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Autore: lizardiana    28/04/2020    5 recensioni
Shonan è mare, sole, surf. Cosa succede se un gruppo di amici decide di sfidare la Sfiga e di partire per la spiaggia?
Ispirata dalla canzone omonima degli 883, tre strofe, tre storie leggere.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shibari'
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2. Ridendo e scherzando

 

"Hey ma.. sta grandinando!"
Ryota fu il primo ad accorgersene. Fino a quel momento erano piovute dal cielo gocce grosse e rumorose; per questo, quando arrivarono i primi chicchi di grandine, i meno attenti non si accorsero della differenza.

Yohei si girò verso la vetrata per vedere con i propri occhi.  Si era seduto sulla panca vicino a Mitsui e Noma. Preferiva quel posto perché aveva un bel cuscino imbottito dai colori sgargianti. Più per l'imbottitura che per il colore.

"Già, chissà quei due mentecatti" commentò Ayako
"Quanto ci avrà messo Hana a buttare giù Rukawa dal lungomare?" Disse Takamiya dal fondo del tavolo, aggiustandosi gli occhiali e preparandosi a ricevere scommesse.
"Nah. Quei due se la intendono più di quanto vogliano mostrarci" rispose Yohei. "Ormai parlano, si passano la palla e credo di aver visto Rukawa ridere un paio di volte".
"Rukawa che ride?" borbottò incredulo Mitsui "non ce lo vedo proprio. Sul passarsi la palla ti do ragione, nell'ultima partita hanno fatto scintille quei due".
"Meritano entrambi un posto in nazionale" aggiunse Kogure.
"E pensare che Hanamichi gioca da un anno e poco più, con tanto di infortunio.." disse Ayako sorseggiando la sua coca-cola.
"Già ma per quanto sia migliorato rimane sempre l'attrazione del Giappone con le sue cazzate" commentò Hisashi, ricevendo risate in risposta.

"A proposito di attrazioni.. oggi al distributore è passato un tipo stranissimo" disse Yohei "era in moto ma in canottiera e pantaloncini..".
"Uh non farmi ricordare, una sera in moto con Tetsuo mi è entrata una vespa nella maglietta!" Sì intromise Mitsui.
"Una punizione per la tua stupidità!" Disse Ryota lanciandogli un edamame, che Hisashi acchiappò al volo.

"..La cosa più divertente erano i pantaloncini. Erano di raso con un bordino di pelo tigrato"

"roaaar" si sentì dal fondo della tavolata.

Yohei rise "ho pensato che forse qualche marito fosse tornato troppo presto e che fosse fuggito con i vestiti della dolce signora..".

"Hey si fanno discorsi piccanti qui!" Hanamichi manifestò la sua presenza con una sonora pacca sulla schiena di Miyagi, che In tutta risposta gli tirò un pugno sul bicipite.

Lui e Rukawa erano bagnati fradici, i vestiti appiccicati al corpo.

"Ragazzi così vi ammalate!" Disse Ayako "non avete il cambio?"
Hanamichi la guardò come se avesse appena parlato in una lingua straniera.
"Nh l'idiota non ha neanche uno zaino senpai.." disse Kaede recuperando il suo zaino dalle mani di Kogure, che l'aveva gentilmente custodito.
"Dannata kitsune almeno io non mi faccio portare le cose dai senpai, vero quattr'occhi? Eh diglielo che è un maleducato!"
"Stai zitto scimmia qui il maleducato sei tu!" Lo rimbeccò Mitsui.
Kogure ridacchiò e si aggiustò gli occhiali sul naso "se vuoi ho una maglietta di ricambio Sakuragi, ti andrà un po' piccola ma.."
"Lascia stare Kogure senpai, potrebbero cacciarci per atti osceni. Tieni idiota ho una maglia in più" disse Kaede lanciando una maglietta blu oceano in faccia a Hanamichi.
"Hey volpe artica non mi serve la tua elemosina!" Commentò il rosso lanciandogli l’indumento indietro. "Senpai preferisco la tua, potrei prendere fuoco a contatto con i vestiti del nemico".
Gli occhi di Kaede si incendiarono "per me puoi anche morire, mentecatto"
"Finitela idioti!" Disse Hisashi. "Kimi scusa ma non credo né che gli stia né che sia il caso di fargli indossare una delle tue magliette.."
Kogure lo guardò confuso. Hisashi riprese a parlare "Beh insomma, sono abbastanza.. imbarazzanti. Cioè, a te stanno bene, sono.. ok sto incasinando tutto" disse mettendosi una mano sugli occhi.
Miyagi scoppiò a ridere "voglio vedere come ne esci adesso".
Kogure arricciò le labbra e guardò Mitsui che nel frattempo aveva iniziato a sventolarsi con il menù plastificato.
"Cos'hanno le mie magliette di tanto imbarazzante?" Disse innervosito  "solo perché non vesto le marche come te non vuol dire che"
" No Kimi non è..” Mitsui provò a fermare il discorso di Kiminobu ma fu interrotto a sua volta.
“Dai Kogure non prendertela, qualcuno te lo doveva pur dire. Che poi Mitsui non abbia il minimo tatto quello è perché è un deficiente” disse Miyagi, provando a riportare la pace.
“La mia preferita è quella con gli orsetti “ disse Ayako. “Non ascoltarli Kogure, sono solo invidiosi perchè tu non sfiguri anche con magliette kawaii”.
Kogure si aggiustò gli occhiali e si zittì. Hisashi provò a posare una mano sulla sua spalla ma rinunciò quando lo sentì sbuffare.

Beh comunque non è niente rispetto a uno che ho visto oggi in stazione..” riprese Miyagi per cambiare discorso e permettere all’amicizia tra Kiminobu e Hisashi di vedere l’alba del giorno dopo.
“Racconta” bofonchiò Sakuragi, emettendo poi un sonoro rutto seguito da un ‘che schifo doaho’ da parte di Rukawa.

“Ero in bagno, quindi ho visto solo i piedi. Parliamo di sandali. Ma non sandali carini come quelli che potrebbe portare Ayachan. Sandali da uomo..”
Dalla tavolata si sollevarono versi di disgusto.

“Sandali da uomo, di plastica” continuò, sempre accompagnato da versi e ululati.
“Sandali da uomo di plastica.. trasparenti!” Sguardi di terrore e manate sul tavolo.
“Non so dove le abbia trovate, forse in qualche 100yen shop..”

“In realtà sono Gucci, esclusiva per il mercato di Tokyo. Andrebbero con le calze ma sai, oggi avevo caldo”
Miyagi si pietrificò. Sulla tavolata piombò il silenzio.

“Nao-kun” disse Ayako, tirandosi su a sedere.
“Ayako-chan” rispose lui.
Ayako si schiarì la gola. “Ragazzi, lui è Yazawa, vi presento ufficialmente il mio ragazzo..”

Hanamichi quasi si strozzò con il suo calpis, tanto che Rukawa dovette tirargli delle manate sulla schiena per farlo riprendere a respirare.
“Piacere” disse Mito, come sempre il più lucido di tutti. “Niente di personale amico.. si scherzava..”.

Il ragazzo lo ignorò e fissò il suo sguardo su Ryota. “Niente di personale, tappetto?” disse posando una mano sulla spalla di Ayako.
“Nao” protestò lei lanciandogli uno sguardo torvo. Ryota fissò lo sguardo su di lui, squadrandolo da capo a piedi.

Era alto, ma di certo non come Rukawa o Sakuragi. Un bel fisico, certo. Abbronzato, forse faceva surf?
“Richiamami tappetto e ti faccio ingoiare i denti” ringhiò.
“Io ne so qualcosa..” sussurrò Hisashi.
“Smettetela tutti e due! Nao, sono i miei amici. E non puoi prendertela per il discorso dei sandali, Gucci o no sono orribili e lo sai benissimo anche tu. Non ti permetto di comportarti così con loro, sono la mia famiglia!” Ayako era furiosa. Nessuno poteva toccarle quella banda di sfigati casinisti.

“Sarà.” Rispose lui. “Andiamo allora? Yoko e Minoru ci aspettano..”

Ayako sospirò. “Andiamo solo perché te l’ho promesso.”
Raccolse la sua borsa dalla sedia e si rivolse alla tavolata “Scusate ragazzi, ci vediamo nei prossimi giorni”
“Ciao Ayako” disse Yohei, fissando Yazawa.
“Ci vediamo” dissero in coro Mitsui e Kogure.
Yazawa posò una mano sul fianco di Ayako e la trasse a sè. Così abbracciati uscirono dal locale, lasciando la tavolata senza parole.

“Che minchione” disse Noma.
“Sei più figo tu Miyagi” continuò Takamiya.
Hisashi guardò Ryota. Le guance arrossate e gli occhi lucidi. Si alzò e chiedendo scusa uscì dal locale.

“Forse dovresti andare da lui” disse Kogure a Mitsui.
Hisashi annuì e seguì il playmaker, trovandolo nel vicolo laterale.
“Lo odio, odio da morire!” Urlò Miyagi tirando un pugno alla gabbia per i rifiuti.
Aveva le lacrime agli occhi. Non solo doveva sopportare la presenza di quel maledetto Yazawa nella vita della sua Ayako, ora sapeva anche che lei quella sera aveva scelto lui, seguendolo.
“Hey” disse Hisashi “bella merda eh?” commentò accovacciandosi.
“Lascia stare. Ma l’hai visto? Io non posso pensare che la mia Ayachan stia con quel. Quel coso lì ti giuro l’avrei preso a testate!” Ryota si muoveva nervoso avanti e indietro in quei pochi metri di vicolo. Hisashi tirò su col naso. L’aria si era fatta fresca e lui era in maglietta e pantaloncini, come tutti.
“Già. Fa schifo lo so. Le passerà, ci metterà poco a capire che è un borioso..” disse tirandosi su. “Rientriamo, fa freddo. Andiamo a stuzzicare Sakuragi così non ci pensi più”.

 

L’interno del locale era caldo e accogliente, come le voci allegre dei commensali alla tavolata.

Ryota e Hisashi ripresero i loro posti e in pochi istanti ritrovarono il ritmo di risate, puntando maggiormente a prendere in giro Hanamichi.

In quello stesso istante, Ayako camminava veloce di fianco a Nao sul ponte che collegava la terraferma a Enoshima.
Usciti dal locale, aveva rifiutato il contatto e si teneva a debita distanza da quel ragazzo che, in pochi secondi, era riuscito a insultare tutte le persone più care che avesse.
“Mi vuoi parlare o tieni il muso tutta la sera?” le disse, cercando la sua mano.
Ayako la scansò e si fermò. Alzò lo sguardo sui suoi occhi neri. I suoi capelli ondulati, tirati indietro, sembravano ancora portare con loro la salsedine dell’ultimo bagno con il surf.
Nao era affascinante, certo. Un corpo scolpito dall’incontro con le onde, la pelle leggermente screpolata dal sole, le labbra piene, ma un poco spaccate dal vento.
Sospirò. “Ti sei comportato da maleducato. Un po’ di autoironia ti farebbe bene” disse.
Lui inclinò la testa. “Quel tipo lì, guarda che lo so chi è. Non mi piace che stai seduta vicino a lui” disse prendendole le mani.
Ayako rabbrividì, ma non per il freddo e il vento che soffiava sempre su quel tratto di strada. La pioggia aveva anche portato un abbassamento della temperatura notevole.
“Primo” disse “come fai a sapere di lui. Secondo. Non provare a dirmi dove devo sedermi”.
Nao le strinse ancora di più le mani tra le sue. “Piccola, devo conoscere il nemico per proteggerti. Sei importante per me e non voglio perderti perché qualcuno prova a portarti via da me..”.
Ayako sentì la testa girare, il battito accelerare. “Nemico. Proteggermi.. Portarmi via” disse.
“Non sono una tua proprietà” ribatté secca. 

Nao sbuffò “Sempre che ti attacchi alle parole! Quanto sei seria stasera, dai rimettiti su il tuo bellissimo sorriso e andiamo, la festa di Yoko e Minoru è sicuramente più divertente di tutto questo cianciare. Quando saremo lì ti scioglierai un po’ spero”. Disse riprendendo a camminare.

Ma Ayako non mosse un muscolo.
Nao si accorse di non averla dietro di sé dopo qualche metro, si voltò e tornò sui suoi passi per afferrarle il braccio e tirarla.
Ayako strattonò con forza, ma non riuscì subito a liberarsi.
“Ma quanto sei stronzo! Lasciami!” urlò. E lui lasciò la presa.

“Senti che cazzo hai stasera, il ciclo? Mi stai rovinando la serata per una cazzata, te ne rendi conto?” Disse lui con un tono aggressivo.
Ayako non si lasciò intimorire. Era abituata ad avere a che fare con energumeni ben più imponenti.
“Tu ora te ne vai alla tua festa” disse “e io me ne vado a casa mia. Non! Non provare a chiamarmi se prima non lo faccio io!” continuò con voce ferma, fredda.
Nao sbuffò e girando i tacchi continuò sulla sua strada, lasciandola lì. Su quel ponte, sotto quel lampione.

 

 

.. continua..

 

Ciao a tutti!
Eccoci con la seconda parte della storia, un po’ più breve ma serve per mettere alcune basi alla terza parte. Spero non stia venendo un disastro ahah

 

Grazie per i commenti <3 migliorano sempre la giornata.

Alla prossima!




 
   
 
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