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Autore: Stillintoyou    03/07/2020    1 recensioni
Niente, in quella casa, era mio.
Mi misi lentamente seduta, e, sempre lentamente, mi spostai di lato, pronta a scendere, ma la vibrazione sul comodino attirò la mia attenzione.
Okay, forse c'era una cosa di mio: il cellulare.
Era poggiato sulla superficie, e la schermata era accesa.
‹‹ Uhm? ››
Lo presi, incuriosita, e notai subito che quella schermata era come una sorta di... applicazione.
C'era una notifica nella sezione Chat, così premetti e subito si aprì.
In alto c'erano i nomi dei partecipanti, ma nessuno di questi mi ricordava qualcosa.
Zen, Jaehee, Yoosung, Jumin, 707.
Un fiume di messaggi fu l'unica cosa che riuscii a vedere. Ero troppo confusa per capire qualcosa.
Parlavano di... qualcosa.
Non riuscii a capire l'argomento trattato, ma notai che uno di loro era stato accusato di egocentrismo, qualcuno si chiamava come la regina d'Inghilterra, poi meme, meme, meme.
‹‹ Che diavolo..? ›› non capivo ‹‹ okay. Come si esce dalla chat? sarà uno di quei gruppo whatsapp molesti... ›› borbottai, e proprio quando stavo per cominciare a cercare il modo di abbandonate la chat, uno di loro, 707, si accorse della mia presenza. Accusandomi di essere un hacker.
Sul serio?
Genere: Fluff, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jumin Han, Nuovo personaggio, Unknown, V
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Aspettammo per quella che sembrò essere un infinità di tempo, prima del messaggio in cui Jaehee c'informava della loro partenza dalla casa di Jumin.

Sentivo una strana agitazione in corpo e non facevo altro che fare avanti e indietro per casa, ignorando totalmente i messaggi continui del povero Zen che cercava a tutti i costi di mettersi in contatto con me per sapere come stavo.

Nel giro di mezz'ora, probabilmente, aveva fatto circa 10 chiamate a vuoto. Eppure Haruka aveva scritto chiaramente in chat che ora stavo bene, e che l'attacco di panico era passato.

Al momento, comunque, non m'interessavano questo genere di cose.

No. M'interessava sistemare la casa. M'interessava tenere la testa occupata.

‹‹ Perché sei così agitata? Insomma... quella agitata dovrei essere io. Badare ad Elizabeth the 3rd è un mio compito... ›› brontolò Haruka, seduta sullo sgabello mentre mi fissava in modo imbronciato.

In quel momento, pulivo attentamente e scrupolosamente il piano cottura.

Il problema di quell'attesa, non era tanto che stesse arrivando la gatta di Jumin, quanto il fatto che la stesse portando Luciel.

Il nome risuonava nei miei timpani come se qualcuno lo stesse sussurrando.

Luciel.

Praticamente il povero ragazzo al quale negli ultimi giorni avevo complicato la vita.

I sensi di colpa verso il ragazzo aumentavano a dismisura.

D'altronde stava badando a me come se fosse la mia baby sitter, ed ora stava portando nell'appartamento la gatta perché non voleva farci uscire, per paura dell'hacker.

E pensare che tutta quella strana situazione, era nata tre giorni prima, per colpa nostra... o meglio, alla fine, per colpa mia. Ero lì da prima di Haruka, d'altronde.

No. Non potevo pensarci. I pensieri vorticavano così tanto che se provavo anche solo a soffermarmi su uno di essi, beh... sarebbe sparito nel giro di pochi attimi e avrei avuto la nausea.

Luciel...

‹‹ Smettila di pensare a Seven ›› sbuffò Haruka, notando che non stavo prestando attenzione a nessuna delle sue parole.

Solo in quel momento mi fermai, piegando metodicamente il panno con la quale pulivo.

‹‹ Non stavo pensando a Seven ›› sbuffai, spostando il panno in un angolino ‹‹ ma alla situazione in sé ››

‹‹ Ma chi stai cercando di prendere in giro, Anju? ›› cantilenò, allungando la “u” del mio nome in maniera fin troppo eccessiva. Assunse la classica faccia di chi la sa lunga e gongolò sul posto, stringendosi nelle spalle ‹‹ ti conosco fin troppo bene! So perfettamente che, quando cerchi di non pensare, cominci a fare mille cose insieme. È ovvio che sei agitata per qualcosa, e dubito che si tratti di Elizabeth the 3rd ››

‹‹ Ti sbagli: è anche per lei ››

‹‹ “Anche”, hai detto bene! Ma il motivo principale è Seven, vero? ›› ed ancora, ecco quella faccia da chi la sa lunga.

Senza negare, né confermare, semplicemente mi poggiai al piano cottura, sollevando lo sguardo sul soffitto.

‹‹ No... cioè, sì, ma non per quello che pensi tu ›› cominciai. Il mio sguardo, probabilmente, si spense.

È in momenti come quello che Haruka, nonostante la sua natura scherzosa e sbarazzina, metteva da parte quel suo lato scherzoso per mettere in primo piano le paranoie di chi le sta attorno.

Puntò i gomiti sul ripiano di fronte a sé, congiungendo le mani e poggiandoci sopra il mento, assumendo un espressione concentrata.

Era pronta a prestarmi la massima attenzione, in quel momento.

Ma, in tutta onestà, non avevo molta voglia di parlare.

Cosa dovevo dirle? Anzi: cosa potevo dirle?

Per quanto Luciel avesse lasciato intendere che ora era giunto il momento di metterla al corrente della situazione con l'hacker, io non ero così sicura di volerlo fare.

E se non avesse retto la cosa? Magari si sarebbe sentita doppiamente in pericolo e avrebbe cominciato a dare di matto.

‹‹ Anju... ›› mi richiamò lei, corrugando la fronte. Il mio silenzio, probabilmente, la stava preoccupando anche più del problema dell'hacker ‹‹ stai tremando... ›› mormorò.

Corrugai la fronte, ed abbassai lo sguardo. Non mi ero accorta di quel dettaglio.

Era un tremolio leggero, ma a lei non sfuggiva niente.

‹‹ Sicura di stare bene? ›› domandò.

Annuì, passandomi nervosamente una mano tra i capelli ‹‹ tra quando dovrebbero arrivare? ››

‹‹ Beh... pochi minuti. Sono partiti un ora fa, ormai... è per questo che tremi? ››

‹‹ No.. no, tranquilla. Probabilmente è dovuto a prima. Un calo di pressione, magari ›› provai a cavarmela così, decidendo, tra me e me, che avrei discusso di questa cosa con Luciel, una volta arrivato.

‹‹ Okay... comunque, se è per questo, sta tranquilla: non ti senti agitata perché ti piace Seven.

Penso sia semplicemente l'eccitazione del primo incontro. D'altronde vi siete sempre e solo parlati tramite telefono! ›› ed ecco che Haruka cominciava a far uscire la “psicologo” dentro di sé.

Non stava scherzando, in quell'istante, ed anzi, era seria.

Apprezzai il fatto che avesse finalmente capito che tra me e Luciel non c'era niente di che.

E poi, in quel momento, on potevo che darle ragione: dentro di me sapevo benissimo che un minimo di ansia era causata anche dal primo incontro.

Sorrisi ed annuì, sentendo, poi, una forte vibrazione. Il cellulare di Haruka aveva una vibrazione particolare e personalizzata da lei stessa, così da poter riconoscere il mittente anche senza la suoneria, e senza dover per forza controllare lo schermo prima di rispondere.

‹‹ Uhm? Yoosung? ›› mormorò, quasi con un tono preoccupato. In effetti, anche io sapevo bene che i membri della RFA non erano solito a chiamare. A lei, almeno...

‹‹ Che sia perché non hai risposto a Zen? ›› ipotizzò, prendendo il cellulare ‹‹ ma avevo avvertito che non stai bene... insomma, non c'è bisogno di chiamare. ›› sospirò, prendendo il telefono in mano. Vedevo che, nonostante la mini lamentela, stava sorridendo

‹‹ Se non rispondi, non saprai mai il motivo della chiamata ›› le feci notare, e nel momento esatto in cui la mia amica premette il tasto per accettare la chiamata, il campanello trillò.

Fui colta improvvisamente da un senso di ansia. Luciel era arrivato, ed io somigliavo ancora ad una capra asmatica.

Avevo ancora i caelli scompigliati, gli abiti spiegazzati... Avevo sistemato la casa, ma non mi ero sistemata io.

Va beh, in fondo, era veramente così tanto importante?.... sì. Lo era.

Ma decisi di appellarmi al buon senso e lasciar perdere. D'altronde, non potevo di certo lasciarlo aspettare lì fuori con Elizabeth.

Mi passai rapidamente una mano tra i capelli ed andai ad aprire, cercando di non fermarmi di fronte alla maniglia della porta. Tergiversare era inutile, no?

Almeno, questo era quello che pensavo.

Il problema era metterlo in pratica.

Il mio cuore batteva così forte per l'agitazione, che mi fermai per qualche attimo di fronte alla porta.

Ero certa che il mio battito si potesse sentire anche a distanza di metri.

Allungai al mano verso la maniglia e strinsi il pugno, prima di toccarla.

‹‹ Forza... ›› mormorai, poi annuì tra me e me, come se quello mi avesse convinta.

Con forza, abbassai la maniglia e spinsi la porta verso di me, così da aprirla.

Concentrata com'ero nel compiere quel piccolo gesto, avevo calcolato male la distanza tra la porta ed il mio viso.

Sì: stavo per darmi la porta in faccia da sola. Fortuna volle che la porta sfiorò solo i miei capelli, spostandoli ai lati del mio viso.

Ed ecco Luciel. Fermo sull'uscio, quasi imbambolato.

Non disse niente, e tanto meno lo feci io.

Il senso di ansia era sparito, ma sentii il mio cuore saltare un battito alla sua vista.

Dal vivo sembrava così diverso... o forse era solo una mia sensazione?

Tuttavia, l'ansia era sparita, lasciando al suo posto una sensazione particolare... quasi familiare.

Era come se la sua presenza mi avesse improvvisamente rassicurata da ogni cosa.

Elizabeth miagolò infastidita, e questo mi riportò alla realtà.

Abbassai lo sguardo sulla gatta. Era in braccio a Luciel. Non in una gabbia... perché la cosa non mi stupiva?

‹‹ Ciao ›› disse Luciel, come se anche lui fosse tornato con i piedi a terra ‹‹ posso entrare? ››

‹‹ Oh.. sì! Scusa, stavo pensando ››

‹‹ Sì, riuscivo a vedere la rotella del caricamento che girava nel tuo cervello ›› ironizzò, poi sorrise.

Sorrisi di rimando e mi spostai, permettendo al ragazzo di entrare in casa e chiudendo subito dopo la porta, in modo anche abbastanza allarmato.

Sapevo che non sarebbe entrato nessuno da quella porta, ma...

‹‹ Ecco qui, principessa ›› d'istinto, mi girai verso Luciel.... parlava col gatto.

Beh, in fondo, era scontato che non stesse parlando con me.

Si era chinato, permettendo ad Elizabeth the 3rd di poggiare le sue zampe a terra e, di conseguenza, curiosare per casa.

La micia, dallo sguardo celestiale, aveva sollevato il muso verso l'alto e cominciato a camminare in giro per la stanza.

Era veramente bellissima, e guardandola capivo il motivo per il quale Jumin era così “innamorato” di quel gatto.

Aveva il pelo bianco come la neve, che ricadeva verso il basso in maniera così morbida che mi sembrava di sentirne la morbidezza anche solo con uno sguardo.

Era ovvio che Jumin le riservasse le cure più attente, e sicuramente quello splendore del pelo era dovuto a qualche cibo e prodotto particolare.

Non mi sarei stupita di scoprire che Jumin avesse uno chef solo per lei.

Guardandola mentre si osservava attorno, notai un dettaglio particolare: Il collare.

Era rosa confetto, quasi mimetizzato tra tutto quel pelo, ma appena fu sotto la luce della finestra, cominciò a brillare e di conseguenza diventò particolarmente evidente.

‹‹ Quelli sono – ››

‹‹ Diamanti ›› mi anticipò Seven, incrociando le braccia al petto ‹‹ Jumin le ha fatto un regalo dopo essere tornato da un viaggio di lavoro. ››

Un regalo al gatto. Un collare di diamanti.

Inclinai la testa, tenendo le labbra schiuse di fronte a quella rivelazione. Non ho mai desiderato così tanto essere un gatto, come in quel momento.

L'unica cosa di valore che qualcuno mi avesse mai regalato, era un cellulare. E funzionava anche male, oltre che essere bruttissimo. Mai collane o robe del genere.

‹‹ Ah, prima che mi dimentichi... ›› Si chinò di nuovo, inginocchiandosi, e solo in quel momento notai che aveva uno zaino in spalla. Se lo tolse e lo portò di fronte a sé, aprendo la cerniera e cominciando a frugare al suo interno.

‹‹ Qui dentro ci sono le cose di Elly. La cioccola, il suo cibo, dell'acqua... ››

‹‹ L'acqua, per fortuna, c'è anche qui ››

Luciel scosse la testa, mentre estraeva dallo zaino la ciottola.

Anch'essa, come il collare, era rosa, e la scritta “Elizabeth the 3rd” spiccava in grande... grazie ai diamanti che decoravano il bordo delle lettere.

‹‹ Elly beve solo acqua di qualità ›› rispose il ragazzo, poggiando la ciottola affianco a sé ‹‹ non beve altro ››

‹‹ Gesù... e se l'acqua finisce? ››

‹‹ Non ne ho idea. A casa di Jumin non ci sono questo genere di problemi ›› sollevò lo sguardo verso di me.

Dalle foto, non avevo mai notato quanto fossero belli i suoi occhi.

Ambrati, dorati... sotto quella luce, erano particolarmente accesi. Sembravano anch'essi dei diamanti scintillanti. Anzi, si avvicinavano di più a delle scintille elettriche...

‹‹ Okay, che sta succedendo? Proposta di matrimonio? Così? Al primo incontro? Prematuri! ››

Grazie Haruka per avermi riportata con i piedi per terra.

In effetti, la posizione era equivoca. Era inginocchiato di fronte a me...

Scossi la testa, guardando la mia amica mentre poggiava il telefono sul tavolo e si avvicinava a noi.

Luciel, intanto, si tirò su, infilando le mani in tasca ‹‹ Uhm... a dire il vero... ›› spostò una mano, portandosela dietro la nuca ‹‹ No. Perché hai ragione, è prematuro! ›› poi mi rivolse un sorriso e m'indicò ‹‹ tu sei carina, io sono carino... frequentiamoci! ››

Cosa?
Che?
Perché?
Quando?
Eh?

Che stava succedendo?

Capii praticamente subito la massiccia dose di ironia nelle parole di Luciel, ma... beh... non me l'aspettavo così all'improvviso.

Forse ero diventata rossa come un peperone. Per favore, no!

Haruka inclinò la testa, guardandomi. Non aveva fatto commenti strani, quindi, presumibilmente, non ero arrossita. In quel caso, conoscendola, me l'avrebbe fatto pesare a vita.

Forse ero riuscita a controllarmi. Era questo quello che volevo sperare, non di certo di essere arrossita come un'idiota di fronte a quella frase.

Per evitare di rimanere in silenzio, comunque, decidetti di stare al gioco.

Sorrisi nella sua direzione e strinsi i pugni, sollevandoli vicino al volto e dondolando sulle punte dei piedi ‹‹ Perché no? Saremo una coppia carina! ››

Prese una piccola pausa. Per un attimo, fui quasi sicura di aver visto i suoi occhi spalancarsi di fronte a quella mia risposta, come se non se non se lo aspettasse per niente.

Poi inclinò appena la testa, sorridendo, prima di rispondere, come se prima di farlo avesse ben pensato a cosa rispondere e con che torno.

Ridacchiò appena, ma era una risata quasi amara e forzata.

‹‹ Già ›› questo fu quasi un sussurro. Luciel... stava bene?

Diede un finto colpo di tosse, poi distolse rapidamente lo sguardo da me, portandolo sulla mia amica, che era rimasta in piedi ed in silenzio, osservandoci com'era tipico di Haruka. Stava studiando la situazione. Riuscivo quasi a vedere le rotelle nel suo cervello che giravano in maniera continua.

Quando vide che entrambi la stavamo fissando – come lei stava fissando noi – abbozzò un sorriso non curante della cosa e, sollevando la mano in modo quasi principesco, spostò la sua attenzione su Elizabeth, che intanto si era appallottolata sul divano.

Quindi ci abbandonò letteralmente da soli, per andare verso Elly e guardarla da vicino.

Inutile dire che la gatta la guardò come se fosse il più brutto alieno sceso in terra che occupava il suo spazio vitale. Quel gatto era bellissimo... ma palesemente fin troppo viziato. Sembrava dire “che schifo i poveri” solo guardandoti.

Anche se era un gatto... era normale che all'inizio dimostrasse una certa diffidenza nei confronti degli sconosciuti.

Tuttavia, Haruka era abbastanza abituata a quel genere di comportamento da parte degli animali.

Sapeva quando poteva avvicinarsi e quando no, quindi le lasciò i suoi spazi ed il suo tempo di abituarsi.

Si chinò sulle ginocchia, di fronte alla palla di pelo, e la osservò nei suoi comportamenti.

Le parlò con calma, come se questa potesse anche risponderle, presentandosi e facendo cose... “normali”... insomma, come se stesse parlando ad una bambina.

‹‹ Elizabeth la sta guardando malissimo... ›› mormorai, così da rompere quel silenzio che si era creato tra me e Luciel. Ma, quando mi girai, lo vidi con lo sguardo rivolto al suo telefono.

Stava scrivendo così rapidamente che per qualche secondo mi venne l'ansia che potesse spaccare lo schermo con le dita.

‹‹ È fatta così. Lasciale qualche attimo e vedrai che la diffidenza le passerà. Sono sicuro che Haruka non fa schifo con le interazioni sociali, e che sia una brava persona con gli animali. Si vede, d'altronde... guarda come si sta comportando ora con Elly ››, rispose, indicandola poi con la testa, ‹‹ non sta facendo una cosa cattiva. Anche io ho parlato con Elly mentre venivo qui. È una brava ascoltatrice ›› ironizzò, ridacchiando sotto i baffi ‹‹ quando parli rimane in silenzio! ››

‹‹ Uh, meno male! Odio quando m'interrompono mentre parlo ››

‹‹ Anche io! E poi... è coccolona! Si lascia abbracciare, baciare... a volte, quello. È un po' una prima donna. Ti mette le mani in faccia quando cominci a darle troppi baci. Chissà se fa così anche con Jumin... ››

‹‹ Hai provato a baciarla, venendo qui? ›› domandai. Luciel sollevò un sopracciglio, alzando, finalmente, lo sguardo dal telefono.

‹‹ No ›› rispose. Ma poco dopo fece l'occhiolino. Quindi era un sì. ‹‹ ma, comunque, le ho parlato un po'. È una cosa comune... anche Jumin lo fa molto spesso ››

‹‹ Immagino ›› accennai un sorriso, stringendomi nelle spalle ‹‹ non dovresti tornare da Jaehee? Immagino che sia rimasta in macchina ad aspettarti ››

‹‹ No, è andata via appena siamo arrivati. Le ho detto che avevo delle faccende da sbrigare. A qusto proposito, Anju ›› era strano sentire il mio nome pronunciato da lui così, faccia, senza avere il cellulare come tramite.

‹‹ Sì? ››

‹‹ Mi presteresti un attimo il tuo cellulare, per favore? Già che ci sono... controlliamo quella cosa ››

‹‹ Quale cosa? ›› intervenne Haruka, improvvisamente interessata a noi, più che al gatto.

Luciel mi guardò con la coda dell'occhio.

Uno sguardo d'intesa.

Che fosse giunto il momento di parlarle di quella cosa?

‹‹ Glielo spieghi tu? ›› gli chiesi, speranzosa di una risposta positiva, che non tardò ad arrivare.

‹‹ Che cosa? ›› domandò di nuovo la mia amica, alzandosi. Elizabeth passò definitivamente in secondo piano.

Luciel prese un respiro profondo, come se stesse cercando la calma interiore prima di parlare, poi cominciò a spiegare.

Per tutto il tempo, Haruka non disse una singola parola, ascoltando Luciel in modo silenzioso e sorprendentemente tranquillo.

Ero sorpresa di vedere che i miei film mentali, dove lei si faceva prendere dal panico, non si fossero avverati. Che fosse solo apparenza?

Nervosamente, mentre Luciel raccontava dei messaggi e del motivo del mio attacco di panico, cominciai a mordermi l'unghia del pollice.

Elizabeth the 3rd, quasi come se avesse percepito quello stato d'ansia, si era scomodata dal divano – che, attualmente, sembrava essere diventata la sua nuova dimora preferita – per sfregarsi contro le mie gambe, facendo le fusa.

‹‹ Anju, posso? ›› chiese Luciel, scuotendo il telefono. Capii che si riferiva a far leggere i messaggi alla mia amica, e silenziosamente, annuii ‹‹ Uhm.. okay. Ecco... vedi? ›› si avvicinò a lei, cominciando a scorrere i messaggi.

Non c'era niente di chissà quanto problematico... no? Ed in ogni caso, non avrei avuto problemi a spiegare eventuali cose alla mia amica.

M'inginocchiai, accarezzando Elizabeth. Mi guardava negli occhi in un modo così tenero che sembrava quasi sorridermi, mentre sfregava il muso contro la mia mano. Faceva le fusa.

Era vero, comunque: le fusa dei gatti erano in grado di rilassare.

Forse avevo bisogno di un gattino in giro per casa, in quel periodo.

‹‹ Ma... non capisco: perché mi avete nascosto questa cosa fino ad ora? ››

‹‹ Perché temevamo un tuo crollo psicologico... o qualcosa del genere. Siete state portate qui dentro da un Hacker. Insomma... non è esattamente la cosa più bella del mondo! ››

‹‹ Sì, ma ormai è accaduto. Ed ora siamo al sicuro, no? ››

Stranamente, era tremendamente disinvolta nella cosa. Sembrava quasi che le stesse parlando di qualcosa successa mille anni fa, o, semplicemente, una favola surreale.

Sì, quella situazione probabilmente sembrava tale, ma era la verità.

Io avevo visto quella persona. Mi aveva cercata. Sapevo che lui era reale, e sapevo che aveva intenzione di tornare.

‹‹ Ciò che mi chiedo, comunque... è perché cerchi Anju ›› alzai il volto verso la mia amica.

Una delle domande che temevo di più in assoluto.

Il suo sguardo era perso nel vuoto, ed una mano era poggiata sul suo mento.

‹‹ Probabilmente perché è stata la prima persona a mettere piede qui dentro ›› ipotizzò Luciel, guardandomi con la coda dell'occhio. Probabilmente assunsi lo stesso sguardo debitore di un cucciolo salvato dalla strada. Sapeva bene, ormai, quali fossero le mie paure per Haruka.

Gli avrò provocato la nausea a furia di ripetere che speravo vivamente che non si sentisse messa in un angolo e abbandonata.

Dopo qualche attimo di silenzio, Haruka spostò finalmente la mano dal mento, schioccando rumorosamente la lingua contro il palato ‹‹ quel messaggio dove chiede se ci stiamo divertendo a chattare con voi, mi da parecchio da pensare. Intendo, perché chiedere? Perché portarci qui? ›› si passò la mano tra i capelli ‹‹ sto cercando di capire quale sia il suo scopo. Non bastava Anju? ›› alla fine di quella frase, si girò verso di me, muovendo rapidamente una mano ‹‹ non intendo che non mi faccia piacere stare qui con me... però... nel senso.... ››

‹‹ Evidentemente no ›› Luciel aveva un espressione concentrata. Quello che aveva chiesto la mia amica, era la stessa cosa che ci chiedevamo tutti noi. ‹‹ Haruka, stai andando a sbattere contro un muro con questi ragionamenti... comunque, ora siete al sicuro. Il sistema di sicurezza è stati potenziato, ed in ogni caso io non tolgo mai gli occhi dal monitor. Al primo segnalino d'allarme, mi fionderò qui. Quindi... ›› sorrise, ed improvvisamente, ogni traccia di concentrazione sparì dal suo volto. Sembrò improvvisamente rilassato.

Si chinò all'altezza della mia amica, toccandole una spalla ‹‹ Non c'è da scervellarsi poi tanto. Puoi rilassarti e continuare ciò che Jumin ti ha detto di fare ››

‹‹ Oh... sì! Elizabeth the 3rd! Devo assolutamente fare una foto alla gatta e mandarla a Jumin, così sarà certo della sua salute! ››

Ed anche Haruka sembrò essere tornata quella di sempre.

Tutto nell'arco di tempo di un battito di ciglia. Era un potere di Luciel?

‹‹ Tu... stai bene? ›› domandò il ragazzo. Ero talmente concentrata a guardare Haruka tornare così rapidamente normale che non mi ero nemmeno resa conto dello spostamento di Luciel.

Annuii, rimettendomi in piedi ‹‹ non mi piace parlare di questo argomento, ma... sto bene ›› ri-confermo: avere Luciel lì era decisamente più rassicurante. Persino parlare di quell'argomento sembrava essere più leggero.

Luciel abbozzò un sorriso, poggiandosi una mano contro il braccio, per poi pormi il telefono ‹‹ visto? Non era così complicato. Alla fine, uhm... ›› si girò, guardando ancora una volta la mia amica, che aveva spostato la sua attenzione di Elizabeth ‹‹ l'ha presa bene ››.

‹‹ Sì, ma è merito tuo che le hai spiegato tutto con totale tranquillità! ›› abbozzò di nuovo un sorriso.

‹‹ Vieni, ora spiegherò qualche cosa anche a te, poi andrò via ›› mi fece cenno di seguirlo, mentre andava a sedersi sul divano.

 

Il resto del tempo lo passammo con lui che mi spiegava, a grandi linee, come funzionava il sistema di sicurezza. Sembrava saltare grandi parti, omettere dettagli, che presumibilmente non avevano niente di troppo rilevante.

E la cosa strana, era che sembrava evitare qualsiasi forma di contatto fisico. A momenti, sembrava evitare proprio il mio sguardo.

Luciel, quindi, sotto sotto era una persona impacciata? Che fosse semplicemente quello il motivo per il quale, spesso e volentieri, era il pagliaccio della situazione?

Persino di fronte ad alcune battute di Haruka, riguardo al fatto che fosse comunque così “vicino” a me, dato il fatto che il divano, tutto sommato, non era così grande, sembrò sentirsi abbastanza a disagio.

In tutto questo, Jumin continuava insistentemente a mandare messaggi e a chiedere se Elizabeh stesse bene.

Entrai in chat, ma non scrissi. Preferii ignorare i messaggi, piuttosto che ignorare Lucie.

Il primo messaggio che vidi, fu proprio da parte di Jumin.

“Sappiate che appena torna a casa conterò i peli di Elizabeth per assicurarmi che non ne abbia persi troppi”.

Voleva farci seriamente credere che contava tutti i peli di Elizabeth?

Ma Haruka non sembrò nemmeno farsi intimidire da quella minaccia, e continuava a fare foto alla gatta, che sembrava apprezzare quel genere di attenzioni ed esserci addirittura abituata.

A momenti, sembrava rimanere in posa appositamente per le foto.

Haruka, comunque, le foto non le teneva solo per sé. Anzi, le mandava immediatamente a Jumin.

Si stavano tartassando di messaggi a vicenda: Jumin per chiedere di Elizabeth, e lei mandandogli le foto.

Parallelamente a questo, c'eravamo io e Luciel divisi da un invisibile muro di sicurezza.

La situazione in cui cercava di stare a debita distanza, comunque, durò finché non andò via.

Fui colta da uno strano senso di malinconia quando vidi la porta chiudersi, mentre Luciel si avvicinava all'ascensore.

Prima di entrare dentro questo, si girò e mi salutò con un gesto della mano ed un sorriso.

Per qualche attimo, mi venne spontaneo domandarmi se quello fosse un sorriso forzato o meno.

Mi poggiai alla porta, una volta chiusa, ed abbassai lentamente lo sguardo sulle punte delle mie scarpe.

‹‹ Ti piace. ›› affermò Haruka, senza staccare, però, lo sguardo dal telefono.

‹‹ Luciel? Uhm... ›› poggiai una mano dietro il mio collo, grattandomelo nervosamente.

Non era quello il problema, e non avevo una cotta per il ragazzo.

Il problema, era che non capivo il perché di quella sua distanza. Lo vedevo stanco, in ogni caso, a prescindere dal suo essere distaccato.

‹‹ Sì, Luciel ›› affermò di nuovo, poggiando, finalmente, il telefono, ma prestando attenzione ad Elizabeth, che stranamente si era spostata sulle sue gambe ‹‹ è abbastanza evidente ››

‹‹ No, Haruka. Non è come credi ›› spostai la mano tra i miei capelli, poi ispirai profondamente ‹‹ è che tutta questa situazione mi sembra così... surreale. E poi sono preoccupata per lui. Da quando siamo qui non credo che si stia riposando... intendo... l'hacker è entrato in questa casa ben due volte! E poi mi ha spiegato a grandi linee come funziona il sistema di sicurezza della casa, e sembra un totale casino da... hackerare, o come si dice ››

‹‹ Beh... per un hacker dovrebbe essere come bere un bicchier d'acqua ››, grazie capitan ovvio, ‹‹ se no, ovviamente, non ci sarebbe riuscito ››

‹‹ Sì, ma perché farlo? ››

‹‹ Hai sentito cos'ha detto Luciel: “è come sbattere contro un muro”, quindi non è un nostro problema ››

‹‹ Però... mi sento in colpa. Ed inutile. ›› sbuffai ‹‹ non voglio che si sovraccarichi di lavoro... ››

abbassai lentamente il volto sulle mie mani. Forse, se l'hacker si fosse ripresentato un ultima volta in quella casa... beh... forse avrei fatto meglio a seguirlo senza troppe esitazioni.

Voleva me, no? Voleva tornare per me.

Strinsi i pugni, portandolo poi contro il petto. Sentii il cuore esplodermi di ansia, ma cercai con tutta me stessa di non dare di matto. Non volevo che Haruka lo notasse, e non volevo far preoccupare di nuovo tutti.

Elizabeth, comunque, balzò giù dalle gambe della mia amica e si sedette di fronte a me, fissandomi con quel suo musetto dolce.

‹‹ Comunque, come ti ha detto che funziona questo clamoroso sistema di sicurezza che ha già fallito due volte? ›› provò ad ironizzare, ma in quel momento non era il caso.

Comunque, mi trattenetti dal mandarla a quel paese.

Deglutii, cercando di mandare giù quel groppo in gola che mi si era formato per via dell'ansia, poi presi un breve respiro, pronta a spiegarle a grandi linee la situazione.

‹‹ Ammetto di non aver capito molto, ma... a grandi linee, ho capito che la casa riconosce le persone estranee... e scatta qualcosa, ma non mi ha detto cosa. Dice che è un sistema di sicurezza molto potente ››

‹‹ Non mi piace quel qualcosa, è molto vago... magari è una bomba ›› ironizzò, poggiandosi una mano sulle labbra ‹‹ più sicuro di così! Entra un ladro e salta in aria! ››

‹‹ Haruka... per favore, chi mai userebbe una bomba come sistema di sicurezza? ››

‹‹ Un pazzo criminale con manie suicide ›› sollevò il volto verso il soffitto, fingendo di pensare. Ma chiaramente, era tutta finzione. Storsi le labbra, osservando quel suo strano modo di fare.

Era turbata, forse, ma cercava di mascherare tutto con quell'ironia?

Come diavolo ha fatto a pensate ad una bomba come sistema di sicurezza?

 

  
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