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Autore: milly92    11/08/2009    8 recensioni
[SEGUITO DI "CONFESSIONS OF A TEENAGE DRAMA QUEEN" MA CHIUNQUE PUò SEGUIRE, ANCHE CHI NON HA LETTO IL PRECEDENTE]Sono passati quattro anni da quando avevamo lasciato Debora, in preda al successo del suo nuovo libro. Ora ha quasi venticinque anni, si è laureata, e la ragazzina che era a sedici anni sembra scomparsa. Tutte le insicurezze di un tempo sono scomparse, perchè ora ha la certezza più grande di tutte: quella dell'amore che il suo ragazzo Andrea prova nei suoi confronti. Glielo dimostra chiedendole di sposarla, dopo mesi e mesi di preparazione per questa “sorpresa” che l’hanno quasi mandata in tilt, ma… Filerà tutto liscio per una volta o Deb e Andrea dovranno affrontare tante peripezie per arrivare all’altare, come dei moderni Renzo e Lucia?
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
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5 Anni Dopo

Epilogo

5 Anni Dopo

Muore dopo cinque anni di reclusione per suicidio: ecco la fine di Alberto Morelli.

Ieri, 13 gennaio, una delle guardie carcerarie del carcere Romano in cui Alberto Morelli e Irene Massa stavano scontando i loro anni di prigione per lo scandalo avuto durante il reality show “Lavori in corso” più di cinque anni fa, verso le sette  e un quarto del mattino ha trovato il corpo esanime dell’uomo legato ad una coda per la gola. E’ così che questo personaggio prima tanto amato nel mondo letterario,e poi disprezzato per le sue azioni ha deciso di porre fine alla sua vita. Probabilmente deve essere successo verso le cinque del mattino, dopo che la guardia di turno ha dovuto abbandonare la postazione per una crisi d’asma di uno dei reclusi nel reparto adiacente. Irene Massa, sconvolta, commenta così: “Avevo ricevuto da poco la copia del giornale di cui facevo parte e quando ha saputo che Debora Romani, la donna che l’ha portato a fare pazzie e per cui ha accettato di collaborare con me all’epoca, aspettava un bambino gliel’ho detto. Lui da quel momento non mi ha più rivolto la parola, è diventato taciturno, e ha rifiutato d’incontrare la psicologa che lo veniva a trovare una volta a settimana. E poi la mattina dopo ho scoperto del suicidio”.

(l’articolo continua a pagina 5)

Leggo per la decima volta l’articolo, che ormai so quasi a memoria per tutte le volte che l’ho fatto, e poi mi decido a buttarlo nella spazzatura. La notizia ha fatto il giro del paese e domani ci saranno i funerali. Non ci andrò, sarebbe come perdonarlo, ma sarei ipocrita: non lo farò mai.

Mi alzo, indosso i primi vestiti che mi capitano sotto mano, poi guardo allo specchio e non vedo altro che una trentunenne in attesa di un bambino, con il ventre rigonfio e un volto più cicciottello del solito. E poi subito lui, mio marito, che appena mi vede sorride, si avvicina e mi abbraccia, circondando il mio pancione con le braccia in modo da stringerci entrambi.

“Buon quinto anniversario” mi sussurra, baciandomi una guancia.

“Anche a te” rispondo, voltandomi e abbracciandolo.

Lui mi guarda con un’aria un po’ sospettosa e critica e poi sospira. “Hai fatto la solita nottata a scrivere” mi rimprovera. E’ un’affermazione, non una domanda.

“No, non la nottata!”preciso. “Solo dalle tre alle cinque e mezzo, giuro” mi giustifico.

“Non devi stressarti!” mi rimprovera, ma io sorrido e gli circondo le braccia con il collo.

“Era per una giusta causa…”.

“E sarebbe?”.

“Ho finito. Ho finito anche il secondo libro, così non ti tedierò più” spiego, e quando vedo la sua espressione non sorpresa più di tanto sbuffo. “Uffa, ho appena finito di scrivere due romanzi sulla mia biografia dai quindici anni e mezzo fino alle nostre nozze, potresti anche farmi un applauso”.

Andrea sorride e poggia la sua fronte contro la mia, circondandomi la vita con le braccia. “Lo so che sei un fenomeno, riscrivere tutto in un anno e qualche mese è una cosa degna di te. Mi domando solo perché hai fatto tutta queste fatica se poi non li pubblicherai!” ammette, guardandomi come se fossi impazzita.

Scrollo le spalle. “E’ una cosa mia, che va al di fuori della mia carriera di scrittrice. Un domani i nostri figli lo leggeranno e si faranno due risate insieme ai nostri nipotini” spiego.

Lui annuisce e si arrende, ormai sa che con me è inutile lottare. “Va bene, ma ora devi riposarti per il bene del nostro figlioletto” mi impone, accarezzandomi il ventre.

“Certo, lo so che ormai ti preoccupi solo del tuo primo figlio”. Gli faccio la linguaccia e lui ride.

“Ovvio, perché sai che io voglio una squadra di pallone” ridacchia, bloccandomi con dolcezza quando sto per spingerlo via.

“Magari una squadra di calcetto” lo correggo, stando al gioco.

“Perché? Che differenza c’è tra 5 e 11?.

“Uhm, solo sei parti in più, niente di che. Ma mi vedi? Sono già una bufala…” mi lamento, voltandomi di nuovo verso lo specchio della nostra camera da letto. I capelli castani mi arrivano a stento sulle spalle, mossi come sempre, e la maglia a stile impero che indosso con dei pantaloni elasticizzati mette ancora più in mostra il mio pancione di sei mesi. Dietro di me, Andrea sembra sempre lo stesso nonostante i suoi quasi trentasette anni: solo i capelli hanno abbandonato definitivamente la cresta.

“Smettila, lo sai che tornerai subito in forma” mi rimprovera, prima di controllare l’orario. “Cavoli, è tardissimo, devo scappare amore, dai un bacio a Sabrina da parte mia, ok?”. Prende il giubbino, gli immancabili occhiali da sole e mi bacia.

Poi si blocca e si volta di nuovo verso di me.

“Deb? Domani andrai al funerale?”.

Scuoto il capo. “No. Ne abbiamo già parlato…”.

“Ok, ok, tranquilla. Era solo per esserne certo” mi tranquillizza, parandosi una mano davanti.

“Va bene” rispondo, prima di accompagnarlo alla porta e aprirla, ritrovandomi davanti proprio Sabrina, Antoine e Rossella.

“Papà, mamma! Mi sono divertita un sacco dalla zia, Antoine mi ha insegnato a giocare con la x-box!” urla Sabrina, circondando le mie gambe e quelle di Andrea con le sue piccole braccia.

Ah, giusto, ho dimenticato di dirvi che dopo un anno e due mesi di matrimonio è nata questa peste di quasi quattro anni, la nostra Sabrina. E prima parlavo di primo figlio perchè… Beh, dopotutto sono incinta del primo figlio maschio!

Rossella sorride e prende in braccio suo figlio Antoine, un mammone di quasi cinque anni. Viziato, coccolato… Tutto frutto del fatto che sua madre l’ha avuto dopo tanti sacrifici. Ma non si può dire che Sabrina non sia da meno. 

“Come sta il fratellino, mamma? Da ancora i calci nella pancia?” domanda mia figlia, mentre Andrea la prende in braccio, ormai preso da lei e apparentemente dimentico del suo impegno.

I capelli castano chiaro le incorniciano il visino ovale con le sue ciocche mosse, e gli occhi, gli stessi occhi di Andrea, mi squadrano curiosi. E in quel momento non posso far altro che ricordare il momento in cui avevo saputo della sua esitenza…

Quel caldo primo giugno stavo cercando di impastare una torta, giusto per ringraziare Andrea per la dolce sorpresa che mi aveva fatto. Quando mi ero svegliata lo avevo trovato sveglio al mio fianco, con tanto di colazione preparata da lui e un bellissimo regalo, ovvero un nuovo computer portatile, che aveva come sfondo una nostra foto vicino la scritta sulla collina di Hollywood, scattata durante il viaggio di nozze.

Mamma mi aveva dato la ricetta e mi stava venendo abbastanza bene, così la infornai ed attesi mezz’ora, quando squillò il mio cellulare e mi rivelò un sms di Paris.

“Auguriiiii collega! Ci vediamo oggi e ti do il mio personalissimo regalo ;-). Ti voglio bene!”.

Sorrisi e risposi rapidamente, ringraziandola,  non sapendo che il regalo sarebbe stata la prima copia del mio libro terminato da poco, prima di aspettare gli ultimi minuti e sfornare la torta. La guardai soddisfatta: non era bruciata, era perfetta.

Così la decorai con la crema pasticcera e delle fragole, prima però di sentire lo stomaco in subbuglio e sentire un conato di vomito in arrivo. La terza volta negli ultimi due giorni.

Corsi in bagno e vomitai, mi sciacquai la bocca e poi mi guardai allo specchio, senza sapere cosa pensare. L’unica spiegazione plausibile ovviamente era solo una visto che anche il mio ciclo era in ritardo e il giorno prima, in gran segreto, ero andata in ospedale da Beatrice ed ero andata a fare le analisi. Ora attendevo il responso.

Cercando di evitare altri conati di vomito così misi la torta nel frigo, prima di perdermi in varie contemplazioni. Avevo ventisei anni, wow. Dieci esatti anni prima Silvia mi aveva organizzato una festa esemplare con tutta la produzione di Music’s Planet, e l’anno prima ero stata in Francia.

E quell’anno…?

A darmi la risposta ci pensò il telefono di casa che squillò.

Risposi al secondo squillo, esitante.

“Pronto?” domandai con ansia.

“Debora, auguri!” disse la voce inconfondibile di Beatrice.

“Grazie, Bea!” risposi, mentre in realtà il pensiero pensava solo una cosa.

“Stasera sei a casa?” chiese poi.

“Credo di si, ma dipende da Andrea, se vuole festeggiare fuori…”  dissi, titubante.

“Allora ti ve bene se io, Max e la bambina veniamo da te oggi pomeriggio? Ti abbiamo comprato un piccolo regalo” spiegò.

“Certo, ma non dovevate disturbarvi” dissi con sincerità.

Lei rise. “Perché, dai, anche se io ho un regalo più grande per te” ammise, con un tono particolare, quasi gongolante. Cos’era, la gara a chi faceva più regali?

“Si…?” domandai confusa.

“Certo. Preparati…”.

“Bea, siamo a telefono, come…?”.

“Ho visto il risultato delle analisi tre secondi fa. Auguri, Deb, aspetti un bambino” disse con gioia, e in quel momento mi dimenticai del telefono, di qualsiasi cosa che non girasse intorno a quella notizia. I miei dubbi erano fondati, allora. Presto io ed Andrea saremmo diventati genitori!

Mamma ed Elisa credevano che fossi incinta già al ritorno dal viaggio di nozze visto che mi avevano trovata ingrassata, ma in quel caso era stata solo colpa dei numerosi hamburger e patatine fritte che avevo mangiato, ed ora come avrebbero reagito nel sapere che sarebbero diventate nonne?

E soprattutto, come avrebbe reagito Andrea?

Ed io? Sarei stata una buona madre?

“Deb, ci sei ancora?” domandò Beatrice esitante dopo venti secondi di silenzio.

“Io… Si, ci sono. Oddio, non ci credo!” esclamai, e mi portai istintivamente la mano al ventre, alzando la maglietta blu che indossavo e guardando la pancia, che sembrava la stessa di sempre. E invece no, lì c’era un piccolo Romani.

“Lo so, all’inizio è sempre così, te ne rendi conto sul serio quando la pancia cresce e tuo marito è più gentile del solito a ti aiuta a fare qualsiasi cosa” ridacchiò. “Intanto ti aspetto domani per la prima ecografia” aggiunse.

“Si, si. La prima ecografia, caspita” dissi senza fiato.

“Ora ti saluto, ho una paziente con cui probabilmente partorirai insieme” disse ammiccante.

“Va bene, ti aspetto oggi” la salutai.

Una volta posato il telefono mi sentii stordita dalla felicità e dall’emozione. Io e Andrea non avevamo ancora parlato di bambini, erano passati solo quattro mesi e mezzo dal matrimonio, eppure sentivo che ovviamente gli avrebbe fatto piacere. L’unica cosa che mi incuriosiva sul serio, però, era la sua reazione.

Non volevo dirglielo per telefono, eppure non potevo non sentire la sua voce fino all’ora di pranzo. Così lo chiamai.

“Ehi, amore!” lo salutai appena mi rispose.

“Ehi, amore” rispose a sua volta.

“Cosa fai?” domandai.

“Sono appena uscito dalla riunione con il manager, a settembre inizieremo ad incidere il nuovo disco” mi informò. “Tu, piuttosto?”.

Sorrisi. “Io ho due sorprese per te”.

“Le sorprese dovrei fartele io oggi…” mi ricordò.

“Sono delle sorprese che valgono per entrambi”.

“Ok, allora, sarò a casa tra mezz’ora”.

“Perfetto, ti amo”.

“Ti amo anch’io”.

Riagganciai, prima che il telefono squillasse altre tre volte. Erano Eva, Rossella, ormai al settimo mese di gravidanza, e Daniele, e non gli dissi nulla del bambino, il primo a saperlo doveva essere Andrea.

Così preparai la tavola in un modo spettacolare, cucinai e quando la bussarono alla porta saltellai impaziente prima di aprire.

“Bentornato” dissi a mio marito, appena entrò in casa.

Lo baciai rapidamente, prima di portarlo in cucina.

“Che profumino” disse, abbracciandomi da dietro. “Stai diventando una vera chef”.

“Le lezioni di Linda servono” risposi, prima di mostrargli con fierezza la torta.

“Ecco la prima sorpresa” dissi.

Lui la contemplò e mi sorrise. “Ha un aspetto delizioso” disse. “E la seconda?”.

Sorrisi, senza sapere come dirglielo. Volevo un modo diretto ma dolce, unico…

“La seconda la vedrai per bene al mio prossimo compleanno, quando lo festeggeremo in tre” dissi con gioia.

Lui mi guardò senza capire prima di fare un’espressione incredula. “Tu… Tu sei…. I - incinta?”  balbettò, appoggiandosi ad uno dei mobili della stanza. Il suo viso perfetto divenne un vulcano di emozioni: incredulità, gioia, emozione.

Annuii e mi avvicinai a lui, circondandogli il collo con le braccia. “Si, avevo questo dubbio visto che non faccio alto che vomitare e avevo un grosso ritardo e così ieri sono andata da Bea e ho fatto le analisi. Mi ha chiamato un’ora fa e me lo ha detto” spiegai. “Sei contento?” aggiunsi, visto che era ancora sotto shock.

Abbassò lo sguardo verso di me e sorrise radioso. “E come potrei non esserlo?!” domandò raggiante, stringendomi a sé e alzandomi in aria. “Diventeremo genitori!” esclamò, assaporando ogni parola, prima di baciarmi con trasporto.

“Si, sarai un magnifico papà” dissi.

“E tu una bellissima mamma” aggiunse. Proprio come avevo fatto io, mi alzò un po’ la maglietta e mise la mano sulla mia pancia. “Ci senti, piccolino? Siamo la mamma e il papà” disse dolcemente, portando la mia mano sulla sua e sorridendo.

Sentii delle lacrime di gioia scendere sul mio viso e lui le asciugò.

“Saremo un’ottima famiglia” mi sussurrò, massaggiandomi dolcemente una guancia, ed io annuii, convinta che quelle parole fossero una delle poche certezze al mondo.

“Si, scalcerà finchè non nasce” rispondo, baciandole la fronte. “Andrea, le vai a togliere il giubbino?” gli domando, e lui subito sfreccia.

“Grazie Ross per averla tenuta stanotte, ha preso questa fissa con Antoine…” le dico, invitandola ad entrare. “Da quando ha saputo che nella pancia della mamma c’è un maschietto snobba Stella, Manuela e Ilaria”.

“Capirai, tanto Stella e Manuela ormai sono grandi, Ilaria invece è troppo piccola, quindi non c’è molta differenza” risponde lei, sedendosi in soggiorno, accennando alla figlia che Eliana e Niko hanno avuto due anni prima.

“Si, ma ad Eliana dispiace, ora che Stella non le dà più problemi e deve occuparsi solo di Ilaria vorrebbe stare più tempo con tutte noi”.

“Pazienza”.

“Ed ecco che Sabrina arriva dalla mamma con una super giravolta!” cinguetta Andrea, entrando nella stanza con Sabrina che volteggia tra le sue braccia. “Devo proprio scappare” aggiunge.

“Solo per curiosità, è domenica, cosa devi fare?” domanda Rossella, curiosa.

“Devo andare con Giuseppe e il resto del gruppo a ritirare il suo abito da sposo, ormai mancano solo tre settimane” risponde lui. “E il negozio restava aperto solo per lui oggi, quindi…”. Bacia me e la bambina, saluta Rossella e si volatilizza.

“E invece Eva che dice? L’ha preso il vestito?” chiede ulteriormente lei.

Annuisco e sorrido, ricordando il freddo giorno di tre mesi prima in cui Eva E Giuseppe erano venuti a casa e avevano annunciato che avevano deciso di sposarsi. Nessuno sapeva delle intenzioni di Giuseppe, nemmeno Andrea, e lui si era giustificato dicendo che le aveva chiesto di sposarlo così, senza meditarci, dopo che erano andati in un supermercato a fare la spesa e gli era uscito un anello di plastica dalle patatine. Ma, nonostante ciò, ritiene che sia stata la trovata più geniale della sua vita, e poi ovviamente ha provveduto a comprare un vero anello di fidanzamento per la sua amata Eva.

 “Si, è pronto da un mese. E’ magnifico… Mi emoziono ancora se penso che alla fine anche lei e Giuseppe si sposeranno” rispondo, sentendo quasi gli occhi a cuoricino.

“E vabbè, dopotutto erano gli unici, pensa che Daniele e Paris si sono messi insieme dopo di loro e sono sposati da quasi un anno” ragiona Rossella.

Annuisco, ritornando per un breve istante a riflettere sul fatto che al mio matrimonio era stata proprio Paris ad afferrare il bouquet. Segno del destino? Poi però, ad interrompere i miei pensieri, ci pensa il campanello, e la mia villetta si riempie di gente: Max e Niko con le loro famiglie al completo e Paris e Daniele.

“Visto che dovevamo aiutarti con il pranzo di anniversario abbiamo portato anche gli animatori con cui distrarre i bambini!” spiega Beatrice, ridacchiando.

“Noi non siamo bambine!” protesta Manuela, dall’alto dei suoi quasi dodici anni. Slanciata come la madre, ha lo stesso sorriso di Max, ed è quella che tutti definirebbero “Secchiona”. Ma i suoi temi sono la cosa più bella del mondo, specialmente quando parla della sua famiglia e di noi, i suoi zii acquisiti con tanto di cuginetti.

“Infatti” annuisce Stella, portandosi le mani ai fianchi. Un po’ più in carne rispetto a Manuela, è bellissima e spesso mi parla dei suoi fidanzatini, anche se a scuola è un po’ svogliata e preferisce cantare come i suoi genitori.

“Giusto, piccoline” ironizzo, prima di abbracciare Max. Loro mi guardano torve prima di sedersi sul divano e parlare fitto fitto.

“Che dice il mio nipotino?” domanda lui.

“Scalcia, scalcia e scalcia” rispondo.

“Hai già pensato al nome?” aggiunge Niko, dandomi un bacio sulla guancia per salutarmi.

“No…”.

“C’è sempre il mio, ricordatelo!” ironizza, e lo spingo lievemente mentre ride come un bambino. Se qualcuno ci vedesse penserebbe che le cose tra di noi sono sempre filate lisce, eppure è così solo dalla nascita di Sabrina, penso.

“A questo punto gli do quello del nostro cane” ribatto, facendogli la linguaccia.

“Ma il tuo cane è femmina” precisa, ridendo.

“Vuol dire che ne prenderemo uno maschio per l’occasione” ribatto, sedendomi un secondo sul divano visto che il piccolino ha scalciato di brutto.

“Tutto bene?” domanda.

“I soliti calci….”.

“Sicura? Ti vedo strana, mica è per la questione del funerale?” chiese, e a quella parole anche Max e Daniele si avvicinano.

“Secondo me dovresti andarci” dice Max. “Così lo farai riposare in pace”.

“Infatti” dice Daniele, mentre Niko si astiene dal giudicare.

“Non posso e basta. A causa sua Andrea ha rischiato di brutto e se Dio non lo avesse aiutato ora non sarei qui con Sabrina, lui”, qui indico il mio ventre, “E non avrei un marito. Certe cose sono imperdonabili”.

“Ma non devi perdonarlo per forza, solo salutarlo nonostante tutto” si aggrega Niko, ma tace quando lo guardo torva.

“Io vado a bere” dico, cambiando discorso, e loro annuiscono, avvicinandosi alle bambine.

Mentre mi reco in cucina, Paris mi raggiunge. “Cosa ne dici se dopo che il bambino sarà nato e dopo il primo anno di vita ci mettiamo un po’ all’opera?” domanda subito.

La guardo male e sbuffo. “Paris, il massimo che sarò in grado di scrivere sarà un manuale su come usare pannolini e come cucinare diversi tipi di pappe, quindi se ne parla quando ne avrò voglia e tempo, non c’è nessuna fretta!”.

“Eddai, ci sono milioni di lettere di fan…” protesta.

“Me lo crescono loro il bambino?” domando sarcastica.

“Lo farebbero se potessero! E sai che tutti dicono che lo chiamerai Andrea Junior?”.

“Che? E’ una cosa assurda, con tutto il bene che voglio a mio marito, ma mi sembra esagerato” ammetto.

Lei annuisce. “Ma pensaci riguardo la mia idea”.

“Paris, invece di insistere perché non fai anche tu un bel bimbo con tuo marito così potrai capirmi? Sarà appena nato e voglio starci vicino, crescerlo per bene, poi se avrò tempo penserò anche a questo libro!”.

Lei arrossisce e guarda altrove.

“Paris?” la chiamo.

“Il fatto è che il tuo consiglio è già seguito. Sono incinta” ammette.

“Oh!”.

Allargo gli occhi e la abbraccio, entusiasta, e vedo Daniele che arriva verso di noi, sorridente. “Gliel’hai detto?” domanda a sua moglie, lei annuisce ed io lo abbraccio.

“Congratulazioni, ragazzi!” esclamo, per poi dare la notizia anche agli altri.

Dopo aver brindato, le mie amiche mi aiutano a preparare un mega pranzo per festeggiare, poi all’una se ne vanno, lasciando il posto ad un’ Eva piuttosto agitata.

“Ho saputo di Paris e Daniele! Volevo solo dirti che domani inizierà il trasloco nella nostra nuova casa, quindi, se ti va di venire per un consiglio…” dice, fermandosi sulla porta, togliendosi i lunghi capelli mossi dalle spalle.

“Certo, solo che dopo ho la visita da Bea, mi fermerò solo un’oretta”.

“Magnifico, ti accompagno io, dopotutto lavoriamo a due reparti di distanza!” esclama, riferendosi al fatto che ora è una cardiologa. “Ora scappo che è venuta mamma” mi saluta, abbracciando la piccola.

“Va bene, sposina!”  dico, e la vedo andare con passo rapido e deciso dopo avermi sorriso.

Chiudo la porta e guardo mia figlia. “Hai fame?”.

“Si si” risponde.

Non so come inizio a riflettere mentre metto la pentola sul fuoco. La vita mi ha dato la gioia di essere felice… Invece Alberto per cercare di esserlo si è dannato con le sue mani. Ha sbagliato, è stato disumano e crudele, ma forse per davvero il suo sogno era essere ciò che ora è Andrea.

Non ho nulla da perdere. Sospiro. Ci andrò al funerale, ma solo per un saluto, tutto qui.

Sabrina poi mi  guarda mentre preparo la tavola, quasi come se volesse studiare ogni azione, poi suonano alla porta e lei sfreccia prima di me, aspettandomi, poi apro, constatando che mio marito è tornato.

“Ecco le mie donne” esclama lui, prendendo la piccola in braccio e stringendomi a sua volta. “Daniele mi ha detto di Paris” aggiunge.

Annuisco. “Si, speriamo sia maschio, così i maschietti ne saranno in tre e dovrò fare dei maschietti in meno per la tua squadra di pallone” ridacchio, facendolo ridere a sua volta.

“Papà, papà, mamma e le zie hanno preparato un sacco di roba buona!” esclama la piccola, e lui si volta verso di me.

“E’ il nostro anniversario dopotutto” gli ricordo, e lui sorride stringendoci di più.

“La cosa più bella per festeggiare è la vostra presenza, e basta” sussurra. “Vi amo”.

“Ti amiamo anche noi papà, anche se…. Ti amo non si dice solo ai fidanzati?” domanda Sabrina, perplessa, e sorride quando noi ridiamo.

“Perché, vorresti dire che non sono il tuo fidanzato?”.

“No, tu sei della mamma”.

“Possiamo dividercelo, piccolina, è abbastanza grande per tutte e due” le dico, prima di stringerlo a me e baciarlo con affetto. “Ho pensato ad un eventuale nome” aggiungo, e Andrea mi guarda curioso.

“Dimmi”.

“Gabriele. Non so, è da un po’ che ci pensavo…”.

Andrea ci pensa un po’ e alla fine annuisce. “Gabriele Romani. Mi piace. Perfetto allora!”.

 “E poi, volevo dirti che… Andrò al funerale, ma solo un minuto, senza farmi vedere dalla stampa. Non l’ho perdonato, sarà solo un saluto” dico a bassa voce, quasi incredula di ciò che sto dicendo.

Andrea mi guarda comprensivo. “E’ quello che penso io. Allora domani andiamo lì…” stabilisce, ed annuisco.

Questa volta è lui a baciarmi.

E Sabrina , invece, si china sul mio pancione e lo bacia. “Ciao Gabriele!” dice, e ci sorride mentre noi facciamo lo stesso.

Eh si, questa è la vita, ed io non avrei mai potuto chiederne una migliore!

Fine

… E anche questa seconda storia, dopo 4 mesi e 8 giorni è giunta alla fine. Ovviamente la tentazione di scrivere la terza parte è forte, ma mi sono detta che la storia finisce qui, Debora ha sviluppato ampiamente il suo personaggio e preferisco lasciarvi immaginare la vita di Sabrina e del piccolo Gabriele quando nascerà.

Mi piaceva il fatto di rendere l’idea che nell’epilogo Debora parla al presente e dice che è stata proprio lei a scrivere le due storie che abbiamo letto su di lei come testimonianza per i suoi figli e i nipoti. Cosa ve ne sembra?  

E per quanto riguardo Alberto morto, beh, mi sono resa conto di non aver fatto morire nessuno in due fic e ci voleva. xD Scherzo ovviamente!

Però volevo condividere qualche idea riguardo i personaggi “nuovi” con voi:

Sabrina sarà molto simile alla madre ma, al suo contrario, sarà un genio della matematica e preferirà seguire le tracce di Zia Eva, diventando medico. Però come Debora vivrà le sue avventure/disavventure amorose e avrà un bel caratterino deciso, schietto, ma anche dolce e simpatico come suo padre.

Gabriele erediterà la passione per la letteratura dalla madre ma userà la sua vena letteraria per scrivere canzoni e cercherà di diventare un cantante famoso senza voler aiuti dal gruppo di suo padre. Giuseppe sarà il suo zio preferito e… tadà, un domani si innamorerà di Belle, la figlia di Paris e Daniele.

Belle sarà tutta sua madre: bionda, con gli stessi occhi verdi del padre, a volte un po’ altezzosa ma simpatica dimostrerà una passione per il diritto e la politica, tanto da diventare una matrimonialista, ma ci terrà a non negare le sue origini francesi e studierà questa lingua.

Antoine resterà sempre un po’ mammone, tanto da preferire le coccole della madre agli appuntamenti con le ragazzine fino ai 13 anni, ma poi esibirà il suo fascino francese e per questo sarà grande amico di Belle, con cui condivide sia le origini che il tipo di lavoro, visto che diventerà avvocato.

Max e Bea avranno un altro figlio, Angelo, un anno più piccolo di Gabriele e Belle, che  a dispetto del suo nome sarà il “giullare di corte” della loro allegra combriccola: metterà nei pasticci la sorella, rivelando sempre ciò che scrive nel suo diario segreto, ma troverà una grande confidente nella secondogenita di Niko e Eliana, Ilaria.

Quest’ultima sarà il contrario della sorella: mora come il padre, introversa e timida, spesso crescendo si riconoscerà in Deb e troverà in lei un modello da seguire. Ma effettivamente crescerà con le coccole di Manuela, che la influenzerà molto sullo studio e il modo di pensare.

Per quanto riguarda Eva e Giuseppe, dopo poco più di un anno di matrimonio nasceranno Vittoria e Roberto, due gemelli. Vittoria sarà sveglia, audace e determinata, un po’ pazzerella quando si arrabbia, e amerà il mondo delle lingue come zia Deb, anche se si specializzerà in Francese e Tedesco; Roberto invece sarà lo specchio del padre, farà compagnia a Angelo nelle sue birichinate e da grande sarà un audace “playboy” come il suo vecchio. Ma, stranamente, sarà lui lo scrittore di questa new generation, ma si occuperà della letteratura comica.

Ok, narrati i caratteri della “new generation” (ho omesso Stella e Manuela visto che già le conosciamo)… Devo ringraziarvi, no?

Allora… Grazie a coloro che hanno messo la fic tra i preferiti:

 

alina 95
alina81
Angel Texas Ranger
bella95
bibosky
bribry85
cold ice
Gemellina Dolly
giulietta_cullen
Giulls
giunigiu95
Gocciolina
HOLLYWOOD
 lillay
 Mary_loveloveManga
meryj
morbidina
pirilla88
vero15star
VeroMilly
_New_Moon_

 

Tra le seguite:

Alyenda
CriCri88
Giulls
kiravf
OOgloOO
Rin Uchiha
_New_Moon_

E coloro che hanno recensito lo scorso cap:

alina81: Si si, era sottinteso che dovevamo trovarne due, ma anche se ne troviamo uno solo, che problema c’è, lo cloniamo! xD Ti ringrazio per avermi seguita e sappi che ogni tua singola parola mi ha dato una gioia incredibile! Un bacione!

Angel Texas Ranger: Visto che Deb e Andrea hanno un bel conto in banca, hanno deciso di fare un breve tour per le città più importanti dell’America settentrionale, come New York, Los Angeles, San Francisco… E Canada incluso, con un breve viaggio ad Ottawa. E alla fine, ovviamente, hanno fatto un piccolo giro per le maggiori capitali Europee. Comunque, si, si è sposata alla fine! E se penso che ho iniziato a scrivere di lei quando aveva quindici anni e mezzo… *Piange* Comunque ti ringrazio per il tuo sostegno che mi hai dimostrato in queste due fic, sul serio! Un bacione!

alina 95: Davvero ti è piaciuto così tanto? Ma grazieeeee *si commuove* Se è per questo nemmeno io ci credo che si sono sposati e che stanno per avere il secondo bimbo, pensa un po’! Grazie per il tuoi dolci commenti e il tuo supporto! Tvb, un bacione! ^^

 CriCri88: Carissima, sapessi io come ci sto nel pensare che anche questa fic è finita! Ormai erano tutti parte della mia vita… Dopo un anno e cinque mesi che scrivo queste fic! Ma mi dispiace dire che la terza non ci sarà per ora, ma niente mi vieta di scrivere una fic su Sabrina, Gabriele, Stella e gli altri pargoli un domani! In questo caso ti avviserò se mi dai il permesso ^^ Un bacione e grazie per avermi seguita con così tanto affetto!

Se vi va, io ci sono ancora con le storie “La rivincita di Cenerentola”, “Anche i Prof hanno un cuore” in originali>Romantico, e con “Blackout in the light”, fic a quattro mani che sto scrivendo con vero15star, con il nick VeroMilly.

Ora la smetto perché altrimenti i ringraziamenti sono più lunghi dell’epilogo! xD

Ultima domanda: non voglio fare la "ruffiana", ma dopo due fic, quale voto dareste a queste due fic nel loro complesso? Spero risponderete!

Ancora grazie, grazie e grazie. Non dimenticherò mai Deb e gli altri e sono sicura che continueranno a vivere le loro avventure nei vostri cuori, e di certo non dimenticherò voi che mi avete seguita con così tanto affetto.

Au revoir,

la vostra milly92.

  
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