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Autore: Himeno    28/04/2020    2 recensioni
La vita continua ma questa volta i protagonisti nn saranno quelli che conosciamo noi ma i loro figli che dovranno salvare Wonder da un triste destino. Spero che gradirete questa ff come il suo precedente "Amore Eterno" baci da BlackRose91^^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Amore Eterno'
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Capitolo 23

 

 

Fly e Taron guardarono preoccupati gli adulti radunati in sala. Avevano insistito per accompagnare i loro genitori ed ora eccoli lì a spiare la situazione.

-A quanto pare abbiamo avuto la stessa idea.- sopraggiunse una voce alle loro spalle facendolo sussultare dallo spavento. Si girarono colpevoli e videro la principessa di Mera Mera che li osservava con un sopracciglio alzato.

-Quindi anche tu, Bibi, hai accompagnato i tuoi genitori al summit.- disse Taron.

-Già. Volevo chiedere notizie dei nostri amici alla regina Rein e alla regina Fine. Sono ormai settimane che sono in missione.-

-Anche noi sentiamo la loro mancanza- sospirò Fly. In particolare quella della principessa Marion. Non era un mistero che sia lui che suo fratello avevano un debole per lei. Erano più piccoli di pochi anni rispetto ai gemelli della Luna ma hanno sempre cercato di sembrare più maturi per riuscire a conquistarla. La loro è un’infatuazione nata all’improvviso mentre giocavano da piccoli nei giardini reali e da allora fu una lotta continua tra fratelli.

Bibi li guardò, intuendo i loro pensieri. Poteva ritenersi fortunata che ancora non aveva da combattere con questo tipo di sentimenti. Le sembrava una tale seccatura. Non che non fosse capace di amare. Adorava i suoi genitori, i suoi zii, i suoi nonni e i suoi amici, ma provare qualcosa di diverso per una persona in particolare non le sembrava questa gran cosa.

-Sembra che Wonder sia in condizioni critiche. Da voi cos’è successo?- chiese lei cambiando argomento.

-C’è stato un terremoto proprio al centro del paese qualche giorno fa. Una delle nostre migliori fabbriche di gioielli è andata distrutta ma per fortuna nessuno si è fatto male. Abbiamo fatto evacuare in tempo.- spiegò il maggiore dei fratelli.

-Da noi, invece, si è risvegliato un vulcano che pensavamo si fosse ormai spento del tutto da molti anni. Si vede che la Benedizione del Sole si sente molto minacciata da questo nemico in arrivo.- constatò la principessa di Mera Mera.

I due ragazzi si guardarono per poi annuire alle parole della bambina.

-COME E’ POTUTO ACCADERE?- si sentì a un certo punto una voce piuttosto alta provenire dalla sala. Ed apparteneva a una delle persone che Bibi stimava più di tutte. Suo zio Tio, il suo eroe.

 

Tio amava il suo pianeta ed era per questo che ancora viveva nel suo regno senza ancora essersi sposato. Era un buon partito e ancora abbastanza giovane ma non aveva ancora trovato la persona giusta, quella che lo guardasse come sua sorella guardava suo marito, colei che gli facesse battere il cuore con un semplice sorriso. Era bello, aveva fascino ma invece che dedicarsi ai balli o a gestire il regno, scelse di occuparsi della sicurezza di Wonder come cavaliere. Viveva ancora al castello di Mera Mera e adorava viziare la sua nipotina. Bibi sembrava lui quando era bambino, con la sola differenza che lei non era imbranata come lo era stato lui.

-No! Non è possibile. Shade non può aver ceduto al potere oscuro.- disse il principe di Mera Mera sconvolto. Sapere che il suo vecchio tutore era diventato malvagio fu un duro colpo per lui.

-Non lo credevamo possibile neanche noi ma purtroppo questa è la verità dei fatti. Quindi abbiamo bisogno che intensifichi le difese del pianeta e che aiuti a far evacuare gli abitanti del regno della Luna nei vari regni.- disse Bright.

-E a tal proposito, vi sarò sempre eternamente grata per avermi dato la disponibilità. Il mio popolo si salverà grazie a voi.- disse commossa Fine. Le lacrime che cominciarono a uscire. Dannati ormoni da gravidanza. Doveva essere forte, non poteva pensare che per Shade non c’erano più speranze. Lo avrebbe salvato. E non aveva bisogno dei suoi poteri di preveggenza dovuti alla sua posizione di regina della Luna per saperlo.

Tio non fu l’unico a rimanere scosso alla notizia di Shade. Milky diventò una statua di sale, pallida come un fantasma. Non riusciva a credere che il suo forte e intrepido fratellone si era ridotto a un misero fantoccio nelle mani del nemico. Ne avevano affrontate tante da ragazzini, non si sarebbe mai aspettata una simile resa da parte di lui. Lo stesso uomo che fin da piccola l’aveva accudita e le era rimasto accanto, cercando di alleviare la mancanza di un padre e la poca presenza di una madre malata. Lui era la sua roccia, colui su cui sapeva di poter sempre contare.

La mano di re Narlo andò a stringere quello di sua moglie. Non le faceva bene sentire tutto ciò, sopratutto nelle condizioni in cui era. Ancora non lo sapeva nessuno ma, tra circa sette mesi, i sovrani del Regno della Goccia avrebbero avuto la benedizione di un figlio o di una figlia. Avrebbe voluto tanto alleviare il suo dolore, avrebbe venduto l’anima al diavolo se questo significava farle tornare il sorriso ma, in quel momento, Narlo si sentì impotente.

Il summit andò avanti ancora per una mezz’oretta. Stabilirono nuove regole di sicurezza, più controlli per i regni e misero al lavoro tutti i maghi e gli scienziati per poter trovare qualcosa che neutralizzasse il potere dei cristalli oscuri. Non ci riuscirono anni fa ma forse, con le nuove ricerche fatte, potevano riuscire a evitare finalmente che i cristalli mietessero altre vittime. Purtroppo non lasciarsi andare al loro controllo era arduo, si nutrivano delle insicurezze e del dolore delle persone. Il male sarebbe sempre esistito, come il bene, facevano parte dell’equilibrio della vita, ma non potevano più sopportare gli effetti di quei cristalli. Dovevano trovare una soluzione. Non potevano aspettare che i ragazzi tornassero dalla missione. Il pianeta Wonder non sarebbe rimasto con le mani in mano. Avrebbero combattuto, fino alla fine, per rivedere le giornate serene di cui godevano in passato.

 

Finita la riunione, alcuni sovrani se ne andarono subito dal regno solare per svolgere quanto deciso. Mentre altri rimasero accanto a Fine e a Milky che soffrivano più di tutti per la lontananza del re del Regno della Luna. I figli di Altezza e Auler si avvicinarono timidamente, insieme a Bibi, agli adulti chiedendo dei loro amici. Furono subito tranquillizzati e Bright gli promise che avrebbe fatto sapere ai ragazzi in missione che gli erano vicini almeno con il pensiero. Poi l’attenzione tornò sulle sovrane del Regno della Luna e della Goccia.

-Oh Milky, cara. Speravo di rivederti per un occasione migliore.- disse Fine abbracciando la cognata.

-Anch’io, Fine. Ancora spero che tutto questo sia un incubo da cui svegliarvi.-

-Non riesco a credere che Shade potesse avere delle paure così forti nel profondo. Non gli ho mai dato modo di dubitare di me, eppure quelle parole… tutto quello che mi ha detto sotto l’influsso della pietra oscura, possibile che le pensi davvero?-

-Mia cara, crescendo ho imparato una cosa ed è che quando c’è di mezzo l’amore niente è dato per scontato. In apparenza sembriamo tutti sicuri di sé ma nel profondo coviamo dubbi e incertezze.- disse la regina del Regno della Goccia. La mano di suo marito era posata su una spalla come a infonderle coraggio.

-Vuoi dire che per tutto questo tempo Shade non ha mai avuto fiducia in me, nonostante mi dicesse sempre il contrario?-

-Non fraintendermi, Fine. Shade ha molta fiducia in te ma, si sa, in amore diventiamo più stupidi e incoscienti. Mio fratello è possessivo, geloso, l’ho visto struggersi per te molte volte prima che si decidesse a farsi avanti con te. Credo che alcune di quelle insicurezze gli siano rimaste da allora. Non te l’ha mai voluto confessare ma non è mai riuscito a perdonarsi del tutto per averti messa incinta a soli sedici anni. Ama profondamente i gemelli ma avrebbe voluto fare tutto per il verso giusto senza costringerti a un matrimonio frettoloso e senza farti carico così giovane delle responsabilità di madre e di regina. A detta sua, era uno stupido adolescente che se ne fregava del codice reale e che ha pensato solo a lasciarsi andare. Non ho potuto dargli torto. Solo ora che è ormai uomo ha capito il sacrificio che hai fatto da sedicenne.-

-Ma, Milky, io… non mi sono mai sentita costretta e non ho sacrificato proprio un bel niente. Sì, lo ammetto, è stata dura all’inizio essere regina di un nuovo regno e badare a due bambini contemporaneamente. Io e Shade siamo stati entrambi degli incoscienti a ritrovarci con una gravidanza così giovani ma se potessi tornare indietro rifarei all’infinito lo stesso errore con immenso piacere e senza alcun rimpianto. Che idiota… mi ha tenuto nascosto questi pensieri per anni.-

-Concordo ovviamente col fatto che è un idiota. Io l’ho sempre detto.- irruppe Rein incrociando le braccia al petto. Si beccò una gomitata dal marito che le intimava di non infierire.

-Oh insomma, non dobbiamo lasciarci abbattere. Abbiamo sconfitto il male varie volte, restando uniti ce la faremo ancora. Ci riprenderemo Shade e Wonder tornerà più splendente che mai.- continuò la regina del regno solare, compensata poi dai lievi sorrisi sui volti dei presenti. La forte e determinata Rein. Sempre pronta a sollevare il morale di tutti.

-Hai ragione, Rein. Uniti ce la faremo.- disse Lione dando man forte all’amica.

-Ma ora non pensare di strafare, eh Fine. Ti ricordo che aspetti un bambino. Noi ti daremo tutto l’aiuto possibile ma tu non devi esagerare o pensare di fare qualcosa tutto da sola.- disse Altezza.

A quelle parole, istintivamente, Milky portò una mano sull’addome. Doveva proteggere anche lei una vita. Il suo corpo non apparteneva solo a lei adesso.

Quel gesto non passò inosservato a Lione che trattenne un gemito di sorpresa.

-Milky! Non dirmi che anche tu...-

L’interessata arrossì per poi annuire. Narlo invece, nonostante la situazione, era il ritratto della felicità.

-Ma è una notizia magnifica!- esclamò Rein e subito tutti i presenti andarono a congratularsi con la coppia. Fine posò delicatamente la mano nel ventre ancora piatto della cognata e in quell’istante promise a se stessa che avrebbe fatto il possibile affinché le loro creature potessero nascere in una Wonder libera e luminosa.

 

Non riusciva a crederci. Cosa le era saltato in mente un attimo fa? Marion non riusciva ancora a capacitarsi di come si era sentita tra le braccia del principe Alam. Lei, proprio lei, che non era mai stata interessata all’amore. Aveva solo dodici anni, per la gloria di Grace! Certo, sua madre si era innamorata di suo padre che era addirittura più piccola ma non pensava che potesse succedere anche a lei. Lo amava? Poteva definirla una semplice cotta o vero amore? Era presto per dirlo. Sapeva solo che dal primo sguardo che si sono rivolti, il suo cuore non faceva che battere all’impazzata e sentiva dei formicolii all’altezza dello stomaco. Aveva davvero sentito come una scossa la prima volta come se Cupido l’avesse colpita con una delle sue freccie. Non credeva nell’amore a prima vista ma a quanto pare non poteva negare che si trattasse di quello. Alam era affascinante, gentile ma non sapeva quasi niente di lui. Però l’istinto le diceva che non era una persona cattiva e di solito non si sbagliava. Doveva solo pregare che il suo intuito non la ingannasse nemmeno in questa occasione. Ora non era il momento di pensare a questo.

Corse, insieme al suo principe, nel punto dove aveva sentito l’urlo, sperando che le sue cugine e suo fratello stessero bene. La scena che si trovarono fu spaventosa.

Una donna era in piedi e teneva in mano un coltellino ricoperto di sangue mentre l’altra, quella che aveva urlato, si teneva il braccio ferito al petto. Marion sperava che il taglio non fosse troppo profondo. Cercò i suoi amici tra la folla riunita e riuscì a vederli. Smeralda, Ruy e Desideria stavano guardando anche loro con un’espressione sconvolta.

-Maledetta smorfiosa! Ti ho visto fare gli occhi dolci al mio fidanzato.- disse la donna armata.

Marion sgranò gli occhi e così fecero anche i suoi amici. Gli occhi della donna erano neri come ossidiana, questo significava che era sotto l’influsso della pietra oscura. Il loro nemico era vicino.

Subito si sentì un trambusto anche vicino ad un altro tavolo.

-Sei sempre stato un amico inutile. Non sai fare altro che lagnarti.- si sentì dire.

-Ti odio, mamma!- urlò un’altra voce dall’altra parte della sala.

-Ho sempre preferito più tuo fratello a te.- e ancora, ancora.

Il gruppo di ragazzi si guardò intorno. Tutte quelle persone avevano gli occhi neri. Uscivano dalle loro bocce le peggio cattiverie e azioni.

Dovevano trovare la fonte, dove era stata messa la pietra azzurra. Girarono per la sala e osservarono cercando di non urtare nessuno.

A un certo punto, Alam gli fece cenno verso la tavolata dei dolci. Aveva guardato bene tutto il cibo e aveva notato della polverina nera violacea su resti di dolci abbandonati nei piatti. Digrignò i denti. Prima aveva contaminato un villaggio, ora una sala piena di ospiti. Concordavano tutti che questa era opera dello stesso individuo. Quello vestito di nero che stava cercando di impedirgli la riuscita della missione.

-Non c’è altro tempo da perdere. Dobbiamo usare il Prominence per liberare queste persone dal controllo della pietra.- disse Ruy e le ragazze annuirono.

-Che abbia inizio la trasformazione! Vestito del potere!-

I loro vestiti cambiarono di nuovo e comparvero gli scettri e la spada. Era la seconda volta che usavano i loro poteri e trovavano l’esperienza inebriante. Li faceva sentire invincibili. Ruy non aveva mai avuto una spada così bella e di nuovo si trovava ad osservarla come fosse una reliquia. Senza altri indugi, invocarono l’incantesimo e un magico scintillio ricoprì l’intera sala da ballo avvolgendo tutti i presenti di una calda luce. Alam e Debora rimasero lì a guardarli ammirati. Per Alam non era la prima volta che li vedeva all’opera ma per Debora sì e ne fu meravigliata. Si era sempre chiesta come fosse il Prominence di cui tanto si parlava e oggi aveva avuto la risposta. Entrarne a contatto era come essere baciati dal sole. Quella luce trasmetteva un senso di protezione e calore mai provato prima.

Man mano gli ospiti contaminati tornarono normali ma alcuni ci stavano mettendo davvero tanto a rinsavire. I due cugini guardarono i loro amici e videro che stavano facendo un enorme sforzo. Che stava succedendo? I loro poteri dovevano essere abbastanza forti da far tornare subito tutto a com’era prima. Nel villaggio del pianeta Albaron non avevano faticato così tanto.

Riuscirono a salvare tutti quanti ma, una volta finito, i loro abiti tornarono quelli di prima e si accasciarono per terra con il respiro corto. Debora e Alam andarono subito da loro e li aiutarono a rimettersi in piedi, preoccupati.

-Ma cosa…?- cominciò Desideria.

-Oh ma guarda i nostri eroi. Ce ne avete messo di tempo per guarire questi inutili insetti dall’oscurità.-

Si girarono verso la voce e si trovarono davanti il colpevole di questo scempio. Lo stesso uomo che stava per far precipitare Desy nel vuoto quella volta.

Era ricoperto da un mantello e un cappuccio nero e indossava una maschera che gli ricopriva tutto il volto. Era praticamente impossibile scoprire la sua vera identità ma sapevano che andava fermato.

Ruy si divincolò dalle braccia di Debora che lo sorreggevano e guardò con disprezzo quell’individuo.

-Che cosa hai fatto alla pietra oscura? Non era la stessa che hai utilizzato su Albaron.-

-A quanto pare le informazioni su di voi sono vere. Siete molto intelligente, principe, mi congratulo. Vedete, ho sperimentato un nuovo tipo di pietra, aggiungendoci un po' della mia magia. Il risultato, però, non mi ha soddisfatto del tutto. Credevo che non sareste riusciti a salvare tutti. Ho sottovalutato il potere del Prominence. Un errore che non commetterò più.- disse. Alzò una mano e fece apparire una spada fatta di aura maligna. Librò in aria e poi puntò dritta verso Smeralda.

-NOOOO!- urlarono Desy e Marion sporgendosi verso di lei per proteggerla ma il colpo non arrivò. Al suo posto si sentì un incontrarsi di lame. Per quanto Ruy avesse cercato di deviare il colpo per primo, Alam fu più rapido e tirando fuori la sua spada contrastò quella del nemico. Il principe dai capelli argentei oppose resistenza e alla fine riuscì ad avere la meglio.

La spada viola andò a sbattere contro il pavimento per poi sparire.

Il principe di Lunaria osservò l’uomo. Ora sapevano che era un mago e anche abbastanza bravo ma perché stava cercando di fermarli?

-Chi diavolo sei? Sei uno di quegli stolti che venerano Orbus come una divinità? Non ti rendi conto che se lui vince, saremo tutti spazzati via? Te compreso.- disse il ragazzo. Aveva trovato qualcosa a proposito di una certa cerchia che credeva in quell’essere distruttivo ma credeva che ormai si fosse estinta.

-Ti sbagli, ragazzino. Orbus è un dio e sa cosa è giusto fare. Siamo rimasti in pochissimi ma riusciremo a far trionfare le tenebre.- digrignò i denti e creò un’altra spada ma stavolta la prese e andò dritto verso il principe.

Alam si preparò ma Ruy lo scansò facendogli cenno di star indietro. Era la loro missione non del principe di Lunaria. Quest’ultimo capì e con riluttanza lasciò che fosse il principe dai capelli rossi a combattere. Sarebbe intervenuto se fosse stato necessario.

Ruy fermò il colpo. Da lì fu un susseguirsi di attacchi e risposte. Nessuno riusciva a prevalere sull’altro. Il principe della Luna era stremato per via del Prominence usato prima ma non avrebbe ceduto. Doveva trovare un punto debole. Quell’uomo era abile, un avversario davvero notevole, ma lui si era allenato da anni con suo padre e suo zio. Non poteva deluderli. Tra una stoccata e l’altro, osservò. Ogni punto possibile e dopo qualche secondo... eccolo!

Il colpo andò a segno e la lama della sua spada andò a ferire il fianco sinistro dell’uomo.

-Ah!- il mago si allontanò dolorante. Il sangue cominciò a fuoriuscire dal taglio. Guardò con odio i ragazzini.

-Maledetti… ma non finisce qui. Orbus è più vicino di quanto credete e riuscirà a governare l’universo intero.- e attraversò una nube nera cominciò a sparire.

-Aspettate! Cosa...- ma Ruy non riuscì a continuare, ormai il nemico si era volatilizzato.

Le principesse erano rimaste a guardare impotenti con la paura che le stava consumando. Non erano state in grado di fare niente. Quell’individuo era un avversario troppo potente.

Ci fu solo silenzio nella sala. Nessuno riuscì a proferire parole per qualche minuto. Finché non arrivò Poomo con in mano il diamante. La serata era stata un disastro ma almeno una notizia positiva era giunta.

-Ehy! Ragazzi, ragazzi, ce l’ho fatta! Ho trovato il diamante rosso!- andò incontro il folletto ma poi si accorse della tensione che c’era nell’aria. -Ma… che è successo?-

 

Il gruppo decise di partire il giorno dopo. Dovevano fermare al più presto quel pazzo che stava cercando di ostacolarli. Non volevano che per colpa loro altri regni venissero coinvolti. L’incidente di ieri aveva smosso qualcosa nel loro animo e adesso sentivano solo fredda angoscia. Se loro non fossero stati in quella sala ieri nessuno avrebbe sparso polvere di pietra nera nei dolci e nessuno si sarebbe fatto male. Non erano stati in grado di proteggere delle persone innocenti. Questo gli aveva fatto capire quanto ancora dovevano crescere e imparare. Avevano sottovalutato l’importanza della loro missione fino a quel momento. Mancava un solo diamante ormai e non potevano più permettersi distrazioni.

-Vorrei poter venire con voi e aiutarvi in qualche modo.- disse Debora guardando amareggiata i suoi amici. Quell’individuo aveva fatto del male alla sua gente e lei era rimasta a guardare senza poter fare qualcosa. Non sapeva usare nessuna arma e non aveva nessun particolare potere, si sentiva completamente inutile. Ma gli faceva una rabbia sapere che quella persona malvagia era ancora da qualche parte. Il principe Ruy era riuscito a ferirlo, vendicando almeno un po' il torto fatto al suo regno, tuttavia meriterebbe di marcire nelle prigioni più orribili dell’universo. Si detestava per questi brutti pensieri, aveva sempre cercato di essere buona e comprensiva con tutti ma quell’uomo non meritava benevolenza.

-Non dite così. Preferisco sapervi al sicuro qui al vostro castello e con i vostri genitori. Stare con noi è un continuo pericolo.- disse con freddezza Ruy. Usando quel tono sperava di allontanarla. Non voleva rischiare che per colpa loro, si facesse male anche lei. Avevano portato abbastanza scompiglio nel pianeta Vinus. Ne avevano portato anche ad Albaron ma almeno lì non si era ferito nessuno alla fine e sconfiggere il potere della pietra oscura era stato facile. Ma ieri sera non fu così. Una donna si ritrovava con un lungo taglio sul braccio e alcuni uomini si sono trovati con dei lividi dopo essersi azzuffati sotto il controllo oscuro.

-Non dovete incolparvi per ciò che è successo ieri. Ci avete salvato e i miei genitori ed io ve ne siamo davvero grati. Ve la siete cavata anche molto bene con la spada. Eravate stremato eppure siete riuscito a vincere lo scontro.- disse la principessa di Vinus e andò a toccargli la mano. Lui si allontanò dal suo tocco e si girò per entrare nell’astronave dove c’erano già Poomo, sua sorella e le cugine ad attenderlo.

-Arrivederci, principessa.-

I loro sguardi non si incrociarono più ma gli occhi di Marion e Alam si incontrarono per un secondo che sembrò un’eternità. Si erano parlati poco prima e tra loro adesso c’era delusione e dolore. Non avrebbero voluto separarsi così ma non ebbero scelta.

Le porte dell’astronave si chiusero e presto si ritrovarono di nuovo a sfrecciare nell’universo infinito.

 

Passarono tre giorni e tutto sembrava abbastanza tranquillo. Fine stava finendo di ricamare una copertina per il neonato in arrivo mentre Rein stava sistemando dei fiori nella stanza. Bright si trovava temporaneamente in città per controllare la situazione e sarebbe tornato al castello a breve. Infatti le due donne credettero che fosse lui di cui veniva annunciato l’arrivo ma non fu così. Una guardia irruppe di colpo nella stanza con il respiro corto. Lo sguardo pallido.

-Ma-maestà… c’è re Shade alle porte.-

Fine e Rein si sentirono raggelare.

Cosa avrebbero fatto adesso?

 

 

Eccoci qua! Pensavo di sfruttare prima la quarantena per andare finalmente avanti con questa storia ma niente. Se non vi ricordate di Fly, Taron e Bibi, vi chiedo di rileggere la storia dall’inizio. Fanno la loro prima apparizione al secondo capitolo e fanno parte della mia nuova generazione di Wonder. Ho pensato di dargli un piccolo spazio per evidenziare il fatto che anche i nostri ragazzi in missione hanno amici che li aspettano sul pianeta, proprio come successe alle loro madri. Per quanto riguarda la chiacchierata tra Marion e Alam prima di ripartire, ve ne parlerò in un flashback nel prossimo capitolo.

Si vede che ci stiamo avvicinando alla fine, vero? Jack sta per fare la sua mossa e ai gemelli manca solo un diamante per poter aprire lo scrigno contenente la salvezza dell’universo. Lo ammetto, ho dovuto rileggere la storia perché era passato troppo tempo e me ne vergogno tanto. Ma almeno cerco di non scrivere incongruenze e di dare il giusto spazio a tutti. Detto ciò, ci sentiamo alla prossima!

Himeno

 

   
 
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