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Autore: Cora_Blackwood    23/04/2020    0 recensioni
In un mondo devastato dalla guerra, uno dei figli del dittatore Joe, Max si è innamorato di una dei leader della resistenza che lotta per avere la libertà. Il giovane soldato è pronto a voltare le spalle alla sua famiglia e a sacrificarsi per la libertà e soprattutto per amore della ribelle. Ma un matrimonio inaspettato causerà l'inizio di uno scontro, la fine per molti.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si ritrovarono accerchiati e scortati per le strade dell'oasi sotto gli occhi di tutti i suoi abitanti, sguardi arcigni e curiosi, diffidenti e omicidi. 
Deva era al suo fianco; ogni tanto venivano punzecchiati da lame per farli camminare e farli stare al passo, lui si girava e gli ringhiava contro cercando sempre qualche rissa.
- Siamo arrivati. 
I quattro alzarono gli occhi guardando con meraviglia la bianca reggia; le massicce porte dorate si aprirono lasciando spazio al lussuoso interno della casa: aveva enormi finestre che illuminavano gli interni bianchi e confortevoli.
- Rimanete qui. 
Disse il ragazzo alto che li aveva condotti dall'imperatrice. 
- Menphis sii cordiale. 
Lo consigliò il ragazzo basso. 
- Certo Rohnert. 
Poi Menphis sparì in cima alle scale che erano davanti a loro. 
- Spero tu abbia un piano Max.
Disse irritato fra i denti Yanez. 
- Sì che ho un piano. 
Rispose puntandogli un dito contro per minacciarlo. 
"Dovrebbe darsi una calmata o non andiamo da nessuna parte." 
Pensò. 
- Ecco l'imperatrice Meridian. 
Annunciò Rohnert con un inchino. 
Deva rimase ferma a scrutare una donna bellissima dalla pelle candida, i capelli color carota ondulati e gli occhi di un azzurro vitreo. La sua andatura morbida e decisa faceva oscillare il lungo abito celeste. 
- So cosa vi porta qui ribelli. 
La sua voce era cristallina e dolce, Max ne rimase affascinato. 
Deva invece continuava a guardarla con diffidenza, gli occhi stretti e le labbra serrate. 
- Siamo qui perché vogliamo contrattare con voi, imperatrice Meridian. 
Disse Max dopo essersi inumidito le labbra secche. 
La ragazza dai capelli rossi si diede uno sguardo attorno, tutti gli uomini erano stregati da quella donna e quella cosa non le piaceva per niente. 
- Cosa vuoi trattare giovane Max? 
Gli si avvicinò lasciando una scia di profumo fruttato dietro di sé. 
- Vogliamo ristoro e... Protezione sul vostro territorio. Non vi porteremo guai, in cambio io vi posso dare la libertà. 
La donna sulla quarantina scrutò i tre uomini per poi soffermare lo sguardo sulla giovane e bella Deva. 
- Libertà? In effetti potremmo fare questo accordo, la mia terra soffre nonostante io cerchi di mantenerla in vita. 
- Allora si fa. 
La fermò Deva brusca. 
- D'accordo. Vi lascerò ripartire domani all'alba, ma... vi conviene passare per le gole di Alcàn. Potrebbero fruttarvi molta protezione. Ora congedatevi uomini della libertà, i miei soldati vi mostreranno un luogo dove alloggiare. 
Deva non ne era convinta, aveva detto di passare per le gole di Alcàn con qualcosa negli occhi, qualcosa di losco. Secondo lei l'imperatrice doveva nascondere qualcosa. 
Usciti dalla reggia liberi e non come dei prigionieri, Deva tirò il braccio di Max. 
- Lo so cosa stai per dirmi, che sono un idiota e che non ti convince il fatto di passare per le gole di Alcàn. 
Deva lo guardò sardonica.
- Bravo. 
- Ho un piano e ne parleremo lontano da qui. 
Intrecciò le sue dita con quelle della ragazza e le strinse tirandola dietro di sé. Menphis stava guidando già Yanez e Peter all'alloggio mentre Deva e lui erano rimasti indietro a parlare. 
 
A tutti gli accampati ribelli fu dato del cibo, dell'acqua e un alloggio e presto il crepuscolo si avvicinò.
Mentre dentro la tenda Deva alimentava il fuoco, Max a torso nudo uscì dall'accampamento sedendosi per terra guardando le alte montagne che si tingevano di rosa.
Deva lo guardò e pochi istanti dopo si strinse nei suoi abiti e lo seguì fuori. Era bello, la sua pelle chiara adesso rifletteva le luci del tramonto e quei zaffiri la guardarono con dolcezza. 
Si lasciò cadere accanto a lui e gli poggiò la testa sul braccio, lui le poggiò la nuca sopra quella chioma rossa e gliela baciò. 
- Qualsiasi cosa tu veda o senta domani, devi prometterti che ti atterrai al piano, intesi? 
Lei con gli occhi scuri lo guardò malinconica, gli poggiò la mano sulla sua e gliela strinse.
- Perché mi dici questo? 
La sua voce vacillò gravemente. 
Le mise una mano al collo e la baciò con forza; affannò il suo respiro e fece ballare la sua lingua con quella della ragazza. 
Lasciò che il suo sapore aspro si mischiasse a quello dolce di lei, in un'esplosione di brividi e gemiti. La fece salire su di lui per poi farla sdraiare per terra, perdendosi a guardare quella chioma fuoco che si mescolava al terreno sabbioso. Le sollevò la canottiera e le sfiorò un lembo di pelle che sembrava splendere sotto i raggi del sole calante. 
La ragazza raggiunse la mano di Max e la strinse. Capì che doveva fermarsi, anche se gli veniva difficile doveva farlo. Si stese accanto alla giovane e la guardò sorridendo. 
- Domani ci divideremo, tu mi darai il tuo camion e invece tu scorterai il carico. Io e Yanez passeremo dalla gola di Alcàn, mentre tu, Peter e gli altri tre camion farete la strada tradizionale, senza pericolo. 
A quelle parole Deva si morse l'interno della guancia con tanta forza da farsi uscire sangue. 
- No Max, perché non vieni con me. 
Il ragazzo poggiò la sua fronte sopra quella di Deva acarezzandole con la mano il viso. 
- Fidati di me. Non sarà la nostra ultima notte assieme, tutt'altro, questa sarà la prima notte assieme. 
Si mise a cavalcioni sulla donna cercando di non schiacciarla sotto il suo peso e la baciò ancora ansimandole addosso. 
- Ti prego non smettere. 
Gemette Deva mentre abbracciava il corpo magro del ragazzo. 
Chiuse gli occhi e immaginò come fosse stato se Max si fosse spinto un po' più oltre. Era un sogno per lei, un desiderio che sperava di realizzare quanto prima, perché lo voleva nonostante lui aspettasse ancora, lei era pronta. Nonostante le circostanze lei lo voleva, l'aveva sempre voluto e continuava a farlo.
Max si alzò e la trascinò dentro la tenda, gettandola sulle coperte. In seguito la seguí a ruota abbracciandola.
- È bello averti fra le braccia anche a letto. 
Le strusciò il naso dietro il collo, respirando profondamente quel suo odore dolce e provocante. 
Chiudendo gli occhi poteva immaginare e toccare con mano il futuro che vedeva insieme a lei, in un mondo migliore, in una bella casa modesta, bianca e luminosa, con una piscina, dell'acqua fresca e limpida, del cibo buono anche per lei, con dei bambini che correvano per casa. 
Avrebbero viaggiato anche dopo questa avventura, perché loro sarebbero rimasti in vita, l'uno affianco all'altro sempre pronti a sostenersi. Le accarezzò i capelli e poi si accoccolò incastrando il suo corpo con quello di Deva; sembrava fatto apposta per intersecarsi col suo. 
- È bello sapere che questa fine, è l'inizio per noi. Dopo essersi stretta, Deva chiuse gli occhi e dormì per la prima volta senza avere il ricordo della sua famiglia e di quell'incidente che le aveva rovinato la vita.
 
   
 
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