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Autore: Geh__    21/04/2020    2 recensioni
Andò alla sua cella, lui era nell'angolo con la sua solita aria da strafottente.
«Sono sorpreso che tu sia venuta adesso» ruppe il silenzio. «Dovevo farlo prima?» chiese lei con voce inespressiva. Lui sorrise. «Me lo aspettavo, in un certo senso»
«Non ne avevo motivo» disse. Le andò avanti, la guardava dritto negli occhi da dietro le sbarre.
«Sappiamo entrambi che sono innocente» cercò di prenderle la mano, ma lei si divincolò.
«Non sembrerebbe» diceva quelle cose ma non ci credeva neanche lei.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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                                                                                                                   Novembre 1993
Aveva pensato molto alle mosse che avrebbe potuto fare, ma tra tutte le idee che aveva avuto era convinta ad adottare quella che poteva essere la più rischiosa. Pensò pure che non fosse giusto farlo senza Remus. Decisa, e completamente ignara su quella che sarebbe potuta essere la reazione del professore di Hogwarts, andò nel suo ufficio. Non fu difficile arrivare all'aula di Difesa contro le Arti Oscure, non solo perché ricordava perfettamente tutti i corridoi della scuola e si sentiva come se non ci tornasse soltanto da pochi giorni, ma anche perché quell'aula era stata uno dei suoi posti preferiti lì al castello, nonostante avesse cambiato professore per tutti i 7 anni di studi.
«Remus, sono io. Posso entrare?» si affacciò alla porta, e vide Lupin intento a leggere delle pergamene. «Certo, vieni!»
Alexis entrò e si sedette davanti a lui, nel lato opposto della sua scrivania. Per una serie di eventi sfortunati e di litigi, non vedeva né sentiva l'amico da diversi mesi e la sua assenza le era pesata molto. Sembrava molto più stanco di quanto lo fosse l'ultima volta e aveva nuovi graffi sul viso: ovviamente, poche notti prima c'era stata la luna piena, e lei non era stata lì ad aiutarlo.
«Quando la smetterai di studiarmi mi avverti, per favore? Mi stai mettendo in imbarazzo»
Lupin rise, l'amica aveva la strana abitudine di osservare le persone per diversi minuti nel mezzo di una conversazione senza che lei se ne accorgesse, analizzava tutto fino al minimo dettaglio, l'aveva sempre fatto, ma da quando era diventata Auror era notevolmente peggiorata.
«Scusami, ma non ci vediamo da così tanto tempo... come stai?» Remus fece spallucce. «Ancora un po' debole, c'è stata la luna piena tre notti fa. Ma questo lo avevi già capito... sto bene, Max. Sono contento di aver un lavoro ben pagato e di insegnare in questo posto. E in più ho incontrato Harry... »
Harry. Non lo aveva più rivisto per 12 anni… o almeno, non si erano incontrati in modo normale. Quello che aveva fatto Alexis durante quegli anni era stato mandargli regali per il suo compleanno anonimamente e, anche se non poteva farlo, ogni tanto andava a spiare la casa dei Dursley a Privet Drive per vedere se stesse bene.
Cosa gli avrebbe detto quando si sarebbero visti? Smise di pensarci, rivedere Harry era una delle uniche cose positive di quella missione ad Hogwarts, e non poteva preoccuparsi anche di quello.
Guardò Remus, iniziava a pensare che non fosse giusto immischiarlo nei suoi piani, in particolar modo ora che aveva trovato un po' di serenità. Ma, in fondo, lui era coinvolto quanto lo era lei. «Devo parlarti di una cosa»
«Inutile chiederti cosa riguarda» disse rassegnato. 
Si alzò, l'argomento la rendeva nervosa e non riusciva a stare ferma.  «Voglio... dobbiamo trovarlo. Sono passati 12 anni e io continuo a non crederci Remus, sono ancora qui ferma a chiedermi come sia stata possibile una cosa del genere. Lo conoscevamo...» Lupin la interruppe, andò alla finestra a guardare il Lago Nero che si estendeva davanti a lui. «Abbiamo affrontato questo argomento centinaia di volte... litigando sempre». Alexis gli andò avanti, non si stava arrabbiando come il resto delle volte, era pervasa da una strana calma; perché approvazione di Remus o meno, lei avrebbe agito ugualmente. «Sì, lo so. Ma adesso è arrivato il momento che stavo aspettando. Abbiamo l'opportunità di potergli parlare. Per Merlino, Remus... eravamo la sua famiglia, e ora dovrei arrestarlo così? Non posso farlo »
La guardò negli occhi, sapeva che non poteva fare nulla per convincerla del contrario, aveva la testa dura come un sasso e avrebbe perso solo tempo. Ma non riusciva ancora a darle una risposta.
«Se non volessi farlo?» chiese lui.
«Lo farò da sola» guardava fuori, era convinta di quello che faceva. Non era lì per chiudere il suo aiuto, era lì perché era giusto farlo con lui.
«Mi dispiace… ma non lo so»
Alexis annuì, non era facile quello che gli stava chiedendo, e se lui voleva un po' di tempo glielo avrebbe dato.
«Mi raccomando, pensaci. Ora ti lascio lavorare… ci vediamo dopo»
Remus era confuso, e anche spaventato da quella situazione, era convinto di essersi messo l'animo in pace dopo tutti quegli anni, che il migliore amico fosse colpevole di una cosa orribile e che sarebbe marcito in quella prigione maledetta... ma adesso era arrivata Alexis Maxwell a destabilizzarlo nuovamente, e aveva anche ragione. L’amica stava aprendo la porta dello studio per andarsene.
«Ma, Alex…» «Sì?»
«Se una volta trovato confermasse tutto... cosa farai?» Ovviamente aveva preso in considerazione anche quell'ipotesi e sperava con tutto il cuore che non fosse così.
«Che domanda, Remus. Lo farò soffrire più di quanto abbia fatto per 12 anni ad Azkaban»
Il professore sgranò gli occhi, quell’idea era folle, e lei lo avrebbe fatto comunque, con o senza di lui.
«Va bene»
Lei sorrise, non credeva a quello che aveva appena sentito. Remus Lupin aveva acconsentito in così poco tempo? Le cose stavano cambiando notevolmente.
«Dai, sarà divertente! La vecchia banda di prefetti di nuovo riunita!»
Lupin rise, messa su questo piano poteva sembrare divertente, ma non lo era affatto.
Alexis uscì dal suo studio e si chiedeva cosa avrebbe potuto fare… erano le cinque del pomeriggio e mancavano due ore al banchetto. Decise di fare un giro ad Hogsmeade, aveva una grande voglia di andare da Mielandia e comprare qualche bacchetta magica alla liquirizia o un pacco di gomme bolle bollenti.
Sì incamminò, e sentì una strana sensazione di felicità che non provava da tempo: trovarsi lì comportava questo, in fondo Hogwarts era stato uno dei posti in cui lei era stata realmente felice. Alexis Maxwell poteva anche essere un Auror, ma detestava camminare. E nonostante si tenesse allenata lo sport non le piaceva affatto, lei era sempre stata una di quelli che guardava e tifava, non si era mai cimentata nel praticare qualcosa.
Faceva davvero troppo freddo quel giorno, il vento tirava forte e iniziava a non sentire più il viso, prese un piccolo specchio dalla sua borsa per poter vedere in che condizioni versava: a causa del vento la sua faccia pallida era arrossata e i suoi capelli lunghi e biondi sembravano un nido di uccelli.
«Oh cara sei davvero bellissima» ironizzò lei specchiandosi «pronta alla notte degli Oscar». Il suo riflesso non fu però l’unica cosa che vide allo specchio: quattro Dissennatori stavano volando alle sue spalle, pronti ad attaccarla. Buttò lo specchio in borsa e prontamente prese la bacchetta, quando si girò stavano già facendo quello che lei temeva di più: provavano ad infliggerle il bacio.
Sentiva le forze venir meno, ma nonostante questo scaricò sui Dissennatori il suo Patronus: un piccolo drago argentato uscì dalla sua bacchetta, e fu forte, perché i quattro incappucciati furono scaraventati via oltre il castello.
Non si sentiva affatto bene, era già capitato che si scontrasse con quelle creature, ma questa volta era stato diverso, erano in quattro contro uno. Con le poche forze che le erano rimaste si avviò verso Hogwarts, doveva subito sdraiarsi e mangiare qualcosa. Arrivò all’entrata del castello appena in tempo, perché varcata la soglia della scuola perse i sensi.
“Oh, per Merlino” pensò.
Nel frattempo qualcuno aveva assistito a tutta la scena, e pensò a quanto fosse brava la strega.

                                                                                                                   

                                                                                                            Ottobre 1972, Hogwarts
La giovane Maxwell era nella sala comune, quella mattina stranamente si era svegliata prima dei suoi compagni, era seduta a terra tenendo in braccio il suo gatto Hela che le faceva le fusa, un meticcio di tre anni che aveva portato da casa perché le sarebbe mancato di più di quanto le sarebbero mancati i suoi genitori.
«Alex! Non ti ho vista sopra e mi sono preoccupata, poi Laurenne mi ha detto che ti ha vista scendere… potevi dirmelo almeno!» Mary urlò con la sua voce squillante che non era molto piacevole sentire di mattina presto. L’amica si alzò dal pavimento tenendo il gatto ancora in braccio. «Dovresti ringraziarmi per non averti svegliata prima... perché Albert ancora non scende?» chiese Alexis.
«Non lo so, se fa tardi non lo aspettiamo, non voglio prendere un altro richiamo dal professor Ruf…»
Un mese era passato dall’inizio dell’anno scolastico e ormai Alexis viveva in simbiosi con i suoi amici Mary Wilde e Albert Mulliver. I tre continuavano a perdersi per la scuola e di conseguenza arrivavano in ritardo alla maggior parte delle lezioni. Alexis vide un ragazzino del primo anno come loro e lo fermò per chiedergli di chiamare il suo amico, ma mentre lo faceva vide Albert scendere dai suoi dormitori.
«Nulla Frank, è arrivato» il ragazzo annuì e se ne andò dai suoi amici. Alexis osservò il suo amico e notò che aveva un aspetto davvero terribile, come se non avesse dormito neanche un po’.
«Per tutti i folletti Albert, che ti è capitato stanotte? Sembra tu abbia lottato con un troll!» esclamò lei.
«Giorno Alex, Mary… non ho chiuso occhio stanotte… beh andiamo a fare colazione?» Mary lo fissò confusa.
«No no no… prima hai bisogno di una sistemata…» con un gesto della bacchetta ordinò i vestiti di Albert, ora aveva decisamente un’aria migliore. Mary sogghigno, soddisfatta del suo incantesimo.
«Va bene… grazie Secchionis» Alexis sorrise e l’amica la guardò male, avviandosi verso il ritratto della signora grassa. I due la raggiunsero e mentre Mary ragionava su tutte le lezioni che avrebbe dovuto seguire quel giorno, Albert e Alexis davano l’impressione di essere due zombie. Mary era un vero e proprio esemplare di secchionis rincitrullitis (come la chiamava Albert) passava ore intere a studiare e poteva infatti vantare una serie di Eccezionale in tutte le materie, tranne in una: Difesa contro le Arti Oscure. Era una delle sue piaghe e per quanto si sforzasse non riusciva a farsela piacere, aveva solo un "misero Oltre Ogni Previsione". Per Alex invece era diverso: era appassionata  di Trasfigurazione e Storia della Magia, studiava, ma come diceva Mary per “sopravvivere”. Era affascinata da Difesa contro le Arti oscure e studiarla le risultava facile e stimolante. Albert invece era letteralmente fissato con Erbologia, e si esaltava quando dovevano seguirne le lezioni.
Alexis alzò gli occhi al cielo e piena dei discorsi di Mary, cercò di cambiare argomento.
«Devo procurarmi una mappa o questa scuola non la impareremo mai» disse lei.
«Faresti bene. Ieri ho parlato con una ragazza del quarto anno e ha detto che a volte lei e i suoi amici si perdono ancora…» Alexis guardò l’amica e pensò che in qualsiasi momento della giornata era sempre impeccabile e in ordine: portava i capelli biondi legati da una treccia, in più i suoi occhi azzurri erano sempre svegli e attenti, il naso invece piccolo e un po’ schiacciato in viso contribuiva a farla sembrare meno altezzosa di quanto potesse sembrare. Notò anche come la guardava Albert… poteva essere che…?
«Guarda chi sta entrando Alex...» i pensieri della ragazza furono interrotti da un bisbiglio della bionda. Si girò e vide entrare “i Malandrini”, come si facevano chiamare, nella Sala Grande. Pensò che nonostante fossero completamente diversi tra di loro erano molto carini, fatta ad eccezione di uno: Peter Minus. Albert li guardava infastidito: non li sopportava per niente
«Sono così…» disse lui, ma fu interrotto da Mary. «…carini»
Albert sbuffò. «Volevo dire pieni di sé, e poi come si fanno chiamare? Malandrini… è ridicolo…»
Alexis inarcò le sopracciglia, non capiva perché l’amico non sopportasse così quella banda, neanche a lei ispiravano chissà quale simpatia, ma riteneva la reazione dell’amico quantomeno esagerata. Il pensiero che aveva avuto precedentemente continuava ad avere conferme.
«Beh Albert, che siano carini è un dato di fatto, non credo si possa negare. Dai non preoccuparti Mister, resterai sempre il nostro preferito» disse infine lei sorridendo e dando un morso a delle uova strapazzate.
«Credo semplicemente che Albert sia invidioso di loro…» disse Mary sfogliando un libro. Albert si fece rosso in viso e se la bionda avesse aggiunto altro sarebbe scoppiato.
«E di cosa sarei invidioso?!» chiese lui.
«Non è ovvio? - » Alexis le diede un calcio sotto il tavolo, era un chiaro avvertimento a non continuare la frase.
«Non c’è bisogno che tu le dia i calci! Oh lasciate perdere!» Albert s’infuriò e lasciò le due di sasso nella Sala Grande.
Alexis si girò verso l’amica e lei la guardò con lo sguardo imbarazzato e colpevole.
«Che c’è?! Non ho detto niente di strano, non iniziare con la predica…» e si rimise a leggere il suo libro sulla Storia di Hogwarts. La strega non poteva credere che Mary non si accorgesse di quanto fosse stata irritante con Albert, e stava iniziando a perdere la pazienza, così le chiuse il libro che fingeva di leggere per non incrociare il suo sguardo in faccia.
«Innanzitutto: io non faccio prediche, espongo le cose come stanno! E sei stata molto sgarbata con Albert e devi chiedergli scusa»
Si stavano alzando i toni e nel tavolo dei grifoni se n’erano tutti accorti dell’uscita di Albert, infatti adesso stavano osservando le due ragazze come se stessero vedendo un’opera teatrale.
Mary sgranò gli occhi e si alzò dalla panca, non credeva a quello che le aveva appena detto la sua amica.
«Oh oh oh! Guarda chi parla! Senti, Folletto: non chiederò scusa a nessuno né tantomeno ad Albert. Adesso devo andare a lezione. Non scomodarti a sederti accanto a me, buona giornata» e si avviò verso l’uscita.
Alexis alla parola folletto s’infuriò e si alzò anche lei, solo perché aveva gli occhi grandi e verdi non meritava l’appellativo folletto.
«Credimi Mary, se mi venisse l’idea di sedermi vicino a te o di rivolgerti minimamente la parola mi farei portare in infermeria, perché significherebbe che sto diventando pazza!» urlò con gli occhi dardeggianti.
Adesso tutti guardavano lei, tra cui i quattro malandrini: James Potter e Sirius Black se la ridevano di gusto mentre gli altri due erano chiaramente confusi.
«Giornata storta a quanto vedo!» disse James Potter, a quelle parole iniziarono tutti a ridere.
Si guardò intorno e si rese conto che la stavano osservando: era rimasta da sola. Infuriata e rossa come un peperone uscì dalla Sala Grande, giurando che non avrebbe mai più rivolto la parola alla sua amica. Ovviamente, non sarebbe stato così.




NOTE:
Ciao a tutti (: 
Ecco il secondo capitolo: iniziamo a conoscere un po' di più la protagonista e quali sono i suoi piani. Spero vi piaccia! Alla prossima. x

 
  
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