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Autore: Pinca    09/08/2009    1 recensioni
-Sai Ari....- oramai l'attenzione, nonostante il nuovo arrivato, era completamente catalizzata sul rosso che sembrava finalmente tornato serio, ma un sorrisetto lo tradì.
-In vita mia credo di non averti mai voluto così tanto...-
Oramai Boris e Sergey lo fissavano increduli con gli occhi sgranati. Kai si sentì come investito da una doccia fredda.
-...ma così tanto bene come in questo momento.-
La cosa bella era che era stato talmente convincente che Ariel stessa non riuscì a pensare che la stesse prendendo per il culo perché, in effetti, era stato sincero. Per la prima volta da quando Yuri la conosceva, Ariel Mayer aveva fatto, anche se inconsapevolmente, qualcosa per il suo personale piacere: rendere Kai Hiwatari vulnerabile.
Kai si portò una mano alla fronte massaggiandola compulsivamente, gli altri due erano rimasti a bocca aperta, forse troppo sconvolti e preoccupati.
-Si può sapere chi cazzo è che l'ha rotto?- chiese brusca Ari completamente disgustata e seccata dalle buffonate del capitano. Cielo, Yuri era un sentimentalotto, era vero ma non in modo così ripugnante!
-Fino a ieri sera funzionava normalmente!- continuò nervosamente pretendendo una risposta da Sergey e Boris.
-Non ne ho la minima idea!- biascicò Sergey. -Stamattina sembrava normale....-
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Takao Kinomiya, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Return of revange'
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4 aoi
 
4. Eh sì, che cosa non si fa per amicizia!

 
-Pis! Ehi, ehi Ari!- Boris sbirciò in fondo alla classe per vedere se il professore si fosse accorto di lui,  ma continuava a fare avanti e indietro tra e prime file distrattamente.
Si voltò di nuovo verso la ragazza del banco accanto e cercò di attirare disperatamente la sua attenzione. Appallottolò un pezzo di carta e glielo lanciò, e finalmente questa sembrò notarlo visto che lo fulminò con un’occhiataccia.
Gli fece segno di tacere e le indicò il foglio del compito. Lei aggrottò la fronte.
-L’hai fatto?-
Domanda stupida visto che non aveva neanche preso la penna in mano e non aveva sfiorato il foglio nemmeno con gli occhi, tanto per curiosità.
Infatti lei sbuffò e si voltò dall’altra parte.
-Ehi! Ari!- sussurrò ancora. –Ti prego!-
Ari sbuffò per l’ennesima volta, poi con tanta pazienza frugò nella cartella senza trovare però niente con qui scrivere. Boris guardò un’altra volta il professore, e senza farsi vedere si sporse e poggiò sul suo banco una penna nera. Lei la afferrò malamente e iniziò a svolgere il compito.
Boris non se ne sorprese che non avesse neanche una matita, anzi lo meravigliava di più vedere che aveva uno zaino!
Dopo dieci minuti Ari poggiò la penna sul banco e senza farsi notare passò il compito a Boris. Quando vide quelle risposte tutte complete e gli esercizi svolti, gli salirono le lacrime agli occhi. Finalmente non avrebbe preso la solita F in matematica.
Batte sulla spalla dell’amico davanti a lui e gli passò un foglietto con tutte le risposte. Yuriy quando lo aprì sgranò gli occhi impressionato. Si voltò verso di lui con un’espressione interrogativa e Boris gli sorrise furbescamente.
Anche Kai e Sergey si accorsero che stava avvenendo un miracolo, e guardarono i due sperando di captare qualche informazione. Yuriy guardò il foglio e poi Ari, con l’espressione di uno che non disapprova queste cose, le aborra!
A Kai d’altronde non gliene fregava niente degli scrupoli di Yuriy, era troppo disperato, quell’anno non era riuscito a capirci niente di matematica. Guardò truce Yuriy intimandogli di non fare azioni avventate come rifiutare quell’aiutino. 
E così fu, dopo qualche attimo di tentennamento copiarono paro paro, con l’accortezza di passare le soluzioni anche a Claire, dato che era la cugina di chi aveva svolto il compito per intero, e che si trovava a mare quasi quanto loro perché nella vecchia scuola non aveva mai fatto cose del genere.
I risultati furono impressionanti. A parte il fatto che tutto il corpo docenti era quasi commosso perché quello era il primo compito che Ari faceva di sua spontanea volontà da quando era in quell’istituto, prendendo per di più il massimo, Boris e combriccola, e in particolare Yuriy che era il più scarso di tutta la classe nonostante la buona volontà, riuscirono a prendere la loro prima A.
E mentre il loro professore di matematica era troppo contento per farsi venire il dubbio che si fosse copiato da qualcuno, Hilary non aveva niente di tanto entusiasmante che la distraesse dal suo compito di capoclasse.
Era severa e non transigeva, doveva supervisionare sulla classe e sui suoi compagni, e in particolare su uno decisamente indisciplinato.
Alzò gli occhi dal registro e guardò male il ragazzo che sghignazzava stupidamente cercando di attaccare bottone con le sue compagne facendo decisamente la figura dell’idiota.
-Takao, immediatamente qui!- lo richiamò lei furente.
Takao trasalì e si voltò verso di lei, sicuro che avesse scoperto il suo trucchetto per saltare le pulizie pomeridiane.
-Si?- chiese sorridendole sornione cercando un modo di squagliarsela prima che potesse parlargli.
-Potresti venire qui….- 
-Cosa professore? Devo correre?!- la interruppe Takao facendo finte di sentire la voce lontana del professor Kappa che lo chiamava, tanto che questo, che in verità stava proprio dietro di lui, guardò senza capire i due amici.
-Si! Sto arrivando professore!- continuò Takao avviandosi di corsa verso la porta mentre il nervosismo di Hilary aumentava sempre più.
-TAKAO!-
Questo si fermò proprio sulla soglia e si voltò verso di lei come se nulla fosse.
-Oh Hilary, quasi dimenticavo… per caso dovevi dirmi qualcosa?- fece cercando di essere più ruffiano possibile.
Ma l’espressione ancora più furente di Hilary lo fece filare dritto davanti a lei con la coda tra le gambe.
-Che cosa è questo?- chiese lei indicandogli un punto sul registro.
-Dovrebbe essere il registro…..- temporeggiò lui senza comunque sapere dove volesse andare a parare iniziando da lì.
-Questo lo so Takao.- disse lei spazientita. –Parlo delle tue assenze ingiustificate!- 
-Aaaahh!! Quelle! Fihu, pensavo ti riferissi ad altro!- disse Takao decisamente sollevato.
-Del resto ne discuteremo poi Takao! Non sono scema, me ne sono accorta che hai saltato i tuoi turni di pulizia….- chiarì subito lasciando Takao a bocca asciutta.
-Dall’inizio dell’anno hai ben tredici assenze ingiustificate! So anche che falsifichi la firma di tuo nonno, ma voglio sapere perché e che tu la smetta, altrimenti sarò costretta a dirglielo e per te saranno guai!-
Hilary chiuse il registro con uno scatto e si alzò. L’espressione seria che aveva stampata in faccia non suggeriva niente di buono a Takao che era rimasto zitto zitto impalato davanti a lei a fissarsi le sue scarpe.
Fece il giro del banco e poggiò una mano sulla spalla dell’amico.
-Seguimi!- gli disse a bassa voce come una confidenza.
Il cuore di Takao aumentò il battito alle sue parole senza sapersi controllare.
Uscirono dalla classe e andarono in giardino. Non molti alunni erano usciti nonostante la pausa pranzo per colpa del vento freddo che non dava tregua.
Hilary si strinse nella felpa affondando metà del viso nella sciarpa arancione.
Takao la seguiva con le mani nelle tasche senza dire una parola. Tutta la preoccupazione per la minaccia di prima era svanita e iniziava a sentirsi a disaggio. Sapeva che era stupido, perché erano usciti per altro, ma i suoi pensieri stavano iniziando ad andare per i fatti loro, abbandonando la realtà per attorcigliarsi nella fantasia. 
Hilary si fermò sotto la fila di alberi del cortile, nel punto più riparato, e si voltò verso di lui.
Aveva le guance e la punta del naso arrossati per il freddo e Takao si ritrovò a sorridere come un babbeo, mentre lei non abbandonava quell’espressione seria e preoccupata. 
-Takao che cosa sono tutte queste assenze? Dove te ne vai senza dire niente neanche a noi?-
Takao sospirò e si voltò dall’altra parte. Che illuso che era. No sarebbe successo mai niente, e in fondo neanche lui sapeva cosa voleva. Che pretendeva? Che per qualche strano caso Hilary lo abbracciasse, gli saltasse al collo e poi…. E poi la cosa si faceva tanto stupida che non riusciva neanche ad immaginarsela!
Hilary notò che stava diventando più irrequieto. Sicuramente quella specie di interrogatorio che gli stava facendo lo innervosiva, ma lei era sua amica, chi altri doveva preoccuparsi per lui?
-Io e il professore siamo preoccupati….-
Takao quasi le dava le spalle e aveva messo il broncio come un bambino capriccioso. Pensieri sempre più scontrosi gli affollavano la mente. Era dovuto passare mezzo anno perché lei se ne accorgesse che saltava la scuola! In fondo cosa gliene poteva fregare di lui?   
Calciò in sassolino con rabbia sempre più seccato dagli occhi indagatori di Hilary che non lo lasciavano un attimo. Se li sentiva premere, proprio lì, sulle spalle.
Hilary fece un passo verso di lui e toccò il suo braccio per farlo voltare verso di lei, ma Takao scattò come una furia e le urlò in faccia.
-E non rompere! Vattene dalle tue amiche e fatti i cavoli tuoi!-
Hilary si ritrasse offesa.
-Ma cosa ti prende?! Io mi stavo solo preoccupando per te!- rispose scontrosa anche lei.
-Beh, non ne ho bisogno!- le disse ad un centimetro dal suo viso.
-Ma non puoi saltare la scuo….-
-Fatti i cazzi tuoi! Io faccio quello che voglio…-
Uno schiaffò lo mise a tace. Non aveva mai brucato così tanto, ma si rese immediatamente contro che era dentro che faceva più male.
Hilary si ritrasse con le lacrime agli occhi tenendosi stratta al petto la mano che ancora pulsava.
-Perché mi tratti così? Che cavolo ti ho fatto? Sono solo preoccupata per te! Se non me ne vuoi parlare fai pure, non fa niente! Ma se continui a fare assenze così prima o poi i professori ci faranno caso e finirai nei guai!-
Un drago furioso ruggì nel petto di Takao sempre più stretto dal bruciore di quello schiaffo. Si sentiva umiliato e ancora non ci poteva credere. Non sentiva più la voce di Hilary e quasi non riusciva a vederci più per la rabbia che provava. Strinse i pugni sperando che il bruciore alla guancia terminasse in quel momento, ma sembrava solo aumentare, e più aumentava e più si sentiva esplodere, sentiva di perdere il controllo.
-Sei un idiota! Io e Kappa….-
Takao la spinse violentemente facendola sbattere l’albero.
Hilary rimase pietrificata sotto il suo sguardo infuriato. I suoi occhi erano neri e cupi. Si fece piccola, incredula di vederlo così, troppo incredula che l’avesse spinta con l’intento di farle male.
Sembrava che la volesse ammazzare. Era terrorizzata.
Il segno sulla guancia ancora pulsava forte come il cuore di Takao.
-Io ti odio!- le disse. Si voltò e corse via lasciandola lì.
No, non si era liberato, anzi si sentiva peggio. La odiava come mai in vita sua, odiava se stesso perché era un incapace e un vigliacco.
Quando rientrò in classe la lezione era già incominciata da un pezzo. Ed era stato pure sfortunato perché capitò il professore più severo che aveva.
-Kinomiya che cosa è questo ritardo?- gli chiese.
Ma Takao tanto era infuriato che non lo calcolò minimamente mentre avanzava tra i banchi sotto gli sguardi incuriositi dei suoi compagni.
-Fuori dalla classe! Hai interrotto la lezione!-
Takao non se lo fece ripetere due volte. Afferrò la cartella e fece marcia indietro.
-Che scostumato!- commento il professore indignato tornando a guardare il grosso libro di storia.
-Ma vaffancu….- il resto non si sentì perché Takao sbatté la porta proprio in quel momento, ma nessuno trovò difficile immaginare come continuava, soprattutto il professore, il cui petto si gonfiò per l’indignazione e i folti baffi grigi frizzarono come se avessero avuto vita propria.
Invece Hilary corse via. Non voleva tornare più in classe, ne vedere più Takao. 
Le lacrime scendevano copiose sulle guance. La paura le faceva ancora tremare il cuore.
Corse via e non si fermo neanche quando si mise a piovere. Continuò anche se le gambe le chiedevano tregua e il fiato le mancava.
Pioveva così forte che si ritrovò i vestiti zuppi e i capelli appiccicati fastidiosamente sulla fronte e sulle guance. Sentiva freddo e tremava. Salì di corsa le scale che portavano al promontorio chiedendosi quanta strada avesse fatto e quanto tempo fosse passato.
Il cielo si era fatto più scuro e quando arrivò in cima si trovò di fronte il mare in tempesta e il vento che ululava forte le sollevava continuamente la gonna scarlatta della divisa scolastica.
Le gambe le tremarono per il freddo e la pelle si accapponò, nonostante i calzini di lana fossero tirati su, ma erano tutti bagnati.
Si riparò nella felpa. Le punte delle dita erano diventate viola.
Perché cavolo era salita fin lassù con quel freddo?
L’odore di umidità e di terra bagnata la fece rabbrividire e corse verso il piccolo tempio dietro gli alberi per trovare riparo, ma quando si avvicinò si accorse che c’era già qualcuno.
Si fermò proprio davanti ai tre gradini e fissò la persona che la guardava sorpresa.
La pioggia continuava a cadere senza sosta, confondendosi con le sue lacrime che ripresero a scendere copiose.
Doveva avere un aspetto orribile, ma non le importava niente in quel momento, voleva solo trovare riparo.
Fece un passo e poi un altro e si gettò tra le braccia del ragazzo, senza curarsi di bagnarlo o di quello che avrebbe potuto pensare.
Si aggrappo alla sua felpa e lo strinse continuando a piangere soffocando i singhiozzi sul suo petto.
Sentì le sue mani poggiarsi sulle sue spalle ricambiando la stretta. Hilary si sentì tremare.
-Kai….- una lacrima calda scese sulla guancia pallida. Le stava scaldando il cuore solo tenendola vicina, stretta a sé.
Le accarezzò i capelli scostandole le ciocche scure dal viso bagnato.
Stava tra le braccia di Kai, ma stranamente non sentiva il cuore battere a mille, non sentiva l’agitazione e l’imbarazzo che normalmente l’avrebbe travolta fino a non farle capire niente. Era serena. Chiuse gli occhi e ascoltò lo scrosciare della pioggia sul tetto di legno del piccolo tempio e il battito lento del cuore di Kai.
-Cosa è successo?- le chiese.
Hilary alzò gli occhi incrociando quelli splendidi color ametista di cui era tanto innamorata. Appoggiò la testa sulla sua spalla e guardò la pioggia infrangersi sul sentiero lastricato di pietra. Non voleva raccontargli di Takao, non voleva dirgli che gli aveva dato uno schiaffo e che lui l’aveva spinta. Non voleva dirgli che le aveva urlato che la odiava.
Si strinse istintivamente cerando conforto.
Era così sconvolta che Kai non sapeva cosa pensare.
-Hilary, qualcuno ti ha fatto qualcosa?- le chiese.
Hilary non rispose. La consapevolezza che Takao la aveva spinta e che non si sarebbe trattenuto solo perché era una ragazza, perché era lei, le aveva messo una paura che neanche pensava di poter avere.
Che cosa cavolo gli era preso al suo migliore amico? Perché non riusciva più a riconoscerlo?
Kai vide le lacrime continuare a scendere sulle guance, e la scostò da se e la guardò dritta negli occhi per convincerla a parlare.
-Hilary, dimmi cosa è successo!-
Era così preoccupato per lei che Hilary si sentì quasi in colpa.
-Niente….-
Kai la lasciò e le diete le spalle. Si sentì sconfortare, l’aveva abbandonata.
Lui si andò a sedere su dei gradini più interni al tempio e le fece segno di raggiungerlo.
Si accovacciò accanto a lui e si spostò tutti i capelli bagnati su una spalla. Sentiva freddo e tremava come una foglia.
-Levati la felpa!- le disse lui togliendosi la sua. Hilary lo guardò senza sapere che pensare.
D’un tratto si sentì molto imbarazzata e si trovò istintivamente ad arrossire.
Kai aveva una camicia bianca, e fu sicura di non averlo mai visto più bello di così.
Lo stava fissando come inebetita, e se ne accorse perché lui tossicchiò un po’ guardando dall’altra parte.
Si tolse la felpa anche lei, sapendo bene di aver fatto la figura dell’idiota e le venne meno il coraggio anche solo per guardarlo, finche non senti qualcosa di caldo poggiarsi sulle spalle e coprirle la schiena.
Le aveva dato la sua felpa.
-Grazie….- disse timidamente. Già era imbarazzata per la brutta figura perché era stata sorpresa a fissarlo, e adesso quelle gentilezze le stavano iniziando a dare alla testa. Doveva essere diventata rossa come un peperone perché si sentiva bruciare.
-Allora?- le chiese dopo un po’ Kai. Tornò a guardarla.
I suoi occhi non le erano mai sembrati così limpidi e profondi, come se volessero risucchiarle l’anima.
-Ho litigato con Takao…- ammise guardandosi le scarpe.
Gli raccontò ogni cosa, delle sue assenze, del suo strano comportamento, di come l’aveva trattata, e della sua reazione, anche se andando avanti tutto l’accaduto le sembrava stupido, ma lei ci era rimasta veramente male, e non sapeva come farglielo capire, perché non lo capiva bene neanche lei. Forse la stava prendendo per una bambina che si mette a frignare perché un compagno l’ha spinta. Forse stava pensando che era solo una ragazzina piagnona….
Si strinse nella felpa blu, calda e morbida.
-Io volevo solo aiutarlo, e invece non fa altro che aggredirmi. Avevo pure pensato che stesse con una ragazza di un’altra scuola e che non entrava per questo, per stare con lei. Ma da come mi ha trattata non credo che sia questo….-
Si morse le labbra mentre il magone tornava a stringerle la gola. Non le importava se faceva la figura della mocciosa ipersensibile, ma le faceva troppo male.
-Kai, Takao mi odia veramente?- gli chiese con voce graffiata per trattenere un singhiozzo.
-Ma che scemenza Hilary! Takao non ti odio affatto!-
Lei lo guardò sorpresa. Aveva parlato con una spontaneità quasi disarmante che mai nessuno aveva sentito da lui, sempre misurato e riflessivo.
Le sorrise, e non era uno dei suoi soliti sorrisi celati, ma uno di quelli che si hanno quando si trova buffa qualcosa.
Fuori smise di piovere. Si era fatto buio e riuscivano a malapena a vedere le goccioline d’acqua cadere giù dal tetto.
Si alzò e si mise le mani in tasca.
-Con Takao ci parlo io. Tu non ti preoccupare…. Adesso andiamo prima che ricominci a piovere, ti accompagno a casa.-
 
 
 
 
 
Finalmente si chiuse la porta di casa Tachibana alle spalle e tirò un sospiro di sollievo a sentire l’aria fredda della sera pizzicargli il volto. La madre di Hilary l’aveva trattenuto per due ore perché fuori pioveva e, arrivato alla quinta tazza di tè, quando fuori si era fatto totalmente buio, il cielo diede una tregua.
Percorse il vialetto guardando fisso a terra.
Hilary dopo la loro litigata non era tornata più in classe e alla fine il suo zaino lo aveva preso Kappa, che glielo aveva praticamente lanciato dietro intimandogli di andarle a chiedere scusa o altrimenti il suo Dragoon se lo sarebbe dovuto sistemare da solo.
E così era partito per casa sua sperando di trovarla per chiederle scusa, ignorando di presunzione il suo orgoglio, e non perché Kappa l’avesse minacciato, ma perché si sentiva veramente una schifezza.
Non faceva altro che allontanarla e trattarla male, e questo perché era un idiota e si comportava da vigliacco.  
E adesso se ne andava deluso perché non l’aveva trovata e aveva perso un pomeriggio intero. Ma anche se fosse stata in casa, era certo che non le avrebbe detto niente, si sarebbe limitato a darle lo zaino nella maniera più sgarbata possibile e se ne sarebbe andato di corsa.
Saltò una pozzanghera e attraversò il cancelletto di ferro. Le goccioline d’acqua posare sulla sua superficie sembravano piccole gemme che risplendevano alla luce del lampione sulla strada.
Quando guardò in fondo alla strada però un’immagine quasi surreale lo costrinse a fermarsi.
C’era Hilary, sorrideva timidamente, e i suoi occhi brillavano felici. Cercava di tenere il passo saltellando ogni due e tre passi e si teneva stretta in una felpa blu che lui conosceva bene.
E c’era Kai, qualche passo più in là, teneva le mani nascoste nelle tasche, con la leggera camicia bianca, e la seguiva con la coda dell’occhio. Sembrava comparso sulle sue labbra un lieve sorriso sereno.
Kai si fermò di botto non appena lo vide, e Hilary fece altrettanto.
Improvvisamente il suo viso, fino ad un momento prima luminoso, sembro spegnersi quando lo vide fermo davanti al cancello di casa sua. Si nascose dietro le spalle di Kai e distorse lo sguardo per non guardarlo più.
Kai lo guardava. Molto probabilmente voleva dirgli qualcosa, ma Takao preferì non ascoltare. 
Gli sorrise e mise le mani in tasca. Abbassò lo sguardo e si voltò prendendo la sua strada.
Si sentiva decisamente di troppo.
Chiuse gli occhi e impresse nella sua mente l’immagine di loro due camminare per la strada, insieme, l’una che seguiva l’altro trotterellando. Chiuse in sé il volto felice e lo sguardo dolce, color del cioccolato di Hilary, prima che si posasse su di lui, prima che si spegnasse in un lampo.
Kai lo chiamò.
Impresse nella sua memoria questa immagine e, passo dopo passo, questa prese sfumature sempre più amare.
La consapevolezza che era stato lui a toglierle quel sorriso sereno, che era stato lui ad interrompere quel momento magico, che lui non sarebbe mai stato capace di farla sorridere così, gli strinse il petto così violentemente che il drago dentro il suo cuore graffiò le pareti, soffocato e straziato da quell’amarezza improvvisa.
-Takao….-
Kai lo raggiunse e lo afferrò per il braccio facendolo fermare.
Takao inaspettatamente lo guardò e gli sorrise. Ma era un sorriso sofferto, di quelli che costano molta forza di volontà.
Era impossibile non leggere sul suo volto la sofferenza, non notare gli occhi lucidi lottare per non far scendere le lacrime. Eppure gli stava sorridendo veramente.
-Vai Kai… veramente, vai da lei.- gli disse con voce chiara e limpida.
Kai scosse la testa sbalordito. Non poteva dirgli questo, non poteva veramente arrendersi.
Avrebbe benissimo potuto prenderlo a calci solo per quel sorrisino idiota che gli stava facendo o per quel disgustoso sguardo languido, ma non sarebbe servito a molto. Avrebbe potuto dirgli senza troppi giri di parole che quel suo improvviso atteggiamento da rammollito non gli si addiceva affatto e che non dava giustizia ad entrambi, che gli conveniva tirare fuori il carattere forte e indomabile per colpa del quale lui, il grande Kai, era sempre al secondo posto, ma si limitò a ricambiare il sorriso.
Gli sorrise sempre più furbescamente e gli fece l’occhiolino.
-Non è come sembra Takao! Tra me e Hilary non c’è niente!- disse serio tutto d’un botto, facendo attenzione da farsi ben sentire anche da lei.
Takao sembrò non capire, al contrario di Kai, che sapeva bene quello che stava per fare.
Un bacio sarebbe bastato più di mille parole.
A tradimento, si avvicinò tutto in una volta, e lo baciò sulla bocca.
Lo tenne forte per il braccio e, per fare le cose per bene, rifinite come piacevano a lui, chiuse gli occhi e gli mise la mano dietro la testa schiacciandolo e costringendolo a stare attaccato alla sua bocca.
Takao sgranò gli occhi incredulo e inorridito. Hilary rimase a bocca aperta sicura di non aver mai visto in vita sua nulla di più… disgustoso.
Kai stava baciando Takao!
Due ragazzi davanti a lei si stavano baciando. Il ragazzo di cui era follemente innamorata da anni stava baciando il suo migliore amico davanti ai suoi occhi dopo quella che doveva essere una dichiarazione d’amore!!
Takao sembrava pietrificato e non reagiva. Kai allora decise che era arrivato il momento di dargli una bella scossa, perché poteva capirlo, lo shock era forte.
Gli infilò pure la lingua in bocca, spedito, senza alcun timore, e reagì immediatamente.
Gli arrivò un pugno sul muso che lo rimbecillì letteralmente, e si ritrovò steso a terra con tutta la stradina che girava e rigirava come su una giostra.
Takao indietreggiò scuotendo le mani davanti a sé con un’espressione nauseata, senza riuscire a sputacchiare, a pulirsi la bocca e ad esprimere tutto il suo disgusto nello stesso momento, e alla fine inciampò contro il muretto e cappottò a gambe all’aria nel giardino del vicino di Hilary.
Hilary impietrita al centro della strada si teneva le mani davanti la bocca.
Tra l’andare a soccorrere prima Kai, steso a terra con un’espressione del tipo “gli uccellini piu piu che belli!”, o Takao scomparso dietro la siepe, preferì non muoversi da dove stava.
Takao riemerse da dietro il muretto pieno di foglie e rametti tra i capelli e i vestiti come se fosse uscito da una pozza piena di melma.
Iniziò a sputacchiare mentre si puliva il muso con le maniche della felpa  emettendo gemiti e conati.
Scavalcò quel cavolo di muretto e tornò sulla strada guardando l’amico ancora steso per terra che cercava di mettersi a sedere a fatica.
-Ma che cazzo ti salta in testa?!- strepitò ancora incredulo. -Stronzo e idiota! Mi hai… oddio!- tanto gli faceva schifo che al solo pensiero ricominciò automaticamente a strofinarsi la felpa sulla bocca e a sputacchiare.
  
 
 
 
 
 
 
 
Ciao!!!!!
Ecco il nuovo capitolo! Visto Kla, avevi ragione, mi mancava Takichan mio! Il mio amore, la mia musa! L’ultima parte mi è venuta in un lampo di genio XD! (Se per te questo è geniale…<.< ndkai e takao incazzati neri) MA IO VI ADOROOO!!!!!!
Mamma mia kaiuccio è troppo dolce cmq, per takao farebbe questo e altro penso (anche prostituirsi immagino! è sempre pronto a sacrificarsi e lo fa con piacere! XDndboris che se la sta ridendo come a ché) (si si, ridi pure amore mio, che nel prossimo ti prendo di mira!nd me) (O.o o no!ndboris)
Che altro dirvi? Come vi è parso?
Cmq se ci sono errori strani ditemelo che sono precisamente le 3 e 40 di notte in questo momento quindi immaginate come sto XD! Mezza rincoglionita! Mi’, oggi ho pure fatto la guida con mio padre e non ho bruciato la frizione, l’ho data alle fiamme XD! Evvviva! Quindi sono stanca e pazza, e anche alquanto gasata!
Vabbé, non divaghiamo ehm ehm….
Nel prossimo se riesco mi do alla pazza gioia e violento boris (O.O comecomecome?!ndboris) ehm… cof cof… avete sentito qualcosa? Io no…. Scherzo… se riesco….. cercherò di fare al più presto.
AAAA!!!! Altra cosa! L’alimentatore di sto minkia di pc si è rotto di nuovo, non faceva più contatto, e praticamente ero così incazzata e nervosa che stamattina mi sono accorta che mi stavo grattugiando i senti mentre mi svegliavo. Sono andata per l’ennesima volta al negozio e manco ho messo piede lì dentro che mi hanno subito salutata “ah la ragazza dell’alimentatore!”. Oddio io mi dispero e quelli sono felici di vedermi.
Poi arriva l’altro ragazzo che lavora là e mi saluta “ah, la ragazza del Toshiba” (il mio pc per la cronaca -.- che ha avuto anche lui i suoi problemi) XD oddio mi hanno cambiato l’alimentatore e mi hanno detto “ci rivediamo a settembre!” tutti felici e contenti! Nooooooooooo!!!!!!!!! Me lo fanno apposta!!!!!!!! 
Io mi esaurisco, parlo col computer, lo minaccio e quelli quando mi vedono spuntate lì son felici! XD minkia gente mi sto esaurendo!
Cmq un bacio a tutti dalla mia vita super esaurita e schizzata! Ciaooooooooooooooo!!!!!!!!!!!
 
 
Ps: carino il titolo, vero? ^^
   
 
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