25/07/2020
6 recensioniLa luce, per Sirius, ha sempre avuto gli occhi marroni.
Per gran parte della sua vita, Sirius è stato convinto che alla luce andassero assegnate connotazioni esclusivamente positive: essa accoglie, nella morsa affettuosa del suo abbraccio irradiante; protegge, con il suo puro bagliore che allontana le tenebre; incoraggia, spronando a prendere la strada più luminosa; sorride, perché sa di essere il principio alla base di una vita serena.
Dodici anni senza luce sono riusciti a stravolgere le sue certezze: la luce, se troppo forte, acceca. La sua intensità può abbagliare e confondere la vista, può trasformare la migliore delle intenzioni nell’errore più grande della vita.
Diventare luce è una cosa per pochi – per una sola persona, pensa Sirius.
Lui ci ha provato, ad imitarla, la sua luce. Ha provato a sorridere, incoraggiare, accogliere, proteggere, ma ha fallito.
Sirius, la sua luce, l’ha spenta.
Terrorizzato dal suo tentativo di diventare luce, Sirius ha trovato un confortevole rifugio nell’ombra. L’ombra in cui è nato, fedele compagna della sua infanzia, silenziosa spettatrice dei suoi anni migliori, unica alleata nella sua prigionia.
Ha pensato di aver definitivamente cancellato ogni barlume di luce dalla sua anima, di finire i suoi giorni nel buio – in quel buio fatto di incolmabile mancanza ed indelebile senso di colpa – ma non ha fatto i conti col destino.
Meschina e tentatrice, la luce l’ha ingannato, ripresentandosi a lui con un paio d’occhi verdi.
Di non saper resistere alla forza ammaliatrice della luce, Sirius lo capisce nell’istante in cui crede di avere una seconda possibilità – non pensa di meritarla, ma non riesce a respingerla: come potrebbe negarsi all’unica fiamma che adesso lo tiene in vita?
E allora, anche se ha paura, anche se non sa come potrebbe andare a finire, Sirius decide di farlo: decide di diventare luce.
Accoglie – “Se tu volessi una casa diversa”[1]
Protegge – “Se vengo a sapere che usi queste lezioni di Occlumanzia per rendere la vita difficile a Harry, dovrai risponderne a me”[2]
Incoraggia – “Abbi cura di te, Harry”[3]
Sorride – “Bel colpo, James!”[4]
E alla fine, la luce, per Sirius, ha di nuovo gli occhi marroni.
Note dell’autrice
Salve a tutti! La storia nasce dal pacchetto assegnatomi da Paige95 sul gruppo Facebook Caffè e calderotti.
Personaggio: a tua scelta
Prompt: “È la nostra luce, non la nostra ombra, quella che ci spaventa di più” (N. Mandela)
Genere: introspettivo
Nel momento in cui ho letto il prompt, pensare a Sirius è stato quasi istintivo! È la primissima volta che scrivo di lui, quindi spero di non aver fatto disastri!
Ho sempre immaginato Sirius come un personaggio “oscuro”, inconsapevole della vera essenza della sua anima finché non ha incontrato James, pura fonte di luce! È quella stessa luce che, per me, Sirius ha cercato di donare ad Harry!
Grazie a chiunque sia arrivato a leggere sin qui – e grazie a Paige95 per il bellissimo prompt!
Alla prossima!
Per gran parte della sua vita, Sirius è stato convinto che alla luce andassero assegnate connotazioni esclusivamente positive: essa accoglie, nella morsa affettuosa del suo abbraccio irradiante; protegge, con il suo puro bagliore che allontana le tenebre; incoraggia, spronando a prendere la strada più luminosa; sorride, perché sa di essere il principio alla base di una vita serena.
Dodici anni senza luce sono riusciti a stravolgere le sue certezze: la luce, se troppo forte, acceca. La sua intensità può abbagliare e confondere la vista, può trasformare la migliore delle intenzioni nell’errore più grande della vita.
Diventare luce è una cosa per pochi – per una sola persona, pensa Sirius.
Lui ci ha provato, ad imitarla, la sua luce. Ha provato a sorridere, incoraggiare, accogliere, proteggere, ma ha fallito.
Sirius, la sua luce, l’ha spenta.
Terrorizzato dal suo tentativo di diventare luce, Sirius ha trovato un confortevole rifugio nell’ombra. L’ombra in cui è nato, fedele compagna della sua infanzia, silenziosa spettatrice dei suoi anni migliori, unica alleata nella sua prigionia.
Ha pensato di aver definitivamente cancellato ogni barlume di luce dalla sua anima, di finire i suoi giorni nel buio – in quel buio fatto di incolmabile mancanza ed indelebile senso di colpa – ma non ha fatto i conti col destino.
Meschina e tentatrice, la luce l’ha ingannato, ripresentandosi a lui con un paio d’occhi verdi.
Di non saper resistere alla forza ammaliatrice della luce, Sirius lo capisce nell’istante in cui crede di avere una seconda possibilità – non pensa di meritarla, ma non riesce a respingerla: come potrebbe negarsi all’unica fiamma che adesso lo tiene in vita?
E allora, anche se ha paura, anche se non sa come potrebbe andare a finire, Sirius decide di farlo: decide di diventare luce.
Accoglie – “Se tu volessi una casa diversa”[1]
Protegge – “Se vengo a sapere che usi queste lezioni di Occlumanzia per rendere la vita difficile a Harry, dovrai risponderne a me”[2]
Incoraggia – “Abbi cura di te, Harry”[3]
Sorride – “Bel colpo, James!”[4]
E alla fine, la luce, per Sirius, ha di nuovo gli occhi marroni.
Note dell’autrice
Salve a tutti! La storia nasce dal pacchetto assegnatomi da Paige95 sul gruppo Facebook Caffè e calderotti.
Personaggio: a tua scelta
Prompt: “È la nostra luce, non la nostra ombra, quella che ci spaventa di più” (N. Mandela)
Genere: introspettivo
Nel momento in cui ho letto il prompt, pensare a Sirius è stato quasi istintivo! È la primissima volta che scrivo di lui, quindi spero di non aver fatto disastri!
Ho sempre immaginato Sirius come un personaggio “oscuro”, inconsapevole della vera essenza della sua anima finché non ha incontrato James, pura fonte di luce! È quella stessa luce che, per me, Sirius ha cercato di donare ad Harry!
Grazie a chiunque sia arrivato a leggere sin qui – e grazie a Paige95 per il bellissimo prompt!
Alla prossima!