Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Luxanne A Blackheart    19/04/2020    1 recensioni
"Amali con tutta te stessa e lasciati consumare, io l'ho fatto."
La Francia.
Patria dei più grandi filosofi e scrittori.
Parigi.
La città più bella del mondo, la più grande, la più popolata.
Amaryllis, scrittrice per diletto dalla personalità eccentrica e principessa di Danimarca per volere di Dio, figlia Di Zafiraa. Aveva lascitato la sua terra natia per recarsi in Francia per conoscere il suo futuro marito, Jean Paul de Conde.
Jean Paul, principe sesto in linea di successione al trono francese, musicista per vocazione dagli occhi azzurri e cuore di ghiaccio.
Albert de Camus, amico di infanzia del principe, nasconde un segreto scomodo.
Tre anime affini si incontreranno nella bella e sporca Parigi in quest'ultimo capitolo della saga di "Neve e Fuoco".
Nelle vene di Amaryllis scorre sangue di fuoco, passione e neve.
Il vaso di pandora verrà finalmente scoperchiato e tutti i segreti di generazioni passate con esso. L'eco di Costantinopoli risiede nei loro cuori così come nelle loro azioni.
Siete pronti a vestirvi come le belle dame e i gentiluomini francesi per immergervi in questa tragica e meravigliosa ultima avventura e farvi consumare da Amaryllis, Jean Paul e Albert?
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IV














Mai come in quel momento Amaryllis aveva pensato che quel fidanzamento sarebbe stata una farsa; lei e Jean Paul erano persone completamente incompatibili, bastava guardare come si approcciava alla vita. Lui era viziato, maleducato e abituato a prendersi qualsiasi cosa e qualsiasi persona non appena schioccava le dita. Certo, essere un bastardo e ricoprire allo stesso tempo la carica di principe ereditario non doveva essere facile per uno come lui, ma non giustificata i suoi comportamenti.


Al contrario, ammirava molto il marchese che sembrava fargli quasi da balia. Era molto gentile con tutti, persino con la servitù. Aveva notato aver sempre un sorriso per qualcuno, nonostante anche questo avesse i suoi giorni di tempesta interiore, ma invece che passarli tormentando il prossimo, se ne stava semplicemente in giardino con le mani incrociate dietro la schiena a osservare le api impollinare i fiori.


E poi c'era la contessa Ágnès che ancora non aveva avuto modo di conoscere fino in fondo, ma che apparentemente sembrava odiarla senza un motivo particolare.
Tipica concorrenza femminile, pensò Amaryllis, mentre la contessa sorrideva in modo fin troppo smielato al marchese. Era esattamente quello il motivo per cui non si circondava di dame da compagnia, anche se sua madre e suo padre l'avevano costretto a portarsene due, come futili bagagli a mano. Le lasciava confinate nelle loro stanze e potevano fare ciò che volevano, senza alcun tipo di freno, l'importante era che non intralciassero la sua vita e la mettessero in ridicolo. Erano in due: Elza e Freya. Due bellezze nordiche dalla pelle chiara e i tratti biondissimi, quasi baciati dal sole. Erano sorelle gemelle e sembravano una il prolungamento dell'altra.


In verità, Amaryllis sapeva che i suoi suoceri e il futuro marito si aspettavano una bellezza come la loro. Sebbene Amaryllis avesse la pelle realmente molto chiara e l'altezza da donna nordica, aveva ereditato i capelli rossi di sua nonna e il caratteraccio della madre, per quanto le risultasse difficile ammetterlo. Era figlia del mondo, piuttosto che della Danimarca.

E poi c'era Dimitri Ivanov, il gentiluomo russo dagli occhi di ghiaccio. In realtà, era lui ad affascinarlo più di tutti. Non ne capiva il motivo, ma sentiva quasi un legame con lui e la sua terra natia. Guardandolo, sentiva il freddo della neve Russa scorrerle nelle vene.


In ogni caso, lei era l'intrusa. Sapeva di aver appena rotto un equilibrio che si era venuto formando poco alla volta e con il tempo; non sapeva dire da quanto si conoscessero, ma era certa che il loro legame era molto più stretto di quanto potesse immaginare.


-Principessa! - Amaryllis venne distratta dalla voce gentile di Albert che le si era affiancato. Le sue dame da compagnia si inchinarono, silenziose e investirono il marchese del loro più bel sorriso.


Il sole splendeva nel cielo, luminoso e accecante, e la principessa di Danimarca pensava fosse una giornata perfetta per meditare in santa pace, da sola. Ma evidentemente, il destino aveva altri piani per lei. -Marchese, vi chiedo scusa, ero persa fra i miei pensieri. -


-Oh, non preoccupatevi, spesso lo faccio anche io. - Il marchese le sorrise e Amaryllis pensò fosse veramente bello.


-Posso fare qualcosa per voi, marchese? -


-Oh, vostra Altezza, in realtà vi ho vista da sola e molto taciturna da quanto siete arrivata ormai quattro giorni or sono. Jean Paul, mi rendo conto, si è sempre tenuto abbastanza alla larga. Lui... - S'interruppe, cercando di trovare le parole adatte. - Ecco... Lui ha giornate buone e altre un po' meno, ve ne accorgerete. Ma non è una cattiva persona. -


-No, certo. Siamo tutti brave e oneste persone noi nobili, non crede? - Amaryllis non resistette. Molto spesso le parole passavano dal cervello alla bocca prima ancora che le potesse fermare. Le dame ben educate come lei, le principesse, non erano ironiche e soprattutto non accennavano a qualsiasi cosa fosse la politica.
Tuttavia, il marchese Albert non la accusò di essere una strega, bensì le sorrise in modo ancor più delizioso di quanto in realtà faceva di solito.


-Sarei lieto di sentire la vostra teoria, mia signora. - Le offrì il braccio che Amaryllis osservò, dubbiosa. - Sempre se vorrete onorarmi della vostra compagnia. -


-Come potrei rifiutare un uomo che afferma apertamente di voler ascoltare una donna? - Afferrò il braccio di Albert e si voltò verso Elza e Freya che si guardavano sconcertate. Non potevano allontanarsi, sopratutto se era in compagnia di un uomo che non era il suo futuro marito. Erano lì con lo scopo preciso di farle da chaperon e non farla cadere in tentazione. Come se avesse potuto riuscirci qualcuno! -Voi potete seguirci, care amiche, ma tenendo un po' di distanza, se non vi dispiace. -


-Certo, vostra Altezza Reale. -
Amaryllis forzò un sorriso e cominciò a passeggiare con il marchese. Sollevò lo sguardo e da una delle grandi finestre c'era il suo futuro marito, il principe Jean Paul, che li osservava quasi annoiato.


-Non fate caso al suo sguardo. - Ridacchiò Albert. - Probabilmente si sarà appena svegliato, è sempre di malumore al mattino. -


-Ma sono le tre del pomeriggio, marchese! -


-E' un principe, cara principessa, ha di meglio da fare se non deliziarci con la sua bella presenza? -


-Probabilmente avete ragione voi. -


Passarono qualche attimo in silenzio. Nell'aria si udiva solamente il cinguettare degli uccelli e lo scricchiolare del pietriccio sotto le loro scarpe. Il marchese si guardò intorno con circospezione e dopo essersi assicurato che nessuno prestasse loro particolare attenzione o stesse a sentirli, continuò sottovoce: - Non abbiamo detto a nessuno ciò che abbiamo visto quella notte, principessa. -


-Ne ero abbastanza convinta, marchese. - Sussurrò Amaryllis con fare distaccato, continuando a osservare davanti a sé, come se la questione non la toccasse nel profondo. Perché tirava in ballo la situazione, adesso? - Mi avete avvicinato solamente per dirmi questo? -


-Assolutamente no, che razza di persona pensate io sia? - Ridacchiò il marchese. Sembrava una di quelle persone che non venivano mai ferite dal comportamento altrui.


-Non vi conosco, marchese e voi non conoscete me. Trovare la promessa del vostro migliore amico in quello stato pietoso e in un postaccio del genere avrà alimentato certamente i vostri dubbi e la vostra curiosità sulla mia persona... -


-Certo, non nego che questo sia completamente vero. -


-... come abbia alimentato i miei nei vostri confronti. Non che a voi uomini sia proibito avere un comportamento del genere, certo, non è quello che mi ha incuriosita. -


-E cosa, allora? -


-Il posto. Non mi aspettavo che due uomini del vostro calibro amassero passeggiare fra i poveracci comuni. -


-Oh, mia cara principessa, voi non ci conoscete e non sapete come siamo fatti, naturalmente. - Il marchese le strinse la mano nella sua, un gesto molto tenero e amichevole, notò Amaryllis. - Ed è esattamente questo il punto per cui sono venuto qui. Volevo offrirvi la mia amicizia. -


-Perché mai? Mi reputate un piccolo uccellino da proteggere dalla corte pericolosa? -


-No, certo che no. Sono bravo a capire le inclinazioni e il carattere delle persone dopo una sola conversazione e voi, cara principessa, non sembrate proprio un uccellino in pericoloso e bisognoso di protezione, detto con molta franchezza. - Albert si fermò e le si posizionò di fronte. - Ho notato che passate in solitudine la maggior parte del tempo o in alternativa con vostra madre. Siete un tipo solitario, questo è evidente e probabilmente non amate conversare, ma avete bisogno di un amico, sopratutto in terra straniera. -


-E perché dovrei scegliere proprio voi come primo amico in una terra che non conosco?-


-Perché sono stato il primo ad offrirvela senza avere una losca intenzione. Offro la mia amicizia in cambio della vostra. Pensateci bene. Ho a cuore il vostro futuro marito, vivo sotto il vostro stesso tetto e lo farò per il resto della vostra vita, non ho intenzione di rubarvi al mio migliore amico, mia signora. E' un'amicizia semplice, esattamente come quelle che eravamo soliti fare quando eravamo fanciulli, pura e senza doppi fini. -


Amaryllis lo osservò, ma non rispose. Il marchese le afferrò la mano e vi posò sopra un bacio. -Pensateci, vi auguro buona giornata. -


Amaryllis lo guardò allontanarsi, colpita dalle sue parole. Sollevò lo sguardo e Jean Paul era ancora lì, ma stavolta la osservava con un sorriso divertito, come se sapesse qualcosa che a lei, al momento, sfuggiva.
Di chi era l'amicizia che il marchese le aveva appena offerto, la sua o quella del principe?






Era calata la sera. Amaryllis aveva appositamente evitato il marchese per tutto il resto della giornata, anzi a dire la verità si era chiusa in camera, fingendo di aver avuto un malore improvviso.
Nessuno era venuto a infastidirla, a parte sua madre che aveva capito benissimo si trattasse di una messa in scena.


Aveva avuto modo di pensare e di valutare i pro e i contro di una probabile amicizia con il marchese. La sua mente aveva studiato nei minimi particolari tutto ciò che c'era da considerare e sembrava che tutto andasse in suo favore. Sapeva che doveva smettere di pensare sempre così tanto alle sue azioni, ma la vita le aveva imposto di crescere fin troppo in fretta e non poteva permettersi di fare passi falsi, doveva controllare tutto nei minimi dettagli, essere un passo avanti al resto del mondo, niente e nessuno doveva avere il potere di destabilizzarla. Non pensava che il marchese avrebbe mai avuto quel potere, era un uomo molto solare e genuino, non pensava fosse un pericolo per lei e doveva ammettere che passare quel breve tempo con lui in giardino era stato abbastanza piacevole, poteva non dire cose intelligenti, ma era bello allo sguardo e Amaryllis, avendo un'anima artistica dentro di sé, amava circondarsi di cose belle.


Ma c'era qualcosa che però non le tornava... Il marchese aveva detto che avrebbe vissuto per sempre sotto il suo tetto, anche quando lei e Jean Paul si sarebbero sposati. Diceva sul serio o era un modo per farle notare il tipo di legame che aveva con il suo futuro marito?


E poi c'era lui... L'aveva guardata con quel sorrisetto malizioso da quella finestra e le faceva maledettamente rabbia. Che cosa le stava sfuggendo?


Sbuffò, alzandosi dal letto su cui aveva passato tutto il pomeriggio immersa nella lettura e nei suoi pensieri. Sua madre le aveva fato recapitare un numero indefinibile di tomi scritti in francese, per farla esercitare nella lingua.
Era fin troppo nasale e musicale rispetto al danese e aveva ancora qualche difficoltà nel padroneggiarla correttamente e senza interferenze danesi, sebbene si stava preparando da anni.


Decise che sarebbe corsa direttamente in quel momento dal marchese per dargli la lieta notizia.
Erano due lati del suo carattere quelli: impulsività e riflessività. Due aspetti che molto spesso si trovavano a scontrarsi l'uno con l'altro, ma ormai aveva imparato a conviverci.
Uscì dai suoi appartamenti e corse verso quelli del marchese. Aveva imparato a conoscere le abitudini di tutti i suoi coetanei e sapeva che in quel momento, la sera intorno alle dieci, Albert e Jean Paul si chiudevano nelle stanze del marchese.
Certe volte, pensò la principessa mentre avanzava a testa alta, quei due sembravano essere un'unica persona e la cosa la inquietava. Era forse quello che intendeva prima?
Le loro stanze non distavano molto l'una dall'altra, doveva solamente raggiungere la fine del corridoio e poi svoltare sulla destra, che è quello che stava per fare, se non avesse sentito delle voci e dovette fermarsi.


-Dimitri, non posso. - Era la voce della contessa Ágnès. Amaryllis aggrottò le sopracciglia, stupita, non pensava avessero un livello tale di confidenza. - Lo sapete bene e non mi sembra il momento giusto di parlarne, potrebbero sentirci. -


-Perché? In ogni caso quale sarebbe il problema? Vi ho solamente chiesto il piacere di fare una cavalcata, io e voi. Se volete, possiamo anche chiedere alla principessa. -


-No. - Si affrettò a dire la contessa. La cosa non la scalfì, sapeva di non godere della sua simpatia. - Non voglio che ci vedano insieme, chissà cosa potrebbe pensare... -


-Siete incredibile. - Il giovane russo rise, ma non era assolutamente divertito. Sembrava solamente deluso. - Io vi piaccio, lo sapete bene e anche io ne sono consapevole. -


-Non vuol dire nulla. Non ho mai negato la mia attrazione nei vostri confronti, ma sono qui per altro. -


-E per cosa? -


-Non posso dirvelo! Mi mettete in una situazione scomoda, Dimitri. Quello che è successo fra noi deve rimanere un sogno. - La voce della donna sembrava categorica a riguardo. Amaryllis sentì un frusciare di vestiti e la voce dell'uomo abbassarsi. Probabilmente si era avvicinato alla donna.


-Perché ergete queste barriere? Perché non volete farvi amare dall'unico uomo che può farlo come si deve? -


La contessa non rispose, ma la sentì sospirare, cercando di acquistare un autocontrollo che la vicinanza dell'uomo le stava facendo perdere. -Perché non è così semplice, caro Dimitri. -


-Nulla lo è, eppure eccoci qua. - Ci fu una lunga pausa, tant'è che la principessa pensò che i due amanti se ne fossero andati. Ma non era così. - Una passeggiata, quando tutti saranno nelle loro stanze e dormiranno sogni profondi. Solo io e voi, nel bosco e solo la luna come testimone. -


Amaryllis alzò un sopracciglio, sentendo un altro fruscio e la voce della contessa essersi improvvisamente addolcita. - E così sia, ma non dovrà saperlo nessuno, me lo dovete giurare sul vostro onore. -


-Ve lo giuro, contessa, avete la mia parola. -


I due rimasero in silenzio e Amaryllis giudicò che fosse il giusto momento per venire allo scoperto, l'argomento pietoso era ormai venuto a galla.
Ma voltando l'angolo, si stupì nel trovare il corridoio deserto.
Sollevò il sopracciglio, sorridendo. Quello sì che era interessante... Tra la contessa e quel russo affascinante c'era del tenero, anche se questa cercava in tutti i modi di negarlo. Avrebbe potuto usarlo a suo favore in futuro? Solo se l'ostilità della contessa si sarebbe accentuata.


Finalmente riuscì ad arrivare nelle stanze del marchese e dopo essersi osservata attorno, bussò alla pesante porta, che dopo pochi secondi si aprì di colpo e come sospettava ad aprirle ci fu il suo futuro marito.


-Principessa. - Sorrise, inchinandosi. - Temo abbiate sbagliato porta, questa è quella del marchese, la mia è qualche porta più in là. -


-Lo so benissimo, principe, ma si dà il caso che io stessi cercando il marchese e non voi. -


-Questo è un colpo basso! - Esclamò con fare teatrale. A giudicare da come si teneva a stento sulla porta e dal modo in cui i vestiti erano stropicciati e sbottonati, il suo caro futuro marito era già ubriaco. - State cercando di tradirmi, ancora prima di avermi sposato. Io penso di amarvi, cara principessa. -


Amaryllis, in altre circostanze, avrebbe sbuffato, ma non poteva farlo. Maledetta etichetta!
-Posso entrare, caro futuro marito? - Ironizzò, spostandolo leggermente ed entrando nella stanza del marchese.


-Vostra Altezza! - Esclamò il marchese, scendendo goffamente dal letto su cui era adagiato mezzo nudo e anche egli visibilmente ubriaco e fuori di sé. Si inchinò e per poco non rischiò di sbattere la testa per terra.


Amaryllis non riuscì a trattenere un sorriso che nascose con la mano e avanzò verso il marchese, aiutandolo a sedersi sul letto dalle lenzuola viola. I capelli biondi dell'uomo erano estremamente arruffati.


-Non vi aspettavamo così presto. - Il principe barcollò verso di loro con una bottiglia di vino tra le mani. - Ma stranamente ci incontriamo e rivolgiamo la parola sempre in momenti poco opportuni. Chissà che opinione vi sarete fatto di me! -


-Come se vi importasse. -


-Be', devo recitare la mia parte come voi state recitando la vostra in modo molto ammirabile, cara mogliettina. - Bofonchiò, aveva gli occhi iniettati di sangue. Provò pena per quell'uomo.


Il marchese invece, seduto sul bordo del letto e rivestitosi come meglio poteva, sembrava sentirsi realmente in colpa.
-Mi dovete scusare, vostra Altezza. Quando non aspettiamo ospiti, io e Jean Paul tendiamo a esagerare con l'alcol. Suppongo abbiate una risposta alla richiesta di stamane. -


-Supponete bene, marchese. - La principessa puntò i suoi occhi azzurri prima su uno e poi sull'altro, seria. - Accetto la vostra amicizia. -


E senza aggiungere un ulteriore parola, voltò loro le spalle e andò via. Avrebbero discusso in un momento migliore per entrambi.


 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Luxanne A Blackheart