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Autore: royal_donkey    11/08/2020    4 recensioni
Merlino viene trasformato nel lui bambino da un incantesimo che avrebbe dovuto invece colpire Artù. Quest'ultimo, dovrà riportare Merlino al castello cercando di farlo tornare alla sua età (per esigenze prettamente personali ed egoistiche). Ciò che però non sa il giovane principe è che per spezzare l'incantesimo servirà appunto la magia, arte proibita nel regno di Uther Pendragon. Artù proverà quindi a convincere il padre ad ogni costo per far sì che Gaius faccia l'incantesimo che riporta Merlino ai suoi diciotto anni. Ma quanto ci servirà? E nel frattempo, chi controllerà quel piccolo bambino vivace? E se fosse proprio il futuro re ad avere questo compito? (ispirata da una storia letta su wattpad, "Toddler Merlin", a cui do ovviamente i crediti nonostante l’autore/autrice sia inglese- presumo)
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: De-Aging, Kidfic, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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RACCOLTA DI DRABBLE / FLASHFIC / ONE SHOT
ogni storia è a sé, nonostante abbiano in comune lo stesso filo conduttore.

 
Nota: Ho dovuto scegliere raccolta di One Shot mentre aggiungevo la storia dato che è presente più di un capitolo con oltre 500 parole, ma ci saranno anche Flashfics e Drabbles.
 
MA IL BAMBINO È UNO O SONO DUE?
(514 parole su Word)
 
La porta della sala si spalancò ed entrò di corsa un Merlino divertito, peperino ed estremamente adorabile.
I cavalieri poggiati al muro che sorvegliavano il Re guardarono la scena inteneriti nel profondo, alcuni fecero anche uno scatto in avanti verso il bambino che, ogni volta che credeva di essere finalmente preso, riprendeva a correre. Oramai sapevano tutti dell’incantesimo lanciato a Merlino e in molti protestavano per far sì che il re si decidesse a farlo tornare ragazzo. Tra i protestanti, oltre a Gaius – che era ormai anziano ed era ardua per lui stare dietro ad un bambino – e Artù – che aveva bisogno del suo servo (non avrebbe mai ammesso di rivolere il suo amico indietro) –, vi erano quasi tutti i venditori della cittadella, che erano stufi di vederlo sotto al bancone o di trovare tutta la loro merce a terra per colpa della fuga del piccolo Merlino da Gaius.
Era veramente insopportabile.
“Mi dovete scusare, Sire. È un bambino e ha voglia di giocare” affermò entrando Gaius, col fiatone e la stanchezza presente sul volto. Abbassò leggermente il capo, quando pronunciò la prima frase, prima di fermarsi un paio di secondi e riprendere almeno un po’ di energia.
“Merlino! Vieni subito qui! Non dare fastidio al re!”
Nonostante il richiamo – abbastanza severo da poter far fermare una qualsiasi persona sana di mente – il bambino continuava a scappare dalle guardie e da suo zio Gaius, correndo felice e spensierato per la sala. Girava attorno alle colonne e dietro il trono di legno, così spento e poco regale, dove era seduto Uther.
Però, il divertimento non durò a lungo, poiché Artù lo riuscì a prendere in braccio facendosi uscire un “Ah-ha! Preso!” senza pensarci due volte.
Imbarazzante.
Il bambino rise felice e posò la testa sull’incavo del collo del biondino, giocando con i fili della maglietta rossa che indossava quel giorno il principe.
Non appena gli occhi di Artù si posarono sulla figura rigida e severa del padre, lasciò la spensieratezza alle spalle e riprese il suo atteggiamento distaccato degno di un erede al trono.
Era stato decisamente imbarazzante.
“Ne parleremo dopo, Artù” il diretto interessato fece un piccolo inchino con la testa e poi uscì dalla sala, seguito da Gaius, che gli aveva chiesto tacitamente di badare a quella peste per un po’.
Una volta fuori dal palazzo, sotto il sole caldo e alto nel cielo vagamente coperto di nuvole bianche, Artù guardò complice Merlino; poi, dopo una folata leggera di vento, il principe cominciò a contare fino a venti e, una volta pronunciata la seconda decina, iniziò a rincorrere l’amico, che aveva già superato il pozzo al centro del cortile.
Il principe era riuscito a tornare bambino e spensierato agli occhi di tutti proprio grazie al suo servo e se n’erano accorti tutti, anche Uther, che li stava guardando dalla finestra con un sorrisetto pentito sul volto, realizzando che non si fosse mai preso cura di suo figlio nel modo in cui avrebbe dovuto.
Merlino si fermò una volta sul ponte levatoio e guardò Artù correre nella sua direzione.
“Tanto non mi prendi!”

 
Ed eccoci qui!
Nuova storia, sta volta la mia primissima quasi – Flashfic (non ci posso credere, non ho mai scritto qualcosa di così corto!) e ne sono contenta, per essere la prima volta ad andare sotto le mille parole non è tanto male, no?
Be’, qui non c’è molto da spiegare se non che Merlino ha – a quanto pare – una fissa per acchiapparella!
Concludo questo piccolo pezzo di opinioni dicendo che Artù è proprio un amore e ho bisogno di un Merlino piccolo così in giro per casa. :)
Ringrazio come sempre elfin_emrys, ComeWhatKlaine, Felpie e therealbloodymary01 perché sono persone stupende e le adoro, se non fosse per loro resterebbe tutto su Word.
Ringrazio anche voi lettori silenziosi (ci sono stati prima, ci sono ora e ci saranno dopo, quindi sono ovviamente ovunque – anche io sono uno di loro), chi recensirà e chi aggiungerà la storia nelle seguite/preferite/ricordate. Siete tutti nel mio piccolo ma grande cuoricino.
Spero vi sia piaciuto e spero che di avervi anche strappato un sorriso – sì, mo sto a chiede troppo.
Bacioni,
royal_donkey.
   
 
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