.
Passavo velocemente tra la folla, pensando a quanto successo poco prima.
Il Corvo Cremisi mi stava per tenere un trappola, qualcosa stava per succedere, e dovevo scoprire cosa volesse da me. Pensavo al contenuto di quel biglietto, la sua firma, quei numeri.
Dovevo scoprire a cosa corrispondevano.
 
Arrivai alla Gilda, dove vi erano presenti solo Carl e Julia.
"Hey Miles!" Julia mi salutò.
"Salve ragazzi, mi serve un aiuto, abbastanza veloce."
Chiesi ai miei amici.
 
"Certo dicci tutto Adam."
Disse Carl.
"Devo sapere se dei numeri corrispondano a delle coordinate in città o da qualche parte del paese."
 
"Dei numeri? A cosa ti serve saperlo?" chiese Julia.
Non volevo coinvolgere i miei compagni in una trappola del Corvo Cremisi, dovevo mentire per il loro bene.
 
"A quanto pare dei criminali usano questi numeri per segnalare i loro spostamenti o incontri segreti, potrei indagare su questa cosa se mi aiutate."
 
Inventai una scusa molto generica, dopotutto ero di solito essere l'assassino con più ronde contro i criminali negli ultimi tempi, e avrebbero pensato che riguardasse il mio compito.
 
"Ah si, certamente Miles, dammi i numeri, vediamo cosa riusciamo a vedere sulla mappa."
Julia fece un cenno per farsi dare i numeri.
Scrissi su un foglio i numeri, senza mostrare il biglietto del Corvo Cremisi.
 
Rimasi ad aspettare che Julia e Carl trovassero una giusta corrispondenza con i calcoli.
 
Girovagando nell'attesa entrai nella stanza di Jeremy. Era semibuia, ma la vidi lo stesso, il contenitore delle piume. Mi avvicinai alla cassa, pensando se quello che stavo facendo fosse la cosa giusta. Aprì il bauletto e presi una piuma dal suo interno.
Stavo rischiando la mia vita cercando una persona che mi avrebbe sicuramente teso una trappola, pensavo ad Holly, pensavo se l'avrei rivista dopo questa storia. Ma il Corvo Cremisi era un mio obiettivo, un obiettivo degli Assassini, è quella "Strega" andava fermata, e uccisa.
 
"Miles? Adam, dove sei?" sentivo Julia chiamarmi ed uscii dalla stanza di Jeremy.
Ritornai nel salone principale.
 
"Eccoti! Abbiamo buone notizie." mi disse Julia sorridendomi.
"A quanto pare questi numeri porterebbero in una zona appesa fuori città, precisamente in un vecchio cimitero. Se la fortuna ti assiste, potresti trovarti sulla via giusta."
Mi spiegò Carl.
 
"Grazie mille, spero di trovare qualcosa lì giù."
"Ti serve una mano con questa storia?"
Mi chiesero, ma dovetti rifiutare.
"No, grazie, andrò soltanto a fare un sopralluogo, a presto, compagni."
"Salute e pace, Adam."
 
Corsi verso casa, dovevo prendere la mia auto, che era stata riparata da poco dopo l'inseguimento con i criminali del Croco Cremisi. Il punto segnatomi sulla mappa era molto distante da fare a piedi, e l'auto mi avrebbe fatto risparmiare tempo.
 
Arrivai a casa, i negozi avevano chiuso da un pezzo siccome erano circa le 23:30.
Pensai alla mia dolce Holly.
 
Mi arrampicai fino alla finestra della nostra stanza.
Lei era lì, la vedevo dormire, il suo viso era illuminato dalla fievole luce accanto al letto.
Ero angosciato, nel vedere l'amore della mia vita, pensando che se fosse andato storto qualcosa con il Corvo Cremisi quella notte, forse era l'ultima volta che la vedevo.
Presi dei fiori da un albero di fronte alla finestra e li posai sul piccolo balconicino.
Mi girai per dare un ultimo sguardo dentro la finestra ma lei era lì, davanti a me.
"Amore mio." aprì la finestra.
"Holly, non volevo svegliarti... Ti ho portato una cosa per darti la buonanotte."
Gli porsi i fiori e lei mi baciò.
Strinsi la sua fronte verso la mia e gli dissi.
"Dormi ora amore mio, ci vediamo domani mattina."
Lei mi vide saltare giù con dei petali di fiori che scendevano dalle sue mani.
 
Accesi l'auto, dando un ultimo sguardo ad Holly, che mi fece un cenno, e partii verso la mia destinazione.
 
Dopo alcuni minuti mi ritrovai fuori città, verso questo cimitero, che raggiunsi su di una collinetta.
Il posto era come spiegato dai miei compagni, tetro e apparentemente abbandonato.
Entrai nella Chiesa del cimitero, venni oltrepassato da brividi, sentivo di non essere solo nella struttura. Stranamente vidi delle candele accese accanto all'altare, e misi la mano pronta sulla pistola.
 
"Infine sei venuto."
 
Mi girai di scatto estraendo la pistola.
"Calmatevi Signor Miles, non voglio nuocerla in nessun modo, voglio solo parlarle." 
Era lei, Lucy, il Corvo Cremisi.
 
"Mi dovreste spiegare il motivo di farvi seguire fino a qui, signorina Lucy"
Chiesi abbassando lentamente la pistola, ma senza rinfoderarla.
 
"Siete stato molto scaltro a trovarmi, dopotutto avete fatto un'ottima ricerca, decimando man mano anche i miei sottoposti, ma come ben saprà, non basta questo per fermare i Templari." iniziò a camminare.
 
"Lo so, ma i vostri sottoposti stavano per uccidere una persona a me cara, e avete reso questa cosa non più una cosa tra Assassini e Templari."
Spiegai mentre seguivo il Corvo Cremisi brandendo la mia pistola.
 
"Una questione personale allora? Capisco. Mi scuso in anticipo per aver causato problemi ai suoi cari ma, voi avete ucciso molti uomini che lavoravano con me, ma mi lasci che le mostri una cosa."
 
"Dove mi porta?" chiesi alla donna.
"Le mostro, la cripta della mia famiglia."
Ed entrammo in un lungo corridoio buio, adornato solo da qualche fiaccola e lampada, dove in fondo vi era una grande stanza in pietra.
 
"Eccoci. Qui e dove risiedono i resti del mio più grande antenato." disse Lucy, mentre ammiravo l'accuratezza di tanti dettagli sui muri. Quadri di battaglie navali, stendardi con le classiche croci Templari.
 
"Vedo che l'intera sua famiglia era devota alla causa Templare."
Chiesi alla donna.
 
"Certo, la maggior parte ne faceva parte. Ora signor Adam Miles, vorrei farvi capire la nostra giusta causa."
Iniziò a parlare ma la interruppi
"No, i Templari cercano solo il potere con i mezzi più crudeli e meschini che ci siano, siete un pericolo per la popolazione."
Urali.
"Vi sbagliate! L'Ordine Templare protegge il popolo, noi cerchiamo un potere per generare la pace nel mondo, così che tutti possano vivere bene."
 
"Certo, avendo al suo servizio dei criminali."
 
"Criminali? E voi cosa siete? Uccidete, lei anche lo ha fatto, Signor Miles, questo rende anche lei un criminale."
 
Rimasi in silenzio, aveva ragione.
 
"Il vostro caro Mentore, Jeremiah, non fa altro che parlare di libertà e giustizia, senza pensare all'ordine, alla disciplina e ad eliminare il caos."
Lucy continuò a parlare mentre prese un anello e me lo porse.
 
"Ci pensi ora, lei vuole la pace quanto noi, si unisca ai Cavalieri Templari, e guidi anche lei il mondo verso il futuro Signor Miles."
Si avvicinò a me, ma la mia risposta fu chiara.
 
"Tolga immediatamente quell'anello e insieme alle vostre folli idee davanti a me."
 
Lucy mi guardò prima pensierosa e poi disgustata.
 
"Sapevo che non potevo farvelo capire con le buone, Adam, ma a questo punto dovrò passare ad altro."
 
Dal buio scorsi 3 figure avvicinarsi, degli uomini coperti con una tunica imbottita e con dei simboli Templari su di essa.
 
"In nome dell'Ordine Templare e del mio antenato, Shay Patrick Cormac, io dichiaro la tua morte, Assassino"
 
 
 
   
 
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