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Autore: f9v5    31/07/2020    2 recensioni
[Joint Training Battle Arc; Spoiler per chi non legge il manga] [Classe 1-A vs 1-B... probably] [Raiting alzato ad arancione perchè vi saranno scene un pò pesanti ad un certo punto]
Allora, diciamo che questa saga del manga è quella che più mi ha lasciato l'amaro in bocca, per varie ragioni. Ho deciso quindi di provare a riscriverla a modo mio, non so cosa ne uscirà fuori, possiamo definirlo un esperimento.
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Le due classi passarono alcuni secondi a lanciarsi intensi sguardi, sembrava che le schermaglie pre-lotta avessero avuto inizio.
Izuku francamente non sentiva i calori della fantomatica rivalità, ma passò un considerevole lasso di tempo a studiare attentamente tutti loro.
Genere: Azione, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Kendo gli aveva detto che Tokage era andata nella sua stanza per farsi una dormita, quando c’era freddo si sentiva più intorpidita del solito, almeno così aveva specificato la rappresentante della classe B.
“Ah, un po' come Tsuyu, dunque.”
Tra tutti i posti in cui avrebbe potuto trovarla, alla fine fu nel più ovvio, perché non pensava mai che la soluzione giusta potesse essere anche la più semplice?
Col peluche della ragazza in mano, Izuku in quel momento era fermo davanti la porta, chiedendosi se fosse il caso di bussare.
Forse stava ancora dormendo? Beh, erano le sette ormai, avrebbero cenato presto quella sera e lo sapevano tutti, quindi poteva anche essere di no.
Non aveva poi così senso, quel ragionamento, quando uno si addormentava poi non poteva decidere in automatico quando svegliarsi… a meno di settare la sveglia.
Perché doveva sempre farsi molteplici paranoie per tutto?
Alla fine bussò e basta, con due colpetti lievi, per evitare di fare troppo rumore.
-Ehm, Tokage, sono Midoriya. Stai… ancora dormendo?- il tempo di finire di porre la domanda e si rese conto di quanto fosse insensata.
Perché, perché quando si trattava di ragazze era un tale caso perso?
Ad un certo punto gli parve di udire un mugolio sommesso, poi lo scatto di una chiave, la porta aprirsi leggermente con solo una mano sulla maniglia.
Cavolo, probabilmente l’aveva svegliata sul serio se mandava solo un arto per non alzarsi dal letto.
-Avanti.-
E lì Izuku si bloccò; cioè, lo aveva appena… invitato ad entrare in camera sua?
-Ehm, non… non credo sia il caso.-
-Se sono io a dirti che puoi vuol dire che puoi.- replicò lei in tono divertito, seppur un po' assonnato, niente più dubbi, l’aveva svegliata.
Al momento successivo alla sua entrata, Midoriya ebbe per un attimo l’impressione di essere nella sua di camera, con la differenza sostanziale che i dinosauri avevano preso il posto di All Might.
Tokage in effetti gli aveva accennato più di una volta della sua passione per i suddetti rettili estinti, e lui non aveva mancato di ricambiare raccontando della sua per il fu Eroe numero uno, giusto “limando” alcune cose per non sembrare assurdo o troppo nerd, ora si rendeva conto che non erano poi così diversi sotto quell’aspetto.
Poster, action figure, pupazzi, quasi la si sarebbe potuta definire una nerd a sua volta.
Non seppe perché, ma gli fece piacere scoprirlo.
Persino la maglia che indossava in quel momento aveva un cappuccio che riprendeva la testa di un tirannosauro, con tanto di denti in tessuto.
Era… carina.
-Oh, magari ti aspettavi di trovarmi in abiti più succinti, scusa se ti ho deluso, ma con questo freddo non mi piace rischiare l’ipotermia.- salutò lei con provocatorio divertimento, riattaccandosi nel mentre la mano.
-N-no, non… n-non stavo pensando nu-nulla del genere.- era già rosso, le bastava sempre poco per imbarazzarlo.
Setsuna, da sdraiata, si mise a sedere, fissandolo divertita.
-Comunque, cosa ti porta nella mia umile dimora, Midori? Ehi, questo mi piace, semplice, si, è scontato, ma è adorabile.-
-Mi… mi chiama già Ashido così.-
Lei sembrò delusa e gonfiò le guance.
-Cacchio, non lo posso usare allora.-
-Se vuoi chiamarmi in quel modo non… non c’è problema.-
-Non se ne parla, deve essere un soprannome che usi solo io, altrimenti che piacere c’è? È per il gusto di sapere che è qualcosa di tuo, se già qualcun altro ti chiama così non sarò l’unica e quindi si perderà il senso di specialità che gli si vuole dare.-
Un po' raffazzonata, ma era logica, a modo suo.
-Ad ogni modo… ero qui per ridarti lui.-
Alla ragazza si illuminarono gli occhi e, come rinvigorita, saltò giù dal letto e prese il peluche per stringerlo tra le braccia.
-Jimmy, bentornato a casa.-
Quella scenetta riuscì a strappare una breve risata ad Izuku, sembrava veramente una bambina in quel momento, chissà se anche lui dava quell’impressione agli altri quando si esaltava per qualcosa riguardante All Might o i quirk in generale?
-Eri ti saluta e ti manda i suoi ringraziamenti.-
-Se anche la prossima volta vorrà giocarci, basta che me lo chiedi.- si mostrò subito disponibile lei.
-Grazie, e, comunque, non gli ho rivelato del piccolo trucco che hai fatto, almeno così continuerà a divertirsi. Bella pensata, comunque.-
-Mi sono ispirata alla sera in cui te l’ho presentato. È anche merito tuo.- concesse lei, con un piccolo sorriso, non le piaceva prendersi meriti non suoi.
-L’importante è che Eri si sia divertita alla fine.-
Il sorriso di Setsuna si allargò, il suo tono di voce mantenne un certo livello di amichevole provocazione.
-Lei vuoi molto bene, la tratti come se fosse davvero tua figlia, che ci nascondi qualcosa per caso?- era ovviamente uno scherzo, bastava l’età per fugare ogni dubbio, fu per questo che lui non arrossì più di tanto.
Izuku poté solo grattarsi la testa, imbarazzato, ormai era diventata parecchio lunga la lista di persone che ci scherzavano su in merito a quell’argomento, cercava di non darci peso ma, ripensando al sorriso gioioso di quella bambina, ultimamente aveva cominciato a chiedersi se non avesse sviluppato sul serio una sorta di istinto paterno nei suoi confronti.
-Ne ha passate davvero tante, sai? Voglio solo che… a prescindere da cosa potrebbe accadere, riesca sempre a trovare la forza di sorridere.-
Lo sguardo di Setsuna a quel punto si addolcì.
-Sei un bravo ragazzo.- e lo pensava sul serio, alla fine era convinta di non essersi sbagliata sul suo conto.
-Faccio solo quello che farebbe chiunque aspiri ad essere un Vero eroe.-
E si sminuiva anche, pensò con bonaria esasperazione; molti, al suo posto, avrebbero avuto un carattere molto diverso, sarebbero stati dei palloni gonfiati che pensavano solo a incrementare il loro ego.
Lui, a discapito del quirk potente di cui era in possesso, sembrava essere rimasto umile e coi piedi per terra, probabilmente era anche e soprattutto questo controsenso a intrigarla.
-Io comunque penso sia degno di nota il fatto che qualcuno che possiede un quirk come il tuo da anni non si sia montato la testa.-
-Ehm… già… da anni.- cominciò a sudare freddo lui.
O trovava una scusa per andarsene senza sembrare maleducato o quantomeno una per discutere d’altro, ora come ora non poteva permettersi di farsi sfuggire qualche parola di troppo come successe a suo tempo con Bakugo, già appunto era troppo lui, se Tokage era intelligente come i suoi compagni di classe sostenevano, sarebbe bastata qualche parola detta in modo non abbastanza convinto ad insospettirla.
In suo aiuto arrivò indirettamente la vista di uno zaino con accanto i vari rifornimenti di cui avrebbero necessitato nella prova che sarebbe cominciata domani, gli insegnanti non erano entrati nello specifico, ma avevano detto di considerare la cosa come un vero e proprio corso di sopravvivenza, quindi avevano preparato più o meno di tutto.
Il piano iniziale di ogni team era stato quello di dare ad ogni membro del gruppo una parte specifica dell’attrezzatura, a uno le provviste, a chi il kit di primo soccorso e così via, dopo però che Izuku aveva rivelato a tutti i suoi sospetti ognuno, con la consapevolezza di potersi ritrovare con una squadra totalmente diversa da quella che aveva dato per certa nel corso dell’intera settimana, aveva giustamente pensato di tenere una parte di ciascun tipo per coprire le eventualità.
Izuku stesso lo aveva già fatto, e ricontrollato più volte.
-Non… non hai ancora preparato lo zaino, vedo. Non è… una buona idea aspettare fino all’ultimo.- gli sembrò una scappatoia più che valida per sviare il discorso.
Oh, ma gliela lanciava proprio facile così.
-Ti stai forse offrendo di aiutarmi?-
-Ehm… non… non mi permetterai mai di ficcare il naso nelle tue cose. Però… se vuoi, posso darti una mano… c-certo.- sussurrò infine, grattandosi una guancia, prima di sentirsi picchiettato su una spalla.
-In effetti ora… sono un po' a corto.- ironizzò lei, mostrandogli il braccio ora lasciato senza arto finale, appoggiato sulla spalla di lui.
Come scherzo era abusatissimo, ma riuscì a strappargli una genuina risata.
Tokage sapeva benissimo di non aver bisogno d’aiuto, ma era una scusa come un’altra per stare un po' di tempo con lui, nel corso di quella settimana non c’era stata una singola occasione in cui aveva ritenuto di aver fatto un errore a volerlo conoscere meglio.
Era… interessante, diverso.
E fu mentre l’aiutava a sistemare lo zaino, non lesinando consigli e suggerimenti, alternati a domande sul suo quirk (era incredibile come non sembrasse averne mai abbastanza di scoprire di più su tutti i poteri che gli capitavano a tiro) o risatine imbarazzate quando cercava di provocarlo, che realizzò di non avergli chiesto una cosa così semplice quanto importante.
-Senti…- il suo tono di voce perse ogni nota di giocosità, era calma ma non riusciva a nascondere una leggera preoccupazione. -…tu stai bene?-
Izuku inclinò la testa confuso.
-Come scusa?-
-Non fare il finto tonto, sai di che parlo, e dubito di essere la prima a chiedertelo.-
In effetti, gliel’avevano chiesto tutti nell’arco di quella giornata, anche i ragazzi della B si erano mostrati ben disposti nei suoi confronti, domandandogli se magari avesse bisogno di qualcosa o ne volesse parlare.
Aveva gentilmente rifiutato ogni richiesta, apprezzava sinceramente il loro interesse, ma non era il caso, stava bene, sul serio.
-Oh, ho capito. Ti ringrazio, ma non c’è motivo di stare in pensiero, è tutto a posto.-
Lei sospirò, avrebbe mentito dicendo che lo spettacolo della sera precedente non l’aveva lasciata di sasso, le aveva fatto tornare in mente certi ricordi, dei tempi delle medie, che non voleva dimenticare solo perché voleva che le fossero da monito.
E si era sinceramente preoccupata per lui.
-“Tutto a posto!” mi sembra esagerato, non ho idea di cosa intercorra tra te e Bakugo, e magari parto prevenuta perché io e te siamo entrati un po' in confidenza e per Bakugo posso basarmi solo sulla sua pessima reputazione, ma non credo proprio sia stato tu a iniziare l’inimicizia che scorre tra voi due. Considerato poi quello che è successo ieri direi che dubbi non ce n’è sono.-
“Non sai quanto hai ragione.” pensò lui, rivangando il passato con rammarico, chissà se un giorno quel rapporto che comunque, malgrado tutto, per lui era stato importante si sarebbe potuto rinsaldare, ma era inutile rimuginarci, per ora gli bastava aiutare Bakugo, a prescindere che questi si fosse lasciato aiutare o meno.
-Diciamo che vorrei che Bakugo fosse migliore di così. Io credo che, nel profondo, lo voglia anche lui.-
-Il tuo altruismo è ammirevole, ma a volte, semplicemente, le persone non vogliono cambiare.- replicò lei, con un sorrisetto un po' rammaricato.
Ad Izuku quel tono di voce sembrò troppo consapevole, come se la ragazza stesse parlando per esperienza diretta, ma non aveva il diritto di impicciarsi.
Però sorrise, era deciso e determinato.
-Non posso darti torto, ma infondo non è per questo che vogliamo diventare eroi?! Un eroe deve ficcare il naso anche quando una persona non vuole il suo aiuto, il fatto che dica così non equivale a dire che quella persona non lo voglia sul serio, magari semplicemente non lo ha ancora realizzato.-
Aspirava ad essere come All Might un giorno, e si sarebbe sempre portato nel cuore i suoi insegnamenti, non li avrebbe mai rinnegati.
Izuku Midoriya aveva fatto suo il credo di All Might, avrebbe dimostrato al mondo che i Veri Eroi ci sarebbero sempre stati per gli altri.
E aiutare Bakugo a capirlo a sua volta sarebbe stato un altro importante passo per ricalcarsi quel concetto nella mente.
-Forse sarò idealista, lo ammetto, ma non intendo arrendermi, né con lui né in generale con nessuno che necessiterà mai di aiuto. Voglio diventare un Eroe che riesce a sorridere anche nelle difficoltà peggiori, così che le persone non perdano mai la speranza e capiscano che si può sempre essere migliori. E credo ognuno di noi voglia essere così, ecco perché ci stiamo impegnando tutti così tanto: saremo noi a dover tenere sempre vivo questo importante messaggio.-
Izuku era evidentemente partito per la tangente, probabilmente fu per questo che non notò lo sguardo ammirato di lei.
Setsuna sentì persino un lieve calore alle guance per qualche istante, era per caso arrossita? Perché, per quanto ricordava, sarebbe stata la prima volta che le succedeva.
Izuku sembrò risvegliarsi in quel momento dalla sua trance da eroismo, arrossì come un pomodoro e si guardò intorno spasmodicamente, solo per evitare l’imbarazzo di incrociare il suo sguardo.
-S-scusa, a… a volte… tendo a parlare troppo. Però… ecco, credo sul serio in ciò che ho detto.- annunciò infine, con rinnovata decisione, seppur l’effetto dato dal forte rossore lo rendesse più adorabile che altro.
-Ehi, non vergognarti di essere un sognatore con begli ideali, sei migliore di molti di noi.- replicò lei, dandogli un colpetto sulla spalla.
-Solo, non dimenticarti di essere anche un po' egoista qualche volta.-
-Dubito che… sia nel mio stile.-
O forse, si ritrovò a riflettere, paradossalmente l’egoismo era il sentimento che più lo rappresentava, si era ritrovato a pensare certe volte.
Tutti gli rinfacciavano che non faceva che preoccuparsi troppo per gli altri, nelle situazioni di pericolo non badava mai neanche minimamente a sé stesso, pur di aiutare qualcuno non si faceva il minimo timore a ridursi ad uno straccio, e aveva una lunga lista di momenti in cui si era rotto le ossa a confermarlo, per quanto ne sapeva, Recovery Girl aveva stilato una lista, magari per dargli una botta in testa col bastone per ogni numero.
Non poteva farci niente, non riusciva ad anteporre la sua sicurezza a quella degli altri, gli risultava inaccettabile… in un certo senso, non si poteva considerare egoismo il voler essere altruista a tutti i costi?
-No, non credo.- la voce di lei lo riportò alla realtà.
-Ma… per caso ho mormorato?- biascicò in preda alla vergogna.
Lei però non lo prese in giro, anzi, rise divertita,.
“Ha una risata davvero bella.” pensò lui, imbarazzandosi ancora di più quando si rese conto di averlo pensato.
-Si, lo hai fatto. E, per quanto da un certo punto di vista si possa anche considerare valido, non credo proprio sia egoismo vero e puro. Non ti dico di “rinnegare i tuoi principi”, solo di pensare anche un po' a te stesso, qualche volta.-
Lui sorrise lievemente.
-Cercherò… di tenerlo a mente.- concluse infine.
Avevano finito di sistemare lo zaino di lei già da un po', neanche se n’erano accorti, immersi nella loro discussione.
-Beh, pare che abbiamo fatto. Grazie ancora per l’aiuto.-
-L’ho fatto con piacere. D’altronde… ti serviva “una mano”, no?- Izuku provò a riprendere la battuta fatta da lei prima, riuscendo a farla ridere, si sentì soddisfatto nell’esserci riuscito.
Continuarono a parlare anche mentre lui si dirigeva alla porta per uscire.
-A questo punto allora direi che ci vediamo a breve per cenare, poi, non so te, ma io per una volta andrò a dormire presto, almeno stavolta vorrei non rischiare di fare tardi.-
-Si, ti capisco, io sono emozionato per domani.-
-Chissà, magari ci ritroveremo anche nello stesso team, ne potremo approfittare per… “approfondire” la conoscenza, magari.-
Era un’allusione o lo aveva immaginato lui?
-Se… s-se succederà… spero che riusciremo ad andare d-d’accordo.-
Setsuna sorrise mettendo in mostra i suoi denti affilati, lui trovò che avesse un bel sorriso.
-Allora ci si vede… oh, un’ultima cosa…-
Prima che Izuku potesse rendersene conto lei aveva ridotto le distanze e, presogli il volto tra le mani, aveva poggiato le labbra sulla sua guancia, pericolosamente vicine alle sue, per un lungo ed interminabile istante.
-…mi piacciono i bravi ragazzi.- sussurrò poi, sorridendogli con un misto di malizia e sincerità, con quel sorriso seghettato che fece fare al cuore del ragazzo un triplo carpiato all’indietro con doppio avvitamento dentro la cassa toracica.
-Ah.- fu tutto ciò che riuscì a replicare lui, sguardo perso nel vuoto, volto senza accenno di rossore e voce senza emozioni.
-Ci vediamo dopo a cena, io mi farò qualche altro minuto di sonno.- Setsuna si congedò con queste parole prima di sparire nuovamente nella sua camera.
-Ah.- disse ancora lui, nemmeno resosi conto.
Il cervello era totalmente in tilt.
 
 
 
Dentro il cervello di Midoriya Izuku intanto:
Allarmi suonavano, grida si levavano e capelli si strappavano.
-CHE DOBBIAMO FARE? CHE DOBBIAMO FARE?- urlò un chibi-Izuku vestito da impiegato.
-MA COSA POSSO SAPERNE IO?! NEI DATABASE NON ABBIAMO INFORMAZIONI PER QUESTO GENERE DI SITUAZIONE!- affermò un collega, digitando come un forsennato alla sua postazione, sperando di trovare dei dati da consultare.
Cos’era appena successo? Non c’erano dati per quell’imprevisto, non avevano mai ritenuto potesse verificarsi quell’eventualità, non avevano un piano d’azione, e stavano arrivando troppe richieste di soccorso da tutto il corpo, c’era un vero e proprio sovraccarico.
Un bacio sulla guancia! Un bacio sulla guancia da una ragazza! Come, come era possibile che fosse successo?
-BOSS, COSA POSSIAMO FARE, I SISTEMI SONO IN AVARIA, COME PLACHIAMO LA SITUAZIONE?-
Alla postazione centrale, un chibi-Izuku vestito di tutto punto, cravatta mal-annodata però, teneva la testa poggiata sulle mani incrociate.
Richieste continue di SOS giungevano da tutto l’organismo, chiedevano imploranti una reazione da far fare al corpo.
E tra i dati consultati la soluzione più normale era stata presa dalla cartella “Cosa farebbe All Might in…?” numero 378 (avevano “parecchie” cartelle su All Might, i quirk e gli eroi, ma neanche una sul tema “come comportarsi con le ragazze”), ma convenne che “Grida PLUS ULTRA e tira un gancio destro!” non fosse idonea per niente alla situazione.
Alla fine il piccolo boss issò il capo, si voltò verso i dipendenti e…
-NON LO SO, IO NON LO SO.- gridò.
Se già il panico era ingestibile, dopo quell’ammissione scoppiò il delirio, uno dei chibi-Izuku cedette psicologicamente e, dopo aver cacciato un altro grido disperato, si gettò giù dalla finestra, sfondando il vetro, sotto gli sguardi sconvolti dei colleghi.
-SIAMO FINITI, FINITI VI DICO.-
-MA COM’È POSSIBILE CHE NON ABBIAMO INFORMAZIONI A RIGUARDO?- urlò disperato il capo.
-Forse perché vi servo io, essendo il mio ambito?- sarcastica, giunse la voce di un soggetto dentro una gabbia, sopra la quale vi era appeso un cartello con su scritto a caratteri cubitali “PUBERTÀ! NON FAR USCIRE PRIMA DEI 18 ANNI!”.
Stilisticamente parlando, quel chibi-Izuku non era diverso dagli altri, tanto per l’aspetto quanto per l’abbigliamento, ma il suo sguardo aveva una nota di malizia che sul volto di uno come lui sembrava completamente fuori posto.
-Tu devi ancora aspettare prima di poter dire la tua sulla gestione dell’organismo.-
-Davvero? Diciamoci la verità, già ai 13 sarei dovuto uscire da qui, è il nostro ospite che si castra psicologicamente e ritarda il suo sviluppo biologico per le sue turbe. Fatemi uscire, avanti, è ora che anche lui cominci ad affrontare i problemi come i normali adolescenti.-
Il capo lo fissò dubbioso, stringendo i denti.
Diamine, le istruzioni parlavano chiaro, ma forse era davvero l’unica soluzione.
Sospirò sconfitto.
-Ok, cosa dici di fare?-
-Gradirei uscire intanto.-
-Questo lo decideremo in seguito, ora parla.-
-Come volete. Allora intanto fate un back-up totale di tutte le informazioni. Limitatevi a comandi semplici per quanto riguarda gli stimoli esterni, non sovraccarichiamo ulteriormente.-
Ci sarebbe voluto un po' prima di poter avere effettivo potere decisionale su quel corpo, ma intanto almeno avrebbe iniziato la fase della pubertà, era anche ora.
 
 
 
Kamakiri e Awase si stavano dirigendo verso la camera di Tokage, era quasi ora di cena e, conoscendo l’amica, avevano ipotizzato stesse dormendo e che sarebbe stato necessario andare a prelevarla di forza.
Quello che non si erano aspettati era di incrociare un Izuku con lo sguardo totalmente perso nel vuoto che, con movimenti robotici e freddi, neanche fosse stato una macchina programmata per eseguire comandi basilari, arrivava dalla direzione opposta.
-Oh, ehi Midoriya, come va?-
-Ah.- fu tutto ciò che Awase ebbe in risposta, prima che Midoriya li superasse passando in mezzo a loro, come se non li avesse nemmeno notati.
-Ma che cazzo gli è preso?- si domandò il moro, grattandosi la testa confuso.
Kamakiri, in un primo momento, provò anche un breve istante di rabbia, loro lo salutavano e lui li ignorava così, che maleducazione, certo, nemmeno lui era il massimo, ma almeno un saluto lui lo ricambiava, a modo suo certe volte, ma lo faceva; fu tentato di sbattergli una lama in testa.
Poi si fermò a riflettere un attimo: al secondo piano, nella zona femminile, c’era solo Tokage, e Midoriya dunque non poteva che aver parlato con lei considerato che non c’era nessun altro nel corridoio, e considerata l’espressione completamente inebetita sulla sua faccia…
-Ah.- lo pronunciò lui stavolta, il suo tono di voce era palesemente infastidito e consapevole però, mentre si grattava la cresta verde.
-Non ti ci mettere anche tu ora, però.-
Il ragazzo mantide sbuffò e indicò con un gesto secco la stanza dell’amica.
-Non è lui che ci ha ignorati… è lei che lo ha rotto!-
 
 
 
Todoroki ancora non era molto avvezzo alle convenzioni sociali, stava cercando di migliorare ma ancora la strada era lunga.
In un angolino remoto, per evitare probabilmente il frastuono della televisione e dei personaggi del videogioco di corsa, Bondo e Shoji giocavano a carte, osservati da Koda che stringeva tra le braccia il suo coniglio domestico.
Quei tre probabilmente avevano trovato un’intesa basata sul silenzio, in effetti capitava spesso che si riunissero per farsi una giocata nei momenti di quiete, le loro personalità erano molto miti e tranquille.
Non erano mica loro a lasciarlo perplesso, infatti, quanto piuttosto gli altri occupanti del divano centrale.
-No, stupida buccia di banana.- si lamentò Ashido.
-Te lo butto fuori pista quello scimmione… senza offesa verso di te, Ojiro.- Kaminari si scusò prontamente col giovane artista marziale, in quel momento spettatore insieme ad Uraraka, Komori e Iida, seppur anche quest’ultimo non sembrasse trovare molta attrattiva in quel gioco, a suo parere diseducativo e che forniva messaggi sbagliati per i giovani in attesa di prendere la patente.
Todoroki sinceramente non capiva, era solo un gioco di kart con personaggi inventati, perché infervorarsi così tanto?
“Ma siamo sicuri che sia io quello socialmente strano?” a volte gli capitava di pensare che forse il più normale di tutti lì in mezzo fosse proprio lui, perché se Ashido e Kaminari che gridavano come pazzi mentre comandavano i personaggi di un videogame con dei finti volanti, lanciandosi bombe, gusci (tiravano giù certe imprecazioni quanto uno dei due veniva colpito da uno blu che faceva ringraziare che Shiozaki fosse nell’altro dormitorio e non potesse sentirli) e altro erano ciò che veniva definito la “normalità sociale” non era più tanto sicuro di voler essere normale.
Insomma, alla fine ciò che contava era che…
“Un momento!” ci fece caso solo in quel momento.
…Ashido aveva lo stesso taglio di capelli di Midoriya, e se non si fosse trattato di una coincidenza?
“Fratelli separati alla nascita?” nuovo materiale per le sue teorie, sicuramente questo avrebbe occupato un posto di rilievo sulla lavagna insieme a “Midoriya è il figlio segreto di All Might?”, “Yaoyorozu è una discendente di Santa Klaus?” e “Bakugo è sempre incazzato perché se l’è fatto esplodere da piccolo?”
A distoglierlo dai complotti che il governo cercava di nascondere all’umanità insiti nella sua testa giunse proprio il protagonista di alcuni di essi.
Midoriya in realtà attirò l’attenzione di tutti i presenti, per via dello sguardo spento e i movimenti meccanici, quasi morti, del suo corpo, figurarsi poi quando si bloccò in mezzo al corridoio, a metà strada per l’ascensore.
-Ehi, Deku, va tutto bene?- chiese Uraraka preoccupata.
Era abituata ai comportamenti bizzarri dell’amico/cotta segreta, ma un atteggiamento così smorto non ricordava di averglielo mai visto.
Bene o male tutti i presenti si concentrarono su di lui, non avendo idea del subbuglio che era la sua testa.
 
 
 
Torniamo per un attimo nel cervello di Izuku:
-Signore, back-up dati ultimato!- annunciò uno dei tanti mini-impiegati.
Il chibi-capo-Izuku sospirò rinfrancato, tutte le informazioni erano al sicuro.
Ora però…
-Bene, ora?-
L’interlocutore ingabbiato tirò fuori un cd da una delle tasche, recitava “Pubertà” sorrise, con quel sorriso così ambiguo che non poté fare a meno di dubitare della sua buona fede, ma d’altronde aveva come compito il benessere dell’organismo, quindi in teoria non c’era ragione di essere così sospettosi.
-Qui ci sono le informazioni aggiuntive. Ribadisco, già ai 13 anni dovevamo inserirgliele, ma voi siete dei gran bacchettoni.-
-Sì, si, ho capito, la colpa “è nostra”, ma tu non esci da lì per adesso.-
-Come vi pare, voglio vedere se saprete gestirle senza di me.- commentò ambiguamente , mentre il capo inseriva nell’apposito scomparto il disco.
-Va bene ragazzi, le informazioni arriveranno ai computer di tutti, quindi, da adesso, sapremo come reagire agli stimoli esterni relativi a quest’ambito. E andiamo.- disco inserito e dati in caricamento.
-Ah, ultima cosa che potrei aver “dimenticato”: ci vorrà un po' ovviamente prima che il download sia ultimato.-
-E quindi?-
-E quindi si farà qualche oretta svenuto per tutto l’ammasso di emozioni che gli fluirà nel cervello… solo lì, per stavolta. Oh, me ne farò di risate da adesso, io.- concluse con una risata.
Il chibi-Izuku al comando sospirò, purtroppo era necessario, lo sviluppo dell’organismo doveva rispettare i suoi tempi.
-Ok, da adesso Izuku Midoriya è ufficialmente entrato in pubertà!-
 
 
 
Izuku venne investito come un treno dal flusso di pensieri rimastigli in canna, non sparati, dal momento in cui le labbra di Setsuna erano state così paurosamente vicine alle sue.
Aveva ricevuto un bacio sulla guancia! Aveva ricevuto un bacio sulla guancia da una ragazza! Bellissima per giunta! Oddio, aveva appena pensato fosse bellissima?! Ma una cosa del genere non poteva essere successa a lui, lui era lui, accidenti! Che cosa voleva significare, poi? E perché il punto in cui le labbra di lei si erano posate pulsava e bruciava intensamente? Che cavolo gli stava succedendo? Perché sentiva un calore fortissimo espandersi? Santo Dio, ma che…
Il flusso di pensieri scorse ad una tale velocità che nella realtà passò, a conti fatti, un secondo misero, ma tanto bastò affinché l’intero corpo di Izuku divenisse di un rossore intenso e bruciante, un gran scoppio di vapore gli uscì dalle orecchie col medesimo rumore del fischio di un treno.
Poi il suo corpo cominciò a inclinarsi all’indietro, poi in avanti, continuò a dondolare, tra breve sarebbe crollato a terra.
Immediata fu la preoccupazione di tutti, Izuku stava per perdere i sensi e franare al suolo.
Fortuna volle che Todoroki, intuita la situazione, fu lesto ad intervenire.
-Ci penso io!.- annunciò platealmente e, con un gesto altrettanto plateale, staccò uno dei cuscini del divano, quello su cui era seduto e, come avesse retto un frisbee, lo lanciò esattamente, con invidiabile precisione, dove la testa di Midoriya sarebbe caduta, garantendogli, in tal modo, un morbido atterraggio.
Izuku cadde di faccia.
Tutti osservarono a occhi sgranati quel tragicomico spettacolo, guardarono il corpo di Izuku a terra, poi si voltarono tutti verso un Todoroki che, sguardo impassibile, era rimasto fermo nella sua plastica posa di lancio.
Non era andata esattamente come si era aspettato.
-Di solito nei film funziona.- commentò.
Qualcuno si sbatté una mano in faccia, Uraraka e Iida corsero al capezzale dell’amico per sincerarsi delle sue condizioni.
-Todoroki, ritieniti fortunato ad essere bello.- commento Ashido al suo indirizzo.
Midoriya si sarebbe ripreso dopo due ore.
Alla fine anche l’ultima giornata di convivenza mista riservò sorprese… bizzarre.
Ma infondo, erano pur sempre alla U.A.
Itsuka Kendo si massaggiò l’incavo del naso, francamente, era questo che il dormitorio A sperimentava ogni giorno?
-Facciamo quest’allenamento congiunto e leviamoci il pensiero, dai!-
 
 
 
Angolo dell’autore:
Vi chiedo sin da subito di non prendere sul serio le follie che avete letto in questo capitolo, stiamo parlando di Izuku, una reazione così in una situazione del genere da lui c’è la si può aspettare. XD
Parlando di alcune cose, sì, ho lanciato qualche frecciatina sul passato di Tokage, diciamo che, a meno che nel manga non venga provato diversamente, mi sono fatto le mie idee su alcuni elementi di background del suo personaggio (e di Kamakiri anche, non escludo che ne parlerò anche per lui), non entrerò mai nello specifico, ma potrei sicuramente inserire altri riferimenti.
E comunque, ora, grazie a lei, Izuku è finalmente in fa puberale a tutti gli effetti, prima o poi anche lui sarebbe dovuto crescere. XD
In merito alla rappresentazione dell’interno del suo cervello, io vi dico solo di non prenderla minimamente seriamente (non che sia necessario che ve lo dica io), un piccolo sclero per sottolineare come il nostro eroe preferito non ci stia proprio con la testa, quando l’argomento sono le ragazze poi ancora di più.
Si, Ashido e Kaminari stavano giocando a Mario Kart, e solo Dio sa quante ne ho mollate per quei dannati gusci blu.
In merito all’angolo delle teorie complottistiche di Shoto Todoroki, dai, avanti, non ditemi che sono l’unico che ormai lo considera ufficialmente “l’esperto in materia” della classe. Per inciso, sulle sue teorie, l’ultima non è proprio farina del mio sacco.
In effetti devo ringraziare coloro che si sono occupati di tradurre il manga su MangaEden, uno dei traduttori infatti, in uno dei primi capitoli, aveva commentato, su Bakugo, qualcosa tipo “Secondo me questo qui ha scoperto il quirk andando in bagno, perché dalla semplice arroganza questo è passato alla pazzia totale e deve essergli successo qualcosa, altrimenti non me lo spiego.”
Chiariamo subito: no, io non credo che Bakugo si sia fatto esplodere il “birillo” da piccolo, diciamo però che se la ragione fosse questa allora quasi capirei l’essere incazzato costantemente. XD… no, mi farebbe schifo lo stesso, è uno schifo e tale continuerò a ritenerlo!
E la scena finale… niente, Todoroki che si comporta da Todoroki.
Dai, che finalmente dopo 13 capitoli (lo sto pubblicando di Venerdì, rendiamoci conto… ah beh, tanto non sono superstizioso.), il 14° vedrà il primo giorno di allenamento, intoniamo un Alleluia. 
Non aggiungo altro, dai, lì arriveranno le spiegazioni.
Arrivederci a tutti.
  
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