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Autore: kibachan    11/08/2020    1 recensioni
[Baby Netflix]
[Baby Netflix]Cosa succede a Fabio dopo la fine della seconda stagione? E a Brando sopratutto?? L'esperienza spaventosa del suo collasso sarà l'occasione per riavvicinarsi, e iniziare a lavorare per cominciare ad essere... davvero sé stesso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Cap 13

 

 

Brando fissò con sguardo torvo l'ingresso del Collodi davanti a lui, mentre Fabio legava la catena al motorino. Aveva lo stomaco chiuso per l'ansia. Non aveva riflettuto sul fatto che tornare a scuola significava affrontare le conseguenze sociali di quello che aveva fatto due giorni prima.

Al pensiero quasi ringraziò Giovanni per avergli concesso un po' di tempo per far scemare l'interesse per la sua rivelazione, anche se dubitava sarebbe stata una cosa indolore.

“oh tutto a posto?” gli chiese Fabio battendogli un colpetto sulla spalla “sei pallido...” Brando sussultò appena per essere stato strappato alle sue elucubrazioni “si si..” borbottò con una scrollata di spalle. Fulminò con lo sguardo un paio di ragazzi, forse del secondo anno, che passandogli accanto avevano ridacchiato guardandoli.

In quel momento uno del corso di francese li superò, e nel farlo diede una molto poco casuale spallata a Fabio facendolo sbilanciare un po' in avanti. L'amico del tizio soppresse una risata

“hei!” gli urlò dietro Brando “che cazzo fai???!” “Bra!” lo chiamò ad alta voce Fabio afferrandolo per un braccio “lascia perdere” gli disse secco cercando, tirandolo, di convincerlo a girarsi verso di lui. Lo guardò, aveva su quell'aria assassina che per fortuna a lui non rivolgeva da un po' “oh!” lo chiamò strattonandolo un po'. Brando si girò a guardarlo “davvero. Lascia perdere. Non me ne frega un cazzo di quello”. Il moro mantenne per un attimo il cipiglio aggressivo poi sbuffò “vabbè ma non siamo neanche entrati..” masticò “cominciamo bene!” Fabio gli sorrise “facevano così con me pure prima, non c'entri tu” gli disse “pensi che questo mi faccia star meglio?” ribattè Brando sollevano un sopracciglio. A Fabio invece veniva da sorridere a vederlo incazzarsi così per lui, si leccò le labbra e poi le morse per non far uscire il sorriso “dai” gli disse “a me non importa, non deve importare neanche a te, 'ste cose da poco fattele scivolare addosso ok?” “è una parola...” borbottò Brando conoscendosi. Girò lo sguardo di lato e notò Damiano e Ludovica che li guardavano. Lei aveva su un sorrisetto odioso. “c'è l'amico tuo...” disse a Fabio cambiando argomento “io vado... che non c'ho voglia di avere a che fare con lui” Fabio fece un cenno di saluto ai due poi tornò a dare attenzione a Brando “ci vediamo alla quinta.... se non mi viene un infarto prima” Brando scosse la testa. Alla quinta ora c'era il compito di matematica “statte calmo...” gli disse. Fabio si guardò rapidamente attorno per valutare se fosse il caso o meno di dargli un bacio.

Troppa gente.

Gli strinse per un attimo la mano nella sua “a dopo” lo salutò.

Brando guardò di nuovo l'ingresso e sbuffò incamminandosi. Sarebbe stata una lunga giornata.

 

Arrivato al corridoio del suo piano, a parte qualche occhiata curiosa, tutto bene. Notò Niccolò davanti alla porta del bagno insieme a qualche altro ragazzo del gruppo. Titubò per un attimo finchè non fu lui a notarlo, sorridergli e venirgli incontro “ammerda...” lo salutò “come è andata la giornata agli arresti domiciliari?” sghignazzò. Brando gli rivolse una finta occhiataccia “chiedilo a tu sorella...” scherzò. Niccolò rise e si rincamminò verso gli altri come se ne niente fosse, sicuro che lo avrebbe seguito. Brando esitò solo un attimo e lo fece. Il gruppetto stava ridendo per qualcosa che stava raccontando Vittorio, fu impossibile non notarlo, non appena lui li raggiunse ammutolirono e iniziarono a guardarsi con aria imbarazzata. Brando annuì forte mordendosi il labbro per il nervoso “ok ho capito...” disse girandosi e andandosene a passo di carica. Niccolò lo raggiunse e lo afferrò per una spalla “dai Bra non fa così” gli disse. Il moro si voltò piantandogli gli occhi neri in faccia, sfidandolo a dire qualcosa “senti..” gli disse Niccolò guardandolo come a dire che non gli faceva paura per niente “non è che ti hanno voluto schifare... Vittorio stava parlando di quello che ha fatto con una tipa al locale l'altra sera, delle cazzate che gli ha detto per scoparsela... credono che discorsi simili possano.. urtare la tua sensibilità” Brando spalancò occhi e bocca dalla sorpresa “ma che cazz...” esclamò “non è che mi sono trasformato da un giorno all'altro in una fighetta!” protestò “ma io lo so!!” tentò Nic “se scopa so contento, sai che me ne frega come e con chi???” insistette Brando tra i denti. Il biondo alzò gli occhi al cielo “Bra cazzo! Lo so!!” gli ringhiò a sua volta “ma loro no, dagli un po' di tempo ok? Io ti conosco da una vita!!” “e loro da 5 anni... mica è poco!” Niccolò sbuffò forte “beh devi fa tu quello maturo per primo si vede... ce la fai? O te sto a chiede troppo??” lo sfottè. Brando buttò aria fuori dal naso e mandò giù le spalle, segno che si era arreso “alleluya” commentò il biondo passandogli un braccio intorno alle spalle e cominciando a trascinarlo verso dove stavano prima. Non fecero neanche un passo però, che Filippo gli si parò davanti, sorridendo. Brando lo guardò male e Niccolò si morse l'interno della guancia maledicendo la sfiga. Lasciò andare l'amico e si fece un passo indietro facendo segno con gli occhi a Filippo di darci un taglio, qualsiasi cosa avesse in mente.

Ovviamente quello non gli diede retta.

“oi Bra” gli disse facendoglisi sotto “senti io ti volevo chiedere scusa per l'altro giorno” chiocciò ironico “se avessi saputo che te lo scopavi, te li avrei fatti levare a te i pantaloni a Fedeli!” rise “magari da te se lo faceva pure fare vero???” Niccolò vide le pupille di Brando ridursi a uno spillo dalla rabbia. Il moro si scagliò contro Filippo spintonandolo con violenza. L'amico fece appena in tempo ad afferrarlo e strapparglielo di dosso prima che iniziassero a picchiarsi. Vittorio e un altro fecero lo stesso con Filippo. Intorno si sollevò una gran confusione.

Niccolò si mise davanti a Brando per impedirgli fisicamente di riandargli sotto “datti una calmata sei matto??? ti hanno riammesso oggi a scuola” gli soffiò tra i denti, cercando di evitare che incrociassero di nuovo lo sguardo “Nic lasciami, che lo sfonno a quel cojone” protestò Brando “stai buono!” gli urlò il biondo spingendolo un passo indietro. Poi lo afferrò saldamente per le spalle iniziando a trascinarlo. Si voltò verso Filippo, che anche lui veniva trattenuto, per dirgli “sì però pure tu sei nammerda!” “lui è unammerda!!” ribattè Filippo liberandosi con uno strattone dalla presa dei suoi compagni, ma rimanendo fermo dov'era “per colpa sua Carlo s'è preso 3 giorni di sospensione! Nemmeno lo aveva fatto apposta a colpirlo con quella bottiglia!” gli gridò “mo l'ammissione alla Bocconi se la può scordare con quella nota sulla scheda! Sei contento finocchio??” continuò all'indirizzo di Brando. Lui fece un nuovo tentativo di andargli contro, bloccato di nuovo da Niccolò “tanto cretino com'è non entrava comunque!” gridò a Filippo, lasciandosi poi portare via dall'amico, che ancora lo teneva saldamente per le spalle.

 

Niccolò lo trascinò sulla scala antincendio e aspettò di aver richiuso la porta prima di mollarlo. Brando si sistemò la giacca con uno scatto nervoso, facendo un paio di vasche del ballatoio su e giù, come un leone in gabbia. Si premette le mani in faccia ringhiando e poi le lasciò scorrere forte sui capelli, tirandoli indietro e sbuffando per calmarsi.

Il biondo aspettò pazientemente di vederlo sbollire. Tirò fuori una canna e l'accese. Neanche il tempo di fare un tiro che Brando gliela strappò dalle mani, inspirò con rabbia facendo brillare la brace della cicca per lo sforzo, e trattenne il fumo dentro per qualche istante, prima di buttarlo fuori ripassandogli la sigaretta. Niccolò soppresse una risatina stringendo le labbra l'una contro l'altra

“meglio?” gli chiese prendendo una boccata di fumo. Brando annuì, anche se per un attimo di nuovo gli era passato un lampo di rabbia negli occhi a ripensarci. Allungò la mano supplicando con le dita un altro tiro. Il biondo gliela passò.

 

“senti..” gli disse Brando dopo qualche minuto che si era calmato “tu però vai non preoccuparti, non voglio che scazzi con tutti per colpa mia” Niccolò agitò una mano davanti al viso “Filippo è uno stronzo...” disse per confermare la sua posizione “puoi dirlo forte...” commentò il moro incrociando le braccia e poggiando i reni alla balaustra.

“senti so e 12..” gli disse Niccolò buttando un occhio all'orologio che aveva al polso “che facciamo andiamo a biologia o saltiamo?” “andiamo andiamo...” disse Brando tirandosi su e spegnendo la cicca con la scarpa da ginnastica.

 

 

 

 

 

PIU' TARDI

 

Un gruppo di studenti si riversò mollemente fuori dall'aula quando suonò la campanella. Il test di matematica era finito. Il professor Mallio salutò bonariamente i ragazzi che incrociava sulla porta non spiegandosi il motivo di tanto malumore.

Fabio sbuffò strofinandosi le mani sul viso esasperato e andò a poggiarsi con la schiena alla parete del corridoio dietro l'angolo. Brando lo seguì.

“non so che cazzo c'ho scritto su quel compito, giuro” si lamentò Fabio lasciando che la parete sorreggesse tutto il suo peso

“perchè sei scemo... io volevo passartelo ma tu... no!” ribattè Brando facendogli il verso sulla parola -no- Fabio fece spallucce “che vuoi farci sono un tipo onesto” “sì, onesto... e bocciato” commentò Brando ridacchiando mentre l'altro gli mollava una pacca sulla pancia.

Un gruppetto di ragazze gli passò davanti in quel momento, li indicarono ridacchiando, una di loro li guardò schioccando le labbra più volte a simulare dei baci, le sue amiche scoppiarono a ridere

“eh!” esclamò Brando guardandola male “te invece sei talmente cessa che non ti bacia neanche tua madre!” le disse in tono aggressivo, quella fece una faccia offesa girandosi e allontanandosi. Fabio lo tirò per un braccio “Bra, non puoi fa così” gli disse calmo mentre quello ancora non smetteva di fulminare il gruppetto di ragazze “non puoi passare il tempo ad azzuffarti con tutti” “vuoi scommettere?” ribattè lui girandosi per guardarlo in faccia. Fabio sospirò della sua espressione tesa e Brando lo fulminò con lo sguardo “se non mi lasciano in pace perchè mi rispettano, beh allora lo faranno perchè sanno che sennò gli spacco la faccia” gli spiegò tra i denti. Fabio lo guardo tristemente “hai fatto così tutto il giorno vero?” gli chiese dolcemente vedendogli poi evitare il suo sguardo.

Colpito e affondato.

“Bra in maggior parte li devi ignorare sennò è un inferno, capito?” gli disse “non puoi farti venire un attacco di bile ogni cinque minuti” insistette. Brando lo guardò con espressione poco convinta e Fabio gli sorrise “dai che tra qualche giorno non faremo più notizia e ci lasceranno in pace.. mo devo andare” aggiunse buttando un occhio all'orologio “Chiara e Damiano mi aspettano, per pranzo” L'espressione di Brando alla notizia era quantomeno disgustata e Fabio ridacchiò “ci vediamo dopo l'allenamento?” chiese “posso... venire a prenderti?” il moro sollevò un sopracciglio “sei sicuro?” disse scettico, Fabio scrollò le spalle “no. In effetti... troppo testosterone tutto insieme, me la rischio” scherzò “ci vediamo al motorino allora” e detto questo si sporse verso di lui per baciarlo, ma Brando evitò il contatto girando la testa con un mezzo passo indietro. Aveva ancora un'espressione dura e incazzata dipinta sul viso. Fabio lo fissò per un attimo e poi sospirò triste “vabbè... ciao” gli dissi voltandosi per andarsene. Brando lo riafferrò subito per la mano girandolo di nuovo verso di lui “non ce l'ho con te..” gli disse in tono esausto, continuando a stringergli la mano e accarezzandola col pollice, guardando il basso. Fabio gli sorrise “tranquillo, lo so” disse in tono dolce, facendogli una breve carezza sulla guancia prima di andarsene.

Brando rimase a guardarlo per qualche secondo, prima di sbuffare rumorosamente e andare a recuperare il suo borsone nell'armadietto.

 

Era ancora concentrato a rimuginare sugli eventi della mattinata quando raggiunse lo spogliatoio. Si fermò a pochi passi dalla soglia. Di colpo la consapevolezza di chi c'era lì dentro e di cosa poteva succedere lo folgorò. Immaginò cosa avrebbero fatto in passato, se Fabio si fosse azzardato ad entrare in quello spogliatoio. Immaginò che lo facessero a lui. Li aveva visti tante volte agire, tutti insieme, che si caricavano a vicenda, in quel modo orrendo, che presi singolarmente non sarebbero stati in grado di ripetere. Lo sapeva perchè c'era anche lui in mezzo a loro.

Immaginò cosa potevano dire, ancora peggio di quel che potevano fare.

Sentì un brivido attraversargli la schiena.

Si morse il labbro frustrato.

Poi, sentendosi il primo dei vigliacchi, girò a sinistra e si diresse direttamente ai campi.

Era un debole lo sapeva, ma non ce la faceva proprio ad affrontarli in quel momento.

Gettò il borsone a terra vicino alla panchina ospiti e, con quanta più disinvoltura fu in grado di reperire, iniziò a spogliarsi lì.

 

Monica gettò un'occhiata all'orologio, per vedere quando fosse opportuno andare a dare un'energica bussata alla porta dello spogliatoio dei ragazzi.

Ok, tecnicamente mancavano ancora cinque minuti.

Girò lo sguardo e notò che c'era qualcuno seduto sulla panchina ospiti. Avvicinandosi capì che era Brando.

Gli arrivò fino a due passi, lo vide sollevare un momento gli occhi e notarla, ma la ignorò. Guardò per un attimo la sommità della sua testa riccia mentre si slacciava i bottoni della camicia, sotto aveva solo i boxer.

“che stai facendo?” gli chiese sommessamente, in tono dolce

“non si vede?” fu la sarcastica risposta

“sono stati gli altri che ti hanno mandato fuori?” indagò, ma senza cambiare tono di voce. Brando fece uno sbuffo di risata “ma non scherziamo...” borbottò alzandosi in piedi, aveva slacciato anche l'ultimo bottone. Monica incrociò le braccia guardandolo con una sorta di compassione negli occhi che al ragazzo fece solo venire su il veleno.

Il suo coming out era stato talmente plateale che ormai era di dominio pubblico, anche tutto il corpo docente lo sapeva, compresa lei. Intuiva che fosse turbato, anche se faceva il duro.

“beh potresti anche girarti” le disse Brando con un sorrisino malizioso che la fece ridere, si vede che cercava di sdrammatizzare “tu ti spogli in mezzo al campo e pretendi pure che mi giri? Non credo proprio..” scherzò a sua volta “come vuole coach” disse lui, togliendosi la camicia e poi anche la maglietta che aveva sotto senza mai staccarle gli occhi di dosso, per vedere se riusciva ad imbarazzarla.

No, non ci riuscì.

Si finì di rivestire in fretta con la t-shirt e i pantaloncini da allenamento. Monica lo guardò sedersi per allacciarsi le scarpe e poi rialzarsi in piedi, con una certa tenerezza.

“hai fatto bene a fare quello che hai fatto” gli disse a bruciapelo, volendo essere in qualche modo di incoraggiamento, voleva che si sentisse supportato, almeno da qualcuno. Brando invece indurì lo sguardo a tempo di record “non bisogna mai vergognarsi di chi si ama” aggiunse lei. Il ragazzo girò lo sguardo facendo uno sbuffo di risata, detestando che si immischiasse nelle sue cose “ma senti da che pulpito” sputò fuori in tono duro. Monica sgranò gli occhi, interdetta da quel rapido cambiamento “che vuoi dire?” chiese sinceramente spaesata. Brando le si fece più vicino col viso, arrabbiato “guarda che lo so che ti sei scopata Niccolò” le disse a denti stretti “e chissà quanti alt..” non finì la parola. Monica gli aveva tirato uno schiaffo. Non forte da fargli male ma abbastanza da zittirlo. La guardò sorpreso quasi. La vide portarsi immediatamente entrambe le mani sulla bocca con un espressione di panico “oddio!” esclamò lei “ma che ho fatto?? scusami! Scusami non volevo, non l'ho fatto apposta, davvero” proruppe, poggiandogli per un attimo una mano sulla guancia, quasi volesse cancellare il suo gesto di poco prima “davvero mi dispiace, non dirlo a nessuno ok?” Brando sollevò un sopracciglio quasi divertito da tutta quell'agitazione, e per un attimo considerò l'idea di minacciarla un po', ma poi accantonò l'idea dato che gli sembrava davvero sconvolta. Monica chiuse gli occhi poggiandoci per un attimo la mano sopra “scusa, non avrei dovuto” disse piano “è solo che tu...” “le levo dalle mani, lo so... lo diceva sempre pure mio padre” scherzò Brando, facendole capire che poteva smettere di preoccuparsi. Monica fece un cenno di sorriso e poi ritornò seria “Brando ascolta” gli disse poggiandogli una mano sul braccio “quello che ho fatto io, con Niccolò, è stato un errore, per tanti motivi, e fidati che lo so bene” e poi aggiunse “ma il tuo caso è diverso. Non devi vergognarti con gli altri di quello che provi, per quel ragazzo, perchè non è sbagliato” Brando le fece per la prima volta un piccolo sorriso sincero “lo so..” Monica lo guardò intensamente “ti prego non raccontare a nessuno di me e...” “sono bravo a tenere i segreti” la interruppe lui in tono deciso. Lei gli sorrise accarezzandogli per un istante il braccio “lo so... ho visto” sussurrò in tono triste. Poi lo superò diretta allo spogliatoio “tiri fuori i cerchi intanto???” gli gridò da lontano, tornando rapidamente in modalità prof.

 

 

 

L'allenamento era finito. Brando si sfilò la fascetta lasciando ricadere i ricci sulla fronte al loro posto e spinse un po' la caviglia di Niccolò, che stava aiutando a fare stretching.

“ancora un minuto e facciamo a cambio” gli disse lui rilassando la testa nell'erba umida sotto di lui. Brando gli lasciò andare la caviglia e gli fece cenno di tirare su l'altra gamba “non ti preoccupare” rispose.

Dopo poco il biondo abbassò entrambe le gambe e si diede la spinta con gli addominali per mettersi prima seduto e poi in piedi. Brando si sedette sull'erba e allargò le gambe allungando il busto in avanti per stretchare la schiena. Niccolò gli si poggiò con tutto il peso sulla schiena per aiutarlo ad allungarsi “hai visto che doppio passo che gli ho fatto a Bigi? Sembravo Cristiano Ronaldo” gli disse ridacchiando “sì, quando sta uscendo dal campo per infortunio!” lo sfottè Brando ridendo, facendo poi un'esclamazione di dolore quando l'amico gli premette molto più forte sulla schiena, per poi scoppiare a ridere.

“occhio Nic, che s'eccita!” Gli urlò in quel momento Umberto, scatenando l'ilarità generale e un rimprovero, caduto completamente nel vuoto, da parte di Monica “tua madre sempre!” rispose Niccolò più veloce di qualsiasi reazione di Brando. La squadra rise ancora più forte, e Brando rilassò le spalle ghignando a sua volta.

Forse, col giusto supporto, poteva pure scherzarci su.

Si alzarono in piedi poco dopo, finito lo stretching e, insieme a tutti gli altri si avviarono agli spogliatoi.

Brando si irrigidì per un attimo, ricordando che la sua roba stava fuori. Niccolò lo vide rallentare nei pressi della panchina e lo seguì con lo sguardo. Notò il borsone e i suoi vestiti buttati lì e gli venne la pelle d'oca dall'irritazione a capire come mai non lo avesse visto nello spogliatoio prima.

“è uno scherzo???” gli disse avvicinandosi con l'aria tra l'arrabbiato e l'incredulo. Brando non rispose arrossendo leggermente “oh ma per piacere!” sbottò sbuffando. Lo spinse di lato,arraffando tutta la sua roba e schiaffandogliela in mano “muovi il culo, vai dentro” gli ordinò “che se qualcuno ha problemi gli spiego io due cose volentieri” aggiunse facendogli un sorrisino prima di iniziare a spingerlo “va bene, va bene! Piantala de fa l'isterico però!” rise Brando lasciandosi spingere.

In realtà gli era grato. Molto. Ma tra uomini non si fanno smancerie.

 

3 GIORNI DOPO

 

Fabio girò la chiave nella toppa e entrò in casa ancora col fiatone. Brando dietro di lui, con la maglietta sudata ma tutto sommato messo molto meglio.

“io so a pezzi...” commentò Fabio facendo un respiro profondo e asciugandosi la fronte con la spalla “tu sei una schiappa, è diverso” lo canzonò Brando ridacchiando. L'altro si girò a lanciargli un'esausta occhiataccia “non avevo mai corso prima di oggi!” si lamentò “e tu mi hai fatto fare 20 minuti di seguito, sei fortunato che non sia morto!” Brando alzò gli occhi al cielo divertito dal melodramma “ma io se faccio meno di 20 minuti neanche sudo...” spiegò. Fabio gli passò davanti raggiungendo la cucina “che potrebbe avere comunque i suoi vantaggi, visto l'odore che mandi ora!” lo prese in giro ad alta voce dall'altra stanza. Brando entrò in cucina e lo vide che svuotava una bottiglietta d'acqua. Fabio gli gettò un'occhiata, riempì la bottiglia sotto al rubinetto e gliela passò “forse devi trovarti qualcuno più in forma di me per andare a correre” gli disse mentre lui beveva “ma io voglio andarci con te” protestò aggrottando le sopracciglia “non fare il pesa culo” aggiunse gettando la bottiglia vuota nel cestino e lasciando la cucina, diretto al bagno “la prossima volta facciamo 25 minuti” gli annunciò dato che avvertiva la sua presenza alle spalle. Fabio sgranò gli occhi seguendolo fin dentro al bagno “ma non possiamo restare a 20 minuti finchè non riesco a farli senza morire??” lo supplicò, vedendogli subito fare di no con il dito “no, altrimenti non ci alleniamo” Fabio sbuffò “sei un tiranno” sentenziò poggiandosi con la schiena al lavandino incrociando le braccia “lo so” confermò Brando tirando un sorriso da schiaffi, poi aggiunse “ora fuori dalle palle che devo farmi la doccia” Fabio inarcò un sopracciglio non schiodando di un millimetro “beh anche io devo farmi la doccia, dove sta scritto che devi farla prima tu???”.

A quel punto, di colpo, Brando assunse un'espressione completamente diversa “sai che penso Fedè...” gli disse in tono malizioso “che casa tua ha davvero una doccia grande” Fabio si rizzò in piedi di riflesso, messo in allarme dal suo tono “che intendi?” gli chiese spalancando gli occhi. Brando gli si avvicinò di un passo lentamente “che secondo me ci stiamo anche in due” rispose facendogli scorrere un dito sul braccio, dal polso al gomito. A Fabio si seccò la bocca all'istante e indietreggiò arrossendo “non so se è il caso...” balbettò leggermente “non ti va?” lo provocò il moro con un ghigno argentato “non ho detto questo!” ribattè lui “ma mio padre potrebbe tornare da un momento all'altro” aggiunse a spiegazione delle sue perplessità. Brando non sembrava minimamente impensierito dalla cosa. Si avvicinò ancora di due passi, facendolo indietreggiare fino a che Fabio non fu spalle alla porta. Poi si sporse un po' allungando una mano al lato del suo fianco. Fabio sbattè piano la tasta alla porta nel tentativo di indietreggiare ancora per l'imbarazzo, poi sentì la chiave che girava nella toppa tra le dita di Brando, e poi lui ritrarre la mano “problema risolto” disse. Poi, senza aspettare un attimo di più gli afferrò il davanti della maglietta e lo strattonò con forza verso di sé, gli stampò un rapido bacio sulle labbra e poi gli strappò via la maglietta dalla testa senza troppi complimenti. Afferrò la sua per dietro la schiena e se la sfilò velocemente, attirando poi di nuovo Fabio a sé per un polso e baciandolo con trasporto. Lui rispose subito al bacio, non nascondendo a sé stesso che quel po' di irruenza gli piaceva. Lo sentì trafficare coi suoi pantaloni della tuta mentre si succhiavano le labbra a vicenda, poi avvertì le sue dita che si insinuavano dentro l'elastico dei suoi boxer e scivolavano giù per spogliarlo.

Quando furono entrambe completamente senza vestiti, si separarono e si guardarono con il respiro un po' pesante. Fabio arrossì appena sotto lo sguardo di Brando, che stava letteralmente divorando con gli occhi ogni centimetro del suo corpo “Bra..se mi guardi così mi metti in imbarazzo” confessò sorridendo nervosamente “sei uno spettacolo” ammise sinceramente il moro, facendolo arrossire ancora di più “non scherzare, dai” nicchiò Fabio stringendosi le braccia intorno al petto imbarazzato “non sto scherzando” ribattè Brando serio “mi piaci da matti” aggiunse sorridendogli. Fabio lo guardò negli occhi per un attimo, poi colmò la distanza tra loro e lo baciò di nuovo, mettendogli una mano dietro al collo.

A tentoni trovarono la porta del box doccia ed entrarono senza smettere un secondo di baciarsi. Fabio si staccò solo per controllare come apriva l'acqua, per non farla uscire nè gelida né bollente. Il getto della doccia si frappose tra loro, schizzandoli leggermente entrambi. Brando fece un passo avanti per lasciarsi bagnare la testa. Col peso dell'acqua i ricci gli si afflosciarono tutti sugli occhi e lui, tenendoli chiusi, si passò una mano a tirarli indietro mentre l'acqua gli inondava il viso. Fabio sentì una botta allo stomaco, vederlo fare quel gesto fu sufficiente a causargli un'erezione da capogiro. Mentre lui continuava a fissarlo Brando gettò un'occhiata in basso “ti piace quello che vedi Fedeli?” lo prese in giro con un sorrisino bastardo “cazzo si..” ammise lui senza vergogna, afferrandogli il viso tra le mani per baciarlo un'altra volta. Brando gli si fece più addosso approfondendo il bacio lentamente. Afferrò il soffione della doccia e lo direzionò dritto sopra le loro teste, mandando entrambi quasi in apnea mentre si baciavano. Tutti gli altri rumori a parte l'acqua erano spariti. Dopo qualche secondo Fabio spinse leggermente Brando indietro, di modo che potessero riprendere fiato. Gli accarezzò il collo e gli strinse il fianco con una mano, mentre l'altro lo stringeva a se accarezzandogli la schiena resa ancor più liscia dall'acqua. Si separarono di nuovo e Brando pescò un flacone di bagnoschiuma dal porta sapone e, con un sorrisetto, se ne mise una generosa dose sul palmo della mano, poi lo diede anche a Fabio.

“quando ho comprato questo bagnoschiuma non pensavo l'avrei usato in questo modo” scherzò Fabio mentre si iniziavano a strofinare a vicenda le mani addosso, creando una schiuma densa e chiara sui loro corpi. Brando rise “secondo me neanche il bagnoschiuma se lo aspettava” disse facendo ridere anche Fabio. Il piccolo spazio si riempì dell'aroma tenue di vaniglia del sapone. Fabio accarezzò con le mani insaponate le spalle, il collo, il torace teso di Brando, mentre lui faceva scendere una mano a massaggiargli la pancia, poi di lato ai fianchi, dietro la schiena, risalendo su dai reni fino in mezzo alle scapole. Lo attirò di più verso di sé nel fare questo, i loro bacini si sfiorarono mandando a entrambe una scarica elettrica lungo la spina dorsale. Brando lo fissò di nuovo con aria maliziosa “che mi guardi così eh??” scherzò Fabio con un tono basso e provocante “come faccio a non guardarti, sei proprio qui davanti a me!” ribattè Brando “che devo fare girarmi?” aggiunse. Fabio sospirò, capendo che Brando non si era neanche reso conto di cosa avesse appena detto “non mi tentare De Santis” gli disse malizioso “che non sono mica fatto di legno” aggiunse facendolo ridere di imbarazzo, ora che aveva capito l'allusione. Brando gli passò una mano insaponata dietro la nuca baciandolo con trasporto mentre con l'altra mano scivolava giù lungo la sua schiena afferrandogli il sedere e spingendolo con decisione contro di sé. Fabio sospirò tra le sue labbra e lo sentì spostarsi a baciargli tutto l'angolo della mascella e poi scendere sul collo. Lo afferrò per i fianchi premendoselo forte addosso. I loro corpi aderivano perfettamente l'uno all'altro. Fabio iniziò a muoversi lentamente per strofinare la sua erezione su quella di Brando, lo sentì sospirare forte. La schiuma era stata quasi tutta portata via dall'acqua. Brando lo afferrò per una spalla staccandosi da lui quel tanto che bastava a far passare la sua mano sul davanti. La lasciò scorrere per tutta la lunghezza del torace di Fabio fin giù, dove iniziò ad accarezzarlo energicamente facendogli trattenere tra i denti un'esclamazione di piacere. Strinse le dita intorno alla sua erezione facendo scivolare la mano su e giù, godendo del rossore che era esploso di colpo sul suo viso. Lo vide chiudere gli occhi sospirando.

Fabio lo lasciò fare per qualche istante, poi allontanò quasi in modo brusco la sua mano e, sorprendendo un tantino il ragazzo, si abbassò davanti a lui, piegando le ginocchia.

“oh porca troia” si lasciò sfuggire Brando quando sentì il tocco delle labbra di Fabio sulla pelle del suo punto più sensibile. Fabio iniziò a posare piccoli baci umidi per tutta la lunghezza della sua erezione, dall'attaccatura alla punta. Brando sospirò forte e gli accarezzò la testa stringendogli un po' i capelli, lottando contro l'istinto di premergli la testa contro di sé, sentiva di stare per arrivare al limite dell'eccitazione.

“Fà...” lo chiamò dopo poco “non ce la faccio più” e nel dire questo gli strinse una spalla, tirando su per convincerlo ad alzarsi, e lo girò con forza, spingendolo di mala grazia contro la parete di piastrelle della doccia facendo aderire tutto il corpo al suo poi, rendendosi conto di essere stato brusco, si forzò a calmarsi per entrare dentro di lui con delicatezza. Lo sentì sospirare forte. Gli passò un braccio intorno alle spalle, vicino al collo, e l'altro sotto il braccio sinistro, afferrandogli la spalla e stringendolo contro di sé. Fabio si sorresse con tutte e due le mani sul muro mentre Brando faceva aderire completamente il torace con la sua schiena. Iniziò a muoversi ritmicamente, sprofondando il viso nel suo collo, posando piccoli baci nel punto in cui poggiava le labbra. Entrambi sospiravano forte, il vetro del box doccia cominciava ad appannarsi. Fabio sentiva il piacere farsi sempre più intenso, i suoi sensi erano occupati interamente dal rumore dell'acqua e dal respiro caldo di Brando sul collo. Inarcò un po' la schiena portando la testa indietro per cercare le sue labbra mentre le spinte si facevano via via più decise e frequenti. Brando spostò la testa di lato a sua volta, per baciarlo sulla bocca mentre lui gli affondava una mano nei ricci, tirandoglieli.

D'un tratto lo sentì tremare, facendo un verso soffocato, e abbandonando per un attimo tutto il peso tra le sue braccia. Era venuto. “Fà... dì il mio nome” esalò contro la sua guancia “dì il mio nome” “Brando...” lo chiamò lui in un sospiro affannoso. Tanto bastò per fare arrivare all'apice del piacere anche lui. Lo tenne stretto ancora per un attimo, prima di staccarsi da lui piano, permettendogli di girarsi. Fabio gli afferrò il viso tra le mani baciandogli in rapida successione guance, occhi, fronte e naso, poi lo lasciò andare e si dedicò anche lui a riprendere fiato.

 

Fabio si strofinò un asciugamano sulla testa guardando Brando che si spruzzava il deodorante. Si erano dovuti rilavare da capo quando avevano finito, e ora tra la corsa e il resto si sentiva davvero esausto. Percorse con lo sguardo ogni centimetro della sua schiena, non capacitandosi di quanto adorasse ogni suo piccolo dettaglio, non solo del corpo oggettivamente bello, ma di tutto quello che lui era, nel bene e nel male: gli piaceva la sua voce bassa, con l'accento marcato, il suo sguardo duro che sorrideva solo quando guardava lui. Gli piaceva il suo tenerlo sempre sulla corda, con rasoiate ironiche, e le attenzioni improvvise che aveva per lui. Il suo mettersi la felpa anche ad agosto, il sorriso d'argento per via dell'apparecchio, le labbra screpolate dai morsi che si dava di continuo, il modo in cui le sue mani lo toccavano.

“è sempre bello fare l'amore con te” si lasciò scappare, anche se era quasi un sussurro. Brando non disse niente e Fabio si fece attento, incuriosito dal fatto che non avesse risposto neanche per sfotterlo “che c'è?” gli chiese avvicinandosi, quando scorse attraverso lo specchio uno sguardo triste “vorrei che al mondo ci fossi solo tu” disse piano, forse neanche rendendosi conto di averlo detto ad alta voce. Fabio sollevò un sopracciglio perplesso da uno slancio simile, poi capì cosa intendeva

“ti danno ancora fastidio?” gli chiese poggiandogli il mento sulla spalla e accarezzandogli il braccio con la punta delle dita. Lui non rispose, ma il suo silenzio era piuttosto eloquente. Brando si morse il labbro inferiore dal nervoso. Quando stava solo con Fabio aveva la sensazione di essere esattamente dove doveva essere, ogni gesto sembrava il più giusto del mondo, si sentiva a posto, e detestava che di tanto in tanto ci fosse ancora qualcuno che, con uno sguardo o una parola, riuscisse a farlo sentire uno schifo “dai che tra qualche mese siamo fuori di lì” gli disse Fabio in quel momento, alludendo al Collodi, poi gli stampò un bacio sulla tempia afferrandolo per il lato opposto della testa. Brando fece un piccolo sorriso e girò il viso per accarezzargli la guancia con la punta del suo naso affilato, poi le sue labbra si arricciarono in un ghignetto bastardo “sì, comunque l'ho notato che ti piace come ti scopo, mi sa che l'hanno notato pure i tuoi vicini” rise. Fabio si staccò di lui tirando indietro la testa e scuotendola “bentornato, stronzo” gli disse mollandogli un leggero schiaffetto prima di uscire dal bagno, fintamente offeso “oh... cazzo.. Brando si” lo prese in giro ad alta voce lui “vaffanculo!” gli urlò Fabio da fuori,ridendo. Brando scoppiò a ridere a sua volta “ti voglio bene anch'io!”

 

  
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