“Arrivano.
Devi andare”
“Andare?”
“Harry
ha bisogno di te. Non lo senti?”
“Sì,
ma posso davvero tornare…?”
“Corri.
Ti voglio bene”
“Anche
io”
Sirius prese il suo secondo primo respiro
su una scopa che puntava a schiantarsi al suolo. Cabrò violentemente,
puntandola di nuovo verso l’alto e scampò lo schianto di una manciata di
secondi.
Non sentiva il vento sulla faccia. Si
tastò le guance, ma anziché pelle incontrò qualcosa di rigido.
Aveva una maschera?
Infilò le dita lungo la sua mascella. Si,
era una maschera. Buon Godric, era talmente
disorientato e per di più era buio, aveva davvero difficoltà a mettere a fuoco
la situazione.
Si guardò attorno e restò sconvolto: sopra
di lui c’era una vera e propria battaglia.
E c’era Harry. No, era là. Aspetta, era
più avanti.
Ma cosa…?
C’erano molti più Harry di quanti si
sarebbe aspettato.
Si infilò nella battaglia e iniziò a
combattere. L’insorgere dell’adrenalina gli rischiarò i pensieri e irrigidì i
muscoli e combatté contro quello che era chiaramente un mangiamorte.
Sperava solo che la sua maschera fosse
chiaramente diversa dalle loro.
Guardandosi attorno vide Shackelbolt, alcuni Weasley e
altri dell’Ordine, ognuno che fiancheggiava un Harry, ma nessuno era quello
giusto. Non avrebbe saputo spiegarlo, ma sapeva che non erano quello giusto.
Continuò ad andare avanti, osservando ogni
Harry e continuando a combattere. Aveva atterrato due mangiamorte non
identificati, aveva scansato fuoco amico ed era riuscito ad arrivare più
avanti.
In cima a quell’assurdo corteo, che volava
più veloce di tutti, c’era Hagrid sulla sua motocicletta, ma aveva la testa
piegata in avanti chiaramente svenuto mentre Harry provava a sterzare la moto e
a non farsi ammazzare dai mangiamorte che lo stavano accerchiando.
Sirius spinse al massimo delle possibilità
la scopa, lanciando su di essa un incantesimo che nel quidditch
avrebbe fatto annullare una partita e pregò che la poverina reggesse.
Riuscì a raggiungere la motocicletta, che
era in velocità fiamma di drago, senza farsi carbonizzare e affiancò la moto
dal lato opposto rispetto a Harry.
Uff, stava per ammazzarsi. Di nuovo.
Dalla scopa si lanciò a cavalcioni della
moto, in braccio a Hagrid e iniziò a virare la motocicletta.
“Pensa a combattere Bambi!” urlò al
ragazzo sollevandosi la maschera per un attimo.
Harry lo guardò sconvolto, ma per qualche
assurdo motivo, si fidò.
Il sidecar in cui era il ragazzo fu
colpito e traballò pericolosamente, ma Sirius gli lanciò un paio d’incantesimi
appiccicosi che per il momento avrebbero retto.
“Qual è la destinazione?” gli chiese
mentre scansavano maledizioni.
“Andromeda Tonks”
Sirius aveva solo una vaga idea di dove
fossero al momento, ma era piuttosto sicuro di riuscire a portarli da
Andromeda. Sempre se sua cugina non si fosse trasferita negli ultimi sedici
anni.
La battaglia era dura, era chiaro che i
mangiamorte non erano lì per divertirsi; sembrava che grazie alla moto stessero
guadagnando parecchio terreno, ma Harry era mezzo svenuto e Sirius era stato
beccato di striscio da uno Stupeficium che non
sarebbe stato abbastanza per mandarlo al tappeto, ma era sufficiente a
confondergli le idee.
Stava ancora provando a scrollarsi di
dosso l’incantesimo, tutta la sua attenzione concentrata sul mandare avanti la
motocicletta, ma vide un lampo verde alla sua sinistra.
No.
L’Oscuro Signore era lì, ma prima ancora
che potesse sollevare la mano, il braccio di Harry si era sollevato, la testa
ancora penzoloni, ma la bacchetta stava già difendendo il suo mago.
Sirius non aveva idea di come una cosa del
genere fosse possibile ed era pronto a infilarsi in mezzo ai loro due
incantesimi, ma in quel momento avrebbe solo rischiato di farli esplodere tutti
quanti.
Tirò un respiro di sollievo quando la
bacchetta di Harry mandò in frantumi quella di Voldemort
e prima che il mago oscuro potesse semplicemente avvolgere le mani attorno al
collo del suo figlioccio e farla finita diversamente, con una complicata
combinazione di bottoni e leve, che Sirius pregò funzionassero ancora tutte,
rese la motocicletta e i suoi passeggeri invisibili.
Disattivò il volo, calando violentemente
di parecchi metri, per poi riaccenderlo una volta fuori dalla traiettoria del
Signore Oscuro.
Riuscirono finalmente a far prendere le
loro tracce e l’animagus calò la motocicletta sulla
strada per poi disattivare l’incantesimo di invisibilità.
I freni non funzionavano più e il motore sfarfallava
pericolosamente, ma erano salvi.
Sul
retro del cottage li aspettava Andromeda e per evitare di investirla, Sirius
dovette fermare la moto con un incantesimo. Smontò e lanciò un Reinnerva su Harry e due a Hagrid per farli
riprendere e si sollevò la maschera.
“Cosa-!” disse di botto il mezzo gigante,
mentre Sirius ispezionava attentamente la faccia del suo figlioccio.
“Tranquillo Hagrid, ce ne siamo occupati noi”
rispose. Harry aveva un taglio su una guancia e respirava a fatica.
“Sirius ma-!”
“Vieni fuori da lì, hai bisogno di farti
guarire” disse aiutandolo a uscire dal sidecar.
“Sembri più alto” disse mentre sentiva l’adrenalina
che calava molto rapidamente.
“Ma come è possibile?” chiese Hagrid
sconvolto e prima che Sirius potesse inventarsi qualche risposta sagace, si
sentì chiamare. La testa aveva preso a pulsargli pericolosamente.
“Siri?” disse sua cugina sconvolta.
“Ehi ‘Dromeda.
Ti sono…” prima che potesse finire la frase, i suoi occhi si girarono
all’indietro e si accasciò a terra.
Possibile che gli fosse stato concesso
così poco tempo?
Salve!
Il secondo regalo di questa
quarantena è una Multichap.
Il primo è stata una OS, se
siete curiosi, andate a leggere! Forza forza!
Non so bene come sia
possibile, ma in un mese esatto sono riuscita a scrivere il prologo e dodici
capitoli. Sto ancora lavorando all’epilogo, ma è un miracolo, davvero.
Non dovrebbero quindi
esserci problemi per gli aggiornamenti, una volta a settimana.
Questo è anche il capitolo
più breve, gli altri sono moooolto lunghi. Molto.
Spero che se siete arrivati
fin qui, mi lascerete anche un commento per farmi sapere cosa ne pensate.
Dirty Minds, Clean Hands
The Cactus Incident