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Autore: lizardiana    21/04/2020    5 recensioni
Shonan è mare, sole, surf. Cosa succede se un gruppo di amici decide di sfidare la Sfiga e di partire per la spiaggia?
Ispirata dalla canzone omonima degli 883, tre strofe, tre storie leggere.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shibari'
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Fattore S (?)
 

1. Giornata torrida


"Non ne posso più oggi! Quanti gradi ci saranno?"

Ryota si lanciò in faccia una manata di acqua fresca della fontanella, cercando di riportare la sua temperatura a un livello accettabile. Di fianco a lui, sdraiato sul prato con le braccia spalancate e le gambe piegate a rilassare i muscoli, Hanamichi boccheggiava mentre il sudore colava copiosamente in tutto il suo corpo.

"Non lo so Ryo-chan ma qui finiamo arrosto!"

 

Forse non un'ottima idea giocare al campetto, in pieno agosto, nell'orario di punta.


"Hey Hana arriva il rifornimento!"

Hanamichi alzò lo sguardo e vide il suo fidato amico avvicinarsi con la sua innata calma. Canottiera, costume hawaiano e ciabatte, Yohei raggiunse i due ragazzi porgendogli un paio di Pocari prese alla macchinetta dietro l'angolo.

"Tu mi salvi fratello!" Rispose il rosso prima di stappare la bottiglietta e bere avidamente il liquido fresco. Era una goduria sentire scendere il liquido nella sua gola, una sensazione così perfetta da procurargli un leggero brivido e un pizzicorio da pelle d’oca.

"Voi siete matti, oggi non è una giornata adatta a sudare oltre il necessario" commentò il moro, accendendosi una sigaretta. "Siete in pausa anche con gli allenamenti no? Perché non vi godete il mare come tutti?"

La fortuna di vivere nello Shonan voleva dire mare, spiaggia, surf, una fortuna che gli abitanti della zona non si lasciavano sfuggire neanche in inverno.

"Aaaah Yo! il genio qui presente non si ferma davanti a nulla lo sai!" Hanamichi rispose con un ghigno.

"Abbiamo ancora addosso l'adrenalina della semifinale del campionato estivo.. più che un desiderio è una necessità" commentò Ryota attraverso la stoffa della sua maglietta, che stava usando per asciugarsi il viso.

"Capisco" rispose Yohei "senti io tra poco inizio il turno al distributore, quando stacco ci vediamo? La truppa richiede la tua presenza Hana, ci sei mancato in questi giorni di campionato..".

"Lo so, mi sono fatto desiderare ultimamente” rispose prontamente Hanamichi, nei suoi occhi un leggero velo di malinconia al ricordo delle ultime settimane di sfide. “Fai così, senti gli altri, questa sera alla spiaggia di Koshigoe con pallone e costume! Con una giornata del genere, la serata non può che essere perfetta per una nuotata!”

Yohei fece cadere la cenere nel suo posacenere tascabile "guarda che le previsioni danno pioggia per stasera" disse passandosi una mano tra i capelli corvini.

"Tks, previsioni! Il Tensai conosce perfettamente le correnti! Se arriva il vento da Hakone c'è sempre bel tempo!" 

Yohei lo guardò con uno sguardo a metà tra l’esasperato e il divertito “Come dici tu, genio”.
Ryota rise e alzandosi si stiracchiò producendo rumori inquietanti. “Dico ad Ayachan di girare l’invito ai senpai Kogure e Mitsui, che ne pensate? Sono stati gentili a venire a vederci ai nazionali..”

Yohei gli rivolse uno dei suoi sorrisi sghembi. “Nessun problema amico, non siamo gelosi”

E si avviò, salutando già di schiena con un leggero cenno della mano.

 

La sabbia nera vulcanica era ancora calda sotto i loro piedi mentre, schiamazzando e spintonandosi, il gruppo di amici si avvicinava alla campo libero di beach volley. Tra loro l’atmosfera era sempre la stessa - complice, familiare- anche quando capitava di non vedersi per un periodo abbastanza lungo come era successo in quei giorni.
Lo Shohoku aveva vinto le qualificazioni per il campionato nazionale che quell’anno prevedeva la finale a Kyoto. La squadra si era allenata con vigore e impegno, arrivando fino alla semifinale. Ma non abbastanza per aggiudicarsi il titolo di miglior squadra del Giappone. 

Hanamichi sapeva benissimo di non doversi sentire in colpa per aver dedicato poco tempo ai suoi amici storici, eppure sentiva un leggero dispiacere per non aver potuto condividere a pieno questa esperienza anche con loro.
Forse se avessero vinto si sarebbe sentito meno in colpa?

“Arrivano gli altri Hana!” disse Yohei alzando il pallone con un palleggio da manuale. Hanamichi saltò in schiacciata ma tirò lungo, il pallone passó di gran misura sopra la testa di Ryota e rotolò fino al muretto.
“Out!!” Urlò Mitsui dopo aver fischiato con le dita. “dì un po’ adesso non ti vanterai anche di essere io genio della pallavolo, scimmia?”

“Mitchi fatti i cazzi tuoi!” rispose mostrando il dito medio “Il tensai è tensai in tutto. Nessuna eccezione!”
“Oh certo. Anche il tensai degli scaricamenti” disse Okusu

“Dei brutti voti” continuò Noma

“Delle figure di cacca” finì Takamiya.

“Vi ammazzo deficieeenti!” urlò il rosso brandendo un pugno con fare minaccioso.
Il gruppo scoppiò a ridere. Era incredibile quanto la presenza di Hanamichi bastasse, a volte, per animare ogni incontro.

“Scusate il ritardo. Come sono le squadre?” chiese Kogure agganciando il suo zainetto al palo della rete.
“Kimi non credo che riusciremo a giocare..” rispose Mitsui. “Guarda che cielo..”.
Il gruppo si voltò a guardare verso Hakone. Nuvoloni neri riempivano il cielo, cancellando i confini delle montagne e unendo cielo e terra in un’unica macchia scura.
Il vento soffiava come sempre in modo moderato, nessuno nello Shonan riusciva a ricordare un giorno senza vento sulla costa. Era per questo che Koshigoe come Kugenuma Kaigan e Inamuragasaki erano le mete preferite dei surfisti.

“Se il vento soffia da Hakone non piove!” disse Hanamichi, mani sui fianchi, sguardo da marinaio verso l’oceano.

“Ma sei deficiente? è il contrario, lo sanno tutti!” rispose Mitsui dandogli una manata sulla schiena. 

Yohei scosse la testa sconsolato. "Ho provato a dirglielo ma sai com'è non c'è speranza"

“Io ho prenotato all'Haloa Table per dopo" si intromise Ayako "mi aspettavo il temporale..".

"Non pioverà vi dico!" Insistette Hanamichi "giochiamo dai! Tritapalle, Quattrocchi, ognuno in una squadra, decidete voi!”.
“Ma siamo dispari!” commentò Hisashi “facciamo i turni?” chiese togliendosi la maglietta e infilandola nella bretella dello zaino di Kiminobu.
“Non saremo dispari a lungo” rispose Ayako. Hanamichi la guardò interrogativo “Che dici senpai, Takamiya non arriva ai 15 punti secondo te?” disse guardando storto la pancia del suo amico.
Ayako scoppiò a ridere. “No no, è che sta arrivando il decimo giocatore, guarda”.
Hanamichi sentì un brivido lungo la schiena. Ayako aveva invitato il suo nuovo fidanzato a giocare con Ryota? Era vero che lui aveva ormai accettato la presenza di un altro uomo nella vita della sua amata (con la sportività di un avvoltoio che aspetta di fiondarsi sul cadavere appena possibile), ma da lì ad averlo davanti agli occhi..
Hanamichi si voltò e il brivido divenne un colpo allo stomaco.
“Rukawa?? Che diavolo ci fai qui maledetta kitsune??” urlò guardando il moro mollare la bicicletta contro il muretto.
“Non ti sento idiota ho le cuffie” rispose quello. Ma Hanamichi era deciso a ignorarlo per portare avanti il suo show.
“Già ho dovuto sopportarlo per tutto il tempo dei nazionali, in camera, sul treno, ovunque!” diceva con fare melodrammatico.
“Già come se fossi io il problema, demente. Ciao senpai, grazie per l’invito” disse ignorando Hanamichi e rivolgendosi ad Ayako.
La ragazza sorrise, poi si girò verso il rosso “Stai zitto scimmione che lo so che ora vi parlate senza menarvi!” disse guardando con attenzione la reazione degli amici di Hanamichi, che non si fece attendere.
Il gruppo iniziò a ridere e a rotolarsi sulla sabbia tenendosi la pancia. Hanamichi diventò paonazzo e si impossessò del pallone.
“Maledetta Kitsune vai in quel campo che ti voglio distruggere!” urlò.

“Voglio proprio vedere” lo rimbeccò l’altro.

“Ci risiamo” commentò Ryota passandosi una mano sugli occhi, spalmandosi anche un poco di sabbia sulla pelle.
Hanamichi si posizionò in zona battuta. “Forza in campo!” disse passandosi la palla da una mano all’altra, accarezzando il cuoio e togliendo la polvere appiccicata.
“Guarda che tra poco piove!” disse nuovamente Hisashi. “Conviene rivestirsi!”
“Non pioveràààà!” urlò il rosso e un millesimo di secondi dopo venne smentito dal rombo di un tuono.
Tutti i giocatori lasciarono le loro posizioni per recuperare i propri vestiti.
“Dai ragazzi ma che fate! Vi dico che non pioverà, ci passerà solo vicino!” piagnucolò Hanamichi.
“Stai zitto doaho da quando sei un meteorologo?” lo insultò Kaede.
“Che ne sai tu kitsune! Non pioverà e sono pronto a scommettere che riuscirò ad arrivare al Koyurugi Jinja e a tornare senza che scenda dal cielo una goccia di pioggia! E scommetto che ci arriverò prima di te!”.
Kaede lo guardò inespressivo. Poi, dopo qualche secondo “sfida accettata, sfigato”.

“Eccoli là” commentò Ayako. “Andiamo ragazzi prima che piova, l’lAloha è anche vicino alla stazione”. Ma Hanamichi non stava già più ascoltando. Si era appena infilato le scarpe, la maglietta al contrario quando senza avvertire iniziò a correre.
Rukawa ci mise un secondo a capire che la sfida era iniziata e si mise immediatamente a correre verso il tempio.

500 mt di asfalto, 30 gradini, 2 komainu incappucciati.

All’imbocco dell’ingresso del tempio erano spalla contro spalla, spingendosi per superarsi, quando dopo un lampio e un tuono secco, iniziò a diluviare.
“Merda!” disse Hanamichi spintonando Kaede e iniziando la scalata. “Idiota non spingere!” disse l’altro.
Hanamichi fu il primo a passare sotto il torii di pietra, toccando con la mano la shimenawa.
“Primo!!” urlò, il viso ormai bagnato di pioggia.
“Fanculo, mi hai spinto!” disse Kaede, raggiungendolo.
“Non rompere kitsune ero comunque in testa!” rispose Hanamichi. “Vieni andiamo sotto il sessha al coperto”.

Kaede lo seguì, il respiro che piano tornava alla normalità.
Si sedettero con le spalle contro la staccionata che delimitava l’ingresso del tempio, sopra le loro teste la corda con le campane per le preghiere.
Il silenzio cadde tra di loro. Hanamichi iniziò a fissare le sue scarpe. Erano completamente usurate dalle partite nei campetti.
Ripensò alla sua vita prima del basket. Le uscite con la truppa, il pachinko, il tempo passato come in sospeso.

Hanamichi alzò lo sguardo e lo fissò sul viso del suo compagno di sventure. Kaede aveva chiuso gli occhi e riversato la testa indietro, come diavolo faceva a mantenere quella innata eleganza in ogni posizione? “Rukawa?” disse.
L’altro sospirò, ma non aprì gli occhi.
“Che vuoi doaho?” 

Hanamichi trattenne un sorriso. Ormai aveva fatto l’abitudine a quell’insulto.
“Ma a te piacciono le ragazze?” chiese. Non si disturbò di aggiungere una frase politically correct tipo ‘se è una domanda troppo personale non rispondere’ perché tanto sapeva che in quel caso Rukawa non si sarebbe fatto scrupoli a non dire una parola lasciandolo come un sacchetto dei rifiuti abbandonato bordo strada.
Kaede emise uno sbuffo che poteva sembrare divertito. “Che c’è doaho sei.. interessato?” rispose, aprendo gli occhi e piantandoli in quelli del rosso.

Hanamichi rise. Un fuoco d’artificio che esplodeva in quei due metri quadrati. “Kitsune quando vuoi sei divertente! Cosa mi sono perso in questi anni! Sono solo curioso, tutto qui. Non ti ho mai visto guardare neanche una tra le tue fan, mi sembra solo strano..”.

 

Kaede chiuse nuovamente gli occhi, tornando nella sua posizione di volpe in relax.

Hanamichi tornò a fissarsi le stringhe delle scarpe e ad ascoltare il suono forte della pioggia che picchiava sul tetto del tempio.
“No, comunque” disse Kaede. La sua voce quasi coperta dal rombo di un tuono in lontananza.
Hanamichi annuì. Pensò che Kaede si fosse preso il tempo per capire se aprirsi con lui. Se fosse un pericolo. E che aveva deciso che no, non rischiava di essere giudicato.
“Hai mai baciato un ragazzo?” chiese raccogliendo le ginocchia tra le braccia. Appoggiò il viso sulle gambe, girando lo sguardo verso Kaede che ancora a occhi chiusi teneva il volto verso il soffitto del loro riparo di fortuna.

Dopo alcuni momenti di silenzio, le labbra di Kaede si arricciarono. Si stava mordendo il labbro?
“No doaho, non ho mai baciato nessun ragazzo” rispose schioccando la lingua.

“Come fai a esserne certo allora?” chiese il rosso.

“Come fai a esserne certo tu, non mi pare tu abbia mai baciato una ragazza” rispose l’altro.

“Ah. Già”.
Hanamichi si chetò. Stava per uscire un ‘sì ma essere attratti dalle ragazze è normale’ che per fortuna morì prima di vedere la luce. Stava davvero crescendo se finalmente era in grado di mordersi la lingua prima di sparare qualche stronzata.

Kaede riaprì gli occhi e prese un bel respiro. “certe cose le sai no? Se non ti fai prendere dalla paura per quello che vedi, non hai bisogno di mentirti e la consapevolezza arriva. Credo”

Hanamichi si ritrovò ad annuire inconsapevolmente.
“Per me è normale sentirmi così. Le ragazze non attirano la mia attenzione. Neanche la maggior parte dei ragazzi. Solo qualcuno ogni tanto..”
“..ma poi sei una volpe pigra e ti schiacci un pisolino!” finì per lui Sakuragi, scoppiando a ridere.
“Sei un idiota” rispose Rukawa. Ma stava ridendo.

“A me le ragazze piacciono” riprese il rosso “non avrei collezionato tutti i miei rifiuti altrimenti! Ma ancora deve arrivare quella giusta, forse. Ora che anche Harukina mi ha scaricato..”
Kaede si intromise “già., com’è stata la storia? Il tuo migliore amico no? quello coi capelli neri..” disse passandosi una mano tra i capelli umidi.
Hanamichi sorrise. “Già. Si è innamorata di Yohei. Ma lui l’ha rifiutata, gli ho detto che se lo faceva per me era un cretino ma lui ha detto che le ragazze non fanno per lui in questo momento, preferisce continuare a girare con la banda, giocare al pachinko e fumare senza che qualcuno lo infastidisca..”
“Non ha un'ottima opinione del genere femminile” commentò Kaede.
“Già. Ma lui una ragazza l’ha baciata quindi credo che le idee le abbia chiare..” rispose Hanamichi.

“Ancora sta storia dei baci. Che ti spaventa?”

Un lampo improvviso seguito da un tuono fortissimo li fece sobbalzare. Kaede istintivamente strinse la mano di Hanamichi piantandogli le unghie nella carne, facendo urlare il rosso.

“Cazzo kitsune hai degli artigli! Sei davvero una volpe!” disse ridendo.
Kaede si rilassò e lasciò la mano di Hanamichi. “Odio i tuoni.” commentò lapidario.
Hanamichi rise “Tu hai paura dei tuoni e io dei baci. Vedi ognuno ha il suo!”
Kaede lo guardò, poi sbuffando scosse la testa.
“sai cosa Kitsune? La mia paura è di arrivare di fronte alla donna della mia vita e di andare nel panico pensando che potrei rovinare tutto con la mia inesp..”

Hanamichi sentì improvvisamente le labbra calde di Kaede posarsi sulle sue. Era stato talmente fulmineo da non lasciare tempo al suo cervello di elaborare la sensazione della mano sottile di Kaede appoggiarsi sulla sua nuca, attirarlo a sé.
Il contatto durò un istante. Hanamichi sbarrò gli occhi trattenendo il respiro.

isseki-nichō*” disse Kaede. “Ora hai avuto il tuo primo bacio e io ho baciato un ragazzo. Non pensarmi quando troverai quella giusta”.
Si alzò, stiracchiando le membra come una perfetta volpe e voltando la schiena verso Hanamichi, ancora di sasso con gli occhi spalancati e il respiro strozzato. In questo modo gli venne facile nascondere il rossore sulle sue guance.
“Nh. Non credo smetterà di piovere. Corriamo?” disse dopo qualche istante.
“T….TEMEEEEE KITSUNEEEEE!” 


Passi veloci sull’asfalto bagnato. Un sorriso sornione sul volto di Kaede. Di quel bacio non ne parlarono più, fino al loro incontro molti anni più tardi, in un'altra città, un'altra vita.

 

continua..

Nota linguistica
* letteralmente: "due piccioni con una fava"

Ciao a tutti!
Ho in mente questa storia da parecchio tempo. Tutto è nato ascoltando un vecchio cd con le canzoni storiche degli 883.. sì se sei una "millenial" non puoi mentire dicendo di non averli ascoltati e cantati a squarciagola, in macchina, andando verso il mare.
La mia intenzione è quella di tirare fuori alcune storie dalle canzoni più significative della mia infanzia.
Spero che abbiate voglia di leggere e di dirmi cosa ne pensate!

Alla prossima!


 

   
 
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