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Autore: Dragonfly92    22/08/2020    1 recensioni
Tobia è un uomo che ha trovato, nella solitudine, la sua felicità.
Yuri è un bambino che, invece, non l'ha mai conosciuta.
Un passato ingombrante, un ricatto, la forzata convivenza e la scoperta di un'infanzia mai esistita: pelle livida, cuore cianotico.
Piccoli, faticosi passi per arrivare a capire, scoprire, disinfettare le emozioni.
E difenderle, quando il passato torna a reclamarne la potestà.
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(La storia è legalmente protetta da copyright)
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Sette Verticale – Atteggiare le labbra come espressione di un'emozione

 

 

Yuri, col busto chino sulla scrivania e la fronte aggrottata per la concentrazione, è intento a concludere gli esercizi che Tobia gli ha dato.

Stringe la penna fra le dita, le nocche bianche per lo sforzo di imporle i suoi movimenti.

Il Signor Tutore ha detto che deve ricominciare ad usare la sinistra e lui lo sta facendo anche se quella, cattiva, disobbedisce sempre.

Ed eccola, infatti: una scossa la fa accartocciare ed il braccio elettrizzato schiocca sul legno con un gong! , seguito dalle consuete vibrazioni che annunciano il suo fallimento.

 

Incapace! Piccolo, stupido incapace!”

 

Yuri guarda lo sfregio deturpare il bellissimo foglio.

Lo fissa, distoglie lo sguardo, poi lo fissa di nuovo.

La bocca si stringe, le labbra costrette e premute insieme, per non dar suono al dispiacere.

 

Andrà meglio. Se continui ad usare la pallina e a provare, col tempo tornerà a posto, vedrai.”

 

Glielo ha detto il suo Tutore buono.

Ed un pochino il viso si distende, quando la voce gentile sovrasta quelle che per anni si sono ripetute.

Nella sua vita.

Nella sua testa.

 

Andrà meglio…”

Yuri non è proprio sicuro che sia vero, però un pochino ci crede.

Deve, gli adulti non dicono le bugie!

Quindi, è piacevolmente costretto.

Anche se vorrebbe essere bravo da subito, per poter ringraziare il Signore gentile.

Che gli ha dato da mangiare.

Tante volte, un milione di volte!

Che gli ha permesso di dormire sul letto, uno vero, uno grande.

Lo stesso, che usa da ormai sei giorni.

E Yuri può starci sopra, non accanto.

Non ci sono cose importanti ad occupare lo spazio, può occuparlo lui.

E poi…

E poi il Signore non gli ha mai dato una lezione, mai, nemmeno una.

Yuri non è così stupido da pensare che non succederà, però adesso si sente così bene, che non gli importa.

Non gli importa assolutamente, lui vuole soltanto impegnarsi e magari avere il permesso di rimanere lì, non per sempre, certo, ma ancora un po'.

 

Raddrizza la schiena determinato a finire il suo compito.

Il cuscino che il Signore buono gli ha messo sulla sedia è così morbido!

Le piccole mani trillano d’emozione, stropicciando il viso.

Ora è pronto; Pronto a diventare un bravo bambino.

 

Tobia affretta il passo, spalanca la porta.

Le chiavi gettate in fretta sul comodino, un veloce pit stop sotto il getto del lavello.

Dovrebbe usare il bagno, ne è consapevole, ma non ne ha il tempo.

Non che sia in apprensione, giammai!, però aveva previsto il rientro per le undici e mezza ed il fatto che manchino pochi minuti a mezzogiorno, lo disturba.

C'è un minore in casa.

Un minore che lui ha lasciato alla custodia di Adele, ma che è sotto la sua, responsabilità .

 

“Siniore sembra uragano! Spavienta bambino!”

Oh, quanto vorrebbe toglierle quell'aria da domestica vissuta!

Saccente e strafottente!

 

I passi, si fanno più ponderati.

 

Tobia si affaccia nel salotto, poggiando una spalla contro lo stipite.

“Ciao Yuri…”

E cerca di non soffermarsi troppo sull’espressione tragicomica del bambino.

Prima o poi, si abituerà ad essere salutato.

 

Yuri posa la penna, che cede il posto alla pallina.

Il busto girato il poco che gli basta per guardare l'uomo.

“B-B-Ben… B-Bentornato, Signore…” dice con un filo di voce.

Il suo Tutore gli ha detto che è buona educazione salutare chi arriva, e così lo ha fatto.

Anche se forse…

Forse ha sbagliato o ha capito male o questa regola non vale per lui, oppure…

“Grazie Yuri. Hai fatto i tuoi esercizi?”

Il Sì, Signore trabocca d'incertezza.

“Posso vedere?”

 

Quel che segue, invece, è accompagnato da un vigoroso annuire.

Certo, che può farlo!

Lui è grande e rispettabile e quindi può fare tutto quel che vuole!

 

Tobia si avvicina, portando il foglio all'altezza degli occhi.

Le lettere ripetute nelle prime righe hanno un tratto vagamente deciso.

Dalla quarta, i contorni si fanno vacillanti e sono alternati da freghi caotici.

“È… accettabile…”

Andrea e Adele non sono presenti.

Quindi, preferisce una morbida verità ad una forzata bugia.

Ha colto l'impegno del bambino e non ha dato di matto di fronte a quell'obbrobrio; è un gran bel passo avanti.

Quindi, può ritenersi soddisfatto di entrambi.

“C-Ci, c-ci sono t-tante m-macchie, Signore…”, confessa il piccolo, aprendo e serrando i pugni.

E Tobia abbassa di poco il foglio maculato, per poterlo vedere.

“È vero, ma col tempo ce ne saranno meno.”

 

L'irruzione di Adele li fa sobbalzare entrambi.

“E poi sarei io, l'uragano?” domanda stizzito, mentre la donna si limita ad ignorarlo.

“Pranzo è pronto!”

Annuncia entusiasta, cinguettando un motivetto dal dubbio gusto che la riaccompagna fuori dalla stanza.

Tobia alza gli occhi al cielo per poi riportare la sua attenzione sul bambino.

“Yuri, dopo pranzo devo sbrigare delle commissioni. Quindi usciamo…”

“Sì, Signore!”

L’espressione sul suo viso è adesso indecifrabile per Tobia.

“I-Il…”

Oh, ecco.

Attende qualche attimo, prima di decidersi ad andargli incontro.

“Yuri, lo sai che puoi parlare, vero?”

“Oh, Sì, Signore! G-Grazie, Signore! E-ecco…”

Una sbirciatina attraverso i capelli.

Giusto per assicurarsi che il Tutore non abbia cambiato idea.

 

“E-Ecco, il… B-bambino può s-sistemare l-la t-tavola per q-quando t-tornate… E-e i p-piatti, li s-sa l-lavare…

S-Se p-può.” aggiunge, memore della conversazione di qualche giorno prima.

 

Che stai facendo con quel panno?”

P-Pulisce.”

I domestici puliscono o le persone adulte, Yuri. I bambini fanno i compiti, giocano, studiano. Al massimo, e questo lo esigo, ripongono le cose che utilizzano.”

Sguardo basso.

Silenzio.

Hai capito?”

Silenzio.

Sguardo basso.

 

Comprensione.

 

Yuri, dimmi cosa non hai capito.”

Confessione.

I-il b-bambino è s-s-stupido, n-non lo s-sa…

Ri-ri… R-Ripongere, Signore.”

Riporre, Yuri.

E non sei stupido perché non sai qualcosa, al massimo ignorante e...”

 

Qualche secondo di flagellazione mentale.

 

E comunque, ‘riporre’ vuol dire rimettere al loro posto.”

Oh, g-grazie S-Signore! I-il b-bambino p-può r-riporrere l-le p-pentole?”

Riporre. E no, Yuri. Solo le cose che usi tu.”

Il p-piatto, Signore?”

Sì, il piatto può andare.”

 

Tobia aggrotta le sopracciglia, guardandolo stordito.

Gli occorre qualche secondo di riflessione, per realizzare cosa abbia effettivamente recepito il bambino.

E qualche altro, per trattenere una mezza risata.

“Oh, sono sicuro che uscire con Adele sarebbe un'esperienza davvero… Fuori dagli schemi. Ma no, Yuri.

Usciamo io e te…”

Gli occhi del bambino si spalancano.

“E niente visite, stavolta. Dobbiamo semplicemente andare a fare delle compere.”

La bocca semiaperta, la piccola mano che si appresta a coprirla.

E Tobia rimane interdetto, da ciò che adesso vede.

“G-Gra…”

 

Dall'emozione che fa vibrare le dita piccine.

Che le fa attorcigliare, sciogliersi, posarsi sulle guance.

Vicine alla bocca.

Dove premono, coi palmi aperti, poi voltati.

Adesso sono i dorsi a strusciare sulla pelle.

Tobia comprende.

Il trillare che il bimbo non riesce a smorzare.

L’abbassare la testa, voltarla appena.

Il nascondere la piccola, lieve, accennata curva.

Che combatte per stirarsi verso l'alto.

E che Yuri copre, stropiccia.

“Gra…”

Ed è doloroso, assistere a quella visione.

Prendere atto dell'incapacità di Yuri.

“Gr-Gra…”

Che non sa come fare.

Yuri, non sa come fare a sorridere.

 

“G-Grazie, Signor Tutore.”

Ma Tobia, promette, glielo insegnerà.

 


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Post it autrice

Ehi.
Intanto grazie, per essere arrivato fin qui.
D'ora in poi avremo capitoli più piccini nella pubblicazione.
Questo perché queasi in ognuno di essi ci sarà un passo - in avanti o indietro -,
e vorrei che si percepisse l'impegno, la fatica, l'evoluzione dei nostri personaggi.
Cercherò di pubblicare una volta a settimana, così da non farvi aspettare troppo.
Se ci siete, battete un colpetto, se potete, e sappiate che ogni vostro pensiero è importante.
Grazie, a tutti.

   
 
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