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Autore: GurenSuzuki    11/08/2009    1 recensioni
E se, agli inizi del 2010, i Malice Mizer decidessero di riunirsi?
E Gackt percepì mille altre parole contenute in quell'arrivederci.
Mille parole tra cui una spiccava prepotentemente sopra le altre.
Addio.
[AVVISO DELL'AUTRICE]
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gackt, Közi, Mana, Nuovo personaggio, Yu~ki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Meeting old friends

Erano seduti tutti e quattro al grande tavolo di metallo della stanza delle riunioni.
Si scrutavano, senza dire una parola. Provavano sensazioni strane ad essere di nuovo tutti sotto lo stesso tetto.
Si fissavano negli occhi, mentre tutti i ricordi di quel decennio passato a vivere insieme -o quasi, riaffioravano prepotenti.
Kozi osservava, con un sottile velo di nostalgia, l'abbigliamento di Mana. Egli aveva ormai abbandonato i vestitoni coloratissimi, le gonne di tulle, pizzi e merletti, colori pazzi ed esagerati per passare a lunghe tuniche nere. Anche queste molto belle, senza dubbio, ma per lui il vero Mana sarebbe sempre stato la principessa col vestito in stile bambola di porcellana, blu con i merletti bianchi e la parrucca a boccoli biondi.
E Mana osservava, anche lui nostalgico, il suo Pierrot, che aveva ormai abbandonato le sembianze di clown, per concedersi un look più maturo. Niente più colletti esageratamente circensi e colori che ferivano gli occhi da quanto erano abbaglianti.
Nulla era più come allora. Anche il loro vocalist era cambiato radicalmente. Quell'uomo ha due personalità diverse, si trovò a pensare Mana. Da truccato era il principe delle tenebre, un perfetto dandi dark, bello e dannato. Da struccato era uno spettacolo, faccia da bravo ragazzo (abbastanza figo, aggiungerebbe Kozi).. lo si poteva scambiare per un attore. Era quest'ultimo il suo aspetto odierno.
"Allora, vi ho riunito tutti qui per un'idea fenomenale" esordì, eccitato, Yu-ki.
Tutti attesero pazientemente, cercando di formulare ipotesi.
"Riuniamoci"
Non una mosca volò nella stanza, non un battito di ciglio. L'unica emozione che trapelò fu lo sconcerto iniziale del vocalist e del Pierrot. Sconvolti.
"Lo sapevo.." pronunciò Mana, senza abbandonare la sua maschera di severità.
"Ma sei impazzito?" riuscì ad esalare dopo un poco, Klaha.
"Motivazioni?" chiese Kozi.
"Bhe.. possiamo ancora fare grandi cose insieme. Siamo tutti musicisti di indubbio valore e capacità.. e credo che sia giunto il momento di prendere una decisione. Non possiamo rimanere in pausa per sempre. O ci sciogliamo o ci riuniamo. Io propongo la seconda. Faremo grandi cose, lo ribadisco."
Il silenzio calò, come un sipario cremisi su un'opera teatrale incerta.
Tutti pensavano.
Klaha rifletteva, fumando, se fosse giusto ritirare la proposta di uscire dalle scene.
Kozi cercava di quantificare in yen quanto il progetto gli sarebbe fruttato.
Mana si mordeva il pollice, dubbioso. Di avere due band era fuori discussione. Era gia stressato così, senza contare il poco tempo che dedicava alla sua famiglia. Se avesse partecipato nuovamente ai Malice Mizer, l'ora scarsa giornaliera che passava a casa si sarebbe annullata.
Yu-ki aspettava impaziente, col sorriso di speranza che non abbandonava il suo volto.
"Non lo so" esordì la bambola.
"Nemmeno io" soggiunse il Pierrot.
"Idem" terminò il vocalist.
Il sorriso di Yu-ki si eclissò.
"Prendetevi tempo per pensare. I fan hanno aspettato dieci anni, non sarà qualche settimana ad ucciderli!"
"Ci rivedremo qui, tra una settimana esatta, stessa ora." terminò il bassista.

Il seme della follia era stato piantato. Ora bisognava solo attendere che germogliasse. Pochi giorni e le tenere radici avrebbero mosso i primi, incerti passi. Per poi trascinare la mente con sè, farla schiava e imporle il proprio dominio.
Li aveva conivnti sufficentemente.
Aveva smosso il portafoglio di Kozi, quindi lui era assicurato.
Aveva fatto leva sull'amore di Klaha per i fan e la musica.
E aveva pressato sulla grande mole di fama che avrebbero ricevuto per attirare l'attenzione di Mana.
Ora entrava in gioco il Destino.

Camminava per le strade affollate di Tokyo. Il campanile elettronico segnava le 21:18.
Affondava il viso nel bavero del lungo cappotto scuro.
La riunione di quel mattino l'aveva smosso. Decisamente.
Gli mancava la fama, il successo, le fan.
Gli mancava esprimere se stesso. Sì, perchè la musica era la voce della sua anima.
Un voce forte, chiara e limpida che non poteva essere ignorata.
Scalciava e si agitava finchè non riusciva a lieberarsi e a raggiungere più persone possibili.
A Kozi era sempre piaciuta l'idea che la sua voce ispirasse altre voci.
Altri animi, che potessero dilagare e ricominciare a ispirare qualcun'altro, continuando la ciclicità dell'evento.
Si era cucito addosso un'immagine da donnaiolo, playboy che sfruttava le amanti a sacchi. Aveva cercato di fare ciò anche coi suoi band-mates, ma l'impresa non era riuscita con Mana. Gli altri ci erano cascati in pieno, ma la bambola no. Nemmeno per un secondo. Lui era l'unico capace di scostare il velo, la maschera con cui Kozi nascondeva la sua persona al mondo. E sotto questo velo, a detta di Mana, si celava un animo sensibile e meraviglioso.
Ovviamente la bambola non l'aveva confessato questo suo pensiero al Pierrot.
Ne andava della sua immagine.
La sua voce -più viva che mai, gli diceva di accettare la proposta di Yu-ki. Ma era combattuto.
Da un lato, la ragione gli suggeriva che sarebbero stati più i rischi che i vantaggi, che la scena visual e rock giapponese era mutata nel corso degli anni.
Avevano chiuso in grande stile e rischiavano di fare la figura dei cretini, ritornando sotto ai riflettori con un sicuro shock mediatico.
Dall'altro, il cuore gli diceva di accettare, di far scaturire ancora la sua voce e continuare ad issare il suo credo mediante note e parole.
Lotta fra mente e cuore.
E dentro di lui, vinceva sempre il cuore.

No. No. No.
Che figura avrebbe fatto?
Ritirarsi definitivamente, per poi -un mese dopo, annunciare un improvviso ritorno alle scene?
Era fuori discussione.
I Malice Mizer erano finiti. Era da tempo che stava pensando all'eventualità di contattare gli ex band-mates per proporgli di sciogliersi una volta per tutte.
Quella "pausa", come avevano voluto chiamarla, era solo un pretesto. Un'assurda scusa per non doversi risvegliare e rendersi conto una volta per tutte che il sogno era finito. Il fuoco aveva iniziato a spegnersi ben prima che lui entrasse nella band, e ormai le ceneri di quel grande falò che erano stati si erano dissipate e sparpagliate nel vento.
Avevano chiuso bene, in grande stile.
Che bisogno c'era di fare la figura dei decelebrati davanti a tutto il Giappone?
Era assolutamente fuori discussione che lui accettasse di cantare nuovamente nel gruppo.
Si era anche stupito che Yu-ki avesse chiamalo lui e non qell'altro.
Insomma, i tempi migliori -d'oro, li avevano avuti con Gackt.
Che contattassero quel moro slavato...

Chiuse con un gesto brusco il portatile, affondando il volto morbido nelle mani paffute. Era stanco. La settimana che il bassista gli aveva elargito stava terminando.
E lui non aveva ancora fatto pace col cervello. Non riusciva a pensare.
Si abbandonò, sconsolato, poggiando il capo sulla scrivania di mogano.
Non era da lui tutta questa indecisione.
Lui. Lui che di solito aveva sempre lampante cosa fosse meglio fare, quale era la decisione migliore per tutti.
In quel momento si malediceva per essersi tanto attaccato ad entrambi i suoi progetti.
Moi dix Mois e Malice Mizer non potevano convivere.
Una delle due band sarebbe stata accantonata.
Di certo si sarebbe sentito un tantino una mocciosetta viziata a comunicare ai suoi attuali band-mates che li avrebbe mollati, per inseguire una chimera effimera, un sogno che si era ripresentato prepotentemente nella sua vita.
Che figura avrebbe fatto, portando in alto il loro nome e il loro symphonic-goth metal, per poi abbandonare tutto al minimo cenno di resurrezione del passato?
Aveva sempre confidato a tutti i suoi compagni che erano un progetto con cui voleva continuare, e che non li avrebbe mollati per nulla al mondo.
Che figura avrebbe fatto?
Per lui, così realista, sempre desideroso di avere risposte concrete, tutte quelle domande lo innervosivano soltanto, rendendolo ancor più confuso.

Note: eccoci giunti alla fine del primo -effettivo- capitolo. Wooh. Qui siamo al primo capitolo, e io sto stendendo ancora il settimo @_@ Dèi del cielo, qui verrà tirata per le lungheee >w<. E qualche commento non mi dispiacerebbe, sapete? *fa cerchietti al muro*

QUESTO CAPITOLO è DEDICATO A DUE PERSONE:
Voglio dedicare queste righe a due persone, che comparo alla vita e alla morte, in questo momento, all'inizio e alla fine di tutto:
-Lovelie Miyavi Ishihara: la piccola appena nata! Tanti auguri!
-Jasmine You: appena scomparso. Ammetto di non essere una "grande fan", ma la sua morte comunque mi ha riempito di tristezza, per il semplice fatto che era una persona.. ogni persona è una vita.. e ogni vita merita rispetto. Un bacio a tutti e due, due auguri diversi ovviamente, ma fatti col cuore.
LadyWay
   
 
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