Epilogo
5 Anni Dopo
Muore dopo cinque anni di reclusione per suicidio: ecco la fine di
Alberto Morelli.
Ieri, 13 gennaio, una delle guardie carcerarie del carcere Romano in cui
Alberto Morelli e Irene Massa stavano scontando i loro anni di prigione per lo
scandalo avuto durante il reality show “Lavori in corso” più di cinque anni fa,
verso le sette e un quarto del mattino
ha trovato il corpo esanime dell’uomo legato ad una coda per la gola. E’ così
che questo personaggio prima tanto amato nel mondo letterario,e poi disprezzato
per le sue azioni ha deciso di porre fine alla sua vita. Probabilmente deve
essere successo verso le cinque del mattino, dopo che la guardia di turno ha
dovuto abbandonare la postazione per una crisi d’asma di uno dei reclusi nel
reparto adiacente. Irene Massa, sconvolta, commenta così: “Avevo ricevuto da
poco la copia del giornale di cui facevo parte e quando ha saputo che Debora
Romani, la donna che l’ha portato a fare pazzie e per cui ha accettato di
collaborare con me all’epoca, aspettava un bambino gliel’ho detto. Lui da quel
momento non mi ha più rivolto la parola, è diventato taciturno, e ha rifiutato
d’incontrare la psicologa che lo veniva a trovare una volta a settimana. E poi
la mattina dopo ho scoperto del suicidio”.
(l’articolo continua a pagina 5)
Leggo per la decima volta l’articolo, che ormai so
quasi a memoria per tutte le volte che l’ho fatto, e poi mi decido a buttarlo
nella spazzatura. La notizia ha fatto il giro del paese e domani ci saranno i
funerali. Non ci andrò, sarebbe come perdonarlo, ma sarei ipocrita: non lo farò
mai.
Mi alzo, indosso i primi
vestiti che mi capitano sotto mano, poi guardo allo specchio e non vedo altro
che una trentunenne in attesa di un bambino, con il ventre rigonfio e un volto
più cicciottello del solito. E poi subito lui, mio marito, che appena mi vede
sorride, si avvicina e mi abbraccia, circondando il mio pancione con le braccia
in modo da stringerci entrambi.
“Buon quinto anniversario”
mi sussurra, baciandomi una guancia.
“Anche a te” rispondo,
voltandomi e abbracciandolo.
Lui mi guarda con un’aria
un po’ sospettosa e critica e poi sospira. “Hai fatto la solita nottata a
scrivere” mi rimprovera. E’ un’affermazione, non una domanda.
“No, non la nottata!”preciso.
“Solo dalle tre alle cinque e mezzo, giuro” mi giustifico.
“Non devi stressarti!” mi
rimprovera, ma io sorrido e gli circondo le braccia con il collo.
“Era per una giusta
causa…”.
“E sarebbe?”.
“Ho finito. Ho finito anche
il secondo libro, così non ti tedierò più” spiego, e quando vedo la sua
espressione non sorpresa più di tanto sbuffo. “Uffa, ho appena finito di
scrivere due romanzi sulla mia biografia dai quindici anni e mezzo fino alle
nostre nozze, potresti anche farmi un applauso”.
Andrea sorride e poggia la
sua fronte contro la mia, circondandomi la vita con le braccia. “Lo so che sei
un fenomeno, riscrivere tutto in un anno e qualche mese è una cosa degna di te.
Mi domando solo perché hai fatto tutta queste fatica se poi non li
pubblicherai!” ammette, guardandomi come se fossi impazzita.
Scrollo le spalle. “E’ una
cosa mia, che va al di fuori della mia carriera di scrittrice. Un domani i
nostri figli lo leggeranno e si faranno due risate insieme ai nostri nipotini”
spiego.
Lui annuisce e si arrende,
ormai sa che con me è inutile lottare. “Va bene, ma ora devi riposarti per il
bene del nostro figlioletto” mi impone, accarezzandomi il ventre.
“Certo, lo so che ormai ti
preoccupi solo del tuo primo figlio”. Gli faccio la linguaccia e lui ride.
“Ovvio, perché sai che io
voglio una squadra di pallone” ridacchia, bloccandomi con dolcezza quando sto
per spingerlo via.
“Magari una squadra di
calcetto” lo correggo, stando al gioco.
“Perché? Che differenza c’è
tra 5 e 11?.
“Uhm, solo sei parti in
più, niente di che. Ma mi vedi? Sono già una bufala…” mi lamento, voltandomi di
nuovo verso lo specchio della nostra camera da letto. I capelli castani mi
arrivano a stento sulle spalle, mossi come sempre, e la maglia a stile impero
che indosso con dei pantaloni elasticizzati mette ancora più in mostra il mio
pancione di sei mesi. Dietro di me, Andrea sembra sempre lo stesso nonostante i
suoi quasi trentasette anni: solo i capelli hanno abbandonato definitivamente
la cresta.
“Smettila, lo sai che
tornerai subito in forma” mi rimprovera, prima di controllare l’orario.
“Cavoli, è tardissimo, devo scappare amore, dai un bacio a Sabrina da parte
mia, ok?”. Prende il giubbino, gli immancabili occhiali da sole e mi bacia.
Poi si blocca e si volta di
nuovo verso di me.
“Deb? Domani andrai al
funerale?”.
Scuoto il capo. “No. Ne
abbiamo già parlato…”.
“Ok, ok, tranquilla. Era
solo per esserne certo” mi tranquillizza, parandosi una mano davanti.
“Va bene” rispondo, prima
di accompagnarlo alla porta e aprirla, ritrovandomi davanti proprio Sabrina,
Antoine e Rossella.
“Papà, mamma! Mi sono
divertita un sacco dalla zia, Antoine mi ha insegnato a giocare con la x-box!”
urla Sabrina, circondando le mie gambe e quelle di Andrea con le sue piccole
braccia.
Ah, giusto, ho dimenticato
di dirvi che dopo un anno e due mesi di matrimonio è nata questa peste di quasi
quattro anni, la nostra Sabrina. E prima parlavo di primo figlio perchè… Beh,
dopotutto sono incinta del primo figlio maschio!
Rossella sorride e prende
in braccio suo figlio Antoine, un mammone di quasi cinque anni. Viziato,
coccolato… Tutto frutto del fatto che sua madre l’ha avuto dopo tanti
sacrifici. Ma non si può dire che Sabrina non sia da meno.
“Come sta il fratellino,
mamma? Da ancora i calci nella pancia?” domanda mia figlia, mentre Andrea la
prende in braccio, ormai preso da lei e apparentemente dimentico del suo
impegno.
I capelli castano chiaro le
incorniciano il visino ovale con le sue ciocche mosse, e gli occhi, gli stessi
occhi di Andrea, mi squadrano curiosi. E in quel momento non posso far altro
che ricordare il momento in cui avevo saputo della sua esitenza…
Quel caldo primo giugno stavo cercando di impastare una torta, giusto
per ringraziare Andrea per la dolce sorpresa che mi aveva fatto. Quando mi ero
svegliata lo avevo trovato sveglio al mio fianco, con tanto di colazione
preparata da lui e un bellissimo regalo, ovvero un nuovo computer portatile,
che aveva come sfondo una nostra foto vicino la scritta sulla collina di Hollywood,
scattata durante il viaggio di nozze.
Mamma mi aveva dato la ricetta e mi stava venendo abbastanza bene, così
la infornai ed attesi mezz’ora, quando squillò il mio cellulare e mi rivelò un
sms di Paris.
“Auguriiiii collega! Ci vediamo oggi e ti do il mio personalissimo
regalo ;-). Ti voglio bene!”.
Sorrisi e risposi rapidamente, ringraziandola, non sapendo che il regalo sarebbe stata la
prima copia del mio libro terminato da poco, prima di aspettare gli ultimi
minuti e sfornare la torta. La guardai soddisfatta: non era bruciata, era
perfetta.
Così la decorai con la crema pasticcera e delle fragole, prima però di
sentire lo stomaco in subbuglio e sentire un conato di vomito in arrivo. La
terza volta negli ultimi due giorni.
Corsi in bagno e vomitai, mi sciacquai la bocca e poi mi guardai allo
specchio, senza sapere cosa pensare. L’unica spiegazione plausibile ovviamente
era solo una visto che anche il mio ciclo era in ritardo e il giorno prima, in
gran segreto, ero andata in ospedale da Beatrice ed ero andata a fare le
analisi. Ora attendevo il responso.
Cercando di evitare altri conati di vomito così misi la torta nel frigo,
prima di perdermi in varie contemplazioni. Avevo ventisei anni, wow. Dieci
esatti anni prima Silvia mi aveva organizzato una festa esemplare con tutta la
produzione di Music’s Planet, e l’anno prima ero stata in Francia.
E quell’anno…?
A darmi la risposta ci pensò il telefono di casa che squillò.
Risposi al secondo squillo, esitante.
“Pronto?” domandai con ansia.
“Debora, auguri!” disse la voce inconfondibile di Beatrice.
“Grazie, Bea!” risposi, mentre in realtà il pensiero pensava solo una
cosa.
“Stasera sei a casa?” chiese poi.
“Credo di si, ma dipende da Andrea, se vuole festeggiare fuori…” dissi, titubante.
“Allora ti ve bene se io, Max e la bambina veniamo da te oggi
pomeriggio? Ti abbiamo comprato un piccolo regalo” spiegò.
“Certo, ma non dovevate disturbarvi” dissi con sincerità.
Lei rise. “Perché, dai, anche se io ho un regalo più grande per te”
ammise, con un tono particolare, quasi gongolante. Cos’era, la gara a chi
faceva più regali?
“Si…?” domandai confusa.
“Certo. Preparati…”.
“Bea, siamo a telefono, come…?”.
“Ho visto il risultato delle analisi tre secondi fa. Auguri, Deb,
aspetti un bambino” disse con gioia, e in quel momento mi dimenticai del
telefono, di qualsiasi cosa che non girasse intorno a quella notizia. I miei
dubbi erano fondati, allora. Presto io ed Andrea saremmo diventati genitori!
Mamma ed Elisa credevano che fossi incinta già al ritorno dal viaggio di
nozze visto che mi avevano trovata ingrassata, ma in quel caso era stata solo
colpa dei numerosi hamburger e patatine fritte che avevo mangiato, ed ora come
avrebbero reagito nel sapere che sarebbero diventate nonne?
E soprattutto, come avrebbe reagito Andrea?
Ed io? Sarei stata una buona madre?
“Deb, ci sei ancora?” domandò Beatrice esitante dopo venti secondi di
silenzio.
“Io… Si, ci sono. Oddio, non ci credo!” esclamai, e mi portai
istintivamente la mano al ventre, alzando la maglietta blu che indossavo e
guardando la pancia, che sembrava la stessa di sempre. E invece no, lì c’era un
piccolo Romani.
“Lo so, all’inizio è sempre così, te ne rendi conto sul serio quando la
pancia cresce e tuo marito è più gentile del solito a ti aiuta a fare qualsiasi
cosa” ridacchiò. “Intanto ti aspetto domani per la prima ecografia” aggiunse.
“Si, si. La prima ecografia, caspita” dissi senza fiato.
“Ora ti saluto, ho una paziente con cui probabilmente partorirai
insieme” disse ammiccante.
“Va bene, ti aspetto oggi” la salutai.
Una volta posato il telefono mi sentii stordita dalla felicità e
dall’emozione. Io e Andrea non avevamo ancora parlato di bambini, erano passati
solo quattro mesi e mezzo dal matrimonio, eppure sentivo che ovviamente gli
avrebbe fatto piacere. L’unica cosa che mi incuriosiva sul serio, però, era la
sua reazione.
Non volevo dirglielo per telefono, eppure non potevo non sentire la sua
voce fino all’ora di pranzo. Così lo chiamai.
“Ehi, amore!” lo salutai appena mi rispose.
“Ehi, amore” rispose a sua volta.
“Cosa fai?” domandai.
“Sono appena uscito dalla riunione con il manager, a settembre
inizieremo ad incidere il nuovo disco” mi informò. “Tu, piuttosto?”.
Sorrisi. “Io ho due sorprese per te”.
“Le sorprese dovrei fartele io oggi…” mi ricordò.
“Sono delle sorprese che valgono per entrambi”.
“Ok, allora, sarò a casa tra mezz’ora”.
“Perfetto, ti amo”.
“Ti amo anch’io”.
Riagganciai, prima che il telefono squillasse altre tre volte. Erano
Eva, Rossella, ormai al settimo mese di gravidanza, e Daniele, e non gli dissi
nulla del bambino, il primo a saperlo doveva essere Andrea.
Così preparai la tavola in un modo spettacolare, cucinai e quando la
bussarono alla porta saltellai impaziente prima di aprire.
“Bentornato” dissi a mio marito, appena entrò in casa.
Lo baciai rapidamente, prima di portarlo in cucina.
“Che profumino” disse, abbracciandomi da dietro. “Stai diventando una
vera chef”.
“Le lezioni di Linda servono” risposi, prima di mostrargli con fierezza
la torta.
“Ecco la prima sorpresa” dissi.
Lui la contemplò e mi sorrise. “Ha un aspetto delizioso” disse. “E la
seconda?”.
Sorrisi, senza sapere come dirglielo. Volevo un modo diretto ma dolce,
unico…
“La seconda la vedrai per bene al mio prossimo compleanno, quando lo
festeggeremo in tre” dissi con gioia.
Lui mi guardò senza capire prima di fare un’espressione incredula. “Tu…
Tu sei…. I - incinta?” balbettò,
appoggiandosi ad uno dei mobili della stanza. Il suo viso perfetto divenne un
vulcano di emozioni: incredulità, gioia, emozione.
Annuii e mi avvicinai a lui, circondandogli il collo con le braccia.
“Si, avevo questo dubbio visto che non faccio alto che vomitare e avevo un
grosso ritardo e così ieri sono andata da Bea e ho fatto le analisi. Mi ha
chiamato un’ora fa e me lo ha detto” spiegai. “Sei contento?” aggiunsi, visto
che era ancora sotto shock.
Abbassò lo sguardo verso di me e sorrise radioso. “E come potrei non
esserlo?!” domandò raggiante, stringendomi a sé e alzandomi in aria. “Diventeremo
genitori!” esclamò, assaporando ogni parola, prima di baciarmi con trasporto.
“Si, sarai un magnifico papà” dissi.
“E tu una bellissima mamma” aggiunse. Proprio come avevo fatto io, mi
alzò un po’ la maglietta e mise la mano sulla mia pancia. “Ci senti, piccolino?
Siamo la mamma e il papà” disse dolcemente, portando la mia mano sulla sua e
sorridendo.
Sentii delle lacrime di gioia scendere sul mio viso e lui le asciugò.
“Saremo un’ottima famiglia” mi sussurrò, massaggiandomi dolcemente una
guancia, ed io annuii, convinta che quelle parole fossero una delle poche
certezze al mondo.
“Si, scalcerà finchè non
nasce” rispondo, baciandole la fronte. “Andrea, le vai a togliere il giubbino?”
gli domando, e lui subito sfreccia.
“Grazie Ross per averla
tenuta stanotte, ha preso questa fissa con Antoine…” le dico, invitandola ad
entrare. “Da quando ha saputo che nella pancia della mamma c’è un maschietto
snobba Stella, Manuela e Ilaria”.
“Capirai, tanto Stella e
Manuela ormai sono grandi, Ilaria invece è troppo piccola, quindi non c’è molta
differenza” risponde lei, sedendosi in soggiorno, accennando alla figlia che
Eliana e Niko hanno avuto due anni prima.
“Si, ma ad Eliana dispiace,
ora che Stella non le dà più problemi e deve occuparsi solo di Ilaria vorrebbe
stare più tempo con tutte noi”.
“Pazienza”.
“Ed ecco che Sabrina arriva
dalla mamma con una super giravolta!” cinguetta Andrea, entrando nella stanza
con Sabrina che volteggia tra le sue braccia. “Devo proprio scappare” aggiunge.
“Solo per curiosità, è domenica,
cosa devi fare?” domanda Rossella, curiosa.
“Devo andare con Giuseppe e
il resto del gruppo a ritirare il suo abito da sposo, ormai mancano solo tre
settimane” risponde lui. “E il negozio restava aperto solo per lui oggi,
quindi…”. Bacia me e la bambina, saluta Rossella e si volatilizza.
“E invece Eva che dice?
L’ha preso il vestito?” chiede ulteriormente lei.
Annuisco e sorrido,
ricordando il freddo giorno di tre mesi prima in cui Eva E Giuseppe erano
venuti a casa e avevano annunciato che avevano deciso di sposarsi. Nessuno
sapeva delle intenzioni di Giuseppe, nemmeno Andrea, e lui si era giustificato
dicendo che le aveva chiesto di sposarlo così, senza meditarci, dopo che erano
andati in un supermercato a fare la spesa e gli era uscito un anello di
plastica dalle patatine. Ma, nonostante ciò, ritiene che sia stata la trovata
più geniale della sua vita, e poi ovviamente ha provveduto a comprare un vero
anello di fidanzamento per la sua amata Eva.
“Si, è pronto da un mese. E’ magnifico… Mi
emoziono ancora se penso che alla fine anche lei e Giuseppe si sposeranno”
rispondo, sentendo quasi gli occhi a cuoricino.
“E vabbè, dopotutto erano
gli unici, pensa che Daniele e Paris si sono messi insieme dopo di loro e sono
sposati da quasi un anno” ragiona Rossella.
Annuisco, ritornando per un
breve istante a riflettere sul fatto che al mio matrimonio era stata proprio
Paris ad afferrare il bouquet. Segno del destino? Poi però, ad interrompere i
miei pensieri, ci pensa il campanello, e la mia villetta si riempie di gente:
Max e Niko con le loro famiglie al completo e Paris e Daniele.
“Visto che dovevamo
aiutarti con il pranzo di anniversario abbiamo portato anche gli animatori con
cui distrarre i bambini!” spiega Beatrice, ridacchiando.
“Noi non siamo bambine!”
protesta Manuela, dall’alto dei suoi quasi dodici anni. Slanciata come la
madre, ha lo stesso sorriso di Max, ed è quella che tutti definirebbero
“Secchiona”. Ma i suoi temi sono la cosa più bella del mondo, specialmente
quando parla della sua famiglia e di noi, i suoi zii acquisiti con tanto di
cuginetti.
“Infatti” annuisce Stella,
portandosi le mani ai fianchi. Un po’ più in carne rispetto a Manuela, è
bellissima e spesso mi parla dei suoi fidanzatini, anche se a scuola è un po’
svogliata e preferisce cantare come i suoi genitori.
“Giusto, piccoline” ironizzo, prima di
abbracciare Max. Loro mi guardano torve prima di sedersi sul divano e parlare
fitto fitto.
“Che dice il mio nipotino?”
domanda lui.
“Scalcia, scalcia e
scalcia” rispondo.
“Hai già pensato al nome?”
aggiunge Niko, dandomi un bacio sulla guancia per salutarmi.
“No…”.
“C’è sempre il mio,
ricordatelo!” ironizza, e lo spingo lievemente mentre ride come un bambino. Se
qualcuno ci vedesse penserebbe che le cose tra di noi sono sempre filate lisce,
eppure è così solo dalla nascita di Sabrina, penso.
“A questo punto gli do
quello del nostro cane” ribatto, facendogli la linguaccia.
“Ma il tuo cane è femmina”
precisa, ridendo.
“Vuol dire che ne
prenderemo uno maschio per l’occasione” ribatto, sedendomi un secondo sul
divano visto che il piccolino ha scalciato di brutto.
“Tutto bene?” domanda.
“I soliti calci….”.
“Sicura? Ti vedo strana,
mica è per la questione del funerale?” chiese, e a quella parole anche Max e
Daniele si avvicinano.
“Secondo me dovresti
andarci” dice Max. “Così lo farai riposare in pace”.
“Infatti” dice Daniele,
mentre Niko si astiene dal giudicare.
“Non posso e basta. A causa
sua Andrea ha rischiato di brutto e se Dio non lo avesse aiutato ora non sarei
qui con Sabrina, lui”, qui indico il mio ventre, “E non avrei un marito. Certe
cose sono imperdonabili”.
“Ma non devi perdonarlo per
forza, solo salutarlo nonostante tutto” si aggrega Niko, ma tace quando lo
guardo torva.
“Io vado a bere” dico,
cambiando discorso, e loro annuiscono, avvicinandosi alle bambine.
Mentre mi reco in cucina,
Paris mi raggiunge. “Cosa ne dici se dopo che il bambino sarà nato e dopo il
primo anno di vita ci mettiamo un po’ all’opera?” domanda subito.
La guardo male e sbuffo.
“Paris, il massimo che sarò in grado di scrivere sarà un manuale su come usare
pannolini e come cucinare diversi tipi di pappe, quindi se ne parla quando ne
avrò voglia e tempo, non c’è nessuna fretta!”.
“Eddai, ci sono milioni di
lettere di fan…” protesta.
“Me lo crescono loro il
bambino?” domando sarcastica.
“Lo farebbero se potessero!
E sai che tutti dicono che lo chiamerai Andrea Junior?”.
“Che? E’ una cosa assurda,
con tutto il bene che voglio a mio marito, ma mi sembra esagerato” ammetto.
Lei annuisce. “Ma pensaci
riguardo la mia idea”.
“Paris, invece di insistere
perché non fai anche tu un bel bimbo con tuo marito così potrai capirmi? Sarà
appena nato e voglio starci vicino, crescerlo per bene, poi se avrò tempo
penserò anche a questo libro!”.
Lei arrossisce e guarda
altrove.
“Paris?” la chiamo.
“Il fatto è che il tuo
consiglio è già seguito. Sono incinta” ammette.
“Oh!”.
Allargo gli occhi e la
abbraccio, entusiasta, e vedo Daniele che arriva verso di noi, sorridente.
“Gliel’hai detto?” domanda a sua moglie, lei annuisce ed io lo abbraccio.
“Congratulazioni, ragazzi!”
esclamo, per poi dare la notizia anche agli altri.
Dopo aver brindato, le mie
amiche mi aiutano a preparare un mega pranzo per festeggiare, poi all’una se ne
vanno, lasciando il posto ad un’ Eva piuttosto agitata.
“Ho saputo di Paris e
Daniele! Volevo solo dirti che domani inizierà il trasloco nella nostra nuova
casa, quindi, se ti va di venire per un consiglio…” dice, fermandosi sulla
porta, togliendosi i lunghi capelli mossi dalle spalle.
“Certo, solo che dopo ho la
visita da Bea, mi fermerò solo un’oretta”.
“Magnifico, ti accompagno
io, dopotutto lavoriamo a due reparti di distanza!” esclama, riferendosi al
fatto che ora è una cardiologa. “Ora scappo che è venuta mamma” mi saluta,
abbracciando la piccola.
“Va bene, sposina!” dico, e la vedo andare con passo rapido e
deciso dopo avermi sorriso.
Chiudo la porta e guardo
mia figlia. “Hai fame?”.
“Si si” risponde.
Non so come inizio a
riflettere mentre metto la pentola sul fuoco. La vita mi ha dato la gioia di
essere felice… Invece Alberto per cercare di esserlo si è dannato con le sue
mani. Ha sbagliato, è stato disumano e crudele, ma forse per davvero il suo
sogno era essere ciò che ora è Andrea.
Non ho nulla da perdere.
Sospiro. Ci andrò al funerale, ma solo per un saluto, tutto qui.
Sabrina poi mi guarda mentre preparo la tavola, quasi come
se volesse studiare ogni azione, poi suonano alla porta e lei sfreccia prima di
me, aspettandomi, poi apro, constatando che mio marito è tornato.
“Ecco le mie donne” esclama
lui, prendendo la piccola in braccio e stringendomi a sua volta. “Daniele mi ha
detto di Paris” aggiunge.
Annuisco. “Si, speriamo sia
maschio, così i maschietti ne saranno in tre e dovrò fare dei maschietti in
meno per la tua squadra di pallone” ridacchio, facendolo ridere a sua volta.
“Papà, papà, mamma e le zie
hanno preparato un sacco di roba buona!” esclama la piccola, e lui si volta
verso di me.
“E’ il nostro anniversario
dopotutto” gli ricordo, e lui sorride stringendoci di più.
“La cosa più bella per
festeggiare è la vostra presenza, e basta” sussurra. “Vi amo”.
“Ti amiamo anche noi papà,
anche se…. Ti amo non si dice solo ai fidanzati?” domanda Sabrina, perplessa, e
sorride quando noi ridiamo.
“Perché, vorresti dire che
non sono il tuo fidanzato?”.
“No, tu sei della mamma”.
“Possiamo dividercelo,
piccolina, è abbastanza grande per tutte e due” le dico, prima di stringerlo a
me e baciarlo con affetto. “Ho pensato ad un eventuale nome” aggiungo, e Andrea
mi guarda curioso.
“Dimmi”.
“Gabriele. Non so, è da un
po’ che ci pensavo…”.
Andrea ci pensa un po’ e
alla fine annuisce. “Gabriele Romani. Mi piace. Perfetto allora!”.
“E poi, volevo dirti che… Andrò al funerale,
ma solo un minuto, senza farmi vedere dalla stampa. Non l’ho perdonato, sarà
solo un saluto” dico a bassa voce, quasi incredula di ciò che sto dicendo.
Andrea mi guarda
comprensivo. “E’ quello che penso io. Allora domani andiamo lì…” stabilisce, ed
annuisco.
Questa volta è lui a
baciarmi.
E Sabrina , invece, si
china sul mio pancione e lo bacia. “Ciao Gabriele!” dice, e ci sorride mentre
noi facciamo lo stesso.
Eh si, questa è la vita, ed
io non avrei mai potuto chiederne una migliore!
Fine
…
E anche questa seconda storia, dopo 4 mesi e 8 giorni è giunta alla fine.
Ovviamente la tentazione di scrivere la terza parte è forte, ma mi sono detta
che la storia finisce qui, Debora ha sviluppato ampiamente il suo personaggio e
preferisco lasciarvi immaginare la vita di Sabrina e del piccolo Gabriele
quando nascerà.
Mi piaceva il fatto di rendere l’idea che nell’epilogo Debora parla al presente e dice che è stata proprio lei a scrivere le due storie che abbiamo letto su di lei come testimonianza per i suoi figli e i nipoti. Cosa ve ne sembra?
E
per quanto riguardo Alberto morto, beh, mi sono resa conto di non aver fatto
morire nessuno in due fic e ci voleva. xD Scherzo ovviamente!
Però
volevo condividere qualche idea riguardo i personaggi “nuovi” con voi:
Sabrina
sarà molto simile alla madre ma, al suo contrario, sarà un genio della
matematica e preferirà seguire le tracce di Zia Eva, diventando medico. Però
come Debora vivrà le sue avventure/disavventure amorose e avrà un bel caratterino
deciso, schietto, ma anche dolce e simpatico come suo padre.
Gabriele erediterà la passione per la letteratura dalla madre ma userà la sua vena letteraria per scrivere canzoni e cercherà di diventare un cantante famoso senza voler aiuti dal gruppo di suo padre. Giuseppe sarà il suo zio preferito e… tadà, un domani si innamorerà di Belle, la figlia di Paris e Daniele.
Belle sarà tutta sua madre: bionda, con gli stessi occhi verdi del padre, a volte un po’ altezzosa ma simpatica dimostrerà una passione per il diritto e la politica, tanto da diventare una matrimonialista, ma ci terrà a non negare le sue origini francesi e studierà questa lingua.
Antoine
resterà sempre un po’ mammone, tanto da preferire le coccole della madre agli
appuntamenti con le ragazzine fino ai 13 anni, ma poi esibirà il suo fascino
francese e per questo sarà grande amico di Belle, con cui condivide sia le
origini che il tipo di lavoro, visto che diventerà avvocato.
Max
e Bea avranno un altro figlio, Angelo, un anno più piccolo di Gabriele e Belle,
che a dispetto del suo nome sarà il “giullare
di corte” della loro allegra combriccola: metterà nei pasticci la sorella,
rivelando sempre ciò che scrive nel suo diario segreto, ma troverà una grande
confidente nella secondogenita di Niko e Eliana, Ilaria.
Quest’ultima
sarà il contrario della sorella: mora come il padre, introversa e timida,
spesso crescendo si riconoscerà in Deb e troverà in lei un modello da seguire.
Ma effettivamente crescerà con le coccole di Manuela, che la influenzerà molto
sullo studio e il modo di pensare.
Per
quanto riguarda Eva e Giuseppe, dopo poco più di un anno di matrimonio
nasceranno Vittoria e Roberto, due gemelli. Vittoria sarà sveglia, audace e
determinata, un po’ pazzerella quando si arrabbia, e amerà il mondo delle
lingue come zia Deb, anche se si specializzerà in Francese e Tedesco; Roberto
invece sarà lo specchio del padre, farà compagnia a Angelo nelle sue birichinate
e da grande sarà un audace “playboy” come il suo vecchio. Ma, stranamente, sarà
lui lo scrittore di questa new generation, ma si occuperà della letteratura
comica.
Ok,
narrati i caratteri della “new generation” (ho omesso
Stella e Manuela visto che già le conosciamo)… Devo
ringraziarvi, no?
Allora…
Grazie a coloro che hanno messo la fic tra i preferiti:
alina
95
alina81
Angel Texas Ranger
bella95
bibosky
bribry85
cold ice
Gemellina Dolly
giulietta_cullen
Giulls
giunigiu95
Gocciolina
HOLLYWOOD
lillay
Mary_loveloveManga
meryj
morbidina
pirilla88
vero15star
VeroMilly
_New_Moon_
Tra
le seguite:
Alyenda
CriCri88
Giulls
kiravf
OOgloOO
Rin Uchiha
_New_Moon_
E
coloro che hanno recensito lo scorso cap:
alina81:
Si si, era sottinteso che dovevamo trovarne due, ma anche se ne troviamo uno
solo, che problema c’è, lo cloniamo! xD Ti ringrazio per avermi seguita e sappi
che ogni tua singola parola mi ha dato una gioia incredibile! Un bacione!
Angel
Texas Ranger: Visto che Deb e Andrea hanno un bel conto in banca, hanno deciso
di fare un breve tour per le città più importanti dell’America settentrionale,
come New York, Los Angeles, San Francisco… E Canada incluso, con un breve
viaggio ad Ottawa. E alla fine, ovviamente, hanno fatto un piccolo giro per le
maggiori capitali Europee. Comunque, si, si è sposata alla fine! E se penso che
ho iniziato a scrivere di lei quando aveva quindici anni e mezzo… *Piange*
Comunque ti ringrazio per il tuo sostegno che mi hai dimostrato in queste due
fic, sul serio! Un bacione!
alina
95: Davvero ti è piaciuto così tanto? Ma grazieeeee *si commuove* Se è per
questo nemmeno io ci credo che si sono sposati e che stanno per avere il
secondo bimbo, pensa un po’! Grazie per il tuoi dolci commenti e il tuo
supporto! Tvb, un bacione! ^^
CriCri88: Carissima, sapessi io come ci sto
nel pensare che anche questa fic è finita! Ormai erano tutti parte della mia
vita… Dopo un anno e cinque mesi che scrivo queste fic! Ma mi dispiace dire che
la terza non ci sarà per ora, ma niente mi vieta di scrivere una fic su
Sabrina, Gabriele, Stella e gli altri pargoli un domani! In questo caso ti
avviserò se mi dai il permesso ^^ Un bacione e grazie per avermi seguita con
così tanto affetto!
Se
vi va, io ci sono ancora con le storie “La rivincita di Cenerentola”, “Anche i
Prof hanno un cuore” in originali>Romantico, e con “Blackout in the light”,
fic a quattro mani che sto scrivendo con vero15star, con il nick VeroMilly.
Ora
la smetto perché altrimenti i ringraziamenti sono più lunghi dell’epilogo! xD
Ultima
domanda: non voglio fare la "ruffiana", ma dopo due fic, quale voto dareste a
queste due fic nel loro complesso? Spero risponderete!
Ancora
grazie, grazie e grazie. Non dimenticherò mai Deb e gli altri e sono sicura che
continueranno a vivere le loro avventure nei vostri cuori, e di certo non
dimenticherò voi che mi avete seguita con così tanto affetto.
Au revoir,
la vostra milly92.