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Autore: Itachi95    09/05/2020    1 recensioni
Un ragazzo, segnato da una tragedia che gli ha lasciato una cicatrice indelebile, vive il presente carico di rabbia, odio e trepidazione per la vendetta che un giorno sa che compirà. La piccola e insignificante gilda in cui è entrato non è nient'altro che una copertura, un mezzo per raggiungere più velocemente il suo scopo. Ma un giorno un evento inaspettato sconvolge i suoi piani. I membri della gilda scomparsi sette anni prima riappaiono inaspettatamente. Riusciranno a eliminare l'odio e le tenebre dal cuore dell'ultimo arrivato e a mostrargli come dovrebbe essere veramente un membro di Fairy Tail? O saranno coinvolti nella sua vendetta e verranno travolti dalla sua furia.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mirajane, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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10. DISCENDENZA
 
Uranos guardava il figlio, poi ad un tratto abbassò lo sguardo e sospirò.
«Ancora con questa storia, ne abbiamo già parlato».
«Io credo che anche con il tuo problema saresti un grande devil slayer, così come lo è stato il nonno, inoltre i tempi sono cambiati rispetto a cinquant’anni fa, i pochi demoni rimasti sono deboli non servirebbe nemmeno il potere della lacrima per eliminarli, le nostre abilità di maghi sono più che sufficienti».
«Proprio per questo credo che la scelta migliore sia quella di passare il potere a te».
Krono lo guardava incredulo.
«Krono», Uranos si toccò il moncone, «come sai bene avevo dieci anni quando giocando nel bosco con i miei amici sono caduto su una tagliola lasciata lì da un cacciatore. Persi molto sangue e per poco non ci lasciai le penne. Tutto qua. Nessuna cruenta battaglia contro abili criminali o spietati demoni, nessuna gloria, solo uno stupido e sfortunato incidente. Mia madre pianse e mio padre si arrabbiò molto, non avevo fratelli, il potere del demone doveva passare per forza a me. Ma tu ti ricordi che tipo di persona era tuo nonno, lui era cocciuto e testardo e quando si metteva in testa una cosa non c’era modo di dissuaderlo», fissò il cielo e sorrise.
«Decise di allenarmi lo stesso, inizialmente fu molto d’uro ma alla fine nonostante il mio problema sviluppai una grande abilità nell’uso delle armi oltre ad una magia che mi permette di usare armi anche senza impugnarle direttamente, usando la magia stessa per fare fuoco. Mio padre era orgoglioso di me, era sicuro che alla sua morte io sarei stato un degno successore. E poi sei arrivato tu».
Si fermò un istante e lo guardò fisso negli occhi, Krono sostenne il suo sguardo fiero anche se non si sentiva all’altezza delle parole che sapeva stavano per uscire dalla sua bocca, e che già aveva sentito.
«Tu non te ne sei mai reso conto, forse perché non vuoi, non lo so, ma sei un talento naturale, Krono. Grande conoscenza e abilità nell’uso delle armi da fuoco, sulla loro manutenzione e costruzione, tattiche di combattimento, visione di battaglia, freddezza nel prendere le decisioni sotto pressione, sai tutto sui demoni. Né io né tuo nonno, che ha viaggiato molto più di me, abbiamo mai visto un talento simile sia tra i devil slayer come noi che tra i maghi comuni».
Krono provò ad interromperlo ma Uranos non glielo permise.
«Io e il nonno ne abbiamo discusso a lungo e abbiamo deciso che sarebbe stato uno spreco del tuo potenziale farti aspettare fino alla mia morte per ereditare il potere. Tuo nonno nonostante l’età e la salute ormai compromessa ha cercato di resistere il più possibile per rimandare il giorno della cerimonia che come tu ben sai non può essere effettuata su chi ha meno di sedici anni. Prima di morire mi ha fatto giurare di avere cura di te e che ti avrei reso il devil slayer migliore della storia. Perché è questo che lui ha visto in te. Ed è per questo che dopo la sua morte abbiamo aspettato un anno prima di fare la cerimonia per aspettare che avessi l’età giusta. È stato un gesto egoistico e pericoloso, dato che abbiamo rischiato di essere attaccati senza nessuno che ci difendesse, ma considerando le tue capacità credo che ne sia valsa la pena».
«Ma se nell’ultimo secolo l’attività dei demoni superiori, di quelli più forti e crudeli è cessata, vuol dire che ormai sono stati sconfitti! Che senso ha diventare il devil slayer più forte della storia se non ho demoni da affrontare?!».
«Il fatto che al giorno d’oggi ci siano solo demoni di basso rango non vuol dire che gli altri siano morti tutti. Lo sai bene, i demoni sono ingannatori, molti sono morti questo è vero, ma chi ci dice che non ci sia rimasto qualche superstite in attesa del momento giusto, per non parlare dei demoni creati da Zeref e che si sono riuniti in una gilda. Il compito dei devil slayer è quello vegliare sugli uomini, ricorda».
Krono abbassò lo sguardo.
Uranos gli si avvicinò e gli mise la mano sulla spalla.
«Lo so bene che ti sto caricando di un grosso fardello, figlio mio. Ma ricordati che non sarai mai solo. Ci saremo io e la mamma, i tuoi amici e tutto il villaggio, saremo sempre qui per te. Ho promesso a mio padre che ti avrei reso il devil slayer migliore di tutti e manterrò la mia promessa. Ti aiuterò ad imparare a usare quel potere al meglio stanne certo».
Tutto d’un tratto Krono non si sentiva più a disagio e l’agitazione era passata, quel discorso l’aveva rinvigorito. Alzò lo sguardo e guardò il padre dritto negli occhi.
Ora aveva uno sguardo deciso, fiero, senza la minima traccia di timore o insicurezza.
«Vedi di allenarmi come si vede per controllare quel potere, dopotutto devo o no diventare il migliore di tutti».
Gonfiò il petto chiuse il pugno e col pollice si toccò lo sterno.
«Farò tremare tutta Earthland! Già così sono un mago eccezionale figurati col potere da demone. Nemmeno i dieci maghi sacri tutti riuniti potranno nulla contro il sottoscritto! Khahahahah!!».
Uranos scoppiò a ridere: «bene vedo che la tua arroganza è tornata fuori finalmente. Vogliamo andare?».
«Certo».
Uranos entrò nel tempietto, scostando le strisce di cuoio che erano attaccate sull’architrave dell’ingresso e che arrivavano fino a terra fungendo come una specie di porta.
Krono fece un profondo respiro, si tolse la maglietta che gettò per terra e le scarpe, restando ai piedi nudi, con solo i pantaloncini e la fascia addosso e poi entrò.
L’interno era scarsamente illuminato, c’erano solo tre piccole finestrelle circolari che facevano entrare la luce, c’era però una piacevole frescura, dovuta alle spesse pareti di pietra. L’interno era spoglio, l’unico mobile era un altare su cui su un piccolo treppiedi c’era una sfera di vetro dove all’interno una strana energia nera continuava ad agitarsi.
«Ben arrivato ragazzo», gli disse una voce roca.
Solo in quel momento Krono si accorse del capovillaggio, un signore anziano con una chioma grigia e la lunga barba bianca che nascondeva in parte le macchie dovute all’età, indossava una lunga tunica da cerimonia nera con dei ricami color oro.
«Capovillaggio».
Entrando in un ambiente con poca luce da fuori gli occhi ci avevano messo qualche istante ad abituarsi e considerando anche il modo in cui era vestito non lo aveva proprio notato.
Il capovillaggio prese la lacrima con l’oscuro potere all’interno, Krono si genuflesse.
I suoi genitori erano da un lato, fianco a fianco, in silenzio.
«Bene, Krono Darkstar! Oggi tu diverrai il nuovo Demon Lord! Accetti il compito che fu di tuo nonno prima di te e dei tuoi antenati ancora prima!».
«Accetto».
Posò anche l’altro ginocchio per terra.
«Allora recita il giuramento».
Krono chiuse gli occhi un attimo e poi li riaprì subito.
«Il sole tramonta e scendono le ombre. Avvolgono il mio corpo e vi penetrano dentro, da adesso fino al mio ultimo respiro… Non mi farò mai vincere da questo potere e mai lo rivolgerò contro gli indifesi… Io rinuncio alla mia umanità per combattere chi dall’oscurità è stato creato… Io sono il fuoco che illumina la notte, la spada che fende il buio, la guardia che veglia sugli uomini, lo scudo che protegge i deboli… Io sono la tenebra che combatte la tenebra…».
Il capovillaggio si avvicinò con la lacrima verso il ragazzo che allargò leggermente le braccia per accogliere il potere demoniaco.
«…Ora e per il resto dei miei giorni io sono il Demon Lord».
Avvertì il freddo della lacrima sul petto e poi ogni sensazione e pensiero cessarono.
 
Quando Krono riapri gli occhi ebbe bisogno di qualche secondo per capire dove si trovasse, riconobbe il soffitto della sua camera. Era steso nel suo letto.
«Ah! Finalmente ti sei svegliato».
Vide suo padre entrare dalla porta.
«S-si», provò a tirarsi su, ma proprio mentre si stava alzando col busto una fitta alla testa lo fece crollare.
«Sta fermo. Hai bisogno ancora di un po’ per riprenderti».
«Quanto sono stato privo di coscienza?».
«Quasi quattro giorni. È la mattina del quarto. Ci stavamo preoccupando, stavamo pensando di attaccarti ad una flebo, ma non serve più».
«Krono!», Rose entrò nella stanza, «sia ringraziato il cielo, ti sei svegliato», gli disse con un ampio sorriso.
«Scusate se vi ho fatto preoccupare».
«Non scusarti con tua madre, sono io che negli ultimi giorni ho dovuto sopportarla, non la smetteva di andare dietro con le sue paure e le sue agitazioni senza senso».
Rose gli si affiancò e gli diede un pizzicotto sul fianco che lo fece sobbalzare.
«Come ti senti?», gli chiese la madre.
«Bene, sono solo un po’ fiacco».
«È naturale. Sono più di tre giorni che non mangi e bevi. Un buon pasto seguito da una bella dormita e sarai come nuovo».
«Allora sarà meglio che vada a prepararti qualcosa da mangiare», Rose gli si avvicinò per tentare di dargli in bacio, Krono spostò la testa per evitarlo ma non bastò.
«Uffa! Almeno potresti evitare questo fastidio, non dico di darmi un bacio anche tu ma almeno accetta i miei», disse indispettita.
«Non ho più sei anni», rispose innervosito.
«Non importa», si avviò felicemente verso la porta e uscì dalla stanza.
«Ho una curiosità».
«E sarebbe?».
«Sai per caso quanto ha dormito il nonno dopo la sua cerimonia?».
«Diciotto ore, circa».
Krono sospirò deluso.
«Wao, davvero imbarazzante se paragonato la mio predecessore».
«Lascia perdere, non puoi paragonarti a lui. Tuo nonno aveva più di trent’anni quando ha affrontato la cerimonia. Tu appena sedici, l’età minima, ti assicuro che il tempo che hai passato privo di sensi è del tutto legittimo».
Alzò gli occhi al soffitto: «suppongo di sì».
Uranos prese una sedia e si sedette a fianco del letto.
«Ok, mentre tua madre ti prepara qualcosa io e te dobbiamo fare quattro chiacchere».
«A che proposito?».
«Ora sei ufficialmente un devil slayer. Dentro di te in questo preciso istante sta fluendo l’energia demoniaca. Voglio raccontarti l’origine di questo potere, l’origine della tua famiglia e i rischi che comporta questo potere».
«Come mai non me l’hai mai detto prima?».
«Per tradizione queste sono informazioni vengono custodite dai capivillaggi, che le tramandano al portatore della lacrima subito dopo la cerimonia. Mio padre ha voluto però passarle anche a me prima di morire, poi ho chiesto il permesso al capovillaggio di poter essere io a raccontarti tutto».
«Interessante», sorrise entusiasta.
«Bene. Come ben sai il potere di quelli che chiamiamo devil slayer di prima generazione è stato creato secoli e secoli fa. Prima dell’avvento del mago oscuro Zeref, di Acnologia, della magia, prima ancora dell’anno zero, in un’epoca oscura dominata da draghi e demoni e di cui noi oggi abbiamo solo pochissime notizie. A quel tempo i primi esseri umani che vivevano su Earthland conducevano delle vite davvero misere, fatte di paura e insicurezza. Non esistevano villaggi o città, gli uomini erano divisi in tribù nomadi, sempre in movimento per poter scampare meglio ai tanti pericoli. Il mondo era popolato da draghi che uccidevano gli esseri umani per mangiarli e i demoni».
Uranos chiuse gli occhi qualche istante.
«I demoni erano di gran lunga più spaventosi dei draghi. A differenza dei draghi i demoni non uccidevano gli esseri umani per nutrirsi, ma per gioco».
«Gioco?».
«Per loro noi eravamo solo un passatempo. Ci torturavano, ci terrorizzavano, ci stupravano: uomini, donne, bambini, anziani, non faceva alcuna differenza. Ma mentre tra i draghi ogni tanto se ne trovava qualcuno che proteggeva gli uomini, che quindi grazie alla loro protezione cominciarono a formare i primi villaggi, per i demoni era diverso. Nonostante ciò, in quegli anni bui il genere umano sopravvisse. Pensandoci adesso trovo davvero incredibile il fatto che siamo riusciti a non estinguerci. Il suo arrivo è stato davvero un segno del cielo».
«L’arrivo di chi?».
Uranos lo guardò e sorrise.
«L’arrivo del padre di voi devil slayer. Nessuno sa chi fosse o da dove venisse e specialmente come mai a quei tempi c’era un uomo che viaggiasse da solo, con tutti i pericoli che c’erano. Ma fatto sta che quell’uomo misterioso diede agli esseri umani un’arma per difendersi. In un’epoca in cui la magia era ancora molto arretrata rispetto agli incantesimi a cui noi oggi siamo abituati, quell’uomo insegnò alle persone a estrarre il potere oscuro dai cadaveri dei demoni e inserirlo in speciali lacrime, che innestate nel corpo degli umani permettevano a quest’ultimi di usare il potere dei demoni».
«Aspetta un momento, estraevano il potere dai cadaveri dei demoni? Allora c’era qualcuno che riusciva ad ucciderli?».
«Non era raro che i demoni si combattevano e si massacravano tra loro, o magari qualche demone provocava il drago sbagliato e rimaneva ucciso».
«Comunque, la comparsa dei primi devil slayer fu rivoluzionaria. Tra gli esseri umani iniziò a circolare la speranza, per un futuro migliore. Grazie alla maggior scurezza acquisita iniziarono a formarsi i primi villaggi, grazie anche al fatto che in poco più di qualche anno il numero dei devil slayer crebbe esponenzialmente. Infatti, i demoni uccisi dai devil slayer venivano subito usati per produrre lacrime. Divenne anche normale che in uno stesso villaggio ce ne fosse più di uno. Gli uomini in certi casi furono anche in grado di difendersi dai draghi».
«Davvero?!».
«Certo, se il drago non era troppo forte e si radunavano abbastanza devil slayer era possibile».
«Un vero cambiamento. Ma cosa ne fu dell’uomo misterioso?».
«Non lo so», rispose abbassando leggermente la testa pensieroso, «esattamente come comparve dopo qualche anno scomparve nel nulla, senza lasciare traccia. Probabilmente è semplicemente morto, a quel tempo le persone in media vivevano molto meno rispetto ad adesso, o forse è stato ucciso».
«Ma si è mai saputo chi fosse?».
«No. Sono sorte diverse leggende su quale fosse la sua identità. Secondo alcuni era un demone che disgustato dai suoi simili e impietosito dagli umani avesse deciso di dargli un mezzo per difendersi. Altri che fosse un angelo sceso sulla terra per combattere i demoni e che, visto il loro numero elevato abbia deciso di dare agli umani un potere per farsi aiutare nella lotta. Per questo la sua vera natura è rimasta sempre avvolta nel mistero. Come tu ben sai, i demoni e gli angeli, esattamente come i draghi, grazie alla loro magia sono in grado di assumere un aspetto umano. Se lo volessero, ovviamente, ma a quell’epoca trovo difficile che si sarebbero abbassati a una simile umiliazione. Il genere umano era molto arretrato».
Fece una breve pausa per cercare di scavare più a fondo nella sua memoria.
«Un’altra leggenda dice invece che fosse un precursore del suo tempo. Un po’ come è stato Zeref».
«Un precursore del suo tempo?».
«Un essere umano dotato di una intelligenza e di un modo di vedere e capire le cose superiori rispetto al tempo nel quale è nato. Tuttavia, io non sono convinto, di quest’ultima ipotesi».
«E perché? A me sembra la più plausibile».
«Secondo le poche informazioni che ci sono pervenute sul suo conto, quell’uomo aveva un modo di parlare e di porsi, una conoscenza e un’istruzione, del tutto impossibili da ottenere a quell’epoca. Zeref è passato alla storia non solo come il più grande mago oscuro, ma anche perché fin da piccolo ha dimostrato di possedere un grande intelletto e talento per la magia, ma ha dovuto comunque studiarla, ha avuto maestri che gli hanno insegnato le nozioni che poi lui ha sviluppato. Ti ricordo che non esistevano scuole o templi. E gli esseri umani non sapevano né leggere né scrivere. Questo almeno finchè i primi draghi, che diedero la loro protezione agli esseri umani, non glielo insegnarono».
«Forse era l’allievo di un drago, che gli aveva insegnato quelle tecniche».
«Ma allora perché il drago non lo accompagnava nel suo viaggio, o perché non andava anche lui in giro per le varie tribù ad insegnare quelle tecniche?».
Krono ci pensò un po’ su: «forse era morto o era stato ucciso da un altro drago».
«Ad ogni modo, è proprio in quel periodo che il potere del Demon Lord è stato creato. Ti sei mai chiesto il motivo del nome Demon Lord, signore dei demoni?».
«Ad essere sincero no».
«Sempre secondo la leggenda in quegli anni era comparso un demone terribile, una bestia».
«Una bestia?», fece sorpreso, «vuoi dire?».
«Esatto un demone totalmente, fuori controllo, senza ragione, spinto solo dal suo desiderio di distruzione, uccideva tutto ciò con cui veniva in contatto: uomini, devil slayer, uccideva anche i suoi simili, si dice che abbia fatto fuori anche qualche drago».
«Un demone che ha eliminato un drago?».
«Era una vera e propria furia, nessuno sa da dove sia venuto fuori, radeva al suolo interi villaggi, sterminava le tribù, i devil slayer non potevano nulla contro di lui, nemmeno combattendo insieme».
«Come hanno fatto a eliminarlo?».
«Questo demone trovò la sua fine durante un inverno particolarmente rigido. Stando ai testimoni che si erano trovati per puro caso sul posto, quella bestia venne circondata dai suoi simili, ormai stanchi della sua presenza. I demoni erano in un gruppo numeroso eppure la bestia si scaraventò contro di loro senza un attimo di esitazione. Fu una battaglia cruenta. Nonostante la superiorità numerica i demoni vennero decimati, ma alla fine riuscirono a prevalere contro la bestia, che venne letteralmente fatta a pezzi. Secondo quello raccontato dai testimoni quel demone ha continuato a gridare e ridere anche mentre le carni gli venivano strappate pezzo dopo pezzo, era come se stesse godendo della sua morte».
Il modo in cui il padre raccontava questa storia trasmise al ragazzo un senso di disagio.
Ad un tratto però un’idea gli balenò nella mente.
«Non mi vorrai dire che…».
«Gli uomini che assistettero alla battaglia diedero un nome a quel demone folle. Demon Lord. Era un demone che si distingueva dai suoi simili, non solo per l’aspetto, indossava degli indumenti, ma anche per lo strano potere che usava, basato sull’energia oscura, per il modo che aveva di abbattere tutti gli ostacoli che incontrava, per come riusciva a incutere terrore nei demoni e di come usava quel terrore per dominarli. Gli uomini che assistettero allo scontro appartenevano alla tribù che in seguito fondò il villaggio Rido».
«Hanno deciso di creare un devil slayer usando il potere di una bestia?!», Krono aveva un tono agitato e di disappunto.
«A causa sua il numero dei devil slayer si era ridotto drasticamente, ne servivano di nuovi».
Uranos si infilò una mano nella tasca.
Krono sentì in tintinnio metallico e guardò cosa il padre aveva tirato fuori.
Una catenina metallica con attaccata una piastrina militare.
«Ma quella è?».
Uranos la guardò con nostalgia.
«Fin da quando ho memoria questa piastrina è sempre stata sul petto di mio padre, e sul petto di suo padre prima di lui e così via», gliela porse.
Krono la prese e lesse cosa c’era scritto.
Un nome.
PRIMO DARKSTAR
«Primo Darkstar? E chi sarebbe?».
«Il nostro antenato, il primo essere umano ad essersi innestato la lacrima del Demon Lord».
«Mi vuoi dire che questa piastrina viene tramandata dai portatori del potere del Demon Lord fin dalla prima generazione?», Krono se la rigirò tra le mani, «beh, devo dire che si è conservata bene».
«Non dalla prima generazione ma dalla seconda. La figlia di Primo l’ha fatta fare per il fratello. Il figlio di Primo sentiva su di sé una grande pressione a causa della forte aspettativa, suo padre è stato il devil slayer migliore del suo tempo e tutt’ora rimane uno dei migliori. Quindi la sorella gliela diede per fare in modo che sentisse sempre lo spirito del padre al suo fianco, in modo da aiutarlo nei momenti difficili».
«Ed è stata tramandata anche alle generazioni successive?».
«Passando tra le varie generazioni quel piccolo oggetto è come se si fosse caricato di tutta la forza dei devil slayer che ti hanno preceduto. Portala con orgoglio. È senza dubbio il tesoro della nostra famiglia».
Krono lesse ancora una volta il nome inciso sopra.
«Si sa qualcosa su di lui? Che tipo era?».
«Oh, sappiamo molto sul suo conto», sorrise.
«Prima del giorno della cerimonia lui non era nessuno, era un semplice ragazzotto della tribù, Primo Darkstar non era nemmeno il suo vero nome, gli è stato dato poi».
Tornò serio.
«Dopo aver estratto il potere dal cadavere della bestia ed aver creato la lacrima, la tribù si preparò per la cerimonia per la creazione del devil slayer. Furono scelti solo gli uomini più forti e che secondo il capotribù avevano le qualità per diventare degli ottimi devil slayer. La sera della cerimonia fu allestita una prova di forza, il vincitore avrebbe avuto la lacrima. Ma successe qualcosa di inaspettato. I demoni che avevano ucciso la bestia, si erano accorti che il suo cadavere era stato distrutto per estrarne il potere e per evitare che venisse creato un devil slayer con l’energia della bestia assaltarono la tribù per raderla al suolo e fare una strage».
«E scommetto che Primo riuscì a mettersi in salvo portando la lacrima via con sé».
«No, lui combatté quei demoni e li sconfisse».
Krono sgranò gli occhi sorpreso: «e come fece?».
«Con il potere del Demon Lord. Vedendo la sua famiglia, i suoi amici e tutte le persone con cui era cresciuto che venivano fatte fuori e massacrate, fece quello che andava fatto. Corse verso l’altare dove si trovava la lacrima, la prese e se la innestò. Subito dopo fu in grado di rilasciare l’energia demoniaca e trasformatosi in demone uccise gli invasori, salvando quello che rimaneva della sua tribù».
Krono non poteva credere alle sue orecchie.
«Mi stai dicendo che non solo è stato in grado di rilasciare il potere demoniaco dopo essersi innestato la lacrima ma anche che non è svenuto subito dopo?!».
«Tutt’oggi rimane l’unico, di cui si abbia notizia, non solo nella nostra famiglia ma anche tra le altre famiglie di devil slayer ad esserci riuscito».
«Ma come diamine è stato possibile? Mi hai detto che era un ragazzo qualunque?!».
Uranos scosse le spalle: «probabilmente aveva una predisposizione naturale, per quel potere. Anzi considerando le gesta che ha compiuto, deve essersi per forza trattato di quello».
«Dopo quel giorno, la tribù vagò ancora per qualche tempo, Primo diede prova di grandi capacità che lasciarono stupefatti tutti quelli con cui veniva a contatto devil slayer inclusi. Gli venne dato un nuovo nome. Il nome Primo dà l’idea appunto dell’inizio di qualcosa di nuovo e il cognome Darkstar, il nostro cognome, rappresenta la stella che avrebbe dato speranza alle persone. Una stella oscura, ovviamente, dato che si trattava di un demone e non di un angelo».
Krono ascoltava il racconto sull’origine della sua famiglia e del suo cognome con un grande entusiasmo, sentiva che le forze gli erano tornate, si era messo persino a sedere sul letto.
«Bene, figlio mio, questa era la storia che volevo raccontarti. Prima di andare però devo dirti ancora un’ultima cosa, la cosa più importante».
«Parli dei rischi, non è vero?».
«Esatto e non mi riferisco solo al rischio di morte, ma anche al rischio di tramutarti in bestia».
«Come in bestia? Ma non è possibile».
«Come tu stesso hai imparato le bestie sono demoni che perdono la ragione e si lasciano guidare solo dalla sete di distruzione. Tu ora possiedi il potere per trasformarti in demone quindi sei soggetto agli stessi rischi».
«Quindi mi stai dicendo che c’è il rischio per un devil slayer di perdere la ragione?!», stava iniziando a sentire una certa agitazione farsi largo dentro di lui.
«È già successo».
«Davvero?».
«Il numero dei devil slayer che vivono in questo continente si è molto ridotto negli ultimi secoli, alcuni sono morti combattendo contro i demoni altri hanno perso il controllo, lasciandosi inebriare dal loro potere e divenendo bestie, che in seguito sono state soppresse da altri devil slayer».
«Quindi devo cercare di tenere sotto controllo il mio potere?».
«Non solo il controllo si deve fermare a quello, ma a tutti gli aspetti della tua vita. La rabbia è il fattore più pericoloso. Trasformandoti in demone, tutta l’oscurità dentro di te si amplifica, rabbia, odio, sentimenti negativi. Finchè sei un essere umano riesci a trattenerli ma diventando demone tutto d’un tratto essi esplodo, se non sei in grado di gestirli loro ti travolgono. Fortunatamente si tratta di un processo graduale, ma col tempo il soggetto fa sempre più fatica a riprendere la sua forma umana, finchè non rimane trasformato in demone, per allora è già troppo tardi, il devil slayer perde la ragione e si trasforma in una bestia».
«Allora basta non provare mai rabbia o odio e rimanere sempre calmi?».
«Non ho detto questo».
Krono si accigliò.
«Siamo esseri umani dopotutto, ci è concesso di arrabbiarci, l’importante è non farci dominare dalla rabbia. Tutto dipende dalla tua capacità di autocontrollo. Ci sono devil slayer che nonostante provassero un grande odio per i demoni e combattessero con una grande furia non si sono mai tramutati in bestie, perché si sapevano controllare. Ma ce ne sono stati altri che hanno perso il controllo anche per ragioni semplici e stupide, come diverbi o problemi famigliari e che nel giro di poco tempo hanno perso dalla ragione. Dipende tutto da te Krono».
Annuì pensieroso. Era sempre stato una persona calma fino ad ora, sarebbe sicuramente riuscito a gestire la nuova oscurità dentro di lui.
Uranos si alzò e fece per avviarsi: «ti ho detto quello che dovevo dirti, ora vedi di recuperare le energie, mangia e fatti una bella dormita. Domani inizieremo gli allenamenti, sei giovane ma a differenza dei tuoi predecessori puoi contare sull’aiuto dei tuoi genitori oltre a quello di tutto il villaggio. Ti aiuterò a controllare il potere e l’oscurità che comporta».
Alzò lo sguardo e gli sorrise: «grazie papà».



Note dell’autore
Salve a tutti!
Allora… primo: nello scorso capitolo avrete senza dubbio notato che il cognome di Krono era diverso in certi punti, beh, è stata solo una mia svista, Krono non si è cambiato il cognome dopo la strage del suo villaggio, il suo cognome è sempre stato lo stesso. Ho già provveduto a correggere, ringrazio ancora Sissi1978 per avermelo fatto notare.
Secondo: scusate se gli ultimi due capitoli sono stati un po’ più corti rispetto altri. Inizialmente si trattava di un unico capitolo di quindici pagine che solo all’ultimo minuto ho deciso di dividere dato che mi sembrava un po’ eccessivo. Col prossimo capitolo torneremo ad una lunghezza maggiore.
Terzo: col prossimo capitolo si concluderà il racconto sul passato di Krono, scoprirete finalmente che cosa ha portato alla distruzione del villaggio Rido riempiendo Krono di rabbia e odio.
Vi devo chiedere però un po’ di pazienza, scusatemi ma questa settimana non mi sarà possibile pubblicare.
Ci vediamo quindi sabato prossimo.
 
 
   
 
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