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Autore: Ninnola    17/08/2009    5 recensioni
La storia inizia dopo il bacio sulla terrazza della scuola...prima della gara di karate di heric. Sana scompare all'improvviso poco prima che la gara di karate inizi così, senza un motivo apparente, ma si scompirirà in seguito che è andata a New York dove una persona per lei importante lotta fra la vita e la morte.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO DICIANNOVESIMO.

(sei parte di me)

 

 

 

Sana era ancora sdraiata sul suo letto, e un paio di occhi attraverso degli occhiali da sole non potevano fare altro che guardare la valigia a terra vuota.

Delle magliette coloravano il pavimento insieme a un po’ delle coperte del letto che ricadevano disordinatamente sul tappeto storto.

Sana era rannicchiata tra i cuscini e la coperta, e dei raggi di sole piuttosto intensi le contornavano il viso in completo silenzio, donandole un aspetto fanciullesco.

Nessun rumore e nessun suono entrava nella stanza e ciò permetteva un sonno beato alla ragazza sul letto.

Robby aveva ricevuto l’incarico dalla s.smith di svegliare sana, e già sapeva che non sarebbe stato affatto facile.

Provò a chiamarla molte volte, ma sana pareva avere un sonno non molto leggero.

Solo dopo una manciata generosa di minuti sana riuscì a captare qualche suono.

 

-…-

-………………………-

-..na..-

-…ana…-

-…sana…-

-cosa c’è robby?? Stavo dormendo!-

-si questo lo so bene…-

-e allora lasciami dormire ancora un po’…dobbiamo partire domani non oggi…-

-si certo ma…-

-ecco allora fammi dormire un altro po’… sono stanchissima…-

-sana tu dovresti…-

-dai robby per favore.. non ti chiedo mai niente…-

Delle immagini viaggiarono alla velocità della luce nella mente di robby..

 

*flashback*

-robby mi accompagni a casa di Alyssa? Devo prendere degli appunti da lei!-

-robby mi porteresti una bottiglietta d’acqua? Ti prego tra 2 secondi devo girare il nuovo ciak!-

-robby mi vuoi bene vero? Mi porti per favore una fetta di torta al cioccolato ne ho proprio voglia!-

-ti prego robby mi devi salvare la vita! A casa di Funny, subito!-

-robbyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy! Ma dove sei quando ti cerco??-

-robby sbrigati dovevo essere da heric 20 minuti fa!-

-insomma robby quanto ci metti a fare una telefonata! Devo telefonare anche io!-

-robby ho visto una gonna nella vetrina di un negozio favolosa! Mi accompagni a comprarla?-

-robby ci sono delle scarpe fantastiche in centro! Vorrei andare a provarle! andiamo?-

*fine flashback*

 

-si sana… lo so che non mi chiedi mai niente.. ma questa volta è importante che tu ti alzi anche perché sono le…-

-e va bene mi alzo mi alzo! A proposito.. che ore sono?-

-è quello che cercavo di dirti! Sono le 17.45 devi sbrigarti!-

-ugh.. COSA? Ma è tardissimo… ho appena il tempo di fare le valige! A che ora parte domani l’aereo?-

Sana già correva a destra e a manca raccogliendo magliette da terra e poggiandole sul letto, sulla scrivania, in bagno…

- alle 8 di mattina…-

-che cooosa?? No… passerò tutta la notte a fare le valige!!-

-ho cercato di svegliar…-

-ma perché non mi hai svegliato prima?-

-..ti. SANA FERMATI UN MINUTO!-

Sana in quel momento aveva in mano uno spazzolino da denti colante di dentifricio, tutta la bocca sporca e due o tre magliette nell’altra mano.

-sana lo so che sei agitata e terribilmente in ritardo..ma calma..respira!-

Sana tirò fuori il solito martello di plastica rosso e giallo e lo scagliò contro robby.

-CALMA? COME CALMA? COME FACCIO A CALMARMIIIIII??- urlò schizzando schiuma e dentifricio dappertutto.

-buongiorno sana!- la s.smith salutò la figlia passando per il corridoio con la sua macchinina.

-ciao mamma!-

-non hai fatto né pranzo né colazione! Che ne dici della merenda?- buttò lì la madre…

-si direi che va bene!-

Sana gettò tutto a terra e se ne andò dalla stanza sbattendo la porta e lasciando un robby basito a guardarla con cipiglio sconvolto.

Sana riaprì la porta di scatto e disse dolcemente – robby raccogli quelle due cosine per favore? Grazie eh!-

E richiuse la porta.

 

*

 

Dopo una generosissima fetta di torta al cioccolato, un bicchiere di tè fresco alla menta e una sana porzione di pasticcini alla crema sana tornò in camera…

Erano già le 18.30 passate, e la valigia giaceva ancora vuota a terra.

-e va bene.. mi ci metto di impegno ora! Forza sana!- si disse la ragazza tra se e se.

Chiuse la porta della sua camera e notò che era particolarmente buia.

Accese tutte le luci e andò in bagno.

Guardandosi allo specchio si fece una coda alta e poi tornò alla sua valigia.

La guardò intensamente.

“ci entreranno tutte le cose che devo portarmi??”

Guardò l’armadio, che occupava una parete intera e guardò di nuovo la valigia.

“…mmmm…”

Si piazzò davanti all’armadio e lo aprì prendendo qualsiasi cosa ci fosse dentro e poggiandola sul letto.

-ok…ora divido quello che mi serve sul letto e quello che non mi serve per terra! Sarà facile… dunque maglietta si… anche questa… oh questa si.. e questa che ci fa qui? Pensavo di averla buttata 2 anni fa! Chissà magari mi entra ancora… è così carina…-

La “separazione” dei vestiti andò avanti per un’ora buona e portò secondo sana ottimi risultati.

Proprio ora che sana guardava il suo duro lavoro robby bussò alla porta.

-sana posso entrare??-

-si certo vieni pure!-

Robby rimase di sasso appena vide la superba montagna di vestiti accatastati sul letto di sana, e qualche pantaloncino macchiato di circa dieci anni prima per terra.

-le cose a terra non quelle che mi porto mentre invece il resto va in valigia! Ci pensi tu??-

-ugh… sana ci vorrebbero almeno 20 valigie per un quarto dei vestiti che hai sul letto!-

-ma robby sono fondamentali!-

Robby si avvicinò al mucchio e estrasse lentamente un peluche, provocando la valanga di circa 10 magliette per terra.

- anche questo peluche è fondamentale??-

-robby era di quando ero piccola! Potrei avere nostalgia! Meglio portarlo!-

Robby era furioso ma non si scompose.

-sana hai sempre odiato quel pupazzetto! E comunque il tuo set di valigie è fatto di 7 pezzi, beauty compreso… e ricorda che anche lì probabilmente farai acquisti quindi non portarti tanta roba!-

-davvero? Bè potremmo sempre comprare altre valigie lì, no?-

-ugh… sana preparati in fretta!-

E dicendo questo robby uscì di scena.

Sana era rassicurata… aveva altre sei valige per poter mettere le sue cose!

Guardò l’ora dall’orologio appoggiato alla sua scrivania..

19.40 .

-accidenti! Devo sbrigarmi veramente!-

Guardò dall’altro lato della camera.

Oltre la finestra notò che il cielo era completamente grigio, non una striscia di azzurro si imbatteva tra quelle nuvole cariche di pioggia che ne riversavano proprio sopra la sua casa, davanti ai suoi occhi.

Triste.

Brutto tempo.

Pioggia intensa e cielo scuro.

Non le pareva un buon segno.

E portò a chiedersi cosa stava facendo una determinata persona sotto quella pioggia.

-…heric…-

Le sembrava di vedere i suoi occhi riflessi sul vetro guardarla dentro, leggerle l’anima.

Istintivamente voltò lo sguardo.

-…mi dispiace…- sussurrò sana iniziando a gettare a terra tutte le cose inutili che prendeva in mano.

Da dove spuntavano tutti quei vestiti?

Voleva finire al più presto, magari avrebbe chiamato i suoi amici per un ultimo saluto.

Il mucchio a terra cresceva sempre più velocemente.

Sana iniziò a ripiegare qualche maglietta e a infilarla ordinatamente nella valigia.

Col passare del tempo il cielo si tinse di nero e i lampioni illuminavano la pioggia sottile infrangersi contro il duro asfalto.

 

Cinque valigie erano state riempite, chiuse e portate sotto vicino alla porta di ingresso.

 

Sana ora era in bagno, con il suo beauty  prendendo asciugamani, dentifricio spazzolino, trucchi, profumi creme e quant’altro.

Il beauty si riempì in un battibaleno e sana, dopo aver chiuso anche quello, prese la settima valigia e, messe le ultime cose in un beauty più piccolo si sedette sul letto.

Sana ascoltò il suo cuore e una volta tanto lasciò fare ciò che gli sussurrava al cervello.

Vagò per la sua camera in cerca del telefono.

-ma dove è finito?.. ah eccolo!-

Scorrendo la rubrica premette il tastino verde e avviò la chiamata.

Prima di sentire una voce dall’altro cavo, sana fece qualche passo verso la finestra e scrutò il cielo.

-pronto?- esclamò la voce.

Sana rimase a fissare il cielo.

-…-

-sana tutto bene??? Pronto???- la voce aveva alzato il tono.

-…… ciao…- esordì debolmente sana.

-sana!!-

-…mi dispiace di non aver chiamato prima, so che eri in pensiero...scusami Funny-

-non ti preoccupare! Piuttosto dove sei ora???-

-sono… in America… e non so ancora quando tornerò… probabilmente non avrò neanche la possibilità di chiamare spesso quindi.. volevo salutarti…-

-sana ma che sta succedendo? Sei sparita così e ti fai sentire dicendo che non sai per quanto altro tempo stai fuori… dimmi che sta succedendo!-

-Funny non ti preoccupare! Va tutto bene… è solo che questo è un periodo un po’ impegnativo.. robby ha trovato anche del lavoro e… non so quando potrò tornare a casa…-

-oh.. lavoro… capisco…-

-mi dispiace Funny di tutto questo…-

-non ti preoccupare… allora devo aspettare una tua chiamata?-

-suppongo di si… mi ha fatto piacere risentirti Funny…-

-anche a me sana… non sparire!-

-ciao Funny! Ti voglio bene!-

-anche io sana! Ciao!-

 

Menzogne.

Bugie.

“ora tocca ad Alyssa…”

 

Sana sospirò.

Forse quella era l’unica cosa giusta che aveva deciso di fare in quelle ultime settimane.

Rassicurare le persone a lei care.

Con delle bugie, ovvio.

È così che si fa.

Come quando ai bambini si dice che l’uccellino per terra sta dormendo, mentre invece è già morto da un pezzo.

Le bugie tranquillizzano l’animo, ma hanno le gambe corte.

 

-ciao Alyssa!-

-sana! Dove sei? Che ti è successo?? Stai bene vero?-

-Alyssa calmati va tutto bene! Sto benissimo non ti preoccupare! Ti chiamavo solo per farmi sentire… mi dispiace di essere sparita così…-

-dove ti trovi ora??-

-sono in America… ti chiamavo infatti perché non avrò molte possibilità per farlo.. robby mi ha trovato del lavoro… volevo salutarti!-

-quando tornerai? È già un bel pezzo che non ci sei…-

- non lo so proprio… è… presto spero…-

-lo spero anche io… non vedo l’ora di riabbracciarti…-

 

Sana ebbe un morso allo stomaco.

Stava per urlare di uscire insieme, abbracciarsi, parlare, scherzare insieme.

Quasi si vergognò del suo attimo di debolezza.

 

-si anche io Alyssa… ora devo proprio scappare! Ci sentiamo presto!-

-fatti sentire! Ti voglio bene!-

-anche io…ah scusa potresti dire anche a Terence della nostra telefonata?? Non faccio in tempo a chiamarlo!-

-nessun problema sana!-

-grazie aly.. sei sempre la migliore! Ti voglio bene! Ciaoo!-

-ciao sana!-

 

Che strano.

L’atmosfera si era di colpo alleggerita.

Un peso enorme gravava sul cuore di sana e ora pareva essersi volatilizzato.

Sana alzò ancora una volta lo sguardo verso la finestra.

“scusate ragazzi, ma vi dovevo una spiegazione, vera o falsa che sia.”

Guardò per diversi minuti la pioggia infrangersi contro il vetro, come incantata.

Alzatasi afferrò il beauty e lo portò vicino alle altre valigie, di sotto.

 

Si sarebbe stata dura.

Difficile e soprattutto avrebbe portato sofferenza.

Ma lei ora non pensava a questo.

Non riusciva a pensare a niente.

C’era il vuoto.

Come se stesse recitando alla perfezione la parte della sua stessa vita.

 

L’ora di cena era giunta anche in ritardo, ma sana toccò a malapena cibo.

Nessuno la costrinse a mangiare e quando lei dichiarò di voler andare a letto presto nessuno si incuriosì troppo.

 

Dentro al suo letto sana pensava intensamente a una decisione da prendere.

Gli martellava in testa da troppo tempo, circa un paio d’ore da quando era salita nella sua camera.

Come al solito orari indecenti per fare comunissime telefonate.

Eppure…quella sarebbe potuta essere qualsiasi cosa fuorché una telefonata comune.

Dopo che altri neuroni furono mandati in fumo per il troppo ragionare sana aveva deciso cosa fare.

Il modo più crudele, freddo e bastardo per comunicare.

Un SMS.

Un piccolo messaggio spacca cuore.

Le sarebbe bastata una parola, nient’altro.

Lui doveva sapere.

Solo lui avrebbe saputo la verità.

 

Afferrò il cellulare, ben piazzato da ore sul suo comodino e aprì la pagina bianca del SMS.

 

Inviato.

 

Spense il cellulare e lo abbandonò sul letto.

 

Si alzò e andò da sua madre.

 

-mamma posso chiederti un favore?-

-dimmi tesoro mio-

-stacca il telefono di casa dalla presa. Non voglio che nessuno chiami-

-d’accordo..ora però torna a dormire-

-grazie mamma… ah… se qualcuno mi cerca io non ci sono. Per nessuno mamma-

-sana, ma è tutto apposto?? Perché mi chiedi queste cose?-

-è solo che sono un po’ nervosa.. non ho voglia di vedere nessuno…-

-d’accordo. Buonanotte piccola mia…-

-notte mamma-

 

Sana tornò in camera e appena la sua vista cadde sul cellulare lo afferrò e lo lanciò sul comodino, sdraiandosi sul letto e cadendo in un sonno profondo.

 

 

                                                                       *

 

Poco lontano un ragazzo in particolare non dormiva affatto.

La suoneria del cellulare lo aveva svegliato poco gentilmente, costringendolo ad aprire il messaggio.

 

 

 

 

Parto

 

 

 

Era di sana.

-“come sarebbe parto?oh.” ha deciso di partire. Che stupido a pensare che sarebbe rimasta.-

Non c’era bisogno di chiedere perché.

Se sana avrebbe voluto dirgli di più lo avrebbe fatto.

Sarebbero anche potuti stare attaccati al telefono tutta la notte.

Invece si era limitata a scrivere un ridicolo messaggio. Anzi una parola senza punto o virgola.

Solo “Parto” .

Le avrebbe tirato il collo quando faceva così.

Compose il suo numero telefonico a memoria.

Staccato.

Provò persino a casa, nonostante l’ora.

Staccato anche quello.

Sarebbe potuto andare a casa sua, ma non avrebbe avuto alcun senso.

Era logico, non voleva sentire nessuno.

E così lasciò stare.

Che altro avrebbe potuto fare lui?

 

-“sempre la solita cocciuta.” E va bene. Non verrò da te stavolta.-

E così dicendo tra se e se, heric si voltò sul fianco e chiuse gli occhi nella speranza di addormentarsi.

 

 

 

No, sto pensando che non ritornano
quei momenti con te

le parole con te

 

 

Per quanto altro tempo avrebbe continuato a ripensare a quella sera?

Alle sue parole, ai suoi gesti, al suo profumo, alle sue lacrime.

 

-rimani per favore..-

-… e tutto quello di cui ho bisogno è sentirti…solo sentirti…-




e per ogni giorno
mi prendo un ricordo che tengo nascosto lontano dal tempo
insieme agli sguardi veloci momenti che tengo per me

 

tutti quei giorni passati a litigare alle elementari.

tutte le sue lacrime.

Tutte le sue premure e i suoi tentativi di rimettergli in sesto la famiglia.

Tutte le volte in cui lei c’era stata per lui e lui per lei.

I suoi sguardi incomprensibili.

I suoi sguardi intensi.

Tristi.

Preoccupati.

Spensierati.

Allegri.

Interessati.

Sorpresi.

 

 

 

e se ti fermassi soltanto un momento
potresti capire davvero che e questo che cerco di dirti da circa una vita

 

quante volte aveva cercato di dirglielo?

Aveva perso il conto.

Quante volte le aveva dimostrato il suo affetto?

Quei baci.

Quegli abbracci.

Quelle parole.

Le aveva salvato la vita quante volte?

In una baita di montagna, da un camion, dalla finestra di una classe, da una casa in distruzione, da una casa già venduta e la lista continuava.

 

 

Prima robby, poi il suo lavoro, poi i film, le serie TV, i fan impazziti, New York, Charles Lones, la madre vera, Funny stessa.

Quante volte c’erano stati malintesi su malintesi che non gli permettevano di dichiararsi?

 


sei parte di me

 

 

 

questa era la pura verità.

Come se fosse un assioma di geometria.

Lei componeva lui.

Una parte del suo cuore era occupata completamente e interamente da lei.

Metà  esatta.

La sua metà.

Il suo pezzo complementare.

Senza di lei sarebbe stato solo un morto ambulante.

Sana era parte di lui tanto quanto il sale del mare.

Tanto quanto gli alberi nella foresta amazzonica.

Era semplicemente parte di lui.

Si era integrata con lui già da molto tempo.

 

 

 

Heric aprì gli occhi e prese di nuovo il cellulare tra le mani.

Compose il numero a velocità stratosferica.

 

-pronto?-

-Heric ma sei tu? Stavo per andare a dormire!-

-senti Terence domani mattina sana parte…-

-cosa?? No.. Alyssa mai ha detto che è in America e che non potremo avere presto sue notizie!-

-no sana ha mentito ad Alyssa. Parte domani mattina e va a Los Angeles…-

-COSA? Ma perché?-

-deve fare un film… -

-Heric stai scherzando??-

-ti pare che potrei scherzare su una cosa simile? Fammi un favore non dirlo agli altri…-

-ok…-

-secondo te che dovrei fare? Insomma lei non vuole sentirmi ne vedermi…-

-è successo qualcosa??-

-no… cioè si… insomma non è questo il punto! Io voglio rivederla. Devo rivederla, capisci? Cosa devo fare?-

-vai in aeroporto, no?-

-giusto! grazie Terence…-

-aspetta a che ora è il suo volo non andarci ora… heric?? Heric mi senti??-

-………-

-ecco. Ha riattaccato.-

 

 

In pochissimi minuti heric si era rivestito ed era pronto per andare in aeroporto.

 

 

 

                                                                       *

 

 

-bè allora ci vedremo tra sei mesi signora Patricia! Arrivederci!-

 

Era arrivata l’ora dei saluti, nonostante fossero solo le 5.30 di mattina e il volo era previsto per le 8.00.

 

-sana hai preso tutto? Biglietti passaporti autorizzazioni per l’espatrio.. hai tutto con te??-

-si mamma tranquilla.. ma sei proprio sicura di non voler venire a salutarmi?-

-si sono sicura… per me va bene così… ora sei piuttosto grande e io ti farei solo venire più nostalgia di quanta già non ne abbia.-

-mamma ti voglio tantissimo bene- disse sana abbracciando la madre.

-ti telefonerò sempre appena avrò un attimo libero, te lo prometto!-

-non ti preoccupare io sarò qui ad aspettare una tua telefonata insieme alla signora Patricia e a robby ovviamente!-

-COSA?-

-già.. temo che robby non ti abbia riferito questo piccolo dettaglio..-

La s.smith guardò robby in cagnesco sottolineando mentalmente *con te faccio i conti più tardi*.

-temo di si MAMMA. COS’E’ QUESTA STORIA? MI MANDATE DA SOLA?-

-andiamo sana te lo ripeto non sei più una bambina e poi neanche Charles avrà il suo manager. Sarete voi due insieme! Non siete amici?-

-si mamma però.. io contavo su robby... e va bene vuol dire che saluterò solo lui all’aeroporto…-

-ehm… veramente sana non vengo neanche io…-

-MA COSA VI E’ PRESO A TUTTI QUANTI? Mi avete già lasciato tutti qui, figuriamoci quando sarà là…-

 

Il suono di un clacson stappò le orecchie a tutti.

-sana vogliamo andare?- disse Charles scendendo dalla macchina, già carica delle valigie di entrambi.

-arrivo! Allora ciao robby…-

Abbracciato robby e ancora una volta la madre, sana correndo si avviò in macchina e non si voltò neanche un secondo.

 

 

Ci misero molto tempo per arrivare all’aeroporto ma una volta arrivati e messe in pratica tutte le cartacce riguardanti la partenza era già l’ora di una buona colazione.

 

-Charles.. ho fame.. sono le sette e mezza-

-ma non hai fatto colazione prima di venire qui?-

-si certo.. ma ho fame di nuovo…-

-bè sana se aspetti in aereo ci daranno la colazione..-

-ho fame ora…-

-ma iniziano ad imbarcare tra 15 minuti!-

-dai che ti costa! Cinque minuti!-

-sana…-

-solo un tè!-

-e va bene!-

-grazie!-

 

 

Stavolta la ragazza fu di parola. Bevve solo un tè, ma lo fece in 10 minuti.

 

-sana siamo in ritardassimo!-

-lo so accidenti!-

 

Si avviarono verso le scale mobili che portavano al gate di imbarco.

 

-me lo sento.. perderemo l’aereo…-

-Charles rilassati… appena questa scala mobile sarà finita saremo arrivati!-

 

-SANAA!-

-oddio no…-

Come un fulmine a ciel sereno delle voci sfondarono la sottile barriera che sana si era creata la sera prima. I suoi amici erano li e la vedevano partire ancora una volta.

-SANAA! Perché ci hai mentito? Perché te ne vai senza aver detto niente?-

Per sana fu un dejà vu.

 

Quando qualche tempo prima era partita per New York i suoi amici la avevano raggiunta su quello stesso tragitto che stava compiendo per ripartire.

Ricordava bene cosa era successo.

Dicevano che l’avrebbero aspettata.

E poi era arrivato Heric e aveva stretto la mano a Funny.

E lì il suo cuore si era frantumato.

 

Sarebbe volentieri diventata invisibile.

-sana ma quelli dietro alla ringhiera sono i tuoi amici…- sussurrò Charles nel suo orecchio.

-lo so Charles…-

Sana chiuse gli occhi e si preparò al peggio inspirando lentamente.

Si voltò e guardò negli occhi tutti i suoi amici affannati per la corsa, che la guardavano disperati.

-ragazzi…io…mi dispiace…non doveva finire così…-

-ma perché sana? Perché?-

 

Sana non riconosceva le loro voci, dato che parlavano insieme.

C’erano Funny, Alyssa e persino Terence.

 

-ormai è inutile discuterne…scusatemi tanto…-

I suoi amici erano giunti al punto massimo di arrivo, poiché la ringhiera era finita, mentre lentamente sana e Charles continuavano ad allontanarsi.

 

-sana-

 

Heric era arrivato da lontano correndo, ma nella sua voce non c’era un minimo segno di affanno, né di rabbia.

Non se lo aspettava.

 

-heric- sussurrò sana più a se stessa che agli altri.

Inspiegabilmente i suoi occhi cambiarono radicalmente, erano lucidi e le lacrime minacciavano di uscire.

Fissava heric da solo pochi secondi e già aveva gli occhi lucidi.

Sana ripeté a se stessa di trattenersi, di non piangere, di non far tremare il suo labbro, ma fu inutile.

Non riusciva a fare altro che fissare heric negli occhi.

 

Inaspettatamente, nonostante la distanza che li divideva, lui aveva capito che sana stava per piangere e oscillò lievemente la testa.

 

Ancora una volta heric era corso da lei, in tutti i sensi e lei, ancora una volta stava per piangere.

 

Sana si riscosse per un momento e riuscì a malapena a tirare un sospiro di sollievo che il suo respirò si spezzò.

 

-…-

 

Funny aveva poggiato la sua mano sopra a quella di heric.

 

“no non di nuovo...” pensò istintivamente sana ma ancora una volta heric la stupì.

 

Diversamente da quello che era successo heric aveva scansato la mano di Funny e aveva stretto il pugno.

 

“cos…”

 

Sana non fece neanche in tempo a pensare a qualcosa di sensato che heric la stupì per la seconda volta.

Aveva scavalcato la ringhiera e il vetro della scala mobile e correva verso di lei.

Lei non riusciva più a pensare  ormai niente aveva più senso, anche perché in quegli istanti fu come vedere in rallenty le braccia di heric allargarsi leggermente e cingerle le spalle.

Sentirsi stretta forte e allungare le proprie braccia sulla schiena di heric.

 

Erano solo loro due.

Nessuno dei due aveva pensato agli altri, Charles incluso, nonostante fosse a un passo di distanza.

 

Non riuscivano a staccarsi, sentivano solo il bisogno di stare abbracciati.

-heric io…-

Heric si staccò da sana e la fissò negli occhi.

Stavano uno di fronte all’altra senza neanche sfiorarsi ma la tensione era alle stelle.

“ora o mai più” si disse heric e così avvicinò il viso a quello di sana, che non riusciva a muovere un solo muscolo.

Solo pochi centimetri li separavano, ma degli occhi troppo avidi osservavano la scena.

Sana non riusciva a smettere di fissare gli occhi color miele di heric ma appena si sentì strattonare da dietro si voltò.

 

-sana ora dobbiamo proprio andare! Ciao heric ci si vede!-

-CHARLEEEEEEEEEEEEES! MA CHE FAIIII?- urlò sana tirandogli addosso un enorme martello rosso e giallo, schiacciando Charles.

 

La scala mobile era finita e così avanzò di un passo.

Si voltò di nuovo indietro per cercare lo sguardo di heric ma vide solo la sua chioma bionda premuta verso il basso da degli agenti della sicurezza.

 

Ovviamente lui non poteva stare lì e nell’emozione del momento, entrambi non avevano sentito i molteplici richiami degli agenti.

 

-heric…-

Lui alzò la testa di scatto trovando una notevole resistenza e cercando di trovare il suo sguardo, ma non vide altro che la fine delle scale mobili completamente vuota.

 

 

 

 

 

…continua!...

 

 

 

 

 

Ragazze stavo quasi per piangere quando ho visto che ho postato il capitolo precedente 2 mesi fa!

 Ma perché non mi uccidete quando faccio queste cose?? Mi stavano venendo le lacrime a pensarci ma poi non mi sono scoraggiata e mi sono messa a lavorare per voi [per la ficcy insomma!]

 

Bè il titolo l’ho preso dalla canzone degli zero assoluto, ieri sera sono andata al concerto e è tutta la giornata che mi vengono in mente le canzoni… e quindi ho colto l’attimo e l’ispirazione e mi sono messa a scrivere!

 

Avrete di certo notato che il capitolo è moooolto più lungo rispetto agli altri.. bè c'è un motivo.. secondo me doveva stare tutto insieme, perché se spezzavo in due capitoli entrambi mancavano di qualcosa e dunque ecco qua! [anche se  immagino che ai fini della narrazione sia tutt'altro che un bene!]

 

 

Ringraziamenti:

 

 

ryanforever: già.. Charles che rompe sempre!.. io non lo sopporto (anche se purtroppo sono io a farlo così..poveraccio…) e be come vedi sana non ci ha ripensato.. per ora…forse ci ripensa..forse no.. chissà!

Grazie per la tua recensione!

 

Princerella: dicevo anche a ryan che Charles è fatto a posta per rompere… immaginate quanto altro potrebbe rompere in sei mesi! Ihi grazie! :*

 

Kula: bè… immagino che tutti avrebbero preferito che sana non firmasse il contratto! Scusate la mia cattiveria..ma non sono sadica.. mi dispiace far soffrire sana così tanto… cercherò di renderla più felice ^^

 

bontina: haha! Vedo che hai notato l’uso del plurale! Ovviamente era solo per un uso proprio di Charles.. solo per convincere sana… ma insomma Charles non piace proprio a nessuno!!! Poverino dai.. baci8 arrivato ;) te ne mando un altro!

 

 

Allora ho notato che in tutte le recensioni avete dichiarato il vostro odio profondo per Charles… poverino.. così però mi fate avere dei ripensamenti sulla trama… dai se riesco a trovare almeno 5 persone a cui Charles sta simpatico vi prometto che vi farò una bellissima sorpresa!!

 

Eh si, è una sfida MOOLTO difficile questa!!

 

Alla prossima!

 

Ninni.

 

  
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