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Autore: LadyOfMischief    22/08/2020    16 recensioni
ATTENZIONE SPOILER TROS
"Ma adesso Rey non poteva più fingere che tutto andasse bene, aveva perso fin troppo e provava un senso di vuoto che non avrebbe potuto colmare, aveva perso una parte di sé che non poteva rimpiazzare nemmeno se l'avesse desiderato"
Dopo la battaglia di Exegol Rey è ancora scossa per la perdita di Ben, non riuscendo ad affrontare tutto quel dolore comincerà delle ricerche per saperne di più sul legame che li univa, definito come "la vita stessa", con la speranza di poterlo sfruttare per riportarlo in vita.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Saving What We Love'
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Tutto era buio davanti a Rey, la luce flebile che proveniva dall'esterno illuminava a malapena pochi metri di quello stretto passaggio. Non aveva paura del buio, ma era diffidente dopo quanto accaduto fuori, esitante cominciò ad avanzare tenendo la mano destra poggiata contro la parete, che stranamente era fredda, per orientarsi. Da quello che poteva vedere con quel minimo di luce il pavimento era spaccato in alcuni punti perciò doveva prestare molta attenzione a dove metteva i piedi.
Dopo qualche passo si trovò completamente immersa nelle tenebre e le sembrava che il tratto che stava percorrendo fosse leggermente in discesa. Lentamente, e sempre tenendo la mano poggiata contro la parete, si addentrò ancora di più nell'oscurità. Esattamente come all'esterno tutto taceva, e Rey ne fu grata, ne aveva abbastanza di sentire voci sussurrarle nella mente. Trasse un respiro di sollievo e continuò la propria discesa, notando che il soffitto era sempre più basso fino a sfiorarle la testa. La strada curvò a sinistra e non era più in discesa, Rey non sapeva dire da quanto stesse camminando, ma si sentiva le gambe pesanti. Era ancora debole per quello che era successo con gli spiriti, era assetata ed era stanca per tutta la strada che aveva percorso fino a quel momento.
Continuò a camminare per qualche metro, il passaggio stava cominciando a farsi più largo e il soffitto era di qualche centimetro più alto. Quando l'oscurità iniziò a dissiparsi Rey capì di essere vicina all'uscita, dovette sbattere le palpebre più volte per adattarsi a quel minimo di luce, che sapeva provenire dalle due lune perché aveva visto quella sala in sogno. Questo bastò a incoraggiarla e farle ritrovare la forza necessaria per accelerare un po' il passo, senza però mai staccare la mano dalla parete. La luce si fece sempre più intensa, ma s
i adattò in fretta al cambio d'illuminazione, l'uscita era proprio davanti a lei e senza esitare la imboccò.
Esattamente come nella sua visione si trovava in un'antica sala completamente in rovina, grazie alla luce delle lune che si riversava all'interno della stanza attraverso una grossa crepa nel soffitto Rey poté vedere meglio ciò che aveva intorno. Ai due lati della sala, che era più piccola di quanto si fosse aspettata, file di scaffali colmi di libri e artefatti erano accostati contro le pareti si alternavano con delle statue a grandezza umana. Non riuscì distinguere le figure rappresentate dalle statue poiché erano tutte danneggiate, ad alcune mancava la testa ad altre un braccio o entrambe e altre ancora erano andate in frantumi. Il soffitto era sorretto da colonne che miracolosamente erano ancora intatte, fatta eccezione per alcune che erano crollate sul pavimento, e a parte quell'unica crepa sembrava anch'esso in buone condizioni. Rey abbassò lo sguardo e si accorse che il pavimento era ricoperto di crepe in molti punti. In fondo alla sala c'era soltanto un'altra statua che non riusciva a distinguere bene a causa della scarsa illuminazione in quel punto preciso, ma era certa che fosse più grande delle altre.
Per qualche strana ragione si sentiva attirata proprio da quella statua, e, incuriosita, attraversò a grandi passi la sala, evitando i punti in cui c'erano parti delle poche colonne crollate. Quando raggiunse la statua capì perché ne era attratta, raffigurava esattamente la stessa figura del mosaico* che aveva visto nel tempio su Ahch-To. Una creatura seduta a gambe incrociate e che impugnava una spada laser, come nel mosaico la creatura era divisa perfettamente in due, una metà era bianca e una metà nera. Alla base della statua c'erano due scompartimenti, uno bianco e uno nero, quello nero però era aperto. Rey capì che era lì che Ben aveva trovato la profezia che li riguardava, ma se in realtà ne avesse trovato soltanto una parte?
Si inginocchiò e posò una mano sul marmo bianco, che si aprì immediatamente come un cassetto e, proprio come Rey sospettava, c'era una pergamena molto vecchia al suo interno. Anche senza toccarla poteva percepire la Luce che emanava, era come un faro in mezzo a tutta l'oscurità che impregnava quel pianeta. Delicatamente prese la pergamena tra le proprie mani e l'aprì con cautela, restò delusa quando si accorse che era scritta nella stessa identica lingua dei testi Jedi. Riuscì a cogliere soltanto qualche parola, "luce", "oscurità" ed "equilibrio", le stesse che aveva udito in sogno. Nulla che al momento le sembrasse utile per la situazione in cui si trovava. Riavvolse la pergamena e si alzò, si era illusa che una volta trovata la risposta si sarebbe diretta ovunque dovesse andare per riportare Ben indietro, ma adesso doveva accantonare quell'idea e tornare alla base per poter decifrare qualunque cosa ci fosse scritta.
Rey si sentiva davvero confusa, com'erano collegati la statua, la profezia sulla Diade e coloro che l'avevano scritta? E come poteva aiutare tutto ciò a portare equilibrio nella Forza? Credeva di averlo già fatto distruggendo l'Imperatore. Inoltre c'era anche la questione del Mondo tra i Mondi, perché aveva visto quel luogo se la risposta non era lì? E a chi apparteneva la voce che aveva sentito? C'erano troppe domande a cui non aveva trovato ancora una risposta e da sola non credeva di poterci riuscire.


 


Ripercorrere tutta la strada a ritroso era ancora più stancante dell'andata, e il fatto che fosse notte non migliorava di certo la situazione, fatta eccezione per la luce che le permetteva di vedere meglio. Doveva fare pause più frequenti a causa dell'estrema stanchezza, Rey sentiva i muscoli del proprio corpo andare a fuoco per lo sforzo enorme. C'era un limite a tutto ed era più che certa che l'avesse appena superato, temeva che sarebbe crollata a terra da un momento all'altro e che sarebbe rimasta lì per tutta la notte. Sapeva di star andando nella giusta direzione soltanto perché si stava servendo della Forza per percepire forme di vita e l'unica presente nelle vicinanze era Chewbecca. Si chiese cosa stesse pensando il wookie, era stata via almeno una o due ore, forse anche di più ma era difficile dirlo con precisione.
Fece un'altra pausa, era ancora in mezzo al nulla e il vento si stava facendo più caldo e forte, presto ci sarebbe stata una nuova tempesta di sabbia e Rey non aveva alcuna voglia di trovarsi là fuori quando sarebbe cominciata. Ne aveva abbastanza di quel posto inquietante e si sarebbe sentita tranquilla soltanto una volta a bordo del Falcon. Proseguì ancora per qualche chilometro prima di riuscire a intravedere la sagoma familiare della nave, la rampa era ancora chiusa, così come il portellone, e probabilmente Chewbecca la stava aspettando. Con le ultime energie che le restavano accelerò il passo fino ad annullare la distanza tra lei e il Falcon. Diede dei colpetti con le mani sul portellone della nave per far capire a Chewbecca che era tornata, fece qualche passo indietro e attese che il wookie calasse la rampa.
Non appena Chewbecca la vide a bordo la strinse in un abbraccio così forte quasi da toglierle il fiato, il tipico abbraccio che il wookie riservava solo agli amici più cari e alla sua famiglia. Il wookie le chiese come stesse perché a sua detta aveva un aspetto orrendo.
-Starò bene dopo che avrò mangiato e bevuto qualcosa- gli disse Rey per tranquillizzarlo -E magari una bella dormita- aggiunse, Chewbecca le suggerì anche di darsi una ripulita da tutta la sabbia che impregnava la stoffa dei suoi pantaloni, che ormai non erano più così bianchi.
-Detesto la sabbia- sbuffò Rey, dopo un'intera vita passata nel deserto si era illusa di non dover avere più a che fare con la sabbia o l'estremo calore, sperò che Krayiss fosse l'ultimo pianeta desertico su cui avrebbe mai messo piede. Aveva ancora la pergamena stretta in mano ed era troppo stanca per muovere anche solo un altro passo.
-Chewbe ho bisogno che metta questa in un luogo sicuro- disse porgendo la pergamena al wookie -Ma fai attenzione, è molto antica- Chewbecca annuì e la prese con delicatezza, per quanta ne potesse avere una creatura così forte come lui.
La stanchezza ebbe la meglio e, incurante del fatto che il pavimento in durasteel fosse il posto più scomodo del mondo, Rey si sedette e si appoggiò con la schiena contro una parete. Chewbecca si offrì di portarle da bere e da mangiare, le risultava ancora strano sapere che non doveva più contare soltanto su se stessa.
-Ti ringrazio, ne ho davvero bisogno- gli disse rivolgendogli un sorriso, il wookie si allontanò a grandi falcate e tornò qualche istante dopo. Non aveva più la pergamena tra le zampe, ma soltanto una borraccia e diverse razioni. Chewbecca le porse l'acqua e i pacchetti contenenti il cibo, poi si sedette di fronte a lei occupando gran parte dello spazio in cui si trovavano. Rey era così assetata che nel giro di una manciata di secondi svuotò quasi del tutto la borraccia, quel poco d'acqua che era avanzata l'avrebbe bevuta dopo aver mangiato. Chewbecca la informò che aveva riparato i danni che avevano subito e che potevano partire immediatamente, attendeva soltanto sue istruzioni.
-Prima andiamo via da qui meglio è- il wookie non se lo fece ripetere due volte e le chiese quale fosse la prossima destinazione. Dal momento che c'era stato un cambio di programma Rey gli disse di impostare la rotta per Ajan Kloss, il wookie annuì e si alzò per dirigersi alla cabina di pilotaggio.
Fu soltanto quando pochi minuti dopo sentì il suono del motore che si avviava e dei sistemi prendere vita che Rey si sentì al sicuro. Aprì uno dei pacchetti che le aveva portato Chewbecca e ne mangiò il contenuto, non aveva mai capito cosa fossero realmente quella specie di gallette che consumavano regolarmente alla base, ma non erano un granché. A Rey però poco importava, era pur sempre meglio di niente e in quel momento avrebbe mangiato qualunque cosa per quanto fosse affamata. Non si sentiva così da quando aveva lasciato Jakku, l'esperienza in quel posto l'aveva provata molto sia fisicamente che mentalmente. Quando ebbe finito di mangiare bevve il resto dell'acqua e si alzò lentamente, le facevano male le gambe e tutto ciò che desiderava era darsi una rinfrescata per poi andare a riposare.
Il Falcon disponeva soltanto di due piccoli bagni, uno negli alloggi del capitano, in cui nessuno aveva mai osato mettere piede, e uno in corridoio. Rey prese il completo grigio che aveva messo in borsa e si diresse in bagno per farsi una doccia. Non era il massimo lavarsi lì perché l'acqua era a tratti fredda, nonostante si provasse a regolarla, e bisognava sempre stare attenti a non consumare troppa acqua dal momento che il serbatoio aveva una scarsa capienza. Per Rey non era un problema, su Jakku l'acqua era una rarità e un bene prezioso, perciò aveva imparato a non sprecarne nemmeno una goccia e farsene bastare una minima quantità.
Dopo aver fatto la doccia ed essersi cambiata Rey uscì dal bagno intenta ad asciugarsi i capelli con un vecchio asciugamano, parte della stanchezza fisica sembrava averla abbandonata, ma aveva comunque bisogno di dormire. Si diresse verso uno degli alloggi, oltre a quelli del capitano e quello di Chewbecca ce n'erano altri tre, Rey non ci aveva mai dormito dopo la loro fuga da Crait perché aveva trascorso quasi tutto il tempo in cabina di pilotaggio e, le poche volte in cui si era concessa qualche ora di sonno, aveva dormito su uno dei sedili posteriori. La porta più vicina al bagno si trovava alla sua sinistra, Rey l'aprì e accese la luce, all'interno vi erano soltanto quattro brandine e diverse scatole sul pavimento, sicuramente contenevano dei pezzi di ricambio della nave dal momento che ne avevano bisogno spesso. Senza nemmeno premurarsi di prendere una coperta e togliersi gli stivali Rey si coricò sulla brandina più vicina alla porta, servendosi della Forza spense la luce e chiuse gli occhi. Ma non appena lo fece rivide la scena che le avevano mostrato i Sith, la sua versione oscura che conficcava la propria spada nel cuore dei propri amici e sentì le loro urla disperate. Si tirò su a sedere respirando affannosamente e col cuore che le martellava nel petto, la parte razionale di sé le diceva che quella visione non si sarebbe mai avverata e che le era stata mostrata soltanto per farla crollare, eppure ne era terrorizzata. Aveva già perso il controllo con i suoi amici ed era stata soltanto fortunata a non avergli fatto realmente del male, da allora non era più successo e aveva accantonato la questione. Ripensò alla conversazione avuta con Ben qualche settimana prima, quando lei gli aveva raccontato delle sue visioni e aveva menzionato il cristallo rosso. L'aveva rassicurata dicendole che era soltanto una remota possibilità e che lei era forte abbastanza da impedire che diventasse realtà. In quel momento però ne dubitava, non era stata forte da resistere agli spiriti e gli aveva permesso di sfruttare le sue paure più grandi contro di lei. Agli incubi che aveva riguardanti Exegol adesso si erano aggiunti quelli in cui faceva dal male alle persone a cui voleva bene, Rey si chiese se un giorno quegli incubi l'avrebbero mai abbandonata.

 

 

Ad un certo punto doveva essersi addormentata nonostante tutto e Chewbecca le aveva messo una coperta addosso. La stanchezza era passata del tutto, anche se le faceva un po' male la testa, ma dopo quello che era successo era normale. Rey si alzò dalla brandina stiracchiandosi, non sapeva per quanto tempo avesse dormito e voleva raggiungere Chewbecca. Uscì dalla cabina chiudendosi la porta alle spalle e si avviò lungo il corridoio che portava all'area comune.Iil familiare scricchiolio che emetteva la nave ogni volta che erano in volo, e che dava l'impressione che questa fosse sempre sul punto di sfasciarsi, era confortante. Su quella nave Rey si sentiva quasi a casa, nonostante non vi avesse messo piede per settimane. Anche se il wookie l'aveva lasciata a lei non la sentiva interamente sua, l'avrebbe sempre considerata di Han e Chewbecca.
Raggiunse la cabina di pilotaggio, Chewbecca occupava il posto del pilota e quando si accorse della sua presenza le chiese se volesse fare cambio.
-Sai credo che per questa volta mi limiterò a fare da co-pilota- gli disse -Quanto manca all'arrivo?- il wookie le rispose che mancava circa un'ora e le chiese come si sentisse.
-Sto bene adesso, e grazie per la coperta- Chewbecca le rivolse uno sguardo confuso e le chiese di cosa stesse parlando dal momento che era rimasto tutto il tempo ai comandi del Falcon. Rey aveva dato per scontato che fosse stato il wookie a fare quel gesto affettuoso, adesso sapeva che non era stato così e si rese conto che aveva dormito così profondamente da non aver percepito la connessione con Ben. Il pensiero che fosse stato lì mentre lei era addormentata e che si fosse premurato di metterle quella coperta addosso le fece scappare un sorriso, anche se doveva ammettere di essere un po' delusa dal fatto di aver perso l'occasione di parlargli.



Spazio autrice:

Arriverà il giorno in cui alla nostra povera Rey concederò sonni tranquilli ma non è questo il giorno, e a parte gli scherzi spero che vi sia piaciuto questo capitolo, Rey si sta avvicinando sempre di più alla risposta anche se è piena di dubbi.


Note:

* Ad un occhio più attento non sarà sfuggito un particolare presente in The Last Jedi, nel tempio roccioso su Ahch-To vi è un mosaico che raffigura il cosiddetto "Prime Jedi" e di questo ve ne parlerò più avanti nel corso della storia. 

   
 
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