Buon riposo, Shouta

 

Kayama sventola tra lo schermo del computer e il volto di Shouta un bicchiere. La fragranza di caffè basta, affinché l’uomo distolga lo sguardo da ciò che sta facendo e si concentri sull’amica, che ora si è accomodata pericolosamente vicino la sua tastiera. 

«Da quanto tempo non dormi, Shouta?» 

Il silenzio che accoglie quella domanda è sufficiente perché la donna, che ora mostra un sorriso smagliante, si precipiti a stringere Shouta contro il suo petto – stando ben attenta che lui tenga gli occhi chiusi, durante l’atto.  

Passa un secondo e già si leva nella stanza un russare leggero. 

Non sarà abbastanza per cancellare le occhiaie di lui, pensa Kayama, ma basterà per ridargli un aspetto vagamente umano. 

«Buon riposo, Shouta.» 

 

 

 

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