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Autore: Mew_vale    01/04/2020    1 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 70.
 
 
[Giulia]
E’ una melodia cantata da una voce che conosco fin troppo bene a destarmi dal mio sonno. Sorrido. Sarà che la gravidanza mi mette stanchezza, fatto sta che sono riuscita a riposare soavemente, nonostante tutti gli avvenimenti di ieri sera. Il mio Massimiliano costella la mia spalla di soffici baci mentre perpetua a cantare quella canzone di una band italiana.
<< Ma questo è dedicato a te, all tua lucente armonia… Sei immensamente Giulia! Il tuo nome è come musica, mi riempie e non mi stanca mai. Dedicato solo a te. Giulia, Giulia… >> Canticchia. Sorrido, lasciandomi trasportare dai ricordi.
 
Mi ero preoccupata parecchio quando, in azienda, mi era stato detto da Isabella che Massimiliano era andato a casa prima della fine del turno perché non si sentiva troppo bene. E poi perché andarsene senza avvisarmi? Una volta parcheggiata la mia auto di fronte alla piccola casa presa in affitto, mi sono precipitata verso la porta. Una volta entrata in casa venni avvolta dall’oscurità: tutte le luci erano spente.
<< Massi? >> Ho chiamato a gran voce. Probabilmente era andato a stendersi a letto. Ho acceso la luce e ho sorriso quando mi sono resa conto che, evidentemente, quella del malore era una scusa per uscire dal lavoro quella mezz’ora prima necessaria per allestire questa sorpresa. Sul tavolo della cucina/soggiorno giaceva una torta a forma di cuore. Torta al limone, la mia preferita. Accanto ad essa trovai una busta che aprii. Dentro c’è una chiavetta Usb e un biglietto con su scritto “guardami”. Non me lo feci certo ripetere due volte. Inserii la chiavetta nella sua entrata situata dietro la tv. Sullo schermo comparve Massi che, seduto sul nostro divano, reggeva una chitarra acustica. Sorrisi mentre mi accarezzai il ventre.
<< Guarda piccino, il tuo papà è matto! Secondo te dove si è procurato una chitarra? >> Domandai alla piccola vita che stava crescendo dentro di me, pur avendo una mezza idea su dove si fosse procurato quella chitarra. In quell’istante capii anche perché mio fratello mi aveva dato quel consiglio su cosa regalargli, ritenendolo regalo mai così azzeccato. Il ragazzo incredibile che mi aveva stravolto la vita nel giro di pochissimo tempo iniziò a cantare e a suonare una canzone italiana che non conoscevo.
 
Sai
Certe volte accade che
Ci sia bisogno di andar via
E lasciare tutto al fato
Fare come un equilibrista
Che sul mondo
Sfida il crollo delle sue capacità
Ma questo è dedicato a te
Alla tua lucente armonia
Sei immensamente Giulia
Il tuo nome è come musica
Mi riempie e non mi stanca mai
Dedicato solo a te
Giulia, Giulia
Ma chiudi gli occhi e aspetta che
Arrivi la mia bocca ad allietarti
Chissà dove, chissà come
Vorrei fermare il tempo
Per godere delle tue fantasie
E ascoltare senza interruzioni
Ma questo è dedicato a te
Alla tua lucente armonia
Sei immensamente Giulia
Il tuo nome è come musica
Mi riempie e non mi stanca mai
Dedicato solo a te
Giulia
Respira piano e ascolta che
Questo è dedicato a te
Alla tua lucente armonia
Sei immensamente Giulia
Il tuo nome è come musica
Mi riempie e non mi stanca mai
Sei immensamente Giulia, oh
Sei immensamente Giulia
Il tuo nome è come musica
Mi riempie e non mi stanca mai
Dedicato solo a te
Giulia, Giulia.
 
Oramai le lacrime sgorgavano senza ritegno dai miei occhi. Alla fine della canzone ci fu un breve discorso.
<< Buon San Valentino amore mio! Probabilmente ti sarai preoccupata quando ti hanno detto che mi ero sentito male, mi dispiace di averti dato questo dispiacere. Ma ci tenevo alla riuscita di questa sorpresa, per il nostro primo San Valentino e l’unico in due! Piccola mia, ho scelto questa canzone perché ritengo che l’incipit si adatti perfettamente alla mia storia. Io sono partito affidandomi al fato, perché non sapevo cosa sarebbe successo una volta qui. La probabilità più grande era quella di tornare indietro, in Italia, con il cuore spezzato. Invece il fato per me ha avuto altri progetti perché ha messo sulla mia strada una ragazza bellissima, intrigante e capricciosa. Qualità che saltano all’occhio in te e che inizialmente, lo ammetto, mi davano ai nervi. Ma ho finito con l’amare anche queste qualità oltre alle tante altre bellissime caratteristiche che ho scoperto in te! Sei entrata nella mia vita come uno tzunami inaspettato e hai guarito il mio cuore senza che me ne rendessi conto e per questo ti voglio dire grazie amore mio. Grazie per avermi fatto riprovare l’ebbrezza di amare e grazie per il dono stupendo che mi darai tra qualche mese! Amo immensamente te Giulia e amo Polly! Ma adesso vai in camere da letto, ti attende un’altra sorpresa. >> Il video terminava così, con lui che allungava una mano verso la telecamera per spegnerla. Dopo essermi asciugata le lacrime mi alzai e raggiunsi la camera da letto. Restai esterrefatta e mi portai le mani alla bocca quando vedo la culla, quella culla che avevo visto giorni fa nella vetrina di un negozio. Massimiliano mi arrivò alle spalle e mi abbracciò.
<< Ma non hai detto che era troppo costosa? >> Gli domandai. Aveva spento sul nascere ogni mio desiderio con quella frase!
<< Mentivo. La verità è che non avevo idea di cosa regalarti e, quando quella sera sei partita alla carica con quella culla, ho capito che per te era importante così ho deciso che doveva essere il tuo regalo di San Valentino. La mattina dopo sono andato al negozio. >> Mi confessò. Mi voltati per allacciargli le braccia al collo.
<< E così suoni la chitarra. >> Constatai. C’erano così tante cose che non sapevo, e che ancora non so, di lui!
<< Sì, l’ho suonata alle scuole medie e ho continuato per hobby durante gli anni delle superiori. E’ stato difficile rispolverare le mie doti di chitarrista ma per te questo ed altro! >> Ha esclamato, guadagnandosi un bacio.
<< E la chitarra dove l’hai rimediata? >> Gli ho chiesto curiosa.
<< Ho chiesto aiuto a Diego, il quale però non ne possedeva una. Ma David sì. >> Mi raccontò, confermando i miei sospetti. Era la chitarra di mio fratello.
<< E il video quando lo avresti registrato senza che me ne accorgessi? >> Chiesi.
<< Insomma Valencia, quante domande! Un mago non rivela mai i suoi trucchi! >> Ha esclamato sorridendo ed eludendo la mia domanda.
<< Però devo dirti una cosa. Il mio regalo è in ritardo! >> Esclamai. Lui mi portò una mano sulla pancia.
<< Lo so. Ma sarà l’attesa più bella che mai! >> Ha risposto. Ho sorriso.
<< Hai ragione, ma non mi riferivo a questo regalo. Il tuo regalo di San Valentino ti verrà recapitato solo domattina. >> Gli spiegai.
<< E di cosa si tratta? >> Mi domandò curioso.
<< Quanta curiosità, Zanonato! Ma perché ora non mangiamo la torta? >>  Proposi. Intrecciammo le nostre dita dirigendoci in cucina.
<< Ma chi è Polly che nominavi nel video? >> Gli domandai perplessa.
<< Polly sta per “pollice”, perché il feto ora è piccolo come un pollice. E’ un vezzeggiativo, che sta bene in ogni caso visto che non sappiamo ancora se sarà una principessa o un principe. >> Mi spiegò.
<< A te cosa piacerebbe? >> Gli chiesi, allacciandogli le braccia al collo. Le sue mani indagarono la mia schiena sotto la maglietta.
<< Una principessa ovviamente. Mi è sempre piaciuto il nome Diletta. Significa amata, prescelta. Viene dato ai figli che vengono tanto desiderati. >> Mi spiegò. Bhe, pur amando questo figlio non è tecnicamente questo il caso! Lui parve leggere i miei pensieri!
<< Lo so, non lo abbiamo cercato. Ma voglio che saprà che nonostante questo lo amiamo alla follia! >> Lo abbracciai forte, abbandonandomi alla commozione.
 
 
<< Buongiorno, tesoro mio. >> Mugugno cullata dalla sua voce.
<< Buongiorno raggio di sole. Come ti senti? >> Mi domanda prima di rubarmi un bacio.
<< Ora bene. Ho paura di alzarmi dal letto ed iniziare la giornata. Di aprire il cellulare… di recarmi al ristorante per il pranzo con la mia famiglia. Non possiamo restare chiusi in casa per i prossimi mesi? >> Propongo.
<< Non penso sia possibile, piccola. E Polly come si sente? >> Domanda, sfiorando la mia pancia con le sue labbra.
<< Non si vede niente. >> Constata.
<< Certo amore che non si vede niente. Sono appena entrata nella settima settimana! Comunque Polly sta bene, e anche la mamma. Fino a che non sentirà profumo di cibo. >>  Rispondo, mettendomi seduta. Massi mi sistema i cuscini dietro la schiena.
<< Certo che la vita è proprio strana. Io ancora non posso credere che Isabella sia tua sorella! Insomma, le nostre strade si sono incrociate molto prima che io conoscessi te. Il destino è strano. >> Chiosa Massi.
<< Le vostre strade si sono molto più che incrociate. E’ la tua ex, lo puoi anche dire ad alta voce davanti a me. Mia sorella è la tua ex, che volevi sposare. >> Dico a voce alta, affinché diventi vero anche alle mie orecchie.
<< E tu sei stata a letto con il suo fidanzato. Ripeto, il destino si diverte a giocare con le nostre vite. >> Commenta il mio amore.
<< Quello che più mi preme è che questo non crei degli imbarazzi tra di noi. Prima, non sapendo che era mia sorella, per me non era così rilevante il dettaglio della vostra passata relazione. >> Confesso. Mi fa un effetto strano immaginare che a mia insaputa da qualche parte del mondo mia sorella e il mio futuro fidanzato non che il futuro padre di mio figlio avevano una relazione seria.
<< Vedrai che non sarà così amore mio. Ti va di provare a mangiare qualcosa? Fette con la marmellata? >> Mi domanda distogliendomi dalle mie fantasie.
<< No, con la cioccolata! >> Contratto. Stamattina ho voglia di golosità. Massi acconsente dedicandomi un bacio sulla fronte.
<< Dici che sapesse che eravamo sorelle il giorno del test di gravidanza? Questo spiegherebbe perché sia rimasta lì e non sia scappata. Insomma, mi sono chiesta chi glielo ha fatto fare a dare retta alla tipa che l’ha denigrata e le ha messo i bastoni tra le ruote? >> Mi chiedo tornando preda delle mie paranoie. Lui si ferma sulla porta e si volta per darmi retta.
<< Può essere. Ma ora basta pensare al passato, a quello che hai fatto e a chi. Ti hanno già perdonata tutti. >> Mi rincuora Massi.
<< Ora che so che è mia sorella mi sento più in colpa che mai per averla trattata così. >> Confesso.
 
 
[Sofia]
Quanto mi manca lavorare in quell’azienda! Hanno avuto un pensiero bellissimo nel decidere di invitarmi a quest’ultima sfilata, come regalo di pensione. E’ stato un bene non essersela persa! Sono accadute un sacco di cose succulente. Chissà quanti interessanti 911 nell’antibagno che mi perderò! Non appena ho letto l’articolo ho subito afferrato il mio smartphone collegandomi nel gruppo whastapp denominato “banda delle racchie”.
 
Tu: Buongiorno ragazze! Betty, hai già visto l’articolo??
 
La prima a rispondere è Berta dopo una manciata di minuti.
 
Berta: Buongiorno, per così dire! Io l’ho visto.
Annamaria: Buongiorno. Che storia!
Mariana: Buona Domenica ragazze. Che sia ancora a letto Betty?
Sofia: Suppongo di sì o avrebbe risposto!
Annamaria: Quindi non ha ancora letto l’articolo!
Sandra: Buondì ragazze. Ma secondo voi chi ha diffuso quel video? Come avranno fatto a procurarselo?
Sofia: Questa è una bella domanda a cui magari potreste darmi una risposta voi. Io sono fuori dai giochi!
Berta: L’unica spiegazione è che qualche tecnico addetto alla sorveglianza dell’Ecomoda abbia voluto fare un po’ di soldini!
Betty: Buongiorno ragazze. Di che articolo parlate?????
Mariana. Ciao Betty. Ti giro il link.
Betty: Armando è sotto la doccia, andrà su tutte le furie quando lo leggerà. Temo che possa stare male. Vi lascio, Buona Domenica.
Annamaria: Tuo marito deve stare tranquillo. Tienici aggiornate! Ragazze, passeggiata e gelato oggi pomeriggio?
Sofia: Certo Annamaria. Devo dire che la fidanzatina del tuo Jimmy è carina!
Sandra: AHAHAHAHAH!
Annamaria: Sofia!!!! Le alternative come mia nuora si riducono a due mangia uomini, povera me!
Mariana: Vedrai che tuo figlio troverà una brava ragazza. Non penso che con quella tipa durerà! Vi lascio anche io, preparo la colazione a tutti. A più tardi!
Sandra: Sì Ann, vedrai che in men che non si dica si lasceranno. A dopo!
 
A turno ci sconnettiamo. Quanto vorrei essere una mosca ed insinuarmi all’Ecomoda!
 
 
[Betty]
Chiudo l’articolo che mi è appena stato inviato dalle ragazze, temendo la reazione di mio marito il quale giunge in cucina parlando al cellulare.
<< Ok grazie Cèsar… C’era da aspettarselo ed è meglio per lui se ha deciso di andarsene con le sue gambe!... Buona giornata. >> Lo saluta mio marito, ponendo fine alla telefonata.
<< Cèsar ti telefona a quest’ora di domenica mattina, dopo la serata avuta? >> Mi domando. Mi avvicino a lui gli poso un bacio sulla guancia.
<< Gli ho chiesto di effettuare un controllo sul nostro addetto alla video sorveglianza e indovina? E’ stato appena cambiato. Quello di adesso è stato assunto solo tre settimane fa! >> Chiosa alterato. Andiamo bene, se già gli girano ora figurati quando gli farò leggere l’articolo!
<< E non può essere stato lui a dare il video a Giulia? >> Ipotizzo.
<< Ho sentito Daniele ieri sera quando siamo giunti a casa. Sua figlia ricorda bene il nome del nostro operaio che ha pagato per avere quel filmato ed è il tale che si è licenziato. Così ce lo ha messo nel culo doppiamente: oltre al TFR si è portato a casa anche i soldi di quella mentecatta di Giulia! >> Si lamenta mio marito.
<< Proprio con lei doveva trastullarsi nostro figlio?! >> Tuona. Nel tentativo di estrarre una pillola dal flacone ne cadono settecento nel lavandino.
<< Amore mio devi stare calmo, ti prego! >> Lo supplico con le lacrime agli occhi.
<< Scusa Betty. Ma sono troppo imbestialito! A che ora è l’incontro con gli avvocati? >> Mi domanda.
<< Ci hanno fatto un favore essendo Domenica e ci aspettano alle 11. Cosa ne dici se ti preparo una camomilla? >> Propongo.
<< Va bene. Vado a sedermi sul divano. >> Mi annuncia. Andrà su tutte le furie quando leggerà l’articolo ma, del resto, sapevamo che il web si sarebbe popolato di questi trafiletti.
 
 
[Michael]
Cèsar è tornato a lavorare ed io non potrei che esserne felice! D’ora in avanti ci vedremo ogni giorno e ad ogni ora. Alla fine della telefonata con Armando posa il cellulare sul tavolo, accanto al suo tovagliolo.
<< Mi dispiace per il comportamento di mia sorella. >> Commento. Se non avesse inserito quel filmato sul pc Paola non lo avrebbe mai trovato!
<< Magari quel filmato lo avrebbe trovato qualche tecnico, e comunque sarebbe venuto fuori in altri modi. Ora non possiamo fare altro che correre ai ripari. >> Risponde il mio fidanzato.
<< E tu devi effettuare un’altra telefonata! >> Esclamo.
<< Giusto. Ci riprovo, vediamo se è sveglio. >> Commenta, cercando di telefonare a Diego.
 
 
 
[Diego]
<< Che cazzo… neanche di Domenica mattina si può dormire! Pronto? >> Mugugno ancora con gli occhi chiusi, seccato dall’ennesimo telefonante.
<< Buongiorno Diego, sono papà. Ti ho svegliato? >> Mi domanda.
<< Non importa papà. Dimmi. >> Rispondo. Ho passato la notte peggiore della mia vita!
<< Ti volevo dire che l’incombenza di licenziare quel cretino di un addetto alla video sorveglianza l’abbiamo cancellata dalla lista. Il tale si è già dimesso tempo fa. >> Mi racconta.
<< Meglio così. E preghi il suo Dio che non attraversi mai la strada mentre sto guidando la mia auto. >> Commento. Lo faccio secco!
<< Hai già letto? >> Mi domanda dopo un po’ di esitazione.
<< Cosa dovevo leggere? >> Domando, pur immaginandolo.
<< Il primo del tanti articoli. Te lo invio. >> Mi risponde. Mi distraggo dalla sua voce accorgendomi che la mia fragolina non si trova accanto a me a letto.
<< Va bene papà, ci sentiamo. >> Rispondo ponendo fine bruscamente alla telefonata. Mi infilo una t-shirt e mi reco al piano inferiore.
<< Piccola. Mi sono spaventato non venendoti a letto. >> Intervengo. Ci scambiamo un bacio.
<< Buongiorno. Temevi che mi avesse rapita Patrizia Fernandez? >> Domanda. Per lo meno stamattina riesce a sdrammatizzare.
<< Cosa stai facendo? >> Domando pur vedendolo.
<< Ero stufa di rimanere distesa a guardare il soffitto così sono scesa a svuotare degli scatoloni e a preparare la colazione. I pancakes sono quasi pronti. Eri al telefono amore mio? >> Mi domanda.
<< Sì, era mio padre. E ho altre chiamate perse da Cèsar, lo richiamo. >> Le spiego. Il mio amico risponde dopo qualche squillo.
<< Scusa Diego, ero sotto la doccia. Ti ho svegliato? >> Mi domanda quando accetta la telefonata.
<< Non tu, mio padre. Cosa c’è di così urgente? >> Gli domando visto che mi ha telefonato 4 volte.
<< In verità ti sembrerà una motivazione ridicola. Ti volevo chiedere se stasera potevi tenere con una scusa una cena a casa tua con tutta la famiglia. Ma proprio tutta…. Amici e parenti! Più siamo meglio è! >> Mi chiede.
<< Ma ti ha dato di volta il cervello? E perché mai? Che scusa dovrei adottare? >> Gli domando.
<< Dì che vuoi inaugurare la casa. Ti spiego… Io vorrei dire ai miei della mia omosessualità e di Michael prima che ripartano per Miami e mi sembrava una bella idea farlo in un territorio neutro, e con il vostro supporto, così non potrà fare scenate! >> Mi spiega. Mi accarezzo la fronte. Non mi va di avere la casa invasa da gente anche se, grazie al lavoro mattutino della mia fragolina, ora il piano inferiore è sgombro da scatoloni vari.
<< Cèsar se posso darti un consiglio, credo che certi argomenti vadano discussi tetè-a-tetè! >> Gli consiglio.
<< Io non ce la faccio. Non ne avrei il coraggio da solo con lui, ho troppa paura. Mi sentirei più sicuro con tutti voi intorno. Ti prego! >> Mi supplica. Sospiro.
<< E sia. Anche se inaugurare la casa oggi con quanto accaduto ieri… non mi sembra il momento opportuno per fare festa! >> Chioso.
<< Invece sarebbe un’ottima occasione e un motivo per distrarci. Grazie, grazie, grazie! >> Mi esprime riconoscenza.
<< Ma sappi che la cena verrà ordinata. Non c’è tempo per cucinare per tante persone. >> Spiego.
<< Va benissimo, e il conto del ristorante è a nostro carico! >> Mi sembra il minimo!
<< Ci vediamo questa sera. >>
<< A stasera! Ancora grazie! >>
<< In bocca al lupo amico! >> Lo saluto, ponendo fine alla telefonata. Ritorno in cucina mentre apro il link che mi ha inviato mio padre.
<< Amore, cosa voleva Cèsar? >> Mi domanda Isa che nel frattempo ha completato la preparazione della colazione e ha allestito la tavola.
<< Stasera avremo ospiti a cena. Leggi qui. >> La invito.  Le basta leggere il titolo per rabbuiarsi. Mi accarezza una spalla.
 
 
 
[Paola]
<< Tesoro mio ti sembra la mossa giusta da fare? >> Mi domanda il mio… ragazzo. Sì, Alec è il mio ragazzo. Ho deciso di non rispondere a quell’email di Gonzalo e questa scelta a sua volta ne comporta un’altra ovvero impegnarmi in questa relazione!
<< Sì. Io devo agire per riuscire a riscattarmi. >> Rispondo mentre chiudo le fibbie delle scarpe che ho deciso di indossare.
<< Se è così, ti auguro in bocca al lupo. Ci vediamo più tardi ok? E scusa ancora per stanotte,sono crollato nella vasca da bagno e quando mi sono svegliato era tardissimo perciò non ti ho raggiunta. >> Si giustifica. Tanto ero ancora sveglia. A leggere quella bellissima email. E tra l’altro non avrei sopportato la sua presenza, sconvolta com’ero da quella missiva telematica.
<< Non ti preoccupare. Ci vediamo per pranzo. >> Lo congedo.
<< A dopo. Ti amo. >> Mi saluta. Esito prima di premere il bottone rosso che pone fine a questa telefonata in viva voce.
<< Secondo me il tuo ragazzo non ha tutti i torti. Rischi di ricevere la porta in faccia. >> Mi “aiuta” la mia amica a coinquilina mentre in piedi mangia latte e cereali. Io mi infilo il cappotto.
<< Devo pur provarci. Ti faccio sapere. >>
<< Ciao tesoro. Salutami tuo padre. >> Mi prega, sapendo che dopo essere stata dove voglio andare andrò a fare colazione da mio padre.
 
 
 
[Grace]
Odio la mattina e detesto il momento di aprire gli occhi. Ma tale momento arriva inesorabile, ed è terribile quando interrompe un bel sogno. Ho sognato la serata di ieri sera ma un epilogo ben diverso: Leon posava le sue belle labbra non sulla mia fronte, bensì sulle mie. Emetto un mugugno di disapprovazione sprofondando nuovamente nel materasso. Mi tiro il lenzuolo fino al viso. E’ la voce del giornalista che presenta il notiziario della mattina a spingermi ad abbandonare la mia stanza da letto alla volta della cucina. Mio padre e mio fratello sorseggiano un caffè mentre apprendono le ultime novità sull’Ecomoda.
“ E ora passiamo alle notizie di spettacolo. Non si può certo dire che la nuova collezione della nota casa di moda Ecomoda non abbia dato scandalo! Ma a sconvolgere gli appassionati di moda non sono stati i modelli presentati bensì un filmato che…”
Il giornalista continua a parlare dell’avvenuto ma io non lo ascolto… Mi verso un caffè e fisso la città fuori dalla finestra. Ma chi voglio prendere in giro, lui non si dimenticherà della sua ex!
 
Quegli occhi celesti mi mettevano a disagio, per ciò cercavo sempre di distogliere lo sguardo.
<< Tu vivi qui o sei a Cartagena per vacanza? >> Mi domandò, dopo aver finito di mangiare il suo pezzo di cocco.
<< Ci vivo. >> Precisai, imbarazzata dalla presenza di un ragazzo più grande di me e tanto carino.
<< Per la verità ci spostiamo spesso da Bogotà a Cartagena, mio padre ha dei ristoranti in queste due città. >> Raccontai.
<< Che tipo di ristoranti? >> Mi domandò.
<< Di pesce. E tu sei sui per svago? >> Chiesi cercando un pretesto per fare conversazione e conoscerlo meglio.
<< Lavoro, faccio l’avvocato. Anche svago, a dire la verità. Vengo da Bogotà dove ho subito una cocente delusione e cercavo un pretesto per allontanarmi da lì! >> Anche lui viene da Bogotà, pensai subito che magari avrei avuto altre occasioni per rivederlo!
<< Delusione sentimentale? >> Domandai delusa! Era impegnato in una relazione! Lui mi guardò prima di rispondere.
<< Perdonami, sono stata indiscreta! >> Mi scusai imbarazzata. Mi aveva presa per un’impicciona!
<< No, tranquilla non c’è problema. Sì, esatto. Ho conosciuto una ragazza con sui mi sono messo insieme pur sapendo che era da sempre innamorata del suo migliore amico. E’ terminata quando il tale ha deciso che la ricambiava! >> Mi narrò.
<< Sei coraggioso. >> Commentai ammirata.
<< Perché mai? >> Mi chiese aggrottando le sopracciglia.
<< Amare qualcuno è già complicato di per sé, tu addirittura scegli di amare qualcuno che non ti ricambia. Bhe, io devo proprio andare prima che la testa della mia matrigna vada a fuoco. >> Risposi, alzandomi. Raccolsi le mie infradito e mi incamminai verso i gradini scavanti nella roccia.
<< E’ stato un piacere Grace. >> Mi salutò colui che al tempo era ancora uno sconosciuto che ma che aveva fatto breccia nel mio cuore.
<< Anche per me Leon. >> Fu l’ultima cosa che gli dissi, prima di rivederlo alla cena di compleanno di Silvia.
 
<< Terra chiama Grace! Sorellina?! >> Mi richiama alla realtà mio fratello.
<< Dimmi. >> Rispondo.
<< Stavamo solo dicendo che ieri sera sarà stata una serata movimentata. Quel video popola tutti i notiziari. >> Chiosa mio padre.
<< Hai intenzione di chiamare Betty per offrirle una spalla si cui piangere? >> Lo punzecchio, spalmando una fetta biscottata con della cioccolata. Mio padre mi redarguisce con lo sguardo.
<< Perché non dovresti? Quella strega di Alma si è tolta di mezzo. >> Commenta mio fratello.
<< Perché Betty è felicemente sposata, ad esempio! Non sapete di cosa state parlando. Per lei i mesi passati insieme a me sono stati mesi difficili perché non aveva mai smesso di pensare ad Armando. Non potrei mai mettermi fra di loro, non di nuovo! >> Esclama prima di abbandonare la stanza e tornarvi pochi istanti dopo con un pacco rettangolare.
<< Invece di parlare di me, non c’è qui qualche signorina che dovrebbe dirci qualcosa? >> Domanda mio padre alludendo a me appoggiando il pacco sulla penisola della cucina.
<< E’ per me? >> Domando sorridendo.
<< Sì, stando al biglietto. E’ di quel ragazzo con cui esci ogni tanto? Pensi di presentarmelo? >> Mi domanda papà.
<< Papà, già l’hai conosciuto alla cena di compleanno di Silvia. >> Rispondo paonazza. Afferro il biglietto con le mani tremanti. Non posso credere che Leon mi abbia fatto un regalo!
<< Intendo in modo ufficiale! >> Precisa. Io apro il biglietto e ne leggo il contenuto:
 
E’ stata una bellissima serata, come le precedenti che abbiamo passato insieme. Se ti invito fuori è perché sto bene insieme a te, ricordatelo. Buona giornata, Leon.
 
Il cuore mi batte all’impazzata. Tolgo il coperchio dal pacco per poi scostare la carta velina. Per poco non mi viene un colpo! Sorrido. Il pacco contiene quel vestito presentato alla sfilata per cui ho sbavato tutta la sera! E’ un minidress dal taglio semplice, senza spalline, ha la scollatura a cuore e la gonna stretta lungo i fianchi. E’ blu, il mio colore preferito.
<< Non ne vedo il bisogno papà, non c’è niente tra noi due. >> Pongo fine alla conversazione chiudendo la scatola e correndo nella mia stanza. Vorrei chiamarlo ma mi tremano le mani!
 
 
[Daniele]
Sono sveglio ormai da un’ora ma non ho avuto il coraggio di alzarmi da questo divano per non svegliare Patrizia, mia moglie che ancora amo, anche se non lo dimostro. La mia consorte dorme beata con la testa appoggiata alla mia spalla. Sono riuscito a raggiungere il telecomando e sto guardando i notiziari senza audio. Dovunque si parla di quel dannatissimo video! La domestica al suo risveglio deve averci visti addormentanti sul divano così ci ha coperti con dei pile e ha richiuso le porte scorrevoli del salone. Mia moglie ha avuto occhio quando l’ha scelta fra tante per assumerla, al posto di Ingrid. Abbandono la testa contro il divano ricordando quei giorni. Mi ha privato dell’infanzia di mia figlia e con le sue azioni a sua volta a privato anche mia figlia della sua infanzia. Deve pagarla in qualche modo. Sento che non vivrò serenamente fino a che non le dirò in faccia quanto è stata miserabile. Il sonno di mia moglie viene disturbato dal campanello che suona.
<< Buongiorno Patty. >> La saluto.
<< Buongiorno. Ma che ore sono? Ci siamo addormentati qui? >> Constata, osservando che indossa ancora l’abito da sera e io il mio completo.
<< Sì. Sono le nove di mattina, ti avrei svegliata tra poco. >> Le rispondo.
<< Dani lo sai che ci metto un secolo a prepararmi, vestirmi, truccarmi… >> Mi redarguisce. Certo che lo so! Scosta il pile e posa le gambe per terra.
<< Quindi verrai al pranzo? >> Le domando speranzoso.
<< Daniele io ho abbandonato una figlia. Non permetterò che tu commetta lo stesso errore, non sbaglierò ancora. >> Mi rassicura. Accarezzo la sua guancia e catturo le sue labbra. Veniamo disturbati da qualcuno che bussa alla porta del salone.
<< Sì, Rhonda, entri.  >> La invito ad entrare.
<< Perdonatemi. Ma avete una visita. Io le ho detto che non era possibile essere ricevuta! >> Ci informa la domestica.
<< Di chi si tratta? >> Le chiede mia moglie, per riservarsi il diritto di liberarci di questa persona.
<< La signorina Paola. Le dico di tornare? >> Chiede permesso Rhonda.
<< No, per carità. Ce la ritroveremo alla porta ogni dannatissima mattina! Ci voglio parlare. >> Rispondo. Ci ricomponiamo alla meglio possibile prima di raggiungerla nell’ingresso.
<< Patrizia, amore mio, ma non avevamo disinfestato questa casa e il parco dalle vipere tanti anni fa, quando abbiamo acquistato la proprietà? >> Intervengo malevolo.
<< Si tesoro mio, così ricordo! >> Risponde la mia consorte. Paola vorrebbe sprofondare, glielo leggo in faccia!
<< Eppure ne ho una davanti agli occhi! Che diavolo vuoi? Con quale coraggio ti presenti a casa mia? >> Domando ad un passo dall’esplosione. Il solito Daniele preme per emergere!
<< Daniele, Patrizia, mi merito ogni insulto che avete voglia di rivolgermi. Sono venuta qui per scusarmi di quando accaduto, non avrei dovuto dare retta a mia madre! Ma ero arrabbiata e… >> Interviene Paola borbottando. Non l’avevo mai vista così insicura.
<< Non voglio sentire patetiche giustificazioni! Non ci sono giustificazioni! LA MIA BAMBINA E’ SU TUTTI I NOTIZIARI, RIPRESA MENTRE FA SESSO! TU E LA TUA TESTA BACATA FARESTE MEGLIO A SPARIRE DALLA MIA PROPIETA’! >> Esplodo. Mia moglie mi accarezza il petto esortandomi a mantenere la calma. Ma come faccio?!
<< Io speravo di poter parlare anche con Giulia. >> Ammette la mentecatta con gli occhi lucidi.
<< Non che questo sia affar tuo, ma Giulia non vive più qui. >> Le spiega mia moglie.
<< Quindi hai fatto un viaggio a vuoto. E faresti meglio a desistere in questo intento, ti vieto categoricamente di rivolgerti a mia figlia Giulia! >> Le ordino. Mi sto tradendo, per il mondo la mia unica figlia è Giulia. Oltretutto nelle sue condizioni non le serve una conversazione con questa specie di complottista da due soldi, le causerebbe stress che potrebbe danneggiare il bambino. Non posso credere che tra qualche mese sarò nonno. Mi sembra ieri che sono andato a casa di Marcella dove ho trovato Patrizia in preda ad una crisi di nervi per l’aver appena scoperto di essere incinta di David e sono già nonno?
<< Mi dispiace. Vorrei che sapeste che ho tentato di fermare mia madre, e che mi sono allontanata da lei e dalla sua influenza definitivamente. >> Si giustifica nuovamente.
<< Non ci hai provato a sufficienze evidentemente. E così mia figlia è la barzelletta del momento! >> Le redarguisce mia moglie.
<< Mi sembrava di essere stato chiaro: niente patetiche giustificazioni. Ma come sorprendermi? Non ascolti nessun’altro se non la tua psico-mamma! Rhonda, accompagna la signorina da Carlos che la scorterà al di fuori della proprietà. E riferisci a Carlos il mio ordine di non farvi più accedere né la signorina qui presente, né i membri della sua famiglia! >> Ordino categorico.
<< Certo signor Daniele. >> Ubbidisce Rhonda.
<< Mio padre no! Daniele, mio padre era allo scuro di tutto, te lo giuro! E’ stato preso in giro da mia madre… e non solo riguardo a questa storia! Lui non si merita il vostro disprezzo… E’ anche lui una vittima di questa faccenda. >> Si prodiga a difendere il padre. Mi sfugge un ghigno.
<< E’ stato preso in giro da tua madre? Perché, da te no? Se è vero che non c’entra niente dovrà chiudersi in casa dalla vergogna per avere una figlia e una moglie del genere. Vattene da casa mia! >> Esclamo.
<< Ti abbiamo accolta in questa casa come una figlia, ho ascoltato i tuoi sfoghi come un’amica in questi anni… Ho offerto la mia amicizia a tua madre. Siete due serpi! >> Conclude mia moglie. La tipa, piangendo, abbandona la nostra casa. Per l’eternità, spero!
 
 
[Isabella]
<< Dottor Valencia, ecco a lei il referto. Vi auguro buona giornata! >> E’ intervenuta una gentile infermiera, allungando a colui che poteva essere mio padre una busta sigillata.
<< Grazie a lei. >> L’ha salutata Daniele.
<< Arrivederci. >> L’ho salutata a mia volta. Daniele ha fissato quella busta come se fosse il Santo Graal.
<< Credo sia meglio se l’apri tu. Aspetti questo momento da tutta la vita. >> Ha proposto, allungandomi la busta. Da tutta la vita mi sembrava esagerato, non era passato tanto tempo dalla scoperta che Juan non era il mio vero padre. Non ho protestato con inutili commenti e ho afferrato quella busta sedendomi su una poltrona della lussuosa sala d’aspetto. Con le mani tramanti ho strappato il bordo per poi estrarre quel foglio piegato. Mi è mancato il fiato mentre leggevo tutte quelle informazioni inutili, impaurita di arrivare alla parte in cui comunicano l’esito. Se Daniele non avesse dovuto essere mio padre avrei dovuto ricominciare la ricerca. Non sono riuscita ad arrivare alla parte riguardante la compatibilità o meno perché Daniele mi ha strappato il referto dalle mani. Si è inginocchiato di fronte a me.
<< Aspetta. Se qui dovesse esserci scritto “non compatibile” volevo sapessi che in questi ultimi giorni ho avuto l’occasione di conoscerti meglio e che mi è dispiaciuto per come ti ho trattata nelle settimane precedenti. E sappi che mi metterò a disposizione per cercare il tuo vero padre se non dovessi essere io, ok? >> Si è offerto. Ho pulito una lacrima con palmo della mano annuendo. Daniele mi ha reso il foglio e a quel punto sono andata direttamente al punto del responso ripetendomi che doveva essere mio padre. Volevo che fosse mio padre! Il cuore mi è balzato in gola quando ho letto quella parola scritta in grassetto: “compatibile”. Sono scoppiata a piangere sfiorandomi il naso con il dorso della mano e osservando gli occhi scuri di mio padre!
<< Cosa dice? >> Mi ha chiesto papà, ma non ero in grado di dargli una risposta. Ha afferrato il foglio e ha letto lui stesso. L’ho osservato trattenere il respiro per pochi secondi per poi liberare il polmoni. I suoi occhi sono diventati lucidi.
<< Non piangere, ok? Sappi che non ti lacerò più. >> Mi ha rassicurata, accarezzandomi una gota. Spinta dal più puro istinto d’amore sono scivolata dalla poltrona, mettendomi in ginocchio, e gli ho allacciato le braccia al collo.
 
<< A cosa pensi? >> Mi domanda Diego, posando accanto a me il piatto con un altro pancake.
<< Ripensavo al momento in cui papà ed io abbiamo aperto la busta con il referto. >> Rispondo.
<< Quel giorno quando sei tornata a casa in lacrime per poco non mi è venuto un colpo. E’ stata una liberazione anche per me quando pochi istanti dopo aver trovato parcheggio è arrivato Daniele il quale mi ha dato la notizia. >> Ricorda.
<< Scusa, non riuscivo a proferire parola. Per tutto il viaggio di ritorno in macchina non gli ho parlato. Ero felice ma ero anche talmente sconvolta che non sapevo cosa fare. >> Proseguo nella narrazione di quel ricordo.
<< Vedrai che Patrizia accetterà la cosa. >> Mi rassicura Diego, accarezzandomi dolcemente la schiena. Mi propendo verso di lui cercando le sue labbra.
 
 
 
[Giulio]
<< Mi vuoi dire dove stiamo andando? >> Si lamenta la mia fidanzata per l’ennesima volta, mentre il taxi procede verso la destinazione designata. Questo mezzo era l’unico possibile visto che sono ancora senza patente e far guidare Silvia con la benda agli occhi si sarebbe rivelato difficile! Non vedo l’ora di riaverla fra due mesi!
<< Un po’ di pazienza, siamo quasi arrivati. Accosti qui, grazie. >> Do indicazioni all’autista in quale ubbidisce. Pago la corsa e aiuto la mia bellissima fidanzata a scendere dall’auto.
<< Ti sembra il caso di festeggiare con una sorpresa dopo la catastrofica serata di ieri? >> Commenta. L’abbraccio da dietro.
<< Senti. Questa sorpresa l’avevo in mente da tempo, prima che psico-impellicciata ci rovinasse la reputazione! Non permetterò a nessuno di rovinarla. Ti tolgo la benda, pronta? >> Lei annuisce e le slaccio il nodo. Non dice una parola osservando la casa di fronte a sé. Si guarda attorno osservando le abitazioni circostanti recintate da impalcature e gru. In questo quartiere, apparentemente abbandonato, spiccano alcune ville bellissime appena rimesse a nuovo. Chissà come sarà la nostra una volta finita!
<< Che significa? >> Si domanda Silvia.
<< L’ho comprata! >> Esclamo tutto gasato.
<< Hai comprato una villa diroccata? >> Domanda scettica, osservando la cancellata mezza mancante, l’erba altissima e incolta, gli alberi secchi, il tetto pericolante, etc.
<< Adesso la vedi così, ma una volta restaurata sarà una bomba! Questo quartiere ha visto giorni migliori, devo essere sincero. Le case sono state abbandonate quando sono diventate troppo vecchie per essere abitate perciò ora costano una miseria. Ma guarda come diventerebbe una volta terminata? >> Le faccio notare puntando il dito verso una villa restaurata.
<< Tu non puoi avermi comprato una casa senza che prima la vedessi! >> Esclama dandomi un buffetto sul petto. La prendo per mano e l’accompagno dentro stando attendi agli scalini e al porticato di legno, anch’esso pericolante! Quando entriamo resta molto sorpresa!
 
Con una sensuale lentezza mi avvicinai a lei, stesa a pancia in già sul letto con indosso solo delle culottes, iniziando a posare dolci baci lungo il suo corpo iniziando dal suo piede e salendo fino al suo fondoschiena.
<< Buon San Valentino, amore mio! >> Esclamai, sussurrando queste dolci parole al suo orecchio.
<< Buon San Valentino anche a te tesoro. Come sai di buono! >> Esclamò.
<< Oggi ho usato quello al caramello! >> Risposi, riferendomi ai bagnoschiumi dalle mille fragranze con cui aveva invaso la nostra vasca da bagno.
<< Cosa fai? >> Le chiesi, stendendomi davanti a lei. Lei richiuse il PC.
<< Niente, è una cavolata. >> Tagliò corto. Io, curioso, riaprii il PC.
<< Annunci immobiliari? >> Chiesi spaventato. Voleva andarsene?
<< Sì, stavo guardando un sito di annunci immobiliari. >> Confermò.
<< Perché mai? Ho fatto qualcosa di male? Russo? Puzzo? >> Le domandai preoccupato! Lei scoppiò a ridere.
<< Difficile che tu possa puzzare, visto che il nostro bagno è una profumeria! Amore mio guarda meglio, potrei mai permettermi queste case? >> Mi fece notate. Osservando meglio mi resi conto che stava guardando annunci di ville costosissime. Mi rilassai.
<< E’ un gioco stupido che faccio. Fantasticare di vivere in una villa come queste! Lo so, è una cretinata. >> Mi spiegò, in risposta al mio sguardo perplesso. Si mise a sedere imbarazzata. Mi sedetti anche io iniziando ad accarezzarle i capelli.
<< Vuoi saperla una cosa? Io sono più felice in questo mini appartamento rispetto a quando vivevo dai miei, con palestra, piscina coperta e scoperta e un milione di altri lussi! >> Esclamai guadagnandomi un bacio.
<< Non dico che non sono contenta qui. Io voglio stare dove stai tu! Ma mi sono chiesta per tutta la vita come sarebbe abitare in una villona del genere! Te l’ho detto, è un gioco sciocco. Ti va un toast? >> Mi domandò. Annuii.
 
 
<< Ho deciso di spendere così parte dei soldi che mi hanno lasciato i miei. Certo, vista così ora non sembra una di quelle ville dei siti web, ma vedrai come diventerà alla fine della ristrutturazione! >> Le spiego, proseguendo il giro. Usciamo per visitare il cortile sul retro dove c’è un’enorme piscina, vuota e sporca.
<< C’è un sacco di lavoro da fare. >> Commenta. Per tutto la visita non ha detto mezza parola!
<< Allora, cosa dici? L’idea mi è venuta il giorno di San Valentino quando hai detto che avresti sempre voluto vivere in una villa. E poi ho pensato a quanto sarà bello lavorare insieme alla ristrutturazione, scegliere i materiali, i mobili… >> Sproloquio, aspettando una sua reazione. Il mio blaterale viene fermato quando le sue carnose e invitanti labbra incontrano le mie. L’abbraccio forte ricambiando il bacio. Quando ci separiamo mi rendo conto che piange.
<< Non posso crederci… Mi hai regalato una casa! >> Esclama.
<< E’ un passo avanti, stavolta non mi hai picchiato! >> Commento, strappandole una risata. Anche i miei occhi si inumidiscono.
<< Sei la mia regina e come tale ti meriti un palazzo! >> Esclamo, mordendole il labbro inferiore. Lei mi allaccia la braccia al collo.
 
 
 
[David]
<< Dai Cami! Non puoi stare là sotto per tutto il giorno. >> Le faccio notare, cercando di convincerla ad alzarsi.
<< Sì che posso! Non uscirò nel mondo brutto e cattivo! >> Protesta da sotto il piumone. La sua voce mi arriva ovattata.
<< Vuoi deludere così Diego ed Isa? Isa ha bisogno di noi a quel pranzo. Dai, amore mio. >> Le faccio notare, sfruttando Isabella e il pranzo come pretesto.
<< Ho l’impressione di aver faticato tanto per niente. Si parlerà di questo lancio per via del video e non per i modelli. >> Commenta scoprendo la testa. Mi stendo accanto a lei e l’abbraccio.
<< Vedrai che non è così e che le vendite andranno bene. >> Cerco di rincuorarla, anche se infondo so che questa storia del video non si sgonfierà tanto facilmente!
<< Questo è poco ma sicuro, il nome dell’azienda è sulla bocca di tutti. >>
<< Cosa ne dici di venire a fare colazione? >> Le propongo, baciandole dolcemente una gota.
<< Sì ma vorrei prima fare la doccia. >> Mi spiega. Mi alzo e le tolgo il lenzuolo di dosso.
<< David! >> Strilla divertita quando la prendo in braccio.
<< Allora andiamo! >> Esclamo accompagnandola in bagno. La poso dolcemente nella doccia dove vi entro e chiudo il box alle mie spalle.
<< Sei tutto matto. >> Chiosa, prima di costellare di dolci baci il mio collo. Le sue dita perfette accarezzano il mio torace sotto la t-shirt. L’aiuto librandomi di essa prima di cercare le sue labbra. Quanto mi piace accarezzare la sua schiena, fino a scendere lungo i glutei per poi raggiungere le cosce… Apro l’acqua e sì, ci facciamo anche la doccia tra le altre cose. Non vedo l’ora che diventi mia moglie!
 
 
[Roberta]
Lo sorprendo alle spalle mentre è seduto a fare colazione. Lui sussulta leggermente mentre io gli poso un bacio sul collo.
<< Mentre ero sotto la doccia ho sentito il telefono squillare. Quale dei nostri numerosi parenti era? >> Gli chiedo, sistemandomi il turbante che sta per cedere.
<< Era David. Non riesce a convincere Cami ad uscire dal letto. E poi voleva avvisarmi che non è più necessario che lo aiuti nel favore che mi aveva chiesto. >> Mi narra, invitandomi a sedere sulle sue gambe. Gli accarezzo la nuca.
<< Ovvero? >> Chiedo curiosa.
<< Mi dispiace dottoressa Mora, sono segreti fra uomini! >> Esclama.
<< Lorenzo Mendoza, mi nascondi qualcosa? >> Gli domando sollevando un sopracciglio, contrariata.
<< Amore mio ho fatto una promessa al mio amico e cognato. Non te ne posso parlare! >> Mi risponde, deciso a mantenere la parola data a David.
<< Io sono sua sorella, perché non mi ha coinvolta nella sorpresa? >> Mi lamento leggermente invidiosa.
<< C’è una ragione valida, credimi. E quando saprai di cosa si tratta capirai! >> Gli accarezzo le guance.
<< Lorenzo Mendoza, mi fido di te. So che non mi nasconderesti niente. >> Lo rassicuro, prima di posare un casto bacio sulle sue labbra. Sto per alzarmi intenzionata ad avvicinarmi alla cucina per versarmi una tazza di caffè ma lui mi trattiene.
<< Cosa c’è? >> Gli chiedo notando che vuole dirmi qualcosa me non gli escono le parole.
<< Al college mi sono filmato mentre facevo sesso con una ragazza. >> Mi annuncia senza tanti preamboli.
<< Ah. Spero che quel filmato sia morto e sepolto! >> Esclamo. Non sarei paziente come Isabella nel vedere il mio fidanzato proiettato in tutto il mondo in performance erotiche!
<< Sì, cioè io l’ho cancellato dopo un po’ e a lei non lo avevo mai dato. Quindi nessuno a parte me lo ha visto. Credevo che all’epoca fosse una cosa fica, si insomma… guardare con la propria ragazza mentre fai sesso… >> Commenta visibilmente imbarazzato. Non trattengo una risata.
<< Ti diverti a prendermi in giro? >> Mi domanda offeso. Ci guadagno una spennellata di marmellata in faccia.
<< Non posso credere che tu lo abbia fatto! >> Esclamo beandomi del suono della sua risata che termina presto quando ricambio il “favore”!
 
 
[Cèsar]
Ammiro i suoi occhi celesti, ripensando a quanto può essere stupido un essere umano impaurito dai propri sentimenti.
<< A cosa stai pensando? >> Mi domanda il mio fidanzato.
<< Che sono felice. Non vorrei abbandonare il nostro appartamento! >> Esclamo.
<< Neanche per recarci alla cena durante la quale usciremo allo scoperto con la tua famiglia e i nostri amici? >> Mi domanda.
<< Sì, solo per quel motivo! >> Rispondo cercando le sue labbra.
<< E neanche per accompagnarmi al pranzo durante il quale conoscerò la mia nuova sorella? Di nuovo. >> Mi domanda, terminando la frase con una battuta riferita a Roberta.
<< Devo proprio venire? >> Mi lamento.
<< La mia famiglia sa di noi. >> Mi ricorda.
<< Sì, ma tuo padre mi fa paura. Ieri sera sono riuscito ad evitarlo anche se le sue occhiatacce non mi sono passate inosservate! E oggi vuoi farmelo incontrare apposta? Cosa ti ho fatto di male?! >> Scherzo, sprofondando sul letto. Michael si mette a cavalcioni su di me ed inizia coccolare il mio petto.
<< Ti prego! Non potrai evitare mio padre in eterno. E poi Isa è anche tua cognata. Non vuoi conoscerla meglio? >> Mi domanda. Mi siedo e lo bacio.
<< Cercare di fare colpo sulla tua famiglia per farmi accettare è un’ottima motivazione. >> Rispondo.
<< Lo sai quanto ti amo? >> Mi domanda accarezzandomi una guancia.
<< Sì. E tu lo sai quanto ti amo? Tantissimo. E sarà il mio scopo di vita ricordartelo ogni giorno! >> Rispondo sorridendogli.
 
 
 
[Alexander]
Nascosto dall’isola della cucina mi rigiro tra le mani questa piccola scatoletta di velluto che mi porto dietro da almeno una settimana ormai. Mi sta facendo un buco nelle tasche dei pantaloni. Da giorni oramai mi sto rampiccando il cervello per cercare le parole, la location, la situazione giusta per farle la proposta! Se avessi i ricordi riguardanti l’inizio della nostra storia sarebbe più facile! Ma ciò che ricordo è poco e niente.
 
Il viaggio di ritorno in aereo mi era sembrano eterno e ora mi attendeva il ritorno in macchina dall’aeroporto a casa. Come se non bastasse c’era anche un incidente che mi costrinse a restare imbottigliato nel traffico lungo il lungomare. Sbuffai mentre osservai di nuovo l’ora sul mio smartphone. Volevo tornare al più presto a casa dalla donna che presto mi avrebbe reso padre.
<< Piccola, sono bloccato nel traffico. Intanto tu mangia qualcosa, non voglio che mangi ad orari sregolati, lo sai. Ti amo. >> Invai il vocale. Non avevo detto a nessuno del mio piano. Avevo detto a tutti che i miei viaggi  Houston erano dovuti a lavoro e non ho raccontato il reale motivo. Dio solo sa quanto mi ha dato fastidio chiedere al quel fedifrago di Russell il favore di rispondere che mi recavo in Texas per impegni di lavoro, qualora qualcuno avesse chiesto. Non ho detto neanche al mio pseudo padre il reale motivo dei miei viaggi e lui non ha fatto domande: farebbe qualsiasi cosa per riguadagnarsi la mia fiducia. Ed io farei qualsiasi cosa per recuperare la memoria. Sbuffai di nuovo quando mi resi conto che nella cabrio di fronte a me una coppia stava litigando. Lei lo accusò di aver flirtato con un’altra di fronte a lei in discoteca approfittando della sua assenza mentre era alla toilette, durante il loro primo appuntamento. Ma chi organizzerebbe un primo appuntamento in discoteca? Lui si protese verso il sedile del passeggero e la baciò. Lei gli tirò un sonoro ceffone prima di scendere dal veicolo. Una fitta mi attraversò la testa prima di essere colto da un altro flash! Eravamo in questa macchina, io l’ho baciata e lei mi ha tirato un ceffone prima di scendere ed entrare in casa. Sorrisi non solo per quel flash della mia memoria ma perché mi resi conto che ,a quanto pareva, la mia Olga è più peperina di quando pensassi! Mi si inumidirono gli occhi dalla gioia e, se il tipo dietro di me non avesse suonato il clacson per esortarmi a procedere, sarei rimasto a lungo immerso nei miei pensieri.
<< Ehi, scusa! Sposta la macchina! >> Urlai al tale che nel frattempo aveva rincorso la sua donna per continuare il litigio al lato della strada.
 
 
<< Bel casino ieri sera alla sfilata. >> Commenta Olga, seduta sul divano della stanza che occupa cucina e soggiorno, mentre sgranocchia dei cereali.
<< Già. Chissà come usciranno da tale casino. >> Rispondo riponendo la scatoletta in tasca.
<< Bhe ci sono anche state cose belle. La collezione di Camilla e Ugo è stupenda, Lorenzo e tua sorella hanno annunciato la loro relazione. Idem riguardo Giulio Valencia. Da quello che hai raccontato lo credevo una specie di vampiro! >> Commento. Olga ridacchia quando sentiamo suonare il campanello.
<< Donna! >> Esclama la mia piccola, abbracciando la sua amica del cuore.
<< Ciao tesoro. Ciao Alex! >> Mi saluta.
<< Ciao Donna. Cosa ti porta da queste parti? >> La saluto.
<< Bhe ho una sorpresa per il mio nipotino, o nipotina. Ma ho bisogno di due braccia muscolose per scaricare la macchina! >> Esclama prima di darmi un leggero pungo sul braccio. Raggiungo la sua auto insieme a lei per scaricare questa sorpresa.
<< Donna ma non dovevi! >> Le dico spingendo la culletta lungo il vialetto di casa e poi trasportandola per le scale sotto al portico. Olga e senza parole.
<< Perché mai? Sarebbe rimasta ancora per molti anni nella nostra soffitta a prendere polvere! >>Esclama, alludendo al fatto che né lei né sua sorella sono intenzionate ad avere dei figli.
<< E’ stupenda. Era la vostra culletta? >> Le domanda Olga con le lacrime agli occhi. La sua amica annuisce.
<< Vorrei che questo fagiolino si ricordasse della zia Donna, anche quando sarete a Bogotà! >> Esprime il desiderio Donna accarezzando il ventre di Olga.
<< Ho perso il conto, ma quanto zii ha questo bimbo? >> Commento suscitando le risate delle presenti.
 
 
 
[Paola]
Stamane truccarsi è stata una pessima idea. Guardandomi nello specchietto retrovisore cerco di pulirmi il viso alla bene e meglio con un fazzolettino, prima di scendere dall’auto ritrovandomi di fronte la casa dove sono cresciuta. Entro utilizzando la mia chiave.
<< Papà? >> Lo chiamo a gran voce. A sopraggiungere è solo la domestica.
<< Signorina Paola, suo padre…. >> Cerca di dirmi.
<< Buongiorno Carlita, è nel suo studio? O è già uscito? >> Le domando
<< E’ già uscito. >> Mi risponde. Nello istante spunta fuori la strega dal cui ventre sono nata.
<< Paola, tesoro! >> Esordisce.
<< Ieri sera hai perso il diritto di chiamarmi così! Che diamine ci fai in casa di mio padre?! >> Chiedo mordace.
<< Questa è ancora casa mia. >> Replica con la faccia tosta che la caratterizza.
<< NO! NON LO E’ Più DAL MOMENTO CHE HAI DECISO DI VENIR MENO GLI OBBLIGHI COUNIUGALI! Papà è stato molto chiaro! Devi sparire! >> Tuono fuori di me.
<< Non puoi parlare così a tua madre! Parliamone tesoro! >> Insiste, cercando di accarezzarmi un braccio che ritraggo.
<< No! Sei solo una megera bugiarda! >> La offendo.
<< Devo ricordarti che tu eri d’accordo con questo piano di vendetta! Paola non mi piace il tuo aspetto, sei mia figlia e non devi mai piegare le spalle. Frequentare la plebe ti ha rammollita? >> Mi provoca alludendo ad Alec. Le vado incontro puntandole un dito al petto.
<< Non ti permettere di parlare di Alec con quella sporca bocca. Vai fuori di qui, non te lo ripeterò un’altra volta. Carlita, aiuta mia madre a fare le valigie e assicurati che non metta mai più piede in questa casa. Se non ubbidirai potrai considerarti licenziata entro stasera dicendo addio alle tue referenze! >> Tuono.
<< Come vedi mi somigli più di quanto vorresti! >> Mi provoca ancora mentre me ne vado sbattendo la porta. Forse ha ragione lei: sono tale e quale a mia madre. Tradisco il mio fantastico ragazzo e tratto il personale di servizio come se fossero pezze da piedi!
 
 
 
 
[Gonzalo]
Aggiorno continuamente la mia e-mail aspettandomi una risposta. Le ho scritto che sono pazzo di lei, per lo meno due righe di risposta, anche per dirmi di non cercarla più… e che cavolo! Il ritardo del nostro volo rende tutto più complicato. Se fossi già in volo avrei già vinto la tentazione di raggiungerla… Ma così è una tortura cinese. Mia madre torna dal bar con due moccaccini.
<< Grazie mamma. >> La ringrazio afferrando il bicchiere di carta.
<< Come mai hai deciso di lasciare la tua ragazza? >> Mi domanda.
<< Si è presentata di fronte a tutti come la mia fidanzata. Sai come la penso. >> Spiego. Mia madre mi accarezza la nuca.
<< E’ stata colpa mia forse, avrei dovuto insegnarti più cose sull’amore. Ma sappi che continuo a coltivare la speranza che un giorno mi renderai nonna! >> Commenta. Alzo gli occhi al cielo.
<< Mi dispiace infrangere i tuoi sogni, mamma! E poi semmai è colpa di papà se non credo nell’amore non tua. >> La rassicuro.
<< Maria Paola Solari. Non me lo sarei mai aspettato. >> Pensa a voce alta mia madre ancora incredula. La nostra conversazione viene interrotta dallo squillo del mio smartphone. Il mio cuore sussulta per una frazione di secondo prima di rendermi conto che a chiamarmi non è il membro della famiglia Ribeiro che io volevo.
<< E’ una videochiamata di lavoro da parte di Osvaldo Ribeiro, devo rispondere. >> Annuncio a mia madre prima di spostarmi per rispondere.
 
 
 
[Paola]
<< Buongiorno signorina Paola! >> Mi saluta la segretaria che staziona all’ingresso del reparto amministrativo dell’azienda di famiglia.
<< Buongiorno Rosa. Mio padre è in ufficio? >> Le domando preoccupata, sperando sia qui e non gli sia successo niente di grave.
<< Sì, è qui. Ieri sera mi ha chiamato pregandomi di arrivare presto, e redigere nuovamente i documenti riguardanti la vendita delle azioni a Marcus Torres. Quando sono arrivata sul presto era già qui. Scusi se sono invadente, ma non aveva un bell’aspetto. Posso fare qualcosa? >> Mi domanda, probabilmente notando che nemmeno io sono al top della presenza.
<< E’ nel suo studio? >> Chiedo tagliando corto.
<< No, l’ho visto dirigersi in sala riunioni dalla quale non è ancora uscito. >> Mi spiega. Mi dirigo verso di essa dove entro senza bussare. Me ne pento subito quando sul maxischermo che utilizziamo per le video conferenze c’è Gonzalo.
<< Paola! >> Esclamo più o meno coralmente. Gonzalo ed io ci guardiamo per qualche istante, mentre in sottofondo avverto i tipici avvisi degli aeroporti. Pensavo che fosse partito.
<< Figlia mia va tutto bene? >> Mi domanda papà riportandomi alla realtà. Scuoto il capo scoppiando a piangere  mi siedo a capotavola dal lato opposto allo schermo. Cerco di nascondere il mio viso all’obbiettivo della telecamera.
<< Gonzalo scusa, ti richiamo. >> Si scusa mio padre.
<< Certo. Vi saluto. >> Sento dire da Gonzalo. Mi alzo ed inizio a passeggiare per la stanza.
<< Papà, sono stata a villa Valencia per parlare con Giulia e mi hanno trattata in modo mostruoso! >> Inizio a raccontare. Papà mi viene incontro e mi abbraccia.
<< Amore mio. Passerà, vedrai che andrà meglio! Ne deduco che tu non sia riuscita a parlare con Giulia. >> Mi risponde papà.
<< No, non vive più lì. Papà sono una persona orribile! >> Piango, contro la sua spalla. Papà mi accarezza le guance costringendomi a guardarlo negli occhi.
<< No figlia mia. Tu hai cercato ti fare la cosa giusta! >> Mi rincuora.
<< Ma non ce l’ho fatta. Ho tradito la fiducia di Giulia, ho complottato alle sue spalle e ora sto tradendo la fiducia del mio ragazzo! >> Esclamo. Devo sfogarmi con l’unica persona di cui so potrò sempre fidarmi: mio padre!
<< E’ quel ragazzo che era con te su quel terrazzo ieri sera? Perché mai staresti tradendo la sua fiducia? >> Mi domanda.
<< Perché io non lo amo, papà! L’ho illuso e sto facendo la stessa cosa che Diego ha fatto a me. Il mondo mi sta crollando addosso e mi sento così confusa. >> Proseguo nel mio sfogo.
<< Piccola, la vita non è mai facile ci mette di fronte a delle prove che non ci aspettiamo. Ma non voglio sentire che ti paragoni a Diego o a chi che sia. Questo nuovo ragazzo perché ti sei messa con lui se non lo ami? >> Mi domanda papà.
<< Perché credevo di amarlo finché non è arrivato qualcun altro. Ed io non so cosa fare. >> Confesso.
<< Papi mi sento così ingiusta anche nei tuoi confronti. Hai appena scoperto che mamma ti tradisce e sto qui a parlarti del fatto che sono presa da due ragazzi. >> Mi vergogno di come sono! Abbasso lo sguardo ma papà mi costringe nuovamente a guardarlo negli occhi sollevandomi il mento.
<< Sono contento di consigliare mia figlia, prima che si sposi con la persona sbagliata commettendo un errore. Se è bastato l’arrivo di questo secondo ragazzo per  far vacillare le tue certezze verso il primo, non significa forse che il primo ragazzo è la persona sbagliata? >> Mi fa notare.
<< No, papà. Perché il secondo ragazzo non è un bravo ragazzo. Ma basta la sua presenza a farmi tramare, cosa faccio? >> Gli domando quando il pianto isterico inizia a cessare.
<< Non ho ancora fatto colazione. Hai fame? >> Mi invita. Annuisco.
<< Papà io sono come la mamma? >> Gli domando.
<< Non dire sciocchezze bambina. >> Mi rassicura accarezzandomi una guancia, quando siamo di fronte alle porte della sala riunioni.
<< Stamattina sono passata da casa ed era ancora lì. Mi ha praticamente detto che non è il caso che faccia tanto la lagna perché le somiglio. >> Racconto.
<< Non tesoro mio. Non le somiglierai mai perché tu sei qui a raccontarmi i tuoi turbamenti per cercare di fare la cosa giusta. Lei ha tramato alle nostre spalle invece! Ora andiamo. >> Mi fa notare, rincuorandomi.
 
 
 
FINE CAPITOLO 70.
 
Spero che questo capitolo vi piaccia. David avrà veramente rimandato la sua proposta, visto l’attuale umore di Camilla? Nicola Mora come prenderà la notizia dell’omosessualità di Cèsar e la sua relazione con Michael, personaggio a lui magari scomodo essendo il figlio di Daniele? Come evolveranno le varie coppie e situazioni? Come andrà il pranzo con la famiglia Valencia con la new entry Isabella?
A presto e buona quarantena! Auguro il meglio a tutti!
 
 
 
 
 
 
   
 
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