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Autore: MiriamC_    21/08/2020    0 recensioni
Jasmine è una giovane donna che ha fatto della danza il proprio vivere.
Dopo la morte di suo fratello James, il matrimonio dei suoi genitori è in forte crisi e lei e la sorellina Alyssa sembrano essere l'unico collante, almeno al momento.
Sua madre vorrebbe che lei proseguisse gli studi all'Università ma cosa accadrà quando, con un viaggio in India, la sua vita cambierà drasticamente?
( Storia ispirata dal film Heartbeats ).
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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  Mixed.

                                          

La mattina seguente mi svegliai intorno alle 6;
i raggi del sole penetrarono tra le persiane illuminandomi il volto e la lingua umidiccia del mio cagnolino si muoveva lungo il mio braccio.
Controllai l'orario e mi alzai, sistemando le coperte.
Mi gettai sotto un getto d'acqua calda in doccia e, dopo aver finito, mi avvolsi in un asciugamano (facendo lo stesso con i capelli) e mi diressi in camera da letto.
Dall'armadio presi l'outfit del giorno abbinando una t-shirt oversize con un blazer bianco e un paio di sneakers dello stesso colore, contornai il collo con una collana dorata rotonda e alle orecchie aggiunsi due pendenti a cerchio.
Mi asciugai i capelli ondulati e passai al make-up, decorando il volto con eyeliner, mascara e un po' di fondotinta misto a terra per darmi un tono in più, data la mia carnagione simil-cadaverica.

Preparai la colazione, i miei genitori sarebbero venuti di lì a poco, così ne approfittai per farmi le valigie.
Non appena ebbi finito suonò il citofono.
Mia sorella entrò e corse in mia direzione, cingendomi i fianchi con le sue esili braccia.
Le sorrisi dolcemente lasciandole un bacio tra i capelli e, prima di lasciare quello che era il mio appartamento, mi soffermai ad osservare una cornice contenente la foto di Alyssa, Henry e me.
Solo Dio sa quanto sentivo la sua mancanza, era lancinante la sensazione al ricordare quella fatidica sera, quando alle 23 il telefono squillò e..in quell'attimo Henry non c'era più.

Scacciai velocemente i pensieri e afferrai le valigie, dando un'ultima occhiata all'appartamento prima di chiudermi la porta alle spalle, porgendo il guinzaglio ad Alyssa, in modo da portare Cherry.

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Dopo 45 minuti in taxi raggiungemmo finalmente l'aeroporto.
Ero emozionata ma allo stesso tempo avevo un mix di emozioni contrastanti: curiosità, rabbia, confusione.
Una volta fatto il check ci avvicinammo al nostro gate e, con le indicazione di uno Stuart, raggiungemmo l'aereo, prendendo posto.
Il viaggio fu lungo e la stanchezza cominciava a farsi sentire.
Tutti dormivano ma io no, non riuscivo.
Misi le cuffiette nelle orecchie e lasciai scorrere la playlist in modo casuale, soffermandomi in particolare su una canzone:
Beautiful Stranger.

La notte trascorse senza accorgermene e, finalmente, l'aereo atterrò.
Non appena scesi alzai gli occhi al cielo, notando i colori del cielo misti tra giallo, arancione e una sfumatura leggera di rosso che univa gli altri due colori, facendolo sembrare un quadro.
Recuperammo le nostre valigie e di corsa uscimmo dall'aeroporto avanzando verso il taxi, che ci portò all'Hotel del collega d'affari di mio padre.
Non appena arrivammo fummo accolti da una Hostess che ci fece indossare delle ghirlande di fiori gialli come segno di benvenuto.
Lì incontrammo i padroni di casa e Dippika, la secondogenita.
Dippika ed io ci conosciamo sin da piccole, cominciammo a ballare insieme fin quando lei non fu costretta a lasciare New York per andare a vivere in India, per il trasferimento di suo padre dall'azienda.
Mentre i "grandi" erano presi dalle loro conversazioni, Dippika ed io salimmo al piano superiore dell'Hotel, dove prendemmo un caffè e ci abbandonammo a delle chiacchiere come ai vecchi tempi:

« D: Jasmine, sono molto felice che tu sia qui, credevo non ce l'avessi fatta! »
Interruppe il silenzio esclamando in modo euforico quanto era contenta che io fossi lì.
Sapeva della mia audizione, quindi il mio arrivo era del tutto incerto ma si sa, con mia madre niente lo è.

« X: Dippika, ti trovo davvero in forma! E beh..sai com'è mia madre, non c'è verso per farle cambiare idea su qualcosa ».
Risposi io con tono annoiato ma lasciandomi sfuggire dalle labbra una tenue risatina.

« D: Sai, i matrimoni qui in India durano una settimana..domani ci sarà la prima parte delle celebrazioni!
 Ah, e preparati, ho arrangiato una coreografia anche per te! »

Era emozionata, non stava più nella pelle dalla contentezza e glielo si leggeva chiaramente in volto.
Se c'è una cosa che mi ha legata a lei era proprio questo suo essere trasparente, un libro aperto a tutti gli effetti.
Ci siamo sempre appoggiate a vicenda e capite.
Lei era la mia spalla, io la sua, ed è sempre stato così.

« X: Dippika, ballare io? Oh, mia madre non può dire di no questa volta!
       E raccontami, di cosa si tratta questa prima parte? »

Le risposi guardandomi intorno curiosa, osservando ogni minimo dettaglio di quella sala.
Era tutto così bello, non pensavo potesse mai piacermi uno stile diverso da quello Newyorkese, ma a quanto pare mi sbagliavo.

« D: Nella prima parte gli amici e le amiche dello sposo e della sposa raccontano ballando la loro storia d'amore!
        Sai, mia madre ha cospirato con sua madre.
        Le nostre famiglie si conoscevano già, così un giorno architettarono un viaggio a Dublino, mio fratello e la sua futura     sposa si sono incontrati e..si sono innamorati! »

Dippika portò entrambi le mani al volto raccontando la storia con aria sognante.
I suoi occhi brillavano, è sempre stata un'inguaribile romantica;
ricordo quando, da piccole, ci piaceva fantasticare su come sarebbe stato il nostro matrimonio.
Ci sarebbe piaciuto sposarci nello stesso posto, nello stesso giorno, insomma..sarebbe stato il matrimonio del secolo!
Le parole al riguardo della storia dei due sposi girovagavano nella mia testa e un punto interrogativo mi riportò con i piedi a terra:

Chissà che ragazzo sceglierebbero per me i miei genitori.



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Dippika: 

 
   
 
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