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Autore: Justice Gundam    14/08/2009    2 recensioni
Quali pericolose avventure attendono i Digimon Tamers nella loro corsa contro il tempo per svelare i misteri di DigiWorld? Cosa sono i Deva, e chi è il 'Digimon Sovrano' di cui parlano? E perchè i loro piani coinvolgono il piccolo Calumon? Questa volta, molte cose potrebbero andare diversamente da come sappiamo... la mia prima storia di Tamers, che si ricollega (vedrete come...) a quelle di Adventure che sto scrivendo e a quella di Frontier-Savers che scriverò!
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Tamers Reload-14

Digimon Tamers Reload

Una fanfiction di Digimon Tamers scritta da: Justice Gundam

 

Bentornati a tutti! Siamo in piena estate, fa un caldo da morire, e io sono qui davanti al monitor a scrivere le mie storie! Certo che se la mia non è ossessione, poco ci manca... ^_^

Comunque, sono contento di ritrovarvi qui, al nostro solito appuntamento! Questo capitolo della mia riedizione di Digimon Tamers tratta di un evento che avrà grande importanza nel resto della saga... ovvero, l'incontro tra Takato e Ryou: il fan di Digimon finalmente incontra il suo idolo, e ha l'opportunità di fargli tutte le domande che fino a questo momento lo hanno tormentato! Oltre che, conoscendo Takato, chiedere anche un autografo! ^_^

In ogni caso, questo capitolo marcherà l'inizio della collaborazione tra il nostro Akiyama e i Digimon Tamers che noi conosciamo... e chissà, con un pò di fortuna vedremo anche qualche siparietto con i personaggi (per ora) secondari. Ovviamente, questo ammesso che la nostra Ruki non strozzi il povero Ryou prima del tempo e che il nostro Ryou sappia tenere a freno la lingua in presenza dell'irritabile Regina dei Digimon... ;p

E intanto, il conto alla rovescia per l'utilizzo delle nuove armi anti-Digimon di Yamaki si avvicina sempre più allo zero...

Ma non disperdiamoci ulteriormente, e vediamo di rispondere alle vostre recensioni! Come sempre, me n'è arrivata una certa quantità...

 

Darkroxas92: Bentornato! Eh, sì, Ryou ha un pò di cosette da spiegare... e chissà che Takato non lo convinca ad unire le sue forze alle loro! Certo, magari Ruki brontolerà un pò... un pò tanto, direi... ma con Ryou ad aiutarli, avranno meno da temere dai Deva. Da Yamaki, non so... E per quanto riguarda il fatto che Takato ricorda qualcuno a Ryou, beh... questo è un altro elemento molto importante che assumerà peso maggiore pù avanti nella saga! Mi sono già fatto uno schema di come sono andate le cose...

I miei esami sono andati bene, e adesso ho solo la tesi da dare... quindi ti ringrazio molto per i tuoi auguri, buon proseguimento e buona lettura!

SmartGirl: Bene, bene... mi fa piacere che tu abbia trovato interessante questo capitolo! In effetti, il primo incontro tra Ryou e i Tamers l'ho pensato proprio riguardando la puntata della serie originale in cui si incontrano, e immaginando come potrebbe essere andate se fosse accaduto nel Mondo Reale, prima che le carte si scoprissero. Per quanto riguarda la parte sul passato di Ryou... non ti preoccupare, la Toei non ha mai voluto essere del tutto chiara a riguardo! Quindi, se sei confusa, l'obiettivo era proprio quello... e quanto si svelerà il tutto, credo che resterai stordita dall'enormità delle rivelazioni! E anche l'identità del Digiprescelto che Ryou ha ricordato verrà svelata più avanti! Per il resto... beh, sì, la Kyuubi è una figura tipica della mitologia giapponese, quindi è ovvio che appaia anche in molti anime e manga... a proposito, hai visto quanto è scaduto Naruto ultimamente? I capitoli dell'attacco di Pain a Konoha facevano proprio schifo...

Ehm, tornando a noi... grazie ancora per i tuoi complimenti e i tuoi auguri! I miei esami sono andati bene... e spero proprio che anche il resto continui ad andare! Ci sentiamo! A presto!

KillKenny: Già, è quello che spero anch'io... ma conoscendoli, non credo che sarà un problema per nessuno dei due andare d'accordo con l'altro. Poi, se questa collaborazione darà i suoi frutti... questo è un altro discorso! E sulla questione Yamaki, credo che il nostro Man In Black estremista ben intenzionato preferito abbia ancora bisogno di sbattere un pò il naso da qualche parte, prima di convincersi. Ma ne varrà la pena... Grazie ancora del tuo voto, e a risentirci!

 

Bene, con questo siamo a posto! Il prossimo capitolo sta per iniziare, quindi... amici fan di Digimon, allacciatevi le cinture e si riparte!

Buona lettura!

 

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Capitolo 13 - Takato e Ryou

 

"Piacere di conoscerti, Takato-kun." disse Ryou, facendo un rispettoso inchino nonostante il ragazzo che gli stava davanti avesse quanto meno due o tre anni meno di lui. Dal canto suo, Takato era troppo emozionato per essere formale... e rimase fermo lì, con un sorrisone entusiasta stampato sul viso, e lo sguardo luccicante di gioia! Guilmon, che stava in piedi accanto a lui, si accorse dell'emozione di Takato, e rivolse al suo giovane Tamer uno sguardo dubbioso.

"Hm? Takatomon, cosa ti succede?" chiese ingenuamente. "Stai diventando rosso come me..."

"Ah! Ehm... questo... questo è quello che accade a noi umani quando siamo... ehm... particolarmente felici o emozionati! Heheheee..." ridacchiò Takato. La sua spiegazione bastò al piccolo dinosauro rosso, che la accettò con un'alzata di spalle prima che Takato si rivolgesse di nuovo a Ryou. "Comunque... ehm... sì, io sono Takato Matsuda... e questo è il mio Digimon, Guilmon! Piacere... pacere di conoscerti, Ryou Akiyama-san! Per me... è un grandissimo onore!"

Ryou si ritrovò ad essere un pò imbarazzato lui stesso dalla gioia estrema del suo giovane interlocutore: sembrava quasi che gli stessero venendo le lacrime agli occhi dalla felicità! Non che gli dispiacesse, ma magari era il caso di stemperare un pò gli animi...

"Beh... hehehee... anche per me è un piacere conoscerti, Takato Matsuda-kun." esordì, con un tono di voce cordiale il cui scopo era quello di mettere a suo agio l'interlocutore. "Comunque... vorrei dirti che non c'è bisogno di essere così formali! Se vuoi, puoi chiamarmi semplicemente Ryou!"

I suoi modi erano talmente gentili che le iniziali titubanze di Takato e Guilmon iniziarono già a diradarsi. Ryou Akiyama, decisero, era davvero una persona impossibile da trovare antipatica - per qualche motivo, Takato si era aspettato che una celebrità come lui avrebbe comunque mantenuto una certa distanza dai suoi fan, quasi non volesse mescolarsi con le persone comuni... e invece, Ryou aveva mantenuto un tono di modestia e cordialità.

"Okay... ti ringrazio, Ryou-san!" rispose Takato, rimettendosi a posto.

Ryou si schermì con un gesto della mano. "Di niente, figurati... anche a me fa molto piacere conoscere un mio fan!" rispose. "Piuttosto... venendo al motivo per cui ho voluto parlare con te... scusa se vengo subito al punto, ma è una cosa molto importante. Immagino che tu avrai già visto di cosa sono capaci i Deva, giusto?"

"Sì... abbiamo già combattuto contro alcuni Deva, e siamo riusciti a respingerli... anche se non è stato molto facile!" rispose Takato. "Tu... per caso sai qualcosa dio più di loro?"

Questa domanda, posta con il tono più innocente che si potesse immaginare, fece fare un sorriso ironico al giovane campione di Trading Card Game. Chiedere a Ryou Akiyama se ne sapesse di più dei Deva... o di qualunque altro Digimon fosse alle dirette dipendenze di un Digimon Sovrano... era quasi un'assurdità! Ma questo, quel giovanissimo Tamer non poteva certo saperlo... e non poteva immaginare cosa Ryou avesse vissuto sulla propria pelle.

"Sì, effettivamente sì." rispose Ryou, mantenendo un tono neutrale. "Però... non credo sia questo il luogo nè il momento esatto per parlarne. Dovremmo cercare un luogo appartato in cui non attirare troppo l'attenzione della gente..."

"Beh, se vuoi io conosco un posto così..." affermò Takato. "Per nascondere Guilmon agli occhi della gente, lo faccio stare in una piccola costruzione abbandonata, in un luogo abbastanza fuori mano del parco di Shinjuku... possiamo andare lì, se vuoi!"

Ryou ci pensò su per un'istante... poi fece un piccolo sorriso e annuì. "Beh... sì, a me va bene! Aspetta solo un momento... Monodramon, vieni, andiamo da un'altra parte a parlare con Takato-kun e Guilmon..."

Il ragazzo vestito di nero si chinò vicino alla panchina dove era seduto fino a poco prima... e un piccolo Digimon dalle sembianze di un draghetto viola, dall'espressione acuta e un pò dispettosa, scivolò furtivamente tra le braccia del suo Tamer, con una tale nonchalance che chiunque avrebbe pensato che Ryou si era soltanto chinato a raccogliere qualcosa. Takato e Guilmon, spinti dalla curiosità, si sporsero un pò per guardare il piccolo Digimon che Ryou teneva ben nascosto con una falda della sua giacchetta, ma il Tamer leggendario ricordò loro che dovevano cercare di attirare meno attenzione possibile, e fece loro cenno di seguirlo dietro un angolo della stazione. "Sì, immagino che abbiate voglia di fare conoscenza anche con il mio Digimon... ma aspettiamo di essere lontani da sguardi indiscreti, okay?" Quando Takato annuì, rimproverandosi tra sè per quell'attimo di avventatezza, Ryou continuò. "Va bene... allora andiamo al parco, e poi voi guidateci verso la tana di Guilmon. Lì, potrò spiegarvi un pò di cose..."

I due ragazzi e i loro Digimon si allontanarono dalla stazione e giunsero al parco dopo una rapida camminata di alcuni minuti... e a quel punto fu Takato a prendere la testa della fila e a portare Ryou e Monodramon attraverso i tortuosi sentierini del parco, e in mezzo ai cespugli più fitti, fino a raggiungere la piccola radura nella quale si trovava la "cuccia" del suo Digimon!

"Ecco, siamo arrivati..." affermò Takato, non senza un pizzico di orgoglio. "Questo è il luogo in cui ho tenuto nascosto Guilmon per tutto questo tempo. Mi rendo conto che non è esattamente il luogo più pulito o più accogliente del mondo... ma a Guilmon sembra andare bene così!"

"Certo che mi va bene così, Takatomon..." affermò Guilmon. "E poi, non è mica tanto male! Soprattutto adesso che Calumon viene qui a giocare con me!"

"Hmm... però, vi siete organizzati bene, devo ammettere..." affermò Ryou, avvicinandosi alla capanna diroccata con Monodramon tra le braccia. Mentre prima era convinto di fare un pò da mentore ad un ragazzino inesperto, ora si trovava a provare una certa ammirazione per la sua prontezza di pensiero, e la sua capacità di sfruttare le risorse che aveva in modo fantasioso... "Oh, a proposito, questo Calumon chi..."

"Calu! E' venuto un nuovo amico di Takato!" esclamò il batuffolino bianco, svolazzando fuori dal suo nascondiglio con le orecchie spalancate e volando incontro ad un sorpreso Ryou. "Ciao, nuovo ragazzo! Ti va di giocare con me, calu?"

L'espressione di Ryou era un misto di divertimento e meraviglia... ma, vicino a lui, Monodramon stava corrugando la fronte, avendo percepito che quel cucciolo era molto più di quanto non desse a vedere.

"Heheheee... ciao, tu devi essere Calumon!" lo salutò Ryou, facendolo stare nel palmo della sua mano. "Sei carino, lo sai? Beh, sì, se vuoi dopo giochiamo assieme quanto vuoi! Prima, però, devo parlare un pò con Takato-kun. E'... una cosa piuttosto importante..."

"Va bene, non importa, calu!" esclamò Calumon. "Intanto, io giocherò con Guilmon e il tuo Digimon! Venite, ragazzi, giochiamo un pò a nascondino, calu!" E detto questo, planò allegramente verso Monodramon, afferrandogli un polso e cercando di trainarlo verso di sè! Un pò imbarazzato, il draghetto viola esitò per un istante, prima di lasciarsi convincere e seguire Calumon e Guilmon mentre si andavano a nascondere tra il fogliame, e iniziavano la loro gara.

"Non allontanatevi troppo, voi!" esclamò Takato. "E mi raccomando, non fatevi vedere dalla gente! Ci sono ancora molte persone in giro, a quest'ora!"

"Sì, Takatomon, lo sappiamo! Stai tranquillo!" lo rassicurò Guilmon.

Takato e Ryou restarono per un pò a guardarli allontanarsi, prima di riprendere la loro conversazione. "Beh, immagino... che loro sapranno come passare il tempo mentre noi discutiamo!" disse il Tamer più giovane. C'era ancora un pò di nervosismo ed emozione nel suo modo di fare. "Allora... ehm... per adesso... direi di sederci da qualche parte, ma questo posto è... insomma... non è esattamente il posto che sceglierei per accomodarmi! Chiedo scusa..." continuò, riferendosi alla polvere e alle fronde che disseminavano il terreno.

Ancora una volta, Ryou si dimostrò un tipo flessibile e accomodante. "Non fa niente, anche sedermi per terra va benissimo." affermò. "Allora... accomodiamoci e vediamo di parlare di quello che sta succedendo."

"Grazie, Ryou-san..." ringraziò Takato, e i due ragazzi si accucciarono e si sedettero sul pavimento a gambe incrociate. "Allora, dimmi pure... intanto, che cosa sono esattamente questi Deva? E... chi è il Sovrano di cui parlano? Come mai dici che per noi è tanto pericoloso continuare ad essere dei Tamer?"

Ryou si organizzò brevemente il discorso. "Bene, veniamo subito al punto. I Deva sono dodici Digimon di livello Ultimate particolarmente potenti e influenti, modellati sui segni dello zodiaco cinese: la Tigre, il Serpente, il Gallo, la Pecora, il Bue, il Cavallo, la Scimmia, il Cinghiale, il Drago, il Topo, il Cane e il Coniglio. Visto che ne avete già affrontati alcuni... immagino che avrai notato anche tu le somiglianze."

"Sì, mi ricordo bene... finora abbiamo affrontato il Bue e il Serpente, Vajiramon e Santiramon." rispose Takato.

Ryou annuì. "Bene. In effetti, a questo punto credo di dover aggiungere che uno dei Deva, Shinduramon... quello che rappresenta il Gallo, per l'esattezza... è già stato cancellato. Era stato lui a provocare il black-out di qualche sera fa, e io e Monodramon lo abbiamo affrontato e sconfitto. Certo, ammetto che non è stato facile..."

"Davvero? Era... era stato un Deva a far cessare l'erogazione di corrente?" Takato aveva sgranato gli occhi per lo stupore. "Questo non lo sapevo... avevo pensato che fosse un normale black-out, visto che poi la corrente è tornata quasi subito..."

"Già... quando io e Monodramon abbiamo sconfitto Shinduramon..." spiegò Ryou. "Ma... ti fornirò tutti i dettagli in un'altra occasione. Per adesso, quello che ti interessa sapere è il fatto che questi Deva sono stati mandati qui sulla Terra dal loro Sovrano in persona... Zhuqiaomon, il tiranno che governa sul Mondo Digitale, e che ha deciso di impossessarsi di un oggetto chiamato Shining Evolution. La Shining Evolution si trova proprio qui sulla Terra, e Zhuqiaomon non si farà nessuno scrupolo a sacrificare centinaia o anche migliaia di esseri umani, pur di averla."

"Shining Evolution... sì, mi ricordo vagamente che uno dei Deva ne aveva parlato." rispose Takato, ricordando lo scontro con Vajiramon. "Anzi... il Deva Bue ci ha anche rivelato chi sia in realtà... a quanto pare, è proprio Calumon a rappresentare la Shining Evolution, ed è lui che i Deva cercano! Solo che... non mi spiego per quale motivo questo... Zhuqiaomon, hai detto? Insomma, questo Sovrano... vuole Calumon a tutti i costi! Voglio dire... non è già abbastanza potente di suo?"

Ryou guardò in giro per un paio di secondi, prima di dare la risposta... e Takato notò, per la prima volta, un certo nonsochè di disagio nel modo i fare del ragazzo più grande. "Magari lo sapessi, Takato-kun. Ho... ho consultato già chi avrebbe potuto darmi una risposta, ma nessuno mi ha saputo dare una spiegazione sul suo comportamento." spiegò. Tacque volontariamente sugli altri tre Sovrani... se si fosse imbarcato in un discorso simile, ne sarebbe venuta fuori una digressione che avrebbe occupato almeno qualche ora prima di poter tornare al discorso originale. "Per adesso, posso soltanto assumere che Zhuqiaomon abbia bisogno del potere della Shining Evolution per creare un esercito di Digimon evoluti, molto più velocemente di quanto i Digimon stessi potrebbero fare evolvendosi naturalmente... e se la vuole per poi muovere guerra al Mondo Reale... beh, non ti stupirà sapere che trovo questa prospettiva veramente terrificante!"

"Non... non faccio fatica ad immaginarlo nemmeno io..." mormorò il ragazzino più giovane, con un lieve brivido. Quale esercito della Terra avrebbe potuto resistere ad un invasione in massa di Digimon? "E quindi... per evitare tutto questo, dovremmo cercare di mantenere la Shining Evolution... cioè Calumon...al sicuro dai Deva di Zhuqiaomon. Non è così?"

"Esattamente. Se Zhuqiaomon se ne impadronisce, allora non potremo più fare niente per impedirgli di attaccare la Terra." spiegò Ryou. "Zhuqiaomon è un Sovrano feroce ed impulsivo, che odia gli esseri umani. Non è possibile discutere con lui. Se vogliamo evitare il disastro, dobbiamo impedire ai suoi Deva di impossessarsi della Shining Evolution custodita nel corpo di quel piccolo Digimon..." si interruppe, chiedendosi come mai avesse inziato a parlare al plurale. La sua intenzione era sempre stata quella di dissuadere Takato e i suoi compagni - Ruki compresa - dall'unirsi a lui in quella pericolosa avventura...

"Ma... ecco, è questo il motivo per cui non voglio che voi vi lasciate coinvolgere in tutto questo." coninuò Ryou, cercando di essere educato ma fermo. "Ho visto che i vostri Digimon sono forti... e sapete anche come farli evolvere, il che è un altro punto che dimostra la vostra capacità... ma... Zhuqiaomon sarebbe davvero troppo per voi. Non potete sperare di affrontarlo e uscire vivi. So che questo mio modo di fare può sembrarvi presunzione... ma vi sto dicendo tutto questo perchè so come stanno le cose. Vi chiedo di lasciar perdere tutto, tornate alle vostre vite con i vostri Digimon, e lasciate che mi occupi io di appianare la faccenda con Zhuqiaomon. Io almeno... ho una speranza di farmi ascoltare da lui."

Takato restò in silenzio, senza guardare Ryou per diversi secondi. Con la coda dell'occhio, il giovanissimo Tamer osservò Guilmon, Monodramon e Calumon che si rincorrevano amichevolmente... impresa resa più difficile dal fatto che Calumon sfruttava le sue larghe orecchie per planare per brevi tratti e sfuggire ai loro tentativi di afferrarlo. Sembravano così contenti di stare assieme e giocare... e a Takato tornò in mente il motivo per cui aveva desiderato un Digimon come amico...

Però adesso... adesso le cose erano cambiate... che a Takato piacesse o meno. E non gli piaceva. Non avrebbe mai desiderato di affrontare tutte quelle battaglie a rischio della propria vita. Però... proprio per questo motivo...

Takato prese fiato, e si voltò verso Ryou. "Ryou-san... so cosa vuoi dire, e apprezzo il fatto che tu voglia tenerci lontano dai guai... ma mi dispiace dirtelo... non posso fare quello che mi chiedi." affermò.

Ryou non si aspettava una risposta simile. Era convinto che Takato sarebbe stato felice di cogliere quell'occasione per tirarsi fuori dai combattimenti che odiava, e invece... adesso gli diceva di no? Per la prima volta da quando Takato lo aveva incontrato, la perplessità si lesse sul volto del Tamer Leggendario. "Cos...? Takato-kun... ma... sei sicuro di quello che dici? Non... non credo di dover essere io a ricordarti a quali rischi vai incontro. E poi... mi pare di aver capito che quando il tuo Digimon raggiunge il livello Ultimate, il vostro legame diventa tanto saldo che senti persino il dolore dei colpi subiti dal tuo amico." disse. "Pensavo... che ti avrebbe fatto piacere non doverti più preoccupare di questo..."

Sorridendo debolmente, Takato indicò a Ryou i loro Digimon e Calumon, che stavano ancora giocando poco più in là, vicino ad un angolino della tana. Da quello che i due ragazzi potevano vedere dalla loro posizione, Calumon aveva convinto Monodramon a portarlo in groppa, e il draghetto viola si stava divertendo un sacco a portarlo a cavalcioni mentre Guilmon applaudiva allegramente! Sembravano proprio dei bambini spensierati... chi avrebbe mai potuto dire che due di loro erano in realtà dei guerrieri così potenti, e l'altro custodiva in sè un segreto che avrebbe potuto voler dire la disfatta dell'umanità?

"Sai, Ryou-san... in effetti, fino a poco tempo fa, anch'io avrei pensato la stessa cosa." spiegò Takato, con una tranquillità che sorprese anche lui stesso. "Io... non volevo avere nulla a che fare con queste storie di combattimenti... di assorbire i dati per diventare più forte... Non ne volevo sapere nulla! Volevo soltanto... avere Guilmon come compagno di giochi e soprattutto come amico. Però, poi, ho incontrato Ruki-san e Jenrya-kun, e ho capito che ero capitato in una situazione molto più grande di me. Che io e Guilmon avremmo dovuto combattere per salvarci... e che ora avevamo la responsabilità di gestire il potere che ci era stato concesso. E' stato un peso... abbastanza grande da portare sulle spalle, ma ce l'abbiamo fatta fino a questo momento perchè, anche se all'inizio non andavamo molto d'accordo, perchè... beh, siamo stati assieme. Perchè abbiamo combattuto uniti."

Ryou, ora decisamente meno perplesso, annuì in direzione di Takato. Ancora una volta, quel Tamer più giovane e meno esperto di lui lo aveva favorevolmente sorpreso. Nonostante la giovane età, possedeva una saggezza non comune... e le battaglie che lui e gli altri Tamers avevano sostenuto gli avevano aperto gli occhi su molte cose.

"Hmm... capisco." disse Ryou, tenendo d'occhio anche i Digimon che stavano giocando vicino a loro.

Quando Takato tornò a parlare, il tono della sua voce era già più rilassato. "Ero sicuro che avresti capito, Ryou-san... E adesso che abbiamo ricevuto, non per nostra volontà, questo compito come Tamers... non possiamo semplicemente voltare le spalle a tutto e tornare alla nostra vita, come se niente fosse. Sia io che Ruki-san abbiamo provato a farlo... e non è andata bene, per dire poco. Quindi... mi dispiace, Ryou-san, ma anche se ce lo chiedi tu... Piuttosto, ho un'idea migliore!" proseguì, con un indice alzato come segno che gli era venuto in mente qualcosa.

Curioso di sapere quello che Takato stava pensando, ma allo stesso tempo dubbioso del fatto che lo avrebbe convinto, Ryou si sporse un pò in avanti per ascoltarlo. "Dimmi, Takato-kun. Che cosa vuoi..."

"Stavo pensando..." disse Takato, intrecciando tra loro le dita come se la proposta che stava per fare lo mettesse in imbarazzo. "...che forse potremmo unire le nostre forze. Voglio dire... non pensi anche tu che sarebbe la cosa migliore? Con la tua esperienza, e la tua abilità di Tamer... e grazie anche ai poteri di Monodramon, si intende... penso che avremo maggiori possibilità di proteggere Calumon e la nostra città! Dopotutto, hai detto tu stesso che sei riuscito a sconfiggere un Deva per conto tuo..."

Ryou corrugò la fronte, con espressione vagamente interessata. In effetti, pensandoci, anche quella proposta poteva andargli bene... a parte il fatto che la sua intenzione iniziale era proprio quella di mantenere i ragazzi lontano dai guai. E tuttavia, dopo aver visto Takato, Jenrya e Ruki... si stava convincendo che non sarebbestato possibile far loro abbandonare la partita. Quindi, a quel punto, forse conveniva fare la seconda cosa migliore...

"Hmmm..." disse Ryou, appoggiandosi una mano sulla tempia come se stesse pensando. "Ti dirò, Takato-kun, non sarebbe neanche male come idea. A quando vedo, non riuscirò a dissuadervi dal vostro proposito... quindi, immagino che sia meglio se vi do una mano in questo modo. Sì, per quanto riguarda noi, io e Monodramon saremmo più che disposti a fare come dici tu. Anche se... beh, diciamo che c'è qualcuno, nel tuo gruppo, che non è stato proprio felicissimo di rivedermi! Parlo di Ruki Makino, ovviamente..."

"Ruki-san?" chiese Takato. "Hmm... beh, sì, in effetti avevo visto che non era molto contenta all'idea che ti proponessi di unirti a noi... poi, però, dopo averne discusso un pò con lei, sono riuscito a convincerla. Mi ha detto però di non aspettarti che lei sia amichevole nei tuoi confronti..."

Ryou ridacchiò brevemente. "Heheheee... già, proprio come mi aspettavo da Ruki... ancora non mi ha perdonato per averla battuta alla finale di quel torneo di Digimon Trading Card Game, due anni fa!" affermò.

Takato rimase confuso per un istante, non capendo come fosse possibile provare ancora antipatia per qualcuno per un motivo così futile... ma poi si ricordò del carattere competitivo della Digimon Queen, e di come lei sapesse essere aggressiva e decisa a primeggiare, e scosse la testa. "Heheheee... sì, immagino... vorrà ancora la rivincita, credo!" rispose Takato. "Ma... sono convinto che Ruki-san, in fondo, non sia poi così arida. Voglio dire, adesso mi sembra in buoni rapporti con Renamon, ed è un pò più amichevole anche con me e Jenrya-kun... quindi penso che alla fine anche lei sarà disposta ad accettarti di più."

"Mi fa piacere saperlo." disse Ryou. Tra sè, pensò che in effetti gli faceva piacere vedere che qualcuno, come appunto Ruki, non si faceva impressionare dalla fama che Ryou si era fatto in tutto quel tempo, e diceva chiaramente quello che pensava di lui, ma questi discorsi potevano essere fatti in un secondo momento. "Piuttosto, Takato-kun, potrei farti una domanda? Ho voluto fartela fin dall'inizio, ma... ho preferito aspettare."

"Certo. Dimmi pure, Ryou-kun, di cosa si tratta?" rispose il giovanissimo Tamer, incuriosito.

Ryou si schiarì la gola. Anche se la giornata era stata abbastanza calda, adesso cominciava a levarsi un pò di vento... "Volevo chiederti una cosa del tuo Digimon... si chiama Guilmon, giusto?" chiese, tanto per essere sicuro di averne capito bene il nome. Quando Takato annuì in segno di conferma, Ryou proseguì. "Giusto, Guilmon... quello che volevo chiederti era, sperando che questa non sia una domanda troppo personale... come hai incontrato Guilmon? E' una tipologia di Digimon che non ho mai visto finora... e ti posso assicurare che ho viaggiato molto nel Mondo Digitale, quindi posso dire di conoscerlo abbastanza."

"Figurati, non è affatto troppo personale..." rispose Takato, per poi tornare indietro col pensiero al giorno in cui la sua vita era cambiata per sempre. "Beh... in effetti, se devo dire la verità, non ne sono molto sicuro nemmeno io... un giorno, così, tanto per passare il tempo, ho disegnato sul mio blocco degli appunti lo schizzo di un Digimon di mia invenzione... sai, io ho seguito tutte e due le serie alla TV, e posso dire di esserne un fanatico..."

"Sì, capisco..." disse Ryou, reprimendo uno strano senso di nostalgia. Ancora una volta, quei ricordi che tornavano a galla... "Prego, vai pure avanti."

"E così, mi sono messo davanti ad un foglio pulito, e ho immaginato come poteva essere il mio Digimon..." continuò Takato, dando un'occhiata a Guilmon che, in quel momento, aveva 'passato la patata bollente' a Monodramon e si stava allotanando da lui con una risata da bambino felice. "Ho pensato agli attacchi, ho pensato ad un nome, al carattere... insomma, a come sarebbestato un Digimon che avrei voluto avere come compagno di giochi. Tutto qui. Non pensavo che... da quel giorno, sarei stato coinvolto intutte queste lotte... questi Deva... e questi uomini del governo che cercano in tutti i modi di cancellare i nostri Digimon."

"Uomini del governo, eh?" chiese Ryou, annuendo tra sè. "In effetti avevo sentito dire che c'era un'organizzazione governativa che voleva in qualche modo liberarsi dei Digimon... li considerano un pericolo, e in effetti non posso neanchedare loro torto del tutto. Non ho però nessuna intenzione di lasciare che facciano scomparire Guilmon, Monodramon o qualunque altro dei nostri Digimon, quindi... se ti serve una mano per convincere quella gente a desistere, io sarò felice di dartela!"

"Grazie, Ryou-kun! Mi fa piacere sapere che possiamo contare su di te!" rispose allegramente Takato, tendendo la mano al suo idolo e ricevendo in campo una energica stretta di amicizia.

"Grazie anche a te, Takato-kun." rispose il campione di Trading Card Game, per poi fare una breve risatina ironica. "Saprò rendermi degno della vostra fiducia... anche agli occhi di Ruki-san!"

Se non altro, l'inizio della collaborazione tra Ryou Akiyama e gli altri Tamers, dopo un inizio non proprio esaltante, stava proseguendo sui binari giusti... e la stessa cosa sembravano pensare Guilmon, Monodramon e Calumon, che avevano interrotto per un attimo i loro giochi per osservare i loro amici umani che si scambiavano un gesto di amicizia. Adesso, nonostante la minaccia dei Deva continuasse ad incombere su Tokyo, e ancora nessuno fosse sicuro di quello che la Hypnos e Yamaki avrebbero fatto, i Tamers sembravano aver riportato la situazione sotto il loro controllo...

 

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Alice McCoy trattenne a stento un sospiro malinconico, mentre i suoi cupi occhi azzurri osservavano in maniera distaccata, e al tempo stesso misteriosa, le luci della città che cominciavano ad accendersi, dalla finestra della stanza dell'albergo dove lei e suo nonno avevano preso residenza. Per qualche motivo, osservare la città dall'alto, e vedere le sue mille luci elettriche che iniziavano ad accendersi, non le dava nessuna particolare sensazione. Si sentiva esattamente come era abituata a sentirsi a casa... distaccata, estranea a quello che le stava accadendo attorno... come se non le interessasse nulla del mondo esterno. Una sensazione con cui combatteva già da tempo, e con la quale, al tempo stesso, conviveva.

Suo nonno aveva da poco finito di disfare le valigie e di mettere tutti i loro effetti personali al loro posto, e la bambina bionda restava seduta sul bordo del suo letto ad una piazza, senza eccessivo interesse. Fu solo quando il professor McCoy si schiarì la gola che Alice gli rivolse la sua attenzione, capendo che aveva qualcosa da dirle.

"Dimmi, nonno." mormorò, con una voce talmente sottile che si faceva fatica a sentirla. "C'era qualcosa che mi volevi dire, per domani, immagino..."

Il professore annuì. Come sempre, la nipotina era intuitiva e non ci metteva molto a capire quello che lui voleva dire... anche se, molto spesso, il professore si trovava a desiderare che Alice fosse un attimo più espansiva. Vedere quella bambina che, invece di cercarsi amici e parlare con quelli della sua età, si chiudeva sempre più in sè stessa... faceva male. E l'uomo, nonostante tutto l'affetto che provava per lei, non riusciva a fare nulla per farla uscire dal guscio che si era creata attorno...

"Esatto, Alice..." rispose il professor McCoy, sedendosi sul letto e girandosi in modo da guardarla direttamente negli occhi. La bambina bionda si girò a sua volta, si appoggiò le mani sulle ginocchia, e lo guardò con i suoi grandi occhioni azzurri, attendendo quello che suo nonno voleva dirle e che in cuor suo già sapeva. "Domani c'è la riunione dei Monster Makers per quella faccenda di cui ti parlavo... per risolvere il problema dei Digimon. E non credo che potrai partecipare anche tu."

Alice disse di sì con la testa. "Certo, lo immaginavo. In ogni caso, anche se avessi potuto, la cosa non mi avrebbe interessato più di tanto." disse. "Quindi... immagino che per domani sarò per conto mio."

Dritta al punto, pensò tra sè McCoy, prima di continuare il suo discorso. "Esatto, tesoro... ora, sai che le strade di Tokyo sono sicure anche per i bambini della tua età, e che mi piacerebbe molto che tu uscissi e ti guardassi un pò attorno... quindi, perchè magari non provi a fare un giro qua attorno a Shinjuku? Credo... che potrai vedere un bel pò di cose interessanti. Se non altro, ti aiuterà a passare un pò il tempo mentre io e i miei colleghi parliamo con Mr. Yamaki." propose, sperndo segretamente che la nipotina accettasse.

Alice abbassò un pò lo sguardo, facendo vedere al nonno che, se non altro, stava prendendo in considerazione l'idea. Dopo averci riflettuto su per qualche secondo, la bambina vestita da gothic lolita alzò di nuovo la testa per rispondere. "Ci proverò." disse, senza sbilanciarsi.

Il nonno si avvicinò a lei e le fece una carezza sulla testa. "Bene. Mi fa piacere che tu veda posti nuovi, anche perchè non so se avremo ancora la possibilità di tornarci." spiegò. "Ora, però, credo che sarebbe meglio iniziare a prepararci, fare la doccia, e poi andare a cenare. E' stato un lungo volo da casa al Giappone... e immagino che a questo punto sarai anche stanca."

"Un pò..." rispose Alice, prima di mettersi una mano davanti alla bocca per soffocare uno sbadiglio.

"Hm... come immaginavo." rispose McCoy. "Allora, vai tu per prima. Abbiamo ancora tempo, visto che il ristorante dell'albergo non ha ancora aperto... tra una mezz'ora circa, mi pare. Quindi, fai pure con comodo."

Questa volta, Alice riuscì a sorridere debolmente. "Va bene, nonno. Grazie mille, farò il prima possibile." gli rispose, prima di dirigersi nel bagno e chiudere la porta dietro di sè.

La solitudine della stanza da bagno, illuminata soltanto dalla luce accanto al lavandino, sembrò far rilassare un pochino la piccola americana, che si sciolse i codini nei quali i suoi capelli biondi erano legati, e appoggiò i nastrini neri vicino al lavandino, in un punto dove fossero in bella vista, prima di arrivare alla vasca da bagno e aprire l'aqua per farla riscaldare. Fare un giro da sola per il quartiere di Shinjuku... beh, non sembrava una cattiva idea, in fondo. Aveva una mappa, era abbastanza indipendente da non perdersi, e se non altro questo poteva essere un discreto passatempo. Non che le interessasse particolarmente vedere la nuova città... ma visto che non c'era molto che lei potesse fare nel frattempo, tanto valeva sfruttare l'occasione.

Alice sospirò sentendo che la temperatura dell'acqua si avvicinava a quella ideale per la doccia. In fondo, quando nessun altro bambino della tua età vuole fare amicizia con te, e i tuoi genitori e tuo nonno sono sempre occupati con il lavoro, si impara anche a stare da soli... e dopo un pò, la cosa non pesa più di tanto. Si impara anche ad ignorare gli sguardi di superiorità e le prese in giro degli altri bambini... certo, per un pò fa male, ma alla fine ci si abitua anche a quello. Quindi... perchè in Giappone avrebbe dovuto andare diversamente? Una passeggiata qua e là, un'occhiata in giro... e la giornata sarebbe passata in men che non si dica.

O almeno, Alice era convinta che fosse così... non immaginava che sarebbe potuto accadere qualcosa che, oltre a farle cambiare idea, avrebbe cambiato la sua vita per sempre...

E le avrebbe dato qualcosa che segretamente desiderava...

 

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"Hmm... perchè all'improvviso mi è venuta sete?" mormorò tra sè Juri, sfregandosi gli occhi impastati dal sonno. La ragazzina castana si era svegliata all'improvviso, sentendosi la gola improvvisamente secca e la pelle accaldata. E pensare che la giornata non era stata neanche tanto afosa... si sentì la fronte per assicurarsi di non avere febbre o cose del genere, e non appena ebbe appurato di stare bene, si mise seduta sul letto, spostando in là le coperte. Se suo padre l'avesse trovata sveglia a quell'ora, probabilmente l'avrebbe sgridata... era sempre stato un uomo che teneva moltissimo al rispetto delle regole di casa... ma Juri pensò che, se non avesse fatto troppo rumore, magari sarebbe riuscita a scivolare in cucina e bere un sorso d'acqua senza che nessuno si svegliasse.

Juri si alzò dal letto e infilò i piedi nelle pantofole rosa appoggiate sotto di lei, guardandosi poi attorno e tendendo le braccia in avanti per non andare a sbattere contro eventuali ostacoli. In poco tempo, i suoi occhi si abituarono all'oscurità, permettendole di distinguere i contorni degli oggetti che la circondavano. L'armadio, il comodino, alcuni peluche ordinatamente messi in un angolo... e ovviamente la porta della sua camera, oltre la quale la bambina fece capolino per vedere se la strada era sgombra. Bene, non c'era nessuno. Sembrava che suo padre, e la sua madre e il suo fratellino adottivi stessero ancora dormendo della grossa. Con molta cautela, Juri scivolò fuori dalla sua camera e nel corridoio, cercando di passare oltre le loro camere il più rapidamente e silenziosamente possibile. Fatto questo, e tirato tra sè un sospiro di sollievo, si affrettò verso la cucina... e, raggiunto il lavello, riempì un bicchiere di acqua del rubinetto e lo vuotò rapidamente.

Sentendosi più rinfrescata, Juri asciugò con attenzione il bicchiere e si apprestò a tornare in camera sua... quando uno strano suono, come lo scatto di una porta, la fece sobbalzare leggermente. Incuriosita e un pò allarmata, la ragazzina si voltò in quella direzione... e più esattamente, verso una finestra chiusa che dava su una stradina. Poteva essere semplicemente uno scatto di qualche meccanismo... ma la ragazzina non ne era del tutto convinta, e si avvicinò alla finestra per verificare di persona, stando sempre attenta a non fare rumore. Si guardò attorno, cercando di vedere se c'era qualcosa fuori posto... e alla fine, non vedendo nulla di particolare, si convinse di essersi soltanto immaginata tutto e decise di tornare a letto...

CLACK!

Di nuovo quel suono... e di nuovo, la piccola sobbalzò per la sorpresa. Questa volta, però, la sensazione era accmpagnata da un principio di paura - questa volta non era una sensazione, quel suono secco ed improvviso lo aveva sentito per davvero! Di cosa si trattava? Juri non voleva che fosse un ladro, o cose del genere...

"Ugh... andiamo, Juri Katou, che cosa ti viene in mente? Vivi in Giappone, uno dei paesi con il tasso di criminalità più basso del mondo... perchè dovrebbe essere un ladro?" si rimproverò mentalmente, più per tranquillizzarsi che perchè ne fosse veramente convinta. E ciò nonostante, i suoi sospetti non le permettevano di andarsene così, senza essere del tutto sicura di poter stare tranquilla...

Con attenzione, Juri guardò verso un angolo del soggiorno... niente, lì non c'era nulla... sui muri e sui divani... diede un'altra occhiata, per massimo scrupolo... ma anche lì, non c'era traccia di qualcosa che avrebbe potuto provocare quel rumore inquietante. Eppure... eppure ci DOVEVA essere qualcosa... non poteva essersi immaginata tutto...

Un momento!

Un fruscìo, più lieve dei suoni che aveva sentito, ma comunque percepibile nel silenzio della sala, provenne dalla cornice della finestra chiusa, e Juri si voltò in quella direzione, trattenendo a stento un'esclamazione di paura e sorpresa. Era riuscita a vedere, quasi invisibile dietro le tapparelle, una sagoma tozza, grande come un gatto, ma con diverse code dietro la schiena, che scivolava con agilità oltre il suo campo visivo! Era una creatura piccola, senz'altro... e Juri non era riuscita a vederne bene l'aspetto... ma quello che le aveva fatto paura era il fatto che era evidente che non si trattava di una creatura terrestre! Anche un osservatore distratto si sarebbe reso immediatamente conto delle differenze...

Un pensiero improvviso balenò nella testa di Juri. Si ricordò di quello che aveva detto Hirokazu all'uscita di scuola, soltanto pochi giorni prima, riguardo al fatto che Takato si stava comportando in maniera strana. Hirokazu aveva parlato della possibile esistenza dei Digimon... e in quell'occasione Juri aveva pensato che lo sbarazzino compagno di classe stesse seguendo una sua fantasia... ma ora che aveva visto quella sagoma misteriosa, appartenente ad un animale non meglio identificato... non era più tanto sicura che Hirokazu stesse dicendo delle assurdità...

Juri si allontanò lentamente dalla finestra, tenendo gli occhi su di essa nel caso il Digimon tornasse... ma, per fortuna, non successe nient'altro, e la ragazzina, pur un pò stravolta, cominciò a ritirarsi verso la sua camera, stando sempre attenta a non svegliare nessuno. Niente. Nessun altro suono. La casa era ripiombata nel silenzio della notte, e dopo aver deglutito a vuoto nel tentativo di calmarsi un pò, Juri rientrò in camera sua e vi si chiuse silenziosamente dentro, infilndosi di nuovo sotto le coperte e stringendosele attorno al corpo, nel tentativo di mantenersi calda. Quell'incontro inaspettato le aveva messo addosso una certa paura... se c'erano davvero dei Digimon sulla Terra, come diceva Hirokazu... allora quali sarebbero state le conseguenze? E... se Takato aveva un Digimon con sè, poi...?

"Mamma mia... e io che pensavo fosse uno scherzo di Hirokazu-kun..." mormorò la ragazzina, ben nascosta sotto le coperte. "Domani... domani, non appena mi sarà possibile, devo parlare a lui e a Takato-kun..."

 

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Poco fuori dal complesso condominiale nel quale viveva la famiglia Katou, il piccolo Digimon che Juri aveva visto un attimo prima balzò agilmente giù dal muro e si rifugiò nell'erba umida del prato, strisciando agilmente tra i cespugli in modo che nessuno potesse vederlo. Per un attimo, si preoccupò del fatto che la sua pelliccia scarlatta lo avrebbe reso facile da individuare... ma per sua fortuna, il fogliame era abbastanza fitto da nascondere abbastanza bene anche il suo appariscente mantello.

"Uff... che strano, mi era sembrato che qualcuno, in quella casa, si fosse accorto di me..." borbottò tra sè Elecmon, mentre volgeva lo sguardo alla finestra chiusa dalla quale era appena balzato giù. Era un Digimon dall'aspetto buffo, che per certi versi ricordava un grosso coniglio rosso con svariate code, grandi occhi blu e decorazioni azzurre a forma di fiamma sulla testa, sul dorso e sulle zampe. Tre piccoli artigli spuntavano dalle dita di ciascuna zampa, e i denti contenuti nella sua larga bocca erano corti, triangolari ed affilati. Nonostante sembrasse un pò tozzo per le sue dimensioni, dava anche l'impressione di essere sveglio e attento, impressione che veniva ulteriormente rafforzata dal modo in cui il piccolo Digimon si guardava attorno, attento a non farsi cogliere impreparato.

"Certo che quello degli esseri umani è uno strano mondo... e continuo a dimenticare che non tutte le creature parlano, qui..." mormorò. "Bah, lasciamo perdere... piuttosto, vediamo di trovarci un posto sicuro per la notte... Non ci sono molti Digimon, qui, ma è meglio non farsi prendere comunque!"

 

ANALIZZATORE DIGIMON

Nome: Elecmon

Tipo: Mammifero

Attributo: Anti-Virus

Livello: Rookie

Attacchi: Thunder Strike

Un Digimon di tipo Mammifero e forma pre-evoluta di Leomon. Curioso, con un forte senso della giustizia, possiede nove code che usa in battaglia per intimorire l'avversario e per caricare energia elettrica da usare contro chi li attacca! Nel Mondo Digitale dell'Est, un Elecmon fa da baby-sitter e guardiano per i piccoli Digimon del Primary Village.

 

Elecmon si guardò attorno, e riuscì a trovare, a pochi metri da lui, un albero che dava l'impressione di essere un buon nascondiglio. Si guardò di nuovo attorno, per massima prudenza, poi scattò agilmente fuori dal suo nascondiglio, con un fruscìo di rami e foglie spostate, e raggiunse il tronco, sul quale si arrampicò con una perizia che avrebbe fatto invidia a qualunque scoiattolo, per poi nascondersi tra le fronde e acquattarsi in un punto dove era sicuro di non poter essere visto dal terreno. Accoccolandosi su sè stesso come un gatto, Elecmon diede un'ultima controllata in giro, poi si addormentò tranquillamente, del tutto inconsapevole di cosa gli avrebbe riservato il caso nei giorni a seguire...

E del tutto inconsapevole che, da qualche parte molto vicino a lui, si trovasse qualcuno che avrebbe cambiato la sua vita per sempre...

 

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Il giorno dopo era arrivato, e come sempre, prima di andare a scuola, i Tamers si erano sentiti per cellulare per mettersi d'accordo su un'orario di ritrovo, che era stato poi stabilito per le cinque di quel pomeriggio. Alla notizia che avrebbe partecipato anche Ryou a quella riunione, Ruki masticò un pò male, ma alla fine si decise a tenere per sè il suo orgoglio e ad accettare che, da quel giorno in poi, avrebbe collaborato con qualcuno con cui aveva ancora un conto in sospeso...

"Certo che a volte non la capisco proprio, Ruki-san..." pensò Takato. "Mi sa tanto che la sua filosofia è... che ogni competizione che lei non vince non è finita! Mah, non è esattamente il mio genere di..."

"Ehilà, amico!" I pensieri di Takato vennero interrotti all'improvviso da un energica stretta da parte di Hirokazu, che gli cinse il collo con un braccio e lo strizzò scherzosamente. Il ragazzino lanciò un breve grido di allarme e quasi perse l'equilibrio quando il suo compagno più estroverso quasi lo spintonò a terra nella foga di "salutarlo"! "Allora, cos'è quella faccia pensierosa? Non va bene così, Takato-kun!"

"Argh... Hirokazu-kun!" esclamò Takato, dopo essere riuscito in qualche modo a mantenere l'equilibrio e a liberarsi dalla stretta eccessivamente confidenziale del suo amico. "Lo sai che prendo paura quando tu mi salti addosso così! C'è proprio bisogno di farlo?"

Hirokazu sghignazzò tra sè. "Heheheee... certo che ce n'è bisogno! Andiamo, amico, rilassati un pò... è da quando è iniziata questa storia dei Digimon che sei teso come una corda di violino!" affermò. "Insomma, posso capire che ti preoccupi, ma stai tranquillo! Ora c'è anche il sottoscritto a dare una mano, no?"

Takato sospirò. A quanto pareva, Hirokazu non aveva preso troppo sul serio il suo avvertimento, e non aveva proprio afferrato che quella battaglia non era come quelle dell'anime di Digimon che a loro piaceva molto... era una battaglia in cui avrebbero rischiato le loro vite e messo in gioco l'incolumità di innumerevoli civili! "Sigh... Hirokazu-kun, mi sembrava di avertelo già spiegato... Come faccio, scusa, ad essere tranquillo quando so che un Deva ci potrebbe attaccare da un momento all'altro, e che c'è qualcuno, da qualche parte, assoldato dal governo, che cerca in tutti i modi di sottrarci i nostri Digimon? E... e poi, scusa, ma tu non hai un D-Power o un mazzo di carte da gioco, no?"

Quella semplice osservazione frenò l'entusiasmo di Hirokazu, che si guardò l'avambraccio con espressione dubbiosa. "Ah... ehm... beh, a dire la verità..." rispose. Ma la sua incertezza durò soltanto un secondo, prima di assumere nuovamente la sua espressione determinata. "No, per il momento no! Ma chi mi impedisce di procurarmi uno di quei cosi? Il deck ce l'ho già con me, non mi resta che trovare il modo di ottenere un D-... D-... come si chiama, insomma... e sono a posto! Sono diventato un Digimon Tamer a tutti gli effetti! Non è così, forse?"

Una risatina imbarazzata fu l'unica risposta che Takato, grattandosi una tempia con l'indice, riuscì a dare. Davvero, Hirokazu la stava facendo fin troppo facile... e se solo Takato avesse avuto idea di come aveva fatto lui stesso ad ottenere il suo Digivice, probabilmente gli sarebbe potuto essere d'aiuto, nonostante tutto. Per quanto ne sapeva il giovane Tamer, il suo D-Power gli era semplicemente apparso davanti agli occhi dal nulla...

"Beh, in effetti..." affermò Takato. "Però non è proprio così semplice, Hirokazu-kun, e devo anche informarti che anch'io non so esattamente come ho fatto a ricevere il mio..."

"Ruff! Ruff! Di che si parla di tanto interessante?"

Questa volta, anche Hirokazu fece un salto per la sorpresa: il calzino-marionetta di Juri era apparso in mezzo ai due ragazzi e aveva incominciato a parlare con quella buffa voce in falsetto che la ragazzina era bravissima a fare. Immediatamente, entrambi si voltarono verso Juri, che come previsto se ne stava lì con un sorrisone da un orecchio all'altro, e quella sua inquietante marionetta sulla mano! "Ciao, ragazzi! Scusate se vi richiamo, ma tra un pò suonerà la campanella! E non è il caso che Asagi-sensei ci rimproveri ancora per essere arrivati in ritardo!" affermò serafica.

"Ehm... buongiorno, Katou-san..." balbettò Takato. Come succedeva quasi sempre quando Juri gli compariva davanti così all'improvviso, il giovane Tamer di Guilmon non riusciva ad impedirsi di arrossire e balbettare un pò... "Come... come vanno le cose? Scusa, io e Hirokazu-kun ci eravamo fermati a parlare e... ehm... non ci siamo resi conto dell'ora..."

"State tranquilli, ragazzi, prima stavo solo scherzando!" li rassicurò Juri, mostrando il suo orologio. "In realtà, abbiamo ancora un pò di tempo prima che suoni la campanella, quindi possiamo prenderci qualche minuto!"

"Ah, meno male..." rispose Hirokazu, passandosi una mano sulla fronte come per asciugarsi il sudore. In effetti, la prospettiva di compiti extra da parte della signorina Asagi era l'unica cosa di spaventare un ardito come lui... "Accidenti, Katou-san, com'è che ci fai sempre prendere un colpo mentre stiamo parlando tra ragazzi? Sembra quasi che tu ti diverta..."

"Heheheee... avete ragione, ragazzi, forse sono un pò importuna..." rispose la ragazzina castana... per poi chiedere il parere della sua marionetta. "Tu che cosa ne pensi? Forse dovrei essere un pò meno ficcanaso?"

"Woof! Neanche per idea! Ruff! Questi ragazzi a volte devono essere tenuti in riga! Woof!" 'rispose' la marionetta. Seguirono grandi gocciolone di sudore dalle teste di Takato e Hirokazu, prima che Juri mettesse via il suo pupazzo e si rimettesse a posto la cartella sulle spalle. "Heheee... scusate, ragazzi! Ora possiamo andare!"

I tre ragazzi ripresero assieme il cammino verso la scuola, e Takato iniziò immediatamente a cercare un pretesto per fare conversazione con Juri. Provò a pensare alla prima coa che potesse interessare alla sua compagna, e che non riguardasse Digimon o compiti per casa... ma la brunetta lo precedette, rivolgendogli per prima la parola. "A proposito... Takato-kun, Hirokazu-kun... c'è una cosa di cui vorrei parlare con voi, se non vi dispiace... più tardi, magari, durante l'intervallo..."

"Ehm..." I due ragazzi si guardarono per un secondo, prima di rispondere alla loro compagna. "Certamente, Katou-san, non c'è neanche bisogno di chiedercelo." rispose infine Takato. "Ma... di cosa si tratta, esattamente?" Per qualche motivo, aveva già una mezza idea di cosa avrebbe potuto trattarsi, ma sperava sinceramente di sbagliarsi...

Juri prese un bel respiro... poi rispose, parlando con una certa rapidità come se avesse paura di essere interrotta all'improvviso. "Beh... volevo chiedervi qualcosa di più sul gioco di carte di Digimon... e su cosa vuol dire... ehm... vivere con un Digimon!"

Takato strabuzzò gli occhi, e anche Hirokazu corrugò la fronte in un'espressione incerta. Avevano sentito bene? Juri... proprio Juri... aveva chiesto notizie sui Digimon? Questo voleva dire che...

"Cos...? Hey, hey, Katou-san, aspetta un momento!" esclamò Hirokazu, dimenticandosi di essere in mezzo alla strada e facendo voltare verso di loro diversi passanti. Takato gli prese una spalla, facendogli cenno di parlare a bassa voce per non essere sentito da orecchie indiscrete, e Hirokazu borbottò delle scuse a mezza bocca prima di riprendere. "J... Juri-san... a... a te non è mai interessato nulla dei Digimon, e del gioco di carte... quindi vediamo un pò se ci azzecco quando dico che hai visto con i tuoi occhi un Digimon in questi giorni!"

Juri si allontanò un pò da Hirokazu, che non sembrava avere un gran concetto di spazio personale: le era arrivato praticamente in faccia! "Beh... in effetti non posso dire di averlo visto, però..." rispose. "Ecco... ieri notte mi è successo qualcosa di strano. Mi ero alzata un momento per andare a prendere un bicchiere d'acqua... e ad un certo punto ho sentito uno strano rumore... e, dall'altra parte di una finestra, ho visto qualcosa che si muoveva! Sono andata a vedere... e ho visto che si trattava di uno strano animale che non avevo mai visto prima! E questo, assieme a tutte quelle strane dicerie che ho sentito in questi ultimi tempi, e il fatto dell'altra sera, lì a Shinjuku... quando c'è stato quello strano fenomeno nel cielo, e le comunicazioni sono saltate... beh, tra una cosa e l'altra, ho cominciato a pensare che i Digimon non siano più soltanto una fantasia!"

Hirokazu ridacchiò tra sè e disse qualcosa come: "Io l'avevo detto, comunque...", ma Takato non ci badò troppo. In quel momento, la sua preoccupazione principale andava alla ragazzina per cui aveva una cotta - già non gli andava molto che il suo amico Hirokazu rischiasse la vita, e se ora anche Juri avesse incontrato un Digimon che si fosse legato a lei? Questo... questo sì che poteva essere un problema!

"Ma... Katou-san... non so esattamente come posso esserti utile..." mormorò, cercando di svincolarsi con una piccola bugia, e sperare che Juri lasciasse perdere il tutto. "Voglio dire, io colleziono le carte da gioco, ma... insomma, io non ho mai visto un Digimon in vita mia, e non credo proprio che esistano... forse quello che hai visto era solo un pipistrello, o cose del genere..."

"Ugh... molto convincente, Takato Matsuda... sei davvero un bravo attore..." pensò tra sè con sarcasmo. Inutile, Takato non le sapeva dire, le bugie... e infatti Juri, a giudicare dall'espressione indagatrice che le era apparsa sul viso, non aveva creduto ad una sola parola!

"Hmmm... Takato-kun, non ti offendere per questo, ma non ci credo che tu non ne hai mai visto uno!" rispose la ragazzina. "E' un pò di tempo che ti comporti in maniera strana, e sparisci senza lasciare traccia subito dopo le lezioni... ed è iniziato da quando ti ho visto fare quel disegno di un Digimon che hai inventato tu, sul tuo bloc-notes. Non mi sembra una coincidenza, scusa se ti sembro presuntuosa..."

Nessuna presunzione, pensò tra sè Takato stringendo i denti per il disappunto, mentre Hirokazu si sfregava la nuca con una mano e annuiva come per dire che Juri aveva avuto l'idea giusta. La sua amichetta poteva essere un pò svagata, ma quando era il momento sapeva dire la cosa giusta al momento giusto, ed era molto brava a centrare il punto del discorso! Ovviamente, questo si doveva anche a certi eventi nel suo passato, dei quali a Takato non faceva piacere ripensare... ma fatto stava che l'intuizione di Juri, ancora una volta, l'aveva condotta alla conclusione giusta!

"Amico, mi sa tanto che a questo punto non glielo possiamo più nascondere..." gli suggerì Hirokazu... e Takato, pur con riluttanza, si decise a dire a Juri le cose come stavano.

"Già... mi sa tanto che hai ragione, Hirokazu-kun... e va bene, allora..." disse, mentre si voltava verso l'incuriosita Juri. "In effetti... sigh... in effetti... le cose stanno proprio così. Alcuni Digimon... vivono effettivamente sulla Terra. Io... e altri ragazzi, tra cui anche Hirokazu-kun... abbiamo incontrato dei Digimon per puro caso... e siamo diventati loro compagni, in un modo o nell'altro... e da allora, le cose non sono più state le stesse per noi! Il... il motivo per cui scomparivo improvvisamente dopo la scuola era proprio il fatto che io e gli altri ragazzi... Digimon Tamers, per usare il termine giusto... dovevamo riunirci e discutere della situazione, o fare un giro di ricognizione per assicurarci che non ci fossero Digimon selvatici in giro... insomma, abbiamo avuto parecchio da fare, e il fatto che alcuni uomini del governo stiano tenendo d'occhio i nostri Digimon... beh, questo non ci dà certo una mano!"

"Wow..." rispose Juri, stupita. "E... e quindi, Takato-kun... tu sei... amico di un Digimon, e amico di altri ragazzi che a loro volta hanno un Digimon con loro! E... e se ho capito bene, voi controllate che i Digimon senza controllo non vadano in giro a fare danni, non è così?"

"Più o meno... è una storia un pò lunga, e non credo di avere il tempo di raccontartela adesso..." rispose Takato. "Senti... facciamo così, io dopo la scuola devo vedermi con questi miei amici... se vuoi, Katou-san, posso portarti a vedere il mio Digimon, Guilmon, e allora sì che avrò tutto il tempo perspiegarti comestanno le cose! Tra l'altro... sono sicuro che Guilmon ti piacerà! Non è come tanti altri Digimon, che vogliono soltanto combattere... è un Digimon buono e amichevole!"

"Beh..." concluse Juri, riflettendoci su per un attimo e poi sorridendo in direzione di Takato. "Mi... mi farebbe molto piacere conoscerlo, sì! Va bene, allora... dopo la scuola veniamo con te e ci racconti come sei diventato un Digimon Tamer!"

Nonostante la situazione avesse preso una piega che non gli piaceva molto, Takato non vide di mal occhio il fatto che Juri si fosse unita alla compagnia. Almeno finchè non rischiava la vita, poteva essere un modo per passare più tempo con lei... "Certamente, Katou-san! Per me sarà un vero piacere!"

 

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Il professor Robert McCoy, dell'Università di Palo Alto, gettò il bicchiere di plastica vuoto che teneva in mano nel cestino più vicino a lui, e osservò con un disgusto appena percettibile le gocce di caffè rimaste che colavano verso il fondo. Il Giappone era un bel paese, questo era assolutamente indubbio, e il senso civico era quanto di meglio ci si potesse aspettare... però i giapponesi non lo sapevano proprio fare, il caffè! Si impose di non provare mai più ad assaggiare il caffè delle macchinette automatiche giapponesi, e si incamminò lungo il corridoio della sede di Hypnos, verso la sala dove molto probabilmente già lo aspettavano gli altri membri dei Monster Makers. Gli ci volle qualche minuto per orientarsi come si doveva in quel dedalo di corridoi che sembravano così simili l'uno all'altro... molto diverso dall'università nella quale lui lavorava, senza dubbio... ma alla fine, anche chiedendo qualche indicazione agli addetti ai lavori, riuscì a raggiungere una sala computer, nella quale diversi volti - molti familiari, altri un pò meno - erano seduti attorno ad un tavolo, con dei documenti ordinatamente disposti davanti a loro. McCoy riconobbe immediatamente, nonostante fossero passati anni, diversi dei suoi compagni di istituto... c'era Janyuu Wong, una delle menti del loro vecchio progetto di intelligenza artificiale, conosciuto all'epoca come Tao... e poi Curly, Daisy, Babel... diversi volti di varie etnie, nei quali, nonostante le professionalità che emanavano, si leggeva un lampo di riconoscimento e di nostalgia dei vecchi tempi.

Ironicamente, pensò McCoy, proprio quel "gioco innocente" che avevano portato avanti come progetto di intelligenza artificiale per il loro corso universitario, ora si stava rivelando una minaccia per la sicurezza internazionale...

"Lieto che lei sia potuto intervenire a questa riunione d'emergenza, professor McCoy." disse l'uomo che sembrava essere a capo dell'operazione, un tizio alto, biondo, dall'aria misteriosa e distaccata, con un paio di occhiali da sole nonostante la mancanza di luce e vestito di un elegante completo nero con tanto di giacca e cravatta. "Prego, si accomodi. Riconoscerà senz'altro gli appartenenti al vecchio gruppo che avete formato nei vostri anni universitari, immagino. I Monster Makers, così vi facevate chiamare."

Il professore americano, scambiandosi qualche formale saluto con il resto dei programmatori lì riuniti, prese il suo posto nell'unica postazione ancora libera, volgendo lo sguardo di tanto in tanto al misterioso individuo con gli occhiali da sole. Molto probabilmente si trattava di Mitsuo Yamaki, il direttore di Hypnos e l'uomo che aveva inviato a tutti i Monster Makers quella strana e-mail circa la minaccia costituita dai Digimon e la riunione di emergenza. Gli dava l'impressione di uno che sapeva fare il suo lavoro, ma che non si fermava di fronte a niente... e che sarebbe stato più che disposto ad accettare qualche effetto collaterale pur di liberarsi una volta per tutte dei Digimon.

Al suo fianco c'erano due assistenti più giovani, entrambe donne... una bionda e una con i capelli castano-rossicci, che McCoy immaginò essere le operatrici principali di Hypnos...

Ma non potè riflettere oltre, visto che Yamaki richiamò a sè l'attenzione di tutti i Monster Makers facendo una prova con il microfono attaccato alla sua giacca. Immediatamente, tutti i presenti assunsero una posizione ancora più ordinata, e attesero che il giovane direttore di Hypnos spiegasse la situazione. Dopo aver dato un'occhiata al suo orologio, ed essersi assicurato che, in effetti, la riunione aveva rispettato i tempi stabiliti, Yamaki cominciò a spiegare ogni cosa.

"Sono onorato che abbiate potuto presenziare in così gran numero a questa riunione straordinaria." esordì. "L'unico assente di voi sembra essere proprio il professor Goro Mizuno... ovvero, il direttore del progetto di intelligenza artificiale che sta dietro all'attuale crisi. La sua presenza sarebbe stata indubbiamente di grande aiuto per la risoluzione del problema, ma alla luce di quello che abbiamo scoperto, non sarà necessaria comunque. Dunque, iniziamo pure la discussione. Otori, se vuoi procedere..."

Yamaki terminò la frase rivolgendosi alla ragazza dai capelli bruno-rossicci che gli stava a fianco, e quest'ultima annuì e attivò un proiettore di diapositive, mostrando su uno schermo addossato al muro delle immagini prese dagli strumenti computerizzati e di videosorveglianza nel corso di quegli ultimi giorni - immagini che si riferivano ai vari combattimenti sostenuti dai Tamers contro le varie creature emerse di recente! Molti dei Monster Makers restarono stupiti e spaventati: stavano vedendo con i loro occhi le stesse entità artificiali che loro avevano programmato, ora materializzate nel mondo reale e trasformate in un terribile pericolo per tutti! Un Devidramon, un Brachiomon, un Musyamon... e anche dei Digimon dall'aspetto nobile, per quanto animalesco, che gli stessi Monster Makers non riuscivano ad identificare... e che volevano dire che le loro creature si erano evolute per conto proprio, senza che nessuno avesse avuto bisogno di inviare loro istruzioni!

"Non riesco a credere a quello che vedo..." disse, dopo qualche diapositiva, una donna che dava tutta l'impressione di provenire dall'India o comunque da un paese vicino. "Quelli... sono davvero i Digimon che noi abbiamo programmato. Ma come è stato possibile che evolvessero fino a questo punto? Pensavo che i loro dati fossero stati cancellati ormai da tempo, visto che il nostro progetto era stato interrotto..."

"Sì, il progetto è stato effettivamente abbandonato..." spiegò Megumi. "Ma pare il professor Mizuno abbia proseguito per conto suo la ricerca, e si sia spinto al punto che le entità computerizzate hanno potuto sviluppare autocoscienza, istinto di autoconservazione e addirittura una forma di intelligenza, che pur non essendo ancora riusciti a quantificare, riteniamo essere quasi pari, se non addirittura superiore, a quella umana."

"Come se non bastasse, molti di questi Digimon si sono rivelati aggressivi e motivati da desiderio di rivalsa nei confronti degli essei umani che li hanno creati." proseguì Reika. "Le emersioni che si sono verificate hanno provocato notevoli danni materiali. Per pura fortuna non si sono ancora avute vittime tra la popolazione, ma la situazione cambierà senz'altro, se gli attacchi dei Digimon non saranno fermati definitivamente. E c'è un altro elemento che ci preoccupa."

Yamaki si aggiustò gli occhiali da sole e richiuse il suo accendino con un colpo secco. Adesso arrivava la parte che più interessava a lui... "Sembra che alcune entità digitali siano entrati in rapporti di amicizia... nei limiti che questo termine può avere per delle creature così aliene... con dei minorenni che vivono in questa città, che si sono convinti della sincerità delle loro intenzioni. Effettivamente, non possiamo negare che in certe occasioni il loro intervento si sia rivelato fondamentale per arginare l'invasione, quindi non tutti i mali vengono per nuocere." spiegò. "Tuttavia, si tratta ugualmente di esseri imprevedibili e pericolosi, che devono essere tenuti sotto controllo ed eventualmente rimossi. Ed è qui... che entra in gioco la conoscenza di voi Monster Makers. Voi siete quelli che meglio di chiunque altro conoscono le caratteristiche delle entità digitali da voi create, e quindi anche i loro punti deboli. Con la vostra collaborazione, sarà possibile imbrigliare tutti i Digimon presenti nel Mondo Reale e non soltanto rispedirli definitivamente nella loro dimensione, ma anche precludere a tutti loro la possibilità di tornare. Credo che sia il minimo che voi offriate la vostra collaborazione... visto che questi mostri sono il risultato della vostra ricerca. Sfortunatamente, a causa di eventi sfortunati e non dipendenti dalla sua volontà, Mizuno non potrà offrire la sua collaborazione... il che gioca a nostro sfavore, dal momento che era lui il membro dei Monster Makers con la maggiore conoscenza dell'algoritmo originale di funzionamento dei Digimon. Ma è mio parere che la combinazione delle vostre abilità sarà più che sufficiente a compensare questa mancanza."

Già, Mizuno... anche conosciuto come Shibumi, l'unico membro dei Monster Makers che aveva mantenuto fiducia nel progetto anche dopo il suo abbandono. Sfortunatamente, a causa dell'incidente automobilistico in cui era rimasto coinvolto sette anni prima, era rimasto in stato vegetativo... e quindi non avrebbe potuto in alcun modo contribuire alla riunione. E anche così, era facile immaginare che i loro sentimenti fossero alquanto contraddittori: da una parte il fatto che le loro creazioni stavano mettendo il mondo in pericolo, e dall'altra quello che gli si stava chiedendo di distruggere il progetto per il quale tutti loro avevano lavorato e nel quale avevano riversato i loro sogni...

Fu il signor Wong - anche conosciuto come Tao tra i suoi colleghi Monster Makers - a rompere per primo il silenzio. Era ovvio quale fosse la scelta giusta da fare, ma questo non la rendeva certo quella più semplice da fare...

"E... e va bene, Yamaki. Credo di parlare per tutti quando dico che siamo disposti ad offrire la nostra collaborazione." affermò, quasi stancamente. Guardandosi attorno, vide che anche gli altri membri del vecchio gruppo e il suo professore erano d'accordo con la sua decisione. "Non immaginavamo che il nostro progetto avrebbe avuto conseguenze così terribili, ma questo non ci rende meno responsabili dell'accaduto. Quindi... va bene, conti pure su di noi."

"Eccellente." rispose Yamaki, reprimendo un piccolo sorriso di soddisfazione. "Molto bene. I dati e le informazioni che vi servono sono contenuti nei fogli posti davanti a voi. Vi suggerirei di leggerli con attenzione prima che il lavoro di adattamento del sistema inizi. Il buon funzionamento delle nostre contromisure sarà vitale in questa occasione... non possiamo permetterci errori di alcun tipo. Vi auguro buon lavoro, e attendo risultati."

Con percettibile riluttanza, i vari programmatori volsero la loro attenzione alle schede che lo staff di Hypnos aveva disposto davanti a loro e iniziarono a studiare i vari diagrammi e tabelle... del tutto inconsapevoli che un paio di piccoli e luccicanti occhi indiscreti li stava osservando da una presa d'aria sulla parte superiore di un muro, e che il loro proprietario si stava rapidamente ritirando nell'oscurità, sghignazzando tra sè per l'opportunità che gli si stava presentando...

"Ma bene..." squittì tra sè Kumbhiramon, il Deva Topo. "E così, questi sarebbero gli esseri umani che hanno fornito i dati al Mondo Digitale del Sud, e hanno dato vita a così tanti nostri simili... heheheee... la cosa mi disgusterebbe, se non fosse così deliziosamente ironica! E adesso... credono di poterci buttare via come se non fossimo mai esistiti? Poveri sciocchi... prima che il sole tramonti, di questo posto non resterà che l'indirizzo!"

Mentre continuava ad indietreggiare, il piccolo Deva iniziò a concentrarsi, e inviò un messaggio telepatico al Mondo Digitale...

 

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"Bada Boom!"

Una fiammata scaturì dall'indice di Impmon e colpì in pieno un Tentomon che cercava disperatamente di riprendere quota. Lo scarabeo rosato spalancò per un attimo i suoi occhi compositi, prima che i suoi dati si disperdessero in una pioggia multicolore e lucente che venne subito dopo assorbito dal corpo di Impmon, che sghignazzò soddisfatto. Una sensazione di nuova forza, come una corroborante scarica elettrica, attraversò il suo piccolo corpo... e il demonietto strinse il pugno davanti a sè, ammirando gli ultimi dati che venivano assorbiti.

"Heheheee... allora ha funzionato davvero quell'idea di seguire i mocciosi... e servirmi dei dati dei loro avversari! Se mi va bene, tra non molto potrò digievolvere... e allora vedremo chi è il più forte tra noi!" disse tra sè. "Finalmente avrò la forza che desidero, e il rispetto che merito!"

Impmon si stiracchiò e si sgranchì le ossa, come per far vedere ad un pubblico immaginatio che era già pronto per un altro round... poi, una strana sensazione raggiunse i suoi sensi digitali, allertandolo alla presenza di qualche altra entità simile a lui... ma di livello molto più elevato! Anzi, no, non era proprio arrivata... ma si stava per aprire un Digital Field tramite il quale quell'essere sarebbe arrivato sulla Terra...

"Oh, ooooh... ma guarda un pò, sembra che questo sia il mio giorno fortunato!" esclamò, e si sfregò le mani con impazienza. "Bene, bene... allora, non mi farò pregare! Piatto ricco, mi ci ficco!"

 

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"Sigh... ricordami ancora una volta, Hirokazu-kun, come mai riesci sempre a convincermi a seguirti, anche per le cose più asurde..." disse Kenta rassegnato, mentre si aggiustava gli occhiali e seguiva il suo migliore amico, Takato e Juri lungo il sentierino che portava alla tana di Guilmon. Impenintente come al solito, Hirokazu gli rivolse il suo classico ghigno sicuro - probabilmente imparato da un certo Taichi Yagami, considerando quanto Hirokazu fosse un otaku di quell'anime... - e gli rispose in maniera così semplice da essere addirittura disarmante!

"Beh, se non avessi avuto neanche un pò voglia di vedere un Digimon dal vivo, non ti saresti mai lasciato convincere, no?" rispose, come se fosse la cosa più naturale del mondo. "E ora, amico mio, lustrati bene gli occhi e preparati a vedere l'impossibile! Stai per incontrare dei Digimon dal vivo!"

Dopo la scuola, Takato ed Hirokazu avevano mantenuto l'impegno preso con Juri di portarla a vedere Guilmon, in modo anche da approfittare per parlarle di quello che era successo di recente... e visto che il malcapitato Kenta era lì, Hirokazu aveva pensato bene di coinvolgere anche lui, ed era riuscito a trascinarlo con loro - benchè Takato e Juri non ne fossero troppo convinti. In quel momento, dopo il breve tragitto dalla scuola fino al parco, i ragazzi stavano imboccando, dietro la guida di Takato, il sentierino che portava alla baracchetta polverosa nella quale il giovane Tamer aveva fatto nascondere il suo compagno e Calumon. C'era ancora un pò di tempo prima dell'appuntamento con Ruki, Jenrya... e Ryou... quindi, poteva permettersi di perdere un'oretta.

"Okay, ragazzi, ci siamo..." disse infine, indicando la costruzione nel momento in cui questa apparve tra le fronde. "E' lì che Guilmon e Calumon si trovano. Venite, non abbiate paura... sono sicuro che saranno felici di conoscervi!"

"Confesso che sono molto emozionata..." mormorò Juri, avvicinandosi con un pò di esitazione alla casa improvvisata... e un istante dopo, sia lei che Kenta sobbalzarono quando la testa di un piccolo dinosauro rosso fece capolino dal muro diroccato e guardò con curiosità il gruppetto! Guilmon si aveva sentiti arrivare, probabilmente anche grazie al fiuto... ma era un pò perplesso per la presenza di altri due ragazzi che non conosceva...

"Ah!" esclamò Kenta, i cui occhi sembravano sul punto di schizzare fuori dalle orbite e rompere le lenti dei suoi occhiali! Hirokazu, che si aspettava una simile reazione da parte del suo migliore amico, si coprì la bocca con una mano e sghignazzò divertito. "T-Takato-kun! Kazu-kun! Quello... quello è... che... che razza di Digimon è? Non l'ho mai visto nè nell'anime nè nelle carte da gioco!"

"Takatomon, ciao..." salutò Guilmon, usceno dal suo nascondiglio e guardando con curiosità la bambina castana che stava a fianco del suo Tamer e che lo stava guardando con meraviglia. "Sei arrivato presto, oggi... oh, e hai portato anche dei tuoi amici, vedo!"

"Amici? Chi ha parlato di amici? Io adoro farmi nuovi amici, calu calu!" cinguettò allegramente Calumon. Il piccolo Digimon bianco sfrecciò fuori dalla tana di Guilmon e iniziò a volteggiare ad orecchie spiegate attorno ad una Juri Katou sempre più stupita ed incredula. Poi, ridacchiando, volò in faccia a Kenta e si posò su di lui, facendolo quasi sedere per terra per la sorpresa! "Ciao, amici di Takato! Io sono Calumon, calu calu! E voi chi siete? Volete giocare con noi?"

"Ah... ehm... ecco, lui è Calumon... non fateci troppo caso, questo comportamento è del tutto normale per lui! Hehehee..." affermò Takato, con un certo imbarazzo. Poi, il ragazzino si avvicinò a Guilmon e gli fece una carezza sulla testa. "E lui invece... è il mio Digimon, Guilmon! Guilmon, hai già conosciuto Hirokazu-kun... e loro invece sono... la mia amica Juri Katou, e il miglior amico di Kazu-kun, Kenta Kitagawa! Erano tutti e due molto ansiosi di conoscerti!"

La sorpresa di Juri si era trasformata rapidamente in gioia ed entusiasmo. Anche per il fatto che, obiettivamente parlando, Guilmon e Calumon erano davvero carini, e la ragazzina si chinò verso Guilmon per accarezzarlo. "Ciao... ehm... Guilmon!" disse lei, le sue titubanze iniziali del tutto superate. "E così... tu sei il Digimon di Takato-kun! Io mi chiamo Juri, piacere di conoscerti!"

"E il piacere è anche mio! Woof! Lo sai che sei davvero simpatico?" continuò, facendo parlare il suo pupazzetto! Guilmon, che si era lasciato avvicinare proprio perchè sapeva di potersi fidare di un'amica di Takato, rimase non poco sorpreso... mentre poco più in là, finalmente, Calumon si staccava dal viso del povero Kenta e tornava indietro verso Juri e Takato, sempre tenendosi addosso lo sguardo meravigliato del ragazzino con gli occhiali!

"Uuuugh... non... non è... possibile!" mormorò Kenta. "Se... se non l'avessi visto... con i miei occhi... non ci crederei! Sono... dei Digimon... Esistono davvero!"

Hirokazu annuì, le braccia incrociate sul petto come per rafforzare la sua aria di superiorità. "E io che ti avevo detto, furbone? Sei tu quello che non mi dà mai retta!"

"Considerando le teorie con cui te ne esci avolte, Kazu-kun, la cosa non dovrebbe sorprenderti più di tanto..." borbottò il suo migliore amico.

"Incredibile... dico sul serio, dei veri Digimon in carne ed ossa!" esclamò Juri, continuando a guardare Guilmon e Calumon. "Ma... dimmi, Takato-kun, come hai fatto a conoscerli? E... da dove vengono esattamente? Vengono da DigiWorld, come nel cartone animato?"

"In realtà, c'è... una certa differenza." rispose Takato, facendosi un pò più serio. Voleva assicurarsi che la sua amica capisse subito che la situazione non era rose e fiori come nel loro anime preferito. "Prima di tutto, per quanto ne sono, DigiWorld è... huh? Che succede, Guilmon? Calumon? C'è... qualcosa che non va?"

Calumon, che stava continuando a svolazzare allegramente attorno a Juri, si era fermato di colpo e aveva ritirato le sue orecchie-ali, rannicchiandosi contro la sorpresa Juri e tremando dalla paura... mentre gli occhi di Guilmon si erano contratti, come succedeva quando il piccolo dinosauro avvertiva un pericolo!

"Takatomon... qualcosa sta arrivando..." ringhiò, guardando nella direzione verso la quale Takato sapeva trovarsi la sede di Hypnos. I ragazzi riuscirono a vedere che il cielo si stava rannuvolando, e che una strana, innaturale foschia grigia cominciava a raccogliersi in un certo punto nel cielo, ad annunciare l'arrivo di un Digimon...

"C-Cosa?" esclamò Kenta, con un brivido di paura. "E... e quello che cos'è? Cosa sta succedendo qui?"

 

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Il Deva Cavallo, Indramon, ghignò presuntuosamente quando il passaggio tra i due mondi si aprì, in modo da depositarlo vicino alla nuova sede di Hypnos. Le informazioni racolte da Kumbhiramon erano state corrette... per quanto gli seccasse ammetterlo, era stata una buona idea quella di seguire i consigli di Makuramon e inviare dellespie nel Mondo Reale. Adesso, potevano schiacciare quei ridicoli umani prima che potessero tentare qualsiasi cosa!

"Heheheee... molto bene, adesso tocca a me." disse tra sè il gigante dalla testa equina, tenendo tra le mani il pesante corno dorato che era la sua arma preferita. "Zhuqiaomon-sama sarà contento quando tornerò con la Shining Evolution!"

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: E così, anche questo capitolo volge al termine! Stiamo per raggiungere un punto cruciale, e anche il viaggio nel Mondo Digitale si fa sempre più vicino! Allora sì che la storia diventerà davvero interessante! Certo, non che un nuovo scontro con un Deva - tra l'altro, uno dei Deva più forti - non sia interessante, però...

E così, anche Juri e Kenta scoprono la verità sui Digimon. Questo significa che potrebbero conoscere presto i loro partner e ricevere i loro Digivice... e tra l'altro, quell'Elecmon apparso in questo capitolo potrebbe avere un certo ruolo, in futuro...

Non ho molto altro da dire, se non... non preoccupatevi, sto continuando a scrivere, anche se i miei impegni universitari si fanno sempre sentire, e non tutti i giorni sono ispirato. Abbiate pazienza, perchè entro fine mese sono sicuro che tutte le storie in corso saranno aggiornate! Buon proseguimento di vacanze... e alla prossima!

 

Justice Gundam

 

  
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