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Autore: Justice Gundam    21/05/2020    2 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 76 - Preparativi

Il Pokemon Center di Labradoria era stranamente calmo, rispetto ad altri Pokemon Center in cui Ritchie e Sparky erano stati in passato. Anche se c'era sempre da aspettarsi silenzio e quiete in un luogo dedicato alla cura dei Pokemon feriti o malati, non era mai mancata almeno un po' di vivacità. Invece, quel particolare ambulatorio sembrava essere vittima della stessa atmosfera di tensione che si respirava sulle strade della città, e anche l'infermiera Joy e la sua Wigglytuff, in quel momento impegnate a mettere a posto il banco in un momento in cui il lavoro era un po' meno intenso, restavano in silenzio, offrendo ai nuovi arrivati un cenno di assenso e un sorriso stanco.

"Altaria..." cinguettò Alty. La maestosa Pokemon dalle piume bianche volava silenziosamente attorno al gruppo, anche lei un po' stupita da come la città sembrasse sospesa, in attesa di un disastro che sarebbe piombato lì da un momento all'altro.

"Accidenti, sembra proprio un mortorio..." sussurrò Max con un sospiro. Hitomi si aggiustò il ricciolino ribelle sulla testa, senza fare commenti. "Hanno paura di quello che potrebbe fare iil Team Meteora, vero?"

"Quei farabutti hanno preparato non una, ma ben due macchine PULSE da queste parti." rispose Saphira con un sussurro. Si voltò verso l'infermiera Joy e fece un piccolo cenno di intesa mentre la ragazza dai capelli rosati le restituiva alcune Pokeball. "Bene... grazie, infermiera Joy. Ci sono stati cambiamenti nella condizione delle macchine PULSE?"

"Nulla che io abbia notato." affermò Joy con un breve sospiro. "La barriera è ancora attiva... e non ci sono stati altri attacchi, tranne quello sparo a scopo dimostrativo."

"Capisco... grazie per la collaborazione." rispose Saphira. Le sue sorelle minori si affiancarono al banco del Pokemon Center per ricevere i loro Pokemon, e la leader della resistenza iniziò a spiegare ai ragazzi cosa stesse accadendo. "A quanto pare, il Team Meteora sta usando non una, ma due macchine PULSE per teneere isolata quella città e precluderci l'accesso al loro quartier generale. In qualche modo, loro riescono ad andare e venire, e ovviamente noi non abbiamo modo di seguirli fino allla città che si trova dall'altra parte della barriera... Calcedonia."

"Una di quelle macchine proietta una barriera energetica impenetrabile. Abbiamo provato ad intaccarla con tutti i Pokemon a nostra disposizione, ma neanche il Dragonite di Saphira è stato in grado di superare la barriera." rispose Charlotte, e si passò una mano sulla frangia che le cadeva sulla fronte.  "E intanto, il Team Meteora ha messo su una strana arma in grado di sparare delle raffiche energetiche di incredibile potenza. Non... non abbiamo ancora visto il pieno effetto di questa macchina, ma a quanto pare... è davvero devastante. Se dovesse colpire questa città... non credo rimarrebbe molto."

"Non l'hanno ancora usata contro le città. Probabilmente perchè hanno paura di ridurre in polvere anche le Quattro Chiavi assieme ai loro nemici." continuò Laura. L'Infermiera Joy le riconsegnò una Pokeball, che Laura aprì di scatto per far uscire la sua graziosa Lilligant. "Grazie, infermiera Joy... al momento non sappiamo dove si trovino queste macchine PULSE, e non sappiamo come fare per localizzarle e neutralizzarle. Per adesso... ci appoggiamo al fatto che il Team Meteora non vuole correre il rischio di perdere le Quattro Chiavi. Finchè abbiamo questo dalla nostra parte, non corriamo il rischio di essere attaccati."

"E' una situazione... alquanto delicata." affermò Vera massaggiandosi una spalla in modo da riattivare la circolazione. Sentiva ancora il freddo della camminata, e il calore del Pokemon Center aveva appena iniziato a scioglierle le articolazioni. "Anche noi stiamo andando a disattivare una macchina PULSE... una che si trova nelle vicinanze di Ametripoli, più in alto sulle montagne."

"Una macchina PULSE, eh? Sinceramente, non abbiamo ricevuto notizie di una macchina PULSE nelle vicinanze di Ametripoli... ma il Team Meteora ha fatto un ottimo lavoro a nasconderli, quindi non credo che sia un'idea tanto assurda." rispose Charlotte. Uno dei suoi Pokemon fiammeggianti, la sua Ninetales, si era avvicinata a lei e stava aprendo maestosamente le sue nove code, come la coda di un pavone.

"Da quanto ne so... Heather si è da poco diretta ad Ametripoli. Quindi potrete contare sul suo aiuto per trovare quella macchina PULSE." affermò Saphira. Finalmente, l'infermiera Joy aveva finito di curare i Pokemon delle sue sorelle e li stava riconsegnando a loro... e fu in quel momento che Saphira rivolse tutta la sua attenzione ad Aya. La ragazza dai capelli viola era in piedi in mezzo al gruppo di Vera, e dava l'impressione di non sapere cosa dire o come intervenire. Lo sguardo della comandante della resistenza passò rapidamente da lei a Cain, notando le innegabili somiglianze. "E ora che mi ci fate pensare... non credo di aver mai visto la vostra nuova compagna. Anche se mi ricorda non poco il nostro Cain."

"In effetti, si tratta di mia sorella Aya." rispose Cain, e strizzò un occhio alla sorella in segno di intesa. Aya sembrò tentennare per un paio di secondi, e Pietro le mise una mano sulla spalla per dirle che andava tutto bene, e che non avrebbe dovuto temere Saphira. "Anche lei usa Pokemon di tipo Veleno, come me. Ha... di recente deciso di unirsi a noi, e fare quello che può per aiutarci contro i nostri nemici."

"In realtà... non so se sarò in grado di dare una mano per davvero, miss Saphira." rispose Aya. Vincendo l'esitazione, la ragazza dai capelli viola si fece avanti e si mise sull'attenti davanti alle sorelle Belrose. "Ma... sicuramente farò del mio meglio. Ho molto da farmi perdonare... e spero che in questo modo riuscirò almeno a rimediare a qualcosa..."

Cain stava per ripetere a sua sorella di non darsi la colpa di tutto, ma fu Saphira a parlare per prima. "Non mi interessa da dove vieni, o perchè hai deciso di aiutarci. Se hai deciso di aiutarci contro il Team Meteora, per me questo è più che sufficiente. Ovviamente, se sei una spia o non hai buone intenzioni, ti insegnerò che con noi non si scherza." affermò, e per sottolineare il concetto, gettò ad Aya un'occhiata che la fece rabbrividire. La comandante della resistenza era una donna che non andava troppo per il sottile... e l'espressione feroce del suo volto non lasciava adito a dubbi su cosa sarebbe successo se Aya non si fosse dimostrata degna di fiducia.

"Hey... hey, tutto a posto, comandante! Posso garantire che Aya non ha cattive intenzioni! Non può essere con il Team Meteora!" rispose rapidamente Pietro. Il giovane musicista si mise rapidamente tra Saphira ed Aya, con le braccia aperte in un atteggiamento protettivo... e anche le sorelle minori di Saphira decisero che il caso di intervenire prima che la maggiore facesse qualcosa per terrorizzare la povera Aya.

"E' vero... Aya ci ha aiutato, non è una peersona sospetta!" assicurò Vera. Cain si spostò accanto alla sorella, e la ragazzina di Hoenn poteva giurare che il ragazzo si stesse tenendo pronto a far uscire uno dei suoi Pokemon Veleno in caso Saphira si fosse fatta troppo aggressiva.

"Non ho visto quanto è abile Miss Saphira... ma per essere la comandante della Resistenza, deve essere una campionessa!" riflettè Vera tra sè. "Cain ha fegato ad essere disposto a combattere con lei... certo non posso biasimarlo, anch'io farei lo stesso per Max."

Saphira assottigliò gli occhi, al punto che Vera e Max ebbero davvero l'impressione che volesse imitare un Pokemon Drago in atteggiamento aggressivo... ma per fortuna, la scena inquietante  durò solo alcuni secondi prima che la comandante della resistenza si convincesse che Aya non fossse una minaccia. "Hmph... e va bene... Aya, giusto?" chiese, giusto per conferma. Charlotte e Laura tirarono un sospiro di sollievo, e anche l'infermiera Joy di turno fu contenta di non dover intervenire per ricordare loro che le battaglie erano proibite là dentro. "Okay, sei la benvenuta. Abbiamo sempre bisogno di qualcuno in più, per affrontare quelle carogne del Team Meteora."

"E meno male che è la benvenuta..." sussurrò Hitomi tra sè, sospirando e scuotendo la testa. "Non oso pensare se fosse stata sgradita."

"Hitomi..." sussurrò Ortilla.

La bambina più piccola alzò le spalle. "Ho solo detto quello che penso."

"A volte, Hitomi, non hai proprio nessun filtro tra il cervello e la bocca..." osservò Max. Hitomi non ebbe alcuna reazione, se non un cenno che appariva noncurante.

"Ehm... scusate..." l'infermiera Joy interruppe la situazione alquanto tesa, e Saphira si voltò verso di lei con un'aria che appariva vagamente intenzionata a chiedere scusa. "Ma... la vostra base operativa è al momento disponibile. Se voleste nascondervi là dentro, potrete discutere di ciò di cui avete bisogno senza il rischio di attirare l'attenzione del Team Meteora. Sembra che... qualcuno dei vostri compagni abbia scoperto qualcosa di interessante."

"Okay... grazie, infermiera Joy, e scusi il disturbo. In un continente come Reborn, non si può mai essere troppo paranoici." commentò Saphira. Non era esattamente un discorso che a Vera e ai suoi compagni piaceva, ma non potevano negare che fosse così.

Charlotte e Laura finirono di ricevere i loro Pokemon, e ringraziarono l'infermiera dai capelli rosa, poi guidarono il gruppo di allenatori di Hoenn verso una porta sul retro, che dava accesso ad una stanza piuttosto grande che probabilmente faceva da magazzino, a giudicare da tutte le casse e i pallet di cartone disposti in file ordinate lungo i muri della sala. Vera fece un passo all'interno, seguita a ruota da Drew, Ritchie, e poi dal resto del gruppo.

"Questo sarebbe il nascondiglio?" chiese Pietro. "Mi sembra un po'... spoglio. Non per dire."

"Pietro..." lo redarguì Cain.

Saphira non gli diede ascolto e, con la sicurezza data dall'esperienza, si incamminò verso un angolo e allungò una mano per premere un pulsante sul muro. Immediatamente, alcune casse si spostarono, e una sezione di muro si sollevò per rivelare un corridoio e una rampa di scale che scendevano nel sottosuolo.

"Ecco fatto, adesso non credo che potrete più lamentarvi del fatto che è troppo stretto!" commentò Charlotte con un sorriso astuto. Vera sbattè gli occhi, poi sospirò e alzò gli occhi al cielo. Inutile, non si era ancora abituata al fatto che Reborn fosse tutt'altro paio di maniche rispetto ad Hoenn, Sinnoh o Kanto...

"Oh, santo cielo, guarda cosa ci tocca fare." sospirò la ragazzina castana mentre seguiva i suoi compagni verso il nascondiglio della resistenza. "Spero almeno che Ash, Lucinda e gli altri se la stiano cavando un po' meglio di noi. chissà dove saranno, a questo punto..."

 

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"Miss Saphira!"

Anche la fredda e stoica Saphira non riuscì a trattenere un'esclamazione di gradita sorpresa quando una piccola figura dai capelli neri legati in due codini si gettò letteralmente su di lei, abbracciandola con tutte le forze di cui era capace il suo esile corpicino. La piccola Anna si era letteralmente lanciata sulla leader della resistenza, con l'agilità di un Ponyta che scattava alla carica!

"Bentornati, amici! Nostra e io sapevamo che sareste tornati presto!" esclamò Anna, staccandosi da Saphira dopo qualche secondo passato a farle un po' di feste. Tra le braccia, la bambina teneva il suo inseparabile peluche che rappresentava il piccolo Jirachi, che lei aveva chiamato Nostra. "Abbiamo fatto i bravi mentre la sorellona Vera e i suoi amici erano via! E la zietta Flo ha trovato un bel po' di notizie sul Team Meteora!"

"Anna! Noel, ci sei anche tu!" esclamò Vera quando notò il più tranquillo fratello gemello di Anna che stava in piedi vicino a lei, tenendo con sè Nomos, il suo Cleffa di peluche. Noel sorrise lievemente e alzò una mano per salutare mentre il gruppo di Hoenn entrava nella grande sala sotterranea - un posto ben illuminato e riscaldato, simile ad una versione rimodernata del nascondiglio che si erano lasciati dietro a Reborn City. Tutto sembrava fatto in modo da mettere quanto più a loro agio gli ospiti, e anche il pavimento e i mobili erano ben puliti, liberi da ogni traccia di polvere.

Il gruppo di allenatori della resistenza era seduto un po' più in là, e si stavano alzando per accogliere i loro compagni - in particolare, Vera e i suoi amici riconobbero subito Julia e Florinia, in particolare dal modo in cui l'allegra ex-cheerleader fece un agile balzo oltre il divano e corse verso di loro.

"Ehilà, ragazzi! Che bomba, ci siete tutti! Questa sì che è una sorpresa esplosiva!" esclamò Julia. In un lampo, Vera si ritrovò avvinghiata tra le braccia di Julia e stretta in un abbraccio che le schiacciò la faccia contro l'abbondante seno della cheerleader!    "Allora, come va la siete cavata senza di noi? Ho sentito dire che vi siete cacciati in un bel po' di guai e avete dato un bel po' di mal di testa al Team Meteora!"

"Ouff... p-piacere di rivederti... Julia!" mormorò Vera, mentre cercava in qualche modo di divincolarsi dall'abbraccio dell'allegra cheerleader.

"Vedo che... c'è anche la nostra amica Florinia da queste parti." disse Hitomi, e gettò un'occhiata non proprio amichevole alla ragazza con gli occhiali, che stava in disparte a prendere annotazioni su un taccuino. Come Hitomi immaginava, Florinia non aveva avuto alcuna reazione alla riapparizione dei suoi compagni, e la ragazzina cominciava davvero a convincersi che quella donna non avesse emozioni. "Spero che non abbiate avuto problemi."

"Recentemente, le attività del Team Meteora attorno alla città hanno conosciuto un sensibile aumento." rispose Florinia. Non aveva neanche alzato gli occhi dal suo taccuino. "Prevediamo che il nemico stia organizzando un attacco su più fronti non appena avranno raccolto forze sufficienti. Confermata attività di due macchine PULSE. Natura sconosciuta. Informazioni limitate sulle loro funzioni. Un attacco diretto è sconsigliato."

"Credo... che i ragazzi già se ne rendessero conto, Florinia." rispose Laura con espressione contrita. "Siamo in una situazione di stallo, al momento. Non possiamo fare la prima mossa, altrimenti il Team Meteora ne approfitterebbe. Non abbiamo idea di quali sorprese abbiano pronte per noi... e anzi, sembra che uno dei loro comandanti di rango più alto sia in viaggio verso Ametripoli."

"Questo sì che è un problema. Ci stavamo appunto dirigendo da quelle parti per disattivare una macchina PULSE che si trova in cima alla montagna." affermò Drew. "Vuol dire che dobbiamo cercare di affrettarci e raggiungere Ametripoli prima che quel tizio arrivi a destinazione."

"Non sarà un'impresa facile, temo... Ametripoli è circondata da pareti scoscese e da un ghiacciaio che rende l'accesso molto difficile. Anche via aria è difficile arrivarci, in quanto i venti rendono l'atterraggio e il decollo estremamente rischiosi." affermò Charlotte. "Ci sono delle altre possibilità, in ogni caso. Immagino che la vostra intenzione fossse di seguire i cunicoli sotterranei fino ad arrivare lì vicino, giusto?"

Ritchie disse di sì con la testa. "In effetti... era più o meno quella, l'idea." rispose il ragazzino di Kanto. Sparky balzò agilmente giù dalla spalla del suo allenatore e si avvicinò con fare galante alla Lilligant di Laura, che lo osservò incuriosita. Un attimo dopo, Sparky fece un inchino e porse la mano all'elegante Pokemon d'Erba... e i due iniziarono a ballare una sorta di lento appena dietro i loro allenatori!

"Detto questo... è probabile che incontreremo qualche scagnozzo del Team Meteora prima ancora di giungere nei pressi di Ametripoli." continuò Ritchie, e assunse un'espressione imbarazzata nel vedere il suo Pokemon che danzava così spensieratamente con Lilligant! "Ehm... stavo dicendo... se dobbiamo raggiungere Ametripoli attraverso le gallerie scavate nella montagna, dovremmo vedercela con il Team Meteora. Forse sarebbe un'occasione per scoprire qualcosa sulle macchine PULSE ancora attive."

"In particolare, quella che ha messo a dormire gli abitanti di Agatipoli." aggiunse Aya. Stando attenta ad evitare Sparky e Lilligant, la ragazza dai capelli viola raggiunse una mappa di Reborn affissa ad una parete, e indicò la zona dove più o meno si trovava Agatipoli. "Avete qualche informazione su di essa?"

Julia si sfregò il mento, perplessa. "Hmm... no, non posso dire di averne mai sentito parlare. Una macchina PULSE che mette la gente a dormire... con tutta la caffeina che bevo di solito, sarei io l'idea per andare a distruggere quel trabiccolo."

"Non credo che funzioni così, Giulietta!" rispose Cain con una breve risata. "Okay... ad ogni modo, se riusciamo a raggiungere le vette di Ametripoli, saremo in grado di disattivare la macchina PULSE, e permettere alla gente di Agatipoli di svegliarsi. Quello sarebbe un altro punto a nostro favore, e un altro fastidio per il Team Meteora."

"Credo che forse sarebbe anche il caso di scoprire esattamente a cosa gli sia servito mettere a dormire tutti gli abitanti di Agatipoli..." commentò Hitomi.

Saphira disse di sì con la testa. "Sì, anche quello sarebbe un passo in avanti per i nostri sforzi." fu la sua risposta. "Se davvero c'è qualche base del Team Meteora da queste parti, potremmo catturare  uno di loro e farlo parlare. Così potremo sapere di più sui loro piani, e di cosa esattamente stanno cercando ad Agatipoli."

"Farlo... parlare?" chiese Vera. Non le piaceva molto il tono con cui Saphira aveva parlato. Sperava che questo non volesse dire che sarebbe ricorsa a metodi... poco gradevoli e moralmente discutibili di estorcere informazioni alle reclute del Team Meteora. Comprendeva che era una situazione difficile, e che l'organizzazione terrorista andava fermata, ma... ricorrere a cose come la tortura? No, questo non era disposta a farlo. Come avrebbero potuto sostenere di essere meglio dei loro nemici, se si fossero abbassati a queste cose?

Per fortuna, Saphira sembrò comprendere quello che Vera stava pensando. "Non preoccuparti, non ho intenzione di fare loro veramente del male. Abbiamo i nostri metodi per far parlare quei criminali senza scendere al loro stesso livello." affermò. "Ma ricorda che... purtroppo, con la situazione in cui il nostro paese si trova, non possiamo esattamente permetterci di scegliere sempre la via più pulita. A volte... qualche compromesso bisogna farlo. Lo so per esperienza personale."

Era comprensibile, riflettè Vera dopo un breve istante di sollievo all'idea che Saphira non voleva fare quello di cui Vera aveva paura. Lei e le sue sorelle avevano vissuto in fuga per gran parte delle loro vite, e  per gran parte di quel tempo, erano state nel mirino del Team Meteora. Sicuramente, a volte si era trovata in situazioni che le avevano richiesto di fare delle azioni non troppo pulite. Vera si reputava una ragazza onesta, che non avrebbe mai fatto del male a nessuno... ma se si fosse trovata in una situazione come quella di Saphira, con Max a cui badare, probabilmente l'avrebbe pensata diversamente. E avrebbe fatto tutto quello che andava fatto per far sopravvivere entrambi.

Una volta di più, la ragazzina si rendeva conto di quanto fosse stata fortunata ad essere nata in un posto sicuro come Hoenn... e la sua mente ritornò con raccapriccio a come doveva essere stato per Heather, Shelly, Noel, Anna... e tutti gli altri... vivere in quel postaccio.

"Altaria..." Alty richiamò l'attenzione del gruppo sulla situazione attuale, e su quello che andava fatto per raggiungere Ametripoli e scoprire il modo di neutralizzare le de macchine PULSE che minacciavano Labradoria, e quella che aveva fatto addormentare i cittadini di Agatipoli.

"Alty ha ragione... prima di pensare a come far parlare qualcuno del Team Meteora, dobbiamo prima trovarlo e catturarlo. Peerchè non credo che sarà molto contento di collaborare." affermò Ortilla. "Miss Saphira... lei dice che potrebbe esserci una base del Team Meteora da queste parti? In modo da controllare le macchine PULSE, giusto?"

"Sì, mi stupirei del contrario. A meno che quel branco di farabutti non abbia scoperto il modo di controllare le macchine PULSE da remoto." rispose la domatrice di draghi. "Se qualcuno di noi potesse fare un giro di perlustrazione e confermarlo, potremmo  pensare ad un piano per catturare qualche recluta. O meglio ancora, qualche agente scelto, un Cavaliere o una Dama."

"Già, immagino che loro abbiano delle migliori possibilità di saperne di più." affermò Ritchie. "Miss Saphira... lei cosa suggerisce? Se si tratta di un compito di infiltrazione, significa che è meglio essere in numero limitato."

"Sì, me ne rendo conto." rispose Saphira, e guardò le sorelle minori come se volesse chiedere un parere anche a loro. "Per adesso, dovreste cercare di riposarvi. Il Team Meteora non attaccherà, almeno non ancora.  Questo ci lascia un po' di tempo per riflettere."

"Giusto. Non è il caso di fare mosse azzardate, ora che siamo nel bel mezzo di questa crisi." rispose Hitomi. "Secondo me, facciamo meglio a stenderci un po' e dormire."

"Sono d'accordo. Mi sento stanca, dopo tutta quella camminata..." rispose Ortilla.

 

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Reborn City, nello stesso momento.

Adrienn aveva avuto abbastanza tempo per darsi un'occhiata attorno, e rendersi conto di quanto fosse cambiata in peggio Reborn City da quando lui era scomparso. In tutti gli anni che si era perso, il misterioso ragazzo dai capelli bianchi si era perso tutto ciò che era successo, l'ascesa del Team Meteora, e quanto progressivamente quella bella e popolosa città si fosse trasformata in una tragica parodia di sè stessa.

Era seduto ad una scrivania, in uno studio al primo piano di una casa abbandonata che aveva scelto come sua nuova abitazione. Probabilmente sarebbe stata solo una sistemazione temporanea, ma era abbastanza confortevole. Non c'erano bande di strada da quelle parti, probabilmente grazie all'ottimo lavoro delle agenti Jenny del quartiere Corallo, e quelle poche autorità ancora funzionanti - e che ancora non erano nel libro paga del Team Meteora - avevano cose più importanti da fare che badare a certe piccolezze burocratiche. Quindi, per il momento, quel posto andava bene per cercare di ricostruire quello che aveva perso in tutto quel tempo.

Ma la sua mente si stava concentrando in particolare su un problema che lo assillava. Se lui fosse stato lì a Reborn, avrebbe potuto cambiare le cose? Sarebbe stato possibile evitare il lento ma inesorabile declino che aveva portato a questa pietosa condizione? Forse, se fosse stato lì, avrebbe potuto fare qualcosa, impedire che il Team Meteora allungasse le sue grinfie su Reborn City, ed evitare che le bande di strada facessero il bello e (soprattutto) il cattivo tempo nelle strade.

Adrienn restò seduto al suo posto ancora per un bel po' di tempo, la mente persa in cupi ragionamenti, quasi volesse darsi la colpa per non essere stato lì quando la sua città aveva più bisogno di lui... ma tra questi pensieri cupi, si fece presto strada qualcosa di più positivo.

Non aveva senso restare là senza fare niente. Non avrebbe cambiato la condizione di Reborn City. Non avrebbe permesso ai vagabondi che infestavano le strade della città di dormire con un vero tetto sopra la testa. Non avrebbe ripulito il Lago Azzurro, e non avrebbe impedito al Team Meteora di commettere le loro atrocità. No, questo non era il momento di starsene seduto lì, a pensare a quello che sarebbe potuto essere e non ra stato. Era il momento di alzarsi ed agire, per fare in modo che Reborn City tornasse ad essere quella di un tempo.

Uno dei Pokemon di Adrienn, una Mawile dall'aspetto combattivo, si voltò di scatto quando il ragazzo dai capelli bianchi si alzò dal suo posto. "Okay, Mawile... credo che abbiamo perso già fin troppo tempo da queste parti." affermò con decisione. "Dobbiamo cominciare a fare qualcosa... e a fare sì che questo posto torni ad essere la grande città che era una volta! Sei d'accordo anche tu, vero?"

"Mawile?" chiese la Pokemon Acciaio/Folletto.

Come se avesse in qualche modo interpretato la domanda della sua Pokemon, Adrienn sorrise e disse di sì con la testa. "E' vero... hai ragione anche tu, Mawile. Non è una cosa che possiamo fare da soli, noi due... e anche con tutti i nostri compagni Pokemon, sarebbe un po' un problema. Reborn City è così grande che non possiamo sperare di coprirla tutta... ovviamente, se ci fosse qualcun altro disposto a darci una mano, e facesse girare la voce che qualcuno ha deciso di ripulire Reborn..."

"Mawi mawile..." commentò Mawile, e le fauci d'acciaio che aveva sopra la testa si storsero in quella che pareva essere una smorfia. Neanche a lei sfuggiva il particolare importante che un'idea come questa era realizzabile soltanto con la collaborazione di una discreta parte della cittadinanza, e senza un supporto sufficiente, era un progetto destinato a fallire.

"Lo so, Mawile, non è proprio un'idea da poco." rispose Adrienn. Si sgranchì un po' le spalle, rimaste indolenzite con tutto il tempo in cui era rimasto ingobbito sulla sua scrivania, e si stiracchiò. "Ma se nessuno prova, non si farà mai nulla, non credi? In effetti... penso che sia questo il problema di questa città. Che nessuno decide di fare il passo che farebbe la differenza. Si sono come dimenticati di cosa vuol dire avere coraggio... o forse sono così abituati che questo incubo sia la realtà di ogni giorno, che non riescono ad immaginare di vivere in qualsiasi altro modo. Ma... non è così che può andare avanti. Il Team Meteora vuole che noi restiamo in questo stato di prostrazione... ma dobbiamo dimostrare che non abbiamo paura. Che esiste un modo migliore di fare le cose. Dobbiamo far capire al Team Meteora.... che hanno finito di farci piegare al loro volere, e che non abbiamo più paura di loro. Vedrai come si sgretolerà il giogo che hanno sulla popolazione di Reborn."

Le parole del ragazzo trovarono Mawile in accordo, anche se ancora incerta riguardo le loro possibilità. Forse era proprio questo ciò che mancava alla gente di Reborn per opporsi una volta per tutte al Team Meteora... ma restavano ancora dei dubbi da risolvere, e Mawile ne fece subito notare uno. "Mawile wile... mawile?"

"Vuoi dire, da dove possiamo cominciare? Beh... io direi che la prima cosa da fare è andare a dare un'occhiata alla Gran Sala del Municipio di Reborn." suggerì Adrienn dopo averci pensato un po' su. "E' lì che la gente affigge avvisi e offerte... ed è lì che avremo più possibilità di farci sentire. Certo... avremo da trovare qualcuno che ci possa dare una mano. Chissà, magari siamo fortunati, e c'è una nostra vecchia conoscenza." 

"Mawile!" affermò la Pokemon Acciaio/Folletto con un cenno delle sue fauci metalliche. Se non altro, il suo allenatore sapeva dove andare a parare, e avevano delle buone probabilità di trovare qualcuno disposto ad aiutare da quelle parti. Però, effettivamente, ci sarebbe voluto qualcosa di più per rimettere a posto un luogo difficile come Reborn City... le possibilità non erano esattamente a loro favore, e c'era una possibilità concreta che l'idea di Adrienn naufragasse prima ancora di prendere il largo...

Ma Adrienn aveva ragione a dire che dovevano comunque tentare, altrimenti le posssibilità sarebbero state zero.

Adrienn mise a posto i fogli che aveva accumulato sulla scrivania, e raccolse quello che gli serviva. "Okay, Mawile, allora sappiamo quale sarà la nostra prossima meta!" esclamò il ragazzo dai capelli bianchi. "Presto, non perdiamo altro tempo! Per ogni minuto che perdiamo qui, il Team Meteora ha più tempo per approfittare della disperazione di questa gente."

La Pokemon si affrettò dietro il suo allenatore, correndo più che poteva con le gambette corte chi ritrovava. Nel giro di pochi istanti, il giovane era sceso in strada, e dopo un istante di tempo, giusto quello che bastava per coprirsi il naso e la bocca - ancora non si era abituato a certi odori disgustosi che provenivano dai dintorni - lui e Mawile cominciarono ad incamminarsi verso il Municipio di Reborn City...

 

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Nel panorama desolante di Reborn City, il Municipio era uno dei pochi edifici ad aver conservato una sua dignità. Era di forma più o meno esagonale, ampio ma su due soli piani, con pareti di cemento dipinte di viola scuro che svettava tra il grigiore della claustrofobica metropoli, ed era circondato da siepi ben tenute, potate in modo da create dei piccoli muri attorno alla aiuole. Ora che Adrienn lo guardava bene, poteva tranquillamente dire che quei giardinetti erano uno dei pochi spazi verdi rimasti a Reborn City... e questa considerazione non fece altro che ravvivare il suo desiderio di fare in modo che la città tornasse allo splendore di un tempo.

Con la coda dell'occhio, Adrienn vide un bambino e i suoi genitori che passeggiavano lungo una stradina desolata che costeggiava il municipio. Erano accompagnati da un grazioso Delcatty che zampettava allegramente davanti a loro, come se volesse incitarli a fare prima, e il bambino stava giocando con un Froakie che saltellava al suo fianco. Per fortuna, anche in un posto triste e desolato come Reborn City c'era ancora qualcuno che faceva del suo meglio per godersi la vita e il tempo assieme ai loro cari...

"Queste persone forse hanno dimenticato cosa vuol dire sperare... la prima cosa da fare è rassicurarli e far loro capire che ha ancora senso combattere. Certo... adesso mi dovrò inventare qualcosa per far correre questo messaggio. Magari avrò fortuna e troverò qualcuno che conosco."

"Mawile wile!" esclamò Mawile, indicando un paio di doppie porte d'ingresso, che in quel momento si erano spalancate per far uscire una graziosa ragazzina castana accompagnata da uno Snubbull. Adrienn annuì, e i due si diressero verso le grandi porte, non mancando di notare un particolare un po' strano: erano decorate con dei cristalli che formavano una sorta di grande X, ogni parte della quale corrispondeva ad un prisma traslucido di colore diverso. In senso antiorario, Adrienn notò un prisma rosso, uno blu, uno verde e uno viola, e gli sovvenne quello che gli aveva detto Padre Elias riguardo le Quattro Chiavi - l'Anellorubino, il Braccialezaffiro, la Collanasmeraldo e la Tiarametista. Sicuramente non era una coincidenza che le decorazioni sul portone del municipio riconducessero a quei misteriosi gioielli.

C'era qualcosa che ancora sfuggiva a tutti - e probabilmente, solo Padre Elias, Lord Solaris e quella maledetta Lin sapevano di cosa si trattasse. L'unico a cui avrebbero potuto chiedere informazioni era Elias... e adesso, lui ed Angela erano evasi. Chissà cosa ci sarebbe voluto per ritrovarlo e farsi dire le cose come stavano...

Qual era il segreto di Reborn?

Ma questi interrogativi avrebbero dovuto attendere. In quel momento, aveva qualcosa di più importante da fare...

Nonostante le dimensioni, il doppio portone si aprì con relativa facilità quando Adrienn gli diede una spinta decente. Il giovane dai capelli bianchi e la sua Mawile entrarono con un po' di circospezione, in quanto immaginavano che i presenti li avrebbero a ragiione visti come degli sconosciuti, e avrebbero potuto sospettare di loro... o anche avere delle reazioni ostili. Per fortuna, le loro preoccupazioni si rivelarono infondate: non molti si voltarono verso di loro, e l'atmosfera che si respirava nella grande sala del municipio era di calma rassegnata piuttosto che di ostilità. Un po' la stessa cosa che si poteva percepire andando in giro per i quartieri di Reborn City...

Detto questo, c'era un po' di movimento e di vivacità. In alcuni piccoli quadrati, allestiti ad un'ala della stanza, si potevano vedere degli allenatori che facevano competere i loro Pokemon, in una serie di piccoli scontri d'allenamento. Un ragazzino con un Taillow stava affrontando una ragazzina che gli stava opponendo uno Starly, e i due Pokemon Volanti descrivevano una serie di impressionanti acrobazie a mezz'aria, cercando di cogliersi di sorpresa a vicenda.

Adrienn fece un mezzo sorriso, poi si avvicinò ad un banco dove una giovane donna dai capelli castani chiari legati in una folta coda stava riordinando una serie di archivi, disposti un po' alla rinfusa in una serie di scaffali. "Salve... tutto bene, qui al Municipio? Com'è la situazione, qui a Reborn City?" salutò Adrienn, rivolgendo alla ragazza un sorriso accomodante. "Com'è la situazione con le bande di strada... e tutto il resto?"

"Oh... lei è Adrienn, vero? Mi è stato detto di lei..." disse la giovane donna. Accanto a lei, un Dugtrio stava in qualche modo trascinando un carrello sul quale erano ammonticchiate delle pile di scartoffie ben ordinate. "Sì... in effetti, in questo ultimo periodo, dopo che la Banda Magma e la Banda Idro si sono confrontate, l'attività delle bande si è ridotta sensibilmente. I cittadini dicono che adesso Reborn City è un attimo più vivibile."

Mawile disse di sì con la testa, e fece scattare le sue mascelle simili a tagliole. Era contenta di sapere che tutto quello che avevano fatto quei ragazzi in tutto quel tempo era servito a qualcosa.

"Detto questo... c'è ancora molto da fare se vogliamo rimettere a posto questa città... ma dovremmo avere la possibilità di organizzarci e mettere su una piccola squadra, per lo meno. Questo ci darebbe la possibilità di ripulire meglio la città. Raccogliere i rifiuti, ripulire le strade, eseguire tutte le riparazioni... insomma, c'è parecchia strada da fare prima che Reborn City torni ad essere quello che era una volta." continuò la ragazza. Accettò con gratitudine una risma di fogli stampati che il suo Dugtrio le stava passando, e le mostrò al ragazzo dai capelli bianchi. "A questo proposito... credo che le potrebbe interessare questo, se volesse collaborare al piano per riassettare Reborn City."

Adrienn disse di sì con la testa e accettò il foglio, per poi mettersi a leggerlo con attenzione. "Grazie, signorina. Vediamo un po'... hmm... quindi, alcuni membri della Banda Magma e della Banda Idro... compresi i loro capi... hanno deciso di meettersi a laavorare anche loro per il recupero di Reborn City? Questo non può che farmi piacere... ma avrei un suggerimento da fare."

La giovane donna sbattè gli occhi, chiedendosi cosa avesse in mente il ragazzo. "Ehm.... sì, certo. Qualunque idea lei abbia, siamo ben disposti ad ascoltarla." affermò.

"Grazie..." rispose Adrienn. Si fermò per un attimo per dare un'altra occhiata ai documenti che aveva per le mani, e disse di sì con la testa. "Penso che... perchè i nostri sforzi abbiano un effetto più apprezzabile, dovremmo essere più organizzzati. In pratica... formare una sorta di piccola organizzazione che diriga e gestisca i lavori di riassetto. In questo modo... potremmo lavorare in maniera più intelligente ed efficace."

"Non è stato lei l'unico ad avere questa idea." rispose la giovane donna. "Se devo essere sincera... anch'io avevo proposto un'idea simile, e stiamo ancora organizzando delle vere e proprie squadre di spazzini, raccoglitori e soccorritori. Ci sono ancora molte persone che vivono all'addiaccio per le strade di Reborn City... e dare a tutti loro un tetto sopra la testa e un posto dove ripararsi dal freddo e dalla pioggia... aiuterebbe a dare ad altre persone più dignità, e a far risollevare la nostra città."

"E' vero..." affermò Adrienn. "Anche questo è un elemento da prendere in considerazione. Sì, c'è molto da fare, e dobbiamo fare il possibile per migliorare le condizioni di vita degli abitanti della nostra città. Vorrebbe chiedermi di unirmi al vostro progetto, vero?"

"Mawile!" affermò la sua Pokemon.

La ragazza fece un sorriso. "Beh... se lei volesse, sarebbe sicuramente un valido aiuto." affermò. "Da soli, non possiamo fare molto. Ma se ognuno di noi mette assieme tutto quello che sa fare... ecco che la situazione è diversa."

"Approvo questo modo di pensare. E ho l'impressione che molti abitanti di Reborn la pensino allo stesso modo." replicò Adrienn. "Bene, allora... consideratemi uno di voi. Farò tutto quello che c'è da fare per rimettere in sesto la nostra città."

"Ottimo. Benvenuto a bordo, signor Adrienn!" affermò la ragazza. "A proposito, il mio nome è Sandy. Mi occupo della gestione dei documenti... e delle squadre di pulizia! Sarà un piacere e un onore per me lavorare assieme a lei!"

"Lo stesso vale per me!" rispose Adrienn. "Allora, quando possiamo iniziare?"

"Trio! Trio!" rispose il Pokemon di Terra accanto a Sandy. Come se volesse dire 'anche subito se vuoi'.

 

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"Allora, signor Radomus... lei ha davvero deciso di tornare a Reborn City?" chiese educatamente Luna all'eccentrico maestro di scacchi, mentre appoggiava due bicchieri di acqua tonica, saientemente decorati con cubetti di ghiaccio, fettine di limone e foglie di menta, sul tavolo al quale Radomus e Gossip Gardevoir stavano giocando una partita del loro gioco preferito. Erano ormai quasi due ore che erano seduti lì, a meditare sulle prossime mossse da fare, e a fare un po' di dotta conversazione. Luna era un po' dispiaciuta del fatto di non essere abbastanza istruita o intelligente da poter dire la sua, per quanto Radomus non la avesse mai respinta... anzi, in più di un'occaasione l'aveva invitata a dire la sua e ad unirsi a loro.

"Grazie, Luna." ringraziò Radomus con un sorriso appena accennato. Con dei movimenti lenti e tranquilli, che si addicevano al suo modo di fare razionale ed aristocratico, Radomus prese un sorso di acqua tonica e appoggiò il bicchiere accanto ai pezzi che aveva preso a Gardevoir. Ancora solo cinque pezzi, di cui tre pedoni. Era migliorata, inutile negarlo.

Dopo aver raccolto i pensieri, Radomus guardò in direzione di Luna e disse di sì con la testa. "Sì, mi sembra che sia la cosa giusta da fare." rispose finalmente. "E' già passato troppo tempo dall'ultima volta che ho visitato quella... ridente cittadina, ed è giusto che anch'io faccia la mia parte."

"Non sarò certo io a mettere in discussione le sue decisioni, signor Radomus." affermò telepaticammente la Pokemon Psico/Folletto. "Tuttavia, vorrei chiederle se è davvero sicuro di questa sua decisione. Dopotutto, lei ha avuto i suoi motivi per le sue decisioni, e per aver scelto di vivere lontano da quel posto."

"Lo so. A volte nella vita si prendono delle decisioni che, nell'impulsività del momento, ci sembrano definitive." rispose tranquillamente il maestro di scacchi. Finalmente, l'ispirazione lo colse, e Radomus spostò il suo cavallo in modo da minacciare un alfiere nemico, restando appena fuori dalla portata della torre. Ma poi, quando ci si ferma a pensare, ci si rende conto che è possibile tornare sui propri passi. Soprattutto quando certe decisioni sono state prese troppo impulsivamente."

"Lei... non mi sembra il tipo da prendere decisioni impulsive, signor Radomus." affermò Luna senza scomporsi. "La vedo sempre così calmo, posato e razionale."

"Sei gentile ad avere tanta stima di me, Luna. Ma io sono un essere umano come tutti." rispose l'uomo. Gossip Gardevoir decise finalmente sulla prossima mossa da fare, e usò la sua telecinesi per spostare un pedone lungo la scacchiera. Radomus si accorse in quel momento che stava raggiungendo la sua parte di scacchiera, dove avrebbe potuto essere promosso. Una strategia niente male, da parte di Gossip Gardevoir. Il pedone era sempre il pezzo più debole, e al tempo stesso il più forte...

"Quello che voglio dire..." continuò Radomus, anche mentre continuava a ragionare per contrastare la tattica della Pokemon Abbraccio. "E' che come tutti gli esseri umani, anch'io posso farmi prendere dall'impulso. Sono una creatura fatta di carne, di razionalità e di emozioni. Possiamo scegliere di ignorare le nostre emozioni, ma non siamo in grado di liberarcene del tutto. E perciò, tutti noi possiamo prendere delle decisioni che in seguito, a mente fredda, ci rendiamo conto non essere state le migliori."

Gossip Gardevoir prese asua volta un sorso di bibita. "Se non le dispiace che io dica questo, padron Radomus, è passato un bel po' di tempo prima che lei si convincesse che quella decisione non è stata la migliore."      

"Anche questo è vero..." disse l'uomo con un sospiro. "Non voglio nascondere a me stesso la verità. Solo se si è onesti con sè stessi ci si rende davvero conto delle motivazioni che ci spingono ad agire in un certo modo... e anche allora, ci saranno sempre delle contraddizioni. Ma questa è una parentesi, una digressione. Il punto è, che ognuno di noi ha il suo modo di ragionare, e di affrontare i problemi. Io mi sono reso conto solo adesso che ho sbagliato perchè fino ad adesso non ho voluto fare quell'esame di coscienza che mi avrebbe convinto a compiere questo passo. Ma adesso... ho preso la mia decisione."

"C'entrano in qualche modo quei ragazzi che abbiamo incontrato e ospitato?" chiese l'elegante Gardevoir.

Radomus mosse un pedone, in modo da minacciare quello che Gossip Gardevoir stava facendo avanzare. "Sono stati un fattore importante, sì." rispose candidamente. "Ho avuto modo di mettere molti elementi in prospettiva. Li ho guidati, certo, ma visto che ho la possibilità di fare di più... dire che adesso tocca a loro e che non dovrei interferire suona come una scusa per non fare la mia parte."

"Comrendo la sua posizione, signor Radomus... quand'è così, potrei chiederle un favore?" chiese Luna. "Spero... che questo non le dia disturbo."

"Assolutamente no, ragazza mia. Chiedere è lecito, e rispondere è cortesia." affermò il maestro di scacchi. Si distrasse giusto un attimo per fare un paio di calcoli e cercare di prevedere come sarebbe andata se avesse cercato di spostare quell'alfiere... no, sarebbe stata una mossa in apparenza utile, ma in realtà dannosa. "Dimmi pure... che cosa vorresti?"

"Ecco... mi farebbe molto piacere, se fosse possibile che io la accompagnassi a Reborn City. So che il mio compito è quello di badare a questo castello, e fare in modo che tutto resti in ordine, ma... temo per la sua incolumità, padron Radomus. Si è fatto dei nemici molto pericolosi nel Team Meteora e nella Chiesa d'Alfa, e io stessa credo che non sarei al sicuro se rimanessi da sola qui al maniero..."

"Crow, crow!" Il suo Honchkrow, Jubjub, svolazzò accanto a lei come se stesse protestando per la mancanza di fiducia. Il fiero Pokemon corvo ripiegò le ali contro il corpo e levò in aria la testa, in modo da darsi un contegno... e Luna lo accarezzò delicatamente sulla schiena, con grande imbarazzo del Pokemon Buio/Volante!

"So che tu e i tuoi compagni siete sempre pronti a difendermi, Jubjub." rispose Luna, volendo assicurarsi di non aver involontariamente offeso i sentimenti del suo amico. "Ma non posso pensare che il Team Meteora non approfitterà di questa occasione per cercare di catturarmi. Anch'io sono un loro bersaglio, dopotutto, e viaggiare assieme a padron Radomus mi renderà senza dubbio un bersaglio un po' più difficile. Ovviamente, sempre se  a padron Radomus la cosa non dà problemi..."

Il maestro di scacchi interruppe la sua partita. Questa era una domanda da parte di Luna che meritava tutta la sua attenzione. In effetti, quello che diceva Luna aveva senso. Aveva l'impressione che il Team Meteora sarebbe venuto a sapere, in qualche modo, che Radomus e Gossip Gardevoir erano lontani e non avrebbero potuto proteggere Luna. Sarebbe stata per loro l'occasione perfetta per colpire, e Radomus non aveva voglia di correre rischi.

E da un punto di vista... beh, non secondario, Radomus non era così insensibile da definire secondari i sentimenti delle persone... ma sicuramente emotivo, gli avrebbe fatto piacere godere della compagnia della figlia adottiva in quel frangente. In fondo, anche con il nome che si ritrovava, Luna era stata un raggio di sole che gli aveva permesso di trovare una speranza anche nel momento più buio della sua vita. Portarla con lui e con Gardevoir avrebbe significato avere un supporto in quel covo di malvagità e decadenza che era Reborn City, anche se voleva dire doverla tenere d'occhio in modo che non si cacciasse in qualche guaio, o non attirasse l'occhio di qualche malintenzionato.

Alla fine, Radomus decise che valeva la pena di esaudire questo suo desiderio. "Va bene, Luna. Sono d'accordo." rispose infine. "Dopotutto, anche tu ti sei meritata di uscire un po' da queste quattro mura e vedere un po' il mondo. Anzi, secondo me dovresti sentirti più libera di andare dove vuoi. Ti dico solo di stare attenta. Reborn City è un luogo infido e pericoloso, e sarà necessario restare tutti assieme e non farci distrarre da nulla. Immagino che questo non sia un problema, vero?"

"Io mi sono sempre attenuta ai suoi consigli, padron Radomus. Sarà lo stesso anche questa volta." rispose Luna con un inchino e un piccolo sorriso. Gossip Gardevoir apparve sorridere a sua volta, contenta di poter avere al suo fianco la sua amica anche in quello che si preannunciava come un viaggio piuttosto pericoloso. Se non altro, potevano contare sull'aiuto reciproco.

"Crow!" Anche Jubjub volle esprimere la sua contentezza per la decisione.

"Hehee... sì, lo so che fa molto piacere anche a te, Jubjub." disse la biondina mentre si rimetteva a posto il vestito da cameriera. "Tranquillo, sono sicura che andrà bene. Finchè stiamo uniti, sono sicura che potremo sempre contare l'uno sull'altro."

"Va bene, Luna. Vorrà dire che andremo tutti assieme a Reborn City." concluse Radomus, rivolgendo poi la sua attenzione alla partita che stava giocando con Gossip Gardevoir. Dopo aver fatto qualche rapido calcolo, spostò la torre e riuscì a catturare un cavallo nemico, mettendo la sua avversaria in una posizione difficile. La Pokemon Psico/Folletto si massaggiò la testa, un po' infastidita per aver fatto un errore così ingenuo, ma si concentrò nuovamente sulla scacchiera e cercò di pensare ad una strategia per rimediare. "Credo che questa occasione sarà ottima per recuperare un po' di tempo, e fare un po' di chiarezza. Oltre che sistemare le cose con il Team Meteora e i nostri amici della Chiesa d'Alfa."

"Speriamo di poter discutere con alcuni di loro." disse Luna, la cui espressione si era fatta contrita. "Spero che si rendano conto che stanno lasciando che il loro zelo li accechi al male che fanno agli altri."

"Non so se sarà possibile, mia cara Luna..." rispose telepaticamente la graziosa Pokemon Abbraccio, la cui voce telepatica suonava dolce e tranquillizzante alla mente della biondina. "Faremo di certo tutto il possibile per raggiungerli, e cercare di convincerli. Ma... ho visto molte persone del Team Meteora, e ho visto che molti della Chiesa d'Alfa sono terribilmente convinti di quello che fanno."

"Ci sono tante versioni di giustizia quante sono le persone, mia piccola Luna." continuò tranquillo Radomus. "Ti accorgerai che ognuno di noi è il protagonista della propria storia. La maggior parte delle persone... prendono le decisioni che pensano siano le più giuste, quelle che porteranno al bene maggiore per noi e per tutti gli altri. Anche molti del Team Meteora sono convinti di fare del bene... purtroppo, però, non si rendono conto che la strada che stanno seguendo, li porterà alla perdizione."

Luna restò in silenzio, e riflettè sulle parole di Radomus. Aveva senso, tutto sommato... se la maggior parte degli uomini del Team Meteora non fosse stata veramente convinta di quello che stava facendo, non avrebbero certo potuto seguire i loro capi fino a quel punto. E molti della Chiesa d'Alfa erano davvero convinti di fare la volontà di Arceus... come anche suo padre...

Era proprio per questo che Luna non voleva più avere a che fare con lui... la sua capacità di voler bene al prossimo era svanita, sostituita da nient'altro che dogma religioso...

"Capisco... cercherò di tenerlo a mente, padron Radomus." affermò Luna, il cui tono adesso si era fatto dimesso. "Ma... non posso dire che questo renda giusto quello che fanno. Stanno... stanno rovinando le vite di così tante persone... e tante ancora soffriranno per colpa loro, se non verranno fermati. Se non possiamo convincerli... credo proprio che dovremo combattere."

"Kroooow!" gracchiò Jubjub, in accordo con la sua allenatrice.

Radomus si sfregò il mento con espressione soddisfatta, e disse di sì con la testa. Sicuramente, quel ritorno a Reborn City poteva essere un modo per riconciliarsi con il passato, e capire come portare un po' di ordine in questo caos...   

 

------------

 

CONTINUA...

 

Note dell'autore: Chiedo scusa per il tempo che ci ho messo ad aggiornare. Purtroppo, gli impegni di tutti i giorni non mi lasciano tutto il tempo che vorrei per scrivere, e qualche volta non ho ispirazione. Comunque, dal prossimo capitolo vedremo Vera e i suoi compagni in azione per cercare di scovare la base segreta del Team Meteora vicino a Labradoria, e confrontarsi una volta di più con Astro ed Eclisse! E intanto, seguiremo anche Heather ad Ametripoli, e la sua amichetta Shelly che cerca di raggiungerla...

Alla prossima, e buon proseguimento!

 

 

 

 

  
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