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Autore: heliodor    17/05/2020    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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La battaglia dei Colossi / 4 (-4)

 
“Ho commesso un errore” stava dicendo Roge mentre il blu intenso del portale spariva e il mondo riprendeva il suo colore normale.
Vyncent annaspò per recuperare l’equilibrio. “Come fai a usarli?”
Roge fissava un punto oltre la sua spalla. “Viene qui” disse indicando qualcosa col braccio teso.
Vyncent si voltò di scatto e vide il colosso divoratore avanzare verso il fronte della battaglia dove le formazioni dell’alleanza e dell’orda lottavano mescolate tra loro in un mortale corpo a corpo che correva per due miglia.
Le formazioni nemiche arretrarono per avvicinarsi al mostro come avevano fatto per tutta la battaglia. Il colosso sollevò i piedi e calpestò quelli che gli si avvicinavano. Poi spalancò le fauci e lanciò un urlo che risuonò fino a loro.
Le figure ai suoi piedi fecero per disperdersi, ma vennero sollevate in aria e scagliate verso il colosso, che aprì la bocca e ne ingoiò il massimo numero possibile.
Quando ebbe terminato quel pasto, ne iniziò un altre e un altro ancora prima che le formazioni dell’orda si disperdessero sparpagliandosi per la pianura.
“Voi due” gridò Erix “Che cosa avete fatto? Siete andati via senza aspettare i miei ordini.”
“Abbiamo ucciso la strega nera” disse Vyncent come a volersi giustificare. “Ma non è servito a molto. I colossi non sono scomparsi.”
“Non sono evocazioni come le altre” disse Erix. “Sono fuori da ogni controllo.”
“Ho fatto un errore” ripeté Roge scuotendo la testa. “Mi dispiace.”
Erix gli rivolse uno sguardo pieno di rammarico. E di pietà. “Almeno ora attaccheranno anche quelli dell’orda. Ci avete fatto guadagnare del tempo.”
“Per cosa?”
“Un contrattacco” disse re Andew.
Vyncent lo vide arrivare alla testa di una formazione della guardia reale. E non era da sola. Dietro di essa, allineate e in ordine, ce n’erano altre.
File e file di soldati e mantelli che guardavano il campo di battaglia come se fossero desiderosi di gettarsi tra le fauci di quel mostro.
Vyncent invidiava il loro coraggio. Dopo aver visto da vicino quei mostri non era più tanto sicuro di non cedere alla paura e scappare.
Re Andew osservò con sguardo deciso il colosso divoratore. “È ferito” disse.
“È stato Bardhian” disse Vyncent ricordando il suo racconto. “Quando l’ha affrontato a Nazdur insieme alla strega rossa.”
Re Andew annuì. “Quei mostri non sono invincibili” esclamò a voce alta. “Possiamo colpirli. E se possiamo ferirli, allora possiamo anche ucciderli.”
I soldati batterono le lance contro gli scudi e i mantelli gridarono.
Il colosso sembrò reagire a quella provocazione rivolgendosi verso di loro e lanciando un ringhio al cielo.
“Viene qui per noi” disse Vyncent.
Un bagliore si accese a un centinaio di passi da loro e due figure emersero dal nulla quando sparì. Oren e Shani si guardarono attorno, circondati da file di soldati che avanzavano compatti.
Vyncent li raggiunse di corsa. “Com’è andata?”
“Privel è morto” disse Shani. “Oren l’ha ucciso.”
Guardò la guardia del corpo. “Come? Privel è uno stregone famoso.”
Oren si strinse nelle spalle.
“È diventato invisibile” disse Shani. “Ma lui l’ha trovato lo stesso.”
“Ho usato il Kah” disse Oren, come se quello spiegasse tutto.
“Il Kah?”
“Avete ucciso la strega nera?” chiese la ragazza.
Vyncent annuì.
Shani indicò il colosso divoratore. “Non sono scomparsi. Pensavo dovessero scomparire dopo aver ucciso gli evocatori.”
“Erix dice che non sono evocazioni normali” disse.
Le formazioni avanzate della guardia reale evocarono gli scudi magici mentre i soldati scagliavano le lance contro il colosso.
Il mostro indietreggiò di un passo prima di piegarsi in avanti e soffiare sopra le formazioni. Il vento che spirava impetuoso investì i sodati e li scaraventò indietro. Quelli che ressero all’urto vennero travolti dal colosso che li calpestò. I soldati ruppero la fila e si dispersero, dividendosi.
Il colosso spalancò le fauci e il vento iniziò a spirare verso di lui, trascinando quelli che si trovavano in mezzo.
I soldati vennero sollevati dalla forza del vento e scagliati contro il colosso. alcuni finirono nella sua bocca e gli altri precipitarono al suolo.
I mantelli che seguivano le prima formazioni di soldati evocarono le sfere infuocate e le lanciarono contro il colosso.
Gli incantesimi esplosero contro il mostro costringendolo ad arretrare di un paio di passi. Vyncent voleva correre in avanti per unirsi all’attacco, ma tra lui e il fronte c’erano intere file di soldati che continuavano ad avanzare nonostante quello che stava accadendo davanti ai loro occhi.
“Disperdete le formazioni” ordinò re Andew. “Così offriremo un bersaglio più difficile al colosso.”
Le file si aprirono, formando gruppi più piccoli che si mossero verso i lati cercando di attirare il colosso.
Il mostro si lanciò verso uno dei gruppi alla sua sinistra, spazzando il campo di battaglia per calpestare quelli che si erano separati dagli altri.
I mantelli dei gruppi rimasti ripresero a lanciare le sfere infuocate. Il colosso reagì soffiando sopra di loro per sparpagliarli e poi risucchiarli nelle fauci o farli schiantare al suolo.
Una cinquantina di mantelli si sollevarono nell’aria e si diressero verso il colosso. Dalle loro mani scaturirono fiamme e fulmini che investirono il mostro.
Il colosso soffiò verso di loro scagliandoli lontano.
“Non riusciamo a colpirlo” grifò Erix. “Ogni volta che ci avviciniamo, usa quel dannato soffio.”
“Continuate ad attaccare” disse re Andew.
Vyncent si era avvicinato al re per essere con lui durante l’attacco, mentre Roge e gli altri si tenevano in disparte.
Formazioni di mantelli e soldati con le insegne di Malinor si fecero avanti, marciando verso il colosso.
Re Alion e la sua scorta avanzavano insieme all’esercito.
“Che sta facendo quel pazzo?” esclamò re Andew.
Un messaggero arrivò di corsa. “Porto un messaggio da parte di re Alion” disse.
Re Andew lo accolse con un grugnito. “Parla.”
“Mantieni la posizione. Usa le tue formazioni per distrarre il colosso. Ci penseremo noi ad abbatterlo.”
“È una follia” sbottò il re.
Il messaggero rimase in attesa di una risposta.
“Manterremo le posizioni” disse.
Il messaggero corse via.
Erix si avvicinò. “Che avrà intenzione di fare?”
Re Andew si accigliò. “Vuole vendetta.”
I malinoriani avanzarono fino a ritrovarsi a ridosso del colosso, incendiando l’aria con il fuoco e i fulmini diretti verso il mostro. I soldati si dispersero, dividendosi in gruppi di venti o trenta per attirare il colosso verso di loro.
Le insegne di re Alion avanzarono in mezzo a una formazione ancora compatta, avvicinandosi al colosso. Le fiamme sembrarono sbocciare sul petto e la schiena del mostro mentre i fulmini lo avvolgevano. Tentacoli di energia si avvolsero attorno alle gambe e le braccia, trattenendo il mostro.
Vyncent trattenne il fiato mentre altre sfere infuocate venivano lanciate contro il colosso e all’improvviso, il mostro cadde in ginocchio. Un grido risuonò sul campo di battaglia mentre soldati e mantelli si lanciavano all’attacco.
E in quel momento le fiamme avvolsero quelli che erano avanzati, spazzandoli via in un mare di fuoco che li avvolse.
Il colosso sputafuoco incombeva sopra i malinor, il braccio teso in avanti e le fiamme che piovevano sui soldati e i mantelli.
Vyncent riuscì a sentire il calore sprigionato da quelle fiamme a centinaia di passi di distanza.
I malinor indietreggiarono davanti a quel muro di fiamme, ritirandosi in maniera disordinata. Le insegne di re Alion sparirono nella confusione, se ingoiate dalla massa che arretrava o dalle fiamme del colosso, non sapeva dirlo.
Re Andew guardava con espressione impassibile i malinor in rotta.
Il colosso divoratore si liberò dalle corde magiche e si rialzò. I due mostri avanzarono nella loro direzione travolgendo e schiacciando quelli che trovavano sulla loro strada.
Quello che il vento non uccideva erano le fiamme a incenerirlo. I due mostri attaccavano le formazioni che si erano spinte troppo in avanti con efficienza, uccidendo tutti quelli che incontravano.
In due passi furono quasi a ridosso delle file arretrare e col passo successivo, stavano già attaccando le file che fino a quel momento avevano coperto la vista a Vyncent.
“Moriremo qui” disse Roge con lo sguardo rapito da quanto stava accadendo. “I colossi sono inarrestabili.”
I malinor si diressero verso di loro, mescolandosi a quelli che erano scampati all’attacco precedente.
Re Alion era tra questi. La sua scorta portava ancora alte le insegne, ma era ridotta della metà. Marciò deciso verso re Andew e Vyncent si avvicinò per udire quello che si dicevano.
“Funzionerà” stava dicendo re Alion.
Re Andew scosse la testa. “Se ti sbagli moriremo tutti.”
“Stiamo già morendo” rispose l’altro.
“Erix” disse il re.
La strega si avvicinò.
“Riunisci la guardia. Solo i migliori cento mantelli. Tenteremo una sortita.”
Erix sembrò esitare. “Maestà, non è prudente andare all’attacco.”
“Faremo come dico io.” Guardò re Alion. “Spero tu abbia ragione.”
Re Alion rispose con un mezzo sorriso.
“È da folli.”
“Noi malinor siamo pazzi. Tutti lo sanno.”
Il re si allontanò e Vyncent decise di avvicinarsi a Erix.
“Voglio far parte di quei cento” disse.
“Quei cento moriranno” disse la strega. “Ma ci serve tutto l’aiuto possibile.”
“Anche io” disse Roge.
Erix lo guardò con espressione riluttante. “Solo distruttori.”
“Vi serviranno scudi magici per proteggervi dalle fiamme.”
“Venite” rispose la strega con espressione rassegnata. Ci volle qualche minuto per radunare la formazione voluta da re Andew e schierarla in dieci file ordinate.
Vyncent e Roge si trovarono in mezzo, affiancati da streghe e stregoni. Erix e re Andew si piazzarono due file dietro di loro.
“Avanziamo” ordinò il re.
Altre formazioni di soldati e mantelli della guardia avanzarono al loro fianco. Poco distante, i malinor di re Alion marciarono decisi verso i colossi.
Vyncent li vide avvicinarsi e diventare sempre più imponenti a mano a mano che i mostri devastavano le formazioni che si erano lanciate all’attacco. Sentì la rabbia impossessarsi di lui mentre marciava al ritmo imposto dalla formazione.
“Hai paura?” gli chiese Roge.
“No” rispose.
“Io sì. È la mia prima battaglia.”
Vyncent gli rivolse una rapida occhiata. “Un gran bel giorno per iniziare.”
Lui abbozzò un sorriso. “Almeno morirò con dignità.” Fece una pausa. “Mi spiace davvero per aver usato Joyce come esca e per tutti i problemi che vi ho causato.”
“Anche io ho fatto un mucchio di errori. Per quello che può valere, ti perdono. E ti perdonerebbe anche Joyce se fosse qui. Credo che ti abbia perdonato già a Valonde. Si chiedeva spesso se tu stessi bene.”
“Davvero?”
Vyncent annuì.
Roge sospirò, l’espressione più serena sul viso.
“Scudi” gridò Erix.
Roge sollevò le mani al cielo. Sopra le loro teste si formò una barriera invisibile. Subito dopo le fiamme si abbatterono sopra di essa.
Vyncent guardò verso il colosso sputafuoco. Si era staccato dall’altro, ancora impegnato con i sopravvissuti delle altre formazioni lanciate all’attacco e si era diretto verso di loro.
Il mostro sollevò il braccio, arrestando per qualche istante la pioggia di fuoco.
“Lanciate” gridò Erix.
Vyncent evocò la sfera infuocata e la lanciò verso il colosso. Il globo incandescente volò fino al mostro e lo colpì all’addome, insieme a un altro centinaio di incantesimi simili.
Il mostro venne avvolto dalle fiamme e lanciò un urlo disperato. L’altro colosso cambiò direzione e venne verso di loro.
I malinoriani di re Alion si mossero verso il mostro lanciandogli contro le sfere infuocate e i fulmini per cercare di bloccarlo.
Il colosso cambiò di nuovo direzione e puntò verso di loro. L’altro emerse dalle fiamme che lo avevano avvolto e tese il braccio verso la formazione di re Andew.
Vyncent fissò da vicino le fiamme che sembravano ribollire un attimo prima che si abbattessero sugli scudi magici.
L’impatto fu così forte da incendiare l’aria attorno alla formazione. Vyncent sentì la pelle ardere e gridò insieme a tutti quelli che si trovavano nella formazione.
Lingue infuocate penetrarono gli scudi e piovvero sulla formazione. Dove colpivano si accendevano torce umane e grida di dolore riecheggiavano.
Vyncent strinse i denti e concentrò tutti i suoi sforzi nello scudo, le fiamme che sembravano dovessero superare quella sottile barriera in qualsiasi istante.
Quando temeva che stesse per cedere, il fuoco si dileguò e lui poté respirare di nuovo. Guardò in alto e vide il colosso allontanarsi con passi lunghi e pesanti che facevano tremare il terreno.
“Lanciate” disse Erix. “Mirate al colosso divoratore. Adesso.”
Vyncent evocò una sfera infuocata e la lanciò contro il mostro che incombeva sopra di loro, le fauci già spalancate.
Mentre l’incantesimo viaggiava, il vento si alzò scaraventandolo indietro. Si ritrovò a rotolare in mezzo a una confusione di gambe e braccia e corpi che sembravano spuntare ovunque. Lottò per rimettersi in piedi mentre un nuovo vento, stavolta proveniente dalla parte opposta, si stava alzando.
Ora ci risucchierà nella sua bocca, pensò in preda al panico. Non voglio essere mangiato. Non voglio.
Si aggrappò al terreno con entrambe le mani, il vento che si faceva sempre più impetuoso. Si voltò di lato e vide Roge reggersi come lui al terreno, il corpo inclinato in avanti.
Oltre le spalle del principe, altri si tenevano in quel modo, ma quelli che non riuscirono a trovare una presa sicura vennero trascinati via.
Una strega urlò mentre si solleva nell’aria. Uno stregone l’afferrò per la mano mentre con l’altra cercava un appiglio a terra. Il vento aumentò all’improvviso ed entrambi vennero sollevati e scaraventati in alto, sparendo alla vista.
Il vento urlò nelle sue orecchie assordandolo o forse erano le urla di quelli che venivano trascinati via, non sapeva dirlo.
Il colosso si piegò in avanti e il vento aumentò. Vyncent si sentì trascinare sul terreno, le mani che cercavano un appiglio qualsiasi. Il vento aumentò ancora e si sentì sollevare.
Roge allungò una mano verso di lui e gli afferrò il braccio.
“Lasciami” gli urlò. “O ci prenderà entrambi.”
Roge scosse la testa. “Non oggi” gridò.
Vyncent ruotò la testa a destra e sinistra, cercando di individuare Erix o re Andew, ma non li vide.
Sono al sicuro? Si chiese. O sono già stati presi?
Dalla formazione dei malinor vide alzarsi una figura che volò nell’aria trascinata dal vento. Mentre ruotava riconobbe le insegne di re Alion.
L’intera formazione sembrò ondeggiare mentre il sovrano veniva ingoiato dalle fauci del mostro e spariva.
Il colosso ingoiò un’altra dozzina di mantelli e chiuse la bocca. Il vento cessò all’improvviso e Vyncent ricadde al suolo sopra Roge, che gemette per il doloro o la stanchezza.
“Non rifacciamolo mai più” disse il principe.
“Ti devo la vita” gli rispose aiutandolo a rialzarsi.
Uno di fianco all’altro fissarono il colosso che si ergeva sopra di loro. Erano a un centinaio di passi dai suoi piedi, ma era come stare sotto una montagna che stava per precipitare sopra di loro.
Gli altri mantelli si stavano rimettendo in piedi. Sui loro volti lesse il terrore e la paura mentre si rendevano conto che il colosso stava per abbassarsi di nuovo.
“Non reggeremo un altro attacco” disse Vyncent. “È la fine.”
“Pronti ad attaccare” gridò Erix.
Almeno lei è sopravvissuta, pensò Vyncent. Che senso ha combattere ancora?
Il colosso spalancò la bocca e il vento si alzò. Un bagliore si accese tra le fauci del mostro e un fiore di fiamme e pura energia sbocciò sul suo viso.
L’esplosione fu così forte da far tremare il terreno e fargli perdere l’equilibrio. Il colosso si inginocchiò su una gamba. Quando le fiamme sparirono, la mandibola e metà del suo volto erano spariti con esse.
“È stato Alion” disse Vyncent a Roge. “Deve aver usato il sigillo di morte.”
Come a Valonde, la sera in cui aveva ballato con Joyce ed era iniziata la guerra.
Quel ricordo rischiò di travolgerlo. Avrebbe voluto essere lontano da lì, tornare ai bei giorni passati a Valonde, quando erano tornati dopo la vittoria contro Malag, con Bryce, Joyce, Bardhian, Elvana e tutti gli altri.
“È a terra” urlò qualcuno.
“Colpitelo con tutto quello che avete” gridò re Andew, i fulmini che già scaturivano dalle sue mani e correvano verso il colosso in ginocchio.
È a terra, pensò Vyncent. Non avremo un’altra occasione.
Braccia si levarono verso l’alto, fiamme e fulmini che brillavano in mezzo alle mani.
Vyncent preparò la sfera infuocata e la lanciò contro il colosso insieme agli altri. I proiettili terminarono la loro corsa sul corpo del mostro, esplodendo in un’assordante cacofonia.
Il colosso tentò di rimettersi in piedi vacillando.
“Colpitelo alle gambe” gridò Erix.
Fulmini avvolsero il colosso mentre decine di sfere infuocate esplodevano sulle sue gambe. Vyncent udì il rumore della pietra che si spaccava e vide il gigante piegarsi in avanti. Sotto il ginocchio si era aperta una crepa che correva fino al tallone.
Altre sfere infuocate piovvero sulla ferita e la gamba si spaccò. Il colosso crollò in avanti sull’altra gamba. Cercò di rialzarsi ma venne raggiunto dalle corde magiche che gli avvolsero le braccia e il petto.
“Non vi fermate” gridò Erix correndo verso il colosso insieme a tutti quelli che riuscivano ancora a reggersi in piedi.
Vyncent si unì a quelli che correvano, mentre tra le mani evocava una nuova sfera infuocata. Alzò le braccia e la lanciò verso l’addome del colosso, dove esplose insieme ad altre decine di incantesimi.
Il petto del colosso si aprì, polverizzandosi come pietra viva che cadde al suolo sottoforma di macerie.
“Avanti, avanti” urlò re Andew.
Vyncent concentrò tutto il potere che gli restava in una sola sfera infuocata, come aveva fatto quel giorno nei sotterranei di Malinor, quando aveva abbattuto un muro di pietra e mattoni.
Lingue di fuoco guizzarono in tutte le direzioni mentre cercava di dominare la forza dell’incantesimo. Poteva sentire l’enorme calore lambirgli la pelle.
“Che ci vuoi fare con quella?” domandò Roge.
Solo allora si rese conto che era rimasto accanto a lui con lo scudo levato per proteggerlo.
Vyncent infuse nell’incantesimo tutte le forze che gli rimanevano e lo lasciò andare. Sul campo di battaglia sorse un piccolo sole di fiamme ardenti che volò verso il colosso e lo colpì al petto.
Il gigante venne spinto indietro dalla potenza del colpo e si abbatté al suolo sul fianco destro, sgretolandosi come un edificio abbattuto.
I mantelli di Malinor e Valonde gli furono addosso e lo colpirono con sfere infuocate e fulmini.
Vyncent respirò a fondo, le forze che lo stavano abbandonando.
Roge gli passò una mano sotto l’ascella e lo aiutò a restare in piedi.
“Grazie” disse.
Il principe guardava in un’altra direzione, lo sguardo preoccupato. “Che io sia dannato” disse.
Vyncent sollevò la testa e seguendo il suo sguardo vide il colosso sputafuoco in piedi nella pianura a mezzo miglio di distanza da loro.
Davanti a lui, una minuscola figura si ergeva come a sfidarlo, mentre alle sue spalle un fuoco azzurro ardeva come un sole che stesse per sorgere.
Deve essere pazzo, pensò Vyncent. A sfidare da solo quel mostro.
Poi la vista si schiarì e riconobbe Bryce. Era lei che stava fronteggiando il colosso da sola. Il mostro alzò il braccio circondato dalle fiamme e lo puntò contro di lei e un attimo dopo il fuoco l’avvolse.
 
***
 
Bryce osservò inorridita i colossi che calpestavano e passavano in mezzo alle formazioni di soldati e mantelli lasciandosi dietro cadaveri anneriti dalle fiamme o dilaniati dalle fauci.
Fu tentata di distogliere lo sguardo, ma non poteva perdere di vista i due mostri se voleva scoprire dove volessero attaccare.
Dopo il primo scontro con il colosso lanciafuoco, aveva temuto che venissero sopraffatti, ma le formazioni di Lionore prima e quelle di Nimlothien dopo, si erano frapposte tra la loro e il mostro, attirandolo lontano.
Una staffetta era arrivata dai Taloras. “La principessa vuole sapere che cosa hai intenzione di fare.”
“Resistere” rispose Bryce.
La staffetta, una strega che poteva avere al massimo diciotto anni, la guardò sorpresa.
“A Bardhian serve tempo” si affrettò a dire.
C’era stata una breve discussione tra di loro mentre il colosso cercava di raggiungerli.
“Colpiamolo adesso” aveva suggerito Elvana.
Bryce aveva guardato Bardhian, che aveva rivolto un’occhiata preoccupata al colosso.
“La volta scorsa ho avuto troppa fretta” aveva detto. “Non ho usato tutta la forza di cui sono capace.”
“E quale sarebbe la tua vera forza?” gli aveva chiesto.
“Non lo so, ma non ho raggiunto il limite.”
“Come fai a dirlo?” fece Elvana.
“Sono ancora vivo.”
“Non vogliamo che tu muoia” aveva detto Bryce. “Ma tu sei l’erede. Se dobbiamo usarti per distruggere quei mostri, ci serve il tuo potere.”
“Lo so” aveva detto Bardhian. “Mi serve solo più tempo.”
“Quanto?”
“Minuti. Ore. Non lo so.”
Elvana l’aveva presa da parte. “Così non otterremo niente. Ci faremo solo massacrare come i Taloras e i rinnegati.”
Le formazioni di Nimlothien si erano gettate nella mischia senza esitare.
Hanno coraggio, aveva pensato Bryce vedendoli avanzare compatti sotto quella pioggia di fuoco. Glielo devo riconoscere.
Dopo quell’assalto Nimlothien si era ritirata e ora attendeva il momento giusto per attaccare. Bryce poteva vedere le formazioni di rinnegati avanzare cercando di portarsi sul fianco dell’orda di Persym.
“Ha paura” aveva detto Bryce. “Non del colosso. Di fallire. Teme di non riuscire a non abbattere il colosso, se per farlo dovremo avvicinarci abbastanza da colpirlo.”
“Se non andremo verrà lui da noi.”
Nei minuti successivi qualcosa era cambiato. Il centro dello schieramento dell’alleanza aveva ceduto e aveva udito i corni che suonavano la ritirata. Le formazioni si erano riunite al centro, attorno alla guardia di Valonde, la parte dell’esercito più forte e preparata. Il colosso divoratore era avanzato verso il centro, ma si era bloccato. L’altro mostro invece era tornato indietro e aveva iniziato a gettare fuoco contro i suoi alleati. Qualche istante dopo anche il divoratore aveva attaccato le forze dell’orda di Persym.
Bryce aveva esultato dentro di sé per quello che stava accadendo. Per qualche istante aveva sperato che la battaglia fosse vicina alla fine, ma poi i colossi erano tornati ad attaccare le forze dell’alleanza.
“Devono aver perso il controllo sui colossi” aveva detto Elvana. “Dobbiamo approfittarne.”
Bryce aveva annuito. “Avanziamo verso il colosso lanciafuoco. Mandiamo le staffette a Lionore e Nimlothien chiedendo che ci supportino.”
I messaggeri andarono e tornarono con le risposte. Sia la strega bianca che la principessa di Taloras erano pronte a dare battaglia.
Bryce fece cenno di avanzare e la loro formazione si mise in marcia.
Il colosso lanciafuoco in quel momento stava inondando di fiamme le formazioni della guardia di Valonde che si erano portate troppo avanti. Un mare di fuoco liquido spazzò via le prime file mettendo in fuga quelle successive. Altre formazioni presero il posto di quelle che si erano disperse.
Nel frattempo, il colosso divoratore stava portando scompiglio tra i sopravvissuti, sollevandoli e scagliandoli via in un vortice di vento che generava con la sua bocca.
Le formazioni di Nimlothien e di Lionore si unirono formando un muro di soldati e mantelli tra loro e il colosso lanciafuoco.
“È il momento” disse Bryce. “Bardhian?”
Il principe si piazzò al centro dello schieramento. “Dovreste allontanarvi.”
Venne creato un cerchio di cento passi attorno a Bardhian. Il principe incrociò le braccia sul petto formando una croce. Attorno al suo corpo si formò un alone di potere cangiante che pulsava al ritmo del suo respiro.
Anche da cento passi di distanza Bryce poteva sentire quell’energia che pulsava e si irradiava.
È questo il potere di un erede? Si chiese.
Il colosso lanciafuoco smise di attaccare la guardia di Valonde e voltò la testa nella loro direzione.
Bryce non ne era sicura, ma ebbe l’impressione che il mostro li stesse osservando con interesse, anche se il suo volto non tradiva alcuna espressione.
Sente il potere di Bardhian? Si chiese Bryce. Ne è attratto come un’ape dal nettare?
Il colosso emise un ruggito e si mosse verso di loro con ampie falcate. Arrivato davanti alle formazioni di Lionore e Nimlothien venne colpito da una tempesta di sfere infuocate che gli piovvero addosso.
Il mostro rispose puntando il braccio verso il basso ed evocando un mare di fiamme che investì in pieno quelli che si trovavano sulla sua strada.
Bryce vide con orrore il fuoco tagliare in due le formazioni di Nimlothien. L’attacco fu così rapido che nessuno di quelli colpiti ebbe il tempo di fuggire.
Il colosso spostò il braccio verso le file di mantelli di Taloras. E fiamme vennero fermate dagli scudi magici, generando un mare di scintille.
Bryce si voltò verso Bardhian. “Ci serve quel potere. Adesso.”
Lui non rispose. Teneva gli occhi chiusi mentre si lasciava circondare dall’alone di energia pulsante che lo aveva avvolto.
“Non ti sente” disse Elvana. “Colpirà quando si sentirà pronto.”
“È questo il momento per essere pronto.”
Elvana scosse le spalle.
Bryce guardò oltre il colosso lanciafuoco. Il divoratore stava distruggendo le formazioni che l’avevano attaccato, circondato da centinaia di corpi che gli vorticavano attorno.
Vyncent potrebbe essere lì in mezzo, si disse.
Era sicura che fosse lì a combattere contro il colosso. Non sarebbe stato da lui tenersi lontano dalla battaglia o fuggire.
“Che vuoi fare?” le chiese Elvana.
Bryce non rispose.
“Vuoi andare da lui e lasciarci da soli?”
Gli occhi le si riempirono di lacrime. “Se devo morire, vorrei farlo al suo fianco.”
Elvana annuì. “Allora vai, se proprio devi.”
Bryce le rivolse un’occhiata stupita. “Tu lo faresti?”
“È tanto tempo che non amo nessuno, Bryce. Credo di aver dimenticato che cosa si prova.” Guardò il colosso lanciafuoco che stava mettendo in fuga le ultime formazioni di Taloras. “Tra poco ci raggiungerà e sarà la fine.”
No, si disse Bryce. Non finirà qui. Non fuggirò abbandonando tutto e tutti. Non oggi.
“Resto qui” disse abbozzando un sorriso.
“Se rimani tu, resto anche io.”
“Non è un buon momento per essermi fedele.”
Elvana si strinse nelle spalle. “Non lo è mai stato, strega dorata.”
“Lo sai che odio quel soprannome.”
Lei sbuffò. “Uccidiamo quel mostro.”
Bryce annuì decisa.
Il colosso lanciafuoco raddrizzò la schiena, guardò verso di loro e lanciò un ruggito che squarciò l’aria. Mosse un passo nella loro direzione facendo tremare il terreno.
“Arriva” gridò Elvana.
“Scudi” ordinò Bryce.
Quelli che indossavano un mantello evocarono gli scudi, formando un velo invisibile sopra le loro teste e quelli di chi avevano accanto.
Il colosso rallentò il passo e protese il braccio in avanti. Fiamme avvolsero l’arto come serpenti attorcigliati attorno a un albero.
Anche da quella distanza Bryce poteva sentire il calore emesso dalle fiamme.
Il fuoco piovve sulle loro teste infrangendosi contro gli scudi magici e si disperse tutto intorno, incendiando l’erba della spianata.
“Proteggete Bardhian” gridò.
Quelli che si trovavano nel cerchio attorno al principe si strinsero, formando una barriera più compatta.
Il colosso ruggì e le fiamme aumentarono. Lingue di fuoco penetrarono gli scudi colpendo chi aveva ceduto e trasformandole in torce umane che si agitavano consumate dalle fiamme.
Dei, pensò Bryce, non sopravvivremo a un altro attacco.
Sfere infuocate esplosero attorno al colosso, sospingendolo indietro e poi di lato. Votando la testa, Bryce vide le insegne di Taloras alla testa di una formazione di mantelli che stavano lanciando incantesimi di fuoco.
Il colosso puntò contro di loro il braccio e li inondò di fiamme come un fiume in piena. Anche da quella distanza poteva sentire le grida di dolore di chi veniva raggiunto dal fuoco.
Si staccò dalla formazione e prese a correre verso il colosso.
“Dove vai?” le gridò dietro Elvana.
“Non seguirmi” le gridò senza voltarsi. “Proteggi Bardhian.”
Puntò le braccia verso il colosso girato di spalle e lasciò partire una sfera infuocata. Il proiettile volò fino al mostro e lo colpì alla schiena.
“Sono qui” gridò. “Eccomi” aggiunse agitando le braccia.
Il colosso si voltò con lentezza, come se stesse cercando di individuare da dove fosse venuto quell’attacco. I suoi occhi privi di espressione si posarono su di lei.
Bryce sentì le gambe cederle per la paura, ma restò ferma, in attesa che il mostro realizzasse che era lei il suo obiettivo e non Bardhian.
Il colosso guardò in direzione del principe di Malinor e mosse un passo verso di lui.
“No” gridò Bryce in preda alla disperazione. “Combatti con me.”
Evocò il raggio magico e lo colpì all’addome.
Il colosso ignorò l’incantesimo e proseguì, muovendo un altro passo verso Bardhian.
Bryce concentrò il potere che le restava in una nuova sfera infuocata. La tenne sospesa tra le mani alimentandola con tutte le forze che aveva, finché non divenne un sole rovente da cui guizzavano lingue di fiamme. Sollevò le braccia e la lasciò andare verso il colosso.
La sfera infuocata colpì il mostro alla spalla destra, l’esplosione che lo avvolse per qualche istate. Quando le fiamme si dissolsero, il colosso era in ginocchio.
Girò la testa verso di lei e si alzò, muovendo un passo nella sua direzione.
Bryce respirò a fondo, le mani che le tremavano.
Ci siamo, pensò.
Il braccio del colosso venne avvolto dalle fiamme di un rosso fuoco così intenso da abbagliarla.
Socchiuse gli occhi mentre il mostro le puntava contro il braccio. Non evocò lo scudo magico, sarebbe stato inutile contro quella potenza. Non avrebbe retto.
Meglio così, si disse. La mia morte sarà più veloce. Chissà che cosa si prova a bruciare in un solo istante.
Il colosso si fermò, il braccio disteso in avanti e le fiamme che continuavano ad ardere, ma qualcosa era cambiato.
C’era un alone che lo circondava. Una luce pulsante alle sue spalle che si espandeva e collassava al ritmo di un respiro.
Il colosso ruggì, il corpo scosso da un improvviso tremore. Al centro dell’addome, poco sotto il petto, la carne sembrò staccarsi e precipitare al suolo, esplodendo come pietra. Dal foro eruppe la stessa luce cangiante che lo aveva circondato. La stessa luce sembrò divorarlo dall’interno mentre il foro si allargava.
La luce sparì all’improvviso, lasciando al suo posto un foro circolare dai bordi netti. Poteva persino guardare attraverso di esso ciò che si trovava oltre.
Il colosso piegò un ginocchio toccando terra, la testa chinata in avanti, come un cavaliere che omaggiava il suo re. Emise un altro ruggito e si raddrizzò.
Bryce evocò il raggio magico e glielo puntò contro, mirando al centro del foro. Il potere fluì dal suo corpo alle mani e da queste all’incantesimo, che esplose come una lancia di luce cangiante che faceva scintillare l’aria.
L’impatto col colosso fu tale da spingerlo all’indietro. Bryce concentrò le ultime forze in quell’unico incantesimo.
Il petto del colosso si frantumò e grossi pezzi si staccarono precipitando al suolo. La pioggia divenne inarrestabile mentre Bryce dirigeva il raggio magico aprendo cicatrici sul corpo del mostro.
Con le ultime stille di forza diresse il raggio verso il collo del mostro, scavando un solco in una cicatrice che era già stata aperta e affondando in essa come se stesse usando un pugnale.
La testa del colosso ciondolò di lato e si staccò dal resto del corpo, precipitando al suolo e disintegrandosi in mille pezzi.
Come se quello fosse un segnale, il corpo del colosso prese a sgretolarsi. Prima le braccia si staccarono e precipitarono al suolo, seguite dal bacino e infine dalle gambe che crollarono come gigantesche colonne.
Bryce barcollò in mezzo alla polvere sollevata dai crolli. Aveva usato le ultime forze per evocare quell’ultimo incantesimo, andando ben oltre quelle che erano le sue capacità.
Sto per morire, pensò. Forse sto già morendo, ma almeno il colosso è a terra, a pezzi.
Un rombo assordante coprì i rumori della battaglia e persino quelli degli ultimi frammenti del colosso che precipitavano e un bagliore lontano infiammò l’orizzonte.
Quando sollevò la testa vide un pennacchio di fumo che si alzava dall’Artiglio di Okromuhan. La montagna non esisteva più.

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