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Autore: RitornoAlleCeneri    25/04/2020    0 recensioni
Eccolo lì,Error. Ciondola per la città senza meta, rimuginando sui suoi pensieri e sulla sua vita. Eppure, nonostante l'apparenza fredda verso il mondo ma con un cipiglio di curiosità , rimane stupefatto dal semplice nome di una donna. Una corsa contro il tempo dietro questa donna sfuggente, nelle vie della città. Non sappiamo come finirà la sua storia, speriamo che tutto questo non sia un errore.
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta dello studio si chiuse dietro i passi del ragazzo, dentro la stanza rimase solo il dottore che sfogliava la cartella lentamente. Il fruscio di ogni foglio faceva compagnia alla figura solitaria.

Dei piccoli battiti sulla porta fermarono l'uomo. 

<< La paziente è arrivata, la sta attendendo in sala d'attesa >>

Data la delicatezza dei colpi e il tono della voce, Error intuì fosse una donna piccola e delicata, che senza il consenso aprì la porta socchiudendola appena.

<< Falla accomodare >> disse il dottore mite.

Il rumore di tacchetti rimbombò dal corridoio, dalla stanza fino alla panchina sotto la finestra. La ragazza chiuse la porta, con passo lento ed incerto si avviò verso il centro della stanza, dove presumibilmente era posizionata la poltrona.

Ci fu un lungo silenzio, se avessero respirato più forte i due commensali avrebbero potuto tagliare l'imbarazzo che si era creato.

<< Vedo che ti sei decisa a tornare, hai pensato al motivo di tanta rabbia nella seduta precedente? >> iniziò l'uomo rivolto alla paziente, con tono deciso e rigido quasi arrabbiato e pronto a riprenderla, come un padre.

<< Si, mi scuso. Non era mia intenzione colpirla con le scarpe.. >>rispose la ragazza.

<< Non si preoccupi, sono i rischi del mestiere. L'importante è che tu abbia compreso la radice della tua crisi. >>

<< Si, in parte. In realtà è successo di nuovo. Vede... >>

Quando la ragazza stava per iniziare il suo racconto, un giovane in bicicletta andò contro la panchina di Error distraendolo.

Il ciclista era a faccia in giù, sporgeva dal punto in cui c'era il viso uno schizzo di sangue. Error era pietrificato, non sapeva cosa fare, nessuno si era mai avvicinato così tanto da superare la sua sfera personale. Per una volta non veniva evitato, anche se come prima volta era tragica.

D'istinto allungò le mani per aiutare l'infortunato, che si alzò lentamente lasciandosi trasportare dalla forza del suo aiutante. Accomodato sulla panchina, sorrise con la bocca tutta insanguinata. Si era spaccato un labbro, i denti erano intatti.

<< Ti ringrazio, sei il primo che mi aiuta a rialzarmi. Ho sempre dovuto fare tutto da solo >> esordì Labbrorotto, lo soprannominò Error nella sua testa.

Error gli sorrise e gli fece cenno con le mani di non preoccuparsi, agitandole a destra e sinistra velocemente. Sfilò dalle mani un fazzoletto e lo porse al suo nuovo amico.

<< Tu non parli? >> gli chiese il ragazzo.

Error agitò la testa in segno di negazione.

<< Sei non udente? >>

Negazione.

<< Non sai parlare? >>

Negazione.

<< Ti vergogni? >>

Leggero assenso.

Error annuendo socchiuse gli occhi come segno di non volerne parlare, essendo una storia lunga.

<< Non preoccuparti, non faccio domande. Comunque... cosa facevi qui tutto solo? >> chiese Labbrorotto.

Il giovane muto indicò la finestra sopra di loro, riportando il dito indice sull'orecchio picchettando il lobo.

<< Stavi ascoltando... le sedute dello psicologo? Legalmente non si dovrebbe fare, ma il dottore è un po' distratto e spesso lascia la finestra aperta >>

Improvvisamente forti singhiozzi arrivarono da dentro lo studio, attirando l'attenzione di Error e Labbrospaccato che tesero le orecchie. Tutto ciò che riuscirono a sentire alla fine furono i tacchi della ragazza che con forza battevano sul pavimento, seguiti dalle richieste dello psicologo di non lasciare la stanza.

La porta sbatté violentemente, e come un urgano si precipitò una giovane donna, totalmente vestita di nero, sul marciapiede che si allontanò ad una velocità anormale.

I due ragazzi si guardarono stupiti.

Era la paziente dello studio.

 

   
 
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