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Autore: Ania83e    11/04/2020    1 recensioni
Lui è un famoso calciatore, sempre circondato da bellissime donne, ma mai con una che gli fa battere veramente il cuore, finché non conosce lei, una ragazza semplice e timida, che invece c'è riuscita....Ma lui? È riuscito a colpire lei nel cuore?...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlos Santana, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il mio papà…


Amelì

 

-Mi dispiace per tuo padre, gli volevi molto bene?-

Mi chiede Carlos con un tono sofferente.

-Molto bene… -

Non riesco fare a meno di piangere, perché mille ricordi mi invadono.

Carlos continua a stringermi forte e mi accarezza anche la schiena, mi sento così bene con lui, sento il bisogno di sfogarmi.

-Io e mio papà eravamo molto complici, avevamo gli stessi gusti. Ci piaceva passare il tempo in casa a fare puzzle o guardarci un caterva di film mangiando schifezze a volontà.

Ma ci piaceva anche andare a fare lunghe passeggiate e soprattutto, andare al mare d'estate. Ricordo che non facevamo altro che giocare a carte e fare cruciverba insieme.-

Ormai sono un fiume in piena e non riesco a smettere. È la prima volta che racconto questa cosa a qualcuno.

-Era un bellissimo rapporto-

Mi da un dolcissimo bacio sulla testa e lentamente inizio a calmarmi, ma ormai sento il bisogno di sfogarmi completamente.

-Prima che morisse abbiamo litigato però. Lui aveva un sogno, cioè aprire un albergo tutto suo in un'isola della Grecia. Aveva investito una buona parte dei suoi risparmi in questo progetto, aveva persino trovato una vecchia abitazione e voleva ristrutturarla, ma per questo motivo si è dovuto trasferire lì, mentre io e mia mamma siamo rimaste qui.

Ero molto arrabbiata con lui per questa sua decisione, perché significava non vederlo per chissà quanto tempo. Così l'ultima cosa che gli ho detto è che lo odiavo… -

Mi rimetto a piangere più forte di prima, perché questa cosa mi tormenta da anni ormai.

-Ma non è vero che lo odiavo, ero solo arrabbiata perché non voleva che venissimo con lui….. È morto pensando che io non gli volessi bene…. Ma… Ma io gli volevo tanto bene… Tantissimo bene… -

La gola comincia a bruciarmi per lo sforzo di parlare.

-Shhh! Va tutto bene, sono convinto che tuo padre lo sapeva benissimo che gli volevi bene-

Le sue parole sono di conforto, ma sono sicura che si sbaglia.

-No, non è vero, lui pensava sicuramente che lo odiavo-

Allenta la sua stretta, mi sposta, ma non di molto, afferra con le mani le mie guance e con i pollici cerca di cacciare via le lacrime che ormai non fanno altro che scendere copiose, vorrei tanto riuscire a vederlo, ma il buio me lo impedisce e con un tono molto dolce mi dice.

-Invece sono sicuro che sapeva benissimo che gli volevi, no scusa, che gli vuoi bene. Come tu, sono sicuro sapevi che lui ti volesse bene, o mi sbaglio?-

Non ci avevo mai pensato, certo che sapevo che mi voleva bene, ma è anche vero che lui continuava a ripetermelo.

-Sai perché voleva aprire quell'albergo?-

-No-

-Voleva dare a me e mia mamma una vita migliore. Una vita dove potevamo permetterci tutto-

Anche se avevamo già tutto. Avevo la mia famiglia ed era tutto ciò che volevo.

-Perché proprio in Grecia?-

-Mio padre era greco. È venuto qui in Francia perché mia nonna si era trasferita qui. Lo ha raggiunto a diciannove anni e ha conosciuto mia mamma, si sono innamorati e sono arrivata io, così hanno deciso di sposarsi. Aveva quasi vent'anni quando sono nata-

Gli racconto in sintesi.

-Se vuoi domani andiamo trovarlo al cimitero-

Mi propone.

-Mi piacerebbe, ma sarebbe un lungo viaggio, mio padre è stato sepolto in Grecia.-

-Perché?-

Mi chiede stupito.

-È stata il volere di mia nonna. Mia mamma non ha potuto fare niente, le spese per il trasferimento della salma erano troppo costose e non potevamo permettercelo.-

Anche questa cosa mi fa soffrire, perché almeno se potessi andare sulla sua tomba, forse lo sentirei più vicino a me.

-Così apparte il giorno del funerale, non sono più andata. Mia mamma e la famiglia di mio padre hanno litigato e hanno tagliato tutti i ponti con noi. Persino mia nonna non ha voluto più avere niente a che fare con me, di conseguenza, io non ho più voluto niente a che fare con loro. E pensare che mia nonna abita a dieci minuti di distanza da noi, ma non l'ho più vista da quel giorno-

-Mi dispiace così tanto per tutto ciò che hai passato-

Lo so, sento che è così.

-Tu sei la prima persona a cui ho detto questo. Nemmeno a Sofia sono mai riuscita a dire esattamente ciò che sentivo e ciò che ho provato.-

Per quanto considero Sofia la mia migliore amica, ci sono sempre state cose che non sono riuscita a confessare, ma non solo a lei a tutti.

Quando è morto mio papà, però è stata una vera amica, perché sapevo che non ero pronta a parlare e mi è rimasta vicina, senza mai chiedermi niente e solo per questo le vorrò sempre bene.

-Sono felice che tu me l'abbia detto.-

Mi stringe forte, ma questa volta lo stringo a mia volta.

Carlos, sei veramente una persona speciale per me e sento che con te posso parlare. Ma non è solo questo che sento, inizio a innamorarmi di te e questo inizia anche a spaventarmi, molto.

Tu sei un calciatore e presto dovrai tornare a Barcellona, mentre io, dovrò tornare a Lisbona, non può funzionare.

Ma intanto caccio via questo pensiero e mi godo la forte sensazione di pace che provo in questo momento e senza rendermene conto, cado in un sonno profondo.


Carlos

 

È bellissima, il suo viso così rilassato mentre dorme è semplicemente incantevole, starei qui ore a guardarla.

Quello che mi ha raccontato ieri sera è stato veramente intenso. Sono felice che si sia sfogata con me.

Però, credo che ci sia qualcos'altro sotto, la reazione che ha avuto ieri quando le ho semplicemente sfiorato i fianchi mentre ci baciavamo, è stato devastante.

Era spaventatissima, non voleva che la toccassi.

Sono sicuro che qualcuno le abbia fatto del male, molto male per come ha reagito.

Forse dovrei chiederglielo?

O forse è meglio che sia lei a dirmelo?

Non so cosa fare.

Sento dei strani mugugni con al seguito un grosso sbadiglio e vedo anche che comincia ad aprire gli occhi.

-Buongiorno-

Le dico.

-Buongiorno-

Mi risponde tra uno sbadiglio e l'altro.

-Dormito bene?-

Le chiedo soprattutto per capire se ora va meglio o no.

-Molto bene a essere sincera-

Ne sono proprio felice. Quando ci siamo addormentati era stretta tra le mie braccia e anche quando mi sono risvegliato era ancora così.

Mi sorpreso molto, di solito non mi piace avere qualcuno così vicino, soprattutto quando dormo,

perché dopo un po' mi sento scomodo e ho bisogno di spazio.

-E tu? Hai dormito bene?-

-Stupendamente-

Vorrei dormire così con lei per sempre.

Mi sa che ne sono veramente innamorato.

Sento però che sta cercando di andare via, ma la trattengo e le chiedo.

-Dove vai?-

La sua espressione diventa arrossata e risponde anche imbarazzata.

-Ecco, mi scappa la pipí-

Mi scappa un sorriso, perché è la prima volta che qualcuno mi riferisce esattamente ciò che deve fare in bagno, tutte le ragazze mi dicevano semplicemente che dovevano andare lì.

-Perché ridi?-

-Perchè sei buffa-

Si tira su e inizia a guardarmi, più precisamente a studiarmi e chiedendomi.

-In che modo sono buffa?-

-In un bel modo-

Mi tiro su a mia volta e le do un lieve bacio sulle labbra, poi accarezzandole la guancia e a fior di labbra le chiedo.

-Se non ti scappa più la pipí, posso andare io? Vedi anche a me scappa-

Lei mi spinge via, facendomi ricadere sul letto e ridendo scappa via riferendomi.

-No! Il bagno e mio-

Mi sento così felice.

 

Vado in cucina e sento un buonissimo profumino provenire da lì, appena entro vedo sulla tavola dei croissant giganteschi.

-Buongiorno Carlos, dormito bene?-

Mi chiede immediatamente la mamma di Amelì appena mi vede con un tono molto premuroso.

-Buongiorno anche a lei, molto bene grazie.-

-Cosa preferisci bere, caffè, caffèlatte o del tè magari?-

-Del caffè andrà benissimo-

-Siediti e inizia a mangiare-

Mi invita.

Faccio come mi dice e addento subito un croissant.

Mhhh! Che buono!

E la cosa più buona che abbia mai mangiato.

-Ti piace?-

Mi chiede.

-È buonissimo.-

-Sono felice, Christian stamattina si è svegliato presto ed è andato a comprarli in una pasticceria famosa per i suoi croissant-

Mi riferisce.

-Non doveva disturbarti così tanto per me-

-Ecco, non la fatto proprio per te, ma per Amelì, un giorno gli ho detto che ha lei piacevano molto e lui se le ricordato-

Mi porge la tazza intanto, con un sorriso strano però.

Comunque sono felice che non l'abbia fatto per me, ma per Amelì.

Ieri è stata molto dura con lui fin dall'inizio.

Ma ecco che ci raggiunge anche Amelì.

Va subito da sua mamma e le dà un dolce bacio sulla guancia e subito lei gli chiede cosa vuole per colazione.

-Mamma, lo sai il solito, latte e cereali.-

-Ma ci sono i tuoi croissant preferiti, sulla tavola-

Guarda verso il tavolo e subito si fionda a prenderne uno, ma appena le dice che è stato Christian a prenderli per lei, lo lascia immediatamente e le dice.

-Non ho fame-

E se ne va, mentre sua mamma le grida.

-AMELÌ, ASPETTA-

Ma lei sbatte la porta della sua camera prepotentemente.

Subito guardo verso Sara, che sembra delusa dal suo comportamento, ma anche molto triste, istintivamente le chiedo.

-Tutto bene?-

Subito mi guarda e fa una specie di sorriso, ma si vede benissimo che è forzato.

-Sì sì, tutto bene-

Si gira verso il lavello e inizia a lavare alcune stoviglie.

Mi chiedo perché Amelì abbia reagito così.

Finisco di mangiare e torno in camera, Amelì è sulla scrivania impegnata a leggere una sorta di librone, credo che non si sia accorta della mia presenza.

Mi metto dietro di lei e le do un bacio sulla nuca, fa una specie di balzo.

-Carlos!-

-Che stai leggendo?-

Anche se vorrei chiederle perché ha reagito così, ma aspetto che sia lei a parlarmene.

-Sto studiando-

Mi riferisce.

-Oggi è la vigilia, non bisogna studiare-

Le chiudo il libro e subito mi guarda indispettita.

-Ho un esame tra un mese-

-Appunto, tra un mese, che ne dici di andare un po' fuori? Non ho mai visto Parigi-

Anche se non è la prima volta che vengo qua, non ho mai avuto occasione di visitarla, dato che venivamo qua solo per disputare qualche partita.

Ma dalla sua espressione non la vedo convinta è tesa e triste, anche se alla fine mi dice.

-Va bene, andiamo-

Si alza dalla sedia e subito la stringo a me e mi imposseso delle sue labbra.

Il bacio che ne segue non è lungo, ma comunque mi scuote su tutto il corpo, ma faccio attenzione a non muovere troppo le mani, perché mi sono accorto che ogni volta che lo faccio si irrigidisce.

Appena ci stacchiamo le dico.

-Mi piace baciarti-

È diventata tutta rossa, così le vengo in soccorso.

-Mi preparo e andiamo-

Mi fa un cenno di sì con la testa, le do un casto bacio sulle labbra e vado in bagno.

 

Ci vediamo Sabato…. 😘 😘 😘 😘 

   
 
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