Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Andrws    29/05/2020    0 recensioni
Ai tempi dell'antica Grecia, era di grandi eroi e di epiche battaglie, l'equilibrio tra le divinità iniziò ad incrinarsi quando la custodia della Terra venne affidata ad Athena.
Da sempre quel dominio allettava molti tra gli Dei Olimpici, che quindi approfittarono del "passaggio di potere" per tentare la loro Sorte. Il primo come racconta l'Ipermito fu Poseidone, con inondazioni e assedi da parte dei suoi dei suoi seguaci, i Marine. L'assedio dei Marine arrivò ben presto al Tempio di Athena, che nonostante le numerose perdite, reagì prontamente. Creò quindi le Armature, affidandole ai suoi fedeli guerrieri, da allora in poi chiamati Cavalieri. Così ebbe inizio la "prima" Guerra Sacra, che terminò con la disfatta del Dio dei Mari, grazie alle gesta dei Dorati Cavalieri che raggiunta Atlantide, sconfissero i generali Marine e Poseidon in persona.
Non passò molto tempo perché la situazione si facesse propizia per altri contendenti. Alcuni anni dopo, difatti, il "Ratto di Elena", sconvolse l'intero mondo, tanto da influenzare persino gli schieramenti Divini. La Guerra di Troia esplose e con essa nacquero leggende, alcune narrate da Omero ancora oggi ampiamente note, altre invece solamente sussurrate, riservate alla conoscenza di pochi.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
XXXII – Ischys
 
Nei pressi di Heraion i Cavalieri e Murani si stavano preparando alla battaglia. Tutti i Muriani andati in ricognizione avevano fatto rapporto, mentre Odin e gli altri stavano escogitando un piano che permettesse loro di assediare Heraion, senza tuttavia essere percepiti nel resto di MU. 
Odin aveva segnato sulla mappa della città lo schieramento di forze e le difese erette dai Berserkers.  Lo sguardo d'insieme della situazione da affrontare rese tutti piuttosto scoraggiati. 

«Per tutti i Vulcani!» – fece Baldur sbattendo il pugno sul tavolo improvvisato, sul quale Odin aveva disteso la mappa – «Tra i Berserkers che presidiano Heraion e quelli a Heragala, ci sono quasi 200 Berserkers»
«Quindi un’intera legione! Non vedo molte opzioni che evitino uno scontro aperto!» – fece Amida
«Beh voi lasciate i Berserkers a me, ci penso io a metterli fuori gioco!» – esclamò fiero Thor
«Non avere tanta fretta, figlio mio. Le tue tecniche sono molto utili contro nemici numerosi, tuttavia sono anche difficili da celare. Anche con una barriera di occultamento che celi il tuo Cosmo, non possiamo nascondere gli effetti che il tuo colpo provocherebbe nell'ambiente. Lo squarcio che i tuoi fulmini creerebbero, sarebbe udito in tutta MU. L'abbiamo utilizzata con efficacia per eliminare la barriera di allarme e indebolimento presente su tutto il Continente, perché ci trovavamo molto distanti dal luogo colpito. Adesso utilizzare la stessa tecnica, sarebbe come mettere i manifesti che segnalino la nostra posizione» – spiegò Odin
«Nobile Odin, crede che sia per questo che Heraion è presidiata con tale impiego di forze? D'altronde, in base alle vostre informazioni e a quelle che Polluce ed Ippolito ci hanno fornito, parliamo di quasi un quarto del contingente di Ares» – chiese Keren
«No la motivazione è sicuramente un'altra! Come potete vedere sulla mappa, i ricognitori hanno segnalato la presenza di sei torri ai confini della città, al di fuori delle mura, immagino che tu Odin sappia cosa significa questo!» – osservò Bor
«Si! Quei maledetti...» – rispose indignato
«Torri?!» – chiese Kleiros entrato in quel momento dentro la tenda 
«Si, sono state segnalate delle strutture, con segni luminescenti convergenti sulla cima, alte più di 5 stadi (10 metri circa), presidiate ognuna da almeno due Berserkers» – spiegò Equos
«Di cosa si tratta? Dalle descrizioni sembrano dei dispositivi alchemici» – chiese quindi Keren
«Effettivamente lo sono. Fanno parte di un progetto di difesa della città che avevo ideato diversi mesi fa, con l'obiettivo di generare una barriera di allarme perennemente funzionante. Queste torri sono collegate tra loro e a un generatore di Cosmo da condutture in oricalco e polvere di stelle. Il generatore semiperpetuo di Cosmo è stato posizionato al centro della città e fornisce alle torri l'energia necessaria ad alimentare la barriera, in maniera totalmente automatica. 
Le torri sono costituite da grandi quantità di Oricalco, cosa che le rende quasi indistruttibili. 
Ma c'era una ragione se i lavori di costruzione non erano stati completati, ovvero che la barriera è parzialmente penetrabile al teletrasporto. Sfruttando questa vulnerabilità, secondo i miei calcoli, potrei teletrasportare al massimo due persone senza far scattare l'allarme. Ma anche riuscendoci e senza contare i Berserkers di guardia, distruggere le torri farebbe comunque scattare l'allarme»
«Nobile Bor, per quale motivo l'uso di questo sistema di allarme, le ha fatto presumere che Heraion sia tanto sorvegliata, non per la nostra presenza, ma per altre motivazioni?» – chiese Equos
«Per una questione tempistica, perché come ha detto Odin, i lavori erano stati interrotti, e per terminarli ci sarebbero volute settimane, non certamente una notte. Quindi i Berserkers sicuramente l'hanno fatto per proteggere o sorvegliare qualcosa all'interno della città! Cosa onestamente non saprei»
«Non importa comunque in questo momento, tantomeno se non siamo in grado di trovare un modo efficace per infiltrarci in città senza farci notare. Una volta dentro, protetti da una barriera di occultamento, potremmo dar battaglia in città, ma dovremmo anche riuscire in qualche modo ad impedire qualsiasi comunicazione con l'esterno. Solo così potremmo farcela... ma davvero non saprei come...» – spiegò Odin
«Se riuscisse a teletrasportarsi all'interno, non potrebbe annullare la barriera agendo su queste torri, magari non distruggendole, ma modificandole oppure distruggendo il generatore?» – chiese Equos
«No... modificarle farebbe scattare l'allarme da parte delle altre... è per questo che oltre al generatore sono connesse tra di loro e anche teletrasportandomi davanti al generatore, distruggerlo non passerebbe di certo inosservato e distruggere invece le connessioni che collegano il generatore alle torri farebbe scattare l'allarme, a meno che non si distruggano contemporaneamente, ma le interconnessioni sono tantissime e come ho detto posso teletrasportare solo due persone» – rispose Odin
«Capisco! Cosa succede se scatta l'allarme? Come se ne accorgerebbero i Berserkers?» – chiese ancora il Dorato
«Il palazzo principale di Heraion, all'interno del quale è posto il generatore, è stato costruito con una scheletro di oricalco e qualora l'energia del generatore non venisse più condotta alle torri, confluirebbe direttamente nel palazzo facendolo brillare» 
«Non è possibile spegnere il generatore?» – chiese Amida
«In teoria sì, ma gli alchimisti che lo hanno attivato percepirebbero all'istante che è stato spento» – intervenne Bor – «Inoltre considerando il livello medio degli alchimisti che ho visto tra i Berserkers, dovrebbero essere stati almeno in sei per avviare un simile dispositivo»
«È possibile identificarli dal Cosmo che raggiunge le torri?» – chiese Keren
«Vorresti eliminarli prima di spegnere il generatore?» – chiese Bor
«Potrebbe funzionare!» – fece Thor
«No! Se sono così tanti ad aver avviato il meccanismo, sarebbe quasi impossibile isolare le firme dei loro singoli Cosmi, dal momento che nel generatore sono diventate un tutt'uno indissolubile!» – rispose Odin
«L'unica soluzione è far scattare l'allarme!» – esclamò Keren, lasciando tutti perplessi – «Ho un piano»
 
Erano passate solo alcune ore dall'incontro tra i giovani aspiranti Cavalieri e Chirone, quando i ragazzi ripresero ad allenarsi. Chiaramente ciò non sfuggì all'occhio del Maestro che pertanto li raggiunse.
«Spero che abbiate riflettuto bene sulle mie parole di prima...» – esclamò il Cavaliere del Centauro apparendo improvvisamente al centro dell'arena
«Sissignore!» – risposero, titubanti, i giovani, sorpresi dall'improvvisa comparsa del maestro
«Bene allora possiamo iniziare con la prima lezione»
«Cioè?» – chiese Deneb
«La prima lezione sarà teorica...d'altronde essendo stato Giasone ad avervi allenato fin adesso, non abbiate speso troppo tempo sulla teoria...»
L'affermazione di Chirone suscitò le risate dei giovani ragazzi, rievocando nelle loro menti il ricordo delle lezioni del Dorato e i ripetuti racconti di quando veniva sgridato dal suo maestro.
«Intuisco che Giasone vi abbia raccontato di quanto sia stato sgridato per la sue mancanze nella teoria» – dedusse Chirone
«Già!» – rispose Altair, tra una risata e l'altra – «Comunque il Nobile Giasone ci ha già spiegato molto sulla natura degli esseri viventi, sul Nous, sull'Essenza (Ousia), sull'Anima e che il Cosmo si può manifestare solo quando l'Intelletto prende consapevolezza dell'Essenza e dell'interazione che essa ha con il Vuoto e quindi con l'Anima»
«Capisco, mi fa molto piacere che Giasone vi abbia spiegato tutto ciò, mi sorprende ed è la massima aspirazione di ogni maestro restare sorpresi dai propri allievi, anche se ormai è tanto tempo che non lo considero più tale»
«Comunque sia, direi di passare al capitolo successivo» – aggiunse poi il Cavaliere del Centauro
«Cioè?» –  chiese Kiros
«L'Ischys»
«Ischys?» – chiesero confusi i giovani
«Per spiegarvi meglio è opportuno fare un passo indietro. Ogni aspetto degli esseri viventi è in continua Interazione con gli altri e da tali interazioni si determinano altre proprietà. Avete imparato da Giasone che il Cosmo scaturisce dall'interazione tra Nous ed Essenza, che a sua volta è in eterna e dinamica interazione con il Vuoto. Quindi l'interazione tra Nous e l'essenza si traduce inevitabilmente nell'interazione con l'Anima. Allora perché solo alcuni esseri viventi manifestano il Cosmo, se esso scaturisce da un'interazione tanto basilare? ... Perché la manifestazione del Cosmo, ne presuppone, non solo la consapevolezza, ma soprattutto il controllo, anche non totale magari, ma comunque è necessario. Tuttavia per essere controllato tale interazione deve arrivare all'Intelletto. Il Cosmo è l'elemento cardine di un Cavaliere, ma ci sono altri elementi utili, la cui conoscenza può essere fondamentale. Uno di questi è appunto l'Ischys. Ma cos'è? Da cosa nasce? L'Ischys nasce dall'interazione tra l'Essenza (Ousia) in ognuno di noi e l'Essenza di ciò che vi circonda. Ciascuno di noi, così come la natura che ci circonda, è costituito dalla stessa Sostanza, dalla stessa Essenza appunto e sebbene il Vuoto determini certe differenze, ci sono degli aspetti che rimangono comuni. Questa contrapposizione determina inevitabilmente un Interazione, che a sua volta dipende dall'Interazione tra il Vuoto e la nostra Essenza. Poiché l'Interazione tra Essenza e il Vuoto in noi è indissolubile, poiché determina la nostra Anima, l'interazione tra la nostra Essenza e quella del mondo circostante, l'Ischys appunto, è piuttosto debole. Questo almeno in condizioni normali. 
Ma quando espandiamo il Microcosmo per accumulare energia, questa entra direttamente a contatto con l'Essenza di ciò che ci circonda e quindi l'interazione che ne scaturisce può manifestarsi. Quindi più si espande il Microcosmo più è facile utilizzare l'Ischys»
«Nobile Chirone ancora non capisco cos'è l'Ischys» – chiese Deneb
«La parola Ischys vuol dire letteralmente Forza ed infatti si palesa con le forze presenti nell'Universo, chiaramente può essere diverso per ognuno di noi e dipende dalle affinità che rimangono tra il risultato dell'interazione tra Essenza e Vuoto, quindi la nostra Anima, e l'Essenza dell'Universo. Ad esempio l'Ischys di Achille è l'elettricità ed è uno dei massimi esperti nel suo utilizzo, forse il migliore, dopo chiaramente Zeus. Ma ci sono molte tipologie di Ischys e dipendono come dicevo dalla vostra affinità per i componenti della natura»
«Ad esempio il fuoco?» – chiese Altair
«Beh non proprio il fuoco. Così come l'acqua o il vento, il fuoco rientra in un sottotipo di Ischys, anche se in pratica si, anche il fuoco. Metterei da parte per ora la spiegazione degli Ischys elementali, magari un'altra volta»
«Qual è l'Ischys del Nobile Neven? E il suo Nobile Chirone?»
«Beh quello del Nobile Neven è un po' complesso da spiegare, è molto raro tra gli esseri umani, e riguarda un costituente essenziale della Realtà stessa ed è lo Spazio. Grazie al suo Ischys, il Nobile Neven è in grado di modificare la forma dello Spazio stesso, potendo interagire con gli oggetti intorno solo con il pensiero. Tale abilità si chiama Psicocinesi e grazie ad essa il Nobile Neven oltre che muovere oggetti o teletrasportarsi è anche in grado di comunicare con gli altri con il pensiero. Sebbene quest'ultima abilità sia un'ulteriore estensione della Psicocinesi, chiamata Telepatia. Per tale motivo personalmente preferisco il nome usato dal Nobile Equos, che per quanto ne sappia comprende entrambe le abilità»
«Perché il nobile Equos la chiama in un altro modo?» – chiese Altair
«Non so quanti di voi lo sappiano, ma il Nobile Equos viene da un posto estremamente distante dalla Grecia, potremmo dire che viene dall'altra parte del mondo. Anche lì hanno dato un nome a tutti questi concetti e la Telecinesi viene chiamata Nenriki. Anche il suo nome in realtà non è Equos, ma Zheng Shan»
«Zheng Shan?!» – mormoravano i ragazzi confusi
«Si, il Nobile Equos arrivato qui era piuttosto...» – Chirone si interruppe improvvisamente per diversi secondi
«Lascerò che sia lui a raccontarvi la sua storia, d'altronde pochi al mondo hanno vissuto esperienze del genere e sicuramente potrete imparare molto, ma solo lui può trasmettervele al meglio»
 
Nell'accampamento delle amazzoni, Polluce aveva liberato le coscienze dei suoi compagni caduti sotto il controllo di Hades. La deduzione di Alderam era esatta. Non appena Polluce liberò le loro coscienze dal controllo del Dio, la loro Anima tornò nel regno dei morti e non tornarono più in vita.
«Adesso potete riposare in pace, amici miei» – disse Polluce adagiando i corpi dei Cavalieri al suolo pronti per essere nuovamente sepolti
«Su ragazzino datti da fare» – disse poi rivolgendosi a Gyon, guardandolo minacciosamente
«Quindi Hades li ha mandati solo per l'anello di Lios!?» – fece retoricamente Ippolito – «Kleiros e il Nobile Bor avevano ragione, dovevo rimanere al Santuario. Come se non bastasse il rischio che Hades si impossessi dell'Anello, la mia presenza mette in pericolo anche questa missione! A questo punto dovrei tornare al Santuario»
«Effettivamente al Santuario sarebbe più protetto» – intervenne Gyon, guardando Polluce – «Forse non è una brutta idea che lui torni indietro»
«No!» – rispose il Dorato – «Abbiamo una missione da portare a termine il prima possibile e se lui tornasse adesso al Santuario, lo dovrebbe fare da solo e ciò lo esporrebbe a nuovi attacchi e non possiamo permetterlo. Se restiamo insieme, Ippolito sarà più protetto e di certo avremo maggiori possibilità di completare la missione»
«È troppo rischioso, Polluce, rimanendo metterei a rischio la missione, inoltre è probabile che Achille e Patroclo siano imprigionati negli Inferi, quindi per liberarli dovremo recarci lì e sarebbe come portare l'anello direttamente ad Hades. Toglierlo per nasconderlo da qualche parte è anch'esso troppo rischioso, dal momento che non avendo il controllo sul suo potere, ciò porterebbe ad un nuovo punto di Equilibrio e non sappiamo cosa può accadere al quel punto»
«Anche tornare da solo al Santuario ti esporrebbe a dei rischi, saresti più vulnerabile da solo, però sono d'accordo con te... se sarà necessario andare negli Inferi per salvare Achille e Patroclo, non ti porterò di certo con noi, ma in ogni caso non sarai da solo» – affermò il Dorato
«Non capisco... la missione ha sempre implicato l'eventualità, se non la certezza, di dover andare negli Inferi per liberare Achille e Patroclo... quindi se non hai mai avuto intenzione di portarmi lì, perché hai insistito affinché partecipassi a questa missione? Gli altri erano quasi tutti contrari a farmi lasciare il Santuario, tu invece hai praticamente preteso la mia presenza»
 
Polluce rimase in silenzio, ma il giovane aveva già intuito la risposta
«... mi hai portato con te perché non volevi che rimanessi al Santuario! Avevi timore che, attraverso me, potessero usare l'anello come arma per distruggerci senza nemmeno scendere in battaglia»
«Che intendi?» – chiese quindi perplesso Gyon
«Polluce crede che la battaglia al Palazzo di Ares sia stata manovrata affinché io prendessi l'anello per condurlo al Santuario e una volta lì avrebbero utilizzato l'instabilità del suo potere per distruggerci... è così?»
«Non penso fosse questo il fine di Ares, però a prescindere dal suo scopo iniziale, è una possibilità concreta che non possiamo non prendere in considerazione» – rispose il Dorato – «Dubito fortemente del modo in cui sei riuscito a prendere l'anello... credi sia una coincidenza? Sei per caso giunto in un luogo sospeso tra le dimensioni, solo perché un'esplosione di energia ha interferito con la tecnica di teletrasporto di Keren!? Lui stesso ne dubitava... addirittura non era certo nemmeno che la sua tecnica ti avesse raggiunto in tempo!»
«E rifletti ancora...» – aggiunse Polluce prima che Ippolito potesse rispondere – «Hai risolto tutti quei meccanismi di protezione nel tentativo di uscire da quel limbo e ottieni un Anello, non è una cosa normalissima, avrai dedotto che quello non era un semplice gioiello e la prima cosa che fai è indossarlo?!... non puoi dire che non ci sia qualcosa di strano sotto, inoltre io ti conosco e so che non sei così avventato!»
«Che vuoi dire quindi? Qualcosa avrebbe costretto Ippolito ad indossare l'anello?» – chiese Gyon
«Non qualcosa, ma qualcuno. A mio avviso Phobos o Deimos ti hanno indotto in uno stato di trance quando sei stato teletrasportato in quella stanza»
«Come fai ad esserne sicuro?» – chiese Ippolito
«Perché non hai provato ad usare il Charybdis Gorge per tentare di tornare alla battaglia contro Phobos e Deimos»
«Già è vero, non ci ho riflettuto... perché non ci ho provato?! Uso sempre il Charibdis Gorge in situazioni simili, sebbene dubito che in quella situazione avrebbe potuto funzionare non ho neanche tentato» – rifletteva il giovane figlio di Teseo
Diversi secondi di silenzio spezzarono la conversazione, quando Ippolito fece la domanda che Polluce temeva all'inizio della conversazione
«Perché proprio io?»

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Andrws